
[O.T.] DELITTI
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Re: [O.T.] DELITTI
oggi ho 3 ore al pc a casa 

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Re: [O.T.] DELITTI
Nein maniglien!
La pena di morte, soprattutto per impiccagione, è da vaccari yankee.
Noi europei di classe li facciamo accomodare in apposite strutture isolate, li rendiamo economicamente produttivismi con ovviamente l’obbiettivo di farli morire di stenti, dato che manteniamo un certo stile però li eliminiamo in maniera pratica e anaffettiva quando sono ormai improduttivi.
Le basi… cazzo le basi!
La pena di morte, soprattutto per impiccagione, è da vaccari yankee.
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Le basi… cazzo le basi!
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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Re: [O.T.] DELITTI
1:29manigliasferica ha scritto: ↑05/01/2022, 10:27certo che ce ne vuole per tagliare la gola...gia' ad una persona che non conosci...immagina a tuo figlio...bambino...che ti guarda negli occhi o ti ha guardato qualche secondo prima...
Joker: E come fai a sparare sulle donne e sui bambini? Mitragliere: È facile, vanno più lenti: miri più vicino.
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: [O.T.] DELITTI
“L’ho fatto sedere sulle mie ginocchia, poi l’ho accoltellato”, la confessione di Davide Paitoni sull’omicidio del figlio di 7 anni
Ha ucciso suo figlio per vendetta contro la madre ed ex compagna. E lo ha fatto attirando il piccolo in una trappola, con una scusa mentre era in casa sua e il nonno (padre dell’uomo) del bambino era in camera sua a vedere la televisione. E' questo quanto emerge dall’ordinanza che ha confermato la misura cautelare dell’arresto in carcere nei confronti di Davide Paitoni, l’uomo che ha accoltellato a morte alla gola il piccolo Daniele, suo figlio di 7 anni. Nel testo dell’ordinanza è riportata una parte della sua confessione: “Con la scusa di una merendina l’ho fatto sedere sulla sedia, e ho sferrato un colpo secco”. Ma, prima ancora, aveva detto al figlio di preparare un regalo per il nonno (che stava riposando nella sua camera davanti alla televisione). Un disegno. Poi quel macabro gesto. E il piccolo Daniele, prima di essere accoltellato alla gola, si era avvicinato al padre e si era seduto sulle sue ginocchia. Per evitare che di farlo urlare, si legge nell’ordinanza, “gli ha infilato un pezzo di stoffa in bocca per evitare che urlasse, il che induce a pensare alla consapevolezza del piccolo che qualcosa di tremendo stava per accadergli”. Poi, dopo averlo ucciso, Davide Paitoni ha preso il corpo senza vita del figlio e lo ha nascosto nell’armadio della sua camera. Ma la sua follia omicida non si è fermata qui. Una volta uscito di casa ha inviato un messaggio vocale al padre: “Lo so che fa schifo uccidere il proprio figlio, non aprire il mio armadio papà”. L’anziano uomo, che ha problemi d’udito, non si era accorto di nulla e si è reso conto di quel che era successo solo all’arrivo dei carabinieri. Il tutto mentre il figlio, 40 anni, si era dato alla fuga. E in quei momenti aveva anche scritto all’ex moglie un messaggio: “Io e Daniele abbiamo passato una splendida giornata”. Ma il piccolo era stato già ucciso e Paitoni stava andando dalla donna nel tentativo di ucciderla.
Ha ucciso suo figlio per vendetta contro la madre ed ex compagna. E lo ha fatto attirando il piccolo in una trappola, con una scusa mentre era in casa sua e il nonno (padre dell’uomo) del bambino era in camera sua a vedere la televisione. E' questo quanto emerge dall’ordinanza che ha confermato la misura cautelare dell’arresto in carcere nei confronti di Davide Paitoni, l’uomo che ha accoltellato a morte alla gola il piccolo Daniele, suo figlio di 7 anni. Nel testo dell’ordinanza è riportata una parte della sua confessione: “Con la scusa di una merendina l’ho fatto sedere sulla sedia, e ho sferrato un colpo secco”. Ma, prima ancora, aveva detto al figlio di preparare un regalo per il nonno (che stava riposando nella sua camera davanti alla televisione). Un disegno. Poi quel macabro gesto. E il piccolo Daniele, prima di essere accoltellato alla gola, si era avvicinato al padre e si era seduto sulle sue ginocchia. Per evitare che di farlo urlare, si legge nell’ordinanza, “gli ha infilato un pezzo di stoffa in bocca per evitare che urlasse, il che induce a pensare alla consapevolezza del piccolo che qualcosa di tremendo stava per accadergli”. Poi, dopo averlo ucciso, Davide Paitoni ha preso il corpo senza vita del figlio e lo ha nascosto nell’armadio della sua camera. Ma la sua follia omicida non si è fermata qui. Una volta uscito di casa ha inviato un messaggio vocale al padre: “Lo so che fa schifo uccidere il proprio figlio, non aprire il mio armadio papà”. L’anziano uomo, che ha problemi d’udito, non si era accorto di nulla e si è reso conto di quel che era successo solo all’arrivo dei carabinieri. Il tutto mentre il figlio, 40 anni, si era dato alla fuga. E in quei momenti aveva anche scritto all’ex moglie un messaggio: “Io e Daniele abbiamo passato una splendida giornata”. Ma il piccolo era stato già ucciso e Paitoni stava andando dalla donna nel tentativo di ucciderla.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] DELITTI
Cocaina, sempre cocaina 

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Re: [O.T.] DELITTI
non vedo coca coinvolta in questo caso Mark (per quanto sono assolutamente d accordo con te: nel 99% dei casinc’entra)
Re: [O.T.] DELITTI
Che bello finalmente iniziamo a sprovincializzare
Firenze: rapito in Italia con richiesta riscatto in Cina, tre in manette
24 gennaio 2022
(LaPresse) Arrestati questa mattina, dalla polizia di Firenze, tre cittadini cinesi di età compresa tra i 30 e i 39 anni, residenti nel pratese. Sulla base degli elementi raccolti da chi indaga e secondo l'ipotesi di accusa vagliata dal Gip del tribunale di Firenze, gli indagati avrebbero sequestrato a scopo di estorsione un loro connazionale, al quale i rapitori avrebbero anche procurato lesioni giudicate guaribili con 30 giorni di prognosi. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Firenze, con la collaborazione del Commissariato di Empoli, sono partite nel gennaio dello scorso anno dopo che un amico della vittima aveva denunciato l'episodio.
Firenze: rapito in Italia con richiesta riscatto in Cina, tre in manette
24 gennaio 2022
(LaPresse) Arrestati questa mattina, dalla polizia di Firenze, tre cittadini cinesi di età compresa tra i 30 e i 39 anni, residenti nel pratese. Sulla base degli elementi raccolti da chi indaga e secondo l'ipotesi di accusa vagliata dal Gip del tribunale di Firenze, gli indagati avrebbero sequestrato a scopo di estorsione un loro connazionale, al quale i rapitori avrebbero anche procurato lesioni giudicate guaribili con 30 giorni di prognosi. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Firenze, con la collaborazione del Commissariato di Empoli, sono partite nel gennaio dello scorso anno dopo che un amico della vittima aveva denunciato l'episodio.
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Baalkaan hai la machina targata Sassari?
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Re: [O.T.] DELITTI
Omicidio Rosa Alfieri, Elpidio D’Ambra: «Ho sentito voci nella testa, per questo l’ho uccisa»
La confessione del giovane: «Chiedo perdono ai familiari». E anche a un infermiere dell’ospedale aveva raccontato delle "voci"
«Sentivo delle voci nella testa, per questo ho fatto del male a quella ragazza. Sono pentito e chiedo perdono ai familiari»: questo ha detto Elpidio D’Ambra, reo confesso dell’omicidio di Rosa Alfieri, al pm di Napoli Nord che nella notte lo ha interrogato. La strategia difensiva di D’Ambra, che è assistito dall’avvocato Dario Maisto, è chiara: farsi passare per malato di mente. L’avvocato, infatti, ha già chiesto una perizia psichiatrica. Alla domanda sul perché, dal momento che si era pentito, non si era presentato spontaneamente alle forze di polizia, l’uomo ha risposto che era «spaventato». E ha anche rivelato di aver attirato in casa la ragazza con la scusa di chiedere chiarimenti su alcune bollette della luce. Gli inquirenti tuttavia non credono a questa versione e gli contestano l’omicidio volontario. D’Ambra ha negato la violenza sessuale su Rosa ma si attende l’esito dell’autopsia per avere elementi attendibili. Nelle prossime ore sarà fissata l’udienza di convalida del fermo. D’Ambra si è presentato al triage dell’ospedale San Paolo di Napoli ostentando difficoltà: «Sono agitato, sento voci nella testa». Ma l’infermiere che ha registrato i suoi dati, che aveva letto i siti dei giornali, ha capito subito chi si trovava di fronte: Elpidio D’Ambra, 31 anni, che poche ore prima, a Grumo Nevano, aveva strangolato Rosa Alfieri, di appena 23 anni. Si è allontanato con un pretesto e ha fermato due poliziotti del commissariato di Bagnoli, che erano nell’ospedale per ritirare il referto di una persona coinvolta in un incidente stradale. Così è finita la fuga del balordo che si temeva potesse essere fuggito in Spagna, Paese dove aveva vissuto per cinque anni e dove aveva trascorso un periodo di detenzione. L’infermiere del triage ha un sospetto: «Mi è sembrato che volesse farsi passare per squilibrato, insistendo sulle voci che sentiva nella testa. Mi sono limitato a registrarlo, prima che un medico lo visitasse. Lui è rimasto tranquillo e si è lasciato portare via».
La confessione del giovane: «Chiedo perdono ai familiari». E anche a un infermiere dell’ospedale aveva raccontato delle "voci"
«Sentivo delle voci nella testa, per questo ho fatto del male a quella ragazza. Sono pentito e chiedo perdono ai familiari»: questo ha detto Elpidio D’Ambra, reo confesso dell’omicidio di Rosa Alfieri, al pm di Napoli Nord che nella notte lo ha interrogato. La strategia difensiva di D’Ambra, che è assistito dall’avvocato Dario Maisto, è chiara: farsi passare per malato di mente. L’avvocato, infatti, ha già chiesto una perizia psichiatrica. Alla domanda sul perché, dal momento che si era pentito, non si era presentato spontaneamente alle forze di polizia, l’uomo ha risposto che era «spaventato». E ha anche rivelato di aver attirato in casa la ragazza con la scusa di chiedere chiarimenti su alcune bollette della luce. Gli inquirenti tuttavia non credono a questa versione e gli contestano l’omicidio volontario. D’Ambra ha negato la violenza sessuale su Rosa ma si attende l’esito dell’autopsia per avere elementi attendibili. Nelle prossime ore sarà fissata l’udienza di convalida del fermo. D’Ambra si è presentato al triage dell’ospedale San Paolo di Napoli ostentando difficoltà: «Sono agitato, sento voci nella testa». Ma l’infermiere che ha registrato i suoi dati, che aveva letto i siti dei giornali, ha capito subito chi si trovava di fronte: Elpidio D’Ambra, 31 anni, che poche ore prima, a Grumo Nevano, aveva strangolato Rosa Alfieri, di appena 23 anni. Si è allontanato con un pretesto e ha fermato due poliziotti del commissariato di Bagnoli, che erano nell’ospedale per ritirare il referto di una persona coinvolta in un incidente stradale. Così è finita la fuga del balordo che si temeva potesse essere fuggito in Spagna, Paese dove aveva vissuto per cinque anni e dove aveva trascorso un periodo di detenzione. L’infermiere del triage ha un sospetto: «Mi è sembrato che volesse farsi passare per squilibrato, insistendo sulle voci che sentiva nella testa. Mi sono limitato a registrarlo, prima che un medico lo visitasse. Lui è rimasto tranquillo e si è lasciato portare via».
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Re: [O.T.] DELITTI
Ah, i belli nodi scorsoi di una volta.
"Più le cose cambiano, più restano le stesse"
"I lesbo sono migliori se leggermente asimmetrici" Gargarozzo
"I lesbo sono migliori se leggermente asimmetrici" Gargarozzo
Re: [O.T.] DELITTI
dal minuto 40, di matti pericolosi in giro ce ne è.
https://www.raiplay.it/video/2022/01/Ch ... d5327.html
https://www.raiplay.it/video/2022/01/Ch ... d5327.html
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
Re: [O.T.] DELITTI
PURE MORO SI SAREBBE FATTO RAPIRE VOLENTIERI DA LEI
arrestata Miss Oaxaca 2018: la modella messicana faceva parte di una banda di rapitori
Lunedì 15 Febbraio 2021 di Marta Ferraro
Arrestata Miss Oaxaca 2018 con l'accusa di rapimento
La modella messicana Laura Mojica Romero, Miss Oaxaca 2018, è accusata di far parte di una banda di rapitori operante negli stati di Veracruz e Oaxaca, Messico, secondo quanto riferiscono i media locali.
La donna di 25 anni è stata arrestata a Huatusco, Veracruz, in un'operazione dell'Unità specializzata nella lotta ai rapimenti. Questo sabato, un giudice ha emesso un'ordinanza di reclusione formale per otto persone, inclusa la reginetta di bellezza che nell'operazione è stata chiamata Laura N. Le otto persone resteranno in carcere per due mesi, mentre verrà svolta «un'indagine complementare» durante la quale il giudice si dedicherà all'analisi delle prove per giungere al giudizio finale.
Se i membri della banda verranno giudicati colpevoli di accuse di rapimento, potrebbero rischiare fino a 50 anni di carcere ciascuno.
Durante la sua carriera di modella, Laura ha ottenuto i titoli di Miss Earth Oaxaca 2015, Miss Oaxaca 2018 e Reina Internacional del Café 2020. È stato riferito che la giovane donna ha una laurea in Amministrazione e attualmente studia Finanza.

arrestata Miss Oaxaca 2018: la modella messicana faceva parte di una banda di rapitori
Lunedì 15 Febbraio 2021 di Marta Ferraro
Arrestata Miss Oaxaca 2018 con l'accusa di rapimento
La modella messicana Laura Mojica Romero, Miss Oaxaca 2018, è accusata di far parte di una banda di rapitori operante negli stati di Veracruz e Oaxaca, Messico, secondo quanto riferiscono i media locali.
La donna di 25 anni è stata arrestata a Huatusco, Veracruz, in un'operazione dell'Unità specializzata nella lotta ai rapimenti. Questo sabato, un giudice ha emesso un'ordinanza di reclusione formale per otto persone, inclusa la reginetta di bellezza che nell'operazione è stata chiamata Laura N. Le otto persone resteranno in carcere per due mesi, mentre verrà svolta «un'indagine complementare» durante la quale il giudice si dedicherà all'analisi delle prove per giungere al giudizio finale.
Se i membri della banda verranno giudicati colpevoli di accuse di rapimento, potrebbero rischiare fino a 50 anni di carcere ciascuno.
Durante la sua carriera di modella, Laura ha ottenuto i titoli di Miss Earth Oaxaca 2015, Miss Oaxaca 2018 e Reina Internacional del Café 2020. È stato riferito che la giovane donna ha una laurea in Amministrazione e attualmente studia Finanza.

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Re: [O.T.] DELITTI
gran bella sequestratrice, da water bondage più che water boarding
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] DELITTI
Foto del seno in cambio di un “sei”: a Cosenza liceali in rivolta, prof denunciato per molestie
Cosenza, 8 feb — Prosegue l’occupazione di protesta al liceo scientifico “Valentini-Majorana” di Castrolibero, in provincia di Cosenza, in seguito alle denunce di alcuni studenti per presunte molestie sessuali commesse da un insegnante sulle alunne. E ieri mattina, come disposto dal ministero dell’Istruzione e su richiesta dei genitori, all’istituto hanno fatto la loro comparsa anche gli ispettori dell’Ufficio scolastico regionale.
Presunte molestie della scuola, gli studenti occupano
Le prime testimonianze dei presunti abusi erano partite da una pagina Instagram, creata da un’ex studentessa con l’intento di raccogliere e pubblicare le testimonianze di alcune vittime: in essa si accusa un insegnante di molestie, richieste di foto a sfondo sessuale e atteggiamenti discriminatori, atteggiamenti sessisti e violenze psicologiche. Per tutta risposta, la dirigente scolastica, Iolanda Maletta, aveva denunciato gli amministratori della pagina per diffamazione. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, sostengono gli studenti, che accusano la Maletta di avere minimizzato il problema tenendo da anni la testa sotto la sabbia nonostante le ripetute richieste di aiuto: da qui è infatti scattata l’occupazione dell’istituto, il 3 febbraio, con cui i ragazzi hanno chiesto di aprire un’indagine interna per fare luce sulla questione.
La dirigente ha minimizzato?
Questa la reazione della dirigente: «Sto facendo indagini interne ascoltando i rappresentanti degli studenti, entrando in alcune classi e parlando con alcuni docenti. Ho parlato con i genitori, ho informato gli organi superiori e sono in attesa di capire gli sviluppi». Nel frattempo la Procura della Repubblica di Cosenza ha avviato un’inchiesta conoscitiva, mentre gli studenti riferiscono di aver consegnato ai carabinieri un faldone con una ventina di testimonianze, sulle presunte molestie da parte di un docente.
Una studentessa denuncia le molestie
Il 5 febbraio è arrivata la prima denuncia formale di una studentessa, oggi maggiorenne, che ha raccontato di aver subito molestie quando frequentava il primo anno: il professore in questione le avrebbe chiesto una foto del seno in cambio di un «sei». La ragazza ha sporto la denuncia in questi giorni, dopo che il professore, incrociandola nei corridoi della scuola in seguito alle denunce social, le avrebbe detto: «avrei dovuto farti di peggio». «Dopo l’apertura della pagina Instagram in cui sono stati riportati i fatti ho incontrato il professore, che mi ha rivolto la frase ‘avrei dovuto farti di peggio’. A quel punto, sconvolta, ho raccontato tutto alla mia famiglia e ho presentato la denuncia ai carabinieri», ha spiegato la studentessa.
“La preside sapeva”
Pesantissime accuse arrivano anche dal fratello della ragazza: nel mirino la dirigente, accusata di atteggiamenti omertosi. «Perché ha negato quanto é accaduto e perché non ha preso provvedimenti? La dirigente era a conoscenza delle molestie, perché a raccontargliele era stata mia sorella». A suffragio di quanto sostiene il fratello vi sarebbero alcune mail scambiate tra la famiglia della giovane e la direzione dell’istituto. «Lei sapeva e non ha fatto nulla se non spostare di plesso il docente».
«Per me tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma se dovessero emergere delle responsabilità del docente, allora immediatamente si deve disporre la sua sospensione. Mi sento a disagio solo a pensare che un educatore possa premeditare e poi compiere molestie di questo tipo», queste le parole del sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso. «Quello che più fa male è l’omertà dei colleghi e dei dirigenti», ha concluso. «Evidentemente lì qualcosa è successo. Si faccia un esame di coscienza il collega professore che sapeva e non ha denunciato».
Bisogna individuare schema preciso:
Foto seno=6
CULO=7
POMPINO=8
Facial=9
Anal=10
Cosenza, 8 feb — Prosegue l’occupazione di protesta al liceo scientifico “Valentini-Majorana” di Castrolibero, in provincia di Cosenza, in seguito alle denunce di alcuni studenti per presunte molestie sessuali commesse da un insegnante sulle alunne. E ieri mattina, come disposto dal ministero dell’Istruzione e su richiesta dei genitori, all’istituto hanno fatto la loro comparsa anche gli ispettori dell’Ufficio scolastico regionale.
Presunte molestie della scuola, gli studenti occupano
Le prime testimonianze dei presunti abusi erano partite da una pagina Instagram, creata da un’ex studentessa con l’intento di raccogliere e pubblicare le testimonianze di alcune vittime: in essa si accusa un insegnante di molestie, richieste di foto a sfondo sessuale e atteggiamenti discriminatori, atteggiamenti sessisti e violenze psicologiche. Per tutta risposta, la dirigente scolastica, Iolanda Maletta, aveva denunciato gli amministratori della pagina per diffamazione. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, sostengono gli studenti, che accusano la Maletta di avere minimizzato il problema tenendo da anni la testa sotto la sabbia nonostante le ripetute richieste di aiuto: da qui è infatti scattata l’occupazione dell’istituto, il 3 febbraio, con cui i ragazzi hanno chiesto di aprire un’indagine interna per fare luce sulla questione.
La dirigente ha minimizzato?
Questa la reazione della dirigente: «Sto facendo indagini interne ascoltando i rappresentanti degli studenti, entrando in alcune classi e parlando con alcuni docenti. Ho parlato con i genitori, ho informato gli organi superiori e sono in attesa di capire gli sviluppi». Nel frattempo la Procura della Repubblica di Cosenza ha avviato un’inchiesta conoscitiva, mentre gli studenti riferiscono di aver consegnato ai carabinieri un faldone con una ventina di testimonianze, sulle presunte molestie da parte di un docente.
Una studentessa denuncia le molestie
Il 5 febbraio è arrivata la prima denuncia formale di una studentessa, oggi maggiorenne, che ha raccontato di aver subito molestie quando frequentava il primo anno: il professore in questione le avrebbe chiesto una foto del seno in cambio di un «sei». La ragazza ha sporto la denuncia in questi giorni, dopo che il professore, incrociandola nei corridoi della scuola in seguito alle denunce social, le avrebbe detto: «avrei dovuto farti di peggio». «Dopo l’apertura della pagina Instagram in cui sono stati riportati i fatti ho incontrato il professore, che mi ha rivolto la frase ‘avrei dovuto farti di peggio’. A quel punto, sconvolta, ho raccontato tutto alla mia famiglia e ho presentato la denuncia ai carabinieri», ha spiegato la studentessa.
“La preside sapeva”
Pesantissime accuse arrivano anche dal fratello della ragazza: nel mirino la dirigente, accusata di atteggiamenti omertosi. «Perché ha negato quanto é accaduto e perché non ha preso provvedimenti? La dirigente era a conoscenza delle molestie, perché a raccontargliele era stata mia sorella». A suffragio di quanto sostiene il fratello vi sarebbero alcune mail scambiate tra la famiglia della giovane e la direzione dell’istituto. «Lei sapeva e non ha fatto nulla se non spostare di plesso il docente».
«Per me tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma se dovessero emergere delle responsabilità del docente, allora immediatamente si deve disporre la sua sospensione. Mi sento a disagio solo a pensare che un educatore possa premeditare e poi compiere molestie di questo tipo», queste le parole del sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso. «Quello che più fa male è l’omertà dei colleghi e dei dirigenti», ha concluso. «Evidentemente lì qualcosa è successo. Si faccia un esame di coscienza il collega professore che sapeva e non ha denunciato».
Bisogna individuare schema preciso:
Foto seno=6
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Re: [O.T.] DELITTI
Spagna, i genitori gli tagliano per punizione il wi-fi: 15enne li uccide insieme al fratello a fucilate
Il giovane omicida è rimasto con i cadaveri in casa per 3 giorni
Un ragazzo è stato arrestato venerdì sera per aver ucciso martedì scorso a colpi di fucile i suoi genitori e il fratellino di 10 anni n un quartiere di Elche (Alicante). Lo scrive El Pais. Il ragazzo, che ha confessato, ha convissuto con i cadaveri in casa per tre giorni, durante i quali non è andato a scuola. La Polizia Nazionale sta indagando su quali possano essere le ragioni che hanno innescato il triplice delitto, anche se le ipotesi principali puntano a una discussione legata al pessimo rendimento scolastico del presunto assassino e alla sua limitata partecipazione ai lavori domestici o agricoli. In questo senso, l'aggressività del giovane potrebbe aver avuto origine dopo una violenta lite con la madre, che gli ha tagliato il wi-fi per punizione.
econdo fonti della polizia, la scoperta del delitto parte dalla domanda casuale che una vicina ha posto al ragazzo incontrandolo per caso. La donna gli ha detto che non vedeva i suoi genitori da qualche giorno, e, spontaneamente, il ragazzo avrebbe risposto che li aveva uccisi qualche giorno prima. La vicina ha allertato un parente che si è recato nell'abitazione e ha chiamato la polizia e i servizi di emergenza. Sul luogo si sono recati gli agenti della Polizia Locale e della Polizia Nazionale dell'Elche, nonché un'équipe di psicologi.
Il giovane omicida è rimasto con i cadaveri in casa per 3 giorni
Un ragazzo è stato arrestato venerdì sera per aver ucciso martedì scorso a colpi di fucile i suoi genitori e il fratellino di 10 anni n un quartiere di Elche (Alicante). Lo scrive El Pais. Il ragazzo, che ha confessato, ha convissuto con i cadaveri in casa per tre giorni, durante i quali non è andato a scuola. La Polizia Nazionale sta indagando su quali possano essere le ragioni che hanno innescato il triplice delitto, anche se le ipotesi principali puntano a una discussione legata al pessimo rendimento scolastico del presunto assassino e alla sua limitata partecipazione ai lavori domestici o agricoli. In questo senso, l'aggressività del giovane potrebbe aver avuto origine dopo una violenta lite con la madre, che gli ha tagliato il wi-fi per punizione.
econdo fonti della polizia, la scoperta del delitto parte dalla domanda casuale che una vicina ha posto al ragazzo incontrandolo per caso. La donna gli ha detto che non vedeva i suoi genitori da qualche giorno, e, spontaneamente, il ragazzo avrebbe risposto che li aveva uccisi qualche giorno prima. La vicina ha allertato un parente che si è recato nell'abitazione e ha chiamato la polizia e i servizi di emergenza. Sul luogo si sono recati gli agenti della Polizia Locale e della Polizia Nazionale dell'Elche, nonché un'équipe di psicologi.
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Re: [O.T.] DELITTI
La presunta violenza sessuale di gruppo a Foggia con tre arrestati (tra i quali un aspirante carabiniere)
Tre ventenni sono stati arrestati dai carabinieri di San Giovanni Rotondo (Foggia) con l’accusa di violenza sessuale di gruppo: uno di loro studia per diventare carabiniere
Prima la violenza sessuale di gruppo, poi le percosse: per queste accuse è scattata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni di tre ragazzi, tra i 20 e i 21 anni, emessa dal Gip del tribunale di Foggia ed eseguita dai carabinieri di San Giovanni Rotondo. I fatti risalirebbero alla sera del 27 gennaio: secondo quanto emerso dalle indagini i tre – due di San Giovanni Rotondo e uno di San Marco in Lamis – stavano trascorrendo la serata in un locale a San Pio e lì avrebbero conosciuto due donne straniere. Una delle due, dopo qualche drink, è uscita dal locale e lì è stata raggiunta dai tre ragazzi, che hanno provato a convincerla a salire a bordo della loro auto. Di fronte al suo rifiuto i primi palpeggiamenti: poi l’hanno caricata con forza all’interno del veicolo, come documentato anche dalle telecamere di videosorveglianza. Hanno guidato fino a un posto isolato e poco illuminato in cui si sarebbe consumata la violenza: uno dei ventenni avrebbe abusato della 40enne sui sedili posteriori mentre gli altri due avrebbero assistito senza intervenire. Poi la presunta vittima è stata fatta scendere e – sempre secondo l’accusa – sarebbe stata anche colpita con calci e pugni. Uno degli arrestati sta frequentando un corso di preparazione al concorso per entrare dei carabinieri: tutti sono stati interrogati questa mattina dal gip del tribunale di Foggia, ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Per la loro identificazione è stata fondamentale la denuncia sporta dalla vittima. Nell’ordinanza che ha portato all’arresto dei tre foggiani il gip parla anche di “assunzioni di sostanze alcoliche”, che lascerebbe intendere come la presunta vittima non fosse in grado di esprimere consenso.
Tre ventenni sono stati arrestati dai carabinieri di San Giovanni Rotondo (Foggia) con l’accusa di violenza sessuale di gruppo: uno di loro studia per diventare carabiniere
Prima la violenza sessuale di gruppo, poi le percosse: per queste accuse è scattata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni di tre ragazzi, tra i 20 e i 21 anni, emessa dal Gip del tribunale di Foggia ed eseguita dai carabinieri di San Giovanni Rotondo. I fatti risalirebbero alla sera del 27 gennaio: secondo quanto emerso dalle indagini i tre – due di San Giovanni Rotondo e uno di San Marco in Lamis – stavano trascorrendo la serata in un locale a San Pio e lì avrebbero conosciuto due donne straniere. Una delle due, dopo qualche drink, è uscita dal locale e lì è stata raggiunta dai tre ragazzi, che hanno provato a convincerla a salire a bordo della loro auto. Di fronte al suo rifiuto i primi palpeggiamenti: poi l’hanno caricata con forza all’interno del veicolo, come documentato anche dalle telecamere di videosorveglianza. Hanno guidato fino a un posto isolato e poco illuminato in cui si sarebbe consumata la violenza: uno dei ventenni avrebbe abusato della 40enne sui sedili posteriori mentre gli altri due avrebbero assistito senza intervenire. Poi la presunta vittima è stata fatta scendere e – sempre secondo l’accusa – sarebbe stata anche colpita con calci e pugni. Uno degli arrestati sta frequentando un corso di preparazione al concorso per entrare dei carabinieri: tutti sono stati interrogati questa mattina dal gip del tribunale di Foggia, ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Per la loro identificazione è stata fondamentale la denuncia sporta dalla vittima. Nell’ordinanza che ha portato all’arresto dei tre foggiani il gip parla anche di “assunzioni di sostanze alcoliche”, che lascerebbe intendere come la presunta vittima non fosse in grado di esprimere consenso.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)