ed io dovrei votare una di queste facce di merda????no grazie
il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!
Giulio Tremonti ha scritto:Bah, anch'io avevo dato atto al decreto di Monti di andare nella direzione giusta, anche se a piccoli passi. Ma questi continui annunci e ritirate fanno cascare le balle.
Io credo che di più si possa fare, considerando che è vero che il governo deve districarsi tra i veti del parlamento, ma è anche vero che il governo ha il "potere contrattuale", per non dire ricattatorio, di prospettare le dimissioni, che non sfrutta. Se non si ha il coraggio delle decisioni forti in tempi di crisi non lo si ha mai.
Ma poi alle poltrone ci si affeziona. Il giochino mi pare piuttosto scoperto, esiste un governo Monti che spara 100 perchè tanto sa che poi in parlamento dagli amici degli amici otterrà, se va bene, 30. Meglio di niente.
Dovrebbe certamente fare la voce grossa e minacciare le dimissioni ma Monti non viene da chissà quale cultura politica superiore. Non dimentichiamo che è pur sempre un italiano. Quindi decisamente refrattario alle dimissioni.
La spiegazione migliore sulle difficoltà di Monti l'abbia data Giavazzi l'altro ieri: il senso di scampato pericolo (almeno per un po') fa venire meno l'urgenza.
«la riduzione dello spread fra Italia e Germania, ieri sceso a quota 282, non è solo merito della Bce: una parte non piccola riflette la fiducia di cui gode il governo nei mercati finanziari internazionali. Paradossalmente è proprio questa fiducia il nostro maggior fattore di rischio. Innanzitutto perché ha fatto venire meno l’urgenza. In dicembre il decreto salva Italia fu varato dal governo e approvato dal Parlamento in due settimane. Pochi giorni dopo, il 29 dicembre, il presidente del Consiglio annunciò che liberalizzazioni e riforma del mercato del lavoro sarebbero state varate entro gennaio.
Siamo a metà marzo: il decreto sulle liberalizzazioni attende ancora la definitiva approvazione da parte del Parlamento e le norme sul mercato del lavoro non sono state ancora portate in Consiglio dei ministri. Non è solo una questione di calendario. Più i tempi si dilatano, più le corporazioni che con queste norme si vorrebbero colpire riescono a organizzarsi per evitarle. Il decreto cresci Italia ne è l’esempio. Il provvedimento che verrà approvato è un’immagine molto sbiadita dell’afflato liberista che ispirò il primo testo del governo.»
ed io dovrei votare una di queste facce di merda????no grazie
se guardo le cravatte mi intristisco....ma come si fa....
monti con la cravatta azzurrina......almeno casini con quella scura...ma poi tiene le bretelle rosse....ma per favore....con le bretelle rosse ci vuole la camicia a quadri!....
bersani ha una cravatta rosso spento. vorrà dire qualcosa! con quella cravatta lì non ha futuro. o rosso fuoco o meglio scura....
p.s. dimenticavo Alfano.....ok meglio dimenticare. le cravatte con le fasce inclinate andavano (ad essere buoni) nel 2000. son passati dodici anni Alfano...dodici.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
Casini mi sembra che se la stia godendo.
C'ha 'na faccia da litro e mezzo di rosso pesante...
Per il mio ego può bastare che SCB mi citi nella sua firma, tutto il resto è noia.
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
Continuiamo a farci le seghe per lo spread in discesa, ma ci sono dati preoccupanti, TRAGICI, a cui nessuno da risalto (mi ricorda Silvio che cercava di infondere ottimismo a tutti i costi. E' cambiato veramente poco)
Sole24Ore. 2012-03-19. Istat: fatturato (-4,4%) e ordinativi (-7,4%), a gennaio industria a marcia indietro.
Netto calo per il fatturato dell’industria nazionale a gennaio, sceso su base mensile del 4,9% e su base annua del 4,4% (corretto per effetti calendario). Il dato è fornito dall’Istat, sottolineando come il ribasso tendenziale è il più consistente da novembre 2009, soprattutto a causa dell’andamento del mercato interno. Stesso discorso per gli ordinativi dell’industria, che lo scorso gennaio sono diminuiti del 7,4% su base mensile (dato destagionalizzato), e del 5,6% su base annua (dato grezzo). Sempre a gennaio 2012, per quanto riguarda il fatturato degli autoveicoli, il calo su base annua è stato dell’8,8%, mentre gli ordinativi sono diminuiti del 6,1%.
Non dimentichiamo l'aumento di 35 miliarduzzi del debito (nuovo record di sempre)
Spero in una bella riduzione del gettito fiscale per chiudere il cerchio.
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
Ovviamente i media sono impegnati a mostrare lo spread in discesa e a pubblicizzare i BTP days, peccato che ci sia qualche problemino in giro:
La produzione negli stabilimenti italiani di Fiat è rimasta bloccata tutta la giornata di venerdì e in qualche sito lo stop è ancora in corso (sono tuttora fermi n di fk). Colpa dello sciopero dei bisarchisti-padroncini riuniti in Bisarche Italiane, sigla sindacale che fa parte di Trasportounito. Ecco i motivi della protesta e gli interessi in gioco.
TUTTO FERMO - Fiat ha dichiarato che la serrata, ormai in atto da 25 giorni, s’è già tradotta nella mancata produzione di circa 20 mila vetture (il che non sarebbe poi una catastrofe, se è vero che gli stabilimenti Fiat soffrono di sovracapacità produttiva) e in una diminuzione di circa il 10% delle immatricolazioni di vetture nuove del gruppo per il mese di marzo, in Italia e in Europa. (…) SicurAUTO ha già raccolto informazioni secondo le quali le grandi navi porta-auto vengono già dirottate in porti diversi da quelli italiani perché anche i piazzali di stoccaggio a ridosso dei moli rigurgitano di vetture che non si sa più dove sistemare. Per il momento non si vedono spiragli per la soluzione di una controversia che sta mettendo in ginocchio l’intera filiera. Compresi i concessionari, che non riescono a consegnare le vetture ordinate dai clienti e che quindi non possono (e presumibilmente non dovrebbero, fino all’avvenuta normalizzazione dei trasporti) pretendere dagli acquirenti il saldo che precede l’immatricolazione.
(…)
MEGLIO STARE FERMI - Quel che è certo è che quelli di Bisarche Italiane sono agguerritissimi e niente affatto disposti a mollare. Com’è facile intuire, alla base della protesta ci sono le tariffe del trasporto, che la sigla sindacale giudica assolutamente inadeguate a generare non solo un accettabile margine di guadagno, ma anche a coprire i semplici costi vivi dell’attività. “Con queste tariffe, è meglio che i camion stiano fermi. Se lavoriamo, ci rimettiamo di tasca nostra”, ha dichiarato a SicurAUTO Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, la sigla sindacale che a sua volta accoglie Bisarche Italiane. Ma a quanto ammontano le tariffe della discordia? Qualche numero l’ha rivelato Giuseppe Melissano, delegato di Trasportounito. Vediamolo.
UN PO’ DI NUMERI - Il compenso per la tratta da Melfi (sede dello stabilimento Fiat che produce la Punto) a Milano, di circa 860 km, è oggi di 630 euro più Iva (cioè 70 euro a vettura, visto che una bisarca con rimorchio mediamente di auto ne porta nove), cioè, arrotondando, 762 euro Iva compresa. La percorrenza media di una bisarca con un litro di gasolio è di circa 3 km. Per 860 km di percorso fanno circa 287 litri che, a 1,75 euro al litro, danno un totale di 502 euro di spesa. Certo, c’è da considerare il rimborso delle accise sul carburante da parte dello Stato, pari a 0,19 euro al litro, cioè circa 55 euro di incasso. L’introito totale è dunque di 817 euro a fronte di spese per il carburante di 502. Avanzano 315 euro, ai quali però bisogna sottrarre il costo dell’autostrada Milano-Melfi, circa 117 euro per una bisarca a quattro assi, anche di più se a cinque.
Risultato: restano 198 euro. Tuttavia, c’è da considerare che se il padroncino non vuole fare il viaggio di ritorno vuoto dovrà procurarsi un altro carico, e il viaggio per recarsi a ritirarlo sarà a spese sue, poiché verrà retribuito solo quello dal sito dove si trovano le vetture a quello di destinazione. Inoltre, non abbiamo tenuto conto dell’ammortamento del veicolo (costo approssimativo di una bisarca nuova: dai 150 ai 180mila euro), dei costi di manutenzione, di quelli assicurativi e di quelli da imputare al consumo degli pneumatici, tolti i quali siamo davvero al lumicino, o forse, come sostiene chi protesta, in perdita secca. Se i numeri sono realmente questi, non si può non concludere che Bisarche Italiane non ha torto quando afferma che sono insostenibili. Ma il dato che fa riflettere è anche un altro, ricavato (e quindi, in un certo senso, certificato) scavando nell’antica contabilità dello stesso Melissano, che è un vero padroncino che sulle sue bisarche ci vive da anni insieme al figlio: nel 1997, cioè 15 anni fa, la tariffa sulla stessa tratta Melfi-Milano per un carico di nove macchine era di 266mila lire a vettura, cioè circa 137,5 euro Iva compresa, mentre oggi è scesa a 85 euro. I costi vivi, però, non sono certo scesi. Quello del gasolio, per esempio, è passato dai 74 centesimi di euro del 1997 a 1,75 euro di oggi: +136,5%. Una situazione che lo stesso Melissano riassume sconsolatamente: “Allora stavamo bene, oggi siamo alla fame“.
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
è uno dei motivi per cui i fornitori delle aziende auto fanno gli stabilimenti accanto (cento metri) ai loro nelle nazioni dove vengono vendute le auto.
Brasile piuttosto che Cina, piuttosto che Polonia.
Il trasporto ormai incide troppo per oggetti voluminosi come le auto.
STATO LADRO & RAPINATORE
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)
Se i numeri sono questi, risparmiare 50 euro per il trasporto di un'auto che costa 15.000 euro è proprio da pezzenti....non so come la pensate voi, ma secondo me la Fiat può solo fallire...
fender ha scritto:Se i numeri sono questi, risparmiare 50 euro per il trasporto di un'auto che costa 15.000 euro è proprio da pezzenti....non so come la pensate voi, ma secondo me la Fiat può solo fallire...
50 euro x 1.000.000 di auto = € 50.000.000,00
se davvero Fiat inizia la vera riduzione costi, allora si salva.
Forza Marchionne.
STATO LADRO & RAPINATORE
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)
fender ha scritto:Se i numeri sono questi, risparmiare 50 euro per il trasporto di un'auto che costa 15.000 euro è proprio da pezzenti....non so come la pensate voi, ma secondo me la Fiat può solo fallire...
50 euro x 1.000.000 di auto = € 50.000.000,00
se davvero Fiat inizia la vera riduzione costi, allora si salva.
Forza Marchionne.
esatto..
è l'unico modo assieme al lancio di modelli nuovi. altrimenti si chiude.
io sono in cina proprio per abbattere i costi di spedizione su un prodotto che andrebbe in US ed australia, mentre per europa etc rimarebbe made in italy....(e viene venduto a meno di 1000 euro, ma quando ne fai 10.000 all'anno?)
I costi della logisitica se analizzati nel dettaglio sono enormi, senza contare il fatto che i carburanti sono in aumento costante..
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.