Topiccone del papero, anche troppo grande oserei dire.
Contraddico quest'affermazione riassumendo la condizione giovanile in poche righe...
Esistono due tipi di giovani nullafacenti, quelli che non vogliono fare un cazzo e stanno bene nel non fare un cazzo, e quelli che non fanno un cazzo e stanno malissimo in questa condizione di accidia, odio per sè stessi e profondo attaccamento alla vita (leggi: malessere nel vederla irrealizzata).
Mi soffermo sulla seconda categoria.
Fondamentalmente si tratta di impotenza esistenziale, di immobilità fisica e mancanza di energia mentale. Le poche energie mentali sono tutte impiegate nell'attività di produzione di continue giustificazioni, asservite alla procrastinazione delle azioni della vita quotidiana, dalle più semplici, sulle quali in fondo si basano anche i progetti più complessi, alle più importanti.
Risultato? non si cresce, non ci si evolve, non ci si prepara, non ci si professionalizza, non si vincono le paure, ci si confronta con il prossimo e ci si vede sempre sconfitti. L'ultima frase è importantissima, perchè racchiude un concetto centrale.
infatti l'elemento importante di questa immobilità è l'arroganza. Direte voi, come è possibile che una persona che si lagna giorno per giorno di essere sfigata, sfortunata, che ha tutto contro, che non riesce a fare niente, che ha paura di fare tutto, sia arrogante?
E' arrogante perchè pretende di ottenere dei risultati anche senza fare un cazzo, come per diritto divino, come un bambino, anzi una bambina, che strepita e tira i pugni sul tavolo per ottenere una cosa. Un infante mai cresciuto che vuole ottenere chissà cosa senza sforzo, come se lui lo meritasse più degli altri, e affibbia agli altri le proprie colpe, perchè lui no, non ne ha. Il mondo sono cattivi.
Tra le affermazioni frustrate di molti di quelli che sono intervenuti nel topic, urlando dei medioevali "al rogo al rogo", si legge un fondo di verità . La disciplina ferrea puó risolvere determinati problemi. Ma è soltanto un fondo di verità , perchè la disciplina deve essere asservita ad un progetto, per usare un ossimoro più che progetto direi "sogno concreto". Dico sogno concreto perchè i sogni del procrastinatore sono soltanto masturbazioni mentali volte a rasserenare i momenti successivi alle dirette manifestazioni di fallimento.
Come un pó il continuo lagnarsi insomma. Quest'attività ha il compito di cercare appigli esterni, di sfogarsi, ma ha come risultato uno sfogo estremamente effimero e, cosa gravissima, il suscitare antipatia, e col tempo odio, nelle persone che ascoltano queste lagne... Questo proprio per il concetto di prima dell'arroganza. Quindi nelle parole di uno che dice "sono una merda", io potrei leggere "sono un Dio a cui è stato tolto il trono ingiustamente".
Insomma secondo me tutto ció è mancanza di adultività che puó portare solamente a rimanere in questo stato fino al suicidio, che non avverrà mai, causa procrastinazione.
Si puó risolvere soltanto recuperando il contatto con la realtà , lanciandosi in determinate esperienze, spostando quanto basta il centro di sè stessi dai pensieri fini a sè stessi alle azioni...
Si puó risolvere accettando di soffrire, perchè questo fa diventare uomini, e un uomo crede in sè stesso, è capace di elaborare "sogni concreti" e asservire la disciplina alla loro realizzazione, senza mai perdere di vista il fattore ex-abruptus che potrà portarlo su strade completamente diverse, e senza mai perdere di vista il proprio carattere, accettandolo e lentamente imparando a convivere con sè stesso.
Un bambino ha paura e non fa niente, sta male e piange, un uomo sa cosa vuol dire la paura, impara a gestirla e ne trae il meglio.
Insomma miei cari 40enni, 50enni e 60enni, avete creato un mondo di merda per i vostri figli, c'è da ringraziarvi, chi ce la farà a diventare uomo diventerà più uomo di quanto voi non siate mai stati.
