Ma questo è un capolavoro ragazzi! Ma questo è un miracolo! Recuperiamo 45 miliardi senza tassare nessuno! Recuperiamo 45 miliardi senza prendere i soldi da nessuna parte! Ma chi ha il coraggio di parlare male della democrazia e dei politici italiani? Facciamo una manovra con la 49esima fiducia, dove non si capisce chi paga!
Per VINCERE NEL 2013, per prendere voti da tutti, Silvio non prende soldi da nessuno. Una manovra che sta sul cazzo a tutti, alla Spagna, alla Merkel, al Financial Times, ai mercati che mandano la borsa a picco ma Silvio se ne sbatte i coglioni!
Tremonti, l'unico che voleva far pagare qualcosa a qualcuno, è stato massacrato: tutti gli altri ministri in rivolta contro di lui e Silvio che addirittura gli mette dietro i servizi segreti!
E i sondaggi danno il PD in lieve calo, la Lega stabile e il PDL che perde ma di poco, aumentano gli indecisi. Quegli indecisi che nel 2006 hanno votato Berlusconi permettendogli di recuperare 8 punti % di svantaggio nei sondaggi. Prendi un indeciso e lo metti davanti a Silvio, dopo 30 secondi ripeterà come un robot "vota silvio!". D'altronde si capisce: uno che è "indeciso" è un coglione (come si fa ad essere "indecisi"?) e i coglioni votano Silvio. Ecco perchè alla fine quasi tutti gli indecisi votano Silvio.
Tanto la crisi è una cagata, c'è ancora tanta di quella roba da magnà in Italia da far paura. Scoplitevi nella mente queste parole di Silvio che sto per mettere in fiorma, e recitatele ogni sera come una preghiera fino al 2013:
Berlusconi e Giulio Tremonti sono ai ferri corti. E’ ormai scontro su tutta la linea: il premier vuole la riduzione delle tasse per “accarezzare” gli elettori, Tremonti è fermo sul no e prepara una manovra da 45 miliardi in tre anni. Le frizioni sono così alle stelle che sarebbero volate urla e minacce. Cose da non credere se a riferirle non fossero organi di stampa vicini al centrodestra. ‘Libero’, ad esempio, racconta che durante la cena ad Arcore di lunedì sera, Tremonti sarebbe andato su tutte le furie e avrebbe urlato in faccia al Cavaliere: “Tu mi hai fatto spiare! Hai messo i servizi segreti alle mie calcagna!”.
Il giorno dopo il ministro dell’Economia, racconta ‘Il Corriere della Sera’, avrebbe chiamato al telefono Berlusconi e gli avrebbe lanciato quello che sembra un ultimatum: “Non devi più parlare di riforma fiscale, così si creano aspettative. Poi le aspettative vengono deluse e si perde consenso. In questa situazione, meglio sarebbe andare alle elezioni”.
Ma Berlusconi non c’è stato a farsi trattare così da Tremonti, anche perché, raccontano sia ‘Libero’ sia ‘Il Corriere della Sera’, teme che stia tramando alle sue spalle e preparandosi per guidare un nuovo governo, senza il Cavaliere. Il premier quindi, durante questi scontri, non sarebbe rimasto in silenzio, ma è passato al contrattacco: “In questa situazione, se andiamo alle elezioni le perdiamo – avrebbe urlato a Tremonti, racconta il ‘Corriere’ – Bisogna prima intervenire sulle tasse”.
Lo scontro, dicono i partecipanti, è continuato poi nell’incontro a palazzo Grazioli di mercoledì sera. Le posizioni non sono cambiate: Berlusconi chiede una finanziaria light e il taglio delle tasse, Tremonti pensa all’Europa e dice di no. “Tu non credere di essere indispensabile, qui nessuno lo è – gli ha detto Berlusconi, secondo quanto riporta ‘Libero’ – Faremo una manovra leggera in modo da non deprimere la crescita. Vuol dire che il prossimo governo farà una manovra da 60 miliardi. Problemi di chi viene dopo”. Berlusconi ha poi confidato ai suoi fedelissimi la paura che Tremonti stia tramando alle sue spalle. Ma anche in questo caso, va all’attacco: “Vuole mettermi in difficoltà, ma dove va? – si legge sempre su ‘Libero’ – Non ha i numeri, sta sulle balle a tutti”.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
la BCE continuerà a comprare titoli e senza fare troppe storie perchè se saltiamo noi salta tutto. Già non possono permettersi che salti la Grecia, figuriamoci l'Italia.
SILVIO TIENE IN OSTAGGIO L'EURO E INTANTO FA I CAZZI SUOI PER VINCERE NEL 2013
le minacce dell'Europa "compriamo i titoli italiani se fate..." fa ridere i polli. Sono minacce che non fanno paura a un bambino, sono minacce di chi è minacciato. Sì la Merkel s'incazza un po' ma poi passa.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Silvio tiene in ostaggio tutti tranne le troie, che durante il bunga bunga tenevano lui per le palle.
Per pagare le troie ha speso 45 miliardi di euro, pari alla manovra che stiamo per fare.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
bocha ha scritto:giustamente, mi pare che dello sciopero genrale ci sia un gran bisogno.....specie in questo momento....
In realtà ci sarebbe bisogno che la gente che non arriva a fine mese vada a casa dei ricconi che han votato pdl, facendo regolarmente piazza pulita.
Sai qual è la cosa assurda?
Nella mia città, Verona (ma immagino che nel nord-est ci siano altre situazioni simili), se chiedi al riccone cosa abbia votato ti dice Di Pietro, se chiedi all'operaio ti dice Silvio..il motivo?
"L'è un grande, el se ciava le putane de 20 ani, mia come el culaton marzo de Marrazzo". Penso che non serva la traduzione.
Mi rendo conto che sembri un'assurdità, ma se c'è qualcun altro del forum che vive a Verona e dintorni sa che gira così.
Ah dimenticavo, se non si vota Silvio si vota Lega, perchè "è colpa della sinistra se l'Italia va a puttane, fanno entrare i negri e gli zingari a rubarci il lavoro, ma Umberto li massacra!!". Il tutto detto dall'operaio o dall'agricoltore.
"It's a basic truth of the human condition that everybody lies. The only variable is about what."
pan ha scritto:
Sono terrorizzato dal quadro generale in cui si arriverà al 2013 se l'opposizione continua a evitare di dare la spallata. Vincere quelle elezioni sarebbe allora veramente l'ultimo dei problemi.
Secondo me parti da un presupposto errato, cioe' che all'opposizione interessi qualcosa del "bene comune". Il primo interesse del politico navigato (che all'inizio faceva politica per sani propositi, ma e' durata ben poco) e' il suo benessere e mantenimento della casta.
Perche' dare una spallata a berlusconi e assumersi la responsabilità del risanamento?
Perche' qui sono cazzi amari, altro che sciopero generale di 4 nostalgici. Ci sono da fare riforme da guerra civile.
Meglio lasciare tutto nelle mani di Silvio, tanto anche se lui non fa un cazzo, con la BCE che ci tiene in piedi si puo' tirare avanti ancora un po, e la colpa del disastro se la prende sopratutto silvio (e giustamente direi. L'opposizione non fa niente, ma Silvio fa danni)
Parto dal presupposto che la politica è la cosa più importante che vi sia in una società.
Per il resto diciamo esattamente la stessa cosa.
Ma in caso di finta opposizione per non assumersi responsabilità, un elettore maturo non potrà non tenerne conto.
Adesso mi dirai:- Ma ndo stanno gli elettori maturi? - Ok,ok... ci siamo capiti.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) -fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) -...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)
IL CASO TERRY DE NICOLÒ, UNA DELLE RAGAZZE DELL'IMPRENDITORE IN CARCERE PER ESTORSIONE: «LE DONNE DELLA CITTÀ-BENE COINVOLTE? SONO PIÙ DI DIECI»
«Ma tu c'eri?». I timori delle signore di Bari
Nell'inchiesta nomi di mogli di professionisti con quelli delle escort. Laterza: sembra Sodoma Caldarola: la chiamavano Milano del Sud, ora la capitale della Puglia ha assimilato il peggio, con 20 anni di ritardo, della Milano da bere
BARI - L'appuntamento è davanti al Palace. «Sul marciapiede, così restiamo in tema». E' una ragazza spiritosa, Terry De Nicolò, storica vestale della scuderia di Gianpi. E non teme certo che le luci della ribalta le sciupino la pelle, ha appena finito un'intervista alla Zanzara , «tocca rivederla, sa?, per le querele. Comunque: benvenuto nella Bari dei magnaccioni!». Alle sette della sera sulla città incombe un'afa plumbea assieme all'attesa di nomi e carte, di quella specie di ordalia mediatica dentro cui i maggiorenti locali temono di veder saltar fuori cugine, sorelle e, soprattutto, consorti (i loro nemici lo sperano, dandosi di gomito).
Mogli di notai, avvocati e imprenditori baresi facevano la fila con Tarantini per incontrare Berlusconi («e ti credo! Io ci tornerei a piedi, a palazzo Grazioli!», trilla Terry, incontenibile): poche righe, filtrate dagli atti d'inchiesta, bastano per far ripartire un ritornello che qui non s'è mai fermato davvero, dalla notte dei tempi, da quando la pornostar Rossana Doll (al secolo Rossana Di Pierro) scrisse un indimenticabile bestseller intitolato Membri di partito , raccontando che per diventare hostess dell'Alitalia aveva dovuto concedersi a tre politici pugliesi di primo piano (Patrizia D'Addario non s'è inventata niente di nuovo).
Dietro i cristalli dei bar del corso, celando un sorriso malevolo nella tazzina dell' espressino , o dietro i tavoli di storiche abbuffate tarantiniane al Blanc de Noir o alla Bella Bari, tra i professionisti appollaiati al bordopiscina del club Nilaya o tra le loro mogli che si scolpiscono i glutei nella palestra Wakeup e tra i tiratardi del risto-night Fuoriluogo, insomma nei posti storici dei ragazzi e delle ragazze della Gianpi generation , la domanda è quella di sempre, di ogni elenco e tormentone: «Tu ci sei o no?».
Tubino bianco, caschetto di capelli corvini, delizioso nasino alla Carfagna, Terry se la ride, sorseggiando il suo espressino mentre il barman del Palace la sbircia senza troppa discrezione. «Me ne hanno dette di tutti i colori: mignotta, spacciatrice! Adesso che escono i nomi mi metto sulla spiaggia sotto l'ombrellone a ridere. Perché, sa, a me le ipocrite della santa inquisizione fanno più schifo di tutte... quante sono queste signore? Più di dieci, sì... sicuro. Come lo so? Lo so. Però, piano, sono chiacchiere, lei che vuole da me?».
Terry è come Bari, o forse Bari è diventata come Terry: un'omertosa chiacchierona. Tutti sanno tutto e tutti raccontano tutto, fino ai confini dell'irresponsabilità, poi s'acquietano, e questa cappa di quiete sta soffocando peggio dell'afa una città in piena mutazione antropologica.
«Vedi, il puttanesimo è eterno, c'è sempre stato. Qui la gente si giocava la moglie ai circoli, lo scambismo è storico. Ma la variante è gente come Tarantini, quello è l'uomo nuovo», mormora un vecchio avvocato che ne ha viste di tutti i colori e non vuole grane. Alessandro Laterza, presidente della commissione cultura di Confindustria, la traduce così: «Vedo una distanza incolmabile tra questi comportamenti... disinvolti e un'idea del lavoro che qui viviamo in maniera seria. Penso al vecchio mercante barese che faceva della reputazione parte della sua attività. Vorrei dirle che Bari è Sodoma, un caso unico, ma temo che tutta l'Italia si assomigli».
La generazione successiva ha cambiato registro rispetto ai padri. Ora si ostenta quello che prima si faceva in silenzio. Un giovane imprenditore, affogando tra gli squali, raccontava qualche tempo fa: «Non ho donnine da presentare... ». Le tangenti hanno cambiato forma. «Adesso si offrono servizi... in carne e ossa», dice Peppino Caldarola: «Il punto è la decadenza. Di Bari si diceva: è la Milano del Sud. Con vent'anni di ritardo, ha assimilato il peggio della Milano da bere. Tarantino è amico della destra e della sinistra, e soprattutto campione di una borghesia depravata».
Che il tarantinismo abbia attecchito trasversalmente tra i trentenni e i quarantenni è palese ascoltando il gossip che mette tra le frequentatrici delle mitiche feste nella villa di Giovinazzo o in certe dimore patinate di Rosa Marina persino due giovani donne magistrato, una delle quali sarebbe stata trasferita per eccessiva vicinanza a Gianpi: all'occorrenza volava fino in costa Smeralda, portava mozzarelle e burrate in dono, dicono. Ma basta scorrere certi fascicoli per avere conferme meno pettegole di questa seduzione generazionale. Due anni fa, Tarantini è stato arrestato assieme al rampollo di una nobile famiglia leccese, Alessandro Mannarini: la mamma di Alessandro era legata a quel tempo a un consulente di Tremonti e poi di Berlusconi. Tato Greco, nipote dei Matarrese e figlio del senatore Mario, ha un processo in corso assieme al nostro: lo accusano di essersi dato un gran da fare, come consigliere regionale, per piazzare negli ospedali le famose protesi di Gianpi (che ufficialmente non smerciava solo belle donne). Le feste, le feste baresi, sono il mare in cui tutti i pesci sono grigi. Marina è una che c'è, in certi giri, ma niente cognomi: «Non sono feste di delinquenti. A Bari ogni sera puoi trovarne cinque, di feste simili. Coca? Mai vista, giuro».
«Io non pensavo che finisse così, Gianpi si sentiva padrone del mondo. Ma quando stai proprio lì, in cima, ti tirano giù», medita Terry, all'ultimo sorso di espressino . Troppi amici, certo, alla fine si fa indigestione. Come alla cena elettorale del 2008 per il Pd, alla Pignata, con i big lì attorno a Gianpi e tra i tavoli perfino il sindaco Emiliano, che da pm lo aveva indagato. Ha detto Emiliano di essere sbiancato e andato via dopo pochi minuti, altri malevoli sostengono sia rimasto in comitiva. Non è così importante. Perché Tarantini ha argomenti migliori dei soldi per scardinare altri cuori politici. Lo ha sperimentato Sandro Frisullo, ragazzo maudit della sinistra pugliese: tramite Gianpi, ottenne i favori di un'avvocatessa e di una giovane mamma disoccupata, già con lui il mestiere più antico del mondo s'era popolato di avventizie. Frisullo l'ineffabile giurò che non aveva immaginato si trattasse di escort, come il Cavaliere, perché quelle gli parlavano di politica, «e perfino di Ségolène Royal».
Questa era un tempo la città di Pinuccio Tatarella. E già allora la padrona di casa, in certe cene elettorali, trescava col candidato e poi faceva compere con la moglie. «Ma c'era quest'aria da romanzo francese dell'Ottocento, tutti un po' sapevano ma era tutto più soft», sorride Italo Bocchino, che alla scuola di Tatarella c'è cresciuto. Adesso ci vogliono certi racconti disperati di Carofiglio o un film bello e terribile come Mio cognato di Sergio Rubini per narrare quei miscugli di bene e di male che nella Bari vecchia ormai glamour sono diventati come i taralli da accompagnare col Locorotondo dopo mezzanotte. Colletti bianchi e nuovi boss. Trent'anni fa dicevano ghignando «la società civile si sta diffondendo come un cancro nel corpo sano della malavita», ma era una battuta. Oggi la D'Addario conciona: «A Bari nessuno è innocente». Con testimonial come lei e Gianpi, la città rischia di restare presto senza voce.
Questa l'interpretazione di Gomez sul Fatto Quotidiano che mi vede parzialmente concorde:
Intanto l’interesse del premier e quello della sua maggioranza è uno solo: resistere.
Berlusconi vuole restare in sella un po’ per psichiatrico puntiglio e molto per timore. Niente di veramente nuovo. Il suo problema, anzi la sua grande ossessione è quella di sempre: la magistratura e le indagini giudiziarie. Il Cavaliere pensa di essere ormai arrivato allo scontro finale e ritiene che solo continuando ad essere presidente del Consiglio potrà se non vincere, almeno trovare una via di uscita.
Nuovo invece è quello che accade in larghi settori della maggioranza. Anche loro, è vero, vogliono resistere. Ma paradossalmente non hanno più l’obbiettivo di mantenere per sempre il vecchio Cavaliere sulla sua poltrona. La missione (impossibile?) che si sono dati è un’altra. Avere il tempo per trovare qualcuno, magari un tecnico, che lo sostituisca. Per poi farlo governare fino alla scadenza naturale della legislatura.
I parlamentari di Pdl, Lega e ancor più quelli dei cosiddetti Responsabili si rendono infatti benissimo conto che in queste condizioni quasi la metà di loro non sarà rieletta. Così in molti vorrebbero far decantare la situazione. Come? Passando la palla nelle mani di un nuovo premier che faccia dimenticare il vecchio. E che, sopratutto, approvi una terza manovra (quella vera, presto di nuovo richiesta dai mercati) e una riforma elettorale anche con il voto di centrosinistra e terzo polo.
A quel punto, nel 2013, forse (lo sperano) qualcosa sarà cambiato. Qualche italiano potrebbe persino aver scordato il loro disastro. La partita, almeno in teoria, se la potrebbero rigiocare. E se poi le elezioni andranno lo stesso male, non importa. A partire dai 4 anni e 6 mesi di legislatura scatta, pure per chi finora non ne ha avuto diritto (circa 400 parlamentari), il vitalizio.
Da quel giorno tutti nel Palazzo potranno davvero respirare. Gli altri, quelli fuori, no. Ma questo, ovviamente, è solo un dettaglio.
Parzialmente perchè come ho già detto Berlusconi non fa solo i suoi interessi (salvarsi il culo dai giudici) ma anche quelli della Camorra, del Vaticano (che possiede il 30% del patrimonio immobiliare del paese) e del Gran Maestro della Massoneria.
In secundis Alfano ha già chiarito che il candidato Premier fino al 2080 sarà Silvio Berlusconi. ma quali primarie del cazzo? quale governo tecnico? davvero qualcuno crede che se il PDL fa le primarie c'è chi può battere Silvio? Chimere, fantasie, illusioni, voli pindarici.
I Responsabili sono tutti a libro paga di Silvio, hanno poco da rognare. Se LUI chiude i RUBINETTI sono cazzi per tutti.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Mi piace l'analisi di Gomez, la trovo convincente, soprattutto perchè chiarisce quello spirito onorevole, che aleggia soprattutto nelle file della Lega, dell'abbandonare SEMPRE la barca quando sta per affondare, dimostrando zero dignità.
Alfano dice che B. sarà candidato premier anche nel 2013? Stronzate di circostanza per compiacere l'uomo che l'ha nominato suo successore, senza peraltro che il signor Angelino abbia fatto alcunchè di meritevole. Anch'egli volterà le spalle a B. quando si renderà conto che la barca è sull'orlo dell'abisso, situazione che peraltro si sta già creando.
In ogni caso la situazione per Berlusconi, a mio parere, è quasi senza via uscita: anche ammettendo che resista fino al 2013 e poi sia scelto come candidato premier, significherebbe vittoria quasi certa della sinistra, specie se i democratici accenderanno per una volta il cervello facendo vincere le primarie a Renzi. Il tutto accompagnato dalla scelta di un Presidente della Repubblica che non sarà certo Silvio.
"It's a basic truth of the human condition that everybody lies. The only variable is about what."
DA PERFETTO PAPPONE, IL TARANTOLATO TARANTINI AVEVA DEDICATO UNA HOT LINE A LUCI ROSSE PER PARLARE COL BANANA DEL CAMPIONARIO DI DONNE DA TROMBARE - 2- NEGLI ATTI BARESI SI SCOPRE CHE GIANPI SFOGLIA IL SUO “CATALOGO” DI RAGAZZE, CHE SULLA LINEA PERSONALE CON IL PREMIER DESCRIVE MINUZIOSAMENTE LA SUA “MERCE”, PARLA DELLA “BIONDA”, DELLA “BRUNA”. E POI L’ETÀ. LE MISURE. LE PRESTAZIONI - 3- FIGA PER SILVIO, APPALTI PER GIANPI: NELLE TELEFONATE INTERCETTATE, IN QUALCHE OCCASIONE SI ASCOLTA LA VOCE DI GUARGUAGLINI, PRESIDENTE DI FINMECCANICA, E DELLA DI LUI MOGLIE MARINA GROSSI, AD DI SELEX SOCIETÀ CONTROLLATA DA FINMECCANICA. E POI C’È L’INTERESSE DI UN DALEMIANO DOC, L’IMPRENDITORE INTINI
non si è mai visto un erotomane così cazzo...neppure qui su SZ. neppure Trez che domanda "fa anal?" ogni 2 post! Mi piace soprattutto quando si dice che Silvio aveva un impegno istituzionale ma era tentato irresistibilmente dalla bellissima e porchissima sconosciuta (anch'io avrei annullato l'incontro, pure se avessi dovuto incontrare il papa).
Negli atti baresi si scopre che Gianpi sfoglia il suo "catalogo" di ragazze, che sulla linea personale con il premier descrive minuziosamente la sua "merce", parla della "bionda", della "bruna". E poi l'età. Le misure. Le prestazioni. Le telefonate raccontano il mercato degli incanti, serviti alla ghiotta, compulsiva fantasia erotica del Cavaliere.
In un alternarsi ossessivo, dove le richieste del premier si alternano alle offerte del lenone barese, un corto circuito nel quale non si capisce più se arriva prima l'offerta di Gianpi, il procacciatore di donne, oppure la richiesta del premier, ossessionato dalla possibilità di nuovi incontri.
In un'occasione, gli investigatori , scoprono che il premier ha un importante appuntamento istituzionale: eppure Gianpi lo chiama ugualmente. Il premier risponde. Berlusconi spiega che ha degli impegni da mantenere, che non è il caso di incontrare nessuno, ma resta incuriosito dall'offerta: c'è una donna bellissima, disponibile, un'occasione che deve parergli imperdibile. E infatti: ci pensa su.
Questo era il rapporto tra Tarantini e il premier nell'estate del 2008, quando decine di donne - "trenta o forse quaranta", ha detto Tarantini ai pm napoletani, che l'hanno interrogato nei giorni scorsi - facevano la spola tra Bari e Villa La Certosa in Sardegna, oppure s'infilavano, protette dai vetri oscurati, nella residenza di Palazzo Grazioli. Ma c'è di più. Nelle intercettazioni dell'inchiesta barese si scopre che l'intimità era tale, tra Gianpi e Berlusconi, che i due discutevano il "prima" - e cioè l'organizzazione delle serate - ma soprattutto il dopo: l'esito erotico degli incontri organizzati con il Cavaliere.
Commenti grevi. Descrizioni spesso dettagliate. Cronache senza censura riversate sui nastri della procura. Racconti di cui Gianpi, a conoscenza fin nei dettagli, era diventato il depositario. Ma non era l'unico: la linea diretta di Gianpi con il premier, quel telefono dedicato alle conversazioni sulle donne, fu scoperta e intercettata dalla Finanza, nell'inchiesta condotta, all'epoca, dal pm Giuseppe Scelsi.
EROTOMANE!
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)