Contro la censura di internet

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Re: Contro la censura di internet

#541 Messaggio da belnudo »

FILESONIC autocensura i download :motosega:

"All sharing functionality on FileSonic is now disabled. Our service can only be used to upload and retrieve files that you have uploaded personally."

http://www.filesonic.it/
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Re: Contro la censura di internet

#542 Messaggio da belnudo »

La sciabola della censura ha fatto il suo ritorno in Italia, visto che l'Autorità per le Comunicazioni si sta preparando a imbavagliare siti internet come YouTube e persino Avaaz.
Ci rimangono solo 2 giorni: facciamo il possibile per salvare la nostra libertà.
L'Autorità, di nomina partitica, vuole mani libere per rimuovere qualunque contenuto, immagine o video, e addirittura chiudere interi siti internet, a fronte del sospetto di violazione del diritto d'autore.
I politici e i poteri forti avrebbero così uno strumento utile per silenziare il dissenso e per tenerci all'oscuro dal conoscere verità scomode.
Immagina l'impatto che la nuova delibera potrebbe avere su di noi e sulla nostra democrazia: se passasse, nessun sito internet sarebbe al sicuro dai censori.
Caricare il video di una festa con canzoni famose, pubblicare una citazione o una poesia sul blog o condividere un documento d'interesse pubblico...
Questo e molto altro potrebbe essere bloccato da un ente amministrativo sconosciuto ai più senza il vaglio del giudice.
Ora insieme possiamo accantonare la regolamentazione una volta per tutte: il mandato dell'Autorità sta per scadere, e i suoi membri sono disposti a fare quello che dicono i loro partiti di riferimento per assicurarsi le carriere future.

Clicca sotto per inondare i parlamentari chiave e i leader di partito con messaggi per chiedere loro di difendere la libertà di internet.
http://www.avaaz.org/it/italia_no_bavag ... 04&v=13294
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minosse
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Re: Contro la censura di internet

#543 Messaggio da minosse »

partendo da questa notizia
http://punto-informatico.it/3428560/PI/ ... ritti.aspx vengo a sapere che il porno americano non ha i diritti d'autore.
http://news.cnet.com/8301-17852_3-57372 ... protected/
len, ma è vero?

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Re: Contro la censura di internet

#544 Messaggio da belnudo »

INDIA in prima linea coi censori

Il governo indiano intima l'alt a faccia-libro e google :cry:

http://arstechnica.com/tech-policy/news ... cebook.ars
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Re: Contro la censura di internet

#545 Messaggio da belnudo »

intanto i CENSORI nostrani hanno già iniziato l'opera nel più puro stile "voi siete solo SUDDITI"

L'Agcm oscura un sito di e-commerce
L'Autorità ha deciso di disporre l'inibizione dell'accesso ai siti Internet della società "Private Outlet", un negozio virtuale che commercializza in Rete prodotti di famose marche.

Ecco le modalità utilizzate per inibire l'accesso a quei siti Internet ritenuti colpevoli di aver violato l'altrui diritto d'autore, di aver posto in essere attività di diffamazione o pratiche commerciali scorrette.
L'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), dopo aver ricevuto numerose segnalazioni e dopo aver condotto una serie di verifiche, ha deciso di disporre l'inibizione dell'accesso ai siti Internet della società "Private Outlet", un negozio virtuale che commercializza in Rete prodotti di famose marche, compresi nomi molto noti nel campo della moda.

Secondo quanto si legge nel provvedimento dell'AGCM
pagina 91 di questo documento
http://www.agcm.it/trasp-statistiche/do ... -8-12.html
il sito "Private Outlet" fornirebbe "informazioni non rispondenti al vero in merito alla reale disponibilità dei prodotti offerti in vendita".
Inoltre, "verrebbe ritardata, o di fatto negata, la restituzione degli importi corrisposti per l'acquisto delle merci offerte in vendita, anche su richiesta dei consumatori a seguito dell'omessa consegna.
Verrebbero ostacolati i diritti contrattuali riconosciuti agli acquirenti attraverso l'omessa risposta ai reclami e la scarsa accessibilità della linea telefonica dedicata al servizio clienti; contrariamente agli obblighi previsti dal regime della garanzia legale di conformità, di cui alle disposizioni del Codice del Consumo, sarebbe ostacolata la restituzione dei prodotti difformi da quelli ordinati".

Per tali motivi, l'AGCM ha obbligato "Private Outlet" a sospendere le sue attività sul territorio italiano ed ha obbligato i provider Internet del nostro Paese a bloccare l'accesso ad una serie di nomi a dominio rispondenti allo stesso indirizzo IP.
Ed ecco che, da poco, digitando un nslookup www.privateoutlet.com si ottiene una risposta DNS assolutamente fuori standard ossia l'IP 127.0.0.1 che, come noto, è l'indirizzo di loopback che corrisponde al sistema locale.
Inutile osservare che utilizzando un server DNS per la risoluzione degli stessi nomi a dominio oggetto del provvedimento (ad esempio i DNS di Google), questo viene correttamente risolto.

L'avvocato Fulvio Sarzana di S. Ippolito osserva: "un'altra Autorità amministrativa indipendente ovvero l'Antitrust, (e non l'AGCOM che ha rivendicato a sé tale compito per il tema del copyright) per la prima volta in Italia decide di imporre autonomamente a 218 provider italiani l'inibizione all'accesso per i propri utenti in relazione ad alcuni portali di vendita di prodotti outlet residenti all'estero".

Al centro del dibattito non c'è certo l'opportunità di attivarsi a tutela dei consumatori ma, come si fa presente da più parti, la metodologia che è stata seguita ed applicata.
"La competenza ad emettere provvedimenti cautelari inibitori nei confronti di soggetti terzi ad oggi è stata sempre esercitata dalla magistratura ordinaria, alla quale, peraltro, ci si può rivolgere (...) per rivedere i presupposti di legittimità della misura", scrive Sarzana che parla di "sequestro preventivo in via amministrativa".
Ed è proprio questo il punto che viene contestato con maggior vigore: un'Autorità amministrativa avrebbe rivendicato per sé un potere che dovrebbe competere esclusivamente ai giudici.

"Seguendo tale impostazione", chiude Sarzana, "dovremo attenderci ad esempio che l'Antitrust in caso di vendite effettuate tramite piattaforme di aste, provveda a ordinare in via cautelare al titolare della piattaforma (intermediario) la cancellazione di tutti gli account che non rispettano i dettami del codice del consumo, imponendo del pari ai provider di non dare accesso a quella stessa piattaforma".

Posizione sostanzialmente identica anche quella dell'avvocato Guido Scorza, residente dell'Istituto per le politiche dell'innovazione, che osserva: "il vaso ormai è colmo ed il recente provvedimento con il quale l'Autorità per la concorrenza ed il mercato ha ordinato a tutti i provider italiani di bloccare l'accesso all'indirizzo IP attraverso il quale sono accessibili i siti internet di una società rea di aver posto in essere una serie di pratiche commerciali scorrette, potrebbe rappresentare la goccia che lo fa traboccare".

Stato ladro e CENSORE, maledetto :motosega:
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Re: Contro la censura di internet

#546 Messaggio da belnudo »

ecco i censori prezzolati dell'informazione e sostenitori della proprietà intellettuale a tutti i costi che frena il progresso.
[Scopri]Spoiler
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deciso di rimandare l’adozione del regolamento in materia di tutela del diritto d’autore in rete, lasciando nell’incertezza un settore che avrebbe bisogno di riposte concrete
di Marco Rapini, studio legale Rapini e Seyssel
marzo 2012
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha deciso di rimandare l’adozione dello schema di regolamento in materia di tutela del diritto d’autore in rete.
Tale documento era stato inizialmente predisposto da AGCOM nel 2010 e modificato nel luglio del 2011 a seguito della prima consultazione pubblica alla quale lo stesso era stato sottoposto.
Conclusa la fase di elaborazione degli esiti della seconda consultazione pubblica, AGCOM, nella persona del suo Presidente Corrado Calabrò, ha dichiarato, nell’audizione parlamentare che si è tenuta lo scorso 21 marzo, l’intenzione di rimandare l’adozione del regolamento predisposto, in attesa che “veda la luce” una norma di legge della Presidenza del Consiglio che “ribadisce la legittimazione di AGCOM e ne definisce meglio la competenza ed i poteri dell’autorità nella materia del diritto d’autore”.
I commenti a tale intervento non si sono fatti attendere, sia in rete che sulla carta stampata.
Da una parte, il cosiddetto “popolo della rete” che, utilizzando in questa delicata materia gli slogan ai quali ci ha ormai abituati, in certi casi arriva a parlare di “golpe” in rete e di mancanza di trasparenza tra AGCOM e il Governo. Dall’altra Confindustria Cultura Italia, che, per il tramite del Presidente Marco Polillo, parla di sconcerto “per l’ennesimo temporeggiamento dell’Agcom sul tema della pirateria digitale”.
Tanto clamore ha portato Corrado Calabrò a chiarire la posizione dell’Autorità, rispondendo all’editorialista del Corriere della Sera, Edoardo Segantini, il quale, in un articolo apparso sul quotidiano milanese il 22 marzo scorso, aveva criticato la marcia indietro di AGCOM sull’adozione del Regolamento.
Ebbene, con una lettera del 23 marzo, Calabrò respinge l’accusa seconda la quale AGCOM avrebbe “rinunciato ad esercitare il proprio ruolo in difesa del diritto d’autore in rete”, ritenendo di non avere poteri sufficienti all’adozione del famoso regolamento.
Al contrario, il Presidente di AGCOM ribadisce la convinzione che l’autorità abbia la competenza ed i poteri a ciò necessari, ma collega l’adozione del regolamento ad una norma del Governo, di interpretazione autentica delle tre norme poste, a parere dell’autorità, a fondamento della legittimazione della stessa ad intervenire, in quanto ciò “gioverebbe ad una ragionevole e pacificatrice valutazione del problema”.
Rimane una questione aperta, come segnalato anche da Edoardo Segantini, ossia che i tempi di adozione di tale regolamento non sono affatto chiari, determinando un ulteriore motivo di incertezza in un settore che avrebbe bisogno di riposte concrete.
In ultima analisi, tale vicenda non può non far riflettere sul ruolo che un’autorità indipendente come AGCOM dovrebbe avere e sulle azioni che ne dovrebbero derivare ma che, almeno in questa vicenda e sotto il profilo regolamentare, ha visto, a nostro parere, troppi tentennamenti.
Non vi è dubbio infatti che, come spesso accade nel mondo delle cosiddette autorità indipendenti, ad una copiosa attività sanzionatoria (a volte al limite del censorio), non corrisponda in egual misura quella regolamentare positiva, per la quale tali autorità sono state (principalmente) costituite, e che invece latitano nell’assunzioni di responsabilità in materie, come la protezione del copyright in rete, di cui il nostro Paese ha profonda necessità.
Dalle colonne di questa rubrica ci siamo spesso soffermati nel tentare di inquadrare la suddetta problematica da una prospettiva non necessariamente economica, ma principalmente giuridico/sociale.
Se in campo filosofico si parla oggigiorno di società liquida, in un contesto socio economico la nostra società tende ad un’inesorabile dematerializzazione nella quale alcuni principi cardine del vivere comune (la proprietà privata ad esempio), una volta resi meno tangibili tendono a “scivolare” in una zona grigia delle percezione comune, una sorta di limbo dove le certezze, come i precetti giuridici, non sono più tali ed il loro aggiramento è considerato socialmente accettato, o accettabile.
Allo stesso modo l’autogiustificazione (o peggio l’autoassoluzione) trova una conferma ed un conforto immediato nella sterminata platea di coloro che in questo limbo hanno trovato una comoda sistemazione.
E’ inaccettabile che le cassandre del popolo della rete perpetuino il loro grido di dolore sui rischi di compressione del diritto all’informazione e alla libertà di comunicazione (in rete) ignorando scientemente e strumentalmente la differenza tra il diritto – sacrosanto – al libero accesso dell’informazione, con l’appropriazione e/o utilizzo di contenuti protetti di qualsivoglia natura – quali software, musica o ogni genere di opera dell’ingegno – per i quali altri hanno investito, lavorato e riposto legittime aspettative economiche.
L’egoismo sociale dei “nimbys” (not in my backyard) si ripropone concettualmente anche nel mondo del diritto d’autore sul web: si grida allo scandalo se il copyright in rete deve essere regolamentato, minimizzandone nel contempo l’uso illegittimo, ma chiunque diviene titolare di un qualsiasi contenuto protetto, immediatamente si tramuta in uno strenuo difensore del proprio (esclusivo) diritto di percepire la giusta remunerazione per il suo sfruttamento.
Mai come in questo frangente abbiamo assistito a vuoti stereotipi stile anni ’70 per completare il processo autoassolutorio sopradescritto (i poteri forti e nascosti, le lobby, i grandi gruppi che speculano sulla rete a scapito dei poveri utenti-navigatori ed altre facezie del genere).
E’ sufficiente leggere blog e post a commento degli articoli apparsi di recente sull’argomento AGCOM per rendersi conto che percezione del concetto di diritto d’autore sta subendo un’involuzione che rischia di divenire irreversibile. Parlamento ed autorità indipendenti devono intervenire rapidamente, ognuno nell’ambito delle proprie competenze, per completare un quadro normativo che contribuisca a fare chiarezza, ma non solo: la nostra società non ha bisogno di norme repressive in materia di copyright ma di certezze e contributi costruttivi, i cui risultati si vedranno nel lungo periodo.
Bisogna (ri)costruire un reale coscienza sociale, una piena consapevolezza che la proprietà intellettuale è un diritto pieno e compiuto, fonte di obblighi e prerogative per tutti, popolo della rete incluso.
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Re: Contro la censura di internet

#547 Messaggio da belnudo »

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Re: Contro la censura di internet

#548 Messaggio da belnudo »

Su Acta il Parlamento Europeo.

La Commissione Commercio internazionale (Inta) del Parlamento europeo ha votato per non chiedere alla Corte di giustizia europea una valutazione su Acta, l'accordo anticontraffazione che sta facendo discutere da mesi.
Lo ha fatto esprimendo 21 voti contrari, 5 a favore, 2 astenuti.

Per il popolare francese Daniel Caspary non c'era motivo di intraprendere un'azione che la Commissione ha già deciso di fare e che avrebbe impedito al Parlamento di esprimersi sulla questione.
Per Caspary serve mantenere libera l'istituzione di esprimersi in merito e un rinvio alla Corte avrebbe impedito il voto.

Rincara la dose il socialdemocratico tedesco Bernard Lange, il quale invita il Parlamento a rigettare Acta immediatamente anzichè posporre la decisione portandolo all'attenzione della Corte.
Per Lange, anzi, è stato un errore sin dall'inizio mischiare le questioni dell'anticontraffazione e di Internet in uno stesso testo.
E dato che il Parlamento non è stato coinvolto nella stesura, ma ora viene richiesto di un parere secco, si o no, la linea da seguire per Lange è bocciare il testo: "probabilmente Acta non arriverà all'estate", riporta una nota.

Sul rigetto immediato di Acta si è espresso positivamente anche il verde Philipp Albrecht.

I voti a favore di un rinvio di Acta alla Corte sono invece arrivati dal gruppo liberal democratico, il cui relatore ombra, Niccolò Rinaldi, ha espresso rammarico per la decisione, sottolineando che l'espressione della Corte avrebbe dato un chiarimento legale atteso da tutti i cittadini, in particolare in relazione alla Carta dei diritti fondamentali.

I prossimi passi
Alla prossima riunione della Commissione commercio internazionale, il 25 e 26 aprile, il relatore David Martin presenterà la mozione di voto, favorevole o contraria ad Acta.
Il voto definitivo della Commissione Inta avverrà nella riunione del 29 e 30 maggio.
Quello del Parlamento europeo in sessione plenaria è in calendario dall'11 al 14 giugno.
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Re: Contro la censura di internet

#549 Messaggio da Gambo192 »

Sembra che vogliano far fare a Mediafire, Fileserve, Wupload, Putlocker e Depositfiles la stessa fine di Megaupload
http://torrentfreak.com/mpaa-targets-fi ... es-120331/
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Re: Contro la censura di internet

#550 Messaggio da belnudo »

Gambo192 ha scritto:Sembra che vogliano far fare a Mediafire, Fileserve, Wupload, Putlocker e Depositfiles la stessa fine di Megaupload
http://torrentfreak.com/mpaa-targets-fi ... es-120331/
mai scaricato musica o video con copyright, ma da oggi la mia protesta verso i censori sarà lo STOP agli acquisti di CD, DVD, ecc...
morissero di fame tutte le case video-discografiche.
Internet è l'unico mezzo che permette agli autori, quelli veri creativi, di farsi conoscere dalla gente.
Fanculo i discografici della mazzetta estorta agli artisti.
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Re: Contro la censura di internet

#551 Messaggio da Gambo192 »

Wupload ha chiuso i rubinetti

Ormai comprare un account su qualsiasi hosting è un azzardo
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Re: Contro la censura di internet

#552 Messaggio da Enrico Pallazzo »

belnudo ha scritto: Internet è l'unico mezzo che permette agli autori, quelli veri creativi, di farsi conoscere dalla gente.
Fanculo i discografici della mazzetta estorta agli artisti.
Il discorso è più complesso. Gli stessi autori dovrebbero smetterla di "registrare" le proprie opere ad associazioni tipo SIAE.
Il problema base è su quanto stretto deve essere il controllo sui diritti d'autore. E su questo artisti, discografici e le varie SIAE vanno spesso a braccetto.
è sempre amore!

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Re: Contro la censura di internet

#553 Messaggio da Len801 »

belnudo ha scritto:
Gambo192 ha scritto:Sembra che vogliano far fare a Mediafire, Fileserve, Wupload, Putlocker e Depositfiles la stessa fine di Megaupload
http://torrentfreak.com/mpaa-targets-fi ... es-120331/
mai scaricato musica o video con copyright, ma da oggi la mia protesta verso i censori sarà lo STOP agli acquisti di CD, DVD, ecc...
morissero di fame tutte le case video-discografiche.
Internet è l'unico mezzo che permette agli autori, quelli veri creativi, di farsi conoscere dalla gente.
Fanculo i discografici della mazzetta estorta agli artisti.
L'avevo detto gia. La sola cosa che MPAA e la RIA conoscono e l'odore dei soldi (smell of money).
Se loro sono tanto risoluti a chiudere i rubinetti del filesharing, la gente dovrebbe ricambiare facendo la riduzione dell'uso del loro prodotto.
Cioe' non andare al cinema, non acquistare CD musicali, film su DVD, e non guardare programmi televisivi dove si mostrano film.
Dicono che i pirati usano metodi "illegali" per diffondere i loro prodotti protetti di copyright, e loro fanno molto peggio.
Ma chi gli ha dato queste "protezioni", come le hanno ottenute, e come mai hanno sempre riusciti a prolungare il periodo del copyright?
Anche quando il "pirataggio" era quasi inesistente nell'internet il loro prodotto costava (troppo) caro, ma lo hanno diminuito in consequenza? Se eliminano tutti i file sharing, ti venderanno mai un DVD a $6? Ma quando cazzo di volte ti venderanno CASABLANCA (1942,Warner Bros), che sta uscendo in una "nuova" edizione 75th anniversary che costa circa $55? Io avro' gia 3 versioni (su VHS e DVD). Insomma in 75 anni la Warner Bros non ci ha ricavato abbastanza soldi? Quando avra 80 anni, usciranno con una "80th anniversary"?
TCM ha i diritti su THEY WON'T BELIEVE ME" (1947,RKO) mai uscito su DVD. Tutte le versioni in circolazione (VHS, in TV, versioni Italiane, ecc) sono di 80 minuti, anche se la versione integrale di 95 minuti esiste nei loro archivi. TCM annuncia sempre che trasmettono i film nella loro collezione integralmente. Ma che vanno a fa.... :x

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Re: Contro la censura di internet

#554 Messaggio da belnudo »

@Len801

pienamente d'accordo, la durata del copyright, se mai dovesse esistere ancora, andrebbe modulata sui costi sostenuti per l'opera d'ingenio e sui profitti che ne possono conseguire.
Per una canzone bastano e avanzano 5 anni.
Per un libro 7 anni.
Per un film 5 anni.
Per un farmaco non so.
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Re: Contro la censura di internet

#555 Messaggio da Len801 »

belnudo ha scritto:@Len801

pienamente d'accordo, la durata del copyright, se mai dovesse esistere ancora, andrebbe modulata sui costi sostenuti per l'opera d'ingenio e sui profitti che ne possono conseguire.
Per una canzone bastano e avanzano 5 anni.
Per un libro 7 anni.
Per un film 5 anni.
Per un farmaco non so.
Nella vecchia costituzione americana era limitata a 13 anni, e col tempo e' stata prolungata e raddoppiata come faceva comodo alle major della musica e cinema.
E difficile se non impossibile a credere che nei vecchi tempi si doveva e poteva rimanere a circa 13 o 27 anni per rifarci qualche soldo su un libbro, un film, una canzone. Ma con l'era moderna di communicazione e commercio non basta piu' l'eternita'. Non basta piu' fare circolare TITANIC nelle sale di cinema attraverso il mondo, non basta piu' l'aver venduto su VHS e DVD, e l'aver distribuito su cable-satellite, ecc. Oggi lo si rispolvera, e lo si distribuisce di nuovo su 3D (e si aggiunge qualche secondo di scene di nudo di Winslet). Bella trovata no?

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