Miche Ainis (dategli torto)
siamo al 3° dpcm in 12 giorni e un quarto in arrivo, tutti pieni di "forti raccomandazioni"
ma i sondaggi prima di tutto
Giacché i nostri governanti ci trattano come un popolo bambino, e allora ci propinano mezze misure, giustificandole con mezze verità. Esempio: i ristoranti. Stavano per chiuderli, come accadde in primavera. Per non spaventare gli italiani, per non destare troppe proteste nei diretti interessati, per queste o altre recondite ragioni, li hanno lasciati aperti fino alle 18. Ma in favore di chi? A pranzo, con gli uffici deserti causa smart working, non ci va quasi nessuno. Dunque i ristoranti sono stati messi in quarantena senza dirlo. E nel frattempo molti ristoratori chiudono i battenti, tanto non ne vale più la pena. Decisione loro, mica del governo. L' Italia non ha il cuore di pietra come la Francia o la Germania, che ne hanno appena decretato la serrata. Il nostro governo è più che permissivo, per 13 ore al giorno non pone alcun divieto. Sicché va in scena l' antica strategia dello scaricabarile. Non solo fra le istituzioni e i cittadini, anche fra le stesse istituzioni. La prima versione del primo Dpcm della seconda serie (sembra Netflix, ma purtroppo non è un film), quello del 18 ottobre, scaricava sui sindaci la responsabilità del lockdown. Ora è la volta del rimpiattino fra Stato e Regioni: chiudi tu, no tu. Nel frattempo l' esecutivo finge di tendere la mano all' opposizione, ma in realtà tende il telefono, informando i suoi leader cinque minuti prima della conferenza stampa del premier. L' opposizione finge disponibilità a collaborare, dopo di che mitraglia ogni provvedimento del governo, foss' anche un panettone gratis per Natale.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)