Mavco Pizellonio ha scritto:zio ha scritto:converrai allora che l'uomo nero lo abbiamo confinato nella cantina o nel ripostiglio.
facciamo lo stesso coi hamikaze?
Zio quella del kamikaze è una tecnica di lotta. La domanda ''facciamo lo stesso coi kamikaze?'' non ha molto senso secondo me.
I kamikaze afghani non sono un male metafisico, sono ''tecnicamente'' dei partigiani. Se combattano o meno per la peggiore delle cause, è un altro discorso. Ma combattono
lì, all'interno di una situazione politica che va analizzata in
quel contesto. Se mi si viene a dire che i nostri militari devono stare lì per impedire ai kamikaze di venire sotto casa nostra ad ammazzarci, si sta smettendo di parlare di guerra o di politica, e si sta parlando dell'uomo nero. Si mescola confusamente la questione complessa ma ben definita di una guerra condotta su un territorio, e la paura collettiva dell'invasione islamica in occidente, con effetti grotteschi.
Nel ''pezzo'' scritto ''contro'' (ma fra virgolette norrin, in realtà ti voglio bene

) norrin , volevo solo riportare l'attenzione su questo fatto, molto semplice. Io potrei anche essere favorevole alla guerra in Afghanistan, e quel pezzo avrebbe lo stesso significato.
Vi invito inoltre (non te zio) a rinunciare alla facile retorica ''à la Feltri'' per cui chiunque abbia una posizione problematica su questa o quella guerra è un amico dei ''terroristi''. L'idea di civili che saltano per aria per la peggiore o la migliore delle cause fa a me lo stesso effetto che fa a voi.
mavco non credo che nessuno voglia/possa arginare il problema fra buoni e cattivi. tutti sanno che molto del terrorismo internazionale nasce da una risposta idiota e ideologica allo sfruttamento che il mondo occidentale ha fatto dei protettorati in medio oriente.
si sa anche che i terroristi, in primis i maestri delle scuole coraniche, hanno educato almeno tre generazioni di musulmani a guardare all'occidente come il nemico e il generatore di tutte le nefandezze e ingiustizie esistenti. si sa anche che questi cattivi maestri hanno educato e reclutato giovani, donne e bambini per farsi esplodere in maniera da eliminare maggiori nemici.
il passaggio da nemico a infedele è breve ed è consentito in una dottrina cristallizzata come quella musulmana, dove la storia non è il disvelarsi del mistero al suo popolo (nei cristiani il disegno della provvidenza) ma la conquista della vera fede del mondo.
nessuno nega che ci siano complessità interpretative di tutto questo complesso di fenomeni e che in ragione di questa complessità si siano fatti degli errori notevoli e spesso peccato di superficialità .
ora peró tu comprendi che alla parola Partigiano si associ un risvolto positivo, frutto della nostra esperienza e storia, cioè di colui che lotta e combatte per la libertà da una dittatura. ma qui i ruoli si invertono. perchè le dittature, i sultanati, il potere coercitivo ed esecutivo esercitato dal potere religioso sta dall'altra parte, proprio da coloro che han sempre governato quei popoli che prestano la vita dei propri giovani alla morte.
non ho visto nessun progresso teso al benessere del popolo nei sultanati, nessuna difesa della libera espressione per cui si possa a ragione dare e immolare la propria vita.
nessuno credo voglia mettere in discussione che gli occidentali hanno sempre tratto motivo di utilità da questi sultanati dispotici.
ma oggi poco vale quel relativismo culturale alla Levy' che ci porta a dire: lasciamoli stare, se vorranno diritti civili li conquisteranno autonomamente nel tempo. perchè vogliamo imporre la nostra civiltà sulla loro?
ecco, io non ho nessuna difficoltà a riconoscere che l'imporre qualcosa a qualcuno è sempre sbagliato, e meglio, molto meglio è affiancare affinchè questo possa decidere la miglior strada e forma politica e sociale per sè e per il suo popolo.
ma non ho nessunissimo dubbio a dire e proclamare che la nostra civiltà si presenta come quella più matura. come quella dove chiunque puó trovare rappresentanza e ospitalità . come quella al cui confronto le altre culture dovrebbero provare una sensazione di incompiutezza.
per questo e altro non chiameró mai un kamikaze partigiano o resistente.
proprio per quello che quelle parole hanno saputo costruire. proprio per quello contro cui quelle parole hanno combattuto.
proprio perchè quelle parole sono fatti e persone.
e poco importa qui adesso se eran rossi o bianchi.