Ed ecco a voi il gruppo di SuperZetiani pimpiquadrettati:
Mattara:
Luca Menti:
Ma dal nostro punto di vista, cosa ci ha lasciato questa serata? Quali sono le impressioni, ora che sono trascorsi un po’ di giorni?
Dei preparativi ricorderò soprattutto il nervosismo di Sandra, che è abituata ad avere tutto sotto controllo e temeva che qualcosa andasse storto, che le aspettative della gente potessero andare deluse; temeva più di tutto l’irritabilità di chi avrebbe dovuto attendere in fila, al freddo, una volta raggiunta la capienza massima del locale.
La tensione di Sandra era controbilanciata dall’assoluta imperturbabilità dello staff: una calma olimpica, sovrannaturale. Se non li conoscessi bene, avrei pensato che si fossero fatti di valium, marijuana, e musica reggae.
Da parte mia, dopo aver indossato la giacca bianca gelataio-style, scalpitavo come un cavallo del Palio di Siena prima della partenza.
Vi confesso una cosa che nessuno sa: avevo preparato il video del famoso discorso nello spogliatoio di Al Pacino in “Ogni Maledetta Domenica” per scaldare l’animo dei nostri ragazzi prima di aprire, ma non ho avuto il coraggio di proporglielo; sono quelle idee che sembrano grandiose la notte prima di addormentarsi, ma che al mattino di fronte alla colazione ti fanno sentire uno stupido.
Poi, quasi all’improvviso, abbiamo aperto ed ho visto salire per prima una coppia di sessantenni: erano in coda da un’ora e mezza.
Si fa presto a dire “bisogna fare selezione”; con quale cuore puoi dire a questi signori che per loro non c’è posto? Ad ogni festa, si preparano in anticipo e riescono ad entrare. Forse qualche coppia di ventenni bellissimi che sbuffa e brontola per l’attesa avrebbe qualcosa da imparare.
Ma ecco che il locale si riempie in fretta, e io non ho più tempo per preoccuparmi, tutto sembra girare per il verso giusto, l’atmosfera è bella, carica.
Chiedo al Bianconiglio di prendersi cura dei SuperZetiani, e so che li affido in buone mani; abbraccio coppiacalda, Jeronim, Leonida: con tutti vorrei avere più tempo, ma tempo invece non ce n’è, i minuti scorrono troppo veloci.
Entra una coppia con mantelli neri e maschere veneziane; incrocio lo sguardo, lui apre di fronte a me il mantello della signora: sotto vedo solo splendida lingerie e meravigliosa pelle nuda: so che sono i noidue in incognito, rispetto la loro privacy.
Ho un DJ fantastico in consolle, che anni fa probabilmente non avrebbe mai accettato di suonare in un privé. I tempi cambiano.
Mattara mi chiama, mi dice: “Ale, io comincio a portarli in pista, non ha senso aspettare”.
In un attimo mi accorgo che la festa è iniziata da sola, spontaneamente, senza che io facessi nulla. La pista è piena e sono solo le undici e venti!
Luca Menti prende il microfono, saluta, dice che questo è solo l’inizio, che abbiamo tutta la notte davanti.
Già, la notte. Lavorare di notte è una droga.
Sandra sale un attimo in consolle, ha una lacrima che scende sulle guance.
“Questo era il Krystal che ho sempre voluto.”-mi dice, e scappa via.
Bianconiglio mi chiama, mi avverte che non tiene più i SuperZetiani: o facciamo il brindisi o il gregge si disperderà.
Corro in cambusa, faccio portare la torta e le bottiglie.
Chiamo il fotografo.
Manca la Bianconiglia, ovviamente.
Sandra è giù che controlla le entrate.
Cazzo.
Chiamo la Bianconiglia col microfono, la afferro per le trecce e la conduco al tavolo.
Flash. Brindisi. Taglio della torta (maledizione, nelle foto la torta quasi non si vedrà!). Ci vediamo dopo, divertitevi!.
Fa caldo, via la giacca.
Mezzanotte. Luca Menti sale sul palchetto. Sigla, si parte.
Per i primi pezzi canta lui, sulla base dei successi house del momento. Ha una voce bellissima, e la sintonia con Mattara è perfetta.
Già, Mattara. Avrebbe potuto fare il figo, tirarsela –in fondo è uno dei più famosi Dj e producers europei- ed invece salta e ride, si diverte, ha voglia di fare casino: la professionalità si vede anche dall’entusiasmo e dall’umiltà con la quale questi ragazzi affrontano le serate. Da adesso in poi, sarà con noi ogni primo sabato del mese.
Le ore passano velocissime, in consolle piovono reggiseni e mutandine. Forse anche la camicia di Jeronim. Mrs. K è in pista e ha le tette fuori, ma sembra assolutamente a suo agio.
Oddio cosa mi tocca vedere: quasi tutto il gruppo SuperZeta che balla Gangnam Style, qui ci vorrebbe un video per ricattarli in eterno!
All’improvviso Mr.K e Mattara subiscono un tentativo di stalking da una SuperZetiana che sale in consolle ululando: “Quanto ben di dio, qui sopra!”, e ci si appiccica addosso come Gentile su Maradona nell’82.
Proviamo a resistere prendendola in braccio e scaraventandola giù, ma si divincola come una biscia, punta i piedi contro il muro, e si aggrappa a tutte le sporgenze ( quasi tutte…).
Veniamo salvati solo da una crisi di ilarità che assale tutti e tre, e ci troviamo seduti sui gradini della consolle a sganasciarci.
Dissovenza.
Poi, quasi senza accorgermene vengo informato che abbiamo finito, l’ultima coppia se n’è andata. Si alzano le luci, stacchiamo la musica, lo staff si raccoglie attorno ad un tavolo, ci guardiamo negli occhi: “E’andato tutto bene?”, “Chi beve una birra?”, “Avete visto quando…?”, “Ad un certo punto credevo che…”
Bravi i miei ragazzi. E bravi un po’ anche noi, per una volta ce lo diciamo da soli.
"Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare un'intera via crucis con una semplice stretta di mano, od una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore..." (Andrea Pazienza)
"Se fai la tua scelta, cerca di perdere" (Lou Reed)
"Bisogna diventare ossessionati, e poi rimanerlo tutta la vita" (John Irving)