[O.T.] Marco Travaglio

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docu
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#541 Messaggio da docu »

ed avanziamo l'analisi ...

puntiamo i riflettori su questo gorrini...

DOVE SONO FINITI OLTRE 130 MILIARDI SCOMPARSI DALLE CASSE DELLA MAA? TITOLO: IL TESORO DI GORRINI

L' accusatore di Di Pietro e' stato condannato per 49 miliardi di ammanchi. Ma ora emerge che la somma sottratta e' molto piu' grossa. Cosi' tra cavalli, scommesse, amanti, portaborse e altre elargizioni di denaro... - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Nel giro degli scommettitori dell' Ippodromo di San Siro si favoleggiava di un suo immenso tesoro. Da li' l' ex titolare della Maa Assicurazioni Giancarlo Gorrini, diventato famoso come accusatore dell' ex magistrato di Mani pulite Antonio Di Pietro, avrebbe attinto i tanti miliardi necessari per mantenere la sua scuderia con un centinaio di galoppatori, un ritmo micidiale di perdite al gioco e una dispendiosa corte composta da portaborse, amanti, "cavallari" e personaggi di un qualche potere. Oggi, pero' , quel tesoro sta diventando meno romanzesco e piu' decifrabile: a causa delle ricerche dei commissari liquidatori della Maa, iniziate quasi due anni fa, quando il ministero dell' Industria li incarico' di tentare di salvare la compagnia avviata al dissesto da Gorrini e dal suo ultimo partner, l' immobiliarista Renato Della Valle, noto anche come socio di Silvio Berlusconi nella televisione a pagamento Telepiu' . All' inizio Roberto Pontremoli, che ha impostato il salvataggio della compagnia milanese, poi l' attuale commissario Angelo Caso' (subentrato quando Pontremoli e' stato nominato al vertice dell' Ina), hanno individuato tanti miliardi sottratti illegalmente da Gorrini. Secondo le stime trapelate dalla gestione commissariale, si parla di un tesoro di oltre 130 miliardi di lire, scaturiti da ammanchi di ben 25 30 miliardi all' anno nel periodo ' 88 ' 93, che potrebbero dilatarsi ulteriormente dopo altre verifiche. Sono comunque gia' molto di piu' dei 49 miliardi di cui Gorrini aveva ammesso di essersi appropriato, subendo una condanna a tre anni di carcere dal tribunale. Si tratta di una somma enorme. Che Gorrini spendeva in parte conducendo una vita da nababbo e sborsando almeno quattro cinque miliardi all' anno per mantenere la sua scuderia Lady M. Ma, visto che ai commissari della Maa risulta praticamente nullatenente, puo' aver bruciato da solo ben 130 miliardi? Ci sono stati altri beneficiari occulti? C' e' qualcuno che si nasconde dietro le societa' a cui sono intestate le azioni della Maa, di fatto sempre a disposizione dell' ex re di San Siro? Gorrini, interpellato piu' volte dal Corriere, rifiuta di rispondere. Non chiarisce, cosi, i dubbi sull' immenso tesoro scomparso dalla sua compagnia di assicurazioni e sul suo ruolo nella Milano craxiana e rampante degli anni ' 80. Lascia intatti anche i misteri sui capitali che ha maneggiato dall' inizio. Dagli anni ' 70, quando da semplice assicuratore stipendiato si invento' azionista di maggioranza della Maa, specializzata nel ramo auto. Allora si disse che era passato da dipendente a padrone grazie alla seconda moglie, Marina Vasaturo, figlia del ricco produttore cinematografico noto come Peppino Amato, e grazie al cognato Carlo Pedersoli, in arte l' attore Bud Spencer, marito di un' altra Vasaturo. Ma nell' operazione, secondo ex dirigenti della Maa, sarebbero entrate anche delle societa' dell' immobiliarista Giuseppe Cabassi, deceduto nel ' 92. Nell' 84, sbandierando una cordata rimasta sempre misteriosa, Gorrini tento' addirittura l' acquisto dal gruppo Bonomi della Milano Assicurazioni, che gli avrebbe consentito di diventare un big del settore. Attraverso l' avvocato Pietro Schlesinger offri' 130 miliardi di lire, senza concludere l' affare. E senza mai chiarire da dove sarebbero arrivati tutti quei soldi. Amava parlare soprattutto di cavalli e di scommesse. Nel suo ufficio nella Galleria del Corso a Milano, distaccato dalla sede centrale Maa, trattava gli affari piu' delicati della compagnia (compresi gli acquisti di immobili), teneva i rapporti con la Milano craxiana e democristiana, e riceveva coreografici personaggi del mondo delle corse dei cavalli. Da quell' ufficio muoveva, comunque, una valanga di miliardi. L' ex lavamacchine Osvaldo Rocca fungeva da principale collaboratore e portaborse dell' allora re di San Siro. Si occupava di stringere contatti con quanti potevano servire al suo padrone, a rischio di arresto per il saccheggio della Maa. Al Tribunale di Milano Rocca lo salutavano non pochi magistrati. E aveva ottimi contatti nella Guardia di finanza e nelle forze dell' ordine. Gli apriva molte porte il poter offrire a buon prezzo le auto recuperate dalla Maa dopo i furti. Secondo Di Pietro, fu Rocca, diventato suo amico per la comune passione per la caccia, a procurargli una Mercedes e i famosi 100 milioni in prestito. Gorrini, invece, lo accusa di sapere che provenivano da lui e fa intendere un abuso dell' allora magistrato. Di Pietro precisa di aver restituito a Rocca due tranche da 5O milioni, quindi senza quella quindicina di milioni di interessi annui pretesi per un prestito analogo dalle banche. E ha rigettato qualsiasi collegamento con l' attivita' per conto della compagnia di Gorrini di sua moglie Susanna Mazzoleni, avvocato, impegnata nello studio del padre, legale della Maa da tanti anni. Rapporti amichevoli Gorrini e Rocca, come altri dipendenti della loro compagnia, li avevano con i graduati e con la truppa della sede milanese del Nucleo Valutario della Guardia di finanza, allora ospitato al primo piano della sede centrale della Maa in via Tonale. Nel ' 90 ci fu una prima ispezione delle Fiamme Gialle, che non si accorse dei miliardi sottratti all' assicurazione milanese. Il magistrato Piercamillo Davigo, scoprendo che vi parteciparono finanzieri poi inquisiti nell' inchiesta Mani pulite, da tempo indaga sull' ipotesi che quel controllo possa essere stato addomesticato a suon di mazzette. Nel ' 92 accadde un imprevisto. Un bancario di Torino segnalo' un sospetto di riciclaggio di capitali sporchi dietro la riscossione di assegni miliardari che portavano a prestanomi del padrone della Maa. Il Nucleo Valutario delle Fiamme Gialle, allora comandato dal colonnello Umberto Fava, non uso' i finanzieri della sede milanese e invio' in via Tonale una pattuglia dall' ufficio centrale di Roma. Il caso Maa esplose. Spunto' l' ammanco di oltre 49 miliardi, relativo al biennio ' 91 ' 93, con ipotesi di truffa, appropriazione indebita e falso in bilancio per Gorrini e 23 soggetti interni ed esterni alla compagnia di assicurazione. In pratica dei sinistri assicurativi venivano gonfiati o simulati per consentire di intascare miliardi in contanti e per accumulare fondi neri. Il rapporto arrivo' alla Procura di Milano nel ' 93, dove Di Pietro gia' giganteggiava per il suo attacco alla corruzione politico affaristica scoperta con l' inchiesta Mani pulite. Fu affidato al magistrato Ilio Poppa, che era in una situazione delicata: aveva la moglie avvocato impegnata in pratiche della Maa e che divideva lo studio con Enrico Allegro, legale di Gorrini. Ma ritenne di non rifiutare l' incarico e chiese due volte l' arresto del responsabile degli ammanchi nella Maa. Il giudice delle indagini preliminari Anna Introini, secondo vari colleghi del tribunale milanese "sempre molto attenta ai diritti degli imputati", lo nego' . In seguito Gorrini si assunse tutte le responsabilita' degli ammanchi, scagionando gli altri 23 indagati. I magistrati gli credettero subito. E il processo si concluse rapidamente con una condanna a tre anni e quattro mesi, poi ancora ridotti in appello a tre anni. Da quasi due anni si attende il verdetto definitivo della Cassazione. La sentenza imponeva anche un risarcimento di 10 miliardi alla Maa, che appaiono difficili da riscuotere. L' ex re di San Siro risulterebbe nullatenente. Ha venduto i cavalli della Lady M e non avrebbe intestata nemmeno la sua lussuosa casa milanese in via Tamburini 10, stimata vari miliardi. Tra gli scommettitori di San Siro si sussurra che quel che rimane del suo tesoro l' avrebbe trasferito tra la Francia, dove a Parigi risiede la sua ex moglie Marina, e i soliti paradisi fiscali dal rigido segreto bancario. Il suo tenore di vita, del resto, non sembra da squattrinato. Solo da quando l' opinione pubblica l' ha scoperto con il caso Di Pietro . e si domanda come mai sia a piede libero nonostante il saccheggio della Maa ., Gorrini fa trapelare tra i conoscenti che non ha piu' una lira. "Si lamenta che non ha i soldi nemmeno per farsi operare un male che l' ha colpito alla testa", dice un suo ex collaboratore. Ma allora, dove e' finito il suo favoloso tesoro?

:DDD :DDD

pacini battaglia proprio a proposito di ENI....

cazzo è tutto collegato in "ITAGLIA"....

un unico filo che lega tutto

:wink:
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docu
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#542 Messaggio da docu »

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bella la vita del politico ...

:DDD :DDD :DDD

i valori sono la famiglia...la campagna...la vita sana...
le cose genuine...salami e provoloni....


ma finitela di raccontare cazzate!!!

che siete tutti uguali

vero

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??

arranfare + soldi possibili...scopare + veline possibili..piazzare meglio possibile i figli e tutti i propri fidati ... oltre i lauti stipendi fare ottime plusvalenze con beni di derivazione pubblica ... avere il bel giornalino letto davvero stavolta -come da manzoniana memoria- da 4 lettori ...ma foraggiato con milioni di euro pubblici ... separarsi dalla stagionata signora e scegliere una avvenente signorina di 30 anni in meno ... treni aerei auto blù..cinema gratis ..prime teatrali ... partite di calcio ... pasti e cene gratis..

continuo???

:DDD :DDD :DDD
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Pim
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#543 Messaggio da Pim »

no :wink:

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#544 Messaggio da docu »

Paolo Cirino Pomicino (Napoli, 3 settembre 1939) è un politico italiano.

Collabora con diversi quotidiani, tra cui Libero e il Giornale, con lo pseudonimo di Geronimo.

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La leggenda del Santo Mediatore-

"La corruzione è sempre stata compagna di strada dell'uomo. D'altronde, la stessa cultura cattolica ci insegna: senza soldi non si cantano messe. Pensiamo all'obolo di San Pietro. Il problema per noi politici, ma in generale per tutti coloro che amministrano la cosa pubblica, è gestire il proprio percorso verso Dio cercando una mediazione".
(on. Paolo Cirino Pomicino, Corriere della Sera, 2 aprile 2007).

"Pomicino mi chiese di dare un contributo di 100 milioni, in rate da 10 milioni a Pasqua e 10 a Natale, per cinque anni, a don Salvatore D'Angelo, che ha il Villaggio dei ragazzi a Maddaloni. Pomicino mi fece questa richiesta dopo un suo viaggio a Houston, dove era stato sottoposto a un intervento al cuore e mi specificó che aveva fatto voto di aiutare questi ragazzi. Pertanto chiese a me di fare i pagamenti... io obiettai che mi sembrava singolare che io dovessi pagare di persona un voto fatto da lui. Ma lui replicó che dovevo pagare io".
(Francesco Zecchina, costruttore, deposizione al processo sulle tangenti per la ricostruzione post-terremoto, 17 maggio 1993).

"Non sono mai stato condannato per corruzione".
(on. Paolo Cirino Pomicino, Corriere della Sera, 2 aprile 2007).

"Con la definizione della posizione di Paolo Cirino Pomicino - una pena complessiva in continuazione di un anno e 10 mesi - si è chiusa stamani davanti al gup Maurizio Grigo l'udienza preliminare per i cosiddetti fondi neri Eni-Montedison. Aderendo all'accordo raggiunto tra il difensore dell'ex ministro, l'avv. Salvatore Catalano, e il pm Francesco Greco, il Gup ha rideterminato la pena che la Corte d'Appello aveva inflitto a Cirino Pomicino nella vicenda Enimont (un anno e otto mesi di reclusione e 25 milioni di multa) in relazione all'accusa di illecito finanziamento dei partiti, aggiungendo in continuazione due mesi di reclusione e un milione e 400 mila lire di multa. E' una conclusione che ha sostanzialmente soddisfatto tutti: il giudice Grigo, che finalmente ha potuto chiudere una annosa vicenda giudiziaria, e l'imputato, che è rimasto al di sotto dei due anni complessivi con la prospettiva, nei due procedimenti che sono ancora aperti a Napoli nei suoi confronti, di rimanere eventualmente al di sotto dei tre anni ed ottenere l'affidamento ai servizi sociali (...). Nella sentenza il Gup ha condannato Cirino Pomicino al pagamento delle spese di costituzione nella misura di 25 milioni a testa. In origine gli indagati per i fondi neri Eni-Montedison erano 127. Dopo una prima divisione in due tronconi era rimasta da definire la posizione di Cirino Pomicino in relazione al reato di corruzione. Più volte l'udienza era stata rinviata a causa delle condizioni di salute dell'ex ministro Dc. Oggi finalmente si è arrivati alla conclusione".
(Ansa, 29 gennaio 2001).


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#545 Messaggio da docu »

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Gustavo Garifo

Italia dei VALORI

Peculato e accesso abusivo al sistema informatico. Reato, quest'ultimo, aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale. Sono le accuse contenute nell'ordinanza firmata dal Gip Franca Borzone e notificata ieri mattina a Gustavo Garifo, 57 anni, funzionario della polizia municipale di Genova con mansioni di responsabile dell'ufficio Cassa del reparto contravvenzioni. Nonchè consigliere provinciale e capogruppo dell'Italia dei valori.

Garifo, ora agli arresti domiciliari, secondo l'accusa rappresentata dal sostituto procuratore genovese Francesco Pinto, entrava nel sistema informatico dell'Ufficio contravvenzioni grazie alla password in suo possesso (era responsabile del controllo di tutti gli atti di quel reparto). Modificava la ricevuta elettronica redatta da personale del suo ufficio per far figurare un importo minore di quello effettivamente versato da un qualsiasi cittadino al momento del pagamento di una multa.

Dopodichè non gli restava, sempre stando alle ipotesi dell'accusa, che prelevare dalla busta, dove veniva temporaneamente custodito il denaro versato dal cittadino, la differenza tra quanto effettivamente pagato e quanto il funzionario della Municipale indagato aveva fatto figurare nella ricevuta elettronica.

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#546 Messaggio da docu »

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Giuliana Carlino

Tutte false le firme per la Mussolini Indagata consigliere comunale
Finisce nei guai una rappresentante dell´Italia dei Valori
Le liste irregolari rischiano l´esclusione dalle elezioni
- FERRUCCIO SANSA -


la Repubblica - 18 marzo 2005


Prima sorpresa: c´è un indagato nell´inchiesta della Procura per le firme false raccolte da Alternativa Sociale, il movimento di Alessandra Mussolini. Seconda sorpresa: l´indagata è un consigliere comunale. Per di più di centrosinistra. Il nome scritto sui fascicoli con la pesante accusa di falso in atto pubblico e violazione della legge elettorale è quello di Giuliana Carlino, rappresentante a Palazzo Marino dell´Italia dei Valori, il partito di Antonio Di Pietro.
Non c´è voluto molto agli uomini della Digos e al pm Francesco Prete per capire che nelle firme raccolte da Alternativa Sociale c´era qualcosa che non andava: su 2.800 controllate nemmeno una era regolare. Di più: i nomi presentati sono stati presi a caso dagli albi professionali di architetti, giornalisti, avvocati e ingegneri. Tra loro anche cognomi noti. Non basta ancora: le firme erano accompagnate dagli estremi delle carte di identità . Peccato che i numeri fossero tutti inventati. Quando gli uomini della Digos hanno interpellato gli interessati, hanno ottenuto sempre la stessa risposta: «Io non ho firmato per quella lista». Insomma, c´erano abbastanza elementi per iscrivere il nome di Giuliana Carlino nella lista degli indagati. E gli inquirenti hanno scoperto che la consigliera (subentrata nel 2001 ad Antonio Di Pietro) in tre giorni ha autenticato 2.800 firme, roba da Guinness dei Primati. Quaranta firme il primo giorno, poi, in progressione, 900 il secondo giorno e addirittura 1.900 il terzo. La lista di Alessandra Mussolini grazie alla "autenticazione" di Giuliana Carlino puó presentarsi alle elezioni. Certo, viene da chiedersi quali ragioni, forse politiche, hanno spinto una rappresentante dell´opposizione ad aiutare un partito di destra. Ma adesso? Spiega Giuseppe Franco Ferrari, professore di diritto pubblico alla Bocconi: «Secondo il principio di autotutela, un organo amministrativo puó cambiare una sua decisione, se affetta da errore o se sono sopravvenuti motivi che lo rendono necessario». Così la commissione elettorale potrebbe decidere di escludere Alternativa Sociale in Lombardia. «Ma la commissione - spiega Franco Ferrari - puó ricevere l´impulso ad agire anche da altri organi, come i magistrati». C´è un problema: i tempi. Se la lista fosse ammessa troppo tardi, potrebbe chiedere l´invalidazione delle elezioni, perchè non ha potuto svolgere la sua campagna elettorale. E il caso opposto? «Se la lista fosse ammessa, ma poi risultasse che non ne aveva diritto - spiega Domenico Urbano, presidente della commissione elettorale istituita presso la Corte d´Appello - si potrebbe dover ripetere il voto».

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i VALORI ...
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Prof.Fontecedro
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#547 Messaggio da Prof.Fontecedro »

http://www.casadellalegalita.org/index. ... &Itemid=27

http://www.casadellalegalita.org/index. ... &Itemid=27

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ce ne sono tanti altri....che dobbiamo fare allora?non andare più a votare?
I nostri cari governanti non aspettano altro...

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#548 Messaggio da docu »

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(magg Giuseppe Aleffi Pisa, 762)

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#549 Messaggio da docu »

italia dei valori ....

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Sergio De Gregorio

Alla fine se ne è andato. Il senatore Sergio De Gregorio abbandona il partito dell'Italia dei Valori per dedicarsi "anima e corpo" alla realizzazione di una Grande Coalizione alla tedesca. Una decisione, quella di De Gregorio, che lascia l'amaro in bocca e tanta rabbia in casa ulivista. Tranchant il giudizio del ministro dei rapporti con il Parlamento, il diessino Vannino Chiti: "De Gregorio è senatore grazie ai voti del centrosinistra e non perchè passava per la strada. Quindi o si mantiene una coerenza di campo oppure ci si dimette".

facciamo una piccola ricerca giusto per capire meglio ....


p.s. una volta entrando in un negozio, una decina d'anni fa più o meno, poi sentivo lamentele di diplomi erboristici risultati falsi venduti ad ingenui commercianti...

5milioni x la "patacca" ...
che polli...

ma intanto piazzandone una 20ina avresti potuto regalarti 20sere in compagnia di showgirls diverse magari ...

bella vita con i "valori"

:lol: :lol: :lol:
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#550 Messaggio da docu »

Bahamas, Belize, Seychelles: luoghi esotici che evocano paesaggi straordinari e vacanze da sogno, ma anche "casseforti" a prova di bomba per chi vuole occultare dagli sguardi indiscreti del fisco e della legge i propri capitali. In giro per il mondo ce ne sono parecchi. Si chiamano paradisi fiscali, o più correttamente paesi off-shore (letteralmente al largo), e sono un pilastro fondamentale del sistema economico odierno, nel quale l'economia di carta conta assai di più rispetto a quella reale.

La loro crescita è esplosa negli ultimi 30 anni, favorita dalla maggiore libertà  di movimento dei capitali, dalle innovazioni tecnologiche e dalla nascita di nuovi prodotti finanziari, sotto lo sguardo compiaciuto e connivente dei grandi Stati. Due anni fa un rapporto delle Nazioni Unite ne aveva individuati 48, ma altre stime parlano di un numero più rilevante " tra le 60 e le 90 unità  " tra cui, per limitarci all'Europa, figurano stati come la Svizzera, Andorra, Malta e il Principato di Monaco.

I motivi per cui i patrimoni approdano nei paradisi sono essenzialmente due: il risparmio fiscale e la ripulitura del denaro sporco, che deriva da attività  illecite. Vediamo il primo caso. Oggi più che mai le aziende, per stabilire dove insediare le loro produzioni, attuano quella che si chiama "pianificazione fiscale", che significa studiare i diversi regimi d'imposizione a livello mondiale allo scopo di individuare i più vantaggiosi.

La struttura operativa utilizzata per massimizzare il risparmio fiscale è costituita da una società  madre (controllante) e da alcune società  figlie (controllate). La madre sta in un paese ad alta tassazione mentre le figlie risiedono in qualche paradiso fiscale a tassazione leggera, e operano tra loro in modo che la maggior parte dei costi gravino sulla prima (più costi, meno base imponibile, meno imposte), mentre i ricavi siano appannaggio delle seconde (la base imponibile aumenta, ma i tributi pesano poco). In un secondo tempo, distribuendo il dividendo ai soci " e quindi principalmente alla casa madre " queste faranno tornare il reddito alla società  controllante.

Tutto formalmente legale, a differenza del riciclaggio del denaro sporco, che deriva da attività  come il commercio di droga, la vendita di materiale nucleare e di armi, il traffico di immigrati e la corruzione. L'Interpol ha stimato in tremila miliardi di dollari l'anno i profitti complessivi di questi commerci illeciti.

Lavare è un gioco

Il processo di "ripulitura" si snoda lungo tre tappe. Il "prelavaggio" è la fase in cui il denaro entra nel circuito legale. I sistemi sono diversi, uno dei più semplici è quello di frazionare i capitali in piccole somme, meno sospette, da versare successivamente in diversi conti bancari da, cui " è il passo successivo " nasceranno altri conti, aperti questa volta in centri off-shore, assai refrattari a fornire informazioni in caso d'indagini giudiziarie. La tappa finale è il riciclaggio vero e proprio: attraverso società  di comodo costituite nei paradisi fiscali, il denaro viene reinvestito, in modo apparentemente legittimo, in immobili, catene di ristorazione, partecipazioni azionarie... e il gioco è fatto.

Ma questo, come quello dell'elusione fiscale, è un fenomeno per cui la collettività  intera paga, e ha pagato, una posta altissima. Ci troviamo di fronte a un'economia drogata, nella quale l'entità  del denaro di origine criminale è in grado di alterare i meccanismi della concorrenza, di disturbare il movimento dei capitali con il rischio di gravi crisi finanziarie, come già  successo nel passato (basterebbe citare solo il caso della Russia post-comunista), e di destabilizzare interi sistemi bancari.

I mancati introiti fiscali, invece, hanno accelerato, insieme ad altri fattori (deficit demografico, espansione incontrollata di alcuni privilegi, corruzione) la crisi del Welfare State, indebolendo la capacità  dei governi di soddisfare i bisogni dei cittadini. La fuga dei capitali italiani all'estero ha provocato, negli ultimi anni, minori entrate per circa 230 miliardi di euro e minori investimenti per 400 miliardi di euro (fonte: Ares2000, associazione di ricerca socio economica). Se ció non fosse accaduto avremmo potuto, ad esempio, ridurre fortemente il debito pubblico, la disoccupazione non avrebbe mai toccato le cifre che conosciamo e il deficit dell'Inps godrebbe oggi di una salute migliore.

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#551 Messaggio da docu »

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#552 Messaggio da docu »

Prof.Fontecedro ha scritto:
ce ne sono tanti altri....che dobbiamo fare allora?non andare più a votare?
I nostri cari governanti non aspettano altro...
bisogna mettere di fronte alla realtà  le persone ...

Art. 1.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Art. 36.

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità  e qualità  del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non puó rinunziarvi.


Dodici anni, 2000 euro al mese
nel primo mercato della droga

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Come si combatte il nuovo mercato della droga, se in superficie compaiono solo moto e bambini? si comincia dai consumatori.

è chi se no ...

sempre i consumatori devono prendere mazzate ...
già  sono costretti a vivere in posti così ad esempio...

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vessati ... angustiati ...
senza lavoro fisso e stabile ...
vittime potenziali di angherie di qualche elemento legato + o meno intensamente a sistemi ... giovani senza futuro ...

perchè non partiamo da chi paga 300 euro al mese migliaia di commesse ???

o perchè no da chi si è arricchito con il denaro pubblico donando quella bella realtà  alle nuove generazioni ???

perchè non partiamo da chi la fa entrare qui ?? i distributori???

perchè non partiamo dai soldi???

perchè non partiamo da chi taglia il prodotto con sostanze nocive per la salute dei consumatori???

perchè non partiamo da chi ci governa???

p.s. (il 32% degli 'intervistati' è risultato positivo al test che svela se si è fatto uso di stupefacenti nelle ultime 36 ore ...
se invece della truccatrice ci fosse stato un parrucchiere sai che risate con i capelli .... :lol: :lol: :lol: )

:roll: :roll: :roll:

vabbè vediamo due fighe ...

che a parlà  di st'itaGlia e dei suoi tanti mali mi sta a venire la nausea ....

ma non vi vergognate per come avete ridotto questo paese??

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sì il sesso è il peccato ... :DDD :DDD :DDD
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#553 Messaggio da Drogato_ di_porno »

un buon bilancio dopo il primo mese di governo :)

via le intercettazioni così evitano scandali e scandaletti usciti negli anni passati specie col governo Prodi (tutti i puttanieri alla Gentile e Kosimo Mele o il berlusca che raccomanda le sue puttanelle in RAI :) )

abolizione dell' ICI (già  abolito per il 50% da Prodi) finanziato sottraendo fondi alle infrastrutture del sud

a parole liberisti alla Tatcher, di fatto 300 milioni pagati dallo stato (cioè dai lavoratori dipendenti) ad Alitalia

Brunetta accusa gli statali di fancazzismo e intanto i privati della clinica Santa Rita guadagnano mutilando e ammazzando
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)

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#554 Messaggio da docu »

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l'itaGlia paese occupato dalle piovre....

500 organizzazioni criminali che anteponendosi allo stato inviano i loro rappresentanti al timone della nave ...

si dice non bisogna più votare?

no ... loro non dovranno + votare ...
si parla di reato di clandestinità  ...quando siamo pieni di clandestini italiani che occupano di fatto il territorio...

prendete gli imprenditori del sud ...
le imprese... gli studi di perizie assicurative... i comitati ... i patronati ...

e trovate il legame con le mafie ...

è facile giornalisti ....

basta segnare i nomi e cognomi...

:DDD :DDD :DDD
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#555 Messaggio da jhonnybuccia »

Drogato_ di_porno ha scritto:abolizione dell' ICI (già  abolito per il 50% da Prodi)
de facto non esisteva già  più con le detrazioni.
incerto al 76%.

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