Un bel diario di viaggio del grande Terzani, nel 1980:
http://xenu.com-it.net/txt/corea.htm
Chi e' stato di recente non ha trovato grosse differenze:
Si arriva a Pyongyang da Pechino, con un vecchio Tupolev spartano, se usate le linee nordcoreane. La prima impressione è che sia successo qualcosa, che la città sia un involucro con dentro niente. Avranno anche il nucleare, ma che desolazione. Le strade sono larghe, vuote, silenziose. I semafori non ci sono, tanto a che servono? E i pochi che ci sono, sono spenti. Al loro posto delle vigilesse che sembrano robot e si muovono a scatti. Le poche auto che circolano sono quelle di Stato, quasi tutte Mercedes, e le altre, quasi tutte jeep, appartengono agli organismi internazionali. La gente nel Paradiso dei Lavoratori va in corriera o a piedi. Tutti sono vestiti uguali, in grigio. Tutti vedono, ma non guardano. A Pyongyang ci sono anche i cinema. «Si può comprare un biglietto?». «No, bisogna aspettare l' invito del partito». Ah, ecco. «Possiamo essere invitati?». «No, lo decide il partito e il sabato è il giorno in cui il popolo deve studiare e ripassare la storia». Ah, ecco. «Possiamo partecipare alla giornata di studio?». «No, vi deve chiamare il partito». Avvicinare le persone è difficile, perché gli stranieri sono controllati. Se vi danno il visto, vi assegnano anche una scorta: autista, interprete, addetto al protocollo. «Dove va?». «A fare una passeggiata». «Da sola non può, veniamo anche noi». Magnifico. La nazione che minaccia il mondo con le armi nucleari ha l' elettricità razionata. Nelle ambasciate le lavatrici funzionano come ripostiglio, sognando che un giorno i watt ritornino. L' acqua calda è un miraggio capitalista. Il frigorifero, quando c' è, è di tutti: della famiglia, del palazzo, del condominio, del quartiere. Tanto dentro ci finisce poca roba, il razionamento per 23 milioni di nordcoreani prevede 5 uova al mese, 600 grammi di riso, mezzo chilo di zucchero, soia. Però, ci sono le feste, dieci l' anno, e allora arriva anche una striscia di pesce essiccato o un po' di carne stantia. E poi d' inverno il termometro scende a -30. I ristoranti sono per il partito, per l' esercito, per i turisti che arrivano, soprattutto dalla Cina. I negozi di alimentari sono piccoli, ma se c' entrate sono vuoti e dietro il banco nessuno ha la faccia convinta. Eccola la merce: caramelle, qualche patata, bottigliette di aceto, soia, tuberi e grappa. Roba triste, invenduta, senza compratori. L' inflazione colpisce anche qui. Invece per i turisti nei Casinò si sono doni prestigiosi sono: ginseng, grappa alla vipera, bile d' orso essiccata. I grandi magazzini sono deserti, si cammina nel vuoto. Ogni tanto capita di incrociare gruppi di militari, la fornitura di divise è appena arrivata dalla Cina. Pagata cara, non regalata. Perché i paesi socialisti non hanno più occhi di riguardo per i compagni. Ma per l' esercito i soldi si trovano, anche le scarpe, visto che il paese è in guerra da mezzo secolo. Pyongyang è una città che vuole sembrare moderna. Ha grattacieli, come l' hotel Ryugyong, 305 metri d' altezza, 105 piani, una specie di folle astronave spaziale, mai ultimata per mancanza di fondi. Ha edifici altissimi e spettrali da realismo socialista, ponti di cemento grandiosi, da Gotham City, che scavalcano il fiume Taedong. Chi si sposa ha diritto alla casa. L' unica città al mondo dove esiste ancora sulla facciata di un palazzo la gigantografia di Carlo Marx. E dove incontri gente spettrale e scheletrica, dall' età indefinibile. Vedi vecchi rugosi, da pensione, da aiutare. Per cortesia chiedi l' età. «Ho 53 anni». La Corea del nord è quasi tutta montagnosa, solo il 20 per cento del suo territorio è coltivabile. E dal ' 90 è una terra flagellata dal troppo sole e dalla troppo acqua. O siccità o alluvione. Tradotto significa carestia, morte per fame. La pesca nel mare è stata dato in concessione al Giappone, da due anni si prova a far funzionare quella di acqua dolce, cercando di attrezzare una piccola industria di pesce da lago. Il governo si rifiuta di fornire cifre e statistiche. Non vuole perdere gli aiuti e la dignità. L' Onu afferma di aver dato ad aprile cibo a sei milioni e mezzo di persone, ai più bisognosi, vecchi e bambini, ma si lamenta di non poter controllare la distribuzione. Se uscite da Pyongyang e andate verso la campagna entrate nel buio del Medioevo e nella notte dell' umanità. Niente più luci, niente più antenne, solo acquitrini, solo torme di disperati scalzi, piegati in due nelle risaie, con le mani e i piedi nell' acqua gelida e fangosa o a costruire argini. Appena alzano la testa ti accorgi che sono fantasmi strazianti. Donne anziane, avvizzite, teschi con un po' di capelli. Strumenti di lavoro? Un trattore artigianale, da presepe di Natale. E un bue striminzito e rachitico che avrebbe fatto piangere anche Gesù Bambino. Manca il combustibile, mancano gli arnesi, i pezzi di ricambio. Ma la benzina per i camion che trasportano i militari c' è. Di nascosto ti spiegano che ad una certa età se non sei un dirigente di partito o non sei un ufficiale dell' esercito, sei uno del popolo, e cioè un condannato alla disgrazia eterna. Se andate nella Grande Casa di Studio Popolare è un trionfo. Lì vi mostrano il sistema meccanizzato di consegna di libri, che schizzano fuori dal magazzino su vagoncini in miniatura. Oh yes, la modernità. «Grazie al nostro caro leader, Kim Jong II». Quello che ha paura di volare, che viaggia con un treno blindato, ma che secondo gli Usa, ha la minaccia del nucleare. E ti chiedi al buio che paese è quello che affama il suo popolo per dare cibo e luce ai missili.
Anche se ci sono inesattezze:
L'articolo e' in parte corretto. Sono stato in Nord Korea nell'Agosto 2009. Sconvolge sopratutto la campagna e le persone che, come dei fantasmi, camminano non si sa bene per dove. Altra cosa che fa davvero capire la fame che hanno sono le risaie e i campi di soia. Bene: coltivano anche gli argini di separazione di terra tra un quadrato di riso e l'altro. In piu', nelle citta' di campagna, i cortili (!!!!) dei palazzi sono coltivati fino alla porta d'ingresso con (mi sembra di ricordare) mais.
Per quanto riguarda Pyongyang invece l'autore secondo me qualche cazzata l'ha scritta.
1. I negozi sono sicuramente vuoti (anch'io me li sono immagianti cosi') ma e' da escludere che chi ha scritto il pezzo sia entrato in un supermercato o negozio visto che ai turisti/ delegazioni ecc e' impossibile anche solo avvicinarsi alle persone e il giro di propaganda che fanno fare e' per tutti lo stesso ( studi cinematografici, piazze , mausolei, asilo, centro culturale, circo, stadio -il piu' grande al mondo- per i mass games, spettacolo degli studenti...)
2. La storia dell'elettricita' e' una cazzata (anche a suo tempo avevo letto sul National Geo. che tutta la nord korea di notte e' al buio piu' completo. Di sera la citta' era perfettamente illuminata (ho rubato anche dei filmati che non posto perche' non sono buono).
3. Dal punto di vista degli edifici e dei palazzi (block) e' sorprendente come siano migliori di altre citta' excomuniste in cui sono stato o abitato (da Chisinau a Tiraspol, da Bucarest a Mosca), e la citta' in se e' -rispetto a come me l'immaginavo- piacevole e "moderna" (piacevole da vedersi intendo ).