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Forte crisi per il miele nazionale
Quest'anno i consumatori italiani rischiano di non trovare sugli scaffali alcuni dei mieli italiani pregiati più amati e consumati: acacia, agrumi, millefiori. Inoltre, il poco miele che si troverà sarà a prezzi decisamente più alti del consueto. Non solo, il rischio peggiore è quello di trovare prodotti sofisticati, con una materia prima che arriva da paesi extraeuropei e che, grazie a triangolazioni con paesi consenzienti, potrebbero arrivare nel nostro mercato. Il 2016 sarà ricordato come un annus horribilis per l'apicoltura italiana e il raccolto andrà in archivio come uno dei peggiori degli ultimi 35 anni: la stima è di appena 1000 tonnellate totali, con un decremento del 70% rispetto alle reali capacità produttive del sistema. E ci sono regioni, come la Sicilia, che sono ormai al secondo anno di raccolta praticamente vicina allo zero, con una redditività inesistente per gli apicoltori e con il concreto rischio di perdere l'intero sistema produttivo. A lanciare l'allarme è Conapi, il consorzio nazionale apicoltori, che in una conferenza stampa a Roma alla presenza del presidente dell'Osservatorio nazionale miele, Giancarlo Naldi e del viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero, traccia il quadro di una situazione ormai gravissima.
Alla base della profonda crisi di un settore che è fiore di occhiello per il made in Italy grazie alla altissima (e riconosciuta a livello internazionale) qualità del suo prodotto, due fatti: i cambiamenti climatici e l'abuso di pesticidi in agricoltura.
In cinque anni, dal 2012 al 2016, spiega Diego Pagani, presidente Conapi, a fronte di una capacità produttiva pari a 3mila tonnellate, i conferimenti non sono mai arrivati nemmeno a quota 2mila tonnellate (con un gap del 30%) e nel 2016 non si raggiungeranno le mille tonnellate.
La raccolta di miele di acacia bio è passata dalle 437 tonnellate del 2015 alle 184 del 2016, il miele di acacia convenzionale da 266 ad appena 91 tonnellate, il miele di agrumi è sceso da 54 a 35 tonnellate per la produzione bio e da 174 a 148 per quella convenzionale. E tutto nonostante il constante aumento degli alveari messi a produzione e di una base sociale di apicoltori che resta inalterata.Il rischio più paventato dagli apicoltori è quello che il crollo della produzione da un lato causi un inevitabile innalzamento dei prezzi, con conseguenti problemi di commercializzazione e dall'altro apra la strada a nuove sofisticazioni alimentari con una materia prima proveniente da paesi extra Europei e di scarsa qualità. Per questo Conapi ha chiesto al governo di rafforzare l'azione di controllo delle forze dell'ordine e di ripristinare il progetto BeeNet, la rete nazionale di monitoraggio apistico e ambientale, anche per mantenere aggiornati i dati sugli avvelenamenti.
Alle istanze degli apicoltori, il ministro Olivero ha risposto garantendo che il governo ha intenzione di mettere in atto "una strategia complessiva ragionando con tutto il comparto e mettendo sia a sistema strumenti esistenti, sia con un migliore coordinamento". Immediato l'impegno a "mantenere alti i livelli di vigilanza e controllo, come accade sempre in annate con forti cali produttivi, dove il rischio sofisticazioni aumenta esponenzialmente". Ancora, il viceministro ha assicurato l'impegno del Governo per "migliorare la conoscenza e la commercializzazione dei prodotti, favorire le aggregazioni e riattivare al più presto il sistema Beenet.
Agiremo al più presto - ha concluso Olivero - per partire con un programma nazionale strategico".
Fonte: http://nr.news-republic.com
Notevole! Per restare dark, senza andare sul vino, mi avrebbe intrigato accompagnare il piatto con una Russian Imperial Stout.coppia_co ha scritto:Halloween, serata convivio tra coppie ... epicuree.
Tema DARK, il nostro compito era di preparare un primo per la cena
Spaghetti con gamberetti, moscardini, totanetti e vongole conditi con un sugo Campisi al nero di seppia, pomodoro, seppie, acciughe, EVO, cipolla, basilico, prezzemolo, peperoncino.
Un consiglio, usate una tovaglia da battaglia