Tanus ha scritto:E poi non si trova altro sistema che colpire tutti indiscriminatamente come questa malsana idea del limite a 50 euro....ma ci sono altri paesi in Europa che hanno un limite così basso?...e poi vogliamo parlare delle commissioni che applicano le banche in Italia sulle transazioni effettuate su carta di credito o bancomat?
Per non parlare come dice mr. K della limitazione della libertà? Ci rendiamo conto che con un limite così basso ci sarà qualcuno (che non è la moglie, compagna o amante) che potrebbe sapere per fino in che ristorate abbiamo cenato il tal giorno a tal ora o in che spa siamo andati a farci una sauna ecc...ecc...
Sarebbe solo una limitazione di libertà...e state certi che i grandi evasori e le grandi organizzazioni criminali se ne fanno un baffo di certe norme.
Tutto condivisibile, però qualche vantaggio ci sarebbe, perchè se è vero che i grandi evasori il sistema di farla franca lo trovano sempre, i piccoli evasori (che sempre evasori sono) avrebbero difficoltà a "far girare il contante", dato che sempre meno persone lo accetterebbero vista l'impossibilità di spenderlo.
Questo non può che giovare a tutte le imprese che operano in piena regolarità (e a tutti i contribuenti).
I club privè, per quel poco che ne so io, s'inseriscono in una sorta di vuoto legislativo che prima o poi deve scomparire, perchè è una situazione che, secondo me, danneggia solamente l'ambiente, e non solo dal punto di vista dell'immagine che ne deriva.
Di solito, si dice che in un azienda che funzioni, le risorse vanno divise in maniera equa tra produzione, pubblicità e progettazione. Io credo che alla situazione attuale delle cose le proporzioni non siano rispettate, perchè probabilmente (ripeto che non so come funzioni un club privè, quindi quello che scrivo può essere completamente sbagliato) a un notevole sforzo nella produzione del servizio (ambienti suggestivi, buffet, ecc ecc) non fa da contraltare un dispendio di energie nella pubblicità e nella ricerca di cosa si aspetta il cliente. D'altronde, non può essere diversamente finchè i club si trovano nella necessità di vivere nella penombra.
Se è vero che la fiscalizzazione porterebbe all'aumento dei prezzi, è anche vero che probabilmente i prezzi al di sopra di una certa soglia non possono andare perchè il bacino d'utenza (di per se già esiguo) si restringerebbe troppo. Questo potrebbe portare ad un oligopolio nel breve periodo (meno frequentazioni e tutte concentrate nei club a tre cifre) ma ad una diversificazione dell'offerta in periodi più lunghi, con locali trasgressivi che strizzano l'occhio ad un pubblico diverso.
Se i club privè potessero operare come delle vere strutture commerciali, potrebbero approfondire tranquillamente i gusti della potenziale clientela (al giorno d'oggi grazie ad internet si può fare anche in un campo dove la privacy è importante), come in parte già state facendo voi più o meno volutamente partecipando a questo forum, e pubblicizzare maggiormente il suo operato (ora sono i clienti che cercano i club, quelli seri, e non viceversa).
Per capire quanto sia scarsa l'offerta attuale in Italia (ripeto, non per colpa dei gestori come i sig.K che ci mettono grande impegno e non a caso portano avanti un locale che funziona) basta leggere questo forum. Qualcuno ha appena chiesto informazioni sui ristoranti, ma le informazioni certe scarseggiano (eppure penso che a tutte le coppiette piaccia una bella cena romantica), molti ritengono Cap d'Agde non più all'altezza della sua fama, io personalmente non ho mai sentito parlare di serate gay nei privè (sono comunque il 5 % della popolazione) ecc.
Qualche mese fa vi lamentavate (mi riferisco ai sig. K) della scarsa partecipazione alla serata dedicata al tango che avevate proposto e al mancato rispetto del dress code in alcune serate. Prima di proporre tali serate (quindi di concentrarvi sulla produzione), avete analizzato i gusti dei vostri clienti per capire effettivamente a quanti di loro interessava (progettazione)? e li avete pubblicizzati sui canali giusti? Se i club potessero operare in maniera completamente limpida, una serata così poteva essere pubblicizzata anche sui forum dedicati al ballo (tanto per fare un esempio) e stuzzicare la curiosità di nuovi potenziali clienti. E una volta raggiunta una clientela più ampia e variegata possibile ecco che il club non è più costretto ad applicare prezzi esagerati per tirare avanti, perchè può lavorare più di due sere in settimana e magari non solo la sera.
Poi ovvio che questo è un discorso che lascia il tempo che trova, perchè con i se e con i ma non si combina niente, ma che l'offerta sia statica (se non peggiorata) da decenni, nella maggior parte dei casi, probabilmente è un dato di fatto.
Qualche pagina indietro qualcuno si lamentò dei veti nelle saune trentine ai giochi tra coppie (mi pare riferendosi ad acquain), e disse che il trentino vive in un economia protetta che porta a non occuparsi dei clienti.
Io credo che in parte i gestori di acquain non possano fare altrimenti, visto che l'offerta turistica trentina è comunque sostenuta anche da finanziamenti pubblici. Ciò non toglie che questo protezionismo è comunque un limite alla soddisfazione di alcuni clienti.
Per quanto riguarda il discorso della privacy, credo che siamo comunque avviati già da un pò di tempo al fatidico 1984, e che prima o poi sarà realtà. E se a me (che sono un coglione come tanti) questo non porterà molti problemi, lo stesso non si può dire per chi ha un altro status o altre ambizioni nella vita. E questo è un altro motivo per cui i club dovrebbero pensare ad una clientela meno soggetta al problema della privacy.