I comunistoidi vedono fascisti ovunque,dai è la regola,fascisti e razzisti everywhere
[O.T.] Quando ti uccide lo Stato
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
Sei proprio fuori strada, credimi...
"Ladies and gentlemen, please stand up for the National Anthem of the German Democratic Republic:
https://youtu.be/3AhIJB9jpWQ"
https://youtu.be/3AhIJB9jpWQ"
Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
Basta guardare le facce, i lineamenti tipici, i soprannomi da strada.
Il linguaggio sgrammaticato, le cadenze da terrone, il gergo criminale.
In città "ci stiamo solo noi", "non ce n'è più nessuno". "Viaggiamo a numero uno".
Ma quali fascisti, quali carabinieri corrotti.
Sono Camorristi DOC, dentro e fuori, camorristi che hanno vinto o' concuorso.
Comunque la notizia non è già più da prima pagina. Prima notizia: i camici sporchi. Poi l'indice Rt in veneto, la seconda ondata, la quarantena in Catalogna, la Meloni al 18%.
Il linguaggio sgrammaticato, le cadenze da terrone, il gergo criminale.
In città "ci stiamo solo noi", "non ce n'è più nessuno". "Viaggiamo a numero uno".
Ma quali fascisti, quali carabinieri corrotti.
Sono Camorristi DOC, dentro e fuori, camorristi che hanno vinto o' concuorso.
Comunque la notizia non è già più da prima pagina. Prima notizia: i camici sporchi. Poi l'indice Rt in veneto, la seconda ondata, la quarantena in Catalogna, la Meloni al 18%.
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
magari ci faranno una fiction
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
Drugà è più bravo nella ricerca degli articoli, ma anche per la storia del carabiniere ammazzato dai 2 americani Dagospia alludeva pesantemente ad una storia di legami tra carabinieri e pusher del 2016 o di qualche anno in più
Sogna una carne sinteticanuovi attributi eunmicrochipemozionale
Sogna di un bisturi amico che faccia dileiqualcosafuoridalnormale
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
già,io sono cosi democratico che vi ammazzerei tutti......LoSpazzino ha scritto: ↑24/07/2020, 19:12I comunistoidi vedono fascisti ovunque,dai è la regola,fascisti e razzisti everywhere
il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
Omicidio Mollicone, la tesi della procura: "Serena uccisa in caserma"
Serena Mollicone sarebbe stata uccisa all'interno della caserma dei carabinieri di Arce con una spinta contro una porta. È questa la tesi che la procura di Cassino sosterrà andando a giudizio per l'omicidio della 18enne di Arce scomparsa il 1 giugno del 2001, il cui corpo venne ritrovato il 3 giugno in un bosco ad Anitrella. Tesi che la difesa della famiglia Mottola, indagata per il delitto e rinviata a giudizio, rigetta.
In particolare, secondo la procura, ci sarebbe una ''perfetta compatibilità'' tra le lesioni riportate dalla vittima e la rottura di una porta collocata in caserma e "la perfetta compatibilità'' tra i microframmenti rinvenuti sul nastro adesivo che avvolgeva il capo della vittima e il legno di quella porta e con il coperchio di una caldaia della caserma. Un dato che sarebbe il riscontro oggettivo, sempre secondo l'accusa, delle dichiarazioni che il 28 marzo e il 9 aprile 2008 rese il brigadiere Santino Tuzi, in servizio nel 2001 ad Arce e morto suicida l'11 aprile del 2008.
Il brigadiere disse di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma la mattina del 1 giugno 2001 e di non averla più vista uscire. A questo proposito gli accertamenti svolti sulla morte di Tuzi nel 2016, su input dei suoi familiari, hanno evidenziato, secondo la procura, che il suo suicidio sarebbe in stretta relazione con le sue rivelazioni sull'omicidio Mollicone rese pochissimi giorni prima.
Inoltre in quell'occasione viene trascritta per la prima volta la conversazione ambientale nella quale il maresciallo Quatrale, presente con lui in caserma la mattina del 1 giugno 2001, lo invitava esplicitamente a ritrattare le precedenti dichiarazioni. A spingere la procura dopo 18 anni a chiedere il rinvio a giudizio per 5 persone sono gli esiti delle nuove indagini avviate dopo l'opposizione da parte del padre di Serena, Guglielmo Mollicone, all'archiviazione del 2015.
Decisiva è la riesumazione del cadavere e le analisi che vengono svolte con l'applicazione di tecniche all'avanguardia sia dalla professoressa Cristina Cattaneo del Labanof dell'Istituto di medicina legale di Milano sia dal Ris dei carabinieri di Roma. Durante i nuovi accertamenti la procura ascolta 118 testimoni molti dei quali ponderatamente scelti tra i 1.137 più volte già sentiti nel corso dei 18 anni di indagine.
Serena Mollicone sarebbe stata uccisa all'interno della caserma dei carabinieri di Arce con una spinta contro una porta. È questa la tesi che la procura di Cassino sosterrà andando a giudizio per l'omicidio della 18enne di Arce scomparsa il 1 giugno del 2001, il cui corpo venne ritrovato il 3 giugno in un bosco ad Anitrella. Tesi che la difesa della famiglia Mottola, indagata per il delitto e rinviata a giudizio, rigetta.
In particolare, secondo la procura, ci sarebbe una ''perfetta compatibilità'' tra le lesioni riportate dalla vittima e la rottura di una porta collocata in caserma e "la perfetta compatibilità'' tra i microframmenti rinvenuti sul nastro adesivo che avvolgeva il capo della vittima e il legno di quella porta e con il coperchio di una caldaia della caserma. Un dato che sarebbe il riscontro oggettivo, sempre secondo l'accusa, delle dichiarazioni che il 28 marzo e il 9 aprile 2008 rese il brigadiere Santino Tuzi, in servizio nel 2001 ad Arce e morto suicida l'11 aprile del 2008.
Il brigadiere disse di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma la mattina del 1 giugno 2001 e di non averla più vista uscire. A questo proposito gli accertamenti svolti sulla morte di Tuzi nel 2016, su input dei suoi familiari, hanno evidenziato, secondo la procura, che il suo suicidio sarebbe in stretta relazione con le sue rivelazioni sull'omicidio Mollicone rese pochissimi giorni prima.
Inoltre in quell'occasione viene trascritta per la prima volta la conversazione ambientale nella quale il maresciallo Quatrale, presente con lui in caserma la mattina del 1 giugno 2001, lo invitava esplicitamente a ritrattare le precedenti dichiarazioni. A spingere la procura dopo 18 anni a chiedere il rinvio a giudizio per 5 persone sono gli esiti delle nuove indagini avviate dopo l'opposizione da parte del padre di Serena, Guglielmo Mollicone, all'archiviazione del 2015.
Decisiva è la riesumazione del cadavere e le analisi che vengono svolte con l'applicazione di tecniche all'avanguardia sia dalla professoressa Cristina Cattaneo del Labanof dell'Istituto di medicina legale di Milano sia dal Ris dei carabinieri di Roma. Durante i nuovi accertamenti la procura ascolta 118 testimoni molti dei quali ponderatamente scelti tra i 1.137 più volte già sentiti nel corso dei 18 anni di indagine.
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"Magari è il contrario, no?"
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
kat cosa c'entra questa sparata? Passi una volta ogni morte di Papa per dire sta roba? Sembri il papero quando gli giravano.katmandu69 ha scritto: ↑25/07/2020, 9:54già,io sono cosi democratico che vi ammazzerei tutti......LoSpazzino ha scritto: ↑24/07/2020, 19:12I comunistoidi vedono fascisti ovunque,dai è la regola,fascisti e razzisti everywhere
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
Piacenza, la madre di Montella: “Un bravo ragazzo. Tirano fuori Gomorra perché siamo di Napoli”
Lo scandalo che ha colpito la caserma dei Carabinieri di Piacenza è ormai sulla bocca di tutti. Un gruppo di Carabinieri, guidati da Giuseppe Montella detto “Peppe”, accusati di spaccio di droga, pestaggi, estorsioni e torture in caserma. Per sua mamma Giuseppina, invece, come racconta La Stampa, il carabiniere è “un bravo ragazzo. E tirano fuori Gomorra perché veniamo da Napoli. Se Peppe era di Piacenza non lo dicevano che era Gomorra“. Secondo l’accusa l’appuntato Giuseppe Montella, per arrotondare lo stipendio statale gestiva un traffico di droga con l’aiuto dei colleghi. Un giro talmente redditizio che gli ha permesso di comprare una villa da 270 mila euro alle porte di Piacenza, dove nel periodo della quarantena, in barba ai divieti, riuniva parenti e amici. E di comprare, dal 2008 ad oggi, 16 moto di grossa cilindrata e 11 macchine di lusso, tra cui Bmw, Mercedes, una Porsche Cayenne, e da febbraio scorso anche un’Audi pagata appena 10mila euro. Mamma Giuseppina però non ci sta a queste accuse e difende il figlio: “Non ci credo a tutte quelle storie che ho sentito in televisione” ripete alla “Stampa”. E aggiunge: “Se faceva veramente del male, deve pagare, ma io non ci credo. Un bravo ragazzo, si stava pure laureando in Giurisprudenza…“. E sulla disponibilità di tanto denaro e delle foto fatte sventolando banconote, la signora Giuseppina ricorda: “Mi ha detto che li aveva vinti al Superenalotto con gli amici, non erano in caserma…“.
Piacenza, chi è Mary la compagna di Peppe Montella che spacciava con lui e si faceva raccontare i pestaggi: «Amore dove metto la cartellina coi soldi?»
Dalle intercettazioni emerge che la donna era a conoscenza degli affari di Giuseppe Montella e che, in alcune circostanze, l’abbia aiutato con la gestione di soldi e stupefacenti. Intanto l’Arma azzera la catena di comando provinciale
Lui stesso, Giuseppe Montella, si considerava il capo della banda dei sei carabinieri della stazione Levante arrestati, tra l’altro, per tortura, estorsione e spaccio. E al suo fianco, nella vita ma anche negli affari, c’era Maria Luisa Cattaneo. La 37enne, coetanea del suo compagno, era a conoscenza di tutto ciò che faceva Montella, detto Peppe: dalle frequentazioni con i fratelli spacciatori Giardino ai soldi che arrivano nelle casse famigliari grazie alle attività criminali. Dalle carte del tribunale di Piacenza si capisce che Cattaneo accompagnava Montella a prelevare quantità ingenti di hashish – in un’occasione addirittura mezzo chilogrammo – e, sempre insieme lo trasportavano nel garage «nella disponibilità della donna». Ma non si trattava solo di hashish: nella compravendita di stupefacenti, la compagna dell’appuntato avrebbe partecipato all’acquisto di alcuni grammi di cocaina. Il carabiniere, con la quale Cattaneo ha una relazione da circa quattro anni, avrebbe esercitato il suo ruolo di pubblico ufficiale per ottenere favori per la donna: Montella è riuscito a farle avere un pass per accedere alla zona a traffico limitato di Piacenza, diritto che spetta solamente a chi svolge funzioni di ordine pubblico. Le discussioni sulle violenze commesse dal carabiniere sono frequenti. Montella le racconta dei pestaggi, delle quantità di droga acquisite e dei soldi. Lei lo assiste nella conservazione degli stupefacenti, «Te lo metto dentro un barattolo», e del denaro ottenuto dagli affari con i fratelli Giardino, «Amore questa cartellina con i soldi posso metterla nel baule?». Montella le risponde: «No amore mettila davanti perché mi servono i soldi, ho solo 50 euro. Anzi, sfilami da dentro 100 euro e poi quella la metti nel baule». E ancora, sulle percosse perpetrate ai danni di un ragazzo di nazionalità egiziana, Montella racconta alla compagna: «Questo c’ha fatto penare. Mamma quante mazzate ha pigliato. Abbiamo aspettato là dieci minuti, siamo riusciti a bloccarlo, non parlava e ha preso subito due, tre schiaffi – dice a Cattaneo -. Ne ha prese amore, in caserma! Colava il sangue, sfasciato da tutte le parti. Un ragazzino del ’96, non ha detto ‘A». Lei non appare scossa dalla violenza dell’uomo. I due, spesso, spacciavano le sostanze in perfetto coordinamento e utilizzavano il garage della casa di Cattaneo, a Piacenza, come luogo di stoccaggio della droga. «Gli accadimenti illustrati – nell’ordinanza di custodia cautelare – dimostrano, tra le altre cose, come Cattaneo Maria Luisa sia totalmente consapevole delle attività illecite svolte dal compagno Montella e come non abbia alcuna esitazione nel mettere a disposizione i locali della propria abitazione per occultare lo stupefacente dallo stesso custodito». Quando la situazione è iniziata a precipitare, con l’arresto di Matteo Giardino, Cattaneo dice al compagno: «L’altra volta m’hai detto: “Non mi fermeranno mai! Sono un carabiniere!”», e lui, riferendosi alla droga trasportata nella propria vettura, «Io in macchina non ho mai portato niente a Piacenza, amore. L’ho fatto due tre volte, ho preso quei soldi che dovevo e non l’ho fatto più». E invece la storia è andata diversamente: oltre agli arresti, il comando generale dei carabinieri ha azzerato i vertici locali dell’Arma.
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
Piacenza, Giuseppe Montella e Maria Luisa Cattaneo: le foto della coppia
https://www.corriere.it/foto-gallery/cr ... 02eb.shtml
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
Blif style..
...ma fa anal??? (by Trez 2001)
La nostra Clara è troppo avanti, del tipo se uno fa una scoreggia lei l'ha già annusata prima che esca dal buco del culo. (Trez 2015)
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato
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