[OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

Scatta il fluido erotico...

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markome
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11461 Messaggio da markome »

CanellaBruneri ha scritto:
20/11/2020, 21:21
markome ha scritto:
20/11/2020, 21:17
Floppy Disk ha scritto:
20/11/2020, 19:27
gaston ha scritto:
20/11/2020, 18:08
dai ragazzi è la naturale prudenza degli addetti ai lavori che conoscono anche i retroscena del loro mondo, nulla di bizzarro con tempi così stretti è chiaro che le prime classi di vaccinati faranno anche un po' da cavie evitiamo di fare troppa dietrologia
uno scienziato che dice che non farà il vaccino anti-Covid trasmette un messaggio profondamente sbagliato.
Esatto.
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Son ben contento di essere tra i primi ....speriamo di arrivarci sani!

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dostum
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11462 Messaggio da dostum »

A cosa serve l’epiteto «negazionista» e quale realtà contribuisce a nascondere

di Wu Ming

negacionistaVideo “virali” del tizio o della tizia che gliele canta ai «negazionisti»; titoloni sul pericolo «negazionisti»; invettive contro i «negazionisti»; satira sui «negazionisti», grasse risate! I «negazionisti» sono ovunque, ed è colpa loro se le cose vanno male. Ecco allora i nostri eroi, i prodi che li contrastano, gettando loro guanti di sfida: «Vengano in terapia intensiva, i negazionisti!»

Sono sfide a nessuno, invettive contro fantasmi, colpi sparati nella nebbia. Chi sarebbero i «negazionisti»? Sì, esistono frange secondo cui la pandemia sarebbe finta, ma sono ultraminoritarie. In genere, nemmeno chi è aperto a fantasie di complotto su Bill Gates, i vaccini e quant’altro nega che sia in corso una pandemia e che il virus uccida. E allora di chi si sta parlando?

Il termine «negazionista» ha ormai una storia pluridecennale. Coniato negli anni Ottanta per definire personaggi come David Irving, Robert Faurisson o Carlo Mattogno, secondo i quali nei lager nazisti non sarebbero esistite camere a gas né sarebbe avvenuto alcuno sterminio sistematico di ebrei e altri prigionieri, in seguito è stato esteso a sempre più ambiti, diventando un’arma nelle culture wars del XXI secolo.

In Italia, negli ultimi quindici anni, se n’è appropriata la destra per accusare di «negazionismo» chiunque smontasse le sue narrazioni – bufale storiche incentrate su fantasie di complotto antislave – sulle «foibe» e l’«Esodo istriano-dalmata». In quel modo, mentre una narrazione risalente al collaborazionismo filonazista diventava “storia di Stato” con l’istituzione del Giorno del Ricordo, la destra poteva fingere di occupare il “centro” del dibattito sulla memoria storica. In parole povere, poteva denunciare gli “opposti estremismi”: c’è chi nega la Shoah e c’è chi “nega le foibe”, stessa roba.

E dato che – nonostante l’opposizione di gran parte delle storiche e degli storici – anche in Italia si è introdotta una legge «anti-negazionisti» (lo ha fatto il governo Renzi nel giugno 2016), a essere agitato è anche lo spettro dell’azione giudiziaria. È proprio di quest’anno una proposta di Fratelli d’Italia per estendere l’attuale legge ai «negazionisti dei massacri delle foibe».

L’effetto di framing è quello della Reductio ad Hitlerum: su qualunque tema e questione si attiva un implicito – e a volte esplicito – paragone con il negazionismo della Shoah, e tramite una catena di false equivalenze si accelera il ciclo della Legge di Godwin: in men che non si dica ti danno del nazista, perché se sei “negazionista” – poco importa riguardo a cosa – sei come i nazisti.

Da tempo l’uso del termine «negazionismo» segnala un buttarla in vacca, e sarà sempre più così, perché il termine incoraggia l’indolenza, si presta ad accuse pigre.

Quel che è più grave, il termine spinge verso la patologizzazione dei discorsi sgraditi e la psichiatrizzazione dell’avversario: se non sei d’accordo con me che la penso “come tutti” allora “neghi la realtà”, e chi nega la realtà è un folle o un demente, e coi folli o i dementi non si può ragionare.

Torniamo all’ossessione odierna per i «negazionisti del Covid»: andando a vedere, si scopre che «negazionista» è un epiteto scagliabile contro chiunque critichi l’irrazionalità e/o iniquità di un provvedimento o anche solo si mostri scettico sulla sua efficacia, chiunque smonti un esempio di mala informazione mainstream sul virus o reagisca sbuffando all’ennesimo titolo strumentale, chiunque ricordi le responsabilità del governo o dei governatori, chiunque rifiuti la narrazione dominante incentrata sull’«è colpa nostra, non ce la possiamo fare, gli italiani capiscono solo il bastone». Persino chi “indossa male” la mascherina si becca l’epiteto di «negazionista».

Il «negazionista» è il nuovo «quello che fa jogging».



Uno pseudo-concetto che fa danni

L’uso indiscriminato ha reso l’epiteto non solo di scarsa utilità per capire quali posizioni si stiano di volta in volta scontrando, ma lo ha reso proprio tossico.

Qualcuno ancora cerca di usare il termine in modo che produca senso. Nella migliore delle ipotesi, si brandisce un’arma concettuale spuntata; nella peggiore, si lancia un vero e proprio boomerang, perché l’effetto di framing è fortissimo e il termine genera inevitabilmente dicotomie, antinomie, pensiero binario.

Arma spuntata. Quando si parla di disastro climatico, dove pure un negazionismo – in senso stretto e in senso lato – è stato a lungo operante, godendo anche di finanziamenti da parte dell’industria dei combustibili fossili, l’accusa funziona sempre meno e sta diventando un cliché, un tic lessicale, una manifestazione di pigrizia, come già in altri ambiti. I negazionisti stanno da tempo ricalibrando i loro discorsi, oggi davvero poca gente sostiene che non sia in corso un surriscaldamento globale. Le argomentazioni speciose riguardano l’entità del fenomeno, le sue cause e il come farvi fronte.

Effetti boomerang e pensiero binario. Anche noi, in coda a un post di qualche settimana fa, abbiamo scritto che chi accusa chiunque di «negazionismo» è il più delle volte negazionista, perché nega ogni evidenza sull’irrazionalità dei provvedimenti e sulle responsabilità politiche nella gestione della pandemia. Un paradosso che abbiamo scelto di non sviluppare, perché sviluppandolo avremmo rilegittimato l’uso del termine e rafforzato un frame pericoloso. Ha provato invece a svilupparlo Giancarlo Ghigi in un articolo uscito sul sito di Jacobin Italia e intitolato «I due contagi».

Ghigi divide l’opinione pubblica in due schieramenti o due «tifoserie»: i negazionisti del morbo e i negazionisti del disciplinamento. L’articolo dice molte cose giuste, ma stabilisce dal principio una falsa omologia: almeno nella società italiana – ma crediamo valga per tutta l’Europa e gran parte dell’Occidente – i «negazionisti del morbo» sono un’infima minoranza, costantemente ingigantita al microscopio dai media e tirata in ballo per esecrare il dissenso, mentre il «negazionismo del disciplinamento» è maggioritario, impregna il discorso ufficiale e dà forma alla narrazione dei media filo-governativi.

Quando Ghigi esorta a «riconoscere il morbo come oggettività», di chi parla? Chi davvero non sta «riconoscendo il morbo come oggettività»? Quant’è utile stabilire un’omologia tra chi negherebbe l’esistenza del virus e chi prende sottogamba la gestione autoritaria e capitalistica dell’emergenza, se il primo atteggiamento è in gran parte effetto di una proiezione gigantografica mentre il secondo è ideologia dominante? Alla fine, l’esito è quello di riproporre gli “opposti estremismi”, con l’autore che si pone “nel giusto mezzo”. Come ci ha detto un compagno con cui abbiamo commentato il pezzo di Ghigi, «intuisco le buone intenzioni, ma si è come ubriacato della sua stessa dicotomia.»

Detto questo, ci è drammaticamente chiaro a chi pensasse Ghigi denunciando il «negazionismo del disciplinamento». Quest’ultimo gonfia il non-detto di una “sinistra”, anche e soprattutto “radicale” e “di movimento”, che in nome dell’emergenza – vissuta dal principio in modo subalterno – ha rinunciato a esprimere qualunque critica ai dispositivi in atto.



Lo s-piazzamento della «sinistra»

Con poche e lodevoli eccezioni, l’area politica che per inerzia abbiamo continuato a chiamare «il movimento» – un rado reticolo di centri sociali, collettivi universitari, radio indipendenti, librerie, cooperative e segmenti di sindacati di base – si è legata da sola mani e piedi. Lo ha fatto nel momento in cui ha deciso di sposare la narrazione colpevolizzante e securitaria imposta dalla «dittatura degli inetti», e questo è accaduto subito, prima ancora del 9 marzo.

Con l’autunno, l’area è rimasta spiazzata – anche in senso letterale: esclusa dalla piazza – dalle proteste e rivolte contro i dpcm, e adesso prova a far vedere che c’è anche lei, finendo per emettere proclami confusi, contraddittori, inefficaci. L’idea di fondo è ancora che si debba chiedere un «reddito di lockdown». Più è duro il «lockdown» – e lo si auspica duro, per stangare i furbetti dell’aperitivo e i genitori permissivi – più deve essere universale il reddito. La situazione immaginata corrisponde agli arresti domiciliari di massa con lo stato che ci versa un sussidio sul conto corrente.

A parte che questo è un incubo huxleyano, rivelatore di un’idea miseranda di vita umana, qualcuno dovrebbe spiegarci perché e per come ciò potrebbe o dovrebbe realizzarsi. Perché lo diciamo «noi»?

Chi davvero non ha reddito, da che mondo è mondo, si organizza per protestare, lottare e ottenerlo. L’ultima cosa che fa è accettare o addirittura chiedere d’essere recluso.

Qualche giorno fa abbiamo visto gli operai Fiom di Genova scendere in strada e arrivare anche all’attrito con la polizia per protestare contro i licenziamenti, che in teoria sono bloccati, ma fatta la legge trovato l’inganno. In molti luoghi di lavoro i lavoratori e le lavoratrici si organizzano ogni giorno per rivendicare il diritto di fare assemblee sindacali in presenza, negli spazi adeguati, perché i padroni – privati e pubblici – hanno iniziato a negarle o a declinare ogni responsabilità in caso di contagio: sei buono per andare a lavorare ma non per fare l’assemblea sindacale. I riders manifestano ormai con una certa frequenza, con flash mob per strada, cioè precisamente sul loro luogo di lavoro. I cosiddetti intermittenti della cultura e lavoratori dello spettacolo sono scesi in piazza in varie città per ricordare a tutti che stanno alla canna del gas. Per non guardare all’estero, dove abbiamo visto lotte di piazza importantissime in questi mesi pandemici, perfino in un paese devastato come gli USA, dove il movimento Black Lives Matter ha dato una spallata importante alla presidenza di Trump contribuendo a non farlo rieleggere.

Le lotte le puoi fare se ti prendi lo spazio e l’agibilità per farle, non se ti fai recludere.

Se invece il reddito è una rivendicazione puramente ideale, astratta, allora sì, va bene anche chiederlo dal divano.

Una “spia” di quanto sia astratto il discorso è che, nelle varie convocazioni e articolesse, si attacca retoricamente Confindustria mentre si fanno i salti mortali per non criticare l’esecutivo, i tempi, modi e contenuti dei dpcm, l’emergenza come metodo di governo.

Lo diciamo chiaro: se attacchi Confindustria e non il governo, non stai davvero attaccando Confindustria.

La narrazione colpevolizzante, il costante scarico delle responsabilità sui cittadini, la demonizzazione dell’aria aperta quando il contagio è sempre stato molto più probabile al chiuso, la chiusura di luoghi della vita pubblica e settori del mondo del lavoro dove il contagio era improbabile mentre se ne tengono aperti altri dove è probabilissimo… Tutto questo deriva a cascata dalla necessità, da parte del governo, di non ledere gli interessi di Confindustria. Bisogna far vedere che si fa qualcosa, che si chiude qualcosa, e si adottano provvedimenti cosmetici, apotropaici, diversivi. È così dal marzo scorso, da quando il governo si rifiutò di dichiarare zona rossa i comuni di Alzano e Nembro, in bassa val Seriana.

E così ci ritroviamo a subire il coprifuoco, misura che non ha alcuna giustificazione epidemiologica credibile ma serve a fare “penitenza”, come detto con ammirabile candore dall’immunologa Antonella Viola dell’Università di Padova:

«Il coprifuoco non ha una ragione scientifica, ma serve a ricordarci che dobbiamo fare delle rinunce, che il superfluo va tagliato, che la nostra vita dovrà limitarsi all’essenziale: lavoro, scuola, relazioni affettive strette.»

Se il focus della narrazione si è fissato sulla necessità di “fare penitenza”, è perché la responsabilità è stata stornata da chi ce l’aveva e dispersa verso il basso.

Ogni presa di posizione che rimanga reticente su questo, ogni ricorso a Confindustria come mero sparring-partner retorico, ogni discorso unicamente incentrato sul «reddito di quarantena» o analoghe formule, ogni tinteggiatura “rivoluzionaria” dell’esortazione a chiuderci in casa è per noi irricevibile. E reazionaria.



«Ne parliamo dopo»… quando?

La cosa che continua a stupirci, nelle tirate moralistiche dei “compagni per la reclusione domestica generalizzata e per la colpevolizzazione dei furbetti”, è quanto la facciano semplice, quanto prendano alla leggera – quasi alla leggiadra – l’idea mostruosa di azzerare la vita sociale a tempo indeterminato, quanto siano arrivati a trovare non solo necessaria ma augurabile e persino, implicitamente, rivoluzionaria l’immagine di milioni di persone blindate tra quattro pareti (ma ci sono i social, c’è Zoom, dài, che vuoi che sia!). Stupisce il fatto che non si pongano mai il problema di quanta sofferenza, quanta malattia mentale, quante esistenze triturate e rovinate, quanti passaggi di vita fondamentali perduti, quanta morte ci sia in questo scenario. Perché la morte non è solo la cessazione di un paio di funzioni-base dell’organismo.

I controlli fatti dopo la fine di #iorestoacasa (da maggio in poi) hanno riscontrato un aumento generalizzato di suicidi, violenze domestiche, femminicidi, vendite di psicofarmaci, depressione, ansia e disturbi alimentari tra bambini e adolescenti, azzardopatia, dipendenza da Internet e da video e molti altri disturbi. Per non parlare dei disturbi che causa e causerà l’aver perso il lavoro, l’attività, a volte la dignità.

Davvero siamo arrivati a credere che «salute» sia soltanto non prendersi il virus?

Davvero siamo arrivati a pensare che «vita» significhi così poco, e si riduca al non ammalarsi di Covid?

Com’è possibile che si sia giunti a dire che ora si deve pensare solo al virus e di tutto il resto della realtà sociale – forse – ne parleremo «dopo»? Ma «dopo» quando? Davvero si pensa che, se stiamo zitti e muti adesso, «dopo» potremo riprendere discorsi “radicali” come niente fosse? Ma dove, come? Con quale faccia?

Ecco allora che «negazionista» diventa chiunque non accetti di posporre la critica a «data da destinarsi», cioè alle calende greche.

L’uso dell’epiteto si accompagna a un altro espediente: chi attacca Confindustria in modo astratto e retorico – come escamotage per non criticare il governo che di Confindustria tutela gli interessi – accusa di «confindustrialismo» (!) chi invece, coerentemente, critica Confindustria e governo insieme.

Questo capovolgimento della realtà è reso possibile da un’accusa preliminare: quella di «pensare alla libertà individuale invece che alla tutela del prossimo». In base a tale falsa premessa, ogni critica dell’emergenza sarebbe «liberista». A molti si è piantata in testa l’idea che la libertà sia «individuale» e da lì non li smuoverà più nessuno. Nelle scienze cognitive si chiama «pregiudizio di ancoraggio».

La facile apologia di ogni restrizione – anche la più irrazionale e disonesta – sta mettendo in secondo piano, anzi, in terzo, decimo, centesimo piano la devastazione del legame sociale, lo smarrimento di massa, la schizofrenia nei rapporti tra le persone, ma chi lo fa notare… «difende l’individuo».

In realtà è il contrario, il vero individualismo è quello di chi accetta l’escamotage neoliberale per eccellenza, che magari prima della pandemia fingeva di rifiutare: quello di indicare in un comportamento individuale la soluzione a un problema che invece è sociale e sistemico, e va affrontato con l’azione collettiva.

Nel contesto dell’emergenza Covid, accettare questa premessa porta a imperniare il discorso sulla “virtù” individuale, sul fare penitenza dell’individuo, sul sacrificio personale da esibire per far vedere che si è più altruisti degli altri. In questo gioca anche un certo cattolicesimo – il più retrivo e ipocrita, quello descritto in alcuni racconti di G.A. Cibotto – che infatti è eruttato fuori dalla crepa aperta dall’emergenza e adesso scorre sui social, soprattutto tra chi dei «più deboli» – espressione con cui pure si riempie la bocca – dimostra spesso di infischiarsene. Basti vedere la scarsa o nulla attenzione nei confronti di bambini e adolescenti.



«Maligni amplificatori biologici»

In un post del 25 Aprile scorso, commentando la riapertura delle librerie e la prima visita di un paio di bambini alla libreria per ragazzi Giannino Stoppani di Bologna, scrivevamo:

«Questo momento di libertà è idealmente dedicato a chi per mesi ha dipinto i bambini come untori perfetti, potenziali omicidi dei loro nonni; a chi già prima della pandemia li definiva “maligni amplificatori biologici che si infettano con virus per loro innocui, li replicano potenziandoli logaritmicamente e infine li trasmettono con atroci conseguenze per l’organismo di un adulto” (Roberto Burioni, 31/03/2019); a chi ha scatenato il panico sociale contro di loro, spingendo i genitori a murarli vivi dentro casa, in certi casi rimandando perfino importanti visite mediche o terapie per loro essenziali. La pericolosità dei bambini è stata presa per oro colato, anche se i dati sul comportamento del Covid19 sono ancora contraddittori. Il 21 aprile scorso, il virologo dell’università di Padova Andrea Crisanti, che ha condotto lo studio sul focolaio di Vo’ Euganeo, ha fatto sapere che in quella comunità “i bambini sotto i 10 anni, seppure conviventi con infettati in grado di infettare, non si infettano. E se sono negativi non infettano”. […] Insomma, molti aspetti delle modalità di trasmissione di questo virus non sono ancora chiari, e sarebbe davvero paradossale se un domani dovesse emergere che abbiamo segregato i bambini più piccoli per niente, con un provvedimento dettato dal panico.»

Crisanti ha ribadito il concetto in un’intervista a Radio Capital di qualche giorno fa.

Anche un recente articolo apparso sulla rivista Nature conferma che i bambini entro i dieci anni non sarebbero infettivi e che in generale le scuole primarie non sono “punti caldi” per le infezioni da coronavirus.

Dunque abbiamo bruciato metà anno scolastico a una generazione per niente, tanto per chiudere qualcosa che non impattasse sull’economia. Perché dal punto di vista del capitale i giovanissimi sono come gli anziani: improduttivi (Toti dixit). Quindi sacrificabili.

Per i bambini campani è ancora così: niente scuola, mentre si chiama l’esercito a presidiare le strade, come durante un golpe, anziché a costruire ospedali da campo.

In Puglia, dopo la riapertura delle scuole, ordinata dal TAR il 6 novembre, l’assessore alla Salute Lopalco ha parlato di «un errore clamoroso». Repubblica e altri giornali locali hanno subito dato grande risalto ai dati dell’Asl, evidenziando che nella settimana della riapertura, dal 6 all’11 novembre, «il numero di positivi riscontrati in ambito scolastico nell’area metropolitana di Bari è passato da 132 a 243 casi». Ma un simile effetto immediato è tutto da dimostrare. Le scuole infatti, dove sono aperte, stanno funzionando come presidi sanitari, dove i positivi vengono individuati, tracciati, tamponati. Se, riaperte le scuole, aumentano i positivi, può trattarsi di contagi avvenuti proprio nella settimana di chiusura, quando i ragazzini non erano in aula, ma forse in luoghi meno sicuri.

Intanto teniamo gli adolescenti in DAD, dopo avere varato protocolli nazionali sulla gestione degli spazi scolastici e fatto investire denaro pubblico a governatori regionali e dirigenti per adeguarsi alle nuove normative. Soldi nostri buttati nel cesso.

Se fai notare tutto questo, però, sei «negazionista», e ti becchi l’attacco concentrico, i titoloni, i video virali, la memetica d’accatto, le invettive sui social, gli (ex-)amici che ti infamano.

Nel frattempo, è acclarato che:

■ l’Italia non aveva un piano pandemico aggiornato e il rapporto commissionato dall’OMS che denunciava il fatto è stato insabbiato;

■ durante l’estate il governo ha fatto poco o niente per arginare la tanto paventata seconda ondata (ma il ministro Speranza ha trovato il tempo di scrivere un libro intitolato Perché guariremo, la cui uscita in libreria è stata posticipata sine die);

■ in certe regioni le terapie intensive reggono bene, mentre in altre i malati di covid muoiono in corsia;

■ i tanto decantati metodi di “tracciamento” ipertecnologici sono andati in crisi nel giro di due settimane, tanto che nessuno ne parla nemmeno più; ecc.

Ma questo è l’Assurdistan, mica è lecito aspettarsi altro, no? Possiamo soltanto autoflagellarci, e insultare chi pretenderebbe meno inettitudine anziché essere trattato come una pezza da piedi.

Ecco cosa nasconde la «caccia al negazionista».

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cicciuzzo
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11463 Messaggio da cicciuzzo »

come sempre, quando scrivi paginate rischi di dire cose giuste ed altre meno giuste Dos..... che oggi il termine "negazionista" sia una scorciatoia per additare chiunque abbia dubbi sulla gestione dell'emergenza covid mi pare evidente, dai social alle colonne di SZ. E devo dire che trovo più da biasimare la verbale di questi che non le sparate assolutamente minoritarie degli imbecilli che seguono le ambulanze. L'Italia manichea che si è sviluppata in questi anni non riesce a riconoscere l'enorme vastità delle zone di grigio dei problemi, figuriamoci dei problemi come una pandemia.
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Bugo
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11464 Messaggio da Bugo »

Torino: blitz dei negazionisti, seguono l'ambulanza fin sotto la casa del paziente Covid e poi insultano l'equipaggio
https://torino.repubblica.it/cronaca/20 ... 274939516/

"Quando si è fermata l'ambulanza non ha caricato nessuno: vogliono spaventare la gente"
Parla la donna che ha inseguito un mezzo di soccorso per chilometri: "Non sono negazionista, in famiglia ho un'infermiera che lavora nel reparto Covid"
https://torino.repubblica.it/cronaca/20 ... 26840/amp/
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11465 Messaggio da tetsuya31 »

Bugo ha scritto:
21/11/2020, 9:39
Torino: blitz dei negazionisti, seguono l'ambulanza fin sotto la casa del paziente Covid e poi insultano l'equipaggio
https://torino.repubblica.it/cronaca/20 ... 274939516/

"Quando si è fermata l'ambulanza non ha caricato nessuno: vogliono spaventare la gente"
Parla la donna che ha inseguito un mezzo di soccorso per chilometri: "Non sono negazionista, in famiglia ho un'infermiera che lavora nel reparto Covid"
https://torino.repubblica.it/cronaca/20 ... 26840/amp/
Ma hai quotato questi articoli per deridere questi cretini oppure perchè ci credi?
I prudenti durano solo lo stretto necessario per morire tranquilli

tetsuya31
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11466 Messaggio da tetsuya31 »

cicciuzzo ha scritto:
21/11/2020, 9:18
come sempre, quando scrivi paginate rischi di dire cose giuste ed altre meno giuste Dos..... che oggi il termine "negazionista" sia una scorciatoia per additare chiunque abbia dubbi sulla gestione dell'emergenza covid mi pare evidente, dai social alle colonne di SZ. E devo dire che trovo più da biasimare la verbale di questi che non le sparate assolutamente minoritarie degli imbecilli che seguono le ambulanze. L'Italia manichea che si è sviluppata in questi anni non riesce a riconoscere l'enorme vastità delle zone di grigio dei problemi, figuriamoci dei problemi come una pandemia.
Mi tocca darti ragione...un problema grosso che abbiamo tutti (e che dipende sempre dal fatto che siamo cresciti e siamo immersi in un mondo in cui il pensiero deve essere o bianco o nero.
Tu di qua io di là.
Se non sei di destra allora sei di sinistra.
Se sei ecologista allora credi anche alle scie chimiche.
Credo che sia un processo che esiste dalla notte dei tempi, da quando o eri romano o eri barbaro, o eri cristiano o eri un eretico, o eri per il re o eri un traditore della patria, o eri un democristiano o eri un comunista ecc ecc....
Però quanto si parla di gente che non crede alla realtà degli ospedali pieni, che prende a calci le ambulanze, che baratta la "libertà di andare a cena fuori" con la vita del babbo o del nonno che siccome è over 70 è giusto che crepi da solo dopo un mese di sofferenze, che crede che il vaccino sia in realtà un microchip di bill gates, francamente non è più questione di vedere anche le sfumature di grigio dei problemi o di negazionismo o no, qui si tratta di ascoltare i vaneggiamenti di chi si imbeve delle fake news da social e quindi di, dato che la stupidà è contagiosa, di fermare sul nascere certe scemenze prima che vengano messe in pratica.
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11467 Messaggio da BillBailey »

tetsuya31 ha scritto:
21/11/2020, 12:42
dato che la stupidà è contagiosa
e ha un RT che non scende mai sotto 1.

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cicciuzzo
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11468 Messaggio da cicciuzzo »

tetsuya31 ha scritto:
21/11/2020, 12:42
cicciuzzo ha scritto:
21/11/2020, 9:18
come sempre, quando scrivi paginate rischi di dire cose giuste ed altre meno giuste Dos..... che oggi il termine "negazionista" sia una scorciatoia per additare chiunque abbia dubbi sulla gestione dell'emergenza covid mi pare evidente, dai social alle colonne di SZ. E devo dire che trovo più da biasimare la verbale di questi che non le sparate assolutamente minoritarie degli imbecilli che seguono le ambulanze. L'Italia manichea che si è sviluppata in questi anni non riesce a riconoscere l'enorme vastità delle zone di grigio dei problemi, figuriamoci dei problemi come una pandemia.
Mi tocca darti ragione...un problema grosso che abbiamo tutti (e che dipende sempre dal fatto che siamo cresciti e siamo immersi in un mondo in cui il pensiero deve essere o bianco o nero.
Tu di qua io di là.
Se non sei di destra allora sei di sinistra.
Se sei ecologista allora credi anche alle scie chimiche.
Credo che sia un processo che esiste dalla notte dei tempi, da quando o eri romano o eri barbaro, o eri cristiano o eri un eretico, o eri per il re o eri un traditore della patria, o eri un democristiano o eri un comunista ecc ecc....
Però quanto si parla di gente che non crede alla realtà degli ospedali pieni, che prende a calci le ambulanze, che baratta la "libertà di andare a cena fuori" con la vita del babbo o del nonno che siccome è over 70 è giusto che crepi da solo dopo un mese di sofferenze, che crede che il vaccino sia in realtà un microchip di bill gates, francamente non è più questione di vedere anche le sfumature di grigio dei problemi o di negazionismo o no, qui si tratta di ascoltare i vaneggiamenti di chi si imbeve delle fake news da social e quindi di, dato che la stupidà è contagiosa, di fermare sul nascere certe scemenze prima che vengano messe in pratica.

io conosco gente, anche abbastanza bene, che aspetta che muoiano i loro vecchi per ereditare i loro soldi e case. figurati se mi stupisco di quelli che dicono "tanto sono anziani". ma i negazionisti, intesi come le casistiche che hai descritto, sono un prefisso telefonico nel nostro paese. prova però a dire su una pagina social che l'ospdale è un veicolo di contagio decisamente superiore a un ristorante. verrai ucciso e, come al solito, riceverai l'augurio di essere intubato o la solita dichiarazione scritta di non essere curato se contrarrai la malattia. trovami la differenza con quelli che seguono le ambulanze
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11469 Messaggio da Gargarozzo »

Trattare dei piú idioti o dei piú pazzi come se fossero la maggioranza è una retorica pericolosa, una cosiddetta profezia autoavverante, che oltre a mettere nel mazzo dei "negazionisti" anche gente che non lo è affatto, esacerba i già citati idioti e pazzi dando loro la finta convinzione di essere molti e di essere antisistema e portavoce della "libertà". Piú o meno lo stesso meccanismo innescato nei confronti dei terroristi di matrice islamica, ai quali l'islamofobia di alcuni ha aggiunto convinzione di poter rappresentare l'Islam in occidente. Chiaramente questo è solo una dinamica in mezzo a mille altre, delle quali hanno già parlato altri
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markome
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11470 Messaggio da markome »

Gargarozzo ha scritto:
21/11/2020, 14:28
Trattare dei piú idioti o dei piú pazzi come se fossero la maggioranza è una retorica pericolosa, una cosiddetta profezia autoavverante, che oltre a mettere nel mazzo dei "negazionisti" anche gente che non lo è affatto, esacerba i già citati idioti e pazzi dando loro la finta convinzione di essere molti e di essere antisistema e portavoce della "libertà". Piú o meno lo stesso meccanismo innescato nei confronti dei terroristi di matrice islamica, ai quali l'islamofobia di alcuni ha aggiunto convinzione di poter rappresentare l'Islam in occidente. Chiaramente questo è solo una dinamica in mezzo a mille altre, delle quali hanno già parlato altri
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Bugo
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11471 Messaggio da Bugo »

tetsuya31 ha scritto:
21/11/2020, 12:32
Ma hai quotato questi articoli per deridere questi cretini oppure perchè ci credi?
Per deridere questi cretini che hanno molto tempo da perdere
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11472 Messaggio da tetsuya31 »

cicciuzzo ha scritto:
21/11/2020, 14:23

io conosco gente, anche abbastanza bene, che aspetta che muoiano i loro vecchi per ereditare i loro soldi e case. figurati se mi stupisco di quelli che dicono "tanto sono anziani". ma i negazionisti, intesi come le casistiche che hai descritto, sono un prefisso telefonico nel nostro paese. prova però a dire su una pagina social che l'ospdale è un veicolo di contagio decisamente superiore a un ristorante. verrai ucciso e, come al solito, riceverai l'augurio di essere intubato o la solita dichiarazione scritta di non essere curato se contrarrai la malattia. trovami la differenza con quelli che seguono le ambulanze
Ok, ma un conto è essere tacciato (a torto) come uno che parla male degli ospedali e di conseguenza giù insulti e vomiti social dei soliti cretini (sempre sia lodato Umberto Eco quando disse che i social e internet hanno il grosso difetto di aver dato voce a milioni e milioni di coglioni).
Un conto è gente che sfascia un'ambulanza, o pubblica ricerche mediche false spacciandole per "la verità che ci nascondono" e magari godono anche della visibilità delle ottuse tv sempre a caccia del fenomeno da baraccone per fare ascolti...queste non sono più "liti da social", ma cose piu pericolose perchè poi arriva la mammina bestia da terza elementare che crede al cazzaro di turno e non fa vaccinare i figli (e non parlo solo del vaccino del covid), arriva lo scemo da stadio che visto che lo stadio è chiuso allora va a fare a sassate davanti all'ospedale perchè è tutta una finzione ecc ecc...
Comunque sono d'accordo con Gargarozzo, la cosa peggiore che si può fare è dare visibilità a questi idioti, bisognerebbe smettere semplicemente di calcolarli e lasciarli nel loro oblio.
Però ogni tanto sbugiardarli ci stà... :motosega:
I prudenti durano solo lo stretto necessario per morire tranquilli

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Trez
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11473 Messaggio da Trez »

Comunque è un bel casino, riuscire a capire cosa effettivamente sia la situazione. Oggi tutti i media titolano che ci sono indicatori che fanno pensare ad un abbassamento dell'indice dei contagi, urrah!! Già si pensa ad una revisione,appena appena fatta fra l'altro, del colore delle regioni percui oggi qui in Emilia siamo arancioni, ma magari fra pochi giorni e fino a poco prima del Natale, giusto il tempo di andare in giro a comprare i regali, si torna gialli. Poi ci stanno le notizie attendibili da fonti certe dall'ospedale qui locale: fino a poco tempo fa la situazione era non allarmante, ma da pochi giorni cito msg di mia nipote anestesista " i pazienti stanno aumentando a dismisura... e che stanno trasformando le sale operatorie in sale covid perchè arrivano pazienti da Modena e Reggio"... Allora?
...ma fa anal??? (by Trez 2001)
La nostra Clara è troppo avanti, del tipo se uno fa una scoreggia lei l'ha già annusata prima che esca dal buco del culo. (Trez 2015)

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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11474 Messaggio da tetsuya31 »

Trez ha scritto:
21/11/2020, 21:24
Comunque è un bel casino, riuscire a capire cosa effettivamente sia la situazione. Oggi tutti i media titolano che ci sono indicatori che fanno pensare ad un abbassamento dell'indice dei contagi, urrah!! Già si pensa ad una revisione,appena appena fatta fra l'altro, del colore delle regioni percui oggi qui in Emilia siamo arancioni, ma magari fra pochi giorni e fino a poco prima del Natale, giusto il tempo di andare in giro a comprare i regali, si torna gialli. Poi ci stanno le notizie attendibili da fonti certe dall'ospedale qui locale: fino a poco tempo fa la situazione era non allarmante, ma da pochi giorni cito msg di mia nipote anestesista " i pazienti stanno aumentando a dismisura... e che stanno trasformando le sale operatorie in sale covid perchè arrivano pazienti da Modena e Reggio"... Allora?
In effetti anche oggi 35 mila contagi e 692 morti...premesso che i morti di oggi sono i contagiati di un mese e più fa (il tempo medio tra il contagio, l'aggravamento e il decesso è di circa un mese) il dato che fa riflettere è quello dei contagi quotidiani che ormai dl primo novembre non è mai sceso sotto i 30 mila (domeniche escluse quando fanno la metà dei tamponi).
Non sono ovviamente in possesso dei dati del ministero (spero che avranno molti più dati di quelli che vediamo noi al tg) ma c'è la sensazione che a livello di comunicazione si stia lavorando partendo da lontano per tranquillizzare gli italiani e far digerire un'allentamento delle misure i primi di dicembre per dare una boccata d'ossigeno all'economia e riempire un po' le casse delle stato...temo che la doccia fredda arrivata questi giorni dai tavoli europei in cui si discute del recovery found abbia spinto il governo a spostare la bilancia dalla parte dell'economia.
Purtroppo la coperta è corta...cosi facendo scaricano ancora di più il problema sulle spalle dei cittadini che si ammalano/muoiono e sugli ospedali e chi ci lavora che scoppiano. Magari stavolta sono costretti perchè il grano in cassa davvero è finito, e non credo lo direbbero mai per evitare il panico e le corse al bancomat.
Di sicuro anche questa volta gli italiani si lasceranno abbindolare e a dicembre siccome il governo ha dato l'ok tutti allegramente ad ammassarsi nei negozi nei ristoranti e nelle vie dello shopping come se il virus fosse sparito perchè "a natale è diventato anche lui più buono" per poi piangere per gli ammalati i primi di gennaio e urlare "governo ladro non doveva far riaprire niente a natale".
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Rodomonte
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Re: [OT] Elisir di SuperZeta: malattie, malati, cure, ipocondrie

#11475 Messaggio da Rodomonte »

In barba a coloro che fanno notizia, devo dire che la mia esperienza è tutta positiva in merito all'accoglienza di noi ambulanzieri.
Tutti non solo gentili, ma addirittura quando siamo per strada si fermano per dirci che ci sono grati e che noi poverini!
Io eviterei davvero qualunque accenno su giornali e tv e persino fra le persone comuni, di menzionare questi individui e le loro gesta.
Non fa altro che esaltarli ancora di più se fanno notizia e se compaiono in tv, su giornali, ecc.
Certo bisognerebbe poi punirli severamente se attuano violenza e non rispetto delle leggi.
In fondo bloccare o prendere a calci un'ambulanza o un pronto soccorso o altre strutture pubbliche, sono anche un ostacolo/interruzione a pubblico servizio; reato penale che si potrebbe punire per direttissima.
Da non confondere sia chiaro a chi fa forme di protesta/dimostrazione per un malessere economico che deve subire.
Oggi proprio mi è capitato con due corrieri. Mentre ero fermo in ambulanza per strada, durante un intervento, si sono fermati a congratularsi per il lavoro che facciamo.
A titolo info fra l'altro, sembra che il numero di noi positivi stia aumentando... Questo ci preoccupa.
Le percentuali aumentano troppo per sostenere il servizio senza ricorrere a un superlavoro per chi può farlo.
Altra notizia: Ci sono meno code di ambulanze ai pronto, anzi oggi quasi nessuna coda.
Potrebbe essere un segnale positivo.
Naturalmente io parlo sempre di Torino, la mia realtà.
« Bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa
Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa »
Ariosto "Orlando furioso"
Morte Rodomonte.

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