Q uesto è interessante
Coronavirus, ‘hackerati’ la Gates Foundation, l’OMS, il laboratorio di Wuhan
22.04.2020 – 19.28 – Nella notte di ieri, pirati informatici avrebbero sottratto e poi diffuso attraverso Internet quasi 25mila indirizzi email e password appartenenti, tra gli altri, alla Gates Foundation, al National Institutes of Health, all’Organizzazione mondiale della sanità OMS e al laboratorio di ricerca sui virus di Wuhan. Le informazioni sarebbero state rilasciate domenica. Rita Katz, della SITE (società privata di Intelligence statunitense), ha comunicato su Twitter che l’hack “è stato effettuato nei confronti nell’NIH, del WHO, dei CDC, della Gates Foundation e del Wuhan Institute of Virology” e che “gruppi neonazisti stanno facendo girare i contenuti dei database presuntamente violati.”
La Katz parla di diffusione da parte dei ‘Neo Nazi’ ma, inizialmente, il furto è stato effettuato e rivendicato da due gruppi diversi. Il gruppo principale, gli Usa Hackers, non si schierano in posizioni politiche specifiche, descrivendosi come “un gruppo di attivisti anonimo che aiuta gli individui a proteggersi contro malware, virus, sorveglianza del governo e attacchi di ‘black hat hacker’. Essi poi effettivamente hanno specificato che: “Mentre la milizia κατέχον ha hackerato i server della Gates Foundation e Marina Abramovic, siamo stati noi a far trapelare tutti i dati. Da quello che abbiamo scoperto nei dati di quell’hack, la decisione di hackerare OMS, CDC, NIH e Banca mondiale e prendere anche i loro dati, perché sono tutti collegati”. Il prossimo passo, come comunicato da loro stessi, potrebbe essere “la fuga di notizie sui bonifici bancari che rivelano chiaramente che Bill Gates ha avuto un ruolo nel controllare l’intera storia della pandemia di Covid-19″, riferimento che si ricollega a una delle più diffuse bufale Web di questo periodo.
NeoSITE sostiene di non essere in grado di verificare se gli indirizzi e-mail e le password comunicati siano autentici; il Washington Post fa sapere che ben 9.938 mail e password hackerati fanno capo al NIH (National Institutes of Health). I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CD) hanno avuto 6857 mail e password hackerate; la Banca mondiale 5120; l’OMS invece 2.732. Un numero inferiore di voci per la Gates Foundation e per il Wuhan Institute of Virology, il centro di ricerca cinese nella città in cui è iniziata la pandemia che è stato accusato (senza nessuna prova finora; assieme a quella su Gates, è un’altra delle bufale più quotate) di aver avuto un ruolo nell’innescare l’epidemia. I documenti online con il termine di ricerca “Gates Hack” contengono già un elenco di donatori alla Gates Foundation, ma fin qui, nulla di segreto: molte persone in tutto il mondo sono membri o simpatizzanti della fondazione e la sostengono pubblicamente. La fondazione Gates stessa ha commentato: “Stiamo monitorando la situazione in linea con le nostre pratiche di sicurezza dei dati. Al momento non abbiamo un’indicazione di una violazione dei dati alla base”; l’FBI, sempre secondo il Washington Post, non ha commentato. Katie Rosborough, portavoce di Twitter, ha dichiarato: “Siamo a conoscenza di questa attività relativa all’account, e stiamo adottando azioni di applicazione diffuse in base alle nostre regole, in particolare la nostra politica in materia di informazioni private. Stiamo inoltre intraprendendo azioni di rimozione collettiva sull’URL che rimanda al sito in questione”. Robert Potter, un esperto di sicurezza virtuale australiano, come riportato dal Washington Post, ritene che le mail appartenenti all’OMS siano reali.
I riferimenti alle informazioni compromesse distribuite online hanno però alimentato anche le fake news, incluso il presunto collegamento dell’HIV, il virus che causa l’AIDS, al Coronavirus, smentito oggi dalla comunità scientifica internazionale. A condividere queste informazioni, infatti, è stato davvero anche un canale neonazista, questo sì, chiamato Terrorwave Refined, che ha pubblicato un meme in cui affermava che le informazioni sequestrate attraverso gli indirizzi e-mail e le password indicavano che “SARS-Co-V-2 era stato creato artificialmente con lo scopo di trovare un vaccino per l’HIV”. Non sono state fornite però prove a riguardo e l’ipotesi, inoltre, è stata esclusa dagli scienziati che hanno duramente criticato le posizioni di Luc Montagnier. Il rischio in questi casi è quindi quello di esporre notizie distorte prima che le stesse siano realmente verificate. La loro, al momento, resta infatti un’illazione che va a scadere nella disinformazione in una situazione mondiale ora più che mai delicata dove è facile declinare le posizioni all’estremo, con il rischio di fratture sociali: oltre al singolo ‘tweet’ o ‘post’ sono necessarie sempre una verifica della notizia e un giudizio informato.
L’attacco informatico in questione, non dimostrando attualmente nulla di concreto, sembra quindi quasi essere un segnale per il ‘deep State’, mandato da utenti ed individui che si interrogando sulle questioni mondiali e, se non coinvolti, decidono quindi di andare alla ricerca di ciò che ritengono ‘verità’. Nel caso di Edward Snowden, si trattò di un’azione importante e rivelatrice; nella maggioranza dei casi, almeno per ora, non è emerso nulla di nuovo, se non rumore di fondo.
[NdA: la definizione di Hacker non identifica solo gruppi criminali o sovversivi. Di solito si differenziano a seconda del ‘cappello’ (hat) che indossano: i ‘Black Hat Hackers’ sono considerati cyber-criminali, entrano nei sistemi per distruggerli o modificarli, sono responsabili di malware e ricatti; i ‘Grey Hat Hackers’ sono ‘neutri’, ovvero svolgono comunque un lavoro illegale in quanto entrano nei sistemi senza permesso ma di solito avvisano gli utenti della ‘falla’ e lo fanno principalmente per dimostrare, appunto, le ‘pecche’ informatiche che hanno scoperto. l ‘White Hat Hackers’, infine, sono conosciuti anche come “hacker etici”, di solito sono dipendenti o appaltatori che lavorano per aziende come specialisti della sicurezza che tentano di trovare falle nella sicurezza tramite l’hacking, spesso quindi in modo legale].
