Kowalski ha scritto:Ovviamente il tutto è finalizzato a beccarne almeno uno o due che cacciano i 3.000€, ma francamente nella maggior parte dei casi mi sembra si possa configurare il reato di circonvenzione di incapace.
Volendo scomodare il diritto penale a tutti i costi lo inquadrerei come estorsione, non so con quale successo. Forse si potrebbe sostenere anche una sorta di sfruttamento della prostituzione (in pratica hanno pagato un rapporto sessuale) ma il tema è spinoso e mi auguro che il legislatore si decida a risolvere le molte ambiguità presenti in questa fattispecie. Per esempio chi affitta le case sfrutta? Per esempio i giornali, ce ne sono anche di importanti, che pubblicano gli annunci a pagamento sfruttano? Ed altre problematiche il cui esame ci porterebbe lontano. Per cui vado avanti.
Molto di più si potrebbe dire in ordine al profilo civile. Occorrerebbe, vaddassè, leggere le carte, cioè la liberatoria. Non ne disponiamo, per cui facciamo delle ipotesi. Quand’anche avessero firmato la liberatoria, essa è sempre rinunziabile, salvo il risarcimento del danno di chi faceva conto sulla stessa.
Quindi ecco la prima ipotesi: nella liberatoria è indicata la cifra di tremila euro come corrispettivo per il recesso (sembrerebbe strano però che l’organizzatore lo dica come novità). In questo caso si tratta di una clausola penale sulla quale non si può far molto se non chiedere al giudice che la riduca in forza dell’articolo 1384 del Codice Civile (penale manifestamente eccessiva).
Come seconda ipotesi dobbiamo quindi esaminare il caso in cui non sia indicato alcun corrispettivo in caso di recesso (cioè di revoca della liberatoria). In questo caso l’organizzatore deve dimostrare (leggasi _dimostrare_) che per effetto della revoca ha avuto X euro di danni.
In buona sostanza si inverte l’onere della prova: se hanno indicato una penale il malcapitato deve dimostrare che tremila euro sono troppi (peggio: _manifestamente_ troppi) se non l’hanno indicata l’organizzatore deve dimostrare di aver subito un danno di tremila euro.
In ogni caso, in presenza di revoca della liberatoria, mentre si discute sull’ammontare del risarcimento non si pubblica niente. Si discute in tribunale, tre gradi di giudizio. Secondo me i malcapitati non sono messi così male.