[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
L'informazione in italia è davvero molto ma molto bassa...nn dico altro...
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Re: [O.T.] Crisi economica
AUSTRIACI INCAVOLATI: EURO, MEGLIO IL FALLIMENTO!
Andràs Szigetvari
Josef Pröll è davvero un ottimo attore. Martedì il ministro delle finanze austriaco si è cimentato nel monologo del duro creditore che rimprovera i suoi debitori. La Grecia non riesce a rispettare il piano stabilito con l'Ue e il Fondo Monetario Internazionale e non si attiene alle misure di risparmio, indebitandosi più di quanto dovrebbe.
Per questo Pröll ha minacciato di non pagare la seconda tranche di aiuti alla Grecia. Normalmente in questi casi i creditori fanno così, che siano stati o banche. Minacciano e alzano la voce, ma nella maggior parte dei casi alla fine prolungano le scadenze: meglio un creditore spaventato che uno morto.
Solo che ormai l'indebitamento dell'Eurozona non è affatto “normale”, e Pröll lo sa bene. Secondo gli ultimi calcoli, la Grecia si è indebitata per quasi il 130 per cento del suo Pil. Entro il 2015 la repubblica ellenica dovrà ripagare 140 miliardi di debiti, ai quali vanno aggiunti almeno altri 90 miliardi di interessi. Il tutto con un'economia sempre più debole. Non c'è bisogno di essere un profeta per capire che le cose non andranno bene.
Non è l'unico caso di bancarotta in Europa: anche l'Irlanda è sulla soglia dell'abisso. Nel 2016 l'indebitamento del paese, a causa degli aiuti alle banche, arriverà al 150 per cento del Pil. I mercati finanziari valutano le azioni irlandesi alla pari di quelle pakistane e venezuelane. Gli economisti irlandesi già fanno i conti con la bancarotta, che arrivi o meno il salvagente europeo.
Con queste premesse la politica non può fare altro che prendere tempo; da questo punto di vista la performance di Pröll non è poi così insensata.
Ma nel frattempo l'eurozona dovrebbe prepararsi alla nuova ondata di crisi. I creditori dovrebbero essere obbligati a sostenere i costi in caso di bancarotta. Sembra scontato, ma sarebbe una novità rispetto alla prassi seguita finora. All'inizio erano le banche a rischiare il fallimento. I contribuenti le hanno salvate dal tracollo. Poi è stata la volta degli stati. Sempre i contribuenti – di altri stati – sono accorsi in aiuto.
Ora questo deve finire. Nella cornice del G20 si è già cercato di abbozzare un modello sovranazionale per la liquidazione delle banche. Servirebbe la stessa cosa per gli stati. Nell'economia di mercato ci sono procedure standard per cancellare parte del debito. Chi ha investito male il proprio denaro deve poterlo perdere.
Curiosamente, la proposta tedesca di una regolamentazione giuridica della bancarotta statale è stata attaccata duramente proprio dagli irlandesi. l'Irlanda sarebbe il paese più avvantaggiato da un modello del genere. Eppure solo la discussione ha fatto salire il tasso degli interessi irlandesi e spinto ancora di più il paese nell'incertezza. Ma quando, se non adesso, bisogna affrontare la questione? La crisi del debito durerà ancora a lungo. Chi può dire che tra due anni il mercato non reagirà ancora con simili attacchi di panico? Peccato che ora Berlino abbia fatto un passo indietro, dichiarando che solo in un lontano futuro i creditori saranno coinvolti nei casi di insolvenza statale.
È troppo poco. Il teatrino non può durare in eterno. Prima o poi la politica dovrà iniziare a spiegare che anche noi, in quanto creditori della Grecia, non rivedremo mai tutto il nostro denaro. Certo non è affatto piacevole, ma non è niente rispetto a quello che dovranno ancora passare i greci e gli irlandesi.
(traduzione di Nicola Vincenzoni)
Andràs Szigetvari
Josef Pröll è davvero un ottimo attore. Martedì il ministro delle finanze austriaco si è cimentato nel monologo del duro creditore che rimprovera i suoi debitori. La Grecia non riesce a rispettare il piano stabilito con l'Ue e il Fondo Monetario Internazionale e non si attiene alle misure di risparmio, indebitandosi più di quanto dovrebbe.
Per questo Pröll ha minacciato di non pagare la seconda tranche di aiuti alla Grecia. Normalmente in questi casi i creditori fanno così, che siano stati o banche. Minacciano e alzano la voce, ma nella maggior parte dei casi alla fine prolungano le scadenze: meglio un creditore spaventato che uno morto.
Solo che ormai l'indebitamento dell'Eurozona non è affatto “normale”, e Pröll lo sa bene. Secondo gli ultimi calcoli, la Grecia si è indebitata per quasi il 130 per cento del suo Pil. Entro il 2015 la repubblica ellenica dovrà ripagare 140 miliardi di debiti, ai quali vanno aggiunti almeno altri 90 miliardi di interessi. Il tutto con un'economia sempre più debole. Non c'è bisogno di essere un profeta per capire che le cose non andranno bene.
Non è l'unico caso di bancarotta in Europa: anche l'Irlanda è sulla soglia dell'abisso. Nel 2016 l'indebitamento del paese, a causa degli aiuti alle banche, arriverà al 150 per cento del Pil. I mercati finanziari valutano le azioni irlandesi alla pari di quelle pakistane e venezuelane. Gli economisti irlandesi già fanno i conti con la bancarotta, che arrivi o meno il salvagente europeo.
Con queste premesse la politica non può fare altro che prendere tempo; da questo punto di vista la performance di Pröll non è poi così insensata.
Ma nel frattempo l'eurozona dovrebbe prepararsi alla nuova ondata di crisi. I creditori dovrebbero essere obbligati a sostenere i costi in caso di bancarotta. Sembra scontato, ma sarebbe una novità rispetto alla prassi seguita finora. All'inizio erano le banche a rischiare il fallimento. I contribuenti le hanno salvate dal tracollo. Poi è stata la volta degli stati. Sempre i contribuenti – di altri stati – sono accorsi in aiuto.
Ora questo deve finire. Nella cornice del G20 si è già cercato di abbozzare un modello sovranazionale per la liquidazione delle banche. Servirebbe la stessa cosa per gli stati. Nell'economia di mercato ci sono procedure standard per cancellare parte del debito. Chi ha investito male il proprio denaro deve poterlo perdere.
Curiosamente, la proposta tedesca di una regolamentazione giuridica della bancarotta statale è stata attaccata duramente proprio dagli irlandesi. l'Irlanda sarebbe il paese più avvantaggiato da un modello del genere. Eppure solo la discussione ha fatto salire il tasso degli interessi irlandesi e spinto ancora di più il paese nell'incertezza. Ma quando, se non adesso, bisogna affrontare la questione? La crisi del debito durerà ancora a lungo. Chi può dire che tra due anni il mercato non reagirà ancora con simili attacchi di panico? Peccato che ora Berlino abbia fatto un passo indietro, dichiarando che solo in un lontano futuro i creditori saranno coinvolti nei casi di insolvenza statale.
È troppo poco. Il teatrino non può durare in eterno. Prima o poi la politica dovrà iniziare a spiegare che anche noi, in quanto creditori della Grecia, non rivedremo mai tutto il nostro denaro. Certo non è affatto piacevole, ma non è niente rispetto a quello che dovranno ancora passare i greci e gli irlandesi.
(traduzione di Nicola Vincenzoni)
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Re: [O.T.] Crisi economica
Dai che il prossimo anno tocca a noi:
Crisi, Irlanda chiede gli aiuti
Pronti a scendere in campo Ue,Fmi e Bce
L'Irlanda ha formalizzato la sua richiesta di aiuti alla comunità internazionali per salvare la sua economia. Lo ha confermato il ministro delle Finanze, Brian Lenihan, limitandosi a precisare che gli aiuti richiesti sono dell'ordine delle "decine di miliardi di euro". Dovrebbero essere l'Unione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale, a soccorrere l'Irlanda.
Il piano quadriennale messo a punto per ridurre il deficit sarebbe di 15 miliardi di euro; per due terzi fissa tagli di spesa e per un terzo aumenti di tasse. Il piano prevede tagli del 5% il prossimo anno alla spesa per welfare per arrivare all'11% a fine 2014. La paga minima, che è 8,65 euro l'ora, sarà tagliata per i prossimi quattro anni. Si prevedono inoltre 20.000 uscite volontarie dal settore pubblico.
I ministri delle Finanze dell'eurozona hanno annunciato che si riuniranno per discutere dell'aiuto finanziario all'Irlanda. La riunione dell'Eurogruppo sarà poi allargata a tutti i ministri delle Finanze dell'Ue. "L'obiettivo principale è di permettere al governo irlandese di spiegare la sua posizione dopo la riunione del Consiglio dei ministri a Dublino. Non è previsto a priori che venga assunta una decisione immediata sull'aiuto".
Anche i ministri delle Finanze dei Paesi del G7 si riuniranno in conferenza telefonica per avviare delle consultazioni in merito alla situazione dell'Irlanda. "La riunione dei rappresentanti del G7 si svolgerà subito dopo le consultazioni previste tra i ministri delle Finanzi dei paesi dell'eurozona prima e dell'ue dopo", fanno sapere fonti in seno all'Unione Europea. Dopo la Grecia - che ha beneficiato di un prestito di 100 miliardi di euro su tre anni - l'Irlanda sarebbe il secondo Paese dell'eurozona a fare appello a questo tipo di sostegno.
Gb: "Pronti a dare il nostro supporto"
Il governo britannico è disposto a dare supporto all'Irlanda. "E' interesse della Gran Bretagna che l'economia di Dublino e il suo sistema bancario siano stabili", ha detto il Tesoro inglese in una nota, aggiungendo che la misura dell'aiuto sarà quella che serve per portare il Paese a una situazione di stabilità.
Germania: "Gli aiuti non sono automatici"
Il ministro della Finanza tedesco, Wolfgang Schäuble, ha precisato che gli aiuti internazionali all'Irlanda non saranno automatici e che il Paese dovrà provare che l'intervento dell'Unione Europea e del Fondo monetario internazionale è necessario per preservare la stabilità dell'euro.
Crisi, Irlanda chiede gli aiuti
Pronti a scendere in campo Ue,Fmi e Bce
L'Irlanda ha formalizzato la sua richiesta di aiuti alla comunità internazionali per salvare la sua economia. Lo ha confermato il ministro delle Finanze, Brian Lenihan, limitandosi a precisare che gli aiuti richiesti sono dell'ordine delle "decine di miliardi di euro". Dovrebbero essere l'Unione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale, a soccorrere l'Irlanda.
Il piano quadriennale messo a punto per ridurre il deficit sarebbe di 15 miliardi di euro; per due terzi fissa tagli di spesa e per un terzo aumenti di tasse. Il piano prevede tagli del 5% il prossimo anno alla spesa per welfare per arrivare all'11% a fine 2014. La paga minima, che è 8,65 euro l'ora, sarà tagliata per i prossimi quattro anni. Si prevedono inoltre 20.000 uscite volontarie dal settore pubblico.
I ministri delle Finanze dell'eurozona hanno annunciato che si riuniranno per discutere dell'aiuto finanziario all'Irlanda. La riunione dell'Eurogruppo sarà poi allargata a tutti i ministri delle Finanze dell'Ue. "L'obiettivo principale è di permettere al governo irlandese di spiegare la sua posizione dopo la riunione del Consiglio dei ministri a Dublino. Non è previsto a priori che venga assunta una decisione immediata sull'aiuto".
Anche i ministri delle Finanze dei Paesi del G7 si riuniranno in conferenza telefonica per avviare delle consultazioni in merito alla situazione dell'Irlanda. "La riunione dei rappresentanti del G7 si svolgerà subito dopo le consultazioni previste tra i ministri delle Finanzi dei paesi dell'eurozona prima e dell'ue dopo", fanno sapere fonti in seno all'Unione Europea. Dopo la Grecia - che ha beneficiato di un prestito di 100 miliardi di euro su tre anni - l'Irlanda sarebbe il secondo Paese dell'eurozona a fare appello a questo tipo di sostegno.
Gb: "Pronti a dare il nostro supporto"
Il governo britannico è disposto a dare supporto all'Irlanda. "E' interesse della Gran Bretagna che l'economia di Dublino e il suo sistema bancario siano stabili", ha detto il Tesoro inglese in una nota, aggiungendo che la misura dell'aiuto sarà quella che serve per portare il Paese a una situazione di stabilità.
Germania: "Gli aiuti non sono automatici"
Il ministro della Finanza tedesco, Wolfgang Schäuble, ha precisato che gli aiuti internazionali all'Irlanda non saranno automatici e che il Paese dovrà provare che l'intervento dell'Unione Europea e del Fondo monetario internazionale è necessario per preservare la stabilità dell'euro.
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Re: [O.T.] Crisi economica
a sto punto aspettiamo che la cina inizi a pagarsi pure il debito dell'eurozona..

E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Re: [O.T.] Crisi economica
capitano, ce ne sono ben altri prima di noi.....e senza contare la maxibolla delle carte di credito nei paesi anglosassoni, perchè se scoppia quella....
Re: [O.T.] Crisi economica
La Cina i debiti dovrà cominciare a farli, quando i 30 mln di classe media che crescono esponenzialmente ogni anno vorranno la pensione, la sanità, la scuola per i figli, le ferie, il TFR, la cassa integrazione, l'indennità di disoccupazione etc...nik978 ha scritto:a sto punto aspettiamo che la cina inizi a pagarsi pure il debito dell'eurozona..
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Re: [O.T.] Crisi economica
I cinesi non sono mica fessi come noi.Helmut ha scritto:La Cina i debiti dovrà cominciare a farli, quando i 30 mln di classe media che crescono esponenzialmente ogni anno vorranno la pensione, la sanità, la scuola per i figli, le ferie, il TFR, la cassa integrazione, l'indennità di disoccupazione etc...nik978 ha scritto:a sto punto aspettiamo che la cina inizi a pagarsi pure il debito dell'eurozona..
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Re: [O.T.] Crisi economica
Non questione di essere fessi e/o intelligenti, caro Capitano.Capitanvideo ha scritto: I cinesi non sono mica fessi come noi.
Sono i rapporti di forza che contano.
E' lecito supporre che l'attuale classe media cinese, in crescita vertiginosa, diventerà classe dirigente.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Interessante Helmut, però sei sempre stato vago sulle modalità. Un po' come Marx che parla di "rottura rivoluzionaria" e di "violenza unica levatrice/locomotiva della storia" senza sbilanciarsi oltre.Helmut ha scritto:E' lecito supporre che l'attuale classe media cinese, in crescita vertiginosa, diventerà classe dirigente.
Come avverrà questo passaggio? Con rottura violenta, una Tiananmen stavolta vittoriosa? O con modalità pacifiche?
Verrà creato un nuovo esercito borghese, sul modello del New Model Army di Cromwell, che s'impadronirà dei caccia bombardieri? Sul modello dell'esercito sanculotto di Valmy sprezzantemente definiti dai Prussiani "esercito di avvocati"?
E avverrà per pura imitazione delle società occidentali o sarà preceduta da una rivoluzione culturale tutta cinese? una qualche rivoluzione culturale equiparabile alla rivoluzione scientifica/illuminista che in ambito politico assunse i connotati della rivoluzione parlamentare inglese/francese.
Dal tuo intervento sembra che faranno da sè i cinesi. Perchè escludi un'invasione dei paesi democratici che abbattano il partito comunista cinese?
spiega, lanciati, fai della profezia un metodo scientifico.
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
Re: [O.T.] Crisi economica
Urge fare un po' di chiarezza.
Questa crisi è, per alcuni aspetti, peggiore di quella del '29. Il commercio estero, la produzione industriale, il deprezzamento dei capitali è stato superiore.
Ma la crescita totale mondiale continua a veleggiare intorno al 7-8%, mentre negli anni successivi al '29 è stata negativa, fino al 1936.
In estrema sintesi, ecco spiegato perchè non crolliamo (come auspicato da molti gufi del forum)
E i correttivi sono stati più o meno gli stessi di allora, ovvero massici interventi statali e forti indebitamenti: ricordiamo il new deal negli Usa, lo statalismo interventista del nazismo e del fascismo, il piano quinquennale nell'URSS staliniana, le nazionalizzazoni francesi.
Inutile quindi gridare al lupo, al lupo.
Il "ciclo del debito" si stima continuerà ancora per una generazione.
Ma finchè il Mondo crescerà a questi ritmi, ci saranno i margini per pagarlo.
Questa crisi è, per alcuni aspetti, peggiore di quella del '29. Il commercio estero, la produzione industriale, il deprezzamento dei capitali è stato superiore.
Ma la crescita totale mondiale continua a veleggiare intorno al 7-8%, mentre negli anni successivi al '29 è stata negativa, fino al 1936.
In estrema sintesi, ecco spiegato perchè non crolliamo (come auspicato da molti gufi del forum)
E i correttivi sono stati più o meno gli stessi di allora, ovvero massici interventi statali e forti indebitamenti: ricordiamo il new deal negli Usa, lo statalismo interventista del nazismo e del fascismo, il piano quinquennale nell'URSS staliniana, le nazionalizzazoni francesi.
Inutile quindi gridare al lupo, al lupo.
Il "ciclo del debito" si stima continuerà ancora per una generazione.
Ma finchè il Mondo crescerà a questi ritmi, ci saranno i margini per pagarlo.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Non posso essere più preciso, caro Drogato, perchè non possiedo il dono della profezia. (II Efesini)Drogato_ di_porno ha scritto: Interessante Helmut, però sei sempre stato vago sulle modalità
(...)
spiega, lanciati, fai della profezia un metodo scientifico.
Posso solo dirti che la Cina non è in realtà quell'entità statuale, economica, politica uniforme quale sembra. Ci sono le cosiddette zone blu (a straordinaria crescita economica) zone intermedie e zone altamente arretrate.
Inoltre non è omogenea neppure dal punto di vista etnico/culturale/religioso, l'unico collante è la lingua.
Capiamo che per tenere insieme un blocco continentale con aspirazioni di potenza mondiale al momento c'è una dittatura, che sarà impensabile quando sarà necessario l'involucro politico per contenere le formidabili spinte omnidirezionali.
Di più 'n zo (cit. Martufello, uno dei più grandi artisti che abbiano mai calcato le scene mondiali)
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
Re: [O.T.] Crisi economica
Helmuttone IMHO la memoria di secoli di guerra civile oppure del periodo dei Signori della Guerra negli anni 20 possono servire da deterrenteHelmut ha scritto:Non posso essere più preciso, caro Drogato, perchè non possiedo il dono della profezia. (II Efesini)Drogato_ di_porno ha scritto: Interessante Helmut, però sei sempre stato vago sulle modalità
(...)
spiega, lanciati, fai della profezia un metodo scientifico.
Posso solo dirti che la Cina non è in realtà quell'entità statuale, economica, politica uniforme quale sembra. Ci sono le cosiddette zone blu (a straordinaria crescita economica) zone intermedie e zone altamente arretrate.
Inoltre non è omogenea neppure dal punto di vista etnico/culturale/religioso, l'unico collante è la lingua.
Capiamo che per tenere insieme un blocco continentale con aspirazioni di potenza mondiale al momento c'è una dittatura, che sarà impensabile quando sarà necessario l'involucro politico per contenere le formidabili spinte omnidirezionali.
Di più 'n zo (cit. Martufello, uno dei più grandi artisti che abbiano mai calcato le scene mondiali)
quando manca tutto
http://eng.mod.gov.cn/
cmq cè questo dietro nobel pace (col suo federalismo una jattura in Italia un crimine in un paese che ha conosciuto sanguinosissime lotte interne sarebbe molto più facile impadronirsene)
http://it.wikipedia.org/wiki/Terre_rare

MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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Re: [O.T.] Crisi economica
Chi è che la mena da decenni sull'"autodeterminazione dei popoli"...???dostum ha scritto: cmq cè questo dietro nobel pace (col suo federalismo una jattura in Italia un crimine in un paese che ha conosciuto sanguinosissime lotte interne sarebbe molto più facile impadronirsene)
Ciò che vale per alcuni popoli non vale per altri...???
Comunque non è questo il nocciolo della questione, caro dostum...le spinte centrifughe arrivano sia dai periferici e poveri Han, sia dal ricchissimo Guandong...ti ricordo che il Celeste Impero è crollato, e diventato preda dei colonialisti occidentali, sostanzialmente perchè non è riuscito a darsi un'organizzazione statale.
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
Re: [O.T.] Crisi economica
IMHO non è valore assoluto e non cmq superiore a Libertè Egalitè Fraternitè Sarà un caso che sia lo Xinjiang che il Tibet dispongano larghe risorse minerarie?.Cosa è accaduto quando in America gli stati del Sud hanno voluto far uso del loro diritto di secessione?Helmut ha scritto:Chi è che la mena da decenni sull'"autodeterminazione dei popoli"...???dostum ha scritto: cmq cè questo dietro nobel pace (col suo federalismo una jattura in Italia un crimine in un paese che ha conosciuto sanguinosissime lotte interne sarebbe molto più facile impadronirsene)
Ciò che vale per alcuni popoli non vale per altri...???
Comunque non è questo il nocciolo della questione, caro dostum...le spinte centrifughe arrivano sia dai periferici e poveri Han, sia dal ricchissimo Guandong...ti ricordo che il Celeste Impero è crollato, e diventato preda dei colonialisti occidentali, sostanzialmente perchè non è riuscito a darsi un'organizzazione statale.
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Baalkaan hai la machina targata Sassari?
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Re: [O.T.] Crisi economica
Non imbarchiamoci in ideologie...se non sono capaci di darsi un'organizzazione statale efficiente, in ritardo di due secoli,sarà la Storia a decidere.dostum ha scritto:IMHO non è valore assoluto e non cmq superiore a Libertè Egalitè Fraternitè Sarà un caso che sia lo Xinjiang che il Tibet dispongano larghe risorse minerarie?.Cosa è accaduto quando in America gli stati del Sud hanno voluto far uso del loro diritto di secessione?
Mao ha fatto quanto era nelle sue capacità per tenere insieme l'Impero (con un 30 mln di cadaveri al suo attivo) ma la spinta capitalista mascherata da comunismo è riuscita solo due generazioni dopo.
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