
[O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Milano, muore Rapisarda
L’uomo dei segreti di Dell’Utri&B.
Se n’è andato per sempre l’uomo che avrebbe potuto scrivere il libro più completo sulla storia della mafia a Milano. Filippo Alberto Rapisarda è morto, a settant’anni, nella struggente palazzina cinquecentesca di via Chiaravalle, tra via Larga e l’Università Statale, a cento passi dal Duomo, dove ha trascorso tutta la sua vita milanese e dove nel 1994 è nato il primo club di Forza Italia. Nelle ultime settimane viveva con accanto una macchina che lo aiutava a respirare, ma non ha mai smesso di fumare. Tra una sigaretta e l’altra, diceva: “Parlerò, parlerò, ma prima voglio mettere da parte 10 milioni di euro per ciascuno dei miei figli”. Non sappiamo se abbia raggiunto l’obiettivo, ma di certo ora non parlerà più. A meno che, come pure raccontava, non abbia lasciato documenti a futura memoria in una cassetta di sicurezza.
Molte volte ha promesso di “parlare”, altrettante si è tirato indietro. Si è lasciato andare in alcune interviste e davanti ai giudici, ultimi quelli del processo palermitano per mafia a Marcello Dell’Utri. Ma poi ha sempre fatto marcia indietro, in un eterno stop and go della memoria. A chi scrive raccontò, anni fa, tra un corridoio e il grande salotto della palazzina di via Chiaravalle: “Vede? Questo era l’ufficio di Marcello Dell’Utri. Era un mio uomo, lavorava per me, a metà degli anni Settanta. Poi mi ha tradito e se n’è andato a lavorare per un giovane palazzinaro, un certo Silvio Berlusconi. Si è portato via i miei progetti: all’epoca volevo costruire una tv privata. E si è portato via i rapporti, i contatti, i finanziamenti… Vede questa porta? Io un giorno entro senza bussare. Era l’ufficio di Marcello, ma lui era un mio dipendente e questa in fondo è casa mia. Appena entrato, mi blocco: c’erano due signori palermitani che io conoscevo bene. Uno era Stefano Bontate, allora capo di Cosa nostra. Sulla scrivania un grande sacco da cui venivano rovesciati fuori soldi, tanti soldi. Un fiume di banconote”. Si disse disponibile a ripetere il racconto davanti a una telecamera, per il programma tv allora condotto da Enrico Deaglio: “Ma certo! Possiamo ricostruire la scena”. Poi cominciò un’estenuante trattativa sul giorno e sull’ora e alla fine non se ne fece nulla. Sono veri, i mirabolanti e intermittenti racconti di quello strano finanziere di Sommatino (Caltanissetta) approdato negli anni Sessanta a Milano? O servivano soltanto ad alzare il prezzo del suo silenzio successivo? Nel 1987 dichiarò al giudice istruttore Giorgio Della Lucia: “Tra il dicembre del 1978 e il gennaio del 1979, mentre stavo tornando dallo studio del notaio Sessa, incontrai, non lontano dalla sede dell’Edilnord, Stefano Bontate e Mimmo Teresi, i quali mi invitarono a prendere un caffè con loro in un bar di piazza Castello. Teresi e Bontate mi dissero che dovevano andare da Marcello Dell’Utri, il quale aveva loro proposto di entrare nella società televisiva che di lì a poco Silvio Berlusconi avrebbe costituito. Teresi mi disse che occorrevano 10 miliardi e, tra il serio e lo scherzoso, mi domandò se per me quello era un buon affare. Io ci rimasi male, anche se non feci trasparire nulla. Dell’Utri in quel periodo lavorava formalmente solo per me. Nel 1977, con lui al mio fianco, avevo aperto Milano Tele Nord, la prima tv privata della città… Il discorso di Teresi mi diede dunque la prova di quello che già sospettavo: Dell’Utri faceva la spia per Berlusconi”.
Ma poi Rapisarda torna a essere grande amico di Dell’Utri e gran sostenitore di Berlusconi, tanto che il primo club di Forza Italia nasce proprio nella sua palazzina di via Chiaravalle. Nel 1998, nuovo rovesciamento di fronte: va a testimoniare al processo Dell’Utri. “Incontrai Bontate e Teresi che mi dissero che avevano appuntamento con Dell’Utri. Mi chiesero un parere sul futuro delle tv commerciali. Dopo alcuni giorni li trovai nell’ufficio di Dell’Utri, in via Chiaravalle, con i soldi nei sacchi. Avevano già dato i primi 10 miliardi”. Era il 1979, racconta Rapisarda. L’anno dopo, Dell’Utri avrebbe chiesto a Bontate e Teresi altri 20 miliardi di lire durante un incontro a Parigi, dove Rapisarda era latitante, con passaporto intestato al gemello di Marcello, Alberto Dell’Utri. Era ricercato per il crac di una sua società immobiliare, la Inim, ed era riparato in Francia dopo essere stato ospite in Venezuela dei fratelli Caruana, narcotrafficanti e mafiosi. Segue querela di Berlusconi e Dell’Utri, finita però con un’archiviazione.
Il crac della Inim, coinvolta nel fallimento Venchi Unica, è una vecchia storia che solleva un velo sui primi affari dei siciliani a Milano. Socio di Rapisarda e presidente dell’Inim è Francesco Paolo Alamia, considerato un uomo di Vito Ciancimino, il sindaco mafioso di Palermo. Racconta un pentito, Rocco Remo Morgana: “Dal 1975 al Natale del 1978 gli uffici dell’Inim erano frequentati da persone di origine siciliana tra i quali ricordo Mimmo Teresi, Stefano Bontate, Vittorio Mangano, Gaetano Cinà e uno dei fratelli Bono, credo che si trattasse di Pippo. Io personalmente in via Chiaravalle ho incontrato più volte Bontate e Teresi”. Quella palazzina cinquecentesca ne ha viste tante. Ah, se i muri potessero parlare.
L’uomo dei segreti di Dell’Utri&B.
Se n’è andato per sempre l’uomo che avrebbe potuto scrivere il libro più completo sulla storia della mafia a Milano. Filippo Alberto Rapisarda è morto, a settant’anni, nella struggente palazzina cinquecentesca di via Chiaravalle, tra via Larga e l’Università Statale, a cento passi dal Duomo, dove ha trascorso tutta la sua vita milanese e dove nel 1994 è nato il primo club di Forza Italia. Nelle ultime settimane viveva con accanto una macchina che lo aiutava a respirare, ma non ha mai smesso di fumare. Tra una sigaretta e l’altra, diceva: “Parlerò, parlerò, ma prima voglio mettere da parte 10 milioni di euro per ciascuno dei miei figli”. Non sappiamo se abbia raggiunto l’obiettivo, ma di certo ora non parlerà più. A meno che, come pure raccontava, non abbia lasciato documenti a futura memoria in una cassetta di sicurezza.
Molte volte ha promesso di “parlare”, altrettante si è tirato indietro. Si è lasciato andare in alcune interviste e davanti ai giudici, ultimi quelli del processo palermitano per mafia a Marcello Dell’Utri. Ma poi ha sempre fatto marcia indietro, in un eterno stop and go della memoria. A chi scrive raccontò, anni fa, tra un corridoio e il grande salotto della palazzina di via Chiaravalle: “Vede? Questo era l’ufficio di Marcello Dell’Utri. Era un mio uomo, lavorava per me, a metà degli anni Settanta. Poi mi ha tradito e se n’è andato a lavorare per un giovane palazzinaro, un certo Silvio Berlusconi. Si è portato via i miei progetti: all’epoca volevo costruire una tv privata. E si è portato via i rapporti, i contatti, i finanziamenti… Vede questa porta? Io un giorno entro senza bussare. Era l’ufficio di Marcello, ma lui era un mio dipendente e questa in fondo è casa mia. Appena entrato, mi blocco: c’erano due signori palermitani che io conoscevo bene. Uno era Stefano Bontate, allora capo di Cosa nostra. Sulla scrivania un grande sacco da cui venivano rovesciati fuori soldi, tanti soldi. Un fiume di banconote”. Si disse disponibile a ripetere il racconto davanti a una telecamera, per il programma tv allora condotto da Enrico Deaglio: “Ma certo! Possiamo ricostruire la scena”. Poi cominciò un’estenuante trattativa sul giorno e sull’ora e alla fine non se ne fece nulla. Sono veri, i mirabolanti e intermittenti racconti di quello strano finanziere di Sommatino (Caltanissetta) approdato negli anni Sessanta a Milano? O servivano soltanto ad alzare il prezzo del suo silenzio successivo? Nel 1987 dichiarò al giudice istruttore Giorgio Della Lucia: “Tra il dicembre del 1978 e il gennaio del 1979, mentre stavo tornando dallo studio del notaio Sessa, incontrai, non lontano dalla sede dell’Edilnord, Stefano Bontate e Mimmo Teresi, i quali mi invitarono a prendere un caffè con loro in un bar di piazza Castello. Teresi e Bontate mi dissero che dovevano andare da Marcello Dell’Utri, il quale aveva loro proposto di entrare nella società televisiva che di lì a poco Silvio Berlusconi avrebbe costituito. Teresi mi disse che occorrevano 10 miliardi e, tra il serio e lo scherzoso, mi domandò se per me quello era un buon affare. Io ci rimasi male, anche se non feci trasparire nulla. Dell’Utri in quel periodo lavorava formalmente solo per me. Nel 1977, con lui al mio fianco, avevo aperto Milano Tele Nord, la prima tv privata della città… Il discorso di Teresi mi diede dunque la prova di quello che già sospettavo: Dell’Utri faceva la spia per Berlusconi”.
Ma poi Rapisarda torna a essere grande amico di Dell’Utri e gran sostenitore di Berlusconi, tanto che il primo club di Forza Italia nasce proprio nella sua palazzina di via Chiaravalle. Nel 1998, nuovo rovesciamento di fronte: va a testimoniare al processo Dell’Utri. “Incontrai Bontate e Teresi che mi dissero che avevano appuntamento con Dell’Utri. Mi chiesero un parere sul futuro delle tv commerciali. Dopo alcuni giorni li trovai nell’ufficio di Dell’Utri, in via Chiaravalle, con i soldi nei sacchi. Avevano già dato i primi 10 miliardi”. Era il 1979, racconta Rapisarda. L’anno dopo, Dell’Utri avrebbe chiesto a Bontate e Teresi altri 20 miliardi di lire durante un incontro a Parigi, dove Rapisarda era latitante, con passaporto intestato al gemello di Marcello, Alberto Dell’Utri. Era ricercato per il crac di una sua società immobiliare, la Inim, ed era riparato in Francia dopo essere stato ospite in Venezuela dei fratelli Caruana, narcotrafficanti e mafiosi. Segue querela di Berlusconi e Dell’Utri, finita però con un’archiviazione.
Il crac della Inim, coinvolta nel fallimento Venchi Unica, è una vecchia storia che solleva un velo sui primi affari dei siciliani a Milano. Socio di Rapisarda e presidente dell’Inim è Francesco Paolo Alamia, considerato un uomo di Vito Ciancimino, il sindaco mafioso di Palermo. Racconta un pentito, Rocco Remo Morgana: “Dal 1975 al Natale del 1978 gli uffici dell’Inim erano frequentati da persone di origine siciliana tra i quali ricordo Mimmo Teresi, Stefano Bontate, Vittorio Mangano, Gaetano Cinà e uno dei fratelli Bono, credo che si trattasse di Pippo. Io personalmente in via Chiaravalle ho incontrato più volte Bontate e Teresi”. Quella palazzina cinquecentesca ne ha viste tante. Ah, se i muri potessero parlare.
- El Diablo
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 26696
- Iscritto il: 26/10/2007, 1:16
- Località: Abruzzo,Texas,Inferno
- Contatta:
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
"Più le cose cambiano, più restano le stesse"
"I lesbo sono migliori se leggermente asimmetrici" Gargarozzo
"I lesbo sono migliori se leggermente asimmetrici" Gargarozzo
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
fiuuuu.....meno male....pan ha scritto:Tutt'altro che sicuro.zio ha scritto:Non saprei dove scriverlo:
Fidel sta morendo.
http://digitalsmind.com/component/conte ... lth-grows-
ero preoccupato che il suo faccione stampato su una maglietta rossa continuasse a romperci i coglioni per altri 40 anni...
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
- super_super
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 5841
- Iscritto il: 27/12/2007, 12:08
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
ROMA - Stanco di «paese di merda». Così si sfoga Silvio Berlusconi, in una conversazione intercettata la sera del 13 luglio sull'utenza panamense di Valter Lavitola, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione al premier.
«Tra qualche mese me ne vado ...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...» si confida il presidente del Consiglio, durante la telefonata. Secondo il gip di Napoli - che ha disposto l'arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi - la conversazione in questione è «rilevante» in quanto attesta la «speciale vicinanza» tra il premier e Lavitola e la «natura dei rapporti» tra i due, «rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato 'informatorè su vicende giudiziarie che, benchè riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi». Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, «al di là del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, è soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta 'P4' nonchè ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie». È Berlusconi a contattare Lavitola sull'utenza panamense di quest'ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale 'Alfredo'. La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie. È in questo contesto che si coglie l'amarezza del premier. «...anche di questo - dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 - non me ne può importare di meno... perchè io ...sono così trasparente..così pulito nelle mie cose..che non c'è nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato...quindi..io sono assolutamente tranquillo...a me possono dire che scopo..è l'unica cosa che possono dire di me...è chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente...io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei...da un'altra parte e quindi...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...».
GLI INDAGATI Nell'inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione a Silvio Berlusconi sono 5 gli indagati: Valter Lavitola, il suo stretto collaboratore Fabio Sansivieri, il cugino Antonio Lavitola e poi Giampaolo Tarantini e la moglie di questi, Angela De Venuto, indicata nelle carte processuali anche come «amante dello stesso Lavitola». La misura cautelare è stata disposta dal gip solo nei confronti di Valter Lavitola, Tarantini e la Devenuto, mentre tutti e cinque sono accusati del reato di concorso in estorsione continuata. In particolare, si legge nel capo di imputazione, Valter Lavitola avrebbe tenuto i «riservati contatti con la persona offesa», cioè Berlusconi, e smistato le somme ricevute dal premier, consegnandole in parte a Sansivieri e al cugino Antonio («che le reimpiegavano nelle comuni attività economiche ed imprenditoriali») e in parte a Tarantini e alla Devenuto. Oggetto della presunta estorsione sarebbe stata la minaccia «implicita e larvata» da parte dello stesso Tarantini di cambiare strategia processuale nel procedimento a suo carico a Bari, un intendimento che egli avrebbe anche «ventilato» ai propri legali e a quelli del presidente del Consiglio. Nel capo di imputazione si legge, al riguardo, che Tarantini «nel procedimento tuttora pendente presso la Procura di Bari ed in via di prossima definizione, era stato indagato per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di una molteplicità di giovani donne tra le quali D'Addario Patrizia ed altre, le cui rispettive prestazioni sessuali erano state procurate a Silvio Berlusconi, accollandone però in via esclusiva i relativi costi economici allo stesso Tarantini». Questi, nelle sue dichiarazioni rese ai magistrati di Bari «aveva sempre escluso ogni consapevolezza» da parte di Berlusconi della «natura mercenaria dei rapporti sessuali dallo stesso intrattenuti» con le donne in questione e comunque «ogni partecipazione economica di Berlusconi ai relativi costi», ma ad un tratto avrebbe attuato la sua minaccia «prospettando» a Berlusconi «i rischi connessi ad un possibile cambio della strategia processuale», rischi «connessi al clamore mediatico della vicenda» e della possibile imminente pubblicazione di intercettazioni di quel procedimento «dai contenuti scabrosi e quindi ritenuti gravemente pregiudizievoli per l'immagine pubblica dello stesso Berlusconi, Presidente del Consiglio dei ministri». Attuando questa minaccia, Tarantini e gli altri si sarebbero procurati «l'ingiusto profitto della somma finora accertata di 500 mila euro, nonchè di altre prestazioni di rilievo economico in corso di accertamento con conseguente grave danno per il predetto Berlusconi».
TARANTINI MINACCIAVA DI PARLARE La minaccia, «implicita e larvata», di Giampaolo Tarantini nei confronti di Silvio Berlusconi, alla base del reato di estorsione, sarebbe stata quella - si legge nel capo di imputazione - di un «cambio della strategia processuale fino a quel momento seguita» nel processo di Bari, dove è accusato di aver procurato prestazioni sessuali di giovani donne al presidente del Consiglio.
Un'inchiesta nella quale Tarantini «aveva sempre escluso» all'autorità giudiziaria barese «ogni consapevolezza del Berlusconi in ordine alla natura mercenaria dei rapporti sessuali dallo stesso intrattenuti con le predette donne e comunque ogni partecipazione economica del Berlusconi ai relativi costi».
Dal possibile cambio di strategia processuale, sempre secondo il capo di imputazione, sarebbero derivati «rischi connessi al clamore mediatico della vicenda e resi più avvertiti in considerazione del previsto deposito di una serie di conversazioni intercettate in quel procedimento, dai contenuti scabrosi e quindi ritenuti gravemente pregiudizievoli per l'immagine pubblica dello stesso Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri».
LE INTERCETTAZIONI DI LAVITOLA «Appaiono incontrovertibili ed univoche le lunghe conversazioni telefoniche intercettate tra Lavitola e Tarantini dalle quali si evince chiaramente come in particolare il Lavitola si prefigga di tenere sulla corda il presidente Berlusconi fino a metterlo »con le spalle al muro«, o di metterlo »in ginocchio, «andargli addosso», «tenerlo sulla corda» - «tenerlo sotto pressione». È quanto si legge nell'ordinanza del gip di Napoli sulla presunta estorsione al premier.
Secondo il giudice «il tenore e il significato» delle «espressioni letteralmente utilizzate da Lavitola nel corso delle conversazioni», risultano «inequivocabili e sintomatici della logica e della prospettiva ricattatoria che muove Lavitola e i coniugi Tarantini».
AGLI ATTI TELEFONATA COL PREMIER Il direttore dell'Avanti Valter Lavitola aveva «una interlocuzione privilegiata (per la facilità e familiarità dei rapporti)» con Marinella Brambilla segretaria del premier Silvio Berlusconi. Per gli inquirenti napoletani «questa facilità e frequenza di interlocuzione con la Brambilla costituisce il naturale corollario di quella 'speciale vicinanza' che Lavitola risulta intrattenere con Silvio Berlusconi». È quanto si sottolinea nell'ordinanza di custodia emessa oggi nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta estorsione al premier«. La vicinanza di Lavitola al premier «non pare giustificata - scrive il gip - da incarichi politici o istituzionali di Lavitola né da una sua collocazione nella galassia aziendale o nell'ambito familiare del Berlusconi: il Lavitola ufficialmente è solo l'editore de l'Avanti! attraverso la società International Press nonch‚ imprenditore nel settore del commercio di pesce». A provare tale vicinanza sono diverse conversazioni telefoniche, tra cui una fatta dal premier a Lavitola sull'utenza panamense utilizzata da quest'ultimo. Ci sono inoltre agli atti conversazioni con terzi nel corso delle quali gli interlocutori si riferiscono ai frequenti contatti di Lavitola con Berlusconi. Nell'ordinanza sono citate, tra le altre, quelle »con Paolo Pozzessere, direttore commerciale della Finmeccanica e di quest'ultimo con Debbie Castaneda, modella colombiana ed 'amicà di Berlusconi«, come si legge nel provvedimento. Oppure quella con tale Roberto Guercio, nel corso della quale quest'ultimo gli chiede di attivarsi con Berlusconi per un intervento sul presidente albanese Berisha, Vi sono inoltre telefonate con stretti collaboratori del presi-dente del Consiglio, che »rivestono posizioni di alta responsabilità istituzionale«.
PARLAVANO IN CODICE Per parlare di denaro adoperavano un «linguaggio criptico, convenzionale». In particolare nelle conversazioni intercettate dagli inquirenti di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta estorsione a Berlusconi si faceva riferimento alla «stampa di fotografia». È quanto emerge dall'ordinanza emessa dal gip di Napoli Amalia Primavera su richiesta del pm Vincenzo Piscitelli.
A usare il codice cifrato era in particolare il direttore e editore dell'Avanti Valter Lavitola, destinatario di uno dei provvedimenti restrittivi, il quale per telefonare adoperava solitamente una scheda sim panamense. Nell'ordinanza sono riportate varie intercettazioni, come quella tra Lavitola e Marinella Brambilla, della segreteria di Berlusconi.
Questo lo stralcio di una telefonata intercorsa tra i due il 23 giugno scorso. Brambilla: ok, allora riusciamo a stampare dieci foto, mandami...chi mi mandi il solito Juannino lì il tuo? Lavitola: ok Marinella: quando lo mandi? perchè io esco alle undici col dottore, mandamelo immediatamente.. In un'altra telefonata del 28 giugno si torna a parlare di «foto», quando Marinella dice a Lavitola: «le 20 foto sono pronte, mandami...quando?».
sarà mica il paese che lui ha contribuito fortemente a far diventare una merda ?
quando muore champagne di ottima annata per me
«Tra qualche mese me ne vado ...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...» si confida il presidente del Consiglio, durante la telefonata. Secondo il gip di Napoli - che ha disposto l'arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi - la conversazione in questione è «rilevante» in quanto attesta la «speciale vicinanza» tra il premier e Lavitola e la «natura dei rapporti» tra i due, «rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato 'informatorè su vicende giudiziarie che, benchè riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi». Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, «al di là del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, è soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta 'P4' nonchè ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie». È Berlusconi a contattare Lavitola sull'utenza panamense di quest'ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale 'Alfredo'. La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie. È in questo contesto che si coglie l'amarezza del premier. «...anche di questo - dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 - non me ne può importare di meno... perchè io ...sono così trasparente..così pulito nelle mie cose..che non c'è nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato...quindi..io sono assolutamente tranquillo...a me possono dire che scopo..è l'unica cosa che possono dire di me...è chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente...io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei...da un'altra parte e quindi...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...».
GLI INDAGATI Nell'inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione a Silvio Berlusconi sono 5 gli indagati: Valter Lavitola, il suo stretto collaboratore Fabio Sansivieri, il cugino Antonio Lavitola e poi Giampaolo Tarantini e la moglie di questi, Angela De Venuto, indicata nelle carte processuali anche come «amante dello stesso Lavitola». La misura cautelare è stata disposta dal gip solo nei confronti di Valter Lavitola, Tarantini e la Devenuto, mentre tutti e cinque sono accusati del reato di concorso in estorsione continuata. In particolare, si legge nel capo di imputazione, Valter Lavitola avrebbe tenuto i «riservati contatti con la persona offesa», cioè Berlusconi, e smistato le somme ricevute dal premier, consegnandole in parte a Sansivieri e al cugino Antonio («che le reimpiegavano nelle comuni attività economiche ed imprenditoriali») e in parte a Tarantini e alla Devenuto. Oggetto della presunta estorsione sarebbe stata la minaccia «implicita e larvata» da parte dello stesso Tarantini di cambiare strategia processuale nel procedimento a suo carico a Bari, un intendimento che egli avrebbe anche «ventilato» ai propri legali e a quelli del presidente del Consiglio. Nel capo di imputazione si legge, al riguardo, che Tarantini «nel procedimento tuttora pendente presso la Procura di Bari ed in via di prossima definizione, era stato indagato per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di una molteplicità di giovani donne tra le quali D'Addario Patrizia ed altre, le cui rispettive prestazioni sessuali erano state procurate a Silvio Berlusconi, accollandone però in via esclusiva i relativi costi economici allo stesso Tarantini». Questi, nelle sue dichiarazioni rese ai magistrati di Bari «aveva sempre escluso ogni consapevolezza» da parte di Berlusconi della «natura mercenaria dei rapporti sessuali dallo stesso intrattenuti» con le donne in questione e comunque «ogni partecipazione economica di Berlusconi ai relativi costi», ma ad un tratto avrebbe attuato la sua minaccia «prospettando» a Berlusconi «i rischi connessi ad un possibile cambio della strategia processuale», rischi «connessi al clamore mediatico della vicenda» e della possibile imminente pubblicazione di intercettazioni di quel procedimento «dai contenuti scabrosi e quindi ritenuti gravemente pregiudizievoli per l'immagine pubblica dello stesso Berlusconi, Presidente del Consiglio dei ministri». Attuando questa minaccia, Tarantini e gli altri si sarebbero procurati «l'ingiusto profitto della somma finora accertata di 500 mila euro, nonchè di altre prestazioni di rilievo economico in corso di accertamento con conseguente grave danno per il predetto Berlusconi».
TARANTINI MINACCIAVA DI PARLARE La minaccia, «implicita e larvata», di Giampaolo Tarantini nei confronti di Silvio Berlusconi, alla base del reato di estorsione, sarebbe stata quella - si legge nel capo di imputazione - di un «cambio della strategia processuale fino a quel momento seguita» nel processo di Bari, dove è accusato di aver procurato prestazioni sessuali di giovani donne al presidente del Consiglio.
Un'inchiesta nella quale Tarantini «aveva sempre escluso» all'autorità giudiziaria barese «ogni consapevolezza del Berlusconi in ordine alla natura mercenaria dei rapporti sessuali dallo stesso intrattenuti con le predette donne e comunque ogni partecipazione economica del Berlusconi ai relativi costi».
Dal possibile cambio di strategia processuale, sempre secondo il capo di imputazione, sarebbero derivati «rischi connessi al clamore mediatico della vicenda e resi più avvertiti in considerazione del previsto deposito di una serie di conversazioni intercettate in quel procedimento, dai contenuti scabrosi e quindi ritenuti gravemente pregiudizievoli per l'immagine pubblica dello stesso Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri».
LE INTERCETTAZIONI DI LAVITOLA «Appaiono incontrovertibili ed univoche le lunghe conversazioni telefoniche intercettate tra Lavitola e Tarantini dalle quali si evince chiaramente come in particolare il Lavitola si prefigga di tenere sulla corda il presidente Berlusconi fino a metterlo »con le spalle al muro«, o di metterlo »in ginocchio, «andargli addosso», «tenerlo sulla corda» - «tenerlo sotto pressione». È quanto si legge nell'ordinanza del gip di Napoli sulla presunta estorsione al premier.
Secondo il giudice «il tenore e il significato» delle «espressioni letteralmente utilizzate da Lavitola nel corso delle conversazioni», risultano «inequivocabili e sintomatici della logica e della prospettiva ricattatoria che muove Lavitola e i coniugi Tarantini».
AGLI ATTI TELEFONATA COL PREMIER Il direttore dell'Avanti Valter Lavitola aveva «una interlocuzione privilegiata (per la facilità e familiarità dei rapporti)» con Marinella Brambilla segretaria del premier Silvio Berlusconi. Per gli inquirenti napoletani «questa facilità e frequenza di interlocuzione con la Brambilla costituisce il naturale corollario di quella 'speciale vicinanza' che Lavitola risulta intrattenere con Silvio Berlusconi». È quanto si sottolinea nell'ordinanza di custodia emessa oggi nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta estorsione al premier«. La vicinanza di Lavitola al premier «non pare giustificata - scrive il gip - da incarichi politici o istituzionali di Lavitola né da una sua collocazione nella galassia aziendale o nell'ambito familiare del Berlusconi: il Lavitola ufficialmente è solo l'editore de l'Avanti! attraverso la società International Press nonch‚ imprenditore nel settore del commercio di pesce». A provare tale vicinanza sono diverse conversazioni telefoniche, tra cui una fatta dal premier a Lavitola sull'utenza panamense utilizzata da quest'ultimo. Ci sono inoltre agli atti conversazioni con terzi nel corso delle quali gli interlocutori si riferiscono ai frequenti contatti di Lavitola con Berlusconi. Nell'ordinanza sono citate, tra le altre, quelle »con Paolo Pozzessere, direttore commerciale della Finmeccanica e di quest'ultimo con Debbie Castaneda, modella colombiana ed 'amicà di Berlusconi«, come si legge nel provvedimento. Oppure quella con tale Roberto Guercio, nel corso della quale quest'ultimo gli chiede di attivarsi con Berlusconi per un intervento sul presidente albanese Berisha, Vi sono inoltre telefonate con stretti collaboratori del presi-dente del Consiglio, che »rivestono posizioni di alta responsabilità istituzionale«.
PARLAVANO IN CODICE Per parlare di denaro adoperavano un «linguaggio criptico, convenzionale». In particolare nelle conversazioni intercettate dagli inquirenti di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta estorsione a Berlusconi si faceva riferimento alla «stampa di fotografia». È quanto emerge dall'ordinanza emessa dal gip di Napoli Amalia Primavera su richiesta del pm Vincenzo Piscitelli.
A usare il codice cifrato era in particolare il direttore e editore dell'Avanti Valter Lavitola, destinatario di uno dei provvedimenti restrittivi, il quale per telefonare adoperava solitamente una scheda sim panamense. Nell'ordinanza sono riportate varie intercettazioni, come quella tra Lavitola e Marinella Brambilla, della segreteria di Berlusconi.
Questo lo stralcio di una telefonata intercorsa tra i due il 23 giugno scorso. Brambilla: ok, allora riusciamo a stampare dieci foto, mandami...chi mi mandi il solito Juannino lì il tuo? Lavitola: ok Marinella: quando lo mandi? perchè io esco alle undici col dottore, mandamelo immediatamente.. In un'altra telefonata del 28 giugno si torna a parlare di «foto», quando Marinella dice a Lavitola: «le 20 foto sono pronte, mandami...quando?».
sarà mica il paese che lui ha contribuito fortemente a far diventare una merda ?
quando muore champagne di ottima annata per me
- alex1jd1
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 11127
- Iscritto il: 25/05/2007, 21:08
- Località: veneto
- Contatta:
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
è una mia impressione o il governo è andato nel pallone?
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
non è una tua impressione.
c'è un problema. quando il leader smette di fare politica, ognuno rema in direzioni diverse.
la manovra è quella indicata da tremonti. i conti per adesso si fanno su quella.
poi ogni giorno si studia un modo diverso per fare emendamenti e recepire il capitale mancante.
le manovre possibili sappiamo tutti che devono toccare:
- le pensioni, portando l'età pensionabile ai livelli europei.
- i capitali accumulati, insomma la famosa patrimoniale.
nessuno vuole farlo, o meglio ognuno vuol toccare l'argomento che sta a cuore all'altra parte politica, soprattutto per paura di perdere voti. la sinistra sa benissimo che le pensioni andranno ritoccate, ma brandisce la patrimoniale. il pdl e lega non possono più toccare niente, poichè se perdono ancora voti sono out.
e così si va dietro al vento che tira.
cioè: alla gente sta sulle palle i soldi della politica? un giorno si riduce le provincie e il giorno dopo no.
alla gente (sacrosanto!)stanno sulle palle gli evasori? un giorno si fa peggio di visco il giorno dopo si prende le distanze (bellissimo ieri Feltri che aveva definito Visco un dracula, che dice: io sono stato sempre a favore della pubblicazione delle denuncie dei redditi - le aveva proposte per primo visco).
la realtà è che berlusconi ha smesso di fare politica. cioè di agire.
lo ripeto da molto: è tempo ormai che lasci e che affronti i nemici in tribunale sputtanando chi lo accusa ingiustamente. se è vero l'accanimento, come io ho sempre pensato, verrà fuori.
cmq adesso occorre vedere cosa succede al pd con il caso penati e la rinuncia alla prescrizione. le sue parole sembrano un avvertimento: io non mi sono arricchito con la politica!.
per me potrebbe essere il colpo finale della magistratura alla politica italiana.
auguri.
c'è un problema. quando il leader smette di fare politica, ognuno rema in direzioni diverse.
la manovra è quella indicata da tremonti. i conti per adesso si fanno su quella.
poi ogni giorno si studia un modo diverso per fare emendamenti e recepire il capitale mancante.
le manovre possibili sappiamo tutti che devono toccare:
- le pensioni, portando l'età pensionabile ai livelli europei.
- i capitali accumulati, insomma la famosa patrimoniale.
nessuno vuole farlo, o meglio ognuno vuol toccare l'argomento che sta a cuore all'altra parte politica, soprattutto per paura di perdere voti. la sinistra sa benissimo che le pensioni andranno ritoccate, ma brandisce la patrimoniale. il pdl e lega non possono più toccare niente, poichè se perdono ancora voti sono out.
e così si va dietro al vento che tira.
cioè: alla gente sta sulle palle i soldi della politica? un giorno si riduce le provincie e il giorno dopo no.
alla gente (sacrosanto!)stanno sulle palle gli evasori? un giorno si fa peggio di visco il giorno dopo si prende le distanze (bellissimo ieri Feltri che aveva definito Visco un dracula, che dice: io sono stato sempre a favore della pubblicazione delle denuncie dei redditi - le aveva proposte per primo visco).
la realtà è che berlusconi ha smesso di fare politica. cioè di agire.
lo ripeto da molto: è tempo ormai che lasci e che affronti i nemici in tribunale sputtanando chi lo accusa ingiustamente. se è vero l'accanimento, come io ho sempre pensato, verrà fuori.
cmq adesso occorre vedere cosa succede al pd con il caso penati e la rinuncia alla prescrizione. le sue parole sembrano un avvertimento: io non mi sono arricchito con la politica!.
per me potrebbe essere il colpo finale della magistratura alla politica italiana.
auguri.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
- CanellaBruneri
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 14923
- Iscritto il: 13/04/2007, 18:10
- Località: tra la Via Emilia e il West
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Per completezza di informazione, il cosiddetto "sistema Penati" è in voga nel PCI sin dagli anni ottanta.
Strana dimenticanza all'epoca di tangentopoli.
Questo per tranquillizzare le anime belle che pensano ad una isolata e riprovevole novità: tranquilli! Fa tutto parte della tradizione
Strana dimenticanza all'epoca di tangentopoli.
Questo per tranquillizzare le anime belle che pensano ad una isolata e riprovevole novità: tranquilli! Fa tutto parte della tradizione
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
- Capitanvideo
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 10434
- Iscritto il: 15/03/2010, 17:40
- Località: Tralfamadore
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Ma le società occidentali non erano quelle che si consideravano superiori a quella Sovietica?zio ha scritto: cioè: alla gente sta sulle palle i soldi della politica? un giorno si riduce le provincie e il giorno dopo no.
alla gente (sacrosanto!)stanno sulle palle gli evasori? un giorno si fa peggio di visco il giorno dopo si prende le distanze (bellissimo ieri Feltri che aveva definito Visco un dracula, che dice: io sono stato sempre a favore della pubblicazione delle denuncie dei redditi - le aveva proposte per primo visco).
Mi sembra invece si siano accorte che alcuni metodi di controllo assoluto sul cittadino non siano poi così riprovevoli, se servono a mantenere i privilegi acquisiti.
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
- GeishaBalls
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 12190
- Iscritto il: 23/09/2010, 14:34
- Località: BO
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Il premier ha smesso di fare politica? ancora con questa visione dei fatti? Un innocente che viene accusato ingiustamente? Ti suggerisco modestamente di considerare la sola eventualità che Berlusconi continui a fare la gestione del potere, come - maliziosamente ipotizzo - potrebbe avere fatto in passato.zio ha scritto:non è una tua impressione.
c'è un problema. quando il leader smette di fare politica, ognuno rema in direzioni diverse.
la manovra è quella indicata da tremonti. i conti per adesso si fanno su quella.
poi ogni giorno si studia un modo diverso per fare emendamenti e recepire il capitale mancante.
le manovre possibili sappiamo tutti che devono toccare:
- le pensioni, portando l'età pensionabile ai livelli europei.
- i capitali accumulati, insomma la famosa patrimoniale.
nessuno vuole farlo, o meglio ognuno vuol toccare l'argomento che sta a cuore all'altra parte politica, soprattutto per paura di perdere voti. la sinistra sa benissimo che le pensioni andranno ritoccate, ma brandisce la patrimoniale. il pdl e lega non possono più toccare niente, poichè se perdono ancora voti sono out.
e così si va dietro al vento che tira.
cioè: alla gente sta sulle palle i soldi della politica? un giorno si riduce le provincie e il giorno dopo no.
alla gente (sacrosanto!)stanno sulle palle gli evasori? un giorno si fa peggio di visco il giorno dopo si prende le distanze (bellissimo ieri Feltri che aveva definito Visco un dracula, che dice: io sono stato sempre a favore della pubblicazione delle denuncie dei redditi - le aveva proposte per primo visco).
la realtà è che berlusconi ha smesso di fare politica. cioè di agire.
lo ripeto da molto: è tempo ormai che lasci e che affronti i nemici in tribunale sputtanando chi lo accusa ingiustamente. se è vero l'accanimento, come io ho sempre pensato, verrà fuori.
cmq adesso occorre vedere cosa succede al pd con il caso penati e la rinuncia alla prescrizione. le sue parole sembrano un avvertimento: io non mi sono arricchito con la politica!.
per me potrebbe essere il colpo finale della magistratura alla politica italiana.
auguri.
In passato si poteva permettere di disprezzare tutti, gestendo una corte, ora con i cortigiani in fibrillazione per la fine dell'impero si vedono tutte le debolezze.
Mi sembra di leggere Belpietro e Feltri: Berlusconi deve tornare a fare Berlusconi! Che vuol dire che poiché non riesco a credere a cosa ormai è evidente di Berlusconi lui deve essere cambiato. Ma l'eventualità di esservi sbagliati non vi viene nemmeno di notte? Guardate la realtà come è, ormai non ce la fate più a tornare a credere nei vecchi schemi di berlusconi unto dal signore, che lavora giorno e notte, stimato all'estero, geniale risolutore di problemi, che pensa al bene dell'Italia.
P.S. ora esagero, anche su Babbo Natale ho dei dubbi
- Parakarro
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 13529
- Iscritto il: 04/02/2008, 11:27
- Località: Mi sono perso da anni
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
è indubbio che Belpietro e Feltri siano intelligenti e colti.. antipatici senza dubbio e , nel caso di Feltri, anche bugiardi.. poi li sento spesso dire la frase sopracitata..GeishaBalls ha scritto: Mi sembra di leggere Belpietro e Feltri: Berlusconi deve tornare a fare Berlusconi!
e ciò ha messo in dubbio il loro intelletto...
ma poi ho letto bene: intendono che Berlusconi deve ritornare a fare il berlusconi PER RITORNARE AD AVERE CONSENSO POPOLARE ... non per fare bene..
ps
Ormai è ovvio che Berlusconi faccia male..che la sua "politica" sia una scimmiottata irriverente e mal riuscita di quella di Craxi... solo i tarati e i dementi ritardati stile Bocha credono il contrario...
Ormai è in dubbio pure la sua capacità imprenditoriale visto che certe scelte del suo gruppo facciano acqua (pure endemol ha 2miliardi di debito

- Drogato_ di_porno
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 77512
- Iscritto il: 20/06/2002, 2:00
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Berlusconi non ha mai fatto politica e non ha mai agito, se non per farsi i cazzi suoi.zio ha scritto:la realtà è che berlusconi ha smesso di fare politica. cioè di agire.
se fosse così sicuro di essere innocente, perchè in 20 anni ha fatto 2000 leggi ad personam-ad aziendam? Ma gari non c'è accanimento, magari è veramente colpevole.è tempo ormai che lasci e che affronti i nemici in tribunale sputtanando chi lo accusa ingiustamente. se è vero l'accanimento, come io ho sempre pensato, verrà fuori.
la rinuncia di Penati è l'equivalente delle dimissioni di Marrazzo, Del Bono, delle risposte di D'Alema e Bersani a Travaglio sul "Fatto" (caso unico in Italia, di politici che rispondono a domande dei giornali, cosa che ha spiazzato lo stesso Travaglio) ecc.; tutti tentativi per differenziarsi moralmente dalla destra. Il motivo per cui lo fanno può essere utilitaristico, ma gli effetti sono cmq positivi.cmq adesso occorre vedere cosa succede al pd con il caso penati e la rinuncia alla prescrizione. le sue parole sembrano un avvertimento: io non mi sono arricchito con la politica!.
per me potrebbe essere il colpo finale della magistratura alla politica italiana.
auguri.
il problema attuale è molto semplice: primato della politica sull'economia; Berlusconi deve vincere le elezioni 2013 (per lui e per gli interessi occulti che rappresenta) ma è impossibile raccattare 45 miliardi senza perdere consensi. I frizzi e i lazzi, i balletti e i merletti continueranno a lungo. Vorrei poi sapere quant'è credibile Tremonti, con i suoi condoni e gli scudi fiscali, nei panni del fustigatore degli evasori (Confindustria si è incazzata, ci mancava che accusasse Berlusconi di essere un comunista). Intanto oggi borse di nuovo a picco (dopo la diffusione dei dati sulla disoccupazione USA).
PS: vi rendete conto che Lavitola è l'editore del giornale che fu di Pietro Nenni? Da Nenni a Lavitola...dico Canella...ti rendi conto?
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
- super_super
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 5841
- Iscritto il: 27/12/2007, 12:08
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
standing ovationDrogato_ di_porno ha scritto:Berlusconi non ha mai fatto politica e non ha mai agito, se non per farsi i cazzi suoi.zio ha scritto:la realtà è che berlusconi ha smesso di fare politica. cioè di agire.
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
tu sai benissimo che è possibile l'opposta lettura, anche solo per pure piacere dialettico.Drogato_ di_porno ha scritto:Berlusconi non ha mai fatto politica e non ha mai agito, se non per farsi i cazzi suoi.zio ha scritto:la realtà è che berlusconi ha smesso di fare politica. cioè di agire.
se fosse così sicuro di essere innocente, perchè in 20 anni ha fatto 2000 leggi ad personam-ad aziendam? Ma gari non c'è accanimento, magari è veramente colpevole.è tempo ormai che lasci e che affronti i nemici in tribunale sputtanando chi lo accusa ingiustamente. se è vero l'accanimento, come io ho sempre pensato, verrà fuori.
la rinuncia di Penati è l'equivalente delle dimissioni di Marrazzo, Del Bono, delle risposte di D'Alema e Bersani a Travaglio sul "Fatto" (caso unico in Italia, di politici che rispondono a domande dei giornali, cosa che ha spiazzato lo stesso Travaglio) ecc.; tutti tentativi per differenziarsi moralmente dalla destra. Il motivo per cui lo fanno può essere utilitaristico, ma gli effetti sono cmq positivi.cmq adesso occorre vedere cosa succede al pd con il caso penati e la rinuncia alla prescrizione. le sue parole sembrano un avvertimento: io non mi sono arricchito con la politica!.
per me potrebbe essere il colpo finale della magistratura alla politica italiana.
auguri.
il problema attuale è molto semplice: primato della politica sull'economia; Berlusconi deve vincere le elezioni 2013 (per lui e per gli interessi occulti che rappresenta) ma è impossibile raccattare 45 miliardi senza perdere consensi. I frizzi e i lazzi, i balletti e i merletti continueranno a lungo. Vorrei poi sapere quant'è credibile Tremonti, con i suoi condoni e gli scudi fiscali, nei panni del fustigatore degli evasori (Confindustria si è incazzata, ci mancava che accusasse Berlusconi di essere un comunista). Intanto oggi borse di nuovo a picco (dopo la diffusione dei dati sulla disoccupazione USA).
PS: vi rendete conto che Lavitola è l'editore del giornale che fu di Pietro Nenni? Da Nenni a Lavitola...dico Canella...ti rendi conto?
e cioè che un imprenditore che ha fatto successo negli anni 80 e ha fatto naufragare il patto excomunisti e magistratura democratica impegnandosi in politica e radunando i voti smarriti del centro e di parte della sinistra riformista socialista, sia stato avversato con tutti i mezzi leciti e meno leciti, ma tutti non politici, in modo che l'azione dei suoi governi fosse assolutamente e definitivamente inconcludente.
che la magistratura sia diventata una casta politica intoccabile sia dalla destra che dalla sinistra (vedi demagistris col governo prodi).
che l'ultimo governo berlusconi sia imploso per errori personali e politici del leader (donnine, smisurato spazio alle strategie oltransiste e affariste - leggi linee feltriane e vedriniani,etc. e il modo di dialogare con i dissenzienti e con il presidente della camera on. Fini).
che difendersi in tribunale è impegnativo e non consente di svolgere due azioni contemporaneamente (lo dimostra andreotti e i suoi processi).
tutto questo condito in un perverso piacere della sinistra al proprio suidicidio politico, con un partito Pd che uccide le mille anime della sinistra massimalista, con una segreteria Pd inconcludente, con l'eredità del finanziamento ai partiti che fu del PCI, quercia, e poi DS, mai messo a repentaglio da un accordo, nenache troppo nascosto, fra magistrati e potere economico nelle regioni amministrate. ma soprattutto da un PD incapace di esprimere un leader che possa unire voti e consensi oltre l'anima che il PD stesso esprime, e cioè incapace di unire moderati e sinistra in un disegno programmatico capace di unire piuttosto che dividere.
come vedi, le letture sono molteplici e soprattutto danno botte a destra e a sinistra.
ma non è questo che mi interessa.
io denuncio solo il fatto che il leader del governo non fa il leader.
come è successo in spagna con Zapatero.
è ora che si faccia da parte se non sa più fare il leader.
il giudizio su ciò che ha fatto o farà naturalmente è libero.
io esprimo il mio.
e cioè che così facendo l'italia continua ad affondare fra populismo e immobilità.
tesaluto
un bacione ovviamente. dove lo trovo uno con un nome così amabile?
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
- Husker_Du
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 13931
- Iscritto il: 30/11/2003, 21:56
- Località: United Kingdom
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Azzzzz, proprio adesso che e' politicamente spacciato il Silvio sta guadagnando punti sul mio tabellino personale. Prima le zoccole, adesso questo.super_super ha scritto: «Tra qualche mese me ne vado ...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...» si confida il presidente del Consiglio, durante la telefonata.
Il fatto che il tipo abbia contribuito a rendere il paese quello che e' non ha molta rilevanza, resta la verita' che e' un paese fondamentalmente di merda.
Peccato Silvio, potevi darci molte piu' soddisfazioni se iniziavi da subito con il piglio giusto, hai apsettato troppo.
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"