Perché? In Germania mi pare non ci sia limite sull'utilizzo del contante.Capitanvideo ha scritto: ↑19/12/2020, 18:32
Che i vari Stati intorno a noi spingano per limitare l'uso del contante è palese
[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
Eh? Ma a cosa ti riferisci?SoTTO di nove ha scritto: ↑19/12/2020, 10:46Ma dai, non ci avevo pensato.Drogato_ di_porno ha scritto: ↑19/12/2020, 3:25Cashback per pochi
Il cashback di stato avvantaggerà soprattutto le famiglie a reddito medio-alto, residenti al Nord e nelle grandi città. Cioè quelle che già utilizzano carte e bancomat. Plafond più alto e procedure affidate ai gestori avrebbero dato risultati migliori.
https://www.lavoce.info/archives/71253/ ... per-pochi/![]()
Poi vorrei una risposta da Geisha sulla richiesta della Ue di provare che sia utile per la lotta all'evasione. Potrebbe fare una relazione per quelli al governo da mandare in risposta alla UE. Qui ci ha sempre spiegato che la via è quella giusta.
P.s. Però non ho capito perchè la Ue abbia chiesto di "essere informata" per ulteriori iniziati simili. Che cazzo c'entra?
Ieri ho letto di un ex membro del board della BCE che ha criticato l’iniziativa del cash back perché un intervento sproporzionato e distorsivo della libera concorrenza tra mezzi di pagamento.
Ora che la banca centrale europea, seppur con un membro del board, si esprima sui sitemi di pagamento non è strano, il parere è più o meno condivisibile (*), forse ti riferisci ad altro?
(*) se vuoi incentivare i pagamenti con carte il 10% mi sembra un po’ tantino. Non bastava un segno, anche solo 1 - 3% ma magari per i primi mesi del 2021. Boh, forse volevano farla sembrare una lotteria invece che una raccolta punti. Boh, non li capisco (e non utilizzo il cash back)
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Re: [O.T.] Crisi economica
Ops, non avevo visto che dopo era già stato trattato meglio il caso. Pare anche Mersch sia ancora membro del board, anche se uscente, avevo sbagliatoGeishaBalls ha scritto: ↑20/12/2020, 15:32Eh? Ma a cosa ti riferisci?SoTTO di nove ha scritto: ↑19/12/2020, 10:46Ma dai, non ci avevo pensato.Drogato_ di_porno ha scritto: ↑19/12/2020, 3:25Cashback per pochi
Il cashback di stato avvantaggerà soprattutto le famiglie a reddito medio-alto, residenti al Nord e nelle grandi città. Cioè quelle che già utilizzano carte e bancomat. Plafond più alto e procedure affidate ai gestori avrebbero dato risultati migliori.
https://www.lavoce.info/archives/71253/ ... per-pochi/![]()
Poi vorrei una risposta da Geisha sulla richiesta della Ue di provare che sia utile per la lotta all'evasione. Potrebbe fare una relazione per quelli al governo da mandare in risposta alla UE. Qui ci ha sempre spiegato che la via è quella giusta.
P.s. Però non ho capito perchè la Ue abbia chiesto di "essere informata" per ulteriori iniziati simili. Che cazzo c'entra?
Ieri ho letto di un ex membro del board della BCE che ha criticato l’iniziativa del cash back perché un intervento sproporzionato e distorsivo della libera concorrenza tra mezzi di pagamento.
Ora che la banca centrale europea, seppur con un membro del board, si esprima sui sitemi di pagamento non è strano, il parere è più o meno condivisibile (*), forse ti riferisci ad altro?
(*) se vuoi incentivare i pagamenti con carte il 10% mi sembra un po’ tantino. Non bastava un segno, anche solo 1 - 3% ma magari per i primi mesi del 2021. Boh, forse volevano farla sembrare una lotteria invece che una raccolta punti. Boh, non li capisco (e non utilizzo il cash back)
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Re: [O.T.] Crisi economica
nel decreto ristori c'è dentro di tutto, anche il "bonus idrico" per i soffioni della doccia
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Re: [O.T.] Crisi economica
edit
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Re: [O.T.] Crisi economica
In linea di massima, è così. In tutto il mondo.Floppy Disk ha scritto: ↑20/12/2020, 13:53Perché? In Germania mi pare non ci sia limite sull'utilizzo del contante.Capitanvideo ha scritto: ↑19/12/2020, 18:32
Che i vari Stati intorno a noi spingano per limitare l'uso del contante è palese
Allo Stato piace sapere i cazzi dei suoi sudditi, e ora hanno la tecnologia per farlo.
Anche in Svizzera non c'è limite al contante, ma la tendenza è quella. Ho trovato enormi differenza nel giro di 5 anni, per quanto riguarda il contante, in Svizzera. Eppure la legge non sembra sia cambiata.
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Re: [O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
se non sbaglio anche occhiali per la vistaDrogato_ di_porno ha scritto: ↑20/12/2020, 21:47nel decreto ristori c'è dentro di tutto, anche il "bonus idrico" per i soffioni della doccia
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Re: [O.T.] Crisi economica
Probabilmente ci sono molti cittadini che forse si trovano più comodi con le carte, in assenza di una costrizione dall'alto.Capitanvideo ha scritto: ↑22/12/2020, 12:57Anche in Svizzera non c'è limite al contante, ma la tendenza è quella. Ho trovato enormi differenza nel giro di 5 anni, per quanto riguarda il contante, in Svizzera. Eppure la legge non sembra sia cambiata.
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Re: [O.T.] Crisi economica
per chi volesse approfondire la metodologia con cui hanno misurato merito e demerito:
https://forumdellameritocrazia.it/wp-co ... o_2019.pdf
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non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
Re: [O.T.] Crisi economica
Mia figlia, che aveva perso il lavoro a causa del Lockdown, ora l'ha ritrovato nel settore più in voga....in ospedale!!!





Re: [O.T.] Crisi economica
bene!
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Re: [O.T.] Crisi economica
Fatturato in profondo rosso per le piccole imprese nel 2020, ma per i giganti del web è boom
AGI - La cifra è di quelle da far tremare i polsi: 420 miliardi di euro. A tanto ammonta la perdita di fatturato registrata quest'anno dalle piccole imprese italiane a causa del Covid, mentre nel primo semestre il fatturato dei big digitali è aumentato del 17 per cento, un vero e proprio boom. È quanto sottolinea l'Ufficio studi della Cgia. “Al netto delle misure a sostegno della liquidità e agli effetti dello slittamento delle scadenze fiscali – denuncia il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - il governo quest'anno ha stanziato 29 miliardi di euro di aiuti diretti alle imprese colpite dalla pandemia. Ciò vuol dire che a fronte di un crollo del fatturato dell'intero sistema economico del nostro Paese di circa 420 miliardi di euro, il tasso di copertura ha sfiorato il 7 per cento. Un impatto insignificante, sebbene in termini assoluti l'importo complessivo delle misure messe in campo a sostegno delle attività economiche abbia la dimensione di una Finanziaria”. L'Ufficio studi della Cgia tiene a precisare che il fatturato totale delle imprese in Italia è pari a poco più di 3.100 miliardi di euro. Con una perdita dei ricavi relativa al 2020 che dovrebbe aggirarsi attorno ai 420 miliardi, la contrazione rispetto al 2019 sarebbe del 13,5 per cento. Di tutt'altro segno, invece, i risultati ottenuti dalle multinazionali del web presenti nel nostro Paese. In attesa del dato annuale, secondo l'area studi di Mediobanca, nel primo semestre del 2020 il fatturato dei big digitali è aumentato del 17 per cento: un vero e proprio boom. “E' comunque necessario precisare – dichiara il segretario della Cgia Renato Mason - che alle Pmi che hanno subito i contraccolpi più negativi della crisi, ovvero quelle che hanno dovuto chiudere per decreto, i ristori erogati dall'Esecutivo hanno coperto mediamente il 25 per cento circa del calo del fatturato. Le misure di sostegno al reddito approvate da Governo Conte, infatti, sono andate in larghissima parte alle attività che hanno registrato un crollo del giro di affari di almeno il 33 per cento rispetto al 2019. Resta il fatto che anche per queste realtà gli aiuti economici sono stati insufficienti”. Escludendo gli alberghi, i ristoranti, i bar, le pasticcerie e tutte le attività che ruotano attorno al settore del turismo, la Cgia elenca le aree economiche maggiormente colpite dalla crisi. Vale a dire: la filiera trasporto persone (taxi, ncc, bus operator); la filiera eventi (congressi, matrimoni, cerimonie, etc.); gli ambulanti, soprattutto con posteggi presso le aree interessate da eventi, stadi (i cosiddetti “fieristi”); la filiera sport, tempo libero, intrattenimento, discoteche, parchi divertimento e tematici (incluse le attività dello spettacolo viaggiante). E ancora: la filiera attività culturali e spettacolo; il commercio al dettaglio, in particolar modo abbigliamento, calzature, libri e articoli di cartoleria; gli agenti di commercio. A livello territoriale, la crisi ha colpito indistintamente tutti, anche se il Mezzogiorno è la ripartizione geografica del paese che sta subendo più delle altre gli effetti negativi della pandemia, sia da un punto di vista economico che sociale. Tuttavia, c'è un denominatore comune che emerge lungo tutto lo stivale: la crisi delle città d'arte ad alta vocazione turistica. Venezia, Firenze, Pisa, Roma, Verona, Milano, Matera, Padova, Siracusa, Napoli, Cagliari, Genova, Palermo, Torino e Bari sono alcuni dei Comuni individuati dal “decreto Agosto” che quest'anno hanno subito un crollo verticale delle presenze turistiche straniere. A fronte di questa situazione, le filiere richiamate più sopra e ubicate in queste città sono risultate essere le più in affanno e probabilmente continueranno ad esserlo anche nel 2021. Ebbene, se il turismo è la prima industria del Paese ed è anche il settore che più di tutti gli altri ha subito gli effetti negativi del Covid, perché mai dalle bozze del 'Recovery Plan' si evince che il Governo investirà solo 3,1 miliardi dei 209 messi a disposizione da Bruxelles con il Next Generation Eu? Scartando le misure che sono state introdotte a sostegno della liquidità e agli effetti dovuti allo slittamento di alcune scadenze fiscali, quest'anno il Governo ha messo a disposizione delle imprese 29,1 miliardi di euro. La voce più importante è stata quella dei contributi a fondo perduto che ammonta a 11,3 miliardi di euro. Seguono Altri interventi1 che assommano a 7,9 miliardi e la cancellazione del saldo 2019 e dell'acconto 2020 dell'Irap che ha consentito uno sgravio di 3,9 miliardi. Le agevolazioni fiscali per le sanificazioni e i canoni di locazione hanno permesso un risparmio pari a 5,1 miliardi, mentre la cancellazione dell'Imu e della Tosap/Cosap ha garantito una riduzione della tassazione locale pari a 802 milioni di euro. In merito alle misure a sostegno delle attività costrette a chiudere completamente o parzialmente, la Cgia sottolinea che lo Stato e le Regioni hanno il diritto/dovere di predisporre tutte le restrizioni che ritengono utili per tutelare la salute pubblica. E' altresì evidente che a fronte di provvedimenti che impongono la chiusura delle attività economiche, queste ultime devono essere aiutate economicamente in misura maggiore di quanto è stato fatto fino ad ora. E' vero che questa ulteriore spesa corrente contribuirebbe ad aumentare il debito pubblico, ma è altrettanto vero che se non salviamo le imprese e i posti di lavoro, non gettiamo le basi per far ripartire la crescita economica, unica condizione in grado di ridurre nei prossimi anni la mole di debito pubblico che sta minando il futuro del nostro Paese. Alle attività chiuse per decreto non sono più sufficienti dei semplici ristori, ma è necessario uno stanziamento che compensi quasi totalmente sia i mancati incassi sia le spese correnti che continuano a sostenere. Insomma, bisogna passare dalla logica dei ristori a quella dei rimborsi. Lo stesso trattamento va riservato a quei comparti che seppur in attività è come se non lo fossero. La Cgia segnala, in particolar modo, le imprese commerciali ed artigianali ubicate nelle cosiddette città d'arte che, come dicevamo più sopra, hanno subito un tracollo delle presenze turistiche straniere. Particolare attenzione merita il trasporto pubblico locale non di linea (bus operator, autonoleggio con conducente e taxi) che sebbene siano sempre stati in servizio continuano ad avere i mezzi fermi nelle rimesse o nei posteggi.
AGI - La cifra è di quelle da far tremare i polsi: 420 miliardi di euro. A tanto ammonta la perdita di fatturato registrata quest'anno dalle piccole imprese italiane a causa del Covid, mentre nel primo semestre il fatturato dei big digitali è aumentato del 17 per cento, un vero e proprio boom. È quanto sottolinea l'Ufficio studi della Cgia. “Al netto delle misure a sostegno della liquidità e agli effetti dello slittamento delle scadenze fiscali – denuncia il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - il governo quest'anno ha stanziato 29 miliardi di euro di aiuti diretti alle imprese colpite dalla pandemia. Ciò vuol dire che a fronte di un crollo del fatturato dell'intero sistema economico del nostro Paese di circa 420 miliardi di euro, il tasso di copertura ha sfiorato il 7 per cento. Un impatto insignificante, sebbene in termini assoluti l'importo complessivo delle misure messe in campo a sostegno delle attività economiche abbia la dimensione di una Finanziaria”. L'Ufficio studi della Cgia tiene a precisare che il fatturato totale delle imprese in Italia è pari a poco più di 3.100 miliardi di euro. Con una perdita dei ricavi relativa al 2020 che dovrebbe aggirarsi attorno ai 420 miliardi, la contrazione rispetto al 2019 sarebbe del 13,5 per cento. Di tutt'altro segno, invece, i risultati ottenuti dalle multinazionali del web presenti nel nostro Paese. In attesa del dato annuale, secondo l'area studi di Mediobanca, nel primo semestre del 2020 il fatturato dei big digitali è aumentato del 17 per cento: un vero e proprio boom. “E' comunque necessario precisare – dichiara il segretario della Cgia Renato Mason - che alle Pmi che hanno subito i contraccolpi più negativi della crisi, ovvero quelle che hanno dovuto chiudere per decreto, i ristori erogati dall'Esecutivo hanno coperto mediamente il 25 per cento circa del calo del fatturato. Le misure di sostegno al reddito approvate da Governo Conte, infatti, sono andate in larghissima parte alle attività che hanno registrato un crollo del giro di affari di almeno il 33 per cento rispetto al 2019. Resta il fatto che anche per queste realtà gli aiuti economici sono stati insufficienti”. Escludendo gli alberghi, i ristoranti, i bar, le pasticcerie e tutte le attività che ruotano attorno al settore del turismo, la Cgia elenca le aree economiche maggiormente colpite dalla crisi. Vale a dire: la filiera trasporto persone (taxi, ncc, bus operator); la filiera eventi (congressi, matrimoni, cerimonie, etc.); gli ambulanti, soprattutto con posteggi presso le aree interessate da eventi, stadi (i cosiddetti “fieristi”); la filiera sport, tempo libero, intrattenimento, discoteche, parchi divertimento e tematici (incluse le attività dello spettacolo viaggiante). E ancora: la filiera attività culturali e spettacolo; il commercio al dettaglio, in particolar modo abbigliamento, calzature, libri e articoli di cartoleria; gli agenti di commercio. A livello territoriale, la crisi ha colpito indistintamente tutti, anche se il Mezzogiorno è la ripartizione geografica del paese che sta subendo più delle altre gli effetti negativi della pandemia, sia da un punto di vista economico che sociale. Tuttavia, c'è un denominatore comune che emerge lungo tutto lo stivale: la crisi delle città d'arte ad alta vocazione turistica. Venezia, Firenze, Pisa, Roma, Verona, Milano, Matera, Padova, Siracusa, Napoli, Cagliari, Genova, Palermo, Torino e Bari sono alcuni dei Comuni individuati dal “decreto Agosto” che quest'anno hanno subito un crollo verticale delle presenze turistiche straniere. A fronte di questa situazione, le filiere richiamate più sopra e ubicate in queste città sono risultate essere le più in affanno e probabilmente continueranno ad esserlo anche nel 2021. Ebbene, se il turismo è la prima industria del Paese ed è anche il settore che più di tutti gli altri ha subito gli effetti negativi del Covid, perché mai dalle bozze del 'Recovery Plan' si evince che il Governo investirà solo 3,1 miliardi dei 209 messi a disposizione da Bruxelles con il Next Generation Eu? Scartando le misure che sono state introdotte a sostegno della liquidità e agli effetti dovuti allo slittamento di alcune scadenze fiscali, quest'anno il Governo ha messo a disposizione delle imprese 29,1 miliardi di euro. La voce più importante è stata quella dei contributi a fondo perduto che ammonta a 11,3 miliardi di euro. Seguono Altri interventi1 che assommano a 7,9 miliardi e la cancellazione del saldo 2019 e dell'acconto 2020 dell'Irap che ha consentito uno sgravio di 3,9 miliardi. Le agevolazioni fiscali per le sanificazioni e i canoni di locazione hanno permesso un risparmio pari a 5,1 miliardi, mentre la cancellazione dell'Imu e della Tosap/Cosap ha garantito una riduzione della tassazione locale pari a 802 milioni di euro. In merito alle misure a sostegno delle attività costrette a chiudere completamente o parzialmente, la Cgia sottolinea che lo Stato e le Regioni hanno il diritto/dovere di predisporre tutte le restrizioni che ritengono utili per tutelare la salute pubblica. E' altresì evidente che a fronte di provvedimenti che impongono la chiusura delle attività economiche, queste ultime devono essere aiutate economicamente in misura maggiore di quanto è stato fatto fino ad ora. E' vero che questa ulteriore spesa corrente contribuirebbe ad aumentare il debito pubblico, ma è altrettanto vero che se non salviamo le imprese e i posti di lavoro, non gettiamo le basi per far ripartire la crescita economica, unica condizione in grado di ridurre nei prossimi anni la mole di debito pubblico che sta minando il futuro del nostro Paese. Alle attività chiuse per decreto non sono più sufficienti dei semplici ristori, ma è necessario uno stanziamento che compensi quasi totalmente sia i mancati incassi sia le spese correnti che continuano a sostenere. Insomma, bisogna passare dalla logica dei ristori a quella dei rimborsi. Lo stesso trattamento va riservato a quei comparti che seppur in attività è come se non lo fossero. La Cgia segnala, in particolar modo, le imprese commerciali ed artigianali ubicate nelle cosiddette città d'arte che, come dicevamo più sopra, hanno subito un tracollo delle presenze turistiche straniere. Particolare attenzione merita il trasporto pubblico locale non di linea (bus operator, autonoleggio con conducente e taxi) che sebbene siano sempre stati in servizio continuano ad avere i mezzi fermi nelle rimesse o nei posteggi.
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
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No, mi riferisco proprio ad operazioni che 5 anni fa si potevano fare in contanti, mentre ora ti guardano con occhi spalancati.Floppy Disk ha scritto: ↑22/12/2020, 13:57Probabilmente ci sono molti cittadini che forse si trovano più comodi con le carte, in assenza di una costrizione dall'alto.Capitanvideo ha scritto: ↑22/12/2020, 12:57Anche in Svizzera non c'è limite al contante, ma la tendenza è quella. Ho trovato enormi differenza nel giro di 5 anni, per quanto riguarda il contante, in Svizzera. Eppure la legge non sembra sia cambiata.
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
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Invece di usare il ricovey per lavoro. Pensano al verde internet. Parità di genere Cose non importanti adesso
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