E dopo la Juve, tocca all'Inter andare a Marassi per affrontare una Samp in salute, allenata da quel Del Neri che lo scorso anno con l'Atalanta fu protagonista di una partita eccellente contro i nerazzurri, conclusa con una strameritata vittoria per 3-1
Le prodezze di Cassano e compagni rimandano alla grande Samp del decennio 1984-1994. In questo articolo datato luglio 1985, Gianni Brera enumera i meriti della squadra allora allenata da Bersellini. E' la vigilia del ritorno della finale di Coppa Italia con il Milan. I liguri conquisteranno quel trofeo, primo di un'era culminata con lo scudetto del 1991. Vialli era arrivato quell'anno, Mancini due stagioni prima....
''Ho rivisto giocare la Sampdoria nella prima delle due finali di Coppa, contro il Milan a San Siro. Mi ha fatto grande impressione: ha giocato all'italiana, secondo che consigliavano la trasferta, non facile, e il genio pragmatico di Bersellini. Ha anche vinto con agio superiore al punteggio: ha tenuto botta al Milan e alle sue botte, che non sono state lievi. Il pubblico, inferiore all'attesa (Dio mio, parliamo di ''soli 40.000'' aficionados!), ha dovuto alla fine applaudire la Samp. Aveva prodotto gran calcio: aveva mortificato il Milan a inusitata impotenza. Leggo in certe cronahce di due squadre impostate a zona. Me ne sono accorto per il Milan, peraltro incompleto in difesa, non per la Samp, dalla quale ho sempre visto marcate le punte avversarie. Hateley ha trovato improvviso sfogo una volta che tutti si aspettavano rispondesse al triangolo proposto da Baresi II: nonchè ridar palla all'elegantissimo compagno, l'inglese ha esploso un destro che irridendo a Bordon è andato a rimbombare sulla traversa. Il tiro è stato scoccato fuori dalla lunetta dell'area: dunque la porta non distava meno di venti metri!
E' stato quello il solo acuto del Milan, ed è sortito da uno schema improvvisato, per l'estro del suo uomo migliore, giusto Baresi II. Tutti gli altri schemi si sono riassunti in lanci e traversoni a spiovere, e tutti immancabilmente indirizzati ad Hateley. Intorno al furente inglese, due belve autentiche, il bergo-russo Vierchowod e Pellegrini, per il quale ha ritenuto Bersellini di autorizzare la vendita di Renica: i due sgomitavano Hateley e ne venivano irosamente sgomitati: l'arbitro sapeva di queste licenze in furore e interveniva spesso: Hateley ha incornato un paio di palle inoffensive per Bordon. La Samp ha iniziato cauta, all'italiana. Il Milan si è pigiato in avanti con temeraria supponenza. Mancava Di Bartolomei e quest' assenza era duramente scontata nelle impostazioni offensive. I suoi lanci sogliono chiamare direttamente in causa le punte o gli uomini immediatamente a ridosso di quelle. Senza le sue battute, mediamente lunghe da 35 a 45 metri, il Milan stentava molto.
Ogni avvio di azione milanista era preceduto da stucchevoli palleggi: la Samp aveva tutto il tempo di recuperare e chiudersi. Nessun appoggio profondo, nessuno spunto veloce alle estreme se non da parte di Scarnecchia, il quale poi spropositava i traversoni. Hateley si dibatteva fra gli avversari con rabbia impotente. Virdis arretrava a cercare spazi ma le sue battute erano troppo lente per non riuscire anche prevedibili. Wilkins giocava secondo logica, più spesso camminando di quanto non corresse: ma i suoi lanci e i suoi appoggi trovavano (se li trovavano) compagni del tutto circondati. Meglio di Wilkins si muoveva Souness, confortato dalla collaborazione di uomini validi assai: lo Scanziani, che ricorda Suarez nella corsa, e il piccolo razzente Salsano. A turno arretravano anche Francis e Vialli, calze a cacaiola, indice indubitabile di scarsa attenzione ai colpi degli avversari. Francis ha avuto da Vialli (con il tacco!) la palla incautamente appoggiata all'indietro da Evani: Francis è riuscito a crossare basso e chiamando palla (lascia!) a Scanziani ha tentato il sinistro a volo Souness. Terraneo, grande portiere al cospetto del Signore, ha intuito e deviato, peró non abbastanza.
Quel gol ha finito di sgonfiare il Milan inorgogliendo la Samp e purtroppo anche i suoi tifosi, incoraggiati a viete nefandezze dall'anello sopraelevato. La polizia ha dovuto caricarli. Una sorta di gara all'insulto, oh molto vergognosa, ha poi avuto luogo fra le due curve. Ahimè, se no xe stupidi no li volemo. Wilkins e Francis sono venuti a collisione ed è rimasto a terra il più fragile, che dev' essere pure scalognato, Francis. Questo ha indotto Bersellini a sostituirlo con Mancini, che poco ha fatto vedere, sebbene pensassimo tutti che il Milan dovesse passare altri dispiaceri. Prima di metterlo in campo, Bersellini ha detto qualcosa a Mancini che ovviamente non ho potuto sentire: peró ho visto la grinta del tecnico ed ho capito perchè Mancini non goda i suoi favori: si porta in giro una soma di quattro miliardi: troppo greve per quello che riesce a mostrarci.
Al cospetto della Samp, il Milan si è confermato modesto, se non povero. Hanno avuto peso le assenze per quel che ho detto dei rilanci di Agostino Di Bartolomei: ricordo peró che persino l'Inter era riuscita a mettere insieme cinque-sei palle-gol davanti a Terraneo. Va bene il gioco dell'offside, ma anche gli avversari possono giocare sul tempo e andarsene in spazi assai convenienti. Fra i due moduli detti a zona, quello della Samp mi è sembrato più pratico: infatti era misto: certe vigilanze sull'uomo erano continue. Per la seconda finale, in programma domani a Marassi, Bersellini non potrà disporre di Francis, che lamenta una lacerazione inguinale e guarirà di certo in tempi lunghi. Mancini giocherà quindi a fianco di Vialli, del quale mi hanno incantato il coraggio e l'intraprendenza. Mancheranno anche il sampdoriano Galia e il milanista Verza, squalificati.
Il Milan ritroverà Di Bartolomei e sarà facilitato dalla tattica forzatamente difensiva. Toccherà infatti alla Samp il compito di impostare il gioco e quindi sarà il Milan a poterlo contrare. Questa sola considerazione giustifica le residue speranze del Milan, apparso nettamente inferiore nella parte contraria (cioè il Milan a costruire e la Samp a contrare in agevoli spazi). La seconda finale di Coppa va dunque attesa con l'interesse che si meritano le due squadre: la magnifica Samp di Bersellini, autentico maestro del calcio all'italiana, e il coraggioso Milan di Liedholm, che ha vinto troppo per non indurre a pensare che possa vincere ancora.''
Qui il link all'articolo
http://www.repubblica.it/2009/05/rubric ... -samp.html