Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
l'articolo però è del 2017
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Tra poco avremo la padrematria, ma va bene tutto, pur di far contento qualcuno
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
'Io vuole imparare italiano bene', social contro libro di scuola: "È razzista"
Bufera su un libro di testo di seconda elementare dopo la segnalazione rilanciata su Facebook da 'Educare alle differenze'. Nel mirino: l'illustrazione a pagina 4 del libro in cui un bambino nero e i suoi compagni biondi, castani o con i capelli rossi vengono invitati a esprimere i loro desideri per il nuovo anno scolastico saltando in un hula hoop. I bambini sono 5, gli hula hoop tre e l'unico raffigurato da solo è il bambino nero. La bimba bionda dice all'amichetto: "Quest'anno io vorrei fare tanti disegni con i pennelli", il bimbo con i capelli rossi con accanto la bambina castana dice: "Quest'anno io vorrei andare sempre in giardino a ricreazione". Mentre il bambino nero, esclama: "Quest'anno io vuole imparare italiano bene".
"Un linguaggio imbarazzante che sembra preso da un pessimo film degli anni Trenta", scrive l'associazione scatenando il dibattito.
"A parte il razzismo - commenta Maria Ginger, mediatrice culturale - sempre con questa ottica vetusta di rimarcare le carenze e non le potenzialità". E poi "ci sono anche bambini ucraini, russi, albanesi, moldavi ecc con capelli biondi e occhi azzurri che all'inizio parlano male e saltano gli articoli per esempio. Ma no: bisogna sempre rappresentare il bambino africano. Che in queste zone bergamasche di paesini di montagna è già preso di mira dalle maestre, messo all'ultimo banco e chiamato dai compagni scimmietta scimmia o Caccadù se ha la sfiga di chiamarsi Mamadou".
E Vittoria, insegnante di scuola primaria a Bergamo si interroga su "che mentalità vogliamo trasmettere. Mi sono occupata dell’alfabetizzazione primaria degli alunni appena arrivati dall’Africa o dall’Asia - afferma in un commento sulla pagina di 'Orizzonte scuola' - e mai nessuno si è espresso così". Punta il dito contro gli stereotipi anche Fabio Speciale, docente a Milano: "Ce lo meritiamo che all'estero ci dipingano tutti come mafiosi, coi baffoni e suonatori di mandolino", commenta. Ma c'è anche chi come Francesco ironizza: "È un errore di didascalia: non è un bimbo, è Suarez".
In difesa interviene in un post Flavia Franco che dichiara di essere un'autrice per la casa editrice: "Conosco per esperienza diretta la professionalità, l'attenzione alle diversità, ai temi interculturali della casa editrice, testimoniati, non solo dalla scelta dei temi, dei brani , dell'approccio cooperativo e solidale ma anche dai nuovi corsi di formazione in programma che hanno come tema proprio la multiculturalità e l'insegnamento dell'Italiano come L2. Dunque, fatti, non parole. L'errore c'è stato, purtroppo è stata utilizzata un'espressione infelice. Ma, come sempre, c'è chi si erge a giudice spandendo indignazione sui social soffermandosi all'apparenza".
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Per tornare alla polemica DeGregorio-Sallusti.
Ho riguardato l'inizio della puntata e Floris presenta gli ospiti con nome e cognome ma poi per mettere in fila gli interventi per ben due volte si limita a chiamarla Concita (mentre gli altri, compresa l'altra ospite femminile li declina per cognome).
Naturalmente la cercatrice di peli nell'uovo non fa una piega in entrambe le situazioni.
P.s. Quasi sempre la chiamano per nome, che abbia usato Sallusti per togliersi un sassolino dalle scarpe?
Persino Lilli Gruber, famosa per chiamare i suoi per nome e cognome (non solo per cognome come fanno in tanti) qui la chiama più volte solo Concita.
Ho riguardato l'inizio della puntata e Floris presenta gli ospiti con nome e cognome ma poi per mettere in fila gli interventi per ben due volte si limita a chiamarla Concita (mentre gli altri, compresa l'altra ospite femminile li declina per cognome).
Naturalmente la cercatrice di peli nell'uovo non fa una piega in entrambe le situazioni.
P.s. Quasi sempre la chiamano per nome, che abbia usato Sallusti per togliersi un sassolino dalle scarpe?
Persino Lilli Gruber, famosa per chiamare i suoi per nome e cognome (non solo per cognome come fanno in tanti) qui la chiama più volte solo Concita.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
La rubrica che tiene su La repubblica si intitola Invece Concita: ha fondato la carriera sul presentarsi col nome senza cognome.
Sarebbe come se Corrado avesse piantato un casino perché non lo chiamavano "Signor Mantoni".
Sarebbe come se Corrado avesse piantato un casino perché non lo chiamavano "Signor Mantoni".
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Una volta ho incontrato il presidente di Fiat/Crysler. Mi ha dato subito del tu e mi ha chiamato per nome. Mi ha fatto piacere.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Ma poi, dentro a comportamenti o a parole identiche puó starci un intento o un sentimento complementamente diversi.
Questa ossessione unilateralr per il formalismo (che in alcuni casi puó avere senso, ma non sempre e non con questa frenesia talebana) e l'apparenza di fatto rende piú sordi e ottusi, ci si ferma a quel che sembra. Funziona ovviamente anche al contrario, cioé che uno/a non si accorge che lo stanno prendendo per il culo proprio sfruttando la labilità dell'apparenza
Questa ossessione unilateralr per il formalismo (che in alcuni casi puó avere senso, ma non sempre e non con questa frenesia talebana) e l'apparenza di fatto rende piú sordi e ottusi, ci si ferma a quel che sembra. Funziona ovviamente anche al contrario, cioé che uno/a non si accorge che lo stanno prendendo per il culo proprio sfruttando la labilità dell'apparenza
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sed magis amica veritas.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Infatti, dare del tu e chiamare per nome può essere sinonimo di complicità, partecipazione, amicizia e vicinanza. Così come il dare del "lei" può diventare a volte un insulto.Gargarozzo ha scritto: ↑28/09/2020, 15:44Ma poi, dentro a comportamenti o a parole identiche puó starci un intento o un sentimento completamente diversi.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)

- Al Liceo Socrate di Roma come in Francia: scoppia la rivolta delle ragazze in minigonna.
Non ci sono banchi, così la vicepreside avrebbe invitato le alunne a non indossare abiti succinti "perché poi ai professori cade l’occhio".
Ma loro protestano: «È il nostro modo di esprimerci».
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Billy Drago ha scritto: ↑28/09/2020, 17:50
- Al Liceo Socrate di Roma come in Francia: scoppia la rivolta delle ragazze in minigonna.
Non ci sono banchi, così la vicepreside avrebbe invitato le alunne a non indossare abiti succinti "perché poi ai professori cade l’occhio".
Ma loro protestano: «È il nostro modo di esprimerci».
Ma lasciate che i professori si divertano a guardare le studentesse.... suvvia. Come cantavano i pink floyd.

Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
il politically correct dove è in questa storia? Dare la colpa alle donne per l’occhio che cade agli uomini è la correttezza?Billy Drago ha scritto: ↑28/09/2020, 17:50
- Al Liceo Socrate di Roma come in Francia: scoppia la rivolta delle ragazze in minigonna.
Non ci sono banchi, così la vicepreside avrebbe invitato le alunne a non indossare abiti succinti "perché poi ai professori cade l’occhio".
Ma loro protestano: «È il nostro modo di esprimerci».
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
L'insegnante deve essere pedofilo, sennó è un buonista
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Avevo letto che la preside semplicemente ne faceva una questione di buon costume...ossia un divieto alle ragazze di andare troppo svestite a scuola così come i ragazzi non si possono presentare in pantaloni corti o in canotta. Insomma sarebbe la solita strumentalizzazione per far passare come al solito le donne come povere vittime degli uomini cattivi.GeishaBalls ha scritto: ↑28/09/2020, 20:18il politically correct dove è in questa storia? Dare la colpa alle donne per l’occhio che cade agli uomini è la correttezza?Billy Drago ha scritto: ↑28/09/2020, 17:50
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Non ci sono banchi, così la vicepreside avrebbe invitato le alunne a non indossare abiti succinti "perché poi ai professori cade l’occhio".
Ma loro protestano: «È il nostro modo di esprimerci».
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
buon costume citando il fatto che ai professori cade l’occhio e solo per le studentesse. A volte le toppe sono peggio del buco