[O.T.] DELITTI

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Rodomonte
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Re: [O.T.] DELITTI

#5416 Messaggio da Rodomonte »

Da qualche parte ho letto un titolo tipo:
La coppia di Carignano stava separandosi consenziente!
Come diavolo si fa a immaginare un titolo del genere dopo quello che è successo?
Voleva forse dire che lei era consenziente nel farsi sparare con i suoi figli?
Mah! Forse voleva essere comico!
« Bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa
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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] DELITTI

#5417 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Erano in camera anche alle una e 40, ora in cui il casino della festa - 10 interventi in 5 anni - fece comparire all'ingresso dei poliziotti chiamati dal vicino di casa, il ballerino Roberto Bolle. Il domestico e buttafuori sudamericano, Javier, disse loro che il signor Alberto non era in casa, che non era alla sua festa. Poco dopo, l'amica con cui era venuta cominciò a cercare Michela, ma la camera era off-limits da ore, e alle 2.00 l'amica se ne andò. Michela però era in camera, e ogni tanto cercava di messaggiare col telefono per chiedere aiuto. Genovese, secondo il racconto, la guardava piangere e urlare e poi si mise a fotografarla nuda e insanguinata, in posizioni oscene, prendendole dei soldi dalla borsetta ai quali diede fuoco davanti a lei, così, per mortificarla, prima di aprire una bottiglia di vino. La ragazza tornò cosciente solo verso le 22 dell'11 ottobre, quando fu cacciata fuori semi-svestita e con una scarpa sola. Una volante della Polizia la trovò così. «Nella mia percezione», ha detto Genovese in una dichiarazione spontanea, «io stavo trascorrendo una serata bellissima con la mia amata. Voglio smettere di drogarmi e voglio farlo con dei professionisti la mia vita per l'ottanta per cento è sana, sono una persona a posto, che non farebbe mai del male. Voi avete scavato solo nella parte cattiva della mia vita, ma per il resto sono una brava persona».
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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] DELITTI

#5418 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Le foto della "lucciola" non erano reali: il cliente la uccide
Ad aprile la donna trovata senza vita in casa: l'autopsia conduce a un venticinquenne egiziano


Non era una morte naturale. Gli investigatori della squadra mobile se ne sono accorti, solo loro se ne sono accorti. E hanno fatto sì che il presunto assassino rimanesse formalmente un «fantasma» (e la morte della vittima un fatto naturale) per portare a termine con calma le loro indagini. Un'inchiesta non troppo ardua, almeno stavolta, va detto, per i poliziotti della questura guidati dal dirigente Marco Calì. Giunti a incriminare un egiziano di 25 anni per omicidio volontario grazie e soprattutto alle tracce lasciate dal cellulare dell'uomo, un elemento che li ha condotti a lui, in qualità di assassino, in maniera incontrovertibile. Il nordafricano, che è clandestino, con piccoli precedenti e abita a San Giuliano Milanese, è stato infatti arrestato ieri all'alba con l'accusa di omicidio aggravato per la morte di Stefania D., la donna di 45 anni che era stata trovata morta lo scorso 29 aprile nella sua casa di via Lorenteggio. La custodia cautelare in carcere è stata emessa su richiesta del procuratore aggiunto Laura Pedio e del sostituto Cristiana Roveda. Il 29 aprile, quando un amico della vittima - preoccupato perché lei non gli rispondeva più al telefono da ore - era andato a casa, aveva trovato il suo cadavere sul pavimento della cucina. Sul corpo non c'era nessun segno evidente di violenza e l'appartamento - al secondo piano di un condominio signorile - era in ordine, tanto che inizialmente dalla Mobile avevano pensato a una morte naturale della 45enne, che lavorava come prostituta ricevendo in casa e che in passato aveva avuto problemi finanziari. È stata l'autopsia - che come spiegano in questura si è svolta in ritardo a causa del lockdown che per motivi fin troppo ovvi aveva fortemente ritardato la realizzazione gli accertamenti autoptici e i relativi esiti - a rivelare però che la vittima era morta (...) per la rottura bilaterale dei cornetti tiroidei dovuta ad asfissia meccanica da compressione determinata da un'azione violenta di altra persona. Strangolata, insomma. Così si è capito che in giro c'era un assassino. E che andava fermato. La sera prima del ritrovamento del corpo la morta aveva incontrato il 25enne con cui aveva preso appuntamento su Whatsapp. I poliziotti sono così riusciti a ricostruire che effettivamente il 28 aprile, l'egiziano si era recato a casa della vittima salvo però poi andarsene andare via una ventina di minuti dopo. Una rapina? No, il denaro stavolta non c'entra. I due, secondo quanto ricostruito dalla Mobile, hanno litigato perché l'uomo si aspettava di trovarsi davanti, viste le immagini pubblicate sui siti dalla lucciola, una donna decisamente più giovane e avvenente della 45enne. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, confermata anche grazie alle immagini delle telecamere, i due avrebbero litigato quindi subito dopo essersi visti e, senza consumare, si è arrivati quindi al delitto.
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dostum
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Re: [O.T.] DELITTI

#5419 Messaggio da dostum »

Negli USA molti rapper muoiono sparati,qui non è ancora accaduto?


La chiamata al 112 arriva alle dieci e mezza di sera di giovedì 26 novembre: «C’è una macchina che mi sta seguendo». A farla però non è il protagonista di questa storia, ma un 39enne calabrese che si presenta come «addetto alla sicurezza» di Federico Leonardo Lucia. Per chi (ancora) non lo sapesse, questo è il vero nome del cantante-influencer Fedez, marito di Chiara Ferragni. Insieme lunedì riceveranno dalle mani del sindaco Beppe Sala l’Ambrogino d’oro per l’impegno nella raccolta fondi per la nuova terapia intensiva Covid dell’ospedale San Raffaele.


Tutto quel che accade in casa Ferragnez finisce quasi sempre sui social. Ma non quello che è successo giovedì 26 in piazza Giulio Cesare, a Citylife. Il 31enne Fedez stava rincasando dal lavoro (con autocertificazione) alla guida della sua Lamborghini da 200 mila euro. A un certo punto però chiama a casa e dice di essere seguito da 15 minuti da uno sconosciuto a bordo di un Suv Bmw. È il suo bodyguard (non presente) a chiedere al 112 l’intervento della polizia. Gli agenti di una volante intercettano le auto e le fermano per un controllo. Fedez accosta la Lamborghini, corre fuori e si precipita dal suo presunto inseguitore: «Chi sei? Perché mi stai seguendo?». Poi gli tira uno schiaffo attraverso il finestrino. Gli agenti scendono e riescono a riportare la calma.

Non è la prima volta che il cantante è protagonista di vicende passate alle mani: nel 2016 ad un concerto a Lecco e poi con un ex vicino di casa a Milano. Stavolta la questione sembra finita lì. Il ragazzo, 19 anni, dice di non aver mai pedinato il rapper e che anche lui sta solo tornando a casa visto che abita in zona, come poi accertano gli agenti. C’è un però che tinge di mistero questa storia. Perché il 19enne è un investigatore privato, è armato (ha regolare licenza) e lavora per l’agenzia del padre, società nel centro di Milano. Il giovane investigatore, secondo quanto risulta nelle relazioni della questura, avrebbe fornito due versioni discordanti: prima ha detto che stava cercando parcheggio, poi constatato che non abita in quella zona del quartiere Fiera ma nella direzione opposta, il 19enne ha detto agli agenti che stava effettivamente seguendo il cantante ma perché lui stesso gli avrebbe fatto cenno di seguirlo. Una versione però subito smentita da Fedez che anzi ha parlato non di un pedinamento ma di un «inseguimento» durato una ventina di minuti poiché mentre era alla guida s’è subito accorto di essere seguito.


I due non si sono mai visti prima. Però a Fedez il nome del padre non è nuovo e lo ricollega a una confidenza fatta tempo fa da un amico secondo il quale «stava compiendo indagini sulle sue società all’estero» lasciando intendere che possa trattarsi di un vero pedinamento. Tuttavia non risultano società estere di Fedez e già in passato, nella querelle con il Codacons, il cantante aveva smentito qualsiasi voce aziende in altri Paesi o paradisi fiscali. Nessuno dei due ha finora sporto querela. Tuttavia in Questura vogliono vederci chiaro e hanno avviato indagini sulle molte coincidenze di questa storia. Al momento del caso si sta occupando la Divisione anticrimine di via Fatebenefratelli che procede per l’ipotesi di stalking . Per questo il cantante potrebbe presto essere sentito dagli investigatori.
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baroccosiffredi
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Re: [O.T.] DELITTI

#5420 Messaggio da baroccosiffredi »

Drogato_ di_porno ha scritto:
08/11/2020, 14:57
Fermato per violenza sessuale su una 18enne Alberto Genovese, il fondatore di Facile.it: voleva fuggire con un jet privato
Il 43enne è accusato di aver abusato della ragazza dopo una festa a base di droga. Al gip ha detto: "Sono tossicodipendente, curatemi".



Cesare Giuzzi e Giuseppe Guastella per www.corriere.it


«La prima cosa che facevo quando rientravo in casa era guardare se c’erano le luci accese. Se tutto era illuminato, voleva dire che quella notte non avremmo dormito». Per la musica altissima e il caos. C’è un mondo rimasto in ombra per anni nel palazzo vicino a piazza Duomo diventato il regno di Alberto Genovese e delle sue notti esclusive che per chi abita lì è stato «un incubo durato più di due anni».

Decine di episodi, almeno 13 interventi di polizia e carabinieri, lamentele ed esposti per i party esagerati a «Terrazza sentimento». A raccontare dall’interno quel periodo è Fabio (nome di fantasia), 38 anni, lavoro in una società informatica, moglie 35enne imprenditrice e artista, una figlia piccola. Per mesi, prima che emergesse la storia della violenza sulla modella 18enne costata l’arresto a Genovese (indagato anche per un sospetto stupro su una 23enne a Ibiza), e che le immagini delle serate iniziassero a circolare ovunque, ha combattuto una battaglia infinita solo per poter chiudere occhio la notte. Anche il console austriaco che vive lì vicino e altri residenti hanno chiamato decine di volte le forze dell’ordine e ora, chiuse le indagini sul disturbo della quiete pubblica, Genovese rischia un processo anche per questo.«La prima cosa che facevo quando rientravo in casa era guardare se c’erano le luci accese. Se tutto era illuminato, voleva dire che quella notte non avremmo dormito». Per la musica altissima e il caos. C’è un mondo rimasto in ombra per anni nel palazzo vicino a piazza Duomo diventato il regno di Alberto Genovese e delle sue notti esclusive che per chi abita lì è stato «un incubo durato più di due anni». Decine di episodi, almeno 13 interventi di polizia e carabinieri, lamentele ed esposti per i party esagerati a «Terrazza sentimento». A raccontare dall’interno quel periodo è Fabio (nome di fantasia), 38 anni, lavoro in una società informatica, moglie 35enne imprenditrice e artista, una figlia piccola. Per mesi, prima che emergesse la storia della violenza sulla modella 18enne costata l’arresto a Genovese (indagato anche per un sospetto stupro su una 23enne a Ibiza), e che le immagini delle serate iniziassero a circolare ovunque, ha combattuto una battaglia infinita solo per poter chiudere occhio la notte. Anche il console austriaco che vive lì vicino e altri residenti hanno chiamato decine di volte le forze dell’ordine e ora, chiuse le indagini sul disturbo della quiete pubblica, Genovese rischia un processo anche per questo.
La sera di mercoledì 29 maggio 2019 iniziano i «controlli». Sulla terrazza c’è l’esibizione di un noto attore-cantante. Davanti al portone del palazzo una specie di buttafuori che fa la guardia come se fosse l’ingresso di un locale notturno: «Siete qui per la festa del signor Alberto?». Una volta dentro al cortile dalle colonne rivestite di marmo bianco, grazie a un codice segreto gli invitati, la maggior parte ragazze, salgono fino al sesto piano con l’ascensore, che per gli altri inquilini si ferma al quinto. Qui Genovese ha installato un pesante cancello che impedisce tuttora l’accesso alle scale: «Proprietà privata». Poi ha fatto murare il resto dei gradini chiudendo il passaggio al vano ascensori. Tanto che l’imprenditore, dopo le proteste dei vicini, pur di non «riaprire» l’accesso al piano ha trasferito a sue spese al pianterreno l’impianto motore.
«Terrazza sentimento» è un topic sui social. Gli hashtag su Instagram rimandano a video di feste di compleanno, addii al celibato, party in piscina. Sulla pagina Facebook dove c’è perfino il cellulare di Genovese, una donna chiede se può «affittare la location per una festa dei 50 anni» come fosse una discoteca. «Il portinaio ci avvisava di prepararci a fare la notte in bianco perché nel pomeriggio erano passate casse di alcolici», racconta Fabio. È uno straniero, lavora qui da 3 anni e si limita a dire che la casa di Genovese è chiusa.
Il 28 maggio 2017 si celebrano i 40 anni del mago delle startup. Al party ci sono decine di giovani, dj, fotografo, vocalist e sassofonista. Sui social finiscono le immagini di champagne, cocktail, sulla terrazza decine di persone con in mano torce luminose. Ogni invitato ha un braccialetto bianco al polso, come nei villaggi turistici. «Una volta mia moglie ha avuto un attacco di panico e abbiamo dovuto chiamare il 118. Era appena nata la nostra bambina. Dopo il parto ha dovuto prendere dei rilassanti. Purtroppo c’è chi pensa che con i soldi sia possibile qualsiasi cosa: io pago e faccio tutto quello che voglio».

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Re: [O.T.] DELITTI

#5421 Messaggio da GiarneseUmnberto »

Uno youtuber russo ha ucciso la fidanzata chiudendola di fuori sul balcone al gelo per quindici minuti: voleva vincere una scommessa con uno spettatore.

Lo youtuber russo Stas Reeflay, vero nome Stanislav Reshetnikov, ha ucciso la sua fidanzata, Valentina Grigoryeva, in diretta streaming, chiudendola sul balcone mezza nuda per 15 minuti. La donna era incinta e non è riuscita a resistere al freddo, visto che la temperatura era ampiamente sotto lo zero.

A essere particolarmente agghiaccianti sono le motivazioni che hanno spinto lo youtuber all'insano gesto: vincere una scommessa con uno spettatore che gli aveva offerto 1.000 dollari per, sostanzialmente, torturare la ragazza

https://multiplayer.it/notizie/youtuber ... inuti.html

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Gargarozzo
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Re: [O.T.] DELITTI

#5422 Messaggio da Gargarozzo »

https://www.tpi.it/esteri/youtuber-fida ... 210711289/
Youtuber chiude fidanzata incinta seminuda fuori in balcone mentre è in diretta: muore assiderata
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Re: [O.T.] DELITTI

#5423 Messaggio da SoTTO di nove »

Garga è la notizia sopra la tua...
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
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Re: [O.T.] DELITTI

#5424 Messaggio da Gargarozzo »

Ops, che ne sarà di me ora :-?

Comunque quel che mi fa riflettere sono gli spettatori di quel coglione.
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Re: [O.T.] DELITTI

#5425 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Giulio Regeni seviziato e torturato per giorni nella stanza 13: “Sul corpo aveva i segni delle catene”

Il quadro che emerge nel 415 bis è che Regeni sia stato seviziato e torturato per giorni con particolare ferocia. Il tutto avvenuto «in più occasioni e a distanza di più giorni». Scrivono i magistrati che le sevizie che poi hanno portato alla morte del ricercatore, «sono avvenute per motivi abietti e futili e abusando dei suoi poteri, con crudeltà, cagionava a Giulio Regeni lesioni» e «la perdita permanente di più organi, seviziandolo - si legge nel 415 bis - con acute sofferenze fisiche, in più occasioni ed a distanza di più giorni». Vere e proprie torture avvenute utilizzando «strumenti taglienti e roventi». Da qui, le numerose lesioni al capo, al volto, sul dorso e in diverse parti del corpo. Più ci si addentra, maggiore è la consapevolezza di quale ferocia sia stata utilizzata nei confronti di Regeni. Torturato «attraverso ripetuti urti ad opera di mezzi contundenti (calci o pugni e l'uso di strumenti personali di offesa, quali bastoni, mazze) e meccanismi di proiezione ripetuta del corpo dello stesso contro superfici rigide ed anelastiche». L’omicidio di Regeni, dunque, fu un atto volontario e autonomo. «Al fine di occultare la commissione dei delitti, abusando dei suoi poteri di pubblico ufficiale egiziano, con sevizie e crudeltà, mediante una violenta azione contusiva - si legge ancora nell’atto in cui viene contestato al maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, oltre al reato di sequestro di persona pluriaggravato, anche il concorso in lesioni personali aggravate e in omicidio aggravato - esercitata sui vari distretti corporei cranico-cervico-dorsali, cagionava imponenti lesioni di natura traumatica a Giulio Regeni da cui conseguiva una insufficienza respiratoria acuta di tipo centrale che lo portava a morte».
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Re: [O.T.] DELITTI

#5426 Messaggio da apache »

Per Lo youtuber russo Stas Reeflay, nelle prigioni russe si divertirà
le donnre amarle tutte, ma non sposarne nessuna

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Re: [O.T.] DELITTI

#5427 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Cadavere fatto a pezzi a Firenze, trovata seconda valigia vicino al carcere

Un cadavere di un uomo fatto a pezzi e poi nascosto dentro due valigie. Dopo la scoperta agghiacciante di ieri sera a Firenze di una valigia con dentro resti umani, abbandonata in mezzo a un terreno agricolo, tra la superstrada Firenze-Pisa-Livorno e il carcere di Sollicciano, questa mattina, durante un nuovo sopralluogo i carabinieri del Nucleo Investigativo di Firenze hanno rinvenuto una seconda valigia contenente altri resti umani (con ogni probabilità arti inferiori). Secondo gli investigatori si tratta verosimilmente di resti umani riconducibili al cadavere occultato nella valigia trovata ieri sera. Il secondo rinvenimento è avvenuto a distanza di circa 70 metri dal precedente, alla base della sopraelevata della superstrada e la recinzione posteriore del carcere. Sul posto con i carabinieri si sono recati anche il pm Ornella Galeotti della Procura della Repubblica di Firenze e il medico legale. Dai rilievi finora effettuati si può ragionevolmente ipotizzare che si tratti del cadavere di un uomo adulto. I resti umani sono in avanzato stato di decomposizione. Dai primi rilevamenti il cadavere risulta in stato di saponificazione: le sue condizioni sono talmente deteriorate che risulta impossibile ogni riconoscimento. E' già stata disposta un'autopsia per i prossimi giorni. A fare il ritrovamento ieri è stato un anziano agricoltore, proprietario del campo dove sono state gettate le due valigie
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Re: [O.T.] DELITTI

#5428 Messaggio da dboon »

"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi

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Re: [O.T.] DELITTI

#5429 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Padova, uccide i due figli a coltellate e si suicida

Un uomo di 49 anni, Alessandro Pontin, ha ucciso a coltellate i suoi due figli, una ragazza di 15 anni e un ragazzo di 13, poi si è tolto la vita con la stessa arma. Il fatto è avvenuto nella loro casa, una villa a due piani in via Sant’Ambrogio a Trebaseleghe, in provincia di Padova. A trovare i tre cadaveri il fratello dell'omicida. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Al momento non vi sono ancora ipotesi sull'origine della tragedia.
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Re: [O.T.] DELITTI

#5430 Messaggio da markome »


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