balkan wolf ha scritto:la democrazia obbliga all'ugauaglianza?? verissimo ma la democrazia in teoria presuppone e garantisce anche libertà di pensiero e di espressione no??? quindi posso pensare e dire che NON SIAMO UGUALI o no???
Dai balkan, questa è malafede. Sai meglio di me che la democrazia non presuppone la "libertà di pensiero", e non potrebbe essere altrimenti; non puoi pretendere che il democratico, proprio perchè tale, accetti l' attività o la propaganda dei totalitari. Ne andrebbe della sua stessa esistenza. La democrazia non permette ai suoi nemici di esprimersi come il nazismo o il comunismo lo impedivano ai democratici, pena la morte del sistema.
Ripeto: non ho nulla contro le tue teorie razziste, non le condivido, ma per quanto mi riguarda puoi anche teorizzare lo sterminio dei neri. Quello che non posso accettare è il tuo idolatrare la democrazia di Bush e di Blair, di Reagan e della Thatcher, la democrazia che SCHIACCIA CON LA FORZA chi propugna idee fasciste, naziste, xenofobe, antisemite ecc..
Prenditela con Bush, prima che coi comunisti. Il "cervello mulino bianco" è un prodotto del capitalismo, senza "mulino bianco" il capitalismo crolla. Se apprezzi il capitalismo ne accetti anche i sottoprodotti (il livellamento, l' appiattimento, il rincoglionimneto di massa).
Abbiamo già fatto un passetto avanti, hai ammesso che QUESTA democrazia non ti piace, è solo il sistema che più si adatta alle tue esigenze.
Detto francamente balkan, mi sembri un antidemocratico senza le palle per ammetterlo.
Un nazista autentico è un "guerriero", un soldato politico, un antiborghese per eccellenza. Affronta i suoi nemici (nel tuo caso neri e islamici) personalmente, non accetta la democrazia solo "quando gli fa comodo" salvo poi scagliarsi - a parole - contro la stessa quando impone l' ugaglianza.
Se accetti la democrazia accetti il dogma dell' uguaglianza, punto. Altrimenti, abbi il coraggio di dichiararti non-democratico. E di accettarne tutte le conseguenze.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)