Antonchik ha scritto:Ma chemminchia c'è da festeggiare?
le ferie..
Mi sputerai in un occhio magari, ma ti dico ugualmente che nel limbo in cui vivo individualmente non c'è differenza tra lavoro e ferie. Anzi ti invidio.
Tu con quale diploma hai incominciato a lavorare?
liceo scientifico 100/100, laureando in ingegneria
università mai finita per mancanza totale di voglia di studiare e per aver trovato un ottimo lavoro..
"Gli amici del campetto
passati dalle Marlboro direttamente all'eroina
alla faccia delle droghe leggere"
ti hanno fatto lavorare con il liceo scientifico? (domanda retorica che non implica risposta necessaria)
fine ultimo OT
Auguri a te, Gerda, che dai la speranza ad altri negletti diplomati nei licei scientifici e senza voglia di studiare.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
XCLARAX ha scritto:
posso chiederti che lavoro fai?
Ma come posso esimermi dal risponderti mia cara?
Macchinista ferroviere direbbe Guccini.
Guiderò un treno che parte alle 0.18 ma devo presentarmi alle 0.03....
starò un pò di ore da solo sul treno nella notte fermo; Vuoi fare un capodanno diverso?
C'è un treno che ti aspetta tutto per noi naturalmente
Invito valido solo per donne opppure coppie
Grandissima aristocrazia
Mi levo il cappello e ti auguro un buon lavoro ed un grazie per ciò che siete e ciò che fate
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
Kronos ha scritto:Auguro serenita' e felicita' a chi se lo merita.
Un pensiero a chi si e' sbattuto per gli altri senza avere nulla in cambio, a quelli cui tocca lavorare anche quando tutti gli altri fanno festa, a chi ha perso lavoro e non sa a che santo votarsi, a chi ha ancora la dignita' di dire basta e l'orgoglio di tenere la testa alta nella merda che sommerge, a chi si e' incasinato la vita con donne o uomini improbabili, a chi ha la fortuna di avere accanto una persona che ama, a chi e' solo come un cane e non se lo merita, a chi sta male dentro e fuori, a quelli in viaggio dentro se stessi, a tutti quelli che hanno riso e fatto ridere, a quelli che che han perso una persona cara, a quelli che hanno ancora sogni da vivere e speranze da condividere.
Grazie di cuore.
agli altri
Grazie, sinceramente (appartengo a sei delle categoriecitate)
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
Finalmente giunsero anche le feste. Già alla vigilia i detenuti quasi non andarono fuori a lavorare. Andarono ai laboratori disartoria, alle officine;
gli altri si trovarono solo allo smistamento e, pur essendo stati destinati qua e là , quasi tutti, uno per volta o a gruppi tornarono subito nel reclusorio e dopo desinare nessuno più ne uscì. E anche la mattina la maggior parte erano andati fuori soltanto per faccende loro e non per cose del governo: taluni a darsi da fare per portardentro acquavite e ordinarne di nuova; altri a vedere i compari e le comari di conoscenza, o a riscuotere per la festa i piccoli crediti per i lavori da essi eseguiti in precedenza; Bakluscin e i partecipanti allo spettacolo per fare il giro di certi conoscenti, in prevalenza servi di ufficiali, e procurarsi i travestimenti necessari. Taluni giravano con aria pensierosa e affaccendata unicamente perche' anche altri erano pensierosi e affaccendati, e benche' certuni per esempio, non avessero denaro da ricevere da nessuna parte, tuttavia anch'essi avevano un aspetto come se da qualcuno dovessero riceverne; insomma pareva che tutti si aspettassero per il giorno seguente un qualche mutamento, qualcosa di straordinario. Verso sera gli invalidi che andavano al mercato per le commissioni dei detenuti tornarono portando con se' molta roba da mangiare d'ogni genere: carne di manzo, porcellini, perfino oche. Molti detenuti, anche i più modesti ed economi che durante tutto l'anno avevano raggranellato le loro copeche, si stimavano in dovere di slacciare la borsa per una simile giornata e di celebrare degnamente la rottura del digiuno. La giornata di domani era un'autentica inalienabile festa del detenuto, riconosciutagli formalmente dalla legge. ln quel giorno il detenuto non poteva essere mandato al lavoro, e di simili giorni nell'anno ce n'erano tre in tutto.
E infine chi sa quanti ricordi dovevano svegliarsi nelle anime di quei reietti nell'imminenza di un tal giorno! Le giornate di festa solenne s'imprimono nettamente, sin dall'infanzia, nella memoria delle persone del popolo. Sono giorni di riposo dai loro duri lavori, giorni di adunanze familiari. Nel reclusorio, poi, essi dovevano venir ricordati con pena, con angoscia. Il rispetto per la giornata solenne si trasformava nei detenuti perfino in una specie di formalismo, pochi facevano baldoria;
tutti erano seri e come intenti a qualche occupazione, sebbene molti non avessero proprio quasi nulla da fare. Ma anche i bisboccioni oziosi si sforzavano di conservare una certa gravità ... Le risate parevano proibite. Lo stato d'animo generale era arrivato a una specie di meticolosità e di irritabile intolleranza, e chi turbava il tono generale, fosse pure inavvertitamente, veniva subito messo a posto con grida e ingiurie, e contro di lui ci si adirava come se avesse mancato di rispetto alla festa medesima. Questo stato d'animo dei detenuti era degno di nota e perfino commovente. Oltre questa innata reverenza per il gran giorno, il detenuto provava inconsapevolmente la sensazione che, con siffatta osservanza della festa, egli veniva a essere come in contatto con tutto il mondo, che, per conseguenza, non era del tutto un uomo ripudiato e perduto, un brandello tagliato via, che nel reclusorio come fra gli uomini quel giorno era uguale. Essi lo sentivano, e questo si poteva vedere e capire.
Akim Akimic' si preparava anche lui intensamente per la festa.
Egli non aveva ricordi familiari, perche' era cresciuto orfano in casa altrui e quasi fin dai quindici anni aveva cominciato a prestare un duro servizio; nella sua vita non c'erano state nemmeno gioie particolari, perche' aveva trascorso tutta la sua vita in modo regolare, uniforme, temendo sempre di sgarrare non fosse che di un capello dai doveri a lui assegnati. Non era nemmeno particolarmente religioso, perche' la correttezza pareva avere in lui assorbito tutte le sue altre doti e qualità umane, tutte le passioni e i desideri, buoni e cattivi. In conseguenza di tutto ció, egli si apprestava a salutare la solenne giornata senza affannarsi, senza agitarsi, senza essere turbato da angosciosi e del tutto inutili ricordi, ma con una quieta e metodica correttezza che egli possedeva nella misura esattamente necessaria per il compimento del dovere e di un rito una volta per sempre insegnatogli. E poi in generale non gli piaceva riflettere molto.
Il significato di un fatto pareva non sfiorare mai la sua mente, ma egli osservava le norme una volta indicategli con religioso scrupolo. Se il giorno dopo gli avessero ordinato di fare esattamente l'opposto, l'avrebbe fatto con la stessa docilità e meticolosità della vigilia. Una volta, una sola volta nella vita si era provato ad agire di sua testa, ed era finito in galera. La lezione non era andata perduta per lui. E sebbene non gli fosse riservato dalla sorte di poter capire un giorno quale precisamente fosse stata la sua colpa, aveva peró tratto dalla sua avventura una regola salutare: non ragionare mai e in nessuna circostanza, perche' il ragionare "non era fatto per la sua testa", come si esprimevano tra loro i detenuti.
Ciecamente ligio alla forma, egli considerava con un certo qual pregiudiziale rispetto perfino il suo porcellino natalizio, che aveva imbottito di "kascia" e fatto arrostire (di propria mano, perche' sapeva anche arrostire), come se quello non fosse un ordinario porcellino che in ogni momento si sarebbe potuto comprare e cuocere arrosto, ma un porcellino tutto speciale, natalizio. Forse fin dall'infanzia si era abituato a vedere sulla tavola in quel giorno un porcellino, e ne aveva dedotto che
questo fosse indispensabile per tale giornata, e io sono sicuro che, se anche solo una volta non avesse in quell'occasione mangiato il porcellino, gli sarebbe rimasto per tutta la vita un rimorso di coscienza per il non compiuto dovere.
Prima della festa aveva sempre portato la sua vecchia casacca e i suoi vecchi calzoni, decorosamente rattoppati, sì, ma ormai del tutto frusti. Si vide ora che la nuova muta, consegnatagli fin da quattro mesi avanti, l'aveva custodita gelosamente nel suo bauletto e non l'aveva mai toccata, nel pensiero, che gli sorrideva in cuor suo, di inaugurarla solennemente per la festività . E così egli fece. Fin dalla sera tiró fuori la sua muta nuova, la spiega, la esaminó, la spolveró, ci soffió sopra e, fatto tutto questo, se la misuró preventivamente. Vide che la muta gli andava a pennello, era tutta decorosa e si abbottonava strettamente fino in cima, e il colletto, come se fosse di cartone, teneva ben alto il mento; alla vita si era formato addirittura qualcosa di simile al garbo di un'uniforme, e Akim Akimic' sorrise perfino dal piacere e non senza baldanza si rigiró davanti a un suo minuscolo specchietto, intorno al quale, di sua mano e già da molto tempo, aveva incollato in un momento libero un orlino dorato. Solo un gangheretto del collo
della casacca gli era parso che non fosse al suo posto. Fatta tale considerazione, Akim Akimic' decise di spostare il gangheretto; lo spostó, misuró nuovamente la casacca e vide che ormai tutto andava bene. Allora ripiegó ogni cosa come prima e con l'animo tranquillo ripose la muta nel bauletto fino al giorno dopo. La sua testa era rasa in maniera soddisfacente; ma,guardatosi con attenzione nello specchietto,egli notó che la testa non pareva del tutto liscia: ne spuntavano dei peli appena visibili, ed egli andó subito dal "maggiore" per farsi radere in modo perfettamente corretto e regolamentare. E sebbene nessuno dovesse il giorno dopo passare l'ispezione ad Akim Akimic', egli si fece radere unicamente per la tranquillità della propria coscienza, per compiere, in vista di una simile giornata, tutti i suoi doveri.
La reverenza di fronte a un bottone, a una controspallina, a un occhiello si era stampata incancellabilmente nel suo spirito sin dall'infanzia come un incontestabile dovere e nel suo cuore come un'immagine del supremo grado di bellezza che un uomo perbene puó raggiungere. Sbrigata ogni cosa, egli, quale detenuto anziano della camerata, ordinó che si portasse del fieno e osservó con cura come lo si sparpagliava sul pavimento. La stessa cosa avveniva anche nelle altre camerate.
Non so perche', ma per il Natale sempre si spargeva nella nostra camerata del fieno.
Poi, terminate tutte le sue fatiche, Akim Akimic' pregó Dio, si stese sulla sua cuccetta e subito si addormentó del sonno placido di un bimbo, per svegliarsi il mattino dopo il più possibile di buon'ora. Proprio così fecero del resto anche gli altri detenuti.
In tutte le camerate si coricarono molto prima del solito. I consueti lavori serali furono disertati; del "majdà n" nemmeno si fece parola.
Tutti attendevano
il mattino seguente.
Da " Memorie di una casa morta " di Fedor Dostoevskij
Buona Lettura e Buon Natale.
Ortheus
Non votate per me. Io sono fuori dal Cerchio Magico.
auguri di salute e serenità (chè non è detto che le cose si implichino a vicenda...) a tutti. veramente a tutti.
che lo spirito di x-mas ci assalga... senza statuette di sorta, please.
"Nessun uomo è mai tanto grande come quando è in ginocchio davanti a Dio." (B. Pascal)
"Vi è una sola cosa peggiore dell'ingiustizia: la giustizia senza la spada in mano. Quando il diritto non è la forza è male." (O. Wilde)
"io so' 'n gueriero che sta riposanno dopo che ha rivortato mezzo monno. ma ormai c'ho er doppio petto e la cravatta, 'ndo voi che vada..." (F. Califano)
"sta diventando morale tutto ciò che ci conviene. praticamente, un affare." G. Gaber
Ci sono anch'io..Auguri a tutti. Questo forum è una bella accozzaglia di persone dove la diversità e il confronto comunque...ma che cazzo stò dicendo?
Dai andate a fanculo...
Volevo comunque dire grazie in primis a Fabrizio x mantenere in piedi "il forum" Porno Italiano.
Complimenti a tutti.
Auguri.
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
Fabio Concato.