(o.t.) ricevuta fiscale....

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cicciuzzo
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3511 Messaggio da cicciuzzo »

dostum ha scritto:
cicciuzzo ha scritto:però detta così sembra che in Italia FCA non paghi tasse e non è così. un conto è la tassazione degli utili un conto è la tassazione delle attività commerciali ordinarie (decisamente più elevate)
Quindi è giusto fargli 270 milioni di sconto (Elkan è un vero signore altro che quei cumenda) mentre gli altri vanno in galera?
https://www.tg24-ore.com/2019/01/01/eva ... no-del-pd/
https://www.ansa.it/sito/notizie/politi ... ef30a.html

piccolo particolare (per te, ma anche per gli altri due pseudo intelligenti, rispetto ai quali per mera compassione fornisco queste notizie). in Italia FCA versa l'IVA. versa l'irpef dei suoi dipendenti. versa l'irap. paga la tassa dei rifiuti.

l'esempio che ho portato non è lo scontrino del caffè, l'esempio che lo pseudo intelligente e il suo sodale indeciso tra la coda alla caritas e il forex fanno sempre, ma è evasione totale o quasi. sennò non finisci in galera.

lo so che con voi è battaglia persa.

dostum poi si sa è afflitto da sindrome di stoccolma. è dipendente ma vede il sangue quando si parla di poteri forti o presunti tali e le multinazionali quindi lo sono. allora preferisce tafazianamente bastonarsi gli zebedei e giustifica evasione fiscale e sottostanti comportamenti illeciti.

ma non è che il ticinese Rezzonico e l'ex gioiellerie spezino non lo sappiano. solo che giocano al ruolo degli apologeti dell'evasione fiscale. come se fossero su facebook, nulla di più
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dostum
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3512 Messaggio da dostum »

Economia e società allo stremo: cosa si potrebbe fare

di Alberto Bradanini

saracinesca abbassatajUn acuto economista del secolo scorso affermava che la sola cosa più instabile dell’economia sono gli economisti. Un’osservazione questa che potrebbe estendersi alla politica se non fosse smentita dalla granitica stabilità dei nostri esperti e decisori politici su temi economici, tutti seguaci della medesima ideologia e in preda alla confusione davanti al dovere di restituire lavoro e speranza a un popolo alla deriva.

Il clero dei media – insieme agli ambienti, diciamo così, scientifico/accademici – tendono su questi temi a rovesciare la metodologia su cui si fonda la scienza: prima viene deciso il risultato da raggiungere, poi la strada per arrivarci. Per quanto seducente possa essere questo metodo, sarebbe bene ogni tanto guardare ai risultati. Il sentiero finisce in un baratro, ma a pochi viene in mente di cambiar direzione.

Vediamo qual è oggi l’assetto sociologico della nostra società. Gli strati alti del sistema navigano tranquilli anche durante il cattivo tempo, basta aspettare in coperta che torni il sereno, scaldandosi lo stomaco con un buon vino. Appena sotto troviamo coloro che in cambio di carriere e prebende, più o meno lecite, si adoperano per sostenere la punta della piramide: hanno un lavoro stabile e protetto, guardano il mondo con ottimismo, non si lasciamo prendere dallo sconforto. Più in basso la maggioranza, precari, occupazioni di sopravvivenza, futuro famiglie e figli quanto mai incerti, una pensione da fame se mai arriverà, vite che non avremmo sognato.

In fondo gli estromessi, abbandonati all’elemosina dei viandanti, soccorsi dalla parrocchia, materia di studio per accademici e pratiche per la magistratura. Un sistema tenuto accuratamente nascosto da un esercito di incensieri mediatici – i soldati valorosi combattono nelle trincee della rete, dove cercano come possono di far sentire la loro voce di resistenti – retribuiti per nascondere l’assenza di pluralismo, di idee e di progetti sotto il grande ombrello del pensiero unico neoliberista, l’umiliante accettazione di una società ingiusta e de-etificata dall’individualismo del consumo e del profitto, e dall’abbandono sociale. La cosiddetta sinistra (indistinguibile dal suo apparente contrario) non ha alcun modello, prima ancora che intenzione, con cui battersi per un cambiamento. Essa è oggi stabilmente incorporata nell’archetipo dell’ineludibile, senza alcun afflato palingenetico, nemmeno di facciata. Il suo non-pensiero – nell’inconsapevole grigiore dei suoi dirigenti – è stato inghiottito nell’imbuto dell’immanenza ideologica, che toglie a un popolo orfano persino il valore incommensurabile del sogno.

Radio, stampa e tv ripetono sino al soffocamento cerebrale che l’Italia deve ripartire, occorre che l’economia torni a pieno regime. Una volta sconfitto il virus, vanno costruiti nuovi ospedali per non ripiombare nell’angoscia quando arriverà, prima o poi, il Covid numero 20; occorre ridare fiato alla scuola e alle università; sarà poi necessario occuparsi dei comuni, che sono allo stremo e mancano di risorse per servizi essenziali e tutela minima degli spazi collettivi. Il governo, ne siamo certi, si occuperà anche del Sud, unica regione del continente in via di perenne sottosviluppo, che ha abdicato persino all’illusione della speranza. E poi le infrastrutture, ponti che cadono e strade in disfacimento, ampie porzioni di campagne e montagne abbandonate alla clemenza della natura. Su questo lungo catalogo di bisogni si distendono, come una coperta di pietra, disoccupazione, inoccupazione, precariato, casalinghe mai tentate dalla ricerca di un lavoro inesistente e sfruttamento di umili immigrati con lo sguardo stupefatto su un paradiso che somiglia sempre più al suo contrario. Se qualcuno si domandasse quali sarebbero le probabilità che – rebus sic stantibus – i problemi elencati possano ricevere qualche significativo avvio di soluzione nei prossimi mesi o anni, il riscontro sarebbe, in una visione ottimistica, nessuna.

Al centro dell’agenda dell’atteso cambiamento si colloca dunque il lavoro, un lavoro stabile e dignitoso per tutti, come proclamano i citatori di Costituzione che poi nulla fanno per attuarla. E la bizzarria di questo orizzonte è che si tratta di un obiettivo raggiungibile, se solo la sfera politica tornasse a prevalere su quella economico, il cui paradiso è fatto delle ceneri della maggioranza oppressa.

L’Italia dispone di un esercito di braccia, da una parte, e deve costruire un’immensità di infrastrutture materiali e immateriali, dall’altra. Mancano però, ci dicono, le risorse finanziarie. Ma com’è possibile se è lo Stato a dar valore al denaro? La moneta è una costruzione normativa: nomisma da nomos, la legge in lingua greca. Lo Stato crea il denaro e gli dà valore. Non solo, lo produce dal nulla e a costo zero, e noi lo accettiamo in cambio di beni o servizio perché con esso dobbiamo pagare le tasse.

Qualcuno potrebbe pensare che questo era vero un tempo, mentre oggi sarebbe diverso. Ma non è così, è tutto come un tempo. Lo Stato è povero – ci raccontano -, ed è costretto raccogliere risorse sul mercato, vale a dire dalla speculazione internazionale, per pagare stipendi, pensioni e infrastrutture, sopperendo come può ai bisogni dei cittadini. Esso invece dispone di tutte le risorse che servono, purché lo voglia.

Lo Stato italiano, attuando la Costituzione, recuperi il potere democratico della politica sulla deviazione mercantilistica dell’economicismo. Polis significa posizionare al centro l’interesse del popolo, scalciando l’ideologia che impone la prevalenza del profitto sui bisogni collettivi. È urgente restituire consistenza e dignità a uno Stato stremato da abbandono etico e depauperamento di risorse, come possiamo constatare anche in queste drammatiche giornate.

Ecco perché occorre una coraggiosa riflessione sul funzionamento dell’attuale assetto istituzionale e monetario dell’Unione Europea, che è divenuta nel tempo strumento per depredare le nazioni gregarie a favore di un’oligarchia sovranazionale mai sazia di ricchezze e potere. Una presa di coscienza di ciò restituirebbe ai ceti dominati, precari ed estromessi la speranza di un futuro diverso. Nel vecchio continente, il pensiero neoliberista mondialista ha avuto bisogno di questa Unione Europea per vincere le resistenze dello Stato nazionale (nulla a che vedere con nazionalismo/sovranismo, principio al quale si sono ispirate le oligarchie dominanti di Germania e satelliti), che costituiva il recinto istituzionale che si sarebbe battuto contro questi soprusi. Per il famelico monoteismo neoliberista lo Stato nazionale, democratico e genuinamente inter-nazionalista, che si batte per un lavoro decoroso per tutti, è il nemico pubblico numero uno e, dunque, deve essere distrutto.

Ma le pagine del libro della storia sono infinite. Il dominio del denaro e l’umiliazione di una società priva di etica e di benessere non deve essere l’imbuto nel quale precipitare l’avvenire dei popoli. In un paese moderno, lo Stato – basta che lo voglia – ha a disposizione tutte le risorse di cui necessita per dare lavoro a tutti, ma proprio a tutti, e non è questa la candida aspirazione di un’anima sensibile alla sofferenza umana, sebbene ciò è possibile non è per questo facilmente attuabile. Le idee tuttavia anticipano l’azione.

Davanti al bisogno di sopravvivere e di sviluppare benessere sociale, occorre mirare al cuore, affrontando quell’edificio traballante chiamato Unione Europea, un corpus politico/giuridico che segue codici ignoti alla quasi totalità dei cittadini europei (ben pochi hanno letto – o ha tentato di farlo – i faraonici Trattati istitutivi), nomi e competenze ignote dell’ineffabile Commissione Europea, dell’euro-parlamento, del Consiglio o della Banca Centrale. Eppure, questi organismi, lontani e misteriosi, hanno in mano la vita di noi tutti, perché ad essa abbiamo consegnato le chiavi della legge e della moneta, beni supremi che consentono ai cittadini di vivere o morire.

Tranne 19 (gli appartenenti all’eurozona) 174 paesi (su un totale di 193 membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite) sono sovrani della loro moneta (e nessuno si sogna di chiamarli sovranisti!), quindi in grado di emettere a gratis, senza costo alcuno, tutta la moneta necessaria a soddisfare i bisogni dei propri cittadini. Che lo facciano o meno è una mera decisione di politica economica. Il titolo di debito può essere scambiato contro contanti dalla banca centrale in qualsiasi istante. Il solo limite raccomandabile, come insegnano teoria e prassi storica, è il raggiungimento della piena occupazione, a partire dalla quale l’immissione di ulteriore moneta farebbe crescere il tasso d’inflazione oltre una soglia fisiologica (e il condizionale è d’obbligo, poiché tale conseguenza non è nemmeno certa). Nel patologico sistema dell’eurozona la moneta invece deve essere acquistata dallo Stato sui mercati pagando un tasso d’interesse, al quale nel caso dell’Italia si aggiunge lo spread, un interesse aggiuntivo che per contro consente alla nazione dominante (la Germania) di finanziarsi sui mercati a costo negativo. Eppure, il profondo senso politico di tutto ciò sfugge alla vigile attenzione dei nostri governanti. Vediamo.

Il primo gigantesco deficit dell’Unione è istituzionale, prima ancora che monetario o di politica economica, dal quale discendono gli altri due, anch’essi cruciali. Nei decenni scorsi l’Italia ha irresponsabilmente ceduto prerogative costituzionali fondamentali non a un sistema democratico sovranazionale (una cessione che in ogni caso, nel rispetto della Costituzione, sarebbe dovuta avvenire con il consenso esplicito del popolo), ma a un’entità tecnocratica e giuridicamente opaca che opera in una giungla inintelligibile di procedure al servizio della finanza transnazionale e delle oligarchie dominanti, ancora una volta quella tedesca e dei paesi satelliti. Tali organismi offendono quei principi di democrazia e solidarietà che sulla carta sarebbero alla base della costruzione europea. Argomenti cruciali, eppure accantonati con lucida follia dai mezzi di comunicazione di massa. Per costoro i cittadini sono strumento non soggetto di cultura politica, chiamati ad avvicinarsi al rumore mediatico come un consumatore alla ricerca di conferme semplificatorie e non di riflessione critica.

Soffocati dall’umiliante narrazione che ci vuole alle prese con problemi irrisolvibili dalle nostre sole forze, abbiamo ceduto le chiavi del nostro benessere a un potere sovra-nazionalizzato che impone il disvalore politico a favore dell’economicizzazione dell’azione pubblica. Sono state in tal modo sottratte allo Stato le prerogative essenziali che lo rendono tale, tra cui la sovranità istituzionale e la leva monetaria, la cui titolarità è stata trasferita alla speculazione mercantile e alle oligarchie creditizie. A questo fine era necessario denunciare scriteriatamente la propensione dello Stato a sperperare ricchezza pubblica e l’incapacità a tenere lontane infiltrazioni criminali e corruzione, esaltando un’inesistente maggiore efficienza privata. Tra le braccia imparziali (sic!) di strutture sovrastatuali o di governi stranieri più rigorosi avremmo imparato a vivere e prosperare all’insegna della solidarietà e della vera democrazia. Orrore e abbaglio in un colpo solo.

La moneta, il fisco e la politica economica vengono in tal modo consegnati a funzionari con stipendi stellari e pilotati da interessi mercantili ed extra-nazionali. Non è certo un dettaglio se la legge finanziaria italiana, la più importante che il Parlamento approva ogni anno, deve prima ottenere il via libera della Commissione Ue per essere discussa ed eventualmente approvata in sede nazionale.

Le leggi europee (chiamate eufemisticamente regolamenti e direttive, e preparate da una tecnocrazia sensibile ai grandi gruppi industriali situati negli stessi corridoi dei palazzi europei) prevalgono così su quelle nazionali. L’euro-parlamento, l’unico corpo elettivo è anche quello che conta meno (e non a caso assegnato a un italiano) e non dispone nemmeno del potere d’iniziativa legislativa, essenza di ogni parlamento degno di questo nome: le leggi proposte dalla Commissione vi fanno una rapida apparizione per essere poi approvate o respinte dal Consiglio, quando serve a maggioranza, quindi solo se in linea con gli interessi tedeschi. Infine, la Banca Centrale Europea, che diversamente dalle omologhe degli altri paesi, si occupa solo di lotta al fantasma dell’inflazione, invece di far crescere l’economia e combattere la disoccupazione.

Sorprende come mai la cecità di un ceto dirigente che ripete sino al tedio una filastrocca che ha invece le note di un canto funebre. E se l’abbandono della moneta comune sarebbe una decisione complicata e traumatica, ebbene vi sono però alcune cose che si possono fare, subito, rispettando persino i funesti Trattati Ue: la creazione di una o più banche pubbliche che forniscano liquidità a imprese e cittadini (come fanno tra gli altri tedeschi e francesi), l’emissione di CCF (Certificati di Credito Fiscale) o anche di biglietti di Stato a corso legale solo in Italia, sulla scorta di proposte avanzate da eminenti economisti ed esperti di finanza. Proposte tuttavia che il Ministero dell’Economia e Finanza metodicamente ignora, seguendo il principio dispotico della noncuranza. Se dunque nel mezzo di una tragedia come questa il livello politico e la potente burocrazia del Mef rispondono con un muro di gomma, e poiché nulla sotto il sole avviene per caso, possiamo azzardare la spiegazione che essi non rispondano agli interessi del popolo, ma ad altro, a carriere eterodirette o forse semplicemente all’angoscia di dover passare all’azione.
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3513 Messaggio da cicciuzzo »

dacci oggi il nostro evasore fiscale

https://casertaweb.com/notizie/truffa-e ... -promotek/


https://www.strill.it/citta/reggio/2020 ... -000-euro/


naturalmente per il forumista intelligente si tratta di eroi, che hanno compreso che questa sia l'unica strada contro lo stato ingordo.
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3514 Messaggio da bellavista »

cicciuzzo ha scritto:dacci oggi il nostro evasore fiscale

https://casertaweb.com/notizie/truffa-e ... -promotek/


https://www.strill.it/citta/reggio/2020 ... -000-euro/


naturalmente per il forumista intelligente si tratta di eroi, che hanno compreso che questa sia l'unica strada contro lo stato ingordo.
Bravo cicciolo, sei finalmente passato da rompere il cazzo per baristi e parrucchieri alle società che evadono milioni.

vedi che anche se non sei sveglissimo prima o poi le cose si riesce a fartele entrare in testa? :)

Ora fai un mea culpa per tutti i post del cazzo dove parlavi del barista che non ti scontrinava il caffè indicandoli come la rovina del paese, e ti considererò quasi come un normo dotato intellettualmente :)
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3515 Messaggio da cicciuzzo »

Rezzonico, guarda che siamo più vicini ai baristi che alle multinazionali in questi due casi

leggi con maggiore attenzione
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3516 Messaggio da bellavista »

cicciuzzo ha scritto:Rezzonico, guarda che siamo più vicini ai baristi che alle multinazionali in questi due casi

leggi con maggiore attenzione
Una srl che evade 1 milione è più vicina al barista che non ti scontrina un euro di caffè che a una multinazionale che elude il fisco secondo te? :lol:

Allora niente, non ce la puoi fare. Ho avuto una flebile speranza nelle tue capacità intellettive ma nulla sei un caso disperato :lol:
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3517 Messaggio da cicciuzzo »

è matematica

da un lato hai un bilancino da 20.000 euro, dall'altro fatturati per miliardi di euro (se non ricordo male vi lamentavate dei colossi del web, delle grandi industrie manifatturiere, delle banche)

dove pende la bilancia delle proporzioni numeriche?
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3518 Messaggio da bellavista »

La matematica: per evadere 1.000.000 di euro devi non scontrinare 3.000.000 di caffè (ammettendo che se non scontrini un caffè risparmi 30centesimi di tasse al massimo)

Quindi il rapporto tra il barista e srl che evade un milione è di 3.000.000 a 1

Mentre la multinazionale che evade un miliardo di euro rispetto a un milione è di 1000 a 1

Quindi matematicamente come al solito hai scritto una cazzata :lol:
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3519 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Chi scrive i verbali ha l’obiettivo di raggiungere un alto importo a fine anno di verbalizzato in modo da valorizzare il proprio lavoro accompagnando il tutto da un idonea comunicazione giornalistica.
In pratica viene comunicato l’importo gonfiatissimo come se fosse gia’ stato recuperato. Recuperato lo
è invece quando il soggetto in questione ti ha versato quella cifra, cosa che non avviene mai perché la legge gli consente di esperire una serie di azioni volte ad annullare o ridimensionare quell’importo.
Su verbali di 300 milioni l’erario se ne prende non di rado 5 maledetti e subito, ma al momento del verbale strombazza sempre a prescindere dall’esito finale “ sventato disegno criminoso...” anche quando poi la giustizia tributaria assolve. Le cifre verbalizzate sono spesso impagabili, consentirebbero di ridimensionare il debito pubblico e al contempo di far fallire chiunque.
La scusa machiavellica alla base di questo gioco delle parti e’ che l’organo inquisitore “ fotografa” la situazione “ senza tenere conto di eventuali circostanze a favore del contribuente” poi decide il giudice o ci sono norme similcondono che consentono di ridimensionare tutto. In pratica il lettore si fa un idea assolutamente fuorviata.

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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3520 Messaggio da aldorain »

Quelli che evadono grosse somme hanno le risorse per portare il contenzioso alle calende greche, quindi tendono ad accordarsi in via stragiudiziale con forti sconti.

Chi non può fare la guerra invece é costretto a pagare anche più del dovuto, non può dimostrare il verbale gonfiato.

Comunque siamo uno stato dove l'ex presidente del consiglio é stato condannato per evasione fiscale e nonostante tutto é ancora candidato...

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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3521 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Non sono d'accordo con questo riferimento all'ex presidente del consiglio.
Con un impianto normativo come il nostro non ci vuole molto ad addossare illeciti ad un contribuente, se poi quel contribuente si trova di fronte una magistratura a lui ostile pregiudizialmente non vedo vie d'uscita.
Se il presidente del consiglio è quello che dico io facendo un confronto con chiunque altro (100% di altri politici o 95% di altri imprenditori) sulla sostanza, cioè sulle imposte versate alle stato nel lungo periodo, si vedrebbe la realtà delle cose, impietosa per gli altri.
Abbiamo anche un attuale presidente della camera che aveva la domestica in nero dicendo che era una che veniva volontariamente a fare le pulizie. Se questo fosse stato presidente di un gruppo non credo che sarebbe stato un esempio di onestà.

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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3522 Messaggio da cicciuzzo »

https://www.ilsecoloxix.it/la-spezia/20 ... h5gdw3EfgM

Questo chissà se è amico dell'amico nostro.... 8)
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3523 Messaggio da dostum »

Patrimoniale: cos’è, quali beni colpisce e la nuova ipotesi causa Coronavirus

Il crescente livello di indebitamento pubblico e l'aggravamento delle finanze pubbliche in Italia hanno rievocato l'idea di un possibile prelievo di capitale come misura eccezionale per affrontare le difficoltà economiche



L’imposta patrimoniale è una modalità di prelievo che grava su una parte di ricchezza accumulata nel corso del tempo da persone sia fisiche sia giuridiche. Può colpire beni mobili, come per esempio denaro, azioni e obbligazioni, oppure immobili, nel caso di abitazioni, proprietà e terreni. Viene definita reale quando è diretta a una singola componente della ricchezza di un soggetto. È soggettiva quando pesa sulla ricchezza complessiva, sia mobiliare che immobiliare, ma in Italia – a differenza di altri Paesi – non esiste questa modalità. Si parla di imposta e non di tassa perché non serve a finanziare un servizio direttamente ricevuto, ma servizi che lo Stato o gli enti pubblici corrispondono nel tempo alla collettività.

Come può essere attuata - Esistono diverse tipologie di patrimoniali. È fissa quando viene versata indistintamente da tutti i contribuenti per lo stesso importo, oppure è variabile se la percentuale viene calcolata in base al valore del patrimonio di ciascun contribuente. L’imposta può essere ordinaria, con cadenza regolare, oppure straordinaria, cioè applicata in casi eccezionali e senza periodicità.

I nuovi debiti dell'Italia - Per finanziare il maggiore deficit atteso per questo anno a causa dell'emergenza Covid-19, l’Italia avrà bisogno di oltre 100 miliardi di euro. Una cifra elevata per un Paese già altamente indebitato e che al momento ha all’attivo circa 10mila miliardi di euro di ricchezza accumulata, in forma di fabbricati, terreni, investimenti finanziari, risparmi liquidi e altri beni, che complessivamente vale 5,5 per cento del Pil. Quando una nazione si trova in una situazione di emergenza e c’è bisogno urgente di liquidità, è molto probabile che lo stato patrimoniale venga colpito. La crisi economica conseguente a quella sanitaria indotta dal Coronavirus ha portato la classe politica italiana a discutere sulla possibilità di costituire una patrimoniale.

La proposta del Pd - Il Partito democratico ha proposto alla Camera dei Deputati la Covid Tax, un’imposta patrimoniale che prenderebbe la forma di un “contributo di solidarietà” per gli anni 2020 e 2021 “a carico dei redditi più elevati, da destinare a tutti coloro che versano in situazioni di povertà a causa della crisi o in situazioni di grave difficoltà per la perdita completa del reddito, come i giovani lavoratori autonomi”. Il prelievo graverebbe sui cittadini che hanno un reddito annuale superiore agli 80mila euro e inciderebbe sulla parte eccedente di tale soglia. Secondo le previsioni, il rendimento sarebbe di 1 miliardo e 300 milioni di euro annui. La proposta prevede che “la somma versata, rispettando i criteri di progressività sanciti dalla nostra Costituzione, sarà deducibile e partirà da alcune centinaia di euro per le soglie più basse fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione”.

Le reazioni - L’ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini, si è pronunciato favorevole a richiederla a chi ha di più per far fronte alle difficoltà del momento. È dello stesso pensiero la senatrice del Movimenti 5 Stelle, Paola Nugnes, che ha difeso questa tipologia di imposta, partendo dal presupposto che le società capitaliste sarebbero ingiuste e produrrebbero molteplici “scarti”, tra cui umani. Pronta la replica di Forza Italia, attraverso le parole del vicepresidente Antonio Tajani su Twitter: "La patrimoniale è inaccettabile. Ci opporremo con tutte le nostre forze ad ogni tentativo di mettere le mani nelle tasche e nei conti degli italiani. Il governo deve dare non togliere ai cittadini. Non c'è bisogno di un nuovo sceriffo di Nottingham". Sulla stessa linea del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: ​“Ne penso malissimo: sarebbe un disastro", ha commentato. "Come sempre la sinistra sa proporre solo nuove tasse, che sono esattamente il contrario di quello di cui oggi il paese ha bisogno". Mentre il numero uno della Lega Matteo Salvini l'ha liquidata come "follia generalizzata".
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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3524 Messaggio da dboon »

Nel loro complesso, le indagini hanno permesso di accertare fatture per operazioni inesistenti, emesse da 18 distinte imprese “cartiere”, di cui 3 dislocate fittiziamente in Romania, per un importo di oltre 60.000.000 di euro

https://www.gazzettadiparma.it/parma/20 ... i-3415364/
"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi

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Re: (o.t.) ricevuta fiscale....

#3525 Messaggio da LoSpazzino »

Credo che sia come per le tasse,chi dichiara redditi milionari sono pochissimi e quindi se pensi di fare gettitto da questi,recuperi poco o nulla anche se li spolpi,se invece prendi poco da milioni di italiani fai i migliardi di euro.Per l'evasione credo che è lo stesso.

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