Cap d'Agde:luci ed ombre
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Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
ragazzi domanda per tutti
abbiamo visto sul sito del glamou le foto dello schiuma party, quando si svolge l'evento? noi siamo sempre andati in giugno e non abbiamo mai notato l'apertura pomeridiana del locale
abbiamo visto sul sito del glamou le foto dello schiuma party, quando si svolge l'evento? noi siamo sempre andati in giugno e non abbiamo mai notato l'apertura pomeridiana del locale
- coppia_co
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Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
Indicativamente gli anni scorsi tre settimane fra fine luglio e ferragosto.luge07 ha scritto:ragazzi domanda per tutti
abbiamo visto sul sito del glamou le foto dello schiuma party, quando si svolge l'evento? noi siamo sempre andati in giugno e non abbiamo mai notato l'apertura pomeridiana del locale
Controlla sul sito dove più avanti pubblicheranno sicuramente il calendario preciso (due/tre pomeriggi alla settimana).
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- MaxClaudia
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Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
Solitamente in orario fine pomeridiano
Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
l'anno scorso a fino a tutto agosto c'era e cominciava già nel primo pomeriggio
ely
ely
Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
Ragazzi qualcuno ci può dare notizie sul "Le Tantra"? Riaperto? Chiuso?
Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
aveva aperto già lo scorso anno almeno a fine agosto......si chiama "COSI' "luge07 ha scritto:Ragazzi qualcuno ci può dare notizie sul "Le Tantra"? Riaperto? Chiuso?
ELY
Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
Grazie Ely. Settimana prossima sarà una delle nostre mete allora.elyemark ha scritto:aveva aperto già lo scorso anno almeno a fine agosto......si chiama "COSI' "luge07 ha scritto:Ragazzi qualcuno ci può dare notizie sul "Le Tantra"? Riaperto? Chiuso?
ELY
Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
la scorsa estate nn ci siamo andati..aspettiamo vs recensioneluge07 ha scritto:Grazie Ely. Settimana prossima sarà una delle nostre mete allora.elyemark ha scritto:aveva aperto già lo scorso anno almeno a fine agosto......si chiama "COSI' "luge07 ha scritto:Ragazzi qualcuno ci può dare notizie sul "Le Tantra"? Riaperto? Chiuso?
ELY
grz
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Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
Si ma come e' il nuovo "Tantra" ora "Cosi"? Noi c eravamo stati prima dell incendio e non ci era piaciuto per niente.
Sopra zona ristorante niente di che (anzi l idea che qualcuno possa cenare su dei tavoli dove altri hanno fatto sesso... ehm...
Sotto zona disco mi-nu-sco-la (pista 3mt x 3mt e esagero pure) ambiente piccolo e pure puzzolente... a me aveva messo ansia e difficolta respiratorie...
Pagato... entrati... bevuto... scappati
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Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
Perfetta fotografia della situazione ante-incendio. In aggiunta, ma questa osservazione è da ritenersi più soggettiva, anche la scarsa presentabilità dei presenti rispetto a quelli di altri locali vicini.MaxClaudia ha scritto:Si ma come e' il nuovo "Tantra" ora "Cosi"? Noi c eravamo stati prima dell incendio e non ci era piaciuto per niente. ... Pagato... entrati... bevuto... scappati
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Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
Beh allora forse l'incendio non è stato un caso....
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Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
Vi prego perdonatemi, dovevo farlo.
30 Maggio 2010
“Vigilia di eccitata veglia”. E’ questa la prima frase che annoto sul mio diario in questa lunga giornata. La dice lunga sul mio stato d’animo durante l’ultimo giorno e l’ultima notte che ancora mi separavano dalla partenza per Cap D’Agde.
Ho aspettato a lungo questo momento, molto a lungo. Ho cominciato a pensare seriamente a questa vacanza alcuni mesi fa, ma è da almeno un anno che l’idea mi frullava per la mente. Ho pianificato ed organizzato ogni cosa scrupolosamente: quattro prenotazioni in alberghi diversi, tre fuori del villaggio naturista ed uno dentro, in modo da poter decidere all’ultimo momento, a seconda delle circostanze, dove alloggiare; un amico fidato disponibile a farmi da compagno di viaggio; il placet che sono riuscito a farmi accordare da mia moglie, semplicemente dicendole, con tatto e sincerità, quale era la meta designata per la mia vacanza “in libertà”; un vecchio barattolino per rullini fotografici pieno di monete da un euro, per poter passare indenne attraverso le odiose cash machine delle autostrade francesi.
Sembrava proprio che tutto sarebbe filato via liscio, e invece, a poche settimane dalla partenza, dapprima la defezione del mio amico, a causa di problemi piuttosto seri di salute, poi una serie di vicende famigliari disgraziate. Sino all’ultimo sono rimasto in bilico fra il partire e il rinunciare. Poi le cose per fortuna si sono, non dico risolte, ma perlomeno stabilizzate ed io ho avuto la certezza che avrei coronato il mio sogno e trascorso una vacanza a Cap d’Agde.
Certo, il fatto di andare da solo non mi esalta, e metto già in conto la possibilità che potrei anche annoiarmi, ma in ogni caso il dado è tratto, ed io non posso certo tirarmi indietro. Ci sono, d’altra parte, anche dei risvolti positivi nell’andare da solo. Quantomeno la possibilità di vivere una vacanza in assoluta libertà. A tale proposito, se nella prospettiva di dividere la camera con il mio amico avrei avuto qualche remora al riguardo, dal momento che vado da solo ho optato per la sistemazione all’interno del villaggio naturista, che perlomeno mi consentirà una full immersion in una situazione per me quasi del tutto inedita.
Le mie esperienze naturistiche infatti, di cui peraltro ho ricordi assai goduriosi, si limitano a rare corse solitarie su qualche spiaggia deserta della Sardegna e della Toscana, e ad un paio di volte in cui, molti anni fa, ho preso il sole nudo sugli scogli di Mykonos. Non mi sono mai spogliato in pubblico, se non negli spogliatoi di piscine e palestre, e mai in presenza di femmine.
La sveglia suona alle 6 del mattino. E’ domenica e voglio partire di buon’ora per evitare eventuali code causate dalle prime orde di bagnanti che dalle regioni settentrionali potrebbero calare in Liguria per il bagno di inizio stagione. In realtà, appena scruto il cielo mi accorgo che non corro pericoli di questo genere: è grigio plumbeo e minaccia pioggia.
Ho dormito male. Nel cuore della notte, il piccolo Anticristo che vive al piano di sotto si è svegliato ed ha cominciato a piangere e a urlare. Sua madre e suo padre non hanno trovato niente di meglio da fare che incominciare anche loro a gridare come ossessi, come al solito. E’ un pezzo che va avanti questa storia, ma di solito succede verso le otto del mattino, invece questa volta devono essere state le tre di notte.
Sistemo le ultime cose nelle borse da viaggio, do un rapido bacio a mia moglie ed esco di casa in fretta; temo che lei ci ripensi e mi richiami indietro. Ora non temo più le code ma la pioggia incombente. Se possibile me la vorrei evitare, anche perché il tergicristallo funziona male. Non appena oltrepasso Arenzano si mette a piovere, ma per fortuna è solo una pioggerellina sottile che non mi disturba più di tanto. Scorrono ad uno ad uno i paesi della Liguria e, come ogni volta in cui mi metto in viaggio in direzione di Ponente, mi viene in mente la sequenza iniziale di Lisbon Story, quando si intravvede il cartello con la scritta “Ospedaletti”. Ed è per questo che decido di dare al mio resoconto di viaggio questo titolo:
CAP D’AGDE STORY
Il viaggio fila via senza problemi, a parte la volta in cui, nonostante tutte le mie attenzioni, mi ritrovo incolonnato in un casello di uscita che prevede il pagamento solo con apposita carta magnetica, l’equivalente francese della Viacard. Suono il pulsantino di emergenza e cerco di barcamenarmi con il mio francese a livello scolastico: “Excusez –moi, je me suis trompé, je n’ai pas la carte…”. Subito compare un addetto a cui allungo una banconota da dieci euro e qualche moneta. Come resto lui mi dà delle monete e alcune banconote. Resto per un attimo interdetto, sono lì lì per dirgli qualcosa, ma poi me ne sto ben zitto e riparto. Poco più avanti mi fermo e controllo: mi ha dato 40 euro di resto! Mi sorge il dubbio che forse sono io ad essermi sbagliato; magari credevo di avergli dato 10 euro ed invece gliene ho dati 50. Però mi piace pensare che questo sia un piccolo regalino della sorte. Sarebbe di buon auspicio.
Ed il viaggio prosegue. Va tutto bene, a parte le radio francesi che fanno davvero cagare. Oltrepasso finalmente il confine occidentale della Provenza, dove sono stato tante volte, e mi addentro nel cuore misterioso del Languedoc – Roussillon. Ad un certo punto, in ben due occasioni , dal casello di riscossione del pedaggio vedo spuntar fuori un braccio femminile. La mano è affusolata e le unghie laccate di rosso. Mi avvicino lentamente e guardo con curiosità per scoprire a chi appartiene quella mano così bella.
Nel primo caso mi appare una giovane bionda un po’ slavata, nel secondo mi si disvela invece una rossa assai più matura e succosa. Bene, queste sono cose che mi tirano su. Il viaggio mi sembra meno lungo.
Mi concedo un’unica breve sosta in un’area di servizio presso Nimes, ed eccomi, poco prima delle due del pomeriggio, transitare vittorioso per il casello di Agde. La macchina davanti a me, una Saxo amaranto tutta scassata con a bordo un ragazzo ed una ragazza ha appena tentato di passare senza pagare accodandosi ad un pullman, ma la manovra non è riuscita. Subito sono accorsi un paio di addetti per controllare cosa è successo. Uno dei due vigilanti è una bella ragazza dagli occhi azzurri ed i capelli neri, che osserva divertita le goffe manovre del conducente per fare retromarcia. Ride con indulgenza. Allora anche io le sorrido, e la guardo negli occhi per vedere se contraccambia. Ué, siamo a Cap D’agde, mi aspetto grandi cose. E invece no, non mi considera nemmeno. Brutto segno.
Ed eccomi bussare alle porte del Paradiso. Alla Accueil del Villaggio Naturista c’è solo un’altra persona oltre a me. E’ un ometto dall’aria insignificante, assomiglia a Woody Allen ed anche all’omino della pubblicità della Lagostina. Lo rivedrò più volte in giro per il villaggio, con un berrettino da ciclista in testa, gli occhiali da vista, una maglietta bianca corta ed attillata e l’uccello di fuori. Lo vedrò anche masturbarsi indegnamente sulla spiaggia nel settore affollato dalle coppie in cerca di emozioni forti.
La reception del Natureva apre alle 15. Per far trascorrere questa ora effettuo un primo sopralluogo del villaggio dirigendomi verso la spiaggia. Resto vestito, perché spogliarsi sarebbe un “trasgredire” al buon senso, visto che il vento spira ad almeno 50 Km/ora.
Questo primo giro non mi impressiona granché. In spiaggia poca gente, in mare un paio di windsurf che mi fanno insorgere i soliti sensi di colpa per non aver optato per una bella vacanza sportiva.
E’ ora di tornare al residence per il Check In. Alla reception c’è una graziosa signorina che mi prende i dati e mi dà la chiave dell’appartamento. Naturalmente, come tutti coloro che lavorano qui, e’ vestita. Mi dispiace un po’ di non essermi spogliato, perché mi sarebbe piaciuto osservare le sue reazioni. Nella piccola hall del Natureva c’è anche una coppia di americani. Lei non è male. Lui è un tipo corpulento che ha senz’altro un po’ di anni più di me. Li sento dire che sono della Florida.
Salgo nel mio alloggio, e subito il pensiero che di lì a breve andrò ad espormi “palle al vento” mi fa arrapare. Siccome mi vergogno ad andare in giro con l’alzabandiera, mi faccio subito una sega nel lavandino della cucina, così, tanto per dare un minimo di tocco “perv” alla cosa. Subito dopo però, colto da rimorso, pulisco tutto scrupolosamente.
Mi metto in costume da bagno e maglietta e mi dirigo alla spiaggia. Appena arrivo al termine di questa passerella di legno mi denudo. Infinita libidine.

Cammino nudo lungo l’arenile con la sacca sulla spalla. E la mia immaginazione và subito ad omerici guerrieri che corrono nudi sulla spiaggia.
L’immensa spiaggiona è pressoché deserta, ma in lontananza noto un assembramento di gente. Lì per lì penso che ci sia qualche marocchino che vende cianfrusaglie, poi, vedendo parecchie persone piuttosto anzianotte che se ne stanno in piedi e fanno cerchio osservando con attenzione penso ad una gara di bocce, tipo petanque.

La scena non è in effetti molto diversa dalla foto qui sopra, solo che nel mezzo, anziché le bocce, ci sta qualcuno che scopa.
Proprio lì, piantato in mezzo alla spiaggia, c’è un cartello, che informa che gli atti osceni vengono puniti con un’ammenda sino a 15.000 euro ed un anno di carcere. Nessuno lo considera; tanto valeva scriverci: “Caution – High Fucking Area”.
Lo spettacolo non mi attira punto e pertanto passo oltre. Dopo un po’ ritorno e mi sistemo vicino all’unico gruppetto sparigliato: un terzetto composto da un uomo e due femmine, che di lì a breve scopro essere italiani. Sono sulla trentina, lui ha un forte accento romanesco, ho subito l’impressione che sia un tipo volgare e buzzurro. Una del trio parmi una bella gnocca. E’ bionda e longinea. La terza non la vedo bene e su di lei non riesco a formarmi un’opinione ben precisa; comunque non mi sembra niente di che. Meglio la bionda. Sento che fanno discorsi riguardo a non so bene quali “toccate” avvenute la notte prima. Io mi fingo indifferente, e lumo la bionda da sotto i miei occhiali scuri avvolgenti.
Il vento tira sempre molto forte, la sabbia mi si appiccica alla pelle e mi entra negli occhi. Per ripararmi e nel contempo darmi un tono mi metto un fazzolettone bianco e blu in testa, annodato a mò di bandana. La bionda manifesta un impercettibile sussulto di interesse, ma forse si è solo scossa la sabbia di dosso.
Nel frattempo, a tre o quattro metri di distanza da me una coppia incomincia a scopare. Immediatamente accorre da ogni parte della spiaggia una frotta di vecchi segaioli che si dispone in cerchio intorno ai due per assistere allo spettacolo. La scena non ha nulla di erotico, sembra di essere in un teatrino, in una finzione. Sdegnosamente mi giro a faccia in giù e chiudo gli occhi per dormire un po’. Di quando in quando ne riapro uno per controllare le mosse della italica gnocca.
A un certo punto irrompe sulla scena un bozzo tatuato e pelato che stranamente non è nudo. Indossa infatti un costume da bagno (nero e attillato, da bozzo). Il nuovo venuto si rivela essere il probabile compagno della bionda, o comunque un amico. Di lì a poco i quattro italiani se ne vanno; mentre gli passa vicino, la longilinea gnocca saluta un biondone con capelli lunghi e cock ring che è in piedi e si diverte a far ballonzolare l’uccello.
Nel teatrino vicino a me frattanto stanno andando in onda un paio di pompe. Mi calo la bandana sugli occhi. Branco di animali.
In spiaggia per me non c’è ormai più nulla di interessante. Raccatto la mia roba, e mi alzo per andare a fare un girettino per il villaggio.
La maggior parte della gente che si vede in giro è vestita, ma c’è anche chi, soprattutto uomini, va in giro a fare la spesa nudo. Seduta al tavolino di un bar avvisto la prima femmina in minigonna di pelle e stivali con tacchi a spillo. Gironzolo un po’ nelle gallerie dei vari centri commerciali, soprattutto alla ricerca dei vari locali di cui tante volte ho sentito parlare qui su SZ. Li trovo più o meno tutti, tranne il Pharaon, nonostante i miei reiterati tentativi. Comincio ad essere piuttosto stanco e mi avvio verso casa. Strada facendo però noto una bella ragazza in piedi sulla soglia del suo negozio, e le chiedo se sa dirmi dov’è il locale che cerco. Lei indica vagamente in direzione di Port Ambonne ma non si dilunga in spiegazioni né si mostra particolarmente friendly. La ringrazio e filo a casa.
Una bella doccia, e poi comincio a picchiarmi con le piastre elettriche. Sono stanco morto, combino dei pasticci, metto lo zucchero al posto del sale nell’acqua della pasta ma per fortuna in extremis me ne accorgo e riesco a cucinare qualcosa. Sono affamato e mi ingozzo avidamente di penne al pomodoro, pane bianco da toast non tostato, birra e tonno in scatola. Sento che potrei anche finire per vomitare.
Esco di nuovo intorno a mezzanotte, per prendere visione di cosa offre la vita notturna di Cap. In giro per la strada ci sono parecchi troioni, ma non si batte chiodo. La maggior parte dei locali comunque, o sono deserti o sono addirittura già chiusi. Non avendo ancora ben chiara la disposizione dei locali notturni mi muovo soprattutto nella scia delle donne che mi piacciono o nella direzione da dove odo provenire il suono della musica. Ed è così che mi ritrovo davanti al Melrose. C’è un bell’affollamento, mi colpiscono soprattutto alcune mignottone di mezz’età vestite di pelle e di latex, che si accompagnano a corpulenti individui con la faccia da magnaccia ed i lunghi capelli grigi. I meno truzzi assomigliano a Johnny Halliday. Faccio per introdurmi nel locale ma il buttafuori, un tizio pelato, grosso e con l’aria poco raccomandabile mi si para immediatamente davanti e bofonchia un “couple” qualcosa. In effetti a quel punto guardo meglio e mi accorgo che dentro al locale (se così si può dire perché non è altro che una specie di baracchetta in legno senza porta) sono tutti in coppia. I single invece stanno addossati al lato del bancone del bar che dà sulla strada ed allungano il collo per scrutare dentro.
Alcune troione ballano nude sui tavoli e sul bancone del bar. Sono delle specie di ballerine di lap dance dilettanti e un po’ decrepite. Ne vedo altre però, che ballano sui tavoli più all’interno del disco pub, e che sono decisamente più giovani e bbone. Mi bevo una birra e resto di vedetta per una mezz’oretta, nella speranza che la situazione si sblocchi. Purtroppo non succede nulla di interessante. I locali a fianco al Melrose sono praticamente deserti. Verso l’una e mezza getto la spugna e me ne vado a dormire.
31 Maggio
Un ultimo fiotto di sperma suggella questa giornata. Quello dell’ultima sega che mi sono fatto. Sono quasi le due di notte e sto per andare a nanna. Ma andiamo con ordine.
Questa mattina quando mi sono svegliato il vento soffiava fortissimo. Ho dormito male. Accendendo la televisione ho trovato un canale tipo MTV che però trasmette musica prevalentemente francese. Per ironia della sorte in quel momento andava in onda proprio un video di Johnny Halliday. Ma questa Marie è davvero una bella canzone e Johnny è un pò meno finto del solito.
Dopo la colazione sono andato a fare un po’ di pesi nella palestra del residence. C’era parecchia gente, perché è frequentata anche da chi risiede altrove, basta pagare il biglietto di entrata. C’era in particolare una bella coppia italo- tatuata. Lui aveva un braccio completamente ricoperto di tatuaggi multicolori, molto belli. Anche lei, una biondina dal fisico scattante, aveva su di un braccio tatuaggi nello stesso stile di quelli del suo compagno. Portava pantaloni alla pescatora blu ed un top che le lasciava la schiena scoperta. Correva sul tapis roulant ed io mi sono piazzato sulla cyclette adiacente. Dopo la corsa si è osservata allo specchio. Mi eccitava molto la sua schiena sudata. Tipi molto sportivi, decisamente. Sono stato a lungo lì lì per attaccare discorso con l’uno o con l’altra, rivelando che ero italiano, ma non ho visto brillare alcun lampo di interesse negli occhi né dell’uno né dell’altra, ed allora ho soprasseduto in attesa di una occasione più propizia. In effetti, questi due non li ho più rivisti da nessuna altra parte. Chissà che fine avranno fatto.
Dopo la palestra ho passato la mattinata in spiaggia. C’erano di nuovo le due italiane di ieri, questa volta da sole. Mi sono sistemato a non troppa distanza da loro, ma non è successo nulla. Allora scazzato mi sono alzato e mi sono messo a correre nudo sull’arenile. Mi sono fatto tutta la spiaggia di Cap avanti e indietro un paio di volte sino al punto dove termina la zona naturista. Una corsa inebriante e molto molto eccitante. Ad un certo punto ho incrociato una giovane coppietta che avevo già notato il giorno prima. Lui non molto alto, piuttosto muscoloso e tatuato, insomma un mezzo bozzo. Lei molto graziosa e carina. Li ho guardati dritti nel viso, senza essere sfrontato, ma con una certa fierezza. Purtroppo la signorina forse si è intimidita, ed ha abbassato pudicamente lo sguardo.
Nella parte di spiaggia dove si ritrovano le coppie diciamo così “scambiste” andava in onda il solito teatrino. Ad un certo punto è arrivata una vaccona di mezz’età con le tette enormi ed un mucchio di ferraglia appeso ai capezzoli ed alla vulva. L’avevo già visto esibirsi la sera prima sui tavoli del Melrose. Era in compagnia del marito, e subito mi è venuto da pensare: “Ecco, ha portato la mucca ad accoppiarsi”.
I due sono andati a sistemarsi a ridosso delle dune di sabbia. Di lì a breve ho notato un certo movimento e mi sono detto: “Ci siamo!” A quel punto mi sono alzato perché ero curioso di vedere cosa stava accadendo, e sono rimasto alquanto sorpreso nel notare che la manza ed il marito in realtà se ne stavano belli tranquilli per conto loro. Evidentemente il trambusto era stato causato da qualche altra coppia.
Nonostante l’assoluta libertà del luogo, la disposizione che gli individui assumono sulla spiaggia di Cap D’Agde finisce per obbedire, paradossalmente, a regole ferree.
La maggior parte della spiaggia è assolutamente deserta, frequentata soltanto da quelle coppie che vogliono starsene in santa pace per conto loro. Di conseguenza, tutti coloro a qualsiasi titolo interessati a socializzare, sono pressoché obbligati a concentrarsi in un tratto che sarà sì e no di una cinquantina di metri. Qui ci trovi di tutto, dalle coppie anche semplicemente solo curiose a quelle che possono essere a pieno titolo definite scambiste, sino a quelle più selvaggiamente trasgressive. A questi si aggiungono single di vario genere ed età, anche questi con atteggiamenti che vanno dal completamente normale all’assolutamente patologico.
La cosa paradossale è appunto che persone così diverse fra loro si ritrovino a convivere in uno spazio tutto sommato limitato, quando invece l’area a disposizione sarebbe veramente immensa. Le coppie ed i singoli prendono posto in spiaggia in accordo ad una configurazione tipica, che vede aumentare il grado di depravazione a mano a mano che ci si allontana dal bagnasciuga e ci si avvicina al limite superiore della spiaggia, dove questa termina con una piccola zona di cespugli e dune di sabbia. La terra di nessuno fra la spiaggia e la zona dei cespugli è pattugliata in continuazione da torme di guardoni. Sembra di assistere dal vivo ad un documentario del National Geographic sulle curiose abitudini sociali di qualche strana specie animale.
Per togliermi un po’ da questo ambientino me ne sono andato a mangiare al Galeon, una piccola spiaggia privata attrezzata con ombrelloni e lettini. Qui fra l’altro ho rivisto una delle lap dancer dilettanti della sera prima, in compagnia del proprio uomo. Donna decisamente un po’ troppo navigata per i miei gusti, e comunque non mi ha lanciato alcun messaggio evidente. Il Galeon non è male, ma dalla cucina mi aspettavo forse qualcosa di più. Mi aspettavo anche, francamente, che potesse essere il luogo dove mi capitava qualche occasione di più. E invece nisba.
Certo che il primo impatto visivo con un sacco di gente nuda è piuttosto forte. La varietà delle minchie è indescrivibile (la figa invece, in se e per sé, presenta meno differenze). Ci sono cazzi microscopici, cazzi a funghetto, cazzi di varia lunghezza e misura, e rari cazzi smisurati simili a salsicce d’asino. Abbondano i cock ring ed i piercing di vario genere.
Nel pomeriggio inoltrato sono ritornato al residence, perché di pigliare del vento in spiaggia non ne potevo più. Ho svuotato la borsa da spiaggia e poi l’ho scrollata dalla balaustra del poggiolo per togliere la sabbia che vi si era accumulata. Malauguratamente c’era rimasto dentro un barattolo di Piz Buin protezione 30 pressocché intonso che è precipitato al piano di sotto. Allora sono andato alla Reception per chiedere se potevano aiutarmi a recuperarla. Purtroppo, anziché la graziosa ragazza che mi aveva accolto il primo giorno questa volta c’era uno scorfano di mezza età che mi ha detto che l’appartamento sotto il mio era privato e loro non ne possedevano la chiave. “Je suis desolé”, mi ha detto la troiona, ma si vedeva lontano un miglio che non gliene poteva fregare di meno.
Incazzato sono risalito in camera e per un po’ ho considerato la possibilità di calarmi al piano di sotto con il favore delle tenebre per recuperare il prezioso barattolo. Ma poi ho deciso che non era il caso di rischiare di rompermi una gamba e magari di essere colto in flagrante e cacciato dal residence. E così ho deciso di andare a farmi passare l’incazzatura nella piscina coperta, dove ancora non ero stato.
Ed è a questo punto che ho scoperto il vero punto di forza del Natureva: il solarium con annessa piscina interna, sauna ed hammam.


All’inizio non c’era quasi nessuno. Solo un ragazzo muscoloso con cock ring ed un uccello mezzo duro che sembrava una salsiccia. Si è infilato nell’hammam ed io per qualche momento ho considerato la possibilità di seguirlo. Poi ho desistito, non me la sono sentita. Quando è uscito fuori la salsiccia sembrava cotta. Si è tuffato in piscina, mi ha guardato per un istante, si è messo l’accappatoio e se ne è andato. Amen; non è ancora venuto il momento per la mia prima eventuale esperienza omosex.
Verso sera si è cominciato a vedere in giro anche delle fighe (al che ho ringraziato il cielo di non essermi ficcato nell’hammam prima). Stare a membro scoperto davanti a delle belle donne, in un posto fuori dalla calca, è una cosa che da sola ripaga il costo dell’intera vacanza.
Dapprima è arrivata una francese da sola, gran bella ragazza, soprattutto bellissimi seni. Poi una coppia. E per la prima volta, lei, nuotando nella vasca mentre io stavo in piedi si è voltata a guardarmi e mi ha sorriso.
La luce nel solarium era bellissima, sembrava di stare in un quadro di Hopper.
Ecco, su quella sedia a sdraio lì a sinistra, vicino alla finestra, dovete immaginarvi un Pensiero Dominante nudo, con occhialini in titanio, che legge o fa finta di leggere Balzac, di quando in quando guarda fuori dalla finestra e per lo più osserva attentamente cosa gli succede attorno.
Mi sono messo a chiacchierare dapprima con un signore francese e poi con un italiano, un tipo molto distinto e simpatico. A un certo punto, non so bene come, si sono avvicinati la francese che mi aveva sorriso e il suo uomo, un simpatico giovanotto con un gran bel uccello. Ci siamo messi a conversare amabilmente del più e del meno. Si è parlato di viaggi, e del TGV che in quel momento stava transitando proprio davanti a noi. Poi il discorso è scivolato anche su argomenti più piccanti.
Per la ragazza francese Cap D’Agde era un posto “Très Special”, ma si lamentava di essersi divertita di più l’anno scorso, quando erano andati in campeggio. Trovava il Natureva un posto un po’ troppo silenzioso. A questo punto il signore italiano si è messo a raccontare del massaggio tantra che si era fatto fare nel pomeriggio. Anche quello era stato un massaggio “Très Special” e “Presque complet”. E’ stato molto divertente ma io ancora non ero sintonizzato su un possibile discorso di erotismo con loro. Per la verità, c’erano alcune cose di cui volevo parlare a tu per tu con il signore italiano e quindi, quando la coppia ci ha salutato e se ne è andata, io non me ne sono neanche troppo dispiaciuto. La consapevolezza che forse me l’ero giocata male mi è venuta dopo, in serata, e mi ha tenuto sveglio per quasi tutto il corso della notte.
Dopo cena ho fatto il solito giro nel villaggio, e la solita sosta di mezz’ora davanti al Melrose, senza riuscire ad entrare. All’una disperato ho preso la macchina, sono uscito dal villaggio e sono andato a girare nel centro di Cap D’Agde. Ma oramai anche gli ultimi locali stavano chiudendo e per le strade non c’era più nessuno.
Oggi mia moglie ha compiuto gli anni. Mi viene da pensare a lei con tenerezza e nostalgia. Se si chiamasse Silvia direi: “Meno male che Silvia c’è”.
Primo Giugno
Ho pensato tutta la notte a quella simpatica coppia francese. Lei in effetti non era bellissima, ma molto “pagnottosa”. Lui era simpatico e come ho già detto, con un cazzo invidiabile. Ho pensato che c’erano le condizioni ideali per un perfetto “menage a trois”. Lei era la classica tipa a cui io so di poter piacere. Lui, stante la superiorità della sua minchia, non aveva motivo per essere particolarmente geloso di me. “Non appena li rivedo gli propongo un Hammam a trois” mi sono detto, e questo pensiero mi ha accompagnato piacevolmente per tutto il giorno.
Prima di uscire per andare a fare la spesa sono passato subito dal solarium per vedere se per caso c’era già la mia coppia di amici. Ne ho approfittato anche per scattare alcune foto. La coppia di francesi della sera prima non c’era, ma da un angolo del solarium è sbucata per un attimo la testa di una splendida ragazza molto giovane, con capelli rossi e bellissimi occhi blu. “Benissimo” ho pensato, “Ora vado a fare la spesa e non appena rientro mi fiondo qui dentro e ti becco”.
Sono andato a comperarmi qualcosa per il pranzo e nel giro di un quarto d’ora ero di ritorno. Purtroppo della ragazza capelli rossi occhi blu non c’era più traccia. Con un po’ di disappunto mi sono sistemato in terrazza, a prendere il sole. Era una stupenda mattinata molto ventosa, il cielo era di un colore blu intenso. Dopo un po’ è incominciata ad arrivare gente. Una coppia francese di mezza età, assolutamente molto seriosa ed una di tedeschi ciccioni. Lui era una palla di lardo con dei coglioni enormi ed un pistolino microscopico. In prospettiva frontale il suo uccello sembrava non misurare più di un paio di centimetri. In realtà si trattava di una illusione ottica dovuta ai coglioni. Comunque, era veramente brutto.
Per fortuna di lì a poco è arrivata un’altra ragazza da sola. Di viso non era bella come capelli rossi occhi blu, ma di corpo era più che passabile. Purtroppo però se ne stava estremamente sulle sue, e anche quando la guardavo non accennava all’ombra di un sorriso. Io le ero sdraiato a fianco, e mi sentivo il cazzo diventare duro. Lei era del tutto indifferente. Ad un certo punto è andata a fare il bagno in piscina, ed io l’ho seguita. Dopo avere fatto un po’ di vasche le ho detto due parole, non ricordo bene cosa, ma lei ha tagliato subito corto, era evidentissimo che non aveva nessuna voglia di essere tampinata.
Dopo un po’ si è infilata nel bagno turco, seguita a ruota dal francese serioso. Per un terribile istante ho temuto che i due combinassero qualcosa, ma non me la sono sentita di aggregarmi anch’io per fare da terzo incomodo. Poco dopo la moglie del serioso ed un’altra donna di mezz’età ma di aspetto abbastanza piacevole sono entrate a loro volta nell’hammam. A questo punto non potevo mancare. Mi infilo dentro l’hammam e poco dopo il francese se ne va.
La situazione è molto eccitante, perché sono solo in questa atmosfera bollente e torrida insieme a tre femmine. Mi viene leggermente duro e non faccio nulla per contrastare questo istinto naturale. Mi auguro anzi che le tre donne mi notino. La ragazza giovane e ritrosa è la prima ad uscire. L’ultima è la moglie del francese. Scambiamo qualche parola; è cortese ed aperta ma non mi ispira punto. Esco anch’io e mezzo duro mi rimetto a prendere il sole nel solarium. Poi in un rigurgito di pudore mi metto a pancia in giù.
Mi viene in mente un vecchio e divertente racconto di fantascienza, intitolato “La lampada del sesso”, nel quale uomini e donne portano in fronte un dispositivo, il R.E. (Rivelatore di Emozioni) che non è altro che una piccola lampada che si illumina in proporzione al desiderio sessuale di chi la indossa. In un posto come questo, gli uomini il loro R.E. non lo portano in fronte ma più in basso. Bisognerebbe studiarsi qualcosa anche per le donne.
Pranzo in casa e verso le due vado in spiaggia. Le scene che si vedono sono più o meno sempre le solite. L’unica cosa degna di nota è un pigmeo con una minchia da 20 cm che incomincia a menarselo a meno di un metro da me. Dato che tira un vento di 30 nodi decido di spostarmi a distanza di sicurezza per evitare malaugurati spruzzi.
Il negretto è veramente impressionante. Ha un fisico da giovincello ma un viso che sembra quello di un vecchio. Ad un certo punto il lui di una coppia di mezz’età che è sdraiata a poca distanza da lui gli sussurra qualcosa all’orecchio. Ho la sensazione che abbiano preso degli accordi per vedersi in un luogo più riservato ma probabilmente non è così. Il negretto si guarda in giro con delle occhiate furtive. Sembra il selvaggio Calibano della Tempesta di Shakespeare. La coppia si allontana, lui continua imperterrito a menarselo lentamente. Ad un certo punto si alza, e porta in giro l’attrezzo camminando fra la gente sdraiata, come se stesse facendo un roadshow. Nessuno lo caga. Poco dopo lui raccoglie le sue cose e se ne va mestamente.
La razza bianca normodotata anche per questa volta può cantar vittoria: nulla da fare per questo diseredato figlio d’Africa cui la Natura ha elargito un unico dono.
Io me ne torno in albergo. Sono le 16 e 30 e ce l’ho duro in vista dei possibili sviluppi che spero mi attendano in serata.
Ore 18.00: sinora l’unica cosa che è schizzata è la Piz Buin fuoriuscita dal flacone caduto al piano di sotto. Ho atteso invano in piscina che comparisse la coppia francese su cui avevo messo gli occhi e sulla quale riponevo tante aspettative. Ad un certo punto arriva invece quel signore italiano con cui ho fatto amicizia ieri. Chiacchieriamo un po’ del più e del meno, e poi il discorso cade proprio sulla coppia francese. Io gli confesso che li sto attendendo con impazienza, ma lui mi gela dicendomi che li ha incontrati poco prima di ritorno dalla spiaggia, e che lo hanno salutato dicendogli che stavano partendo.
Per me è un colpo molto duro, mi dispiace davvero molto. Ho incentrato tutta questa giornata pregustando un incontro con questa coppia, ed ora tutto il castello di sogni che mi ero costruito crolla miseramente. Aspetto che il mio amico se ne vada e mi rinchiudo da solo nell’hammam. La temperatura è ardente. Io sto in piedi per soffrire di più. Attraverso nuvole di vapore guardo malinconicamente al di fuori della porta a vetri appannata. Mi sento prigioniero della mia solitudine. Voglio soffrire e godere. Il cazzo mi diventa durissimo ed alla fine cedo e mi do soddisfazione da solo.
Questa giornata è andata a finire in merda; la serata non è da meglio. Il guaio è che ho bevuto un caffè dopo cena e non ho affatto sonno. Faccio i soliti giri davanti ai locali. L’unico che meriterebbe è il Melrose e come al solito non mi fanno entrare (per la verità non ci provo nemmeno). Anche questa sera volendo ci sarebbe il Jeux Des Mains ma proprio non mi ispira per niente. Mi avvio verso il residence, ma mi brucia ancora troppo dentro la delusione. Ritorno sui miei passi e mi infilo al Maxime, il piano bar adiacente al Jeux Des Mains. La gente lì pensa solo a ballare, ascoltare la musica dal vivo e divertirsi. Non è poi così malaccio per passare un’oretta, specialmente con un bicchiere di Chivas in mano ed una simpatica, giovane barista, con la quale scambio alcune battute ed alla quale ignominiosamente, alla fine, scrocco pure una sigaretta. Saranno quasi vent’anni che non fumo, ma questa sera proprio non posso farne a meno.
2 Giugno
Questa mattina sono andato subito al Solarium, giusto per vedere se c’era del movimento. Dopo un po’ sono arrivate delle persone molto anziane che hanno cominciato a prepararsi per la lezione di Aquagym. Ad un certo punto, sbirciando attraverso la vetrata, ho intravisto una bella donna coi capelli neri a caschetto, il seno prosperoso ed il perizoma che si metteva sotto la doccia. Ho pensato che si trattasse dell’insegnante di aquagym e mi sono messo subito in allerta. Dopo la donna si è sfilata il perizoma ed ha invece indossato il reggiseno. Mi sono un po’ avvicinato per vederla meglio ed ho avuto un sussulto. Quella che mi era sembrato potesse essere una donna sui 45 – 50 anni in realtà doveva averne molti ma molti di più. Quasi non oso immaginare quanti. Sino a vent’anni prima doveva essere stata di una bellezza strepitosa, ma a distanza ravvicinata mi accorgevo che le gambe erano completamente ricoperte di smagliature e, cosa ancora più orribile, anche il basso ventre aveva subito un cedimento. Le labbra della vulva erano gonfie come i galleggianti di un canotto. Ciò nonostante, lo confesso, continuava a farmi sangue. La lezione di Aquagym è cominciata. Io sono andato in camera mia a fare colazione. Mentre passavo la donna, che stava sguazzando nell’acqua facendo gli esercizi si è voltata e mi ha fatto un cenno di saluto. Segno di inequivocabile di interessamento ma, Dio mio, era tutta imbellettata e portava una buffa cuffietta nera in testa. Dio mio, era una vecchia!
Comunque dopo colazione sono ritornato nel Solarium per tenere d’occhio la situazione. Quando la lezione è terminata la donna si è infilata nella sauna. Con la cuffietta nera in testa. E con un’amica. Non me la sono sentita di aggregarmi e sono rimasto sdraiato a pancia in giù sul lettino, prendendo il sole sulle mie chiappe nude. Sentivo la depressione incominciare a salire su pian piano. Uscita dalla sauna la strana creatura si è fatta una doccia, poi si è annodata un pareo ai fianchi, si è messa un cappello a larghe falde in testa ed è andata via assieme alla sua amica. Mi ha salutato ancora una volta. Inutile dire che, in assenza di testimoni, me la sarei fatta, ma così…
Dopo un siffatto inizio di giornata ho deciso che era giunto il momento di cambiare aria. Ho preso la macchina e sono uscito dal villaggio naturista per andarmi a fare un giro e possibilmente un bagno in una delle tante belle spiagge circostanti.

Raggiunta la Plage de la Roquille ho posteggiato l’auto e mi sono incamminato a piedi lungo la bella promenade, sino a raggiungere una stupenda insenatura rocciosa.

Anche sulle spiagge cosiddette “tessili” non c’era un grande affollamento, però, ad un bel momento, guardando in giù ho notato una bionda in topless che mi sembrava davvero notevole. Detto fatto sono sceso in spiaggia e le ho piazzato l’asciugamano a non più di un metro di distanza. Lei ha fatto subito una smorfia, come se non gradisse la mia compagnia. Vista da vicino, anche la bionda si è rivelata essere assai più in là con gli anni di quanto non mi fosse sembrato inizialmente. Praticamente, era una mezza vecchia pure lei, sebbene avesse un fisico invidiabile anche da donne ben più giovani.
Faceva parecchio caldo, e prendendo il coraggio a due mani mi sono buttato in acqua. Il mare era gelido. Era dai tempi dei bagni in Sardegna di inizio estate che non sentivo un’acqua così fredda. Uscito fuori mi sono messo al sole per asciugarmi. Dopo un po’ ho fatto la consueta telefonata pomeridiana a mia moglie. E lì è successa una cosa strana. Infatti la bionda, che sino a quel momento se ne era stata sulle sue, mi ha detto: “Mi scusi, l’ho sentita mentre telefonava, lei è italiano?”
Naturalmente le ho risposto che sì, in effetti ero italiano, e ci siamo subito messi a chiacchierare. Floriàne è una donna veramente affabile. Insegnante di francese, vive a Cap D’Agde. Le ho detto che risiedevo al Villaggio Naturista, e che ne ero scappato per una giornata un po’ più normale. Lei si è messa a ridere. Trovava molto divertente tutta la situazione, e credo di esserle risultato molto simpatico. Le ho chiesto se aveva mai frequentato il villaggio e mi ha risposto che no, non era il suo genere. Allora ho alzato un po’ il tiro e le ho proposto di venire con me a visitarlo. Ha cortesemente declinato l’invito. Peccato, perché se avesse accettato avrei provato a farmela. Sebbene fosse vecchia, ero abbastanza arrapato da provarci. Ma siccome lei ha declinato, abbiamo continuato semplicemente a fare conversazione. Dopo un po’, quando incominciavo a sentire il sole bruciarmi le spalle, ho detto che per me era giunto il momento di ripartire. Allora Floriàne mi ha detto dove abitava e mi ha pure invitato ad andare a trovarla.
Io ho pensato che era una donna intelligente, ancora bella e molto simpatica, ma le avevo dato la sua occasione invitandola a venire con me al villaggio, e lei non l’aveva voluta cogliere. Ci siamo salutati e sono ritornato indietro alla Plage de la Roquille. Qui ho preso la macchina e mi sono spostato alla Plage de Richelieu.
La Plage de Richelieu è una spiaggia di sabbia bianchissima, stupenda.
Davanti c’è uno strano isolotto con una specie di forte o di galera, sormontato da un faro. Veramente suggestivo. Mi ha fatto venire in mente la Maschera di Ferro, e il Castello d’If del Conte di Montecristo.

Il vento soffiava impetuoso. Sono rimasto ad osservare le manovre di partenza di 3 kitesurf.

In mare c’erano già 4 o cinque windsurf. Io consideravo fra me e me che mai in vita mia mi era capitato di sentirmi indifferente a questo sport. Di solito li guardo sempre con la bava alla bocca per l’invidia. Il primo dei kitesurfer si è buttato in mare con una certa difficoltà e dopo qualche bordo ha incominciato a scarocciare vistosamente. Poi, ha corso il rischio di entrare in collisione a tutta velocità con un windsurf. Il tizio sul windsurf, un ometto piccolissimo con in testa un casco che sembrava il nanetto di Twin Peaks non l’ha presa affatto bene. E’ venuto dritto filato a terra e si è messo ad inveire. Non ho capito esattamente quel che ha detto ma il significato era chiaro: voleva che il kitesurfer si togliesse da in mezzo alle palle.
Dopo questa gustosa scenetta sportiva ho guardato l’orologio, ho visto che erano già quasi le cinque e mi è venuta voglia di tornarmene sulla mia spiaggia di trasgressivi debosciati. In effetti, il giorno dopo sarei dovuto partire e quello poteva essere il mio ultimo momento di nudità sulla spiaggia.
Sono andato a sistemarmi come di consueto, più o meno a metà fra le coppie più defilate ed il girone dei dannati vicino allo steccato. La bolgia di coloro che stanno a guardare ed aspettano che accada qualcosa.
Davanti a me avevo una coppia seminascosta da un piccolo ombrellone piantato per terra. La mia attenzione è stata attirata dal fatto che i due stavano parlando con il biondone col cockring, una presenza assillante, poiché lo vedevo dappertutto, in spiaggia, al Melrose, ovunque. Capivo poco perché parlavano in inglese molto velocemente per i miei standards, ma il succo del discorso era abbastanza chiaro. Parlavano delle diverse consuetudini degli swingers nei diversi paesi d’Europa ed in America. Inoltre, si mettevano d’accordo per partecipare a varie feste “with some really great looking black guys”. Erano insomma degli swingers molto attivi a tutti gli effetti. Allora mi sono alzato e sono andato a curiosare per vedere che facce avevano.
La ragazza era una bella inglese pagnottosa; il maschio, che visto da dietro sembrava – almeno comparato al biondone – piuttosto sfigato, in realtà era decisamente prestante. Insomma, erano una coppia interessante e, fra l’altro, assomigliavano molto alla coppia francese incontrata in piscina. Io ho gironzolato un po’ lì attorno, ma non ho colto alcuno sguardo incuriosito. Il biondone evidentemente dettava legge.
In spiaggia c’erano anche alcuni italiani. C’era un gruppetto di ragazzi piuttosto giovani, che spiccavano in mezzo alla folla essendo gli unici non depilati, e che si davano da fare andando in giro ad offrire da bere a tutti. Bé, devo dire che erano piuttosto simpatici, anche se un po’ fuori luogo. Poi c’erano due o tre coppie che facevano gruppo fra loro. Età fra i 35 e i 45 anni credo. Della serie di quelli che considerano lo scambismo un’attività ricreativo - sportiva come le altre. Non è decisamente il mio mood, io voglio storie più sensualmente torbide, voglio una pagnottosa ragazza francese seduta sulla panca di marmo di un hammam, stretta in mezzo fra suo marito e me, non l’allegro gruppo vacanze Piemonte, ancorché in versione porn. In tutti i casi le ragazze non mi dicevano niente. Ho evitato quindi accuratamente di farmi riconoscere come italiano. Adesso in certo qual modo un po’ me ne pento.
Ad un certo punto la coppia di inglesi se ne è andata e vicino a me è venuta a sistemarsene un’altra. Hanno cominciato ad armeggiare un po’. Credo fossero tedeschi od olandesi. Anche per loro età fra i 35 e i 45, l’uomo qualcosa di più. Peccato però che lei non mi piacesse per un cazzo, soprattutto perché aveva un gran nasone ed un buffo cappellino in testa. Comunque glielo facevo quasi apposta a non considerarli punto mentre loro si davano da fare.
Dopo un po’ comunque mi sono stufato e me ne sono tornato al residence, andando dritto in piscina. Per la prima ed unica volta ho camminato nudo sino al residence, orgoglioso e fiero del mio corpo. Una volta entrato nella hall però mi sono coperto, mi sembrava di mancare di rispetto a chi lavora lì.
Porca puttana, appena sono entrato nell’area relax mi è venuto un colpo. Dall’altro lato della vasca c’era una coppia che sulle prime mi è sembrata quella francese di due sere prima. Poi ho guardato meglio e mi sono accorto che invece erano gli inglesi visti poco prima in spiaggia. Si assomigliavano davvero molto. Allora sono andato a farmi una doccia e quando gli sono passato vicino ho fatto una battuta. Il maschio ha risposto qualcosa ma la ragazza è rimasta indifferente. Dopo pochi secondi se ne sono andati via senza darmi il tempo di tentare un ulteriore approccio.
A questo punto mi sono ritirato nella mia postazione tipica a leggere delle avventure amorose di Eugène de Rastignac e delle disavventure del povero Papa Goriot. Ma non riuscivo a concentrarmi. Sono poi arrivati il signore italiano mio amico e la bella francesina antipatica. Ho chiesto al mio amico se la conosceva ed è venuto fuori che era proprio la tizia del negozio, quella a cui la prima sera avevo chiesto dove si trovasse il Pharaon. Non l’avevo riconosciuta. Comunque, il mio amico mi ha confermato che è una tipa che si dà delle arie e poco incline a ricambiare il saluto. Ho detto che anche a me aveva fatto questa impressione, ma ho anche dichiarato che se me ne capitava l’occasione ci avrei provato.
La ragazza è entrata nell’hammam. Cazzo, l’ho seguita a ruota. Dentro il calore era come al solito infernale. Molto, molto eccitante. Ho preso la doccetta flessibile, mi sono alzato in piedi davanti a lei e mi sono lasciato scorrere l’acqua addosso. Poi, più a gesti che a parole, le ho chiesto se le faceva piacere un po’ d’acqua. Ha ringraziato ma ha detto che stava bene così. Peccato, l’avrei innaffiata così volentieri.
A quel punto ho capito che potevo mettermi il cuore in pace. Dopo un po’ è entrato un altro maschio. Ho notato che ce l’aveva abbastanza duro anche lui. Evidentemente non ero l’unico a trovare la situazione molto eccitante. Per l’intenso calore l’ombretto della francesina ha cominciato a sciogliersi e a colarle leggermente nell’occhio. Ne ho approfittato per dirle ancora due parole. Di lì a un po’ comunque la ragazza ha detto che forse era meglio se usciva e se ne è andata. Giusto qualche minuto e sono uscito anch’io, lasciando il terzo uomo solo con il suo uccello inturgidito. Ho fatto la doccia e me ne sono ritornato sulla mia sedia a sdraio, bello tranquillo e con la coscienza a posto. Io il mio dovere l’avevo fatto. La ragazza si è lavata ed asciugata, ed ho avuto la soddisfazione che mi salutasse lei per prima quando se ne è andata.
Rispetto al giorno prima, la giornata era andata decisamente meglio. Forse, come diceva il mio amico italiano, la fortuna incominciava a girare. Peccato che io il giorno dopo dovessi partire. Dato che sapevo che c’erano delle camere libere anche per la notte seguente, ho deciso di rinviare ogni decisione sino all’ultimo momento possibile, in attesa di vedere la piega che avrebbe preso il corso degli eventi.
Mi interessava soprattutto seguire le mosse della coppietta inglese che il destino mi aveva fatto incontrare per ben due volte nel giro di poco più di un’ora. Le circostanze sembravano promettenti.
Così, quella che probabilmente sarebbe stata la mia ultima serata a Cap l’ho iniziata un po’ prima del solito, nel tentativo di riuscire a beccare in giro i due inglesi. Ero particolarmente curioso di vedere che tipo di abbigliamento avrebbe sfoggiato la ragazza. Ho fatto un po’ dei soliti giri dando un’occhiata all’interno dei vari ristoranti e locali, ma gli unici soliti noti che ho visto erano il biondone col cockring e la sua fidanzata dai cortissimi capelli biondo-platino. Una stangona olandese delle più scalmanate, fisico tipo fotomodella, che avevo già visto innumerevoli volte esibirsi ballando seminuda sui tavolacci del Melrose. I due erano in compagnia di altra gente, ma non della coppia inglese. “Sin qui tutto bene” ho pensato. Purtroppo però, poco dopo sono passato davanti al Melrose ed ho visto le mie prede intente a ballare in compagnia di altre due bionde molto giovani e carine vestite di latex bianco. La pagnottosa inglese, per la cronaca, indossava un miniabito di finta pelle nera molto provocante. A quel punto ho capito che puntavano ad un target molto più alto di quello che io potevo rappresentare, e mi sono diretto al Maxime, più che altro perché volevo salutare la barista che mi aveva offerto la sigaretta la sera prima. L’ho trovata che se la stavano tacchinando due dei ragazzi italiani giovani visti alla spiaggia. Al che, a quel punto, ho attaccato discorso con uno di loro e abbiamo fatto quattro chiacchiere.
Gli sviluppi della serata non mi inducevano a procrastinare la mia partenza, ed avrei voluto andare a letto non troppo tardi, anche perché nel frattempo, anzi già da un paio di giorni, avevo incominciato a rimuginare su di un certo Piano B. Però, mi sono detto che non potevo tornarmene a casa senza essere stato in almeno un privé di Cap. Che razza di figura ci avrei fatto con voi, cari utenti di Superzeta?
Così ho rotto gli indugi e sono entrato di mia sponte al Jeux Des Mains. Il mio unico obiettivo, come ho già detto altrove, era solo quello di curiosare un po’, bermi qualche bicchiere e passare la serata in allegria. Il locale si presenta come una specie di piccola discoteca. C’è una micro pista da ballo, un po’ di tavoli con sedie e divanetti, il bancone del bar con gli sgabelli. Poi c’è una seconda stanza con delle alcove, cioè dei materassi incastonati dentro delle piccole nicchie. E questo è quanto. In attesa al bar c’erano una decina di singoli, e sedute qua e là sui divanetti o ai tavoli alcune coppie, ma nulla di interessante. Tutto sommato, ho visto posti ben peggiori.
Di lì a poco è arrivata altra gente, ivi inclusa la vaccona ferrata che avevo visto spesso in spiaggia e al Melrose ed alcune coppie con delle ragazze proprio niente male. Poi c’erano un po’ di coppie di grassoni e grassone anziane ed infine una strana coppia dark. La ragazza era molto carina, con capelli lunghi neri e vestita in modo sexy ma tutto sommato normale. Il ragazzo sembrava uno dei Kraftwerk. Rasato a zero, abbronzato, pieno di piercing e tatuaggi e con indosso una palandrana nera che gli arrivava sino ai piedi.
Mi sono seduto ad un tavolo ed ho ordinato da bere. Poco dopo due coppie di grassoni tedeschi che puzzavano di sudore si sono venuti a parcheggiare in prossimità ed io mi sono spostato al bancone, dove fra l’altro avevo una migliore visione della situazione. All’inizio sembrava di essere in una normale discoteca. La vaccona ferrata si è messa a ballare tenendosi a un palo da lap dance in compagnia di una ragazza più giovane, ma non facevano nulla di troppo strano. Sulla pistina da ballo c’erano un po’ di persone che ballavano . Un single dall’aspetto un po’ tarchiato si è staccato dal bancone ed è andato a far ballare una delle ragazze più graziose. Ballava veramente bene, nonostante la stazza, e mi sarei aspettato che alla fine del ballo succedesse qualcosa di più (in effetti ho pensato che se lo sarebbe davvero meritato). Invece lui ha fatto il baciamano alla ragazza e se ne è tornato al suo posto.
Dopo un po’ sono arrivati anche i ragazzi italiani con cui avevo parlato al Maxime e si sono messi a tampinare a destra e a manca. Erano simpatici, ma era evidente che la loro non era la tattica giusta.
Ad un certo punto, senza che capissi bene gli antefatti, ha incominciato ad esserci del movimento nella sala delle alcove. Io avevo una bottiglia di birra in mano e sul momento non mi hanno lasciato entrare. So solo che dopo cinque minuti il ragazzotto italiano è tornato al bar e mi ha detto che aveva scopato (un mezzo cesso). Confesso che ho provato un po’ di stizza, più che altro perché io in tre giorni non avevo combinato nulla e lui, appena arrivato, era riuscito ad andare a segno. Comunque, nulla di più.
Spinto dalla curiosità, sono andato in zona alcove per dare un’occhiata da distanza ravvicinata. Succedeva un po’ di tutto, e devo dire che, forse anche a causa dei faretti che illuminavano le alcove, forse a causa delle birre che mi ero scolato, alcune delle scene in atto mi hanno colpito veramente dal punto di vista estetico. In taluni casi mi sembrava di assistere a delle performance di arte contemporanea. Ad un bel momento è entrata in azione anche la coppia dark. L’uomo si è sdraiato a schiena in giù sul materasso e ha scostato i lembi della palandrana, mettendo in mostra una verga spropositata e costellata da innumerevoli piercing. La ragazza si è chinata su di lui ed ha iniziato a fargli una pompa. Molto, molto lentamente. Dietro di lei, alcuni single cercavano di trarre vantaggio dalla situazione infilandole le mani sotto la gonna. Lei li lasciava fare. C’era anche il tizio tarchiato che prima aveva ballato così bene; francamente mi sono un po’ stupito che si riducesse a carpire una palpatina a scrocco in un modo così.
Poi i due hanno invertito la posizione. La ragazza si è sdraiata sul letto e il suo uomo l’ha penetrata, con grande, grandissima dolcezza. La gamba sinistra della ragazza era a portata della mia mano. Per un momento ho avuto la tentazione di sfiorarle il polpaccio con un dito, solo per un momento, con tenerezza. Ma poi ho pensato che quei due non stavano scopando, stavano facendo l’amore, ed io non potevo, né volevo in alcun modo, disturbarli.
Sono rimasto ancora quanto basta per assistere ad un paio di altre belle performance, e per rendermi conto che il posto non era adatto a me. Però, è stato molto interessante e, anche questo l’ho già detto, un po’ diverso da ciò che mi sarei aspettato. Per quanto potesse sembrarmi strano e difficile da credere, era evidente che molte di quelle coppie erano tenute assieme da legami molto forti. Davano l’impressione di amarsi.
Sono uscito dal JDM con il cuore leggero e senza rimpianti. Mentre mi addormentavo, ho provato una grande nostalgia per mia moglie, e mi sono improvvisamente reso conto che io la amo. E che nonostante questo domani dovrò mettere in atto il Piano B. Buonanotte Cap.
3 Giugno
A Cap d’Agde non si possono fare fotografie. A meno che uno non si alzi presto al mattino.
Porca puttana, ho dormito di nuovo male ed oggi devo fare un sacco di strada. Mi ero addormentato subito ma sono stato svegliato alle tre e mezza di notte dai mugolii di qualcuna che godeva come una matta. Mi sono messo in testa che fosse l’inglese pagnottosa, ma non lo saprò mai con certezza.
Per prima cosa dunque sono andato a fare un po’ di fotografie in spiaggia e poi in un bar di Heliopolis a fare colazione.

Ecco come appare la spiaggia di CAP di primo mattino. Dopo è più o meno la stessa cosa. Il casino è tutto laggiù in fondo.
A questo punto avevo intenzione di fare un po’ di shopping e di comprare anche un regalino per mia moglie. Uscendo da Heliopolis però, con la coda dell’occhio ho intravvisto una ragazza giovane e bella uscire da un condominio. L’ho riconosciuta immediatamente. Era capelli rossi occhi blu. Allora senza indugiare mi sono avvicinato e le ho detto: “Excusez – moi je te voulais demander une chose”. E poi le ho chiesto se era possibile che l’avessi vista al Natureva. Mi ha detto di sì e io ho blaterato qualche altra cosa e ho concluso dicendo: “Malhereusement je dois partir aujourd’hui”. Poi ci siamo avviati in direzioni opposte. Avrò fatto sì e no 15 metri quando mi sono reso conto della cazzata che stavo facendo.
“Questo è un segno del destino” ho pensato e ritornando sui miei passi ho cominciato a cercarla in lungo e in largo. Purtroppo però l’avevo persa di vista. Allora, aggrappato ad un esile filo di speranza sono tornato al Natureva, per vedere se per caso fosse andata lì. Purtroppo non è stato così ed in quel momento, ma solo in quel momento, ho deciso di dire veramente addio a Cap D’Agde.
Giusto il tempo di fare un ultimo giro per il paese e di comprare il regalino per mio moglie; poi ho caricato i bagagli, sono salito in macchina ed ho impostato il navigatore. Destinazione: come da Piano B.
Ma questa è già un’altra storia.

30 Maggio 2010
“Vigilia di eccitata veglia”. E’ questa la prima frase che annoto sul mio diario in questa lunga giornata. La dice lunga sul mio stato d’animo durante l’ultimo giorno e l’ultima notte che ancora mi separavano dalla partenza per Cap D’Agde.
Ho aspettato a lungo questo momento, molto a lungo. Ho cominciato a pensare seriamente a questa vacanza alcuni mesi fa, ma è da almeno un anno che l’idea mi frullava per la mente. Ho pianificato ed organizzato ogni cosa scrupolosamente: quattro prenotazioni in alberghi diversi, tre fuori del villaggio naturista ed uno dentro, in modo da poter decidere all’ultimo momento, a seconda delle circostanze, dove alloggiare; un amico fidato disponibile a farmi da compagno di viaggio; il placet che sono riuscito a farmi accordare da mia moglie, semplicemente dicendole, con tatto e sincerità, quale era la meta designata per la mia vacanza “in libertà”; un vecchio barattolino per rullini fotografici pieno di monete da un euro, per poter passare indenne attraverso le odiose cash machine delle autostrade francesi.
Sembrava proprio che tutto sarebbe filato via liscio, e invece, a poche settimane dalla partenza, dapprima la defezione del mio amico, a causa di problemi piuttosto seri di salute, poi una serie di vicende famigliari disgraziate. Sino all’ultimo sono rimasto in bilico fra il partire e il rinunciare. Poi le cose per fortuna si sono, non dico risolte, ma perlomeno stabilizzate ed io ho avuto la certezza che avrei coronato il mio sogno e trascorso una vacanza a Cap d’Agde.
Certo, il fatto di andare da solo non mi esalta, e metto già in conto la possibilità che potrei anche annoiarmi, ma in ogni caso il dado è tratto, ed io non posso certo tirarmi indietro. Ci sono, d’altra parte, anche dei risvolti positivi nell’andare da solo. Quantomeno la possibilità di vivere una vacanza in assoluta libertà. A tale proposito, se nella prospettiva di dividere la camera con il mio amico avrei avuto qualche remora al riguardo, dal momento che vado da solo ho optato per la sistemazione all’interno del villaggio naturista, che perlomeno mi consentirà una full immersion in una situazione per me quasi del tutto inedita.
Le mie esperienze naturistiche infatti, di cui peraltro ho ricordi assai goduriosi, si limitano a rare corse solitarie su qualche spiaggia deserta della Sardegna e della Toscana, e ad un paio di volte in cui, molti anni fa, ho preso il sole nudo sugli scogli di Mykonos. Non mi sono mai spogliato in pubblico, se non negli spogliatoi di piscine e palestre, e mai in presenza di femmine.
La sveglia suona alle 6 del mattino. E’ domenica e voglio partire di buon’ora per evitare eventuali code causate dalle prime orde di bagnanti che dalle regioni settentrionali potrebbero calare in Liguria per il bagno di inizio stagione. In realtà, appena scruto il cielo mi accorgo che non corro pericoli di questo genere: è grigio plumbeo e minaccia pioggia.
Ho dormito male. Nel cuore della notte, il piccolo Anticristo che vive al piano di sotto si è svegliato ed ha cominciato a piangere e a urlare. Sua madre e suo padre non hanno trovato niente di meglio da fare che incominciare anche loro a gridare come ossessi, come al solito. E’ un pezzo che va avanti questa storia, ma di solito succede verso le otto del mattino, invece questa volta devono essere state le tre di notte.
Sistemo le ultime cose nelle borse da viaggio, do un rapido bacio a mia moglie ed esco di casa in fretta; temo che lei ci ripensi e mi richiami indietro. Ora non temo più le code ma la pioggia incombente. Se possibile me la vorrei evitare, anche perché il tergicristallo funziona male. Non appena oltrepasso Arenzano si mette a piovere, ma per fortuna è solo una pioggerellina sottile che non mi disturba più di tanto. Scorrono ad uno ad uno i paesi della Liguria e, come ogni volta in cui mi metto in viaggio in direzione di Ponente, mi viene in mente la sequenza iniziale di Lisbon Story, quando si intravvede il cartello con la scritta “Ospedaletti”. Ed è per questo che decido di dare al mio resoconto di viaggio questo titolo:
CAP D’AGDE STORY
Il viaggio fila via senza problemi, a parte la volta in cui, nonostante tutte le mie attenzioni, mi ritrovo incolonnato in un casello di uscita che prevede il pagamento solo con apposita carta magnetica, l’equivalente francese della Viacard. Suono il pulsantino di emergenza e cerco di barcamenarmi con il mio francese a livello scolastico: “Excusez –moi, je me suis trompé, je n’ai pas la carte…”. Subito compare un addetto a cui allungo una banconota da dieci euro e qualche moneta. Come resto lui mi dà delle monete e alcune banconote. Resto per un attimo interdetto, sono lì lì per dirgli qualcosa, ma poi me ne sto ben zitto e riparto. Poco più avanti mi fermo e controllo: mi ha dato 40 euro di resto! Mi sorge il dubbio che forse sono io ad essermi sbagliato; magari credevo di avergli dato 10 euro ed invece gliene ho dati 50. Però mi piace pensare che questo sia un piccolo regalino della sorte. Sarebbe di buon auspicio.
Ed il viaggio prosegue. Va tutto bene, a parte le radio francesi che fanno davvero cagare. Oltrepasso finalmente il confine occidentale della Provenza, dove sono stato tante volte, e mi addentro nel cuore misterioso del Languedoc – Roussillon. Ad un certo punto, in ben due occasioni , dal casello di riscossione del pedaggio vedo spuntar fuori un braccio femminile. La mano è affusolata e le unghie laccate di rosso. Mi avvicino lentamente e guardo con curiosità per scoprire a chi appartiene quella mano così bella.
Nel primo caso mi appare una giovane bionda un po’ slavata, nel secondo mi si disvela invece una rossa assai più matura e succosa. Bene, queste sono cose che mi tirano su. Il viaggio mi sembra meno lungo.
Mi concedo un’unica breve sosta in un’area di servizio presso Nimes, ed eccomi, poco prima delle due del pomeriggio, transitare vittorioso per il casello di Agde. La macchina davanti a me, una Saxo amaranto tutta scassata con a bordo un ragazzo ed una ragazza ha appena tentato di passare senza pagare accodandosi ad un pullman, ma la manovra non è riuscita. Subito sono accorsi un paio di addetti per controllare cosa è successo. Uno dei due vigilanti è una bella ragazza dagli occhi azzurri ed i capelli neri, che osserva divertita le goffe manovre del conducente per fare retromarcia. Ride con indulgenza. Allora anche io le sorrido, e la guardo negli occhi per vedere se contraccambia. Ué, siamo a Cap D’agde, mi aspetto grandi cose. E invece no, non mi considera nemmeno. Brutto segno.
Ed eccomi bussare alle porte del Paradiso. Alla Accueil del Villaggio Naturista c’è solo un’altra persona oltre a me. E’ un ometto dall’aria insignificante, assomiglia a Woody Allen ed anche all’omino della pubblicità della Lagostina. Lo rivedrò più volte in giro per il villaggio, con un berrettino da ciclista in testa, gli occhiali da vista, una maglietta bianca corta ed attillata e l’uccello di fuori. Lo vedrò anche masturbarsi indegnamente sulla spiaggia nel settore affollato dalle coppie in cerca di emozioni forti.
La reception del Natureva apre alle 15. Per far trascorrere questa ora effettuo un primo sopralluogo del villaggio dirigendomi verso la spiaggia. Resto vestito, perché spogliarsi sarebbe un “trasgredire” al buon senso, visto che il vento spira ad almeno 50 Km/ora.
Questo primo giro non mi impressiona granché. In spiaggia poca gente, in mare un paio di windsurf che mi fanno insorgere i soliti sensi di colpa per non aver optato per una bella vacanza sportiva.
E’ ora di tornare al residence per il Check In. Alla reception c’è una graziosa signorina che mi prende i dati e mi dà la chiave dell’appartamento. Naturalmente, come tutti coloro che lavorano qui, e’ vestita. Mi dispiace un po’ di non essermi spogliato, perché mi sarebbe piaciuto osservare le sue reazioni. Nella piccola hall del Natureva c’è anche una coppia di americani. Lei non è male. Lui è un tipo corpulento che ha senz’altro un po’ di anni più di me. Li sento dire che sono della Florida.
Salgo nel mio alloggio, e subito il pensiero che di lì a breve andrò ad espormi “palle al vento” mi fa arrapare. Siccome mi vergogno ad andare in giro con l’alzabandiera, mi faccio subito una sega nel lavandino della cucina, così, tanto per dare un minimo di tocco “perv” alla cosa. Subito dopo però, colto da rimorso, pulisco tutto scrupolosamente.
Mi metto in costume da bagno e maglietta e mi dirigo alla spiaggia. Appena arrivo al termine di questa passerella di legno mi denudo. Infinita libidine.

Cammino nudo lungo l’arenile con la sacca sulla spalla. E la mia immaginazione và subito ad omerici guerrieri che corrono nudi sulla spiaggia.
L’immensa spiaggiona è pressoché deserta, ma in lontananza noto un assembramento di gente. Lì per lì penso che ci sia qualche marocchino che vende cianfrusaglie, poi, vedendo parecchie persone piuttosto anzianotte che se ne stanno in piedi e fanno cerchio osservando con attenzione penso ad una gara di bocce, tipo petanque.

La scena non è in effetti molto diversa dalla foto qui sopra, solo che nel mezzo, anziché le bocce, ci sta qualcuno che scopa.
Proprio lì, piantato in mezzo alla spiaggia, c’è un cartello, che informa che gli atti osceni vengono puniti con un’ammenda sino a 15.000 euro ed un anno di carcere. Nessuno lo considera; tanto valeva scriverci: “Caution – High Fucking Area”.
Lo spettacolo non mi attira punto e pertanto passo oltre. Dopo un po’ ritorno e mi sistemo vicino all’unico gruppetto sparigliato: un terzetto composto da un uomo e due femmine, che di lì a breve scopro essere italiani. Sono sulla trentina, lui ha un forte accento romanesco, ho subito l’impressione che sia un tipo volgare e buzzurro. Una del trio parmi una bella gnocca. E’ bionda e longinea. La terza non la vedo bene e su di lei non riesco a formarmi un’opinione ben precisa; comunque non mi sembra niente di che. Meglio la bionda. Sento che fanno discorsi riguardo a non so bene quali “toccate” avvenute la notte prima. Io mi fingo indifferente, e lumo la bionda da sotto i miei occhiali scuri avvolgenti.
Il vento tira sempre molto forte, la sabbia mi si appiccica alla pelle e mi entra negli occhi. Per ripararmi e nel contempo darmi un tono mi metto un fazzolettone bianco e blu in testa, annodato a mò di bandana. La bionda manifesta un impercettibile sussulto di interesse, ma forse si è solo scossa la sabbia di dosso.
Nel frattempo, a tre o quattro metri di distanza da me una coppia incomincia a scopare. Immediatamente accorre da ogni parte della spiaggia una frotta di vecchi segaioli che si dispone in cerchio intorno ai due per assistere allo spettacolo. La scena non ha nulla di erotico, sembra di essere in un teatrino, in una finzione. Sdegnosamente mi giro a faccia in giù e chiudo gli occhi per dormire un po’. Di quando in quando ne riapro uno per controllare le mosse della italica gnocca.
A un certo punto irrompe sulla scena un bozzo tatuato e pelato che stranamente non è nudo. Indossa infatti un costume da bagno (nero e attillato, da bozzo). Il nuovo venuto si rivela essere il probabile compagno della bionda, o comunque un amico. Di lì a poco i quattro italiani se ne vanno; mentre gli passa vicino, la longilinea gnocca saluta un biondone con capelli lunghi e cock ring che è in piedi e si diverte a far ballonzolare l’uccello.
Nel teatrino vicino a me frattanto stanno andando in onda un paio di pompe. Mi calo la bandana sugli occhi. Branco di animali.
In spiaggia per me non c’è ormai più nulla di interessante. Raccatto la mia roba, e mi alzo per andare a fare un girettino per il villaggio.
La maggior parte della gente che si vede in giro è vestita, ma c’è anche chi, soprattutto uomini, va in giro a fare la spesa nudo. Seduta al tavolino di un bar avvisto la prima femmina in minigonna di pelle e stivali con tacchi a spillo. Gironzolo un po’ nelle gallerie dei vari centri commerciali, soprattutto alla ricerca dei vari locali di cui tante volte ho sentito parlare qui su SZ. Li trovo più o meno tutti, tranne il Pharaon, nonostante i miei reiterati tentativi. Comincio ad essere piuttosto stanco e mi avvio verso casa. Strada facendo però noto una bella ragazza in piedi sulla soglia del suo negozio, e le chiedo se sa dirmi dov’è il locale che cerco. Lei indica vagamente in direzione di Port Ambonne ma non si dilunga in spiegazioni né si mostra particolarmente friendly. La ringrazio e filo a casa.
Una bella doccia, e poi comincio a picchiarmi con le piastre elettriche. Sono stanco morto, combino dei pasticci, metto lo zucchero al posto del sale nell’acqua della pasta ma per fortuna in extremis me ne accorgo e riesco a cucinare qualcosa. Sono affamato e mi ingozzo avidamente di penne al pomodoro, pane bianco da toast non tostato, birra e tonno in scatola. Sento che potrei anche finire per vomitare.
Esco di nuovo intorno a mezzanotte, per prendere visione di cosa offre la vita notturna di Cap. In giro per la strada ci sono parecchi troioni, ma non si batte chiodo. La maggior parte dei locali comunque, o sono deserti o sono addirittura già chiusi. Non avendo ancora ben chiara la disposizione dei locali notturni mi muovo soprattutto nella scia delle donne che mi piacciono o nella direzione da dove odo provenire il suono della musica. Ed è così che mi ritrovo davanti al Melrose. C’è un bell’affollamento, mi colpiscono soprattutto alcune mignottone di mezz’età vestite di pelle e di latex, che si accompagnano a corpulenti individui con la faccia da magnaccia ed i lunghi capelli grigi. I meno truzzi assomigliano a Johnny Halliday. Faccio per introdurmi nel locale ma il buttafuori, un tizio pelato, grosso e con l’aria poco raccomandabile mi si para immediatamente davanti e bofonchia un “couple” qualcosa. In effetti a quel punto guardo meglio e mi accorgo che dentro al locale (se così si può dire perché non è altro che una specie di baracchetta in legno senza porta) sono tutti in coppia. I single invece stanno addossati al lato del bancone del bar che dà sulla strada ed allungano il collo per scrutare dentro.
Alcune troione ballano nude sui tavoli e sul bancone del bar. Sono delle specie di ballerine di lap dance dilettanti e un po’ decrepite. Ne vedo altre però, che ballano sui tavoli più all’interno del disco pub, e che sono decisamente più giovani e bbone. Mi bevo una birra e resto di vedetta per una mezz’oretta, nella speranza che la situazione si sblocchi. Purtroppo non succede nulla di interessante. I locali a fianco al Melrose sono praticamente deserti. Verso l’una e mezza getto la spugna e me ne vado a dormire.
31 Maggio
Un ultimo fiotto di sperma suggella questa giornata. Quello dell’ultima sega che mi sono fatto. Sono quasi le due di notte e sto per andare a nanna. Ma andiamo con ordine.
Questa mattina quando mi sono svegliato il vento soffiava fortissimo. Ho dormito male. Accendendo la televisione ho trovato un canale tipo MTV che però trasmette musica prevalentemente francese. Per ironia della sorte in quel momento andava in onda proprio un video di Johnny Halliday. Ma questa Marie è davvero una bella canzone e Johnny è un pò meno finto del solito.
Dopo la colazione sono andato a fare un po’ di pesi nella palestra del residence. C’era parecchia gente, perché è frequentata anche da chi risiede altrove, basta pagare il biglietto di entrata. C’era in particolare una bella coppia italo- tatuata. Lui aveva un braccio completamente ricoperto di tatuaggi multicolori, molto belli. Anche lei, una biondina dal fisico scattante, aveva su di un braccio tatuaggi nello stesso stile di quelli del suo compagno. Portava pantaloni alla pescatora blu ed un top che le lasciava la schiena scoperta. Correva sul tapis roulant ed io mi sono piazzato sulla cyclette adiacente. Dopo la corsa si è osservata allo specchio. Mi eccitava molto la sua schiena sudata. Tipi molto sportivi, decisamente. Sono stato a lungo lì lì per attaccare discorso con l’uno o con l’altra, rivelando che ero italiano, ma non ho visto brillare alcun lampo di interesse negli occhi né dell’uno né dell’altra, ed allora ho soprasseduto in attesa di una occasione più propizia. In effetti, questi due non li ho più rivisti da nessuna altra parte. Chissà che fine avranno fatto.
Dopo la palestra ho passato la mattinata in spiaggia. C’erano di nuovo le due italiane di ieri, questa volta da sole. Mi sono sistemato a non troppa distanza da loro, ma non è successo nulla. Allora scazzato mi sono alzato e mi sono messo a correre nudo sull’arenile. Mi sono fatto tutta la spiaggia di Cap avanti e indietro un paio di volte sino al punto dove termina la zona naturista. Una corsa inebriante e molto molto eccitante. Ad un certo punto ho incrociato una giovane coppietta che avevo già notato il giorno prima. Lui non molto alto, piuttosto muscoloso e tatuato, insomma un mezzo bozzo. Lei molto graziosa e carina. Li ho guardati dritti nel viso, senza essere sfrontato, ma con una certa fierezza. Purtroppo la signorina forse si è intimidita, ed ha abbassato pudicamente lo sguardo.
Nella parte di spiaggia dove si ritrovano le coppie diciamo così “scambiste” andava in onda il solito teatrino. Ad un certo punto è arrivata una vaccona di mezz’età con le tette enormi ed un mucchio di ferraglia appeso ai capezzoli ed alla vulva. L’avevo già visto esibirsi la sera prima sui tavoli del Melrose. Era in compagnia del marito, e subito mi è venuto da pensare: “Ecco, ha portato la mucca ad accoppiarsi”.
I due sono andati a sistemarsi a ridosso delle dune di sabbia. Di lì a breve ho notato un certo movimento e mi sono detto: “Ci siamo!” A quel punto mi sono alzato perché ero curioso di vedere cosa stava accadendo, e sono rimasto alquanto sorpreso nel notare che la manza ed il marito in realtà se ne stavano belli tranquilli per conto loro. Evidentemente il trambusto era stato causato da qualche altra coppia.
Nonostante l’assoluta libertà del luogo, la disposizione che gli individui assumono sulla spiaggia di Cap D’Agde finisce per obbedire, paradossalmente, a regole ferree.
La maggior parte della spiaggia è assolutamente deserta, frequentata soltanto da quelle coppie che vogliono starsene in santa pace per conto loro. Di conseguenza, tutti coloro a qualsiasi titolo interessati a socializzare, sono pressoché obbligati a concentrarsi in un tratto che sarà sì e no di una cinquantina di metri. Qui ci trovi di tutto, dalle coppie anche semplicemente solo curiose a quelle che possono essere a pieno titolo definite scambiste, sino a quelle più selvaggiamente trasgressive. A questi si aggiungono single di vario genere ed età, anche questi con atteggiamenti che vanno dal completamente normale all’assolutamente patologico.
La cosa paradossale è appunto che persone così diverse fra loro si ritrovino a convivere in uno spazio tutto sommato limitato, quando invece l’area a disposizione sarebbe veramente immensa. Le coppie ed i singoli prendono posto in spiaggia in accordo ad una configurazione tipica, che vede aumentare il grado di depravazione a mano a mano che ci si allontana dal bagnasciuga e ci si avvicina al limite superiore della spiaggia, dove questa termina con una piccola zona di cespugli e dune di sabbia. La terra di nessuno fra la spiaggia e la zona dei cespugli è pattugliata in continuazione da torme di guardoni. Sembra di assistere dal vivo ad un documentario del National Geographic sulle curiose abitudini sociali di qualche strana specie animale.
Per togliermi un po’ da questo ambientino me ne sono andato a mangiare al Galeon, una piccola spiaggia privata attrezzata con ombrelloni e lettini. Qui fra l’altro ho rivisto una delle lap dancer dilettanti della sera prima, in compagnia del proprio uomo. Donna decisamente un po’ troppo navigata per i miei gusti, e comunque non mi ha lanciato alcun messaggio evidente. Il Galeon non è male, ma dalla cucina mi aspettavo forse qualcosa di più. Mi aspettavo anche, francamente, che potesse essere il luogo dove mi capitava qualche occasione di più. E invece nisba.
Certo che il primo impatto visivo con un sacco di gente nuda è piuttosto forte. La varietà delle minchie è indescrivibile (la figa invece, in se e per sé, presenta meno differenze). Ci sono cazzi microscopici, cazzi a funghetto, cazzi di varia lunghezza e misura, e rari cazzi smisurati simili a salsicce d’asino. Abbondano i cock ring ed i piercing di vario genere.
Nel pomeriggio inoltrato sono ritornato al residence, perché di pigliare del vento in spiaggia non ne potevo più. Ho svuotato la borsa da spiaggia e poi l’ho scrollata dalla balaustra del poggiolo per togliere la sabbia che vi si era accumulata. Malauguratamente c’era rimasto dentro un barattolo di Piz Buin protezione 30 pressocché intonso che è precipitato al piano di sotto. Allora sono andato alla Reception per chiedere se potevano aiutarmi a recuperarla. Purtroppo, anziché la graziosa ragazza che mi aveva accolto il primo giorno questa volta c’era uno scorfano di mezza età che mi ha detto che l’appartamento sotto il mio era privato e loro non ne possedevano la chiave. “Je suis desolé”, mi ha detto la troiona, ma si vedeva lontano un miglio che non gliene poteva fregare di meno.
Incazzato sono risalito in camera e per un po’ ho considerato la possibilità di calarmi al piano di sotto con il favore delle tenebre per recuperare il prezioso barattolo. Ma poi ho deciso che non era il caso di rischiare di rompermi una gamba e magari di essere colto in flagrante e cacciato dal residence. E così ho deciso di andare a farmi passare l’incazzatura nella piscina coperta, dove ancora non ero stato.
Ed è a questo punto che ho scoperto il vero punto di forza del Natureva: il solarium con annessa piscina interna, sauna ed hammam.


All’inizio non c’era quasi nessuno. Solo un ragazzo muscoloso con cock ring ed un uccello mezzo duro che sembrava una salsiccia. Si è infilato nell’hammam ed io per qualche momento ho considerato la possibilità di seguirlo. Poi ho desistito, non me la sono sentita. Quando è uscito fuori la salsiccia sembrava cotta. Si è tuffato in piscina, mi ha guardato per un istante, si è messo l’accappatoio e se ne è andato. Amen; non è ancora venuto il momento per la mia prima eventuale esperienza omosex.
Verso sera si è cominciato a vedere in giro anche delle fighe (al che ho ringraziato il cielo di non essermi ficcato nell’hammam prima). Stare a membro scoperto davanti a delle belle donne, in un posto fuori dalla calca, è una cosa che da sola ripaga il costo dell’intera vacanza.
Dapprima è arrivata una francese da sola, gran bella ragazza, soprattutto bellissimi seni. Poi una coppia. E per la prima volta, lei, nuotando nella vasca mentre io stavo in piedi si è voltata a guardarmi e mi ha sorriso.
La luce nel solarium era bellissima, sembrava di stare in un quadro di Hopper.
Ecco, su quella sedia a sdraio lì a sinistra, vicino alla finestra, dovete immaginarvi un Pensiero Dominante nudo, con occhialini in titanio, che legge o fa finta di leggere Balzac, di quando in quando guarda fuori dalla finestra e per lo più osserva attentamente cosa gli succede attorno.
Mi sono messo a chiacchierare dapprima con un signore francese e poi con un italiano, un tipo molto distinto e simpatico. A un certo punto, non so bene come, si sono avvicinati la francese che mi aveva sorriso e il suo uomo, un simpatico giovanotto con un gran bel uccello. Ci siamo messi a conversare amabilmente del più e del meno. Si è parlato di viaggi, e del TGV che in quel momento stava transitando proprio davanti a noi. Poi il discorso è scivolato anche su argomenti più piccanti.
Per la ragazza francese Cap D’Agde era un posto “Très Special”, ma si lamentava di essersi divertita di più l’anno scorso, quando erano andati in campeggio. Trovava il Natureva un posto un po’ troppo silenzioso. A questo punto il signore italiano si è messo a raccontare del massaggio tantra che si era fatto fare nel pomeriggio. Anche quello era stato un massaggio “Très Special” e “Presque complet”. E’ stato molto divertente ma io ancora non ero sintonizzato su un possibile discorso di erotismo con loro. Per la verità, c’erano alcune cose di cui volevo parlare a tu per tu con il signore italiano e quindi, quando la coppia ci ha salutato e se ne è andata, io non me ne sono neanche troppo dispiaciuto. La consapevolezza che forse me l’ero giocata male mi è venuta dopo, in serata, e mi ha tenuto sveglio per quasi tutto il corso della notte.
Dopo cena ho fatto il solito giro nel villaggio, e la solita sosta di mezz’ora davanti al Melrose, senza riuscire ad entrare. All’una disperato ho preso la macchina, sono uscito dal villaggio e sono andato a girare nel centro di Cap D’Agde. Ma oramai anche gli ultimi locali stavano chiudendo e per le strade non c’era più nessuno.
Oggi mia moglie ha compiuto gli anni. Mi viene da pensare a lei con tenerezza e nostalgia. Se si chiamasse Silvia direi: “Meno male che Silvia c’è”.
Primo Giugno
Ho pensato tutta la notte a quella simpatica coppia francese. Lei in effetti non era bellissima, ma molto “pagnottosa”. Lui era simpatico e come ho già detto, con un cazzo invidiabile. Ho pensato che c’erano le condizioni ideali per un perfetto “menage a trois”. Lei era la classica tipa a cui io so di poter piacere. Lui, stante la superiorità della sua minchia, non aveva motivo per essere particolarmente geloso di me. “Non appena li rivedo gli propongo un Hammam a trois” mi sono detto, e questo pensiero mi ha accompagnato piacevolmente per tutto il giorno.
Prima di uscire per andare a fare la spesa sono passato subito dal solarium per vedere se per caso c’era già la mia coppia di amici. Ne ho approfittato anche per scattare alcune foto. La coppia di francesi della sera prima non c’era, ma da un angolo del solarium è sbucata per un attimo la testa di una splendida ragazza molto giovane, con capelli rossi e bellissimi occhi blu. “Benissimo” ho pensato, “Ora vado a fare la spesa e non appena rientro mi fiondo qui dentro e ti becco”.
Sono andato a comperarmi qualcosa per il pranzo e nel giro di un quarto d’ora ero di ritorno. Purtroppo della ragazza capelli rossi occhi blu non c’era più traccia. Con un po’ di disappunto mi sono sistemato in terrazza, a prendere il sole. Era una stupenda mattinata molto ventosa, il cielo era di un colore blu intenso. Dopo un po’ è incominciata ad arrivare gente. Una coppia francese di mezza età, assolutamente molto seriosa ed una di tedeschi ciccioni. Lui era una palla di lardo con dei coglioni enormi ed un pistolino microscopico. In prospettiva frontale il suo uccello sembrava non misurare più di un paio di centimetri. In realtà si trattava di una illusione ottica dovuta ai coglioni. Comunque, era veramente brutto.
Per fortuna di lì a poco è arrivata un’altra ragazza da sola. Di viso non era bella come capelli rossi occhi blu, ma di corpo era più che passabile. Purtroppo però se ne stava estremamente sulle sue, e anche quando la guardavo non accennava all’ombra di un sorriso. Io le ero sdraiato a fianco, e mi sentivo il cazzo diventare duro. Lei era del tutto indifferente. Ad un certo punto è andata a fare il bagno in piscina, ed io l’ho seguita. Dopo avere fatto un po’ di vasche le ho detto due parole, non ricordo bene cosa, ma lei ha tagliato subito corto, era evidentissimo che non aveva nessuna voglia di essere tampinata.
Dopo un po’ si è infilata nel bagno turco, seguita a ruota dal francese serioso. Per un terribile istante ho temuto che i due combinassero qualcosa, ma non me la sono sentita di aggregarmi anch’io per fare da terzo incomodo. Poco dopo la moglie del serioso ed un’altra donna di mezz’età ma di aspetto abbastanza piacevole sono entrate a loro volta nell’hammam. A questo punto non potevo mancare. Mi infilo dentro l’hammam e poco dopo il francese se ne va.
La situazione è molto eccitante, perché sono solo in questa atmosfera bollente e torrida insieme a tre femmine. Mi viene leggermente duro e non faccio nulla per contrastare questo istinto naturale. Mi auguro anzi che le tre donne mi notino. La ragazza giovane e ritrosa è la prima ad uscire. L’ultima è la moglie del francese. Scambiamo qualche parola; è cortese ed aperta ma non mi ispira punto. Esco anch’io e mezzo duro mi rimetto a prendere il sole nel solarium. Poi in un rigurgito di pudore mi metto a pancia in giù.
Mi viene in mente un vecchio e divertente racconto di fantascienza, intitolato “La lampada del sesso”, nel quale uomini e donne portano in fronte un dispositivo, il R.E. (Rivelatore di Emozioni) che non è altro che una piccola lampada che si illumina in proporzione al desiderio sessuale di chi la indossa. In un posto come questo, gli uomini il loro R.E. non lo portano in fronte ma più in basso. Bisognerebbe studiarsi qualcosa anche per le donne.
Pranzo in casa e verso le due vado in spiaggia. Le scene che si vedono sono più o meno sempre le solite. L’unica cosa degna di nota è un pigmeo con una minchia da 20 cm che incomincia a menarselo a meno di un metro da me. Dato che tira un vento di 30 nodi decido di spostarmi a distanza di sicurezza per evitare malaugurati spruzzi.
Il negretto è veramente impressionante. Ha un fisico da giovincello ma un viso che sembra quello di un vecchio. Ad un certo punto il lui di una coppia di mezz’età che è sdraiata a poca distanza da lui gli sussurra qualcosa all’orecchio. Ho la sensazione che abbiano preso degli accordi per vedersi in un luogo più riservato ma probabilmente non è così. Il negretto si guarda in giro con delle occhiate furtive. Sembra il selvaggio Calibano della Tempesta di Shakespeare. La coppia si allontana, lui continua imperterrito a menarselo lentamente. Ad un certo punto si alza, e porta in giro l’attrezzo camminando fra la gente sdraiata, come se stesse facendo un roadshow. Nessuno lo caga. Poco dopo lui raccoglie le sue cose e se ne va mestamente.
La razza bianca normodotata anche per questa volta può cantar vittoria: nulla da fare per questo diseredato figlio d’Africa cui la Natura ha elargito un unico dono.
Io me ne torno in albergo. Sono le 16 e 30 e ce l’ho duro in vista dei possibili sviluppi che spero mi attendano in serata.
Ore 18.00: sinora l’unica cosa che è schizzata è la Piz Buin fuoriuscita dal flacone caduto al piano di sotto. Ho atteso invano in piscina che comparisse la coppia francese su cui avevo messo gli occhi e sulla quale riponevo tante aspettative. Ad un certo punto arriva invece quel signore italiano con cui ho fatto amicizia ieri. Chiacchieriamo un po’ del più e del meno, e poi il discorso cade proprio sulla coppia francese. Io gli confesso che li sto attendendo con impazienza, ma lui mi gela dicendomi che li ha incontrati poco prima di ritorno dalla spiaggia, e che lo hanno salutato dicendogli che stavano partendo.
Per me è un colpo molto duro, mi dispiace davvero molto. Ho incentrato tutta questa giornata pregustando un incontro con questa coppia, ed ora tutto il castello di sogni che mi ero costruito crolla miseramente. Aspetto che il mio amico se ne vada e mi rinchiudo da solo nell’hammam. La temperatura è ardente. Io sto in piedi per soffrire di più. Attraverso nuvole di vapore guardo malinconicamente al di fuori della porta a vetri appannata. Mi sento prigioniero della mia solitudine. Voglio soffrire e godere. Il cazzo mi diventa durissimo ed alla fine cedo e mi do soddisfazione da solo.
Questa giornata è andata a finire in merda; la serata non è da meglio. Il guaio è che ho bevuto un caffè dopo cena e non ho affatto sonno. Faccio i soliti giri davanti ai locali. L’unico che meriterebbe è il Melrose e come al solito non mi fanno entrare (per la verità non ci provo nemmeno). Anche questa sera volendo ci sarebbe il Jeux Des Mains ma proprio non mi ispira per niente. Mi avvio verso il residence, ma mi brucia ancora troppo dentro la delusione. Ritorno sui miei passi e mi infilo al Maxime, il piano bar adiacente al Jeux Des Mains. La gente lì pensa solo a ballare, ascoltare la musica dal vivo e divertirsi. Non è poi così malaccio per passare un’oretta, specialmente con un bicchiere di Chivas in mano ed una simpatica, giovane barista, con la quale scambio alcune battute ed alla quale ignominiosamente, alla fine, scrocco pure una sigaretta. Saranno quasi vent’anni che non fumo, ma questa sera proprio non posso farne a meno.
2 Giugno
Questa mattina sono andato subito al Solarium, giusto per vedere se c’era del movimento. Dopo un po’ sono arrivate delle persone molto anziane che hanno cominciato a prepararsi per la lezione di Aquagym. Ad un certo punto, sbirciando attraverso la vetrata, ho intravisto una bella donna coi capelli neri a caschetto, il seno prosperoso ed il perizoma che si metteva sotto la doccia. Ho pensato che si trattasse dell’insegnante di aquagym e mi sono messo subito in allerta. Dopo la donna si è sfilata il perizoma ed ha invece indossato il reggiseno. Mi sono un po’ avvicinato per vederla meglio ed ho avuto un sussulto. Quella che mi era sembrato potesse essere una donna sui 45 – 50 anni in realtà doveva averne molti ma molti di più. Quasi non oso immaginare quanti. Sino a vent’anni prima doveva essere stata di una bellezza strepitosa, ma a distanza ravvicinata mi accorgevo che le gambe erano completamente ricoperte di smagliature e, cosa ancora più orribile, anche il basso ventre aveva subito un cedimento. Le labbra della vulva erano gonfie come i galleggianti di un canotto. Ciò nonostante, lo confesso, continuava a farmi sangue. La lezione di Aquagym è cominciata. Io sono andato in camera mia a fare colazione. Mentre passavo la donna, che stava sguazzando nell’acqua facendo gli esercizi si è voltata e mi ha fatto un cenno di saluto. Segno di inequivocabile di interessamento ma, Dio mio, era tutta imbellettata e portava una buffa cuffietta nera in testa. Dio mio, era una vecchia!
Comunque dopo colazione sono ritornato nel Solarium per tenere d’occhio la situazione. Quando la lezione è terminata la donna si è infilata nella sauna. Con la cuffietta nera in testa. E con un’amica. Non me la sono sentita di aggregarmi e sono rimasto sdraiato a pancia in giù sul lettino, prendendo il sole sulle mie chiappe nude. Sentivo la depressione incominciare a salire su pian piano. Uscita dalla sauna la strana creatura si è fatta una doccia, poi si è annodata un pareo ai fianchi, si è messa un cappello a larghe falde in testa ed è andata via assieme alla sua amica. Mi ha salutato ancora una volta. Inutile dire che, in assenza di testimoni, me la sarei fatta, ma così…
Dopo un siffatto inizio di giornata ho deciso che era giunto il momento di cambiare aria. Ho preso la macchina e sono uscito dal villaggio naturista per andarmi a fare un giro e possibilmente un bagno in una delle tante belle spiagge circostanti.

Raggiunta la Plage de la Roquille ho posteggiato l’auto e mi sono incamminato a piedi lungo la bella promenade, sino a raggiungere una stupenda insenatura rocciosa.

Anche sulle spiagge cosiddette “tessili” non c’era un grande affollamento, però, ad un bel momento, guardando in giù ho notato una bionda in topless che mi sembrava davvero notevole. Detto fatto sono sceso in spiaggia e le ho piazzato l’asciugamano a non più di un metro di distanza. Lei ha fatto subito una smorfia, come se non gradisse la mia compagnia. Vista da vicino, anche la bionda si è rivelata essere assai più in là con gli anni di quanto non mi fosse sembrato inizialmente. Praticamente, era una mezza vecchia pure lei, sebbene avesse un fisico invidiabile anche da donne ben più giovani.
Faceva parecchio caldo, e prendendo il coraggio a due mani mi sono buttato in acqua. Il mare era gelido. Era dai tempi dei bagni in Sardegna di inizio estate che non sentivo un’acqua così fredda. Uscito fuori mi sono messo al sole per asciugarmi. Dopo un po’ ho fatto la consueta telefonata pomeridiana a mia moglie. E lì è successa una cosa strana. Infatti la bionda, che sino a quel momento se ne era stata sulle sue, mi ha detto: “Mi scusi, l’ho sentita mentre telefonava, lei è italiano?”
Naturalmente le ho risposto che sì, in effetti ero italiano, e ci siamo subito messi a chiacchierare. Floriàne è una donna veramente affabile. Insegnante di francese, vive a Cap D’Agde. Le ho detto che risiedevo al Villaggio Naturista, e che ne ero scappato per una giornata un po’ più normale. Lei si è messa a ridere. Trovava molto divertente tutta la situazione, e credo di esserle risultato molto simpatico. Le ho chiesto se aveva mai frequentato il villaggio e mi ha risposto che no, non era il suo genere. Allora ho alzato un po’ il tiro e le ho proposto di venire con me a visitarlo. Ha cortesemente declinato l’invito. Peccato, perché se avesse accettato avrei provato a farmela. Sebbene fosse vecchia, ero abbastanza arrapato da provarci. Ma siccome lei ha declinato, abbiamo continuato semplicemente a fare conversazione. Dopo un po’, quando incominciavo a sentire il sole bruciarmi le spalle, ho detto che per me era giunto il momento di ripartire. Allora Floriàne mi ha detto dove abitava e mi ha pure invitato ad andare a trovarla.
Io ho pensato che era una donna intelligente, ancora bella e molto simpatica, ma le avevo dato la sua occasione invitandola a venire con me al villaggio, e lei non l’aveva voluta cogliere. Ci siamo salutati e sono ritornato indietro alla Plage de la Roquille. Qui ho preso la macchina e mi sono spostato alla Plage de Richelieu.
La Plage de Richelieu è una spiaggia di sabbia bianchissima, stupenda.
Davanti c’è uno strano isolotto con una specie di forte o di galera, sormontato da un faro. Veramente suggestivo. Mi ha fatto venire in mente la Maschera di Ferro, e il Castello d’If del Conte di Montecristo.

Il vento soffiava impetuoso. Sono rimasto ad osservare le manovre di partenza di 3 kitesurf.

In mare c’erano già 4 o cinque windsurf. Io consideravo fra me e me che mai in vita mia mi era capitato di sentirmi indifferente a questo sport. Di solito li guardo sempre con la bava alla bocca per l’invidia. Il primo dei kitesurfer si è buttato in mare con una certa difficoltà e dopo qualche bordo ha incominciato a scarocciare vistosamente. Poi, ha corso il rischio di entrare in collisione a tutta velocità con un windsurf. Il tizio sul windsurf, un ometto piccolissimo con in testa un casco che sembrava il nanetto di Twin Peaks non l’ha presa affatto bene. E’ venuto dritto filato a terra e si è messo ad inveire. Non ho capito esattamente quel che ha detto ma il significato era chiaro: voleva che il kitesurfer si togliesse da in mezzo alle palle.
Dopo questa gustosa scenetta sportiva ho guardato l’orologio, ho visto che erano già quasi le cinque e mi è venuta voglia di tornarmene sulla mia spiaggia di trasgressivi debosciati. In effetti, il giorno dopo sarei dovuto partire e quello poteva essere il mio ultimo momento di nudità sulla spiaggia.
Sono andato a sistemarmi come di consueto, più o meno a metà fra le coppie più defilate ed il girone dei dannati vicino allo steccato. La bolgia di coloro che stanno a guardare ed aspettano che accada qualcosa.
Davanti a me avevo una coppia seminascosta da un piccolo ombrellone piantato per terra. La mia attenzione è stata attirata dal fatto che i due stavano parlando con il biondone col cockring, una presenza assillante, poiché lo vedevo dappertutto, in spiaggia, al Melrose, ovunque. Capivo poco perché parlavano in inglese molto velocemente per i miei standards, ma il succo del discorso era abbastanza chiaro. Parlavano delle diverse consuetudini degli swingers nei diversi paesi d’Europa ed in America. Inoltre, si mettevano d’accordo per partecipare a varie feste “with some really great looking black guys”. Erano insomma degli swingers molto attivi a tutti gli effetti. Allora mi sono alzato e sono andato a curiosare per vedere che facce avevano.
La ragazza era una bella inglese pagnottosa; il maschio, che visto da dietro sembrava – almeno comparato al biondone – piuttosto sfigato, in realtà era decisamente prestante. Insomma, erano una coppia interessante e, fra l’altro, assomigliavano molto alla coppia francese incontrata in piscina. Io ho gironzolato un po’ lì attorno, ma non ho colto alcuno sguardo incuriosito. Il biondone evidentemente dettava legge.
In spiaggia c’erano anche alcuni italiani. C’era un gruppetto di ragazzi piuttosto giovani, che spiccavano in mezzo alla folla essendo gli unici non depilati, e che si davano da fare andando in giro ad offrire da bere a tutti. Bé, devo dire che erano piuttosto simpatici, anche se un po’ fuori luogo. Poi c’erano due o tre coppie che facevano gruppo fra loro. Età fra i 35 e i 45 anni credo. Della serie di quelli che considerano lo scambismo un’attività ricreativo - sportiva come le altre. Non è decisamente il mio mood, io voglio storie più sensualmente torbide, voglio una pagnottosa ragazza francese seduta sulla panca di marmo di un hammam, stretta in mezzo fra suo marito e me, non l’allegro gruppo vacanze Piemonte, ancorché in versione porn. In tutti i casi le ragazze non mi dicevano niente. Ho evitato quindi accuratamente di farmi riconoscere come italiano. Adesso in certo qual modo un po’ me ne pento.
Ad un certo punto la coppia di inglesi se ne è andata e vicino a me è venuta a sistemarsene un’altra. Hanno cominciato ad armeggiare un po’. Credo fossero tedeschi od olandesi. Anche per loro età fra i 35 e i 45, l’uomo qualcosa di più. Peccato però che lei non mi piacesse per un cazzo, soprattutto perché aveva un gran nasone ed un buffo cappellino in testa. Comunque glielo facevo quasi apposta a non considerarli punto mentre loro si davano da fare.
Dopo un po’ comunque mi sono stufato e me ne sono tornato al residence, andando dritto in piscina. Per la prima ed unica volta ho camminato nudo sino al residence, orgoglioso e fiero del mio corpo. Una volta entrato nella hall però mi sono coperto, mi sembrava di mancare di rispetto a chi lavora lì.
Porca puttana, appena sono entrato nell’area relax mi è venuto un colpo. Dall’altro lato della vasca c’era una coppia che sulle prime mi è sembrata quella francese di due sere prima. Poi ho guardato meglio e mi sono accorto che invece erano gli inglesi visti poco prima in spiaggia. Si assomigliavano davvero molto. Allora sono andato a farmi una doccia e quando gli sono passato vicino ho fatto una battuta. Il maschio ha risposto qualcosa ma la ragazza è rimasta indifferente. Dopo pochi secondi se ne sono andati via senza darmi il tempo di tentare un ulteriore approccio.
A questo punto mi sono ritirato nella mia postazione tipica a leggere delle avventure amorose di Eugène de Rastignac e delle disavventure del povero Papa Goriot. Ma non riuscivo a concentrarmi. Sono poi arrivati il signore italiano mio amico e la bella francesina antipatica. Ho chiesto al mio amico se la conosceva ed è venuto fuori che era proprio la tizia del negozio, quella a cui la prima sera avevo chiesto dove si trovasse il Pharaon. Non l’avevo riconosciuta. Comunque, il mio amico mi ha confermato che è una tipa che si dà delle arie e poco incline a ricambiare il saluto. Ho detto che anche a me aveva fatto questa impressione, ma ho anche dichiarato che se me ne capitava l’occasione ci avrei provato.
La ragazza è entrata nell’hammam. Cazzo, l’ho seguita a ruota. Dentro il calore era come al solito infernale. Molto, molto eccitante. Ho preso la doccetta flessibile, mi sono alzato in piedi davanti a lei e mi sono lasciato scorrere l’acqua addosso. Poi, più a gesti che a parole, le ho chiesto se le faceva piacere un po’ d’acqua. Ha ringraziato ma ha detto che stava bene così. Peccato, l’avrei innaffiata così volentieri.
A quel punto ho capito che potevo mettermi il cuore in pace. Dopo un po’ è entrato un altro maschio. Ho notato che ce l’aveva abbastanza duro anche lui. Evidentemente non ero l’unico a trovare la situazione molto eccitante. Per l’intenso calore l’ombretto della francesina ha cominciato a sciogliersi e a colarle leggermente nell’occhio. Ne ho approfittato per dirle ancora due parole. Di lì a un po’ comunque la ragazza ha detto che forse era meglio se usciva e se ne è andata. Giusto qualche minuto e sono uscito anch’io, lasciando il terzo uomo solo con il suo uccello inturgidito. Ho fatto la doccia e me ne sono ritornato sulla mia sedia a sdraio, bello tranquillo e con la coscienza a posto. Io il mio dovere l’avevo fatto. La ragazza si è lavata ed asciugata, ed ho avuto la soddisfazione che mi salutasse lei per prima quando se ne è andata.
Rispetto al giorno prima, la giornata era andata decisamente meglio. Forse, come diceva il mio amico italiano, la fortuna incominciava a girare. Peccato che io il giorno dopo dovessi partire. Dato che sapevo che c’erano delle camere libere anche per la notte seguente, ho deciso di rinviare ogni decisione sino all’ultimo momento possibile, in attesa di vedere la piega che avrebbe preso il corso degli eventi.
Mi interessava soprattutto seguire le mosse della coppietta inglese che il destino mi aveva fatto incontrare per ben due volte nel giro di poco più di un’ora. Le circostanze sembravano promettenti.
Così, quella che probabilmente sarebbe stata la mia ultima serata a Cap l’ho iniziata un po’ prima del solito, nel tentativo di riuscire a beccare in giro i due inglesi. Ero particolarmente curioso di vedere che tipo di abbigliamento avrebbe sfoggiato la ragazza. Ho fatto un po’ dei soliti giri dando un’occhiata all’interno dei vari ristoranti e locali, ma gli unici soliti noti che ho visto erano il biondone col cockring e la sua fidanzata dai cortissimi capelli biondo-platino. Una stangona olandese delle più scalmanate, fisico tipo fotomodella, che avevo già visto innumerevoli volte esibirsi ballando seminuda sui tavolacci del Melrose. I due erano in compagnia di altra gente, ma non della coppia inglese. “Sin qui tutto bene” ho pensato. Purtroppo però, poco dopo sono passato davanti al Melrose ed ho visto le mie prede intente a ballare in compagnia di altre due bionde molto giovani e carine vestite di latex bianco. La pagnottosa inglese, per la cronaca, indossava un miniabito di finta pelle nera molto provocante. A quel punto ho capito che puntavano ad un target molto più alto di quello che io potevo rappresentare, e mi sono diretto al Maxime, più che altro perché volevo salutare la barista che mi aveva offerto la sigaretta la sera prima. L’ho trovata che se la stavano tacchinando due dei ragazzi italiani giovani visti alla spiaggia. Al che, a quel punto, ho attaccato discorso con uno di loro e abbiamo fatto quattro chiacchiere.
Gli sviluppi della serata non mi inducevano a procrastinare la mia partenza, ed avrei voluto andare a letto non troppo tardi, anche perché nel frattempo, anzi già da un paio di giorni, avevo incominciato a rimuginare su di un certo Piano B. Però, mi sono detto che non potevo tornarmene a casa senza essere stato in almeno un privé di Cap. Che razza di figura ci avrei fatto con voi, cari utenti di Superzeta?
Così ho rotto gli indugi e sono entrato di mia sponte al Jeux Des Mains. Il mio unico obiettivo, come ho già detto altrove, era solo quello di curiosare un po’, bermi qualche bicchiere e passare la serata in allegria. Il locale si presenta come una specie di piccola discoteca. C’è una micro pista da ballo, un po’ di tavoli con sedie e divanetti, il bancone del bar con gli sgabelli. Poi c’è una seconda stanza con delle alcove, cioè dei materassi incastonati dentro delle piccole nicchie. E questo è quanto. In attesa al bar c’erano una decina di singoli, e sedute qua e là sui divanetti o ai tavoli alcune coppie, ma nulla di interessante. Tutto sommato, ho visto posti ben peggiori.
Di lì a poco è arrivata altra gente, ivi inclusa la vaccona ferrata che avevo visto spesso in spiaggia e al Melrose ed alcune coppie con delle ragazze proprio niente male. Poi c’erano un po’ di coppie di grassoni e grassone anziane ed infine una strana coppia dark. La ragazza era molto carina, con capelli lunghi neri e vestita in modo sexy ma tutto sommato normale. Il ragazzo sembrava uno dei Kraftwerk. Rasato a zero, abbronzato, pieno di piercing e tatuaggi e con indosso una palandrana nera che gli arrivava sino ai piedi.
Mi sono seduto ad un tavolo ed ho ordinato da bere. Poco dopo due coppie di grassoni tedeschi che puzzavano di sudore si sono venuti a parcheggiare in prossimità ed io mi sono spostato al bancone, dove fra l’altro avevo una migliore visione della situazione. All’inizio sembrava di essere in una normale discoteca. La vaccona ferrata si è messa a ballare tenendosi a un palo da lap dance in compagnia di una ragazza più giovane, ma non facevano nulla di troppo strano. Sulla pistina da ballo c’erano un po’ di persone che ballavano . Un single dall’aspetto un po’ tarchiato si è staccato dal bancone ed è andato a far ballare una delle ragazze più graziose. Ballava veramente bene, nonostante la stazza, e mi sarei aspettato che alla fine del ballo succedesse qualcosa di più (in effetti ho pensato che se lo sarebbe davvero meritato). Invece lui ha fatto il baciamano alla ragazza e se ne è tornato al suo posto.
Dopo un po’ sono arrivati anche i ragazzi italiani con cui avevo parlato al Maxime e si sono messi a tampinare a destra e a manca. Erano simpatici, ma era evidente che la loro non era la tattica giusta.
Ad un certo punto, senza che capissi bene gli antefatti, ha incominciato ad esserci del movimento nella sala delle alcove. Io avevo una bottiglia di birra in mano e sul momento non mi hanno lasciato entrare. So solo che dopo cinque minuti il ragazzotto italiano è tornato al bar e mi ha detto che aveva scopato (un mezzo cesso). Confesso che ho provato un po’ di stizza, più che altro perché io in tre giorni non avevo combinato nulla e lui, appena arrivato, era riuscito ad andare a segno. Comunque, nulla di più.
Spinto dalla curiosità, sono andato in zona alcove per dare un’occhiata da distanza ravvicinata. Succedeva un po’ di tutto, e devo dire che, forse anche a causa dei faretti che illuminavano le alcove, forse a causa delle birre che mi ero scolato, alcune delle scene in atto mi hanno colpito veramente dal punto di vista estetico. In taluni casi mi sembrava di assistere a delle performance di arte contemporanea. Ad un bel momento è entrata in azione anche la coppia dark. L’uomo si è sdraiato a schiena in giù sul materasso e ha scostato i lembi della palandrana, mettendo in mostra una verga spropositata e costellata da innumerevoli piercing. La ragazza si è chinata su di lui ed ha iniziato a fargli una pompa. Molto, molto lentamente. Dietro di lei, alcuni single cercavano di trarre vantaggio dalla situazione infilandole le mani sotto la gonna. Lei li lasciava fare. C’era anche il tizio tarchiato che prima aveva ballato così bene; francamente mi sono un po’ stupito che si riducesse a carpire una palpatina a scrocco in un modo così.
Poi i due hanno invertito la posizione. La ragazza si è sdraiata sul letto e il suo uomo l’ha penetrata, con grande, grandissima dolcezza. La gamba sinistra della ragazza era a portata della mia mano. Per un momento ho avuto la tentazione di sfiorarle il polpaccio con un dito, solo per un momento, con tenerezza. Ma poi ho pensato che quei due non stavano scopando, stavano facendo l’amore, ed io non potevo, né volevo in alcun modo, disturbarli.
Sono rimasto ancora quanto basta per assistere ad un paio di altre belle performance, e per rendermi conto che il posto non era adatto a me. Però, è stato molto interessante e, anche questo l’ho già detto, un po’ diverso da ciò che mi sarei aspettato. Per quanto potesse sembrarmi strano e difficile da credere, era evidente che molte di quelle coppie erano tenute assieme da legami molto forti. Davano l’impressione di amarsi.
Sono uscito dal JDM con il cuore leggero e senza rimpianti. Mentre mi addormentavo, ho provato una grande nostalgia per mia moglie, e mi sono improvvisamente reso conto che io la amo. E che nonostante questo domani dovrò mettere in atto il Piano B. Buonanotte Cap.
3 Giugno
A Cap d’Agde non si possono fare fotografie. A meno che uno non si alzi presto al mattino.
Porca puttana, ho dormito di nuovo male ed oggi devo fare un sacco di strada. Mi ero addormentato subito ma sono stato svegliato alle tre e mezza di notte dai mugolii di qualcuna che godeva come una matta. Mi sono messo in testa che fosse l’inglese pagnottosa, ma non lo saprò mai con certezza.
Per prima cosa dunque sono andato a fare un po’ di fotografie in spiaggia e poi in un bar di Heliopolis a fare colazione.

Ecco come appare la spiaggia di CAP di primo mattino. Dopo è più o meno la stessa cosa. Il casino è tutto laggiù in fondo.
A questo punto avevo intenzione di fare un po’ di shopping e di comprare anche un regalino per mia moglie. Uscendo da Heliopolis però, con la coda dell’occhio ho intravvisto una ragazza giovane e bella uscire da un condominio. L’ho riconosciuta immediatamente. Era capelli rossi occhi blu. Allora senza indugiare mi sono avvicinato e le ho detto: “Excusez – moi je te voulais demander une chose”. E poi le ho chiesto se era possibile che l’avessi vista al Natureva. Mi ha detto di sì e io ho blaterato qualche altra cosa e ho concluso dicendo: “Malhereusement je dois partir aujourd’hui”. Poi ci siamo avviati in direzioni opposte. Avrò fatto sì e no 15 metri quando mi sono reso conto della cazzata che stavo facendo.
“Questo è un segno del destino” ho pensato e ritornando sui miei passi ho cominciato a cercarla in lungo e in largo. Purtroppo però l’avevo persa di vista. Allora, aggrappato ad un esile filo di speranza sono tornato al Natureva, per vedere se per caso fosse andata lì. Purtroppo non è stato così ed in quel momento, ma solo in quel momento, ho deciso di dire veramente addio a Cap D’Agde.
Giusto il tempo di fare un ultimo giro per il paese e di comprare il regalino per mio moglie; poi ho caricato i bagagli, sono salito in macchina ed ho impostato il navigatore. Destinazione: come da Piano B.
Ma questa è già un’altra storia.
Pensiero Dominante, forumista temporaneamente de-gnokkizzato
La gioventù resiste a tutto, ai re e alle poesie e all'amore. A tutto, ma non al tempo
La gioventù resiste a tutto, ai re e alle poesie e all'amore. A tutto, ma non al tempo
Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
giuro che ho letto TUTTA la recensione-romanzo.
A Kapedag la replica, da par suo.
A Kapedag la replica, da par suo.
STATO LADRO & RAPINATORE
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)
Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
Bello. Un po' malinconico ma piacevole da leggere, complimenti. L'esperianza di Cap da single è esattamente come la immaginavo. beh....ora spengo il pc, vi saluto tutti, vado a prepararmi perchè tra un paio d'orete devo partire. Come per dove? Per Cap d'Agde ovviamente, e vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
P.S.: in coppia
P.S.: in coppia
Re: Cap d'Agde:luci ed ombre
uno sguardo sincero,bene,bravo!
a ognuno il suo mestiere,mi verrebbe da dire...
c'è chi sta bene con una sedia (o la massimo tre) e chi in mezzo alle (pseudo)relazioni umane.
e ora piano B piano B piano B!!!!!

a ognuno il suo mestiere,mi verrebbe da dire...
c'è chi sta bene con una sedia (o la massimo tre) e chi in mezzo alle (pseudo)relazioni umane.

e ora piano B piano B piano B!!!!!
