[O.T.] ISLAM

Scatta il fluido erotico...

Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1

Messaggio
Autore
Avatar utente
Lonewolf
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 18759
Iscritto il: 06/11/2007, 16:25
Località: Nido dell'Aquila
Contatta:

#691 Messaggio da Lonewolf »

Scusa lone se non ho chiarito subito...ma ieri non avevo tempo, nè voglia di tornare sul forum...lo faccio oggi, prendendo la cosa un po' alla larga...

I ragazzi, come dicevo, appartengono alla Folgore...quasi tutti erano della caserma Bandini di Siena...ragazzi che qui vedi ovunque...in palestra, in piscina, correre per strada, andare a prendere i figli a scuola come broccolare le turiste d'estate in piazza del campo...insomma presenze familiari...per questo ieri sulla città  è calato un velo di mestizia..bandiere a mezz'asta ovunque e una sommessa processione verso la caserma per portare un omaggio silenzioso, per una preghiera veloce, una pacca sulla spalla...anche i bambini dei due asili di fronte alla caserma sembravano aver capito il momento perchè (magari istruiti dalle maestre) giocavano nel giardino aperto agli sguardi senza l'immancabile vocio festoso..presente anche una batteria di telecamere per i collegamenti di rito ma per fortuna senza i patiti del voyeurismo da tragedia o quelli che appena capiscono che c'è una telecamera si appostano per rubare un'nquadratura...ho partecipato anche io a questa cosa e fatto un giro di telefonate per accertarmi che nessuno tra i miei conoscenti o amici degli amici fosse tra quelli colpiti...come naturale..poi di sera mi sono messo davanti ala tv per vedere qualche servizio e seguire i dibattiti delle trasmissioni dedicate alla tragedia..

E ora vengo a chiarire quello che intendevo dicendo che i nostri militari sono ''inadeguati'' per affrontare situazioni del genere..
Per inadeguati non pensavo alla loro preparazione fisica o alla teoria bellica...neanche al fatto che non si aspettino di poter morire o affrontare sparatorie o attentati...questi sono parà ...quanto di meglio ci possa essere sotto questi aspetti...Peró sono anche ''ragazzoni'', padri di famiglia, gente ''comune'' che magari ha scelto l'esercito come una professione particolare, come un lavoro con cui dare un opportunità  di benessere alla propria famiglia...e molti, al di là  delle ipocrisie di facciata, scelgono di andare nelle missioni all'estero perchè sono ben retribuite e magari aiutano a estinguere il mutuo della casa...ma vanno in missione di peacekeeping...dove sanno di correre dei rischi ma non pensano certo di andare a fare guerra...soprattutto questa guerra ''sporca'' introdotta dal fondamentalismo islamico, che non si fa problemi di usare kamikaze o farsi scudo di civili inermi...ecco, vengo al nocciolo...se Israeliani e Statunitensi hanno ben impresso in mente il concetto che in guerra vale sempre il principio ''mors tua vita mea'' e non si fanno problemi di sparare tra la folla se pensano che in mezzo a quella si nascondono dei possibili terroristi, l'italiano no....per il soldato Usa o israeliano la morte di donne e bambini diventa un semplice ''danno collaterale''...il nostro soldato negli occhi del bambino afghano o palestinese vede gli occhi del suo bambino, quello che lo aspetta a casa...magari pensa a mettere le mani in tasca per cavarne qualche caramella e non che dietro quel bambino ci possa essere un kamikaze imbottito di tritolo...soldato italiano che, per certi versi, mi ricorda quello della ''guerra di piero''..che si ferma a pensare...e pensare in guerra, soprattutto in questa guerra ''sporca'', è qualcosa che non non ti puoi permettere...

Per questo, solo per questo, parlavo di ''inadeguatezza'' dei nostri militari alla nuova situazione che si è creata in Afghanistan...
Ok...è tutto chiaro.
Solo che sul discorso degli americani che non si fanno problemi a sparare sulla folla,puó anche essere vero...ma ricorda sempre cosa accadde in Somalia. Il disastro di quella missione fu anche perchè non erano preparati a fronteggiare un nemico subdolo che si nascondeva in mezzo alla gente civile affamamata. Piuttosto che sparare su donne e bambini,si sono fatti massacrare. Quindi non sempre è così.
Sull'israeliano che massacra i campi palestinesi...lì c'è anche un odio di fondo,che porta a travalicare i limiti (per carità ,labilissimi) della coscienza morale in guerra.

Avatar utente
Lonewolf
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 18759
Iscritto il: 06/11/2007, 16:25
Località: Nido dell'Aquila
Contatta:

#692 Messaggio da Lonewolf »

Dagli anni 80 in poi l'Italia ha avuto bisogno di essere costantemente presente in diverse zone calde ( e militare e politici l'hanno fatto volentieri perchè sono soldi che girano), ma l'opinione pubblica non era pronta ad accettare questo razionalmente, tutto il dibbattito sulla nostra presenza all'estero è infarcito di ipocrisie,emotività ,ecc. tutto tranne che analisi lucide.
Parlo di ipocrisie perchè se vuoi essere pacifista non ti vai ad infilare in Afghanistan,partecipi alle azioni di guerra, e poi a casa dici che sei più buono degli altri.
Svezia e Svizzera non partecipano a nessuna missione,non ammazzano nessuno,ma hanno delle forze armate cazzutissime che usano solo ed esclusivamente se attaccati.
Se viceversa vai all'estero in missione devi farlo con dignità ,assumendoti le responsabilità  e comportandoti di conseguenza.
Nel fatto che l'Italia sia stata impegnata spesso in zone calde negli ultimi anni e sul fatto che non si disimpegni rapidamente quando le cose cominciano a precipitare,io ci vedo anche un inconscio bisogno di dimostrare qualcosa. Di dimostrare che non siamo i voltagabbana inaffidabili che ci dipingono dopo gli eventi della seconda guerra mondiale (un pó come dire...''hey,noi staremo al vostro fianco fino alla fine questa volta,qualunque cosa succeda'') e di dimostrare che non siamo un popolo di pizzettari mammoni che pensano solo a parassitare il prossimo.
Svizzera e Svezia da te citati...non hanno scheletri negli armadi.

Avatar utente
pan
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 19112
Iscritto il: 22/01/2005, 3:12
Località: Terronia settentrionale

#693 Messaggio da pan »

[quote:3313ef613e="lone wolf"] ...il nostro soldato negli occhi del bambino afghano o palestinese vede gli occhi del suo bambino, quello che lo aspetta a casa...magari pensa a mettere le mani in tasca per cavarne qualche caramella e non che dietro quel bambino ci possa essere un kamikaze imbottito di tritolo...soldato italiano che, per certi versi, mi ricorda quello della ''guerra di piero''..che si ferma a pensare...e pensare in guerra, soprattutto in questa guerra ''sporca'', è qualcosa che non non ti puoi permettere...

Per questo, solo per questo, parlavo di ''inadeguatezza'' dei nostri militari alla nuova situazione che si è creata in Afghanistan...[/quote:3313ef613e]



Ancora con questa favola degli italiani brava gente ???

Solo a volerci limitare al periodo fascista:

Area africana

Angelo Del Boca, Gli Italiani in Libia, (I e II vol.), Laterza Bari 1988, Oscar Mondadori, Milano 1994

Angelo Del Boca, I gas di Mussolini. Il fascismo e la guerra d'Etiopia, Editori riuniti, Roma 1996

Giorgio Rochat, L'impiego dei gas nella guerra d'Etiopia 1935-1936, in A. Del Boca, I gas di Mussolini. Il fascismo e la guerra d'Etiopia, Editori riuniti, Roma 1996

Gustavo Ottolenghi, Gli Italiani e il colonialismo. I campi di detenzione italiani in Africa, Sugarcoedizioni, Milano 1997

Angelo Del Boca, L'Africa nella coscienza degli italiani, Mondadori, Milano 2002

Mimmo Franzinelli, Quel silenzio sulle guerre, in Millenovecento n. 3 gennaio 2003, pp. 102-111.

Romano Canosa, Graziani. Il maresciallo d'Italia, dalla guerra d'Etiopia alla repubblica di Salò, Mondadori, Milano 2004

Eric Salerno, Genocidio in Libia le atrocità nascoste dell'avventura coloniale (1911-1931), Sugarco Edizioni, Milano 1979

Rodolfo Graziani, Cirenaica pacificata, Mondadori, Milano 1932.

Rodolfo Graziani, Il fronte sud, Mondadori, Milano 1938

Andrea Semplici, La strage cancellata in Nigrizia

Matteo Dominioni, Lo sfascio dell'impero. Gli italiani in Etiopia 1936-1941, Laterza, Bari 2008


Area europea

Teodoro Sala, Occupazione militare e amministrazione civile nella "provincia" di Lubiana (1941-1943) in E. Collotti, T. Sala, G. Vaccarino, L'Italia nell'Europa danubiana durante la Seconda guerra mondiale, La nuova Italia, Firenze 1966

Pietro Brignoli, Santa messa per i miei fucilati. Le spietate rappresaglie italiane contro i partigiani in Croazia dal diario di un cappellano, Longanesi, Milano 1973

Enzo Collotti / Teodoro Sala, Le potenze dell'Asse e la Jugoslavia. Saggi e documenti 1941/1943. Feltrinelli, Milano 1974.

Giacomo Scotti, "Bono taliano" Gli italiani in Jugoslavia (1941-43), La Pietra, Milano 1977

USSME, Le operazioni delle unità italiane in Jugoslavia (1941-1943), Ministero della Difesa Stato Maggiore Esercito Ufficio Storico, Roma 1978

Teodoro Sala, 1939-1943. Jugoslavia "neutrale" e Jugoslavia occupata in "Italia contemporanea" n.138, 1980

Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia, Gli italiani sul fronte russo, De Donato, Bari 1982

Giacomo Scotti - Luciano Viazzi, Occupazione e guerra italiana in Montenegro, Mursia, Milano 1987

Tone Ferenc, La politica italiana nei Balcani, in AA.VV. L'Italia nella II guerra mondiale e nella Resistenza, F. Angeli, Milano 1988

Angelo Bendotti e altri, "Ho fatto la Grecia, l'Albania, la Jugoslavia...". Il disagio della memoria, in "Studi e ricerche di storia contemporanea", 1989

Stefano Bianchini - Francesco Previtera, 6 aprile 1941 L'attacco italiano alla Jugoslavia, Marzorati editore, Milano 1993

Tone Ferenc, La provincia "italiana" di Lubiana. Documenti 1941- 1942, Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, Udine 1994

Massimo Legnani (a cura di), Il ginger del generale Roatta. Le direttive della II armata sulla repressione antipartigiana in Slovenia e Croazia, in "Italia contemporanea" n. pp. 155-174

Marco Cuzzi, L'occupazione italiana della Slovenia (1941-1943), Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito, Roma 1998

Lidia Saltarelli, Il sistema di occupazione italiano in Grecia. Aspetti e problemi di ricerca, in Istituto milanese per la storia dell'età contemporanea, della resistenza e del movimento operaio, "Annali 5 Studi e strumenti di storia contemporanea", Franco Angeli, Milano 2000

Tone Ferenc, "Si ammazza troppo poco". Condannati a morte - ostaggi - passati per le armi nella provincia di Lubiana 1941-1943. Documenti, Istituto di Storia moderna, Ljubljana 1999

Tone Ferenc, Rab, Arbe, Arbissima. Confinamenti-rastrellamenti-internamenti nella provincia di Lubiana 1941-1943. Documenti, Istituto di Storia moderna, Ljubljana 2000

Davide Rodogno, Il nuovo ordine mediterraneo. Le politiche di occupazione dell'Italia fascista (1940-1943), Nuova cultura, 94 Bollati Boringhieri, Torino 2002

Alessandra Kersevan, Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943, Kappa Vu, Udine 2003

Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista 1919-1922, Mondadori, Milano 2003

Eric Gobetti, L'occupazione allegra. Gli italiani in Jugoslavia (1941-1943) Carocci, Roma 2007

Alessandra Kersevan, Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943, Nutrimenti 2008

Conti Davide, L'occupazione italiana dei Balcani. Crimini di guerra e mito della «brava gente» (1940-1943), Odradek, Roma 2008



E anche:

Fascist Legacy
di Ken Kirby, Gran Bretagna, 1989


Regia: Ken Kirby; consulenza storica: Michael Palumbo;
fotografia: Nigel Walters; montaggio: George Farley;
voce narrante: Michael Bryant.

Documentario prodotto e trasmesso dalla BBC in due puntate, l'1 e 8
novembre 1989, suscitando una protesta da parte dell'ambasciatore
italiano a Londra, un'interpellanza parlamentare e articoli apparsi su
tutti i maggiori quotidiani italiani (1). Successivamente è stato
acquistato dalla RAI che ne ha prodotto una versione italiana che non
è mai stata trasmessa.

Affronta il tema della rimozione dei crimini sistematicamente commessi
dall'Italia fascista nella costruzione del suo impero, in nome della
"superiore civiltà italica" e della sua "missione civilizzatrice", in
Africa (Libia, Etiopia, Somalia) e nei Balcani (Albania, Jugoslavia e
Grecia). Massacri di civili, distruzione di interi villaggi,
eliminazione delle élite intellettuali e politiche, uso di armi
chimiche, distruzione delle colture e del bestiame per ridurre alla
fame la popolazione, deportazioni e campi di concentramento con una
mortalità che arrivò sino al 50% degli internati. Una serie di orrori,
con un bilancio di morti, arrotondato per difetto, di 300.000 etiopi,
100.000 libici, 100.000 greci e 250.000 jugoslavi. (2)
La prima parte, intitolata A Promise Fulfilled (Una promessa
mantenuta), documenta questi crimini analizzando quanto avvenne in
Etiopia e Jugoslavia. Gli episodi e i luoghi più significativi di
questi crimini vengono ripercorsi affiancando alle immagini dell'epoca
il racconto di testimoni oculari e il commento di alcuni autorevoli
storici, fra cui Angelo Del Boca, Guido Rochat e lo jugoslavo Ivan
Kovacic.
La seconda, intitolata A Pledge Betrayed (Un'impegno tradito) illustra
le ragioni per cui i responsabili di quei crimini non furono mai
processati e incriminati, contrariamente agli impegni precedentemente
presi dagli Alleati, né si sviluppò mai un serio dibattito pubblico
che rielaborasse la memoria collettiva di tali eventi, rimasta così
ancora oggi abbandonata a un'ambigua mescolanza di rimozione e luoghi
comuni ereditati dalla propaganda auto-assolutoria del regime.

Basandosi principalmente sui documenti della Commissione ONU per i
crimini di guerra istituita nel 1943, lo storico Michael Palumbo
ricostruisce come Stati Uniti e Gran Bretagna al termine del conflitto
appoggiarono deliberatamente i tentativi di chi in Italia voleva
affossare le richieste di processare quei criminali di guerra italiani
che la stessa commissione ONU riconosceva come tali. Testimoni
dell'epoca, come il membro della Commissione ONU Marian Mushkat,
l'allora ministro degli esteri jugoslavo Leo Mattes, storici come
David Ellwood e Claudio Pavone, affiancano la documentazione fornita
da Palumbo nel far luce sulla motivazione fondamentale di questo
insabbiamento: condannare i criminali fascisti avrebbe messo in moto
in Italia un processo di epurazione che avrebbe indebolito il fronte
anticomunista, ritenuto essenziale nella logica della Guerra Fredda.
Così nessun criminale venne processato, molti continuarono anzi a
ricoprire alte cariche istituzionali. Contestualmente si orchestrò una
campagna d'opinione che diffuse quel mito del "bravo italiano" ben
rispecchiato anche nel cinema che ha affrontato queste vicende. Film
come "Mediterraneo" (1991), "I giorni dell'amore e dell'odio" (1999) e il
più recente "Il mandolino del Capitano Corelli" (2001) presentano tutti
un'immagine del soldato italiano vittima egli stesso e
costituzionalmente incapace di crudeltà .
Paradossalmente, il massacro di Cefalonia, cui gli ultimi due film
citati sono dedicati, venne a suo tempo insabbiato, come tante altre
stragi naziste in Italia, prima ancora che insorgesse l'esigenza di
non ostacolare il riarmo della Repubblica Federale Tedesca in funzione
del ruolo assegnatogli dal suo ingresso nella NATO, proprio per
evitare che questi processi potessero determinare un "effetto
boomerang", costituendo un precedente che legittimasse le richieste di
processare i criminali di guerra italiani avanzate da Jugoslavia ed
Etiopia. Così, dopo che nel 1953 la pubblicazione sulla rivista
"Cinema Nuovo" di una proposta di realizzare un film critico sul
comportamento dei soldati italiani in Grecia, che avrebbe dovuto
intitolarsi L'armata Sagapٍ, costò ai suoi promotori Guido Aristarco e
Renzo Renzi l'arresto e un processo di fronte a un tribunale militare,
un film italiano su questa pagina buia della nostra storia nei Balcani
attende ancora di essere fatto. Va ricordato infine come nei confronti
dell'Africa il cinema italiano sia riuscito a fare ben di peggio, se
si pensa a quel fortunato genere cinematografico di cui negli anni
Sessanta sono stati iniziatori Franco Prosperi e Gualtiero Jacopetti
con il loro Africa Addio (1966).
Un ultimo colpo di coda del razzismo colonialista, sferrato mentre era
in atto il processo di decolonizzazione. Un film peraltro prontamente
difeso da un autorevole custode della memoria italiana dell'avventura
africana come Indro Montanelli. Fra i critici di allora Alessandro
Galante Garrone, che in un suo articolo pubblicato su "Cinema Nuovo"
nel marzo del 1966, ne denunciava l'ideologia sintetizzandola con il
commento espresso all'uscita dei cinema da un suo spettatore ideale:
"Quelli sono popoli selvaggi. Avrebbero ancora bisogno di noi bianchi,
della nostra civiltà superiore".
Va sottolineato come la censura praticata nei confronti di questo
documentario, così come quella attuata dieci anni prima e tuttora
mantenuta nei confronti del film Omar Mukthar. Lion of the Desert (4),
che documentava la brutale repressione nei confronti della resistenza
libica all'occupazione fascista, vada inserita all'interno di quella
politica della memoria che và dalla storiografia defeliciana
all'attuale retorica della riconciliazione nazionale.

Avatar utente
Lonewolf
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 18759
Iscritto il: 06/11/2007, 16:25
Località: Nido dell'Aquila
Contatta:

#694 Messaggio da Lonewolf »

Vabbè Pan...forse era meglio scrivere che in guerra non ci sono i buoni e sono tutti cattivi,che ritirare fuori le ombre del passato.

Avatar utente
jhonnybuccia
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 6603
Iscritto il: 28/07/2007, 18:37

#695 Messaggio da jhonnybuccia »

pan non hai capito una mazza.

in questi giorni ci si puó solo commuovere e parlare bene degli eroi caduti per la patria.

verso metà  settimana prossima puoi riuppare il topic dalla terza pagine e criticare.

:)
incerto al 76%.

Avatar utente
norrin2007
Veterano dell'impulso
Veterano dell'impulso
Messaggi: 4266
Iscritto il: 11/09/2008, 12:17
Località: terronia

#696 Messaggio da norrin2007 »

jhonnybuccia ha scritto:pan non hai capito una mazza.
in questi giorni ci si puó solo commuovere e parlare bene degli eroi caduti per la patria.
non è mica vero... siamo in democrazia!
puoi anche commuoverti e parlare bene dei kamikaze afghani. ma questa tua solidarietà  non ti procurerà  nessuna ''immunità '', laddove uno di quei signori dovesse decidere di venire a farsi esplodere sotto casa tua.
"Nessun uomo è mai tanto grande come quando è in ginocchio davanti a Dio." (B. Pascal)
"Vi è una sola cosa peggiore dell'ingiustizia: la giustizia senza la spada in mano. Quando il diritto non è la forza è male." (O. Wilde)
"io so' 'n gueriero che sta riposanno dopo che ha rivortato mezzo monno. ma ormai c'ho er doppio petto e la cravatta, 'ndo voi che vada..." (F. Califano)
"sta diventando morale tutto ciò che ci conviene. praticamente, un affare." G. Gaber

Avatar utente
Mavco Pizellonio
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 10827
Iscritto il: 04/03/2007, 19:19
Località: Fortezza Bastiani

#697 Messaggio da Mavco Pizellonio »

norrin2007 ha scritto:
jhonnybuccia ha scritto:pan non hai capito una mazza.
in questi giorni ci si puó solo commuovere e parlare bene degli eroi caduti per la patria.
non è mica vero... siamo in democrazia!
puoi anche commuoverti e parlare bene dei kamikaze afghani. ma questa tua solidarietà  non ti procurerà  nessuna ''immunità '', laddove uno di quei signori dovesse decidere di venire a farsi esplodere sotto casa tua.
Perchè notoriamente il kamikaze è kamikaze nella sua essenza. Anche quando non ha una forza di occupazione nel suo paese da combattere lui deve uccccidere. Sente una voce nella testa che dice ''د!ولت!دولت!دولت" (''uccidi! uccidi! uccidi!'') e lui non ci sono cazzi, deve uccidere. E allora prende l'aereo e raggiunge Busto Arsizio, viene sotto casa TUA e si fa esplodere. E allora bisogna fermarlo. CAZZO fermate quell'afghano su quell'aereo.

Solo due categorie di cattivoni fa così: il kamikaze afghano e l'uomo nero. Cioè, cattivi dentro, che ti cagano il cazzo perchè non hanno di meglio da fare. Ma il kamikaze parla in quella maniera così incomprensibile! E poi gridano sempre. Magari ti sta offrendo una sigaretta o facendo un complimento, e sembra sempre che tu gli abbia offeso gli antenati e che per questo tu e i tuoi antenati dobbiate morire. Quindi comunque meglio l'aplomb e la diabolica discrezione di un uomo nero che si, ti ruba il bambino, ma lo tiene solo un anno e poi te lo riporta.
Il mio stile è vecchio
come la casa di Tiziano
a Pieve di Cadore

Avatar utente
Lonewolf
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 18759
Iscritto il: 06/11/2007, 16:25
Località: Nido dell'Aquila
Contatta:

#698 Messaggio da Lonewolf »

Mavco Pizellonio ha scritto:
norrin2007 ha scritto:
jhonnybuccia ha scritto:pan non hai capito una mazza.
in questi giorni ci si puó solo commuovere e parlare bene degli eroi caduti per la patria.
non è mica vero... siamo in democrazia!
puoi anche commuoverti e parlare bene dei kamikaze afghani. ma questa tua solidarietà  non ti procurerà  nessuna ''immunità '', laddove uno di quei signori dovesse decidere di venire a farsi esplodere sotto casa tua.
Perchè notoriamente il kamikaze è kamikaze nella sua essenza. Anche quando non ha una forza di occupazione nel suo paese da combattere lui deve uccccidere. Sente una voce nella testa che dice ''د!ولت!دولت!دولت" (''uccidi! uccidi! uccidi!'') e lui non ci sono cazzi, deve uccidere. E allora prende l'aereo e raggiunge Busto Arsizio, viene sotto casa TUA e si fa esplodere. E allora bisogna fermarlo. CAZZO fermate quell'afghano su quell'aereo.

Solo due categorie di cattivoni fa così: il kamikaze afghano e l'uomo nero. Cioè, cattivi dentro, che ti cagano il cazzo perchè non hanno di meglio da fare. Ma il kamikaze parla in quella maniera così incomprensibile! E poi gridano sempre. Magari ti sta offrendo una sigaretta o facendo un complimento, e sembra sempre che tu gli abbia offeso gli antenati e che per questo tu e i tuoi antenati dobbiate morire. Quindi comunque meglio l'aplomb e la diabolica discrezione di un uomo nero che si, ti ruba il bambino, ma lo tiene solo un anno e poi te lo riporta.
non è che gli attentati esistono solo da dopo il conflitto in Afghanistan...Bastasse lasciarli tutti nei loro buchi del cazzo a Tora Bora o nelle tende nel deserto,avremmo risolto il problema. Ognuno a casa propria e basta...Ma com'è che non ci avevamo pensato prima? Magari nuclearizziamo Israele così eliminiamo anche l'ultima scusa che potrebbero avere e tutti vissero felici e contenti.

Avatar utente
Gerda
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 14928
Iscritto il: 16/01/2008, 9:24

#699 Messaggio da Gerda »

norrin2007 ha scritto:
Gerda ha scritto:
Lonewolf ha scritto:
duck65 ha scritto:http://www.video.mediaset.it/mplayer.ht ... &from=link

...un solo commento: con una madre cosi', povera Saana, forse non e' stato cosi' tragico aver terminato la tua esistenza terrena...
...cazzo che vomito...

ad maiora
Che gente di merda. Ma come si fa a considerarli civili,sti merdoni? Legargli i coglioni con il filo da pesca e appenderlo ad un lampione.
in questo modo non potremmo considerarci civili neanche noi..
è la solita vecchia storia, gerda... in teoria non hai tutti i torti, ma tu cosa suggerisci? ...uno scappellotto, e in ginocchio sui ceci?
non sono un avvocato ma suggerirei quello che suggerisce il codice penale in caso di omicidio.. perchè di questo trattasi

possiamo stare ore ed ore a discutere sui ma, sui perchè, sui come
anche io non capisco come si faccia ad uccidere una ragazza con queste motivazioni
ma sempre di omicidio si tratta

ci sdegnamo e scandalizziamo quando vediamo una ragazza islamica uccisa dai parenti perchè voleva semplicemente ''occidentalizzarsi'' ma poi non muoviamo un dito o non diciamo una parola quando una ragazza o donna occidentale viene uccisa dal marito geloso che poi uccide i figli e alla fine si spara.. rimaniamo semplicemente indifferenti, tanto è la normalità !!

quanti casi come quello descritto sopra avvengono in italia?? decine, forse centinaia..
qual'è la differenza con il caso di saana?? nessuna.. è omicidio

da una parte abbiamo la pazzia indotta dal fanatismo religioso
dall'altra abbiamo la pazzia indotta dalla gelosia

sempre di pazzia stiamo parlando.. sempre di omicidio si tratta


opinione personale naturalmente non condivisibile, ci mancherebbe
peró, nei limiti del possibile, cerco di essere coerente con me stesso..
"Gli amici del campetto
passati dalle Marlboro direttamente all'eroina
alla faccia delle droghe leggere"

Avatar utente
zio
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 14991
Iscritto il: 10/08/2004, 18:37

#700 Messaggio da zio »

Mavco Pizellonio ha scritto:
norrin2007 ha scritto:
jhonnybuccia ha scritto:pan non hai capito una mazza.
in questi giorni ci si puó solo commuovere e parlare bene degli eroi caduti per la patria.
non è mica vero... siamo in democrazia!
puoi anche commuoverti e parlare bene dei kamikaze afghani. ma questa tua solidarietà  non ti procurerà  nessuna ''immunità '', laddove uno di quei signori dovesse decidere di venire a farsi esplodere sotto casa tua.
Perchè notoriamente il kamikaze è kamikaze nella sua essenza. Anche quando non ha una forza di occupazione nel suo paese da combattere lui deve uccccidere. Sente una voce nella testa che dice ''د!ولت!دولت!دولت" (''uccidi! uccidi! uccidi!'') e lui non ci sono cazzi, deve uccidere. E allora prende l'aereo e raggiunge Busto Arsizio, viene sotto casa TUA e si fa esplodere. E allora bisogna fermarlo. CAZZO fermate quell'afghano su quell'aereo.

Solo due categorie di cattivoni fa così: il kamikaze afghano e l'uomo nero. Cioè, cattivi dentro, che ti cagano il cazzo perchè non hanno di meglio da fare. Ma il kamikaze parla in quella maniera così incomprensibile! E poi gridano sempre. Magari ti sta offrendo una sigaretta o facendo un complimento, e sembra sempre che tu gli abbia offeso gli antenati e che per questo tu e i tuoi antenati dobbiate morire. Quindi comunque meglio l'aplomb e la diabolica discrezione di un uomo nero che si, ti ruba il bambino, ma lo tiene solo un anno e poi te lo riporta.
converrai allora che l'uomo nero lo abbiamo confinato nella cantina o nel ripostiglio.
facciamo lo stesso coi hamikaze?

Avatar utente
Mavco Pizellonio
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 10827
Iscritto il: 04/03/2007, 19:19
Località: Fortezza Bastiani

#701 Messaggio da Mavco Pizellonio »

zio ha scritto:converrai allora che l'uomo nero lo abbiamo confinato nella cantina o nel ripostiglio.
facciamo lo stesso coi hamikaze?
Zio quella del kamikaze è una tecnica di lotta. La domanda ''facciamo lo stesso coi kamikaze?'' non ha molto senso secondo me.

I kamikaze afghani non sono un male metafisico, sono ''tecnicamente'' dei partigiani. Se combattano o meno per la peggiore delle cause, è un altro discorso. Ma combattono , all'interno di una situazione politica che va analizzata in quel contesto. Se mi si viene a dire che i nostri militari devono stare lì per impedire ai kamikaze di venire sotto casa nostra ad ammazzarci, si sta smettendo di parlare di guerra o di politica, e si sta parlando dell'uomo nero. Si mescola confusamente la questione complessa ma ben definita di una guerra condotta su un territorio, e la paura collettiva dell'invasione islamica in occidente, con effetti grotteschi.

Nel ''pezzo'' scritto ''contro'' (ma fra virgolette norrin, in realtà  ti voglio bene :)) norrin , volevo solo riportare l'attenzione su questo fatto, molto semplice. Io potrei anche essere favorevole alla guerra in Afghanistan, e quel pezzo avrebbe lo stesso significato.

Vi invito inoltre (non te zio) a rinunciare alla facile retorica ''à  la Feltri'' per cui chiunque abbia una posizione problematica su questa o quella guerra è un amico dei ''terroristi''. L'idea di civili che saltano per aria per la peggiore o la migliore delle cause fa a me lo stesso effetto che fa a voi.
Il mio stile è vecchio
come la casa di Tiziano
a Pieve di Cadore

Avatar utente
jhonnybuccia
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 6603
Iscritto il: 28/07/2007, 18:37

#702 Messaggio da jhonnybuccia »

pisellonio il kamikaze è una tecnica da infami.

il risultato è lo stesso ma abbattere il nemico alla baionetta guardandolo negli occhi ha un'altra dignità  morale.
incerto al 76%.

Avatar utente
balkan wolf
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 32697
Iscritto il: 07/07/2003, 23:26
Località: Balkan caverna
Contatta:

#703 Messaggio da balkan wolf »

piz se l'attentato sucida è una normale tecnica di lotta allora lo sono anche le rappresaglie sui civili e la tortura no?

la verità  è che essendo noi delle democrazie abbiamo il freno a mano tirato in guerra per via del dissenso interno al contrario dei barbari che possono fare quel cazzo che gli pare

quanto all'utilità  della pressione a casa loro anche in funzione di indebolimento della rete terroristica non la penso come te ... se li lasci in pace si organizzano meglio e di conseguenza la probabilità  di fare attentati sul nostro territorio aumenta

add

concordo col buzza e rilancio pure

il kamikaze è uno sfigato che non sapendo combattere gioca facile ... uno con le palle fa sabotaggio e guerriglia mica si fa esplodere come un coglione
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke

Avatar utente
Mavco Pizellonio
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 10827
Iscritto il: 04/03/2007, 19:19
Località: Fortezza Bastiani

#704 Messaggio da Mavco Pizellonio »

jhonnybuccia ha scritto:pisellonio il kamikaze è una tecnica da infami.

il risultato è lo stesso ma abbattere il nemico alla baionetta guardandolo negli occhi ha un'altra dignità  morale.
Ma è una tecnica. Ce ne sono tante che non consentono di guardare in faccia il nemico, o che causano la morte di civili.

I pezzenti si fan esplodere perchè sono dei pezzenti, chi ha i mezzi usa bombardamenti su larga scala.

Non ho certo inteso fare un'apologia del kamikaze.

(e maledizione a me e a quando ho messo piede in questo topic del cazzo)
Il mio stile è vecchio
come la casa di Tiziano
a Pieve di Cadore

Avatar utente
Steiner74
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 5124
Iscritto il: 08/10/2007, 17:52
Località: Venta Quemada
Contatta:

#705 Messaggio da Steiner74 »

balkan wolf ha scritto: quanto all'utilità  della pressione a casa loro anche in funzione di indebolimento della rete terroristica non la penso come te ... se li lasci in pace si organizzano meglio e di conseguenza la probabilità  di fare attentati sul nostro territorio aumenta
Non sono d'accordo. La probabilità  di un attentato in occidente aumenta o diminuisce sulla base di altri fattori.

La possibilità  di organizzarsi meglio o peggio, se lasciati in pace (o messi ''sotto pressione'') non mi sembra determinante, in questo senso.
"Sono un uomo estetico asmatico linfatico cosmetico amo la Libia la fibbia delle scarpine delle donnine cretine sono disinvolto raccolto assolto per inesistenza di reato ho una speciale predilezione per la fanciulla del vespro il Polo Nord la carta moschicida."
http://www.youtube.com/watch?v=AHMiP_qQXKI

Rispondi

Torna a “Ifix Tcen Tcen”