Dopo Tav, è la nuova Via della Seta che porta aria di crisi nell’esecutivo giallo-verde? Il diretto interessato, Giuseppe Conte, lo nega categoricamente. "Il Governo, quando si muove su questi scenari, lo fa sempre in modo coordinato coerente", spiega il premier, che la settimana prossima firmerà un memorandum assieme al presidente Xi Jinping. Il documento prevede maggiore cooperazione con Pechino, cosa che preoccupa gli Stati Uniti.
Conte dice che pur aderendo al progetto voluto dalla Repubblica popolare, l’Italia resta inserita nel contesto europeo, collocata nella prospettiva europea ed atlantica, aprendo una strada nuova verso Oriente. Le opposizioni, però, parlando di "svendita dei sovranisti".
Per il vicepresidente di FI, Antonio Tajani, l’esecutivo è pronto a dare parte del nostro debito pubblico ai cinesi, offrendo in cambio i porti di Genova e Trieste come approdo della nuova via della Seta. Il vicepresidente dell’Emiciclo di Strasburgo, proclamandosi "sovranista europeo", auspica che l’Italia non diventi "una colonia di Pechino
