pizzettone ha scritto:beppe chi? Ah, quello che predica bene e razzola male!? capito!
spiega perchè razzola male.
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pizzettone ha scritto:beppe chi? Ah, quello che predica bene e razzola male!? capito!
caro Lamont,Lamont ha scritto:Un passo alla volta , le scale si iniziano sempre dal gradino più basso......Scorpio ha scritto:son daccordo su tante, molte cose che dice il genovese.
ahimè, tristissimo constatare come le cose più serie le dica un comico...
Però, sembra dimenticarsi che poi le cose che servono si fanno coi numeri, coi compromessi. è la vita, mica l'utopia !!
esempio delle recenti regionali qui in Piemonte; bel successo dele movimento 5 stelle ma hanno permesso a uno come Cota di far il presidente !
Un'amica mi disse che era stufa di votar col principio, del "voto il meno peggio" ma se questi sono i risultati ....
i compromessi lasciali al pdl e al pdl-l
Io ci credo cazzo, non possiamo essere un popolo così......
Le ferie a 5 stelle del no global Grillo
di Paola Setti
Il fustigatore si gode il relax a Malindi. Accusava la Casta: "I politici italiani stanno in spiaggia a champagne e aragoste". La sua presenza segnalata da un portale web ironico
La lista, quella che in nome dei suoi strali s’è presentata alle ultime Regionali meritandosi il «vaffa» del Pd perché «ci ha rovinati», l’ha lasciata a casa. Le cinque stelle invece se l’è portate appresso: destinazione Kenya, luxury resort Blu Key sulla spiaggia di Seversand, Malindi, «un’oasi di tranquillità» descrive il sito web, «venti grandi stanze e otto splendide ville private immerse in un lussureggiante giardino tropicale e affacciate sull’Oceano Indiano».
La notizia la dà il portale italiano in Kenya, non senza ironia sulla «meritata settimana di vacanza» del «fustigatore dei costumi degli italiani». Il quale adesso finalmente «potrà ricredersi: Malindi sa ospitare chiunque, senza preclusioni di “casta”». Sì, perché proprio contro le vacanze della casta a Malindi Grillo si scagliò un paio d’anni fa, scrivendo sul suo blog: «I figli e gli eredi della prima Repubblica si scaldano, come lucertole al sole, nelle spiagge di Malindi. Bobo Craxi e Giovanna Melandri pasteggiano a champagne e aragoste. Forse li salverà la nostra aeronautica militare». Ce l’aveva col fatto che nel frattempo le etnie keniote si stavano «massacrando sotto gli occhi del mondo». Loro, i kenioti, evidentemente non gradirono il surplus di solidarietà, se oggi scrivono che la presenza del Savonarola della seconda Repubblica e del Terzo millennio dimostra che «Malindi si è ripulita da quell’immagine spesso distorta che negli anni passati la mostrava agli occhi di certa critica intellettuale e “contro” come un porto franco di vipparoli di serie B e personaggi poco raccomandabili o dalla dubbia moralità». Welcome in Africa, allora. Ornella Vanoni, Flavio Briatore e lui, Beppe Grillo.
Il problema di attirarsi le «gnere», e cioè le pernacchie per dirla nel dialetto genovese del fu comico oggi politico per interposto candidato, è che Grillo ha fatto della sua immagine di moralizzatore dostoevskjiano la sua forza.
«Predichi bene e razzoli male», lo accusarono un anno fa i blogger. Erano i tempi in cui Grillo prese casa in Svizzera. Quando uscì la notizia, lui precisò imbarazzato: «Sì, ho comprato un appartamento a Lugano perché se mi oscurano il blog sono pronto a ripartire il giorno stesso con beppegrillo.ch o beppegrillo.eu». I grillini lo coprirono di insulti all’urlo di: «Se mi oscurano, la compri anche a me la casa in Svizzera?». Tanto più che lui aveva subito messo le mani avanti: «Speravo che la notizia non si diffondesse. Non vorrei che venisse interpretata come una mossa codarda o che qualcuno cominciasse a dire che ho comprato la villa in Svizzera. Non è una fuga dalle tasse. L’eventuale trasferimento riguarderebbe solo il blog, non me». Excusatio non petita, accusatio manifesta, tuonarono i blogger.
Non gliela fecero passare. Fecero notare che un dominio, che sia eu, com, ch o info, «lo puoi acquistare direttamente dall’Italia, senza bisogno di espatriare». E ci fu chi, potenza dell’allievo che supera il maestro, si prese pure la briga di andare a verificare che il dominio www.beppegrillo.it «non è intestato a Giuseppe Grillo, ma a un certo Emanuele Bottaro», ergo: «Se il discorso del comico avesse una valenza logica, a espatriare doveva essere il dottor Bottaro», come scrisse il blogger Gabriele Mastellarini a Marco Travaglio.
Senza contare che c’era stata, è vero, una proposta bavaglio, l’aveva presentata il Pd che avrebbe voluto imporre ai siti che fanno informazione la registrazione al Roc, il Registro operatori della comunicazione. «È la fine della Rete, traslocherò in uno Stato democratico», aveva tuonato lui. Peccato che proprio nei giorni dell’espatrio, invece, quella riforma fosse stata affossata dal Pdl, il partito del «regime» contro cui Grillo spara un giorno sì e l’altro pure, che invece di aiutarlo a fare i bagagli escluse ogni obbligo per i blog. Niente da fare, «è una legge fottiblogger» decretò senza neppure averla letta. Welcome in Svizzera. Mina, Rita Pavone, Lele Mora e lui, Beppe Grillo. E mica sotto il gasometro di Oberhausen nella Ruhr era andato, no. Già che c’era, Beppe scelse quello che lui stesso definì «un angolino tranquillo e sicuro, un posto carino», con vista sul lago di Lugano.
Dalle bufale all’Emmental. Al «Pilau» keniota, magari degustato sulla spiaggia «di sabbia bianca finissima riservata agli ospiti dell’hotel» con moglie e figli. «Ieri una giornata a base di mare al Paparemo Beach di Watamu, dove, accompagnato dall’amica Tania Missoni, ha goduto della splendida baia di Watamu. Nei prossimi giorni, invece, magari ci scappa anche un safari» si legge su malindikenya.net.
«Cooomodooo eeeh? Fustigare la casta e poi andarci in vacanza» direbbe Piero Ricca il «molestatore» dei potenti. Ma lui con Grillo non vuole più avere a che fare. Tempo fa lo accusò di averlo fatto lavorare da precario e poi licenziato. Grillo smentì, rinfacciandogli di cercare solo visibilità. Da che pulpito.
ma perchè scusa? lui afferma di dare visibilità al partito,chi fa aprte di quest'ultimo afferma che le idee e le decision inascono sinergicamente...cosa ne sai tu?Drogato_ di_porno ha scritto:Per me Grillo può andare in vacanza dove vuole. Ma i toni che usa nei suoi comizi contrastano un po' con l'affermazione "Io non sono il leader del movimento".
ma quando lo dico io che predica bene e razzola male!!!peterparker ha scritto:ma perchè scusa? lui afferma di dare visibilità al partito,chi fa aprte di quest'ultimo afferma che le idee e le decision inascono sinergicamente...cosa ne sai tu?Drogato_ di_porno ha scritto:Per me Grillo può andare in vacanza dove vuole. Ma i toni che usa nei suoi comizi contrastano un po' con l'affermazione "Io non sono il leader del movimento".
riguardo alle vacanze,per me Grillo può andare dove vuole...se ci va con i soldi suoi e non con i nostri come fanno gli altri
Quello che "afferma" Grillo non m'interessa, non deve essere lui a giudicare se stesso.peterparker ha scritto:ma perchè scusa? lui afferma di dare visibilità al partito,chi fa aprte di quest'ultimo afferma che le idee e le decision inascono sinergicamente...cosa ne sai tu?
Ah pure lo yacht da 13 metri.pizzettone ha scritto:ma quando lo dico io che predica bene e razzola male!!!peterparker ha scritto:ma perchè scusa? lui afferma di dare visibilità al partito,chi fa aprte di quest'ultimo afferma che le idee e le decision inascono sinergicamente...cosa ne sai tu?Drogato_ di_porno ha scritto:Per me Grillo può andare in vacanza dove vuole. Ma i toni che usa nei suoi comizi contrastano un po' con l'affermazione "Io non sono il leader del movimento".
riguardo alle vacanze,per me Grillo può andare dove vuole...se ci va con i soldi suoi e non con i nostri come fanno gli altri
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cron ... acht.shtml
vendola presidente!
dimostri O che non hai sentito il discorso di peppino (e NB uso "sentito" e non "ascoltato") O che sei tardo...Helmut ha scritto:Ti ho già risposto nel post appena sopra.Parakarro ha scritto:estrapolare dal contesto una frase del genere è una cagnata...Helmut ha scritto:in quanto al testone di minchia, come definiresti tu uno che afferma: "le merci non devono viaggiare" in una società industriale avanzata...???![]()
Azz., hai usato "estrapolare"...dai confessa, chi ti ha suggerito questo verbo per te dal significato oscuro...???
Questo è un movimento nato in rete -ha continuato Grillo- del quale io non sono il leader, ma solo un coordinatore di idee. Questo è un movimento che è nato senza il bisogno di un soldo pubblico, perchè si può fare una politica senza soldi, solo con passione, cuore e idee. Ed è nato il 4 ottobre 2009, nel giorno di San Francesco, perchè lui era il pazzo di Dio e noi siamo i pazzi della democrazia".
Una Woodstock per il Grillo ‘cantante’ che spaventa la sinistra. 3.6% nei sondaggi, un favore a Berlusconi?
Beppe Grillo
Non è ancora neppure ufficialmente candidato e già l’ultimo sondaggio gli attribuisce il 3,6%. I numeri del ‘comico – politico’ Beppe Grillo, adesso, iniziano a far paura non solo al Partito Democratico ma anche al principale “amico” di Grillo, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. Ma il primo “politico” della rete va avanti dritto per la sua strada. Prima era il Vaffa day, poi le liste a Cinque Stelle: ora l’ultimo step prima della definitiva consacrazione nella pubblica agorà, la Woodstock di Cesena. L’appuntamento è per il 26 settembre all’ippodromo: un mega happening con tante parole e tanta musica dal cui successo dipenderà la linea politica di Grillo nell’immediato futuro.
La discesa in campo del comico, in ogni caso, fa venire il mal di pancia soprattutto a sinistra. E’ la vecchia questione della torta: Grillo prende consensi quasi esclusivamente a sinistra, non ne aggiunge di nuovi, soprattutto in un Paese come il nostro dove la mobilità elettorale è relativamente ristretta e gli indecisi, quasi tutti moderati, non scelgono mai le ali estreme. Al contrario: la presenza di candidati forti, troppo schiacciati a destra o sinistra, di norma, tende a far confluire il voto, come forma di “cautela” sullo schieramento opposto. Risultato: le fette della torta sono sempre meno, e dai dipietristi fino all’ultimo dei partitini della galassia comunista fanno gli scongiuri. Qualcosa, probabilmente, Grillo toglie anche al Pd; meno però di quanto rischia un Di Pietro che coltiva il sogno dell’8%.
L’ultimo sondaggio, quello realizzato dalla Demos & Pi lo conferma in modo chiaro: Grillo è al 3.6%. Allo stesso tempo l’Italia dei Valori in un mese passa dall’8.1 al 5.5%. Facile capire, quindi, da dove arrivino i voti del comico. A dire il vero, però, non c’è nulla di più nebuloso delle intenzioni di voto espresse a distanza “ignota” dalle urne. Ad oggi non è dato sapere se il governo terrà e se e quando si tornerà alle urne. Gli umori degli italiani, quindi, oscillano con la facilità del disimpegno: due giorni prima dell’indagine Demos, secondo l’Istituto Crespi il movimento di Grillo era all’1.6% e Di Pietro al 6.5%. Andando indietro di un’altra settimana un’indagine della Lorien Consulting dà Grillo al 2.1& e l’Idv al 6.9%. Fluttuazioni amplie che si spiegano, probabilmente, col fatto che le urne sono percepite come lontane e si può cambiare idea ogni giorno.
A fregarsi le mani è però soprattutto Silvio Berlusconi: il Pd è debole di suo, e la presenza di liste che tolgano forza all’Italia dei Valori è un grosso vantaggio. Per capirlo basta dare un’occhiata al modo in cui i giornali vicini al centro destra danno spazio alle iniziative del comico: tanta ironia e poco astio. Sui giornali vicini al centrosinistra, invece, Grillo esiste a malapena.
Il mal di pancia è palpabile soprattutto nell’Idv. Blog per blog, l’analisi più preoccupata viene da Massimo Donadi che definisce il comico la “polizza a vita di Berlusconi”: “Poco conta che Grillo dica cose giuste e denunci nefandezze. La cosa che più conta è che la sua lista, fuori dall’alleanza di centrosinistra, disperderebbe un patrimonio di voti, togliendoli ad una coalizione con reali chance di vincere le elezioni”. Secondo l’esponente Idv “con questo sistema elettorale, ogni voto tolto al centrosinistra è un voto regalato a Berlusconi. In questo scenario, Berlusconi benedirebbe Grillo come il suo più fedele alleato. Più di Bossi”.
Ad alimentare i “pruriti” dipietristi c’è anche un altro sondaggio, pubblicato dal Fatto Quotidiano. Si parla di eventuali primarie per scegliere il candidato premier del centrosinistra ed esce fuori una classifica “tafaziana”: il preferito è Antonio di Pietro (33%), tallonato proprio da Beppe Grillo (29%). Terzo, staccato, Nichi Vendola (19%) mentre il candidato reale, Pier Luigi Bersani, si ferma al 6%. Sembra un gioco a farsi del male, come se l’elettore di centrosinistra pensasse : “Voto il candidato che mi dà maggiore certezza di perdere le politiche”.
Il dato politico, però, è che Grillo è un elemento di disturbo non da poco. Alle ultime primarie “vere” del Pd, quelle che hanno incoronato Bersani, per non farlo candidare si sono mobilitati tutti e alla fine ci sono riusciti. Alla luce di quello che sta succedendo oggi, sembra una strategia un po’ miope: Grillo non avrebbe vinto, il Pd avrebbe fatto la figura del partito “veramente” democratico e forse qualche elettore scontento si sarebbe riavvicinato.
Grillo va avanti per la sua strada, ripete continuamente che non si candiderà in prima persona e sul suo blog, nei confronti di Di Pietro continua ad usare toni amichevoli. Tra 10 giorni, però, c’è la Woodstock di Romagna. Un maxi evento compresso in 48 ore e interamente finanziato da Grillo e dalla Rete. Su questo aspetto ironizza Il Giornale di Feltri secondo cui la raccolta fondi è stata un flop e Grillo deve prepararsi a “staccare un assegno a cinque zeri”.
Su Facebook, però, l’evento ha già 15.000 partecipanti confermati e probabilmente saranno molti di più. Non è solo merito della politica e dell’antipolitica: sul palco allestito da Grillo si esibiranno decine di artisti di grido. Solo per fare qualche nome: Fabri Fibra, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Bud Spencer Blues Explosion, Sud Sound System, Samuele Bersani, Stefano Bollani, Marracash, Tre allegri ragazzi morti, Teatro degli orrori, Marta sui Tubi, Francesco Baccini, The Niro, Dente, Flavio Oreglio, Perturbazione, L’invasione degli omini verdi e Leo Pari.