una volta incassate le nomine via libera contro Salvini. Il "garantismo" era il solito ricatto agli alleati.
Ma l’obiettivo del leader di Italia Viva era portare innanzitutto Luigi Marattin e Raffaella Paita alla presidenza delle commissioni Finanze e Trasporti della Camera. Due commissioni strategiche, soprattutto la prima dove passano tutti i provvedimenti economici e si giocheranno molte delle misure legate al discostamento di bilancio di 25 miliardi e tutto quello che a cascata arriverà dall’Europa del Recovery Fund. Anche la commissione trasporti è nevralgica, visto che molte delle decisioni sulle infrastrutture arrivano sul tavolo del presidente. I renziani negano ovviamente che il sì all’autorizzazione a procedere sia legato a queste due presidenze, ma piuttosto esprimono grande soddisfazione per un altro fatto accaduto ieri in Parlamento: nella risoluzione di maggioranza sul Piano nazionale per le riforme, approvato con una robusta maggioranza di 170 voti, c’è scritto nero su bianco «l’impegno» del governo a utilizzare «gli strumenti già resi disponibili dall’Ue». In altre parole, non solo il Recovery Fund, ma anche il fondo Sure, le risorse della Bei e proprio il Mes, la bestia nera dei 5 Stelle.