[O.T.]Topic necrologio
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- Gargarozzo
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Niente Geisha, di solito non sono uno da commiati ma difficile non scrivere niente su chi ti ha dato cose preziose.
A me Pastorale Americana scavò più di altre cose: probabilmente lo lessi nel momento giusto.
Poi andai a ritroso e lessi altre cose, sicuramente il Teatro di Sabbath era potente e così Lamento di Portnoy; La macchia umana per qualche motivo mi è rimasto di meno, forse perché me ne ricordo di più il film (che secondo me ha svilito il libro, ma questo è anche inevitabile); cionondimeno, La macchia umana mi ricordò delle cose importantissime sull'apparenza, sulla menzogna, anche sulla fatalità degli eventi.
Anni dopo lessi un'analisi secondo me altamente superficiale su Roth: un critico ne denunciò l'insistenza ossessiva sui temi della malattia, della morte, della sconfitta. Sono temi cari a Roth ma che ho sempre letto come grimaldelli per restituire qualcosa di potente, non di meramente autocommiserativo o morbosamente malinconico come fanno altri autori; trovai quindi pretestuosa quella critica, Roth ha sempre trovato nella sofferenza una propria occasione di racconto ma in un modo che definire "depressivo e malato" è un insulto alla sua opera: raramente una critica mi fece incazzare così tanto.
Qua entriamo però anche nelle suggestioni personali. Per dirne una, non sono mai riuscito a trovare solo disperazione nell'opera di Van Gogh, che per molti è proprio uno degli archetipi della disperazione; non so neanche dire perché, ma se non qualcosa di gioioso nelle sue opere ho trovato anche qualcosa di veramente vitale; e di disperato, anche, ma disperatamente vitale in qualche modo. Poi vederlo in virtù delle vicissitudini di vita è un errore di approssimazione che viene fatto con insistenza (per lui e per altri).
Roth comunque lo conobbi grazie a Primo Levi, di cui ho letto tutti i libri (soprattutto i meno famosi... su tutti, "Il sistema periodico") e che mi è servito anche come spunto anche per altre letture, consigliate da lui nei suoi libri e articoli oppure per qualche altra analogia.
A me Pastorale Americana scavò più di altre cose: probabilmente lo lessi nel momento giusto.
Poi andai a ritroso e lessi altre cose, sicuramente il Teatro di Sabbath era potente e così Lamento di Portnoy; La macchia umana per qualche motivo mi è rimasto di meno, forse perché me ne ricordo di più il film (che secondo me ha svilito il libro, ma questo è anche inevitabile); cionondimeno, La macchia umana mi ricordò delle cose importantissime sull'apparenza, sulla menzogna, anche sulla fatalità degli eventi.
Anni dopo lessi un'analisi secondo me altamente superficiale su Roth: un critico ne denunciò l'insistenza ossessiva sui temi della malattia, della morte, della sconfitta. Sono temi cari a Roth ma che ho sempre letto come grimaldelli per restituire qualcosa di potente, non di meramente autocommiserativo o morbosamente malinconico come fanno altri autori; trovai quindi pretestuosa quella critica, Roth ha sempre trovato nella sofferenza una propria occasione di racconto ma in un modo che definire "depressivo e malato" è un insulto alla sua opera: raramente una critica mi fece incazzare così tanto.
Qua entriamo però anche nelle suggestioni personali. Per dirne una, non sono mai riuscito a trovare solo disperazione nell'opera di Van Gogh, che per molti è proprio uno degli archetipi della disperazione; non so neanche dire perché, ma se non qualcosa di gioioso nelle sue opere ho trovato anche qualcosa di veramente vitale; e di disperato, anche, ma disperatamente vitale in qualche modo. Poi vederlo in virtù delle vicissitudini di vita è un errore di approssimazione che viene fatto con insistenza (per lui e per altri).
Roth comunque lo conobbi grazie a Primo Levi, di cui ho letto tutti i libri (soprattutto i meno famosi... su tutti, "Il sistema periodico") e che mi è servito anche come spunto anche per altre letture, consigliate da lui nei suoi libri e articoli oppure per qualche altra analogia.
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: [O.T.]Topic necrologio
1996 Infinite Jest - 1997 American Pastoral. I due romanzi americani essenziali degli ultimi 30 anni.
Una coppia di libri seminali per i miei poco più che 20 anni di allora.
Riletti in lingua originale in età adulta e apprezzati ad un piano diverso.
Poi di Roth tutto e di David anche quello che non ha mai scritto.
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Su Roth concordo. Ho letto solo Portnoy perché alla fine, sebbene bravo, a me i problemi di un ebreo di new york insomma mi sembrano sempre lontani dai miei.
è vero che lui si eleva oltre però, insomma delle sue fisse con la madre e il bar mitzvah e il padre assicuratore e la psicanalisi e le shicksas, insomma, dopo un po'.poi, per carità, classico dei classici della letteratura dei baby boomer.
Sinceramente mi spiace molto di più - letterariamente parlando - per la morte di Tom Wolfe.
Di cui ho letto Il Falò delle Vanità, Radical Chic (un reportage per Esquire), I am Charlotte Simmons ed un po' di altri articoli.
Un uomo con un coraggio intellettuale senza pari, lontano anni luce dai tic del politicamente corretto.
Inoltre un grande rappresentante del dandysmo contemporaneo.

Ligresti ha devastato Milano con la sua merda. La moglie era la figlia del provveditore ai lavori pubblici, nel 1966. Non serve dire altro.
è vero che lui si eleva oltre però, insomma delle sue fisse con la madre e il bar mitzvah e il padre assicuratore e la psicanalisi e le shicksas, insomma, dopo un po'.poi, per carità, classico dei classici della letteratura dei baby boomer.
Sinceramente mi spiace molto di più - letterariamente parlando - per la morte di Tom Wolfe.
Di cui ho letto Il Falò delle Vanità, Radical Chic (un reportage per Esquire), I am Charlotte Simmons ed un po' di altri articoli.
Un uomo con un coraggio intellettuale senza pari, lontano anni luce dai tic del politicamente corretto.
Inoltre un grande rappresentante del dandysmo contemporaneo.

Ligresti ha devastato Milano con la sua merda. La moglie era la figlia del provveditore ai lavori pubblici, nel 1966. Non serve dire altro.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Appena finito Infinite Jest, tanta roba dentro, diversissimo da Roth nel modo ma qualità straordinaria entrambiPlo Style ha scritto:1996 Infinite Jest - 1997 American Pastoral. I due romanzi americani essenziali degli ultimi 30 anni.
Una coppia di libri seminali per i miei poco più che 20 anni di allora.
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Abbiamo letture simili vedoGargarozzo ha scritto:Niente Geisha, di solito non sono uno da commiati ma difficile non scrivere niente su chi ti ha dato cose preziose.
A me Pastorale Americana scavò più di altre cose: probabilmente lo lessi nel momento giusto.
Poi andai a ritroso e lessi altre cose, sicuramente il Teatro di Sabbath era potente e così Lamento di Portnoy; La macchia umana per qualche motivo mi è rimasto di meno, forse perché me ne ricordo di più il film (che secondo me ha svilito il libro, ma questo è anche inevitabile); cionondimeno, La macchia umana mi ricordò delle cose importantissime sull'apparenza, sulla menzogna, anche sulla fatalità degli eventi.
Anni dopo lessi un'analisi secondo me altamente superficiale su Roth: un critico ne denunciò l'insistenza ossessiva sui temi della malattia, della morte, della sconfitta. Sono temi cari a Roth ma che ho sempre letto come grimaldelli per restituire qualcosa di potente, non di meramente autocommiserativo o morbosamente malinconico come fanno altri autori; trovai quindi pretestuosa quella critica, Roth ha sempre trovato nella sofferenza una propria occasione di racconto ma in un modo che definire "depressivo e malato" è un insulto alla sua opera: raramente una critica mi fece incazzare così tanto.
Qua entriamo però anche nelle suggestioni personali. Per dirne una, non sono mai riuscito a trovare solo disperazione nell'opera di Van Gogh, che per molti è proprio uno degli archetipi della disperazione; non so neanche dire perché, ma se non qualcosa di gioioso nelle sue opere ho trovato anche qualcosa di veramente vitale; e di disperato, anche, ma disperatamente vitale in qualche modo. Poi vederlo in virtù delle vicissitudini di vita è un errore di approssimazione che viene fatto con insistenza (per lui e per altri).
Roth comunque lo conobbi grazie a Primo Levi, di cui ho letto tutti i libri (soprattutto i meno famosi... su tutti, "Il sistema periodico") e che mi è servito anche come spunto anche per altre letture, consigliate da lui nei suoi libri e articoli oppure per qualche altra analogia.
Di Roth avete letto Indignazione? Alcune pagine da antologia
Re: [O.T.]Topic necrologio
[quote="marziano"]Su Roth concordo. Ho letto solo Portnoy perché alla fine, sebbene bravo, a me i problemi di un ebreo di new york insomma mi sembrano sempre lontani dai miei.
è vero che lui si eleva oltre però, insomma delle sue fisse con la madre e il bar mitzvah e il padre assicuratore e la psicanalisi e le shicksas, insomma, dopo un po'.poi, per carità, classico dei classici della letteratura dei baby boomer.
Sinceramente mi spiace molto di più - letterariamente parlando - per la morte di Tom Wolfe.
Di cui ho letto Il Falò delle Vanità, Radical Chic (un reportage per Esquire), I am Charlotte Simmons ed un po' di altri articoli.
Un uomo con un coraggio intellettuale senza pari, lontano anni luce dai tic del politicamente corretto.
Inoltre un grande rappresentante del dandysmo contemporaneo.

Il suo ultimo lavoro (Le ragioni del sangue) mi è piaciuto molto. Sempre lucido e corrosivo.
Certo che ormai sono rimasti davvero in pochi quelli che sanno scrivere bene...
è vero che lui si eleva oltre però, insomma delle sue fisse con la madre e il bar mitzvah e il padre assicuratore e la psicanalisi e le shicksas, insomma, dopo un po'.poi, per carità, classico dei classici della letteratura dei baby boomer.
Sinceramente mi spiace molto di più - letterariamente parlando - per la morte di Tom Wolfe.
Di cui ho letto Il Falò delle Vanità, Radical Chic (un reportage per Esquire), I am Charlotte Simmons ed un po' di altri articoli.
Un uomo con un coraggio intellettuale senza pari, lontano anni luce dai tic del politicamente corretto.
Inoltre un grande rappresentante del dandysmo contemporaneo.

Il suo ultimo lavoro (Le ragioni del sangue) mi è piaciuto molto. Sempre lucido e corrosivo.
Certo che ormai sono rimasti davvero in pochi quelli che sanno scrivere bene...
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Indignazione mi manca, recupererò grazie
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Concordo in pieno anzi io questi concetti li amplifico e li porto al parossismo al punto che non leggo un cazzo di narrativa. In fondo e' un perdersi dietro le pippe mentali dell'autore, il trionfo della soggettività , niente di valido erga omnes.marziano ha scritto:Su Roth concordo. Ho letto solo Portnoy perché alla fine, sebbene bravo, a me i problemi di un ebreo di new york insomma mi sembrano sempre lontani dai miei.
è vero che lui si eleva oltre però, insomma delle sue fisse con la madre e il bar mitzvah e il padre assicuratore e la psicanalisi e le shicksas, insomma, dopo un po'.poi, per carità, classico dei classici della letteratura dei baby ...
- Gargarozzo
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Re: [O.T.]Topic necrologio
Lo so. Una ignoranza letteraria di fondo è una mia prerogativaGargarozzo ha scritto:Si nota, OSCAR
Re: [O.T.]Topic necrologio
Senza estremizzare il concetto, io faccio fatica a leggere i classici
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: [O.T.]Topic necrologio
Il disinteresse per la narrativa è uno dei sintomi della Asperger. 

Re: [O.T.]Topic necrologio
fiuu pensavo dell'Alzheimer...Stickman ha scritto:Il disinteresse per la narrativa è uno dei sintomi della Asperger.
Re: [O.T.]Topic necrologio
"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
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Re: [O.T.]Topic necrologio
mai piaciuta, poi nelle versioni cabrio e GT faceva davvero sorridere
voglio ma non posso...
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Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato ( Arthur Schopenhauer )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
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