giorgiograndi ha scritto: ↑23/02/2021, 10:38
Salieri, questo e' "il discorso" secondo me.
Se Gozzini avesse passato non dico tanto, giusto qualche estate a fare mozzo su un peschereccio (o qualunque altro lavoro umile) non avrebbe usato nessuna delle parole che ha usato. E concludo, che probabilmente sarebbe arrivato comunque dove e' arrivato, perche' Gozzini non e' per nulla stupido. Il problema e' che considera la cultura/educazione come un punto di arrivo, invece la cultura e l'educazione sono eventualmente un punto di partenza nel percorso della vita di una persona. Insieme con le esperienze di vita che plasmano la nostra personalita' in maniera piu' incisiva, cultura ed educazione sono un mezzo per affrontare la vita e le sua difficolta'. Se la tua unica difficolta' e' trovare il tempo per vedere gli amici quando studi un libro, non solo ti manca la possibilita' di relazionarti con le tue difficolta' (perche' non ne hai) ma sopratutto con le difficolta' altrui (perche' frequenti solo privilegiati come te).
Il vero privilegiato non e' l'imprenditore con la ferrari, il vero privilegiato e' chi ha avuto la fortuna di non aver dovuto preoccuparsi del proprio presente e adesso spara sentenze preoccupandosi del presente degli altri, senza sapere cosa significa vivere tra la difficolta'.
Interessante tesi.
Ma io non credo che difficolta economiche e lavori umili plasmino uomini migliori, ma solo uomini più duri, corazzati alle avversità, gli stronzi rimangono tali. Anzi, l'invidia sociale può acuire questa caratteristica.
E il privilegiato da un punto di vista del benessere non è che non ha incontrato difficoltà nella vita, perchè il semplice relazionarsi con il mondo esterno, sia di altri privilegiati che di derelitti, è sempre difficile. Se non hai un carattere e una personalità forte sei comunque soggetto a prese di giro, bullismo, umiliazioni; se gli altri non comprendono la tua essenza, la tua sensibilità, le tue aspirazioni, ti sentirai sempre solo, ghettizzato, incompreso, se vivi una vita che altri ti hanno costruito e imposto non ti sentirai mai realizzato, neppure se sei figlio di Agnelli. Anche se non sei costretto a lavorare per vivere e/o studiare.
Capisco che per chi vede il "privilegiato" dal basso della sua condizione sociale/economica, questo possa apparire senza problemi, ma i problemi esistenziali sono gli stessi per tutti. Chiunque può essere affetto dal
male di vivere, come lo definivano Leopardi e Montale, come chiunque può essere realizzato umanamente, pieno di gioia di vivere, affetti e vincente, pure il mozzo della nave.
La cultura/educazione come entrano in tutto questo? Come giustamente dici non sono un punto di arrivo, ma per me non sono neppure un punto di partenza, ma solo strumenti che ci accompagnano nel corso della vita, che ci agevolano in un certo senso, dandoci come detto sopra strumenti per leggere meglio la realtà che ci circonda, ci forniscono esperienza pregresse e metodi di comprensione dell'agire umano, dandoci anche la possibilità di analizzare meglio noi stessi e i nostri problemi, indicandoci anche strade per trovarne la soluzione. Posto che siamo sempre noi i motori del tutto, è la nostra forza interiore, la nostra mente, la nostra volontà a muovere le nostre azioni e la nostra capacità di migliorarsi.
E come detto, se siamo degli stronzi, tenderemo comunque a farci largo nel mondo a scapito degli altri, utilizzando capacità e conoscenze per denigrare, attaccare e cercare di sopraffare. Se siamo sostanzialmente dei "buoni" (posto che nessuno è perfetto), useremo le capacità e le conoscenze acquisite in modo diverso, portando avanti altri valori e aspettative, con rispetto e considerazione degli altri. Nel mezzo a questi estremi c'è il mondo.