Contro la censura di internet

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CanellaBruneri
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Re: Contro la censura di internet

#571 Messaggio da CanellaBruneri »

belnudo ha scritto:
ne risente la velocità perché la tua comunicazione passa da molti più PC prima di arrivare a destinazione.
Merci
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belnudo
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Re: Contro la censura di internet

#572 Messaggio da belnudo »

I parlamento italiano ci riprova, dopo il tentativo di Gianni Fava Lega Nord, a CENSURARE INTERNET

Da un momento all'altro il governo Monti potrebbe approvare una legge che ucciderebbe la libertà di Internet così come la conosciamo oggi: mancano pochi giorni e solo una grande mobilitazione pubblica può fermarlo.
Alcuni quotidiani hanno fatto trapelare la bozza di una legge scritta in segreto dal governo che darebbe all’Autorità delle Comunicazioni (AGCOM) il potere di chiudere qualunque sito internet per il semplice sospetto di violazione del diritto d’autore.
Le potenti lobby dell’industria e dei media stanno facendo pressione sul governo affinché la legge sia adottata il prima possibile, ma oltre 30 parlamentari hanno lanciato l’allarme e se saremo in tanti ad agire ora potremo convincere il Presidente Monti ad abbandonare la legge bavaglio e a proteggere la nostra libertà della Rete.
Il paladino della nuova legge bavaglio è il sottosegretario di stato, Antonio Catricalà, sotto l’enorme pressione di giganti dell’informazione come Mediaset e della potente industria dell’intrattenimento.
Ma tanto l’influente sottosegretario Paolo Peluffo quanto il Presidente Monti sono molto preoccupati per le possibili conseguenze di una nuova mobilitazione popolare a causa della posizione sempre più instabile del governo.

Usa i seguenti numeri per chiedere al Governo Monti di fermare la legge bavaglio e i nuovi sistemi di censura di Agcom:
* Chiama il Presidente del Consiglio Mario Monti: tel. 06 67793030
* Chiama il Sottosegretario di Stato Paolo Peluffo: tel. 06 67792577
* Chiama il Sottosegretario di Stato Antonio Catricalà: tel. 06 67793640
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katmandu69
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Re: Contro la censura di internet

#573 Messaggio da katmandu69 »

Salta l'estradizione negli Usa
Così Mr. Megaupload beffa l'Fbi
Non c'è ancora l'ufficialità ma è assai probabile che il processo non si farà. Troppi errori legali e, soprattutto, l'impossibilità da parte dei federali americani di incriminare fuori dal territorio Usa Kim Dotcom, padre padrone del più grande sito di scambio file del mondo chiuso dopo la denuncia delle major
dal nostro inviato ANGELO AQUARO

Lo leggo dopo
Kim Dotcom

NEW YORK - Dalla sua prigione dorata di Coatsville, in Nuova Zelanda, adesso il più grande pirata della rete se la ride. Che figuraccia per l'Fbi, il governo degli Stati Uniti e i potentissimi studios di Hollywood che per anni avevano spinto per il suo arresto 1. Il processo a Kim Dotcom, il padre padrone di Megaupload, il sito di scambi di file musicali più grandi del mondo, non si farà. Troppi errori legali. E troppo pochi i requisiti per estradarlo negli Usa.

Alla notizia manca ancora il crisma dell'ufficialità. Ma che cosa pensare quando è lo stesso giudice incaricato del caso a manifestare tutti i suoi dubbi? "Non so proprio se riusciremo mai ad avere un processo": così parlò Liam O' Grady, il magistrato neozelandese che deve esprimersi sul caso che da mesi tiene inchiodati gli oltre 50 milioni di utenti del sito che solo i suoi nemici chiamano pirata. Che succede? Che quei simpaticoni dell'Fbi non hanno mai presentato le carte che accusano il vecchio Kim di condotta criminale. "Non l'hanno fatto perché non possono", gongola l'avvocato americano Ira Rothken: "Megaupload non può essere accusato di condotta criminale perché non si trova sotto la giurisdizione degli Stati Uniti".

Figuriamoci. Il servizio era basato a Hong Kong e quel furbacchione di Kim - uno smanettone tedesco-finlandese così intrippato del web che nel 2005 ha cambiato legalmente il suo cognome in Dotcom - faceva da anni la bella vita in Nuova Zelanda. L'arresto agli inizi di gennaio era stato salutato come l'inizio della controffensiva dei Nostri nella prima guerra mondiale del web. Ricordate? Erano i giorni caldi della rete scossa dagli attacchi di Anonymous e della rivolta del web contro la legge-bavaglio che il Congresso americano ha cercato inutilmente di lanciare. E nel bel mezzo, quel notizione: sette persone accusare di "pirateria online". Blitz dall'America in Europa. E finalmente quei quattro arresti dall'altra parte del mondo: Nuova Zelanda.

Megaupload ha sempre riufiutato l'accusa di pirateria: il filesharing è lo scambio consenziente di files musicali tra i proprietari che si presuppone legittimo. Il sito funzionava da grande centro di scambio e archivio. Ma il governo americano e le major di Hollywood accusavano Kim e i suoi di ospitare nell'archivio soprattutto file illegali: cioè piratati. Almeno mezzo miliardi di dollari sarebbero stati così sottratti al copyright: facendo fare a Megaupload profitti per almeno 175 milioni di dollari. Per la verità le cifre sono al ribasso. Certo è che Kim faceva più che la bella vita. Alla quale è velocemente tornato. A marzo gli è stata concessa la libertà su cauzione: con l'obbligo ovviamente di non allontanarsi per ottanta chilometri, che non sono pochini, dalla sua lussuosa residenza. E adesso sta contrattando perfino la restituzione dei gioielli che quei cattivoni dei poliziotti hanno sequestrato alla sua Mona.

Tutto sembra improvvisamente girare a suo favore. L'inchiesta è infarcita di errori. C'è un vizio di forma delle autorità neozelandosi che non hanno richiesto la giusta autorizzazione per il blitz che ha portato al sequestro dei suoi possedimenti. E poi c'è il vicolo cieco in cui si sono cacciati i federali Usa. Gli americani ovviamente vogliono processarlo a casa. Ma per l'estradizione occore che ci sia un crimine e non un semplice procedimento civile in corso. E dev'essere un crimine per cui l'accusato rischia di scontare almeno cinque anni di galera: l'infrazione di copyright invece in Nuova Zelanda è punita con un massimo di quattro anni.

La legge s'è incartata insomma. E del vuoto di potere rischia di approfittarne ancora una volta Kim: come d'altronde ha fatto in tutti questi anni costruendo un impero che tra un buco di legge e un altro copriva il 4 per cento dell'intero traffico di Internet. "Avete rovinato il mio business e avete distrutto oltre 220 posti di lavoro", si è lamentato Mister Megaupload nella prima intervista a un giornale del posto. Non è neppure escluso che presto possa rimettere mano sul tesoro di files ancora conservato in più di 1100 server 2 in tutto il mondo. Che figuraccia per l'Fbi. E che figuraccia per i grandi Hollywood: a cui di questa storiaccia tra crimine, lusso e web non resta - come stanno già pensando - che farci un film.



solita figura di merda dei "padroni del mondo" :baciaculo:
il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!

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Blif
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Re: Contro la censura di internet

#574 Messaggio da Blif »

Mi cito...
Blif ha scritto:
Len801 ha scritto:Ci sono altre notizie oggi a riguardo dell'attacco dell'FBI contrro Megaupload.
http://business.avn.com/articles/legal/ ... 62469.html

Si dice che FBI avra della difficolta a forzare l'arresto di Kim Dotcom e alri 6 impiegati di MU in Asutralia, siccome questi non hanno la cittadinanza americana, e FBI non ha giurisdizione in Australia a riguardo delle accuse di "copyright infringement".
[...]
Len, scusami, ma che cosa significa che l'FBI non ha giurisdizione in Australia riguardo le accuse di violazione del diritto d'autore?
Per quanto ne sapevo io, l'unico modo in cui l'FBI può avere giurisdizione per qualsiasi delitto in una nazione diversa dagli Stati Uniti
è rapire qualcuno, mettergli un cappuccio in testa e portarlo via di nascosto con la complicità dei servizi segreti di quella nazione.
E vorrei anche vedere che non fosse così.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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belnudo
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Re: Contro la censura di internet

#575 Messaggio da belnudo »

no a CISPA
Cyber Intelligence Sharing and Protection Act

http://act2.freepress.net/sign/cispa/
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Paul joseph
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Re: Contro la censura di internet

#576 Messaggio da Paul joseph »

Blif ha scritto:Mi cito...
Blif ha scritto:
Len801 ha scritto:Ci sono altre notizie oggi a riguardo dell'attacco dell'FBI contrro Megaupload.
http://business.avn.com/articles/legal/ ... 62469.html

Si dice che FBI avra della difficolta a forzare l'arresto di Kim Dotcom e alri 6 impiegati di MU in Asutralia, siccome questi non hanno la cittadinanza americana, e FBI non ha giurisdizione in Australia a riguardo delle accuse di "copyright infringement".
[...]
Len, scusami, ma che cosa significa che l'FBI non ha giurisdizione in Australia riguardo le accuse di violazione del diritto d'autore?
Per quanto ne sapevo io, l'unico modo in cui l'FBI può avere giurisdizione per qualsiasi delitto in una nazione diversa dagli Stati Uniti
è rapire qualcuno, mettergli un cappuccio in testa e portarlo via di nascosto con la complicità dei servizi segreti di quella nazione.
E vorrei anche vedere che non fosse così.
credo che quella sia la CIA, l'FBI non esce dai confini federali (in teoria...)
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Blif
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Re: Contro la censura di internet

#577 Messaggio da Blif »

Ma sì, a maggior ragione (che c'entrano i servizi segreti con la difesa a oltranza del copyright?).
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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Re: Contro la censura di internet

#578 Messaggio da Len801 »

L'FBI indaga soltanto crimini domestici federali (americani) e quelli d'implicazione internazionale (come il caso di Joran van der Sloot)
http://www.cnn.com/2012/04/23/us/peru-v ... =allsearch
Mentre la CIA e' un departimento clandestino americano che opera (almeno dovrebbe operare, almeno nel passato non era sempre stato il caso) fuori dal territorio americano (spionaggio, ecc).
Prima di tutto non tutti i paesi hanno un accordo con i Stati Uniti per la estradizione di una persona che risiede in un'altro paese (vedi i problemi che l'FBI e la giustizia americana ha avuto per giudiziare Roman Polanski che fuggi negli anni 70 in Francia a causa delle accuse di stupro verso una minorenne). Poi ci sono sempre delle leggi domestiche in ogni paese che proteggono cittadini o persone che hanno residenza li. Non vuol dire che l'FBI e l'America puo' andare a riprendersi tutte persone che sono altrove per atti che sarebbere punibili nei Stati Uniti. Le leggi di Copyright non sono uguali in tutti i peasi e le regole di estradizioni non sono le stessi dapertutto.
Questo spiega il perche gli Stati Uniti aizzati dai majors cercano da tempo di formulare una legge che sarebbe promulgata da molti paesi per la censura dell'internet (che comprende in sottinteso anche atti di "pirateria").
L'FBI dovrebbe occuparsi degli affari loro e non fare il lavoro sporco dei majors. In tutta questa storia di Megaupload, i soli che ci rimettono la faccia, soldi e l'onore e l'FBI e non i majors (che si nascondono dietro i cespugli). Mi chiedo se i majors avevano le prove necessarie delle cose illegali che faceva Dotcom perche non hanno fatto causa contro di lui in corte civile nella Nuova Zelanda, Hong Kong e dov'altro operava Dotcom? Se l'arresto di Dotcom e le accuse cadono, cosa ci hanno gudagnato i majors in tutta questa storia?

crackpot
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Re: Contro la censura di internet

#579 Messaggio da crackpot »

Immagine

Petizione per fermare i brevetti software in Europa

http://stopsoftwarepatents.eu/
Tu lo sai che sei su SZ vero? [Parakarro]

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Re: Contro la censura di internet

#580 Messaggio da Len801 »

La Grand Bretagna blocchera tra poco il sito di Pirate Bay

http://business.avn.com/articles/legal/ ... 74481.html

Posted Apr 30th, 2012 02:20 PM

UNITED KINGDOM—As anticipated, Britain's High Court has followed up on its finding in February that The Pirate Bay encourages users to infringe copyrighted music files with another ruling ordering all internet service providers in the country to block access to the infamous website, which is based in Sweden. The filtering is to begin within the next few weeks, said Mr. Justice Arnold, who also rendered the earlier judgment.

“In my judgment, the operators of [The Pirate Bay] do authorize its users' infringing acts of copying and communication to the public,” Arnold ruled earlier this year. “They go far beyond merely enabling or assisting." he concluded that "that both users and the operators of [The Pirate Bay] infringe the copyrights of the Claimants (and those they represent) in the UK."

This latest ruling ordering the cessation of access by ISPs was the desired outcome by Britain's music association, the British Phonographic Industry (BPI), whose CEO, Geoff Taylor, said in February, "The High Court today ruled that The Pirate Bay is illegal. The site defrauds musicians and causes huge damage to the music industry and wider creative industries. The ruling helps clarify the law on website blocking and we will now proceed with our application to have the site blocked to protect the UK's creative industries from further harm.”

Of the more recent decision by the High Court to order blocking, Taylor said, “The High Court has confirmed that The Pirate Bay infringes copyright on a massive scale. Its operators line their pockets by commercially exploiting music and other creative works without paying a penny to the people who created them. This is wrong—musicians, sound engineers and video editors deserve to be paid for their work just like everyone else.”

The efficacy of blocking remains in doubt for some, however. "Blocking the Pirate Bay is pointless and dangerous," Jim Killock of the Open Rights Group. "It will fuel calls for further, wider and even more drastic calls for internet censorship of many kinds, from pornography to extremism. Internet censorship is growing in scope and becoming easier. Yet it never has the effect desired. It simply turns criminals into heroes."

Indeed, so-called pirate parties, political confederations built on support for open content policies, among others, have been established in many countries, including the United States. Groups such as Anonymous have also used rulings such as those handed down by the High Court as a rationale for launching denial of service attacks against government websites, something that could yet happen here.

And at least one British ISP, Virgin Media, has signaled a mixed reaction to the imposition of government censorship, saying that while it will abide by the directive, it also “strongly believes that changing consumer behavior to tackle copyright infringement also needs compelling legal alternatives, such as our agreement with Spotify, to give consumers access to great content at the right price."

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Re: Contro la censura di internet

#581 Messaggio da belnudo »

bah, la vedo dura per i britannici censori.
I siti dei Pirati sono su Anonet.
http://anonetitalia.wordpress.com/
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Re: Contro la censura di internet

#582 Messaggio da Len801 »

belnudo ha scritto:bah, la vedo dura per i britannici censori.
I siti dei Pirati sono su Anonet.
http://anonetitalia.wordpress.com/
Troppo complicato per la gente in generale.
Ma mi chiedo per la questione del bloccaggio di Porate Bay in Gran Bretagna, chi sono questi "claimants" (attori, rivendicatori). Se leggo bene, si tratta dell'industria musicale britannica. Ma su Pirate Bay si trova un poco di tutto, legale e anche "illegale". Dunque si vuole chiudere il sito solo perche ci sono ANCHE torrent files musicali?
In questo articolo anteriore
http://www.telegraph.co.uk/technology/i ... uling.html
si legge questa frase "according to record labels generated up to $3m in advertising in October last year". Cioe' secondo l'industria musicale britannica, il sito Pirate Bay avrebbe (dico avrebbe ma come hanno potuto determinare questa cifra?) incassato fino a $3,000,000 per la pubblicita' che Pirate Bay inserisce nelle loro pagine dei torrent files. Dunque l'industria conosce molto bene quale sono le ditte in questione, quanta pubblicita fanno in quel sito. Allora, perche' non fanno causa contro di loro? Ma non si era scoperto tempo fa che la grande ditta Wicked Video inseriva pubblicita su Pirate Bay?


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Re: Contro la censura di internet

#584 Messaggio da belnudo »

Enzo Mazza
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Re: Contro la censura di internet

#585 Messaggio da andro »

ci vorrebbero come la cina, anche se da noi son più subdoli. La non ti fanno parlare, quinsemplicemente ti obbligano che se dici una cosa un' altro deve dire il contrario. Il risultato è (quasi) lo stesso

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