Moana che avrebbe ...anni nel 2001

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alvaro il kebabaro
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#16 Messaggio da alvaro il kebabaro »

era una sigla bellissima, in effetti.
da quel che ho capito sul tubo non c'è, vero?
il fatto è che non ricordo neanche quale emittente la trasmettesse, altrimenti potresti chiedere a loro

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Confessor
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#17 Messaggio da Confessor »

Sul tubo non ci puó essere perchè conteneva scene di nudo. La trasmissione veniva trasmessa da reti locali sparse su tutt'Italia...è difficile sapere chi abbia ancora le registrazioni o i diritti. Comunque la sigla era fantastica, durava quasi più del programma stesso...

alvaro il kebabaro
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#18 Messaggio da alvaro il kebabaro »

Confessor ha scritto:Sul tubo non ci puó essere perchè conteneva scene di nudo. La trasmissione veniva trasmessa da reti locali sparse su tutt'Italia...è difficile sapere chi abbia ancora le registrazioni o i diritti. Comunque la sigla era fantastica, durava quasi più del programma stesso...
mettiamoci in mente
che questo amore, non serve
che non è un mito, non è niente
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di far l'amore con un uomo straniero...


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boss
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#19 Messaggio da boss »

io continuo a cercare sui siti, certo mi sa che è un'impresa molto ardua!

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JoaoTinto
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Re: Moana che avrebbe ...anni nel 2001

#20 Messaggio da JoaoTinto »

Aedi, l'epica di Moana
Roma 24 febbraio 1985
(...) Più o meno a questo punto avevano suonato il campanello ed era comparsa sulla porta una apparizione in jeans e maglietta così aderenti che sembravano una emanazione della pelle e destinati a coprire un corpo che pareva la caricatura di una bellissima ragazza. Senza dire una parola la comparsa si era sdraiata per terra davanti al televisore lasciando la schiena rivolta verso di noi. Erano i giorni che Federico Fellini mostrava in non ricordo che film l’immagine di tre fondoschiena di ragazze come esempio di come deve essere un fondoschiena per essere il meglio dei fondoschiena. Era chiaro che il fondoschiena di questa splendida ragazza era uno dei tre proiettati sul video e di nuovo era stata Adriana a risolvere il problema, gridando felice: «Ma tu sei Moana!» (e voleva dire Moana Pozzi), senza suscitare l’entusiasmo che aveva prodotto col suo couscous ma attirando sulla dolce Moana l’attenzione e soprattutto la simpatia di tutti. La ragazza aveva risposto col suo sorriso contagioso alla nostra ammirazione e il prince charmant del caseggiato si era immediatamente messo al suo servizio facendole una corte da manuale che Moana accettava senza stonature ma senza parlare.
Questa storia era continuata per circa tre quarti d’ora mentre noi mangiavamo il couscous distraendoci un po’ dai due innamorati e a questo punto Moana si era alzata per andare via. Le avevo chiesto: «Ma come fai a mettere i calzoni così aderenti?» e mi aveva risposto: «Li metto bagnati e aspetto che mi si asciughino addosso». Con questo messaggio si era accomiatata; e con questo messaggio era cominciata la mia amicizia con questa deliziosa creatura, durata fino alla sua morte troppo precoce e veramente troppo atroce.
Ero diventata sua amica; poi lei si era fidanzata con Alberto, uno studente di architettura padrone di un ristorante della piazza e la incontravo lì alla mattina quando mi sedevo nella loro terrazza a far finta di mangiare qualcosa per il lunch. Non aveva mai smesso di darmi del lei nonostante le mie insistenze e non aveva mai accettato di sedersi al mio tavolo: «Lei è una signora», mi diceva. Mi aveva raccontato, ed era vero, che suo padre aveva un enorme laboratorio farmaceutico e quando si era laureata in chimica le aveva assegnato il tavolo di direzione di un reparto, ma un’impiegata anziana le aveva fatto vedere, calcoli alla mano, tutto quello che avrebbe guadagnato, calcolando gli scatti dell’anzianità nel giro di trent’anni. Moana si era messa a piangere e, mi aveva raccontato, l’indomani aveva incontrato per caso Riccardo Schicchi e aveva accettato il suo invito a farsi vedere spogliata davanti alle macchine fotografiche. «A me piaceva vedermi nuda» mi aveva detto con quel suo visino da bambina buona e «Riccardo Schicchi in dieci giorni mi aveva fatto guadagnare il triplo di quello che avrei guadagnato in trent’anni secondo i calcoli di quella brava signorina».
La sua mi era sembrata veramente una storia esemplare e mi ero molto rammaricata di non avere più l’età per poterla imitare. Tutto sommato il rispetto che circondava Moana era molto maggiore di quello che mi dimostravano i miei cosiddetti colleghi universitari; ma non intendo fare confronti, intendo soltanto celebrare la grazia, l’eleganza, l’innocenza di questa ragazza così brava a comportarsi in due giri sociali così diversi quali erano quello di suo padre e quello di Schicchi. Ci incontravamo quasi ogni giorno al ristorante di Alberto, quando lei tardava Alberto diventava nervoso e lasciava cadere i piatti per terra, finché un giorno era comparsa con un vestito così rosso che era impossibile immaginarne uno più rosso, così scollato, così aderente, così da sera, che sembrava appena uscito da una fotografia di alta moda. Non ho mai saputo che cosa festeggiasse, ma l’aria estatica di Alberto mi faceva pensare il meglio. Spero che quando è morta, con la mamma vicino che l’accontentava quando le diceva piangendo: «Mammina, ho freddo, scaldami i piedini», la mamma le abbia fatto indossare piangendo come lei, con lo stesso amore, quel vestito rosso che le stava così bene.
http://www.corriere.it/cultura/10_marzo ... aabe.shtml
Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]

I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]

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