done... se uno va in panchina, significa che puó giocare. magari non tutti i 90, ma è in condizioni di giocare. poi, tenere in campo bianchi e sostituire stellone è un oltraggio al gioco del calcio...donegal ha scritto:Abate è KO da due settimane, domenica aveva ancora la febbre: uno prezioso come lui l'avrebbe fatto sicuramente giocare, non è stato un capriccio.norrin2007 ha scritto: appunto... come cazzo si fa tenere in campo uno come bianchi ed in panchina uno come abate?ah... camolese!
Certo non sarebbe entrato al posto di Bianchi, poichè quest'ultimo è una punta e l'altro il centrocampista che gli deve pennellare i cross dalla fascia, di cui tanto ha bisogno. Che poi Bianchi abbia giocato male, è un altro paio di maniche.
[O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
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"Vi è una sola cosa peggiore dell'ingiustizia: la giustizia senza la spada in mano. Quando il diritto non è la forza è male." (O. Wilde)
"io so' 'n gueriero che sta riposanno dopo che ha rivortato mezzo monno. ma ormai c'ho er doppio petto e la cravatta, 'ndo voi che vada..." (F. Califano)
"sta diventando morale tutto ciò che ci conviene. praticamente, un affare." G. Gaber
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tutto falso ed errato, dalla prima all'ultima parolaGaiusBaltar ha scritto:EUROCALCIO (IN CULO) - Inghilterra, Italia e Spagna viaggiano verso lA BANCAROTTA - MANCHESTER RECORD: 960.3 € DI DEBITI! (I PROBLEMI SONO I COSTI DEI CALCIATORI) – SOLUZIONI INGLESI, VAGHEZZA SPAGNOLA, STADI E TAGLIO INGAGGI per GLI ITALIANI...
Lello Naso per "Il Sole 24 Ore"
Il cambio di governance della Lega italiana con la separazione della Serie A dalla B era ormai indifferibile. In tutta Europa il pallone si sta sgonfiando e il mondo del calcio è più preoccupato a contabilizzare debiti e minusvalenze che ad archiviare crescite di fatturato a ritmi esponenziali. Secondo gli analisti le perdite 2008 in Inghilterra, Italia e Spagna viaggiano verso il miliardo.
Nel Regno Unito una commissione parlamentare d'indagine formata da rappresentanti di tutti i partiti ha appena terminato i suoi lavori. La conclusione è lapidaria: senza una profonda riforma, il sistema inglese rischia di collassare travolto dai debiti, 2,79 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi nei confronti dei proprietari stessi dei club. Solo il Manchester United campione d'Europa e d'Inghilterra in carica, la squadra dei record in piena corsa per bissare le vittorie in campionato e Champions League, mette a bilancio 960,3 milioni di euro di debiti.
La raccomandazione numero uno della commissione riguarda proprio la governance e il debito: la nuova Premier League dovrà dotarsi di un sistema di licenze e dovrà considerare il debito non in funzione dei proprietari pro tempore, ma delle capacità dei club stessi di generare reddito e utili.
Tradotto: il sistema non puó dipendere dagli umori e dalle ricchezze della famiglia americana Blazer, proprietaria (e creditrice) del Manchester United, del magnate russo Roman Abramovich, proprietario e creditore del Chelsea, degli sceicchi di Abu Dhabi, proprietari e creditori del Manchester City e via debitando. «Soprattutto - sono parole della commissione - in un momento in cui la recessione potrebbe condizionare la capacità patrimoniale dei proprietari dei club».
Eppure il sistema inglese è considerato il più solido, il meglio organizzato. La Premier ha una struttura esemplare di gestione e marketing, i club hanno stadi di proprietà che riempiono tutte le settimane (13,8 milioni di spettatori nel 2007-2008, il record di tutti i tempi per un campionato), le squadre trionfano nelle competizioni internazionali (tre delle quattro semifinaliste della Champions- Arsenal, Chelsea e Manchester United - erano inglesi), gli introiti sono equilibrati e ben distribuiti tra diritti tv, botteghino, merchandising.
Le squadre, pur indebitate, sono al centro degli appetiti di gruppi internazionali, ultimo l'Arsenal conteso dall'americano Stan Kroenke e dall'anglo-uzbeko Alisher Usmanov. Che cosa non funziona, allora? Una sola cosa, ma grande come una montagna: i costi impazziti con gli acquisti folli dei calciatori e il pagamento d'ingaggi multimilionari.
Negli ultimi dieci anni la Premier League è diventata la Mecca degli ingaggi, cui sono destinati il 65% dei 2,2 miliardi d'introiti delle società . Ma qualcosa, forse, sta cambiando: sei mesi fa il Manchester City offriva al Milan 110 milioni di euro per Kakà e oltre 100 (lordi) al calciatore per un ingaggio di cinque anni; oggi il Manchester United valuta se riscattare l'argentino Tevez per 22 milioni di euro, un prezzo giudicato esoso.
Anche i ricchi cominciano a guardare il bilancio, come auspica la stessa commissione d'indagine parlamentare: «La licenza per partecipare ai campionati, come in Germania, dovrebbe essere concessa solo ai club che chiudono il bilancio in pareggio».
In Spagna, invece, nonostante la situazione disastrosa dei conti, si continua a parlare di acquisti e ingaggi. Dei debiti, i club sembrano preoccuparsi meno. Dovrebbero, perchè i dati dei bilanci societari appena diffusi dipingono una situazione della Liga prefallimentare. L'anno scorso il debito complessivo dei club spagnoli ammontava a 3,5 miliardi di euro. In testa il Real Madrid (562 milioni) seguita da Atletico Madrid e Valencia. Poi il Barcellona, in testa alla classifica del campionato e in finale di Champions, con un debito di 439 milioni.
A Madrid e dintorni, di austerity non si parla: il club, governato da un azionariato diffuso, dopo uno scandalo che ha azzerato i precedenti vertici, ha convocato un'assemblea straordinaria dei soci che riporterà alla presidenza il costruttore Florentino Perez, artefice del Real Madrid dei "Galacticos" (le grandi star come Zidane, Figo, Ronaldo, Beckham) e dell'esplosione della spesa.
Per vincere le elezioni Perez promette ancora grandi colpi: Kaka? Ibrahimovic? Cristiano Ronaldo? Ribery? Certo non a prezzi da saldo. Anche perchè il debito non è in cima alle sue preoccupazioni. Ma se non contiene i costi, alla lunga anche al Real non basterà essere diventata la società più ricca del mondo (366 milioni di fatturato nel 2008). Se le merengues scialano, tutta la Liga è costretta a seguirla, con i costi che lievitano e le società che arrivano sull'orlo del fallimento.
Soprattutto se, in un periodo di recessione, gli stadi non sono più così pieni, gli sponsor valutano con attenzione prima di mettere il loro nome sulla maglia di una squadra e sui cartelloni a bordo campo.
La litania dei conti in rosso delle società sponsor e fornitrici del calcio è lunghissima. Sarebbe superfluo farla: da Aig, main sponsor del Manchester United (17,7 milioni di euro l'anno per i diritti di maglia), all'Adidas, che ha annunciato nel primo trimestre del 2009 l'azzeramento dei profitti con una contrazione del 2% del fatturato.
L'Adidas, occorre ricordarlo, è sponsor e fornitrice di Chelsea, Liverpool, Bayern Monaco, Milan, Ajax, Real Madrid. Impensabile credere che non ci siano ripercussioni. Secondo le stime degli analisti, nel 2008-2009, in Europa le sponsorizzazioni dovrebbero perdere solo il 2%, anche se le previsioni per il futuro non sono rosee.
«Tutto sommato- dice Michele Uva, direttore generale di Sport Markt- le sponsorizzazioni tengono. Certamente le aziende diventeranno più selettive. I budget non sono illimitati, tutt'altro. Peró lo sport rimane in assoluto la vetrina più attrattiva. Molto più degli altri media. Il problema del calcio non sono gli introiti da sponsor, ma la riorganizzazione del sistema. I diritti televisivi sono vicini al top. Per raggiungere l'equilibrio bisogna battere altre strade per aumentare le entrate e, soprattutto, tagliare i costi».
àˆ la fotografia della situazione italiana e l'agenda dei lavori per la nuova Lega di Maurizio Beretta. I conti di tutte le società non sono ancora disponibili ma, secondo le stime degli analisti, il passivo rispetto all'anno scorso è ancora cresciuto e ha superato i 300 milioni. In lieve calo gli introiti da stadio, sostanzialmente stabili i ricavi da sponsor e da diritti televisivi. Il problema italiano è strutturale: i ricavi dei club, circa 1,2 miliardi, derivano al 63% dai diritti televisivi.
Mentre gli introiti da stadio e merchandising sono i più bassi in Europa. «àˆ lì - dice Uva - che si dovrebbe agire. Ma servirebbe una seria politica per costruire gli stadi di proprietà e azioni di marketing mirato per vendere la Serie A all'estero».Ma solo la Juventus sta costruendo il suo stadio, mentre il resto della Serie A gioca in strutture scomode ai limiti della fatiscenza.
E poi ci sarebbe la leva dei costi. Tagliare gli ingaggi dei calciatori che ammontano al 62% dei ricavi. Il modello è la Germania: le società distribuiscono ai calciatori il 45% dei ricavi (1,3 miliardi) che derivano per circa il 60% da botteghino e merchandising. Certo, di questi tempi è difficile pensare di tirare fuori i 3,5 miliardi che i tedeschi hanno investito per costruire gli stadi dei Mondiali ma rimettere in marcia la commissione stadi del Coni finanziandola sarebbe un buon inizio.
Stadi e taglio degli ingaggi: le squadre italiane non vincerebbero la Champions, ma anche sperperando non è che le cose siano andate molto meglio.
un articolo delirante con cifre sparate a caso
sonny ha scritto:GaiusBaltar ha scritto:EUROCALCIO (IN CULO) - Inghilterra, Italia e S
tutto falso ed errato, dalla prima all'ultima parola
un articolo delirante con cifre sparate a caso
ehehehe... dati dati.... vogliamo dati

In effetti lo dicevi pure te che il manchester united è stato comperato con un bel leverage buyout.. quelli per la società sono debiti... no?
Rico
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ma ho visto tante volte giocare sia stellone che bianchi...Johnny Ryall ha scritto:Mi sa che, per tua fortuna, di partite del Toro ne hai viste poche ultimamente.norrin2007 ha scritto: poi, tenere in campo bianchi e sostituire stellone è un oltraggio al gioco del calcio...
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il fatto sai quale è, done? che al toro il vero stellone forse non si è mai visto... non so il perchè, ma leggendo le critiche che gli vengono spesso mosse da quando è al toro, credo che sia così...Johnny Ryall ha scritto:Mi sa che, per tua fortuna, di partite del Toro ne hai viste poche ultimamente.norrin2007 ha scritto: poi, tenere in campo bianchi e sostituire stellone è un oltraggio al gioco del calcio...
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sonny ha scritto:tutto falso ed errato, dalla prima all'ultima parolaGaiusBaltar ha scritto:EUROCALCIO (IN CULO) - Inghilterra, Italia e Spagna viaggiano verso lA BANCAROTTA - MANCHESTER RECORD: 960.3 € DI DEBITI! (I PROBLEMI SONO I COSTI DEI CALCIATORI) – SOLUZIONI INGLESI, VAGHEZZA SPAGNOLA, STADI E TAGLIO INGAGGI per GLI ITALIANI...
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Il cambio di governance della Lega italiana con la separazione della Serie A dalla B era ormai indifferibile. In tutta Europa il pallone si sta sgonfiando e il mondo del calcio è più preoccupato a contabilizzare debiti e minusvalenze che ad archiviare crescite di fatturato a ritmi esponenziali. Secondo gli analisti le perdite 2008 in Inghilterra, Italia e Spagna viaggiano verso il miliardo.
Nel Regno Unito una commissione parlamentare d'indagine formata da rappresentanti di tutti i partiti ha appena terminato i suoi lavori. La conclusione è lapidaria: senza una profonda riforma, il sistema inglese rischia di collassare travolto dai debiti, 2,79 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi nei confronti dei proprietari stessi dei club. Solo il Manchester United campione d'Europa e d'Inghilterra in carica, la squadra dei record in piena corsa per bissare le vittorie in campionato e Champions League, mette a bilancio 960,3 milioni di euro di debiti.
La raccomandazione numero uno della commissione riguarda proprio la governance e il debito: la nuova Premier League dovrà dotarsi di un sistema di licenze e dovrà considerare il debito non in funzione dei proprietari pro tempore, ma delle capacità dei club stessi di generare reddito e utili.
Tradotto: il sistema non puó dipendere dagli umori e dalle ricchezze della famiglia americana Blazer, proprietaria (e creditrice) del Manchester United, del magnate russo Roman Abramovich, proprietario e creditore del Chelsea, degli sceicchi di Abu Dhabi, proprietari e creditori del Manchester City e via debitando. «Soprattutto - sono parole della commissione - in un momento in cui la recessione potrebbe condizionare la capacità patrimoniale dei proprietari dei club».
Eppure il sistema inglese è considerato il più solido, il meglio organizzato. La Premier ha una struttura esemplare di gestione e marketing, i club hanno stadi di proprietà che riempiono tutte le settimane (13,8 milioni di spettatori nel 2007-2008, il record di tutti i tempi per un campionato), le squadre trionfano nelle competizioni internazionali (tre delle quattro semifinaliste della Champions- Arsenal, Chelsea e Manchester United - erano inglesi), gli introiti sono equilibrati e ben distribuiti tra diritti tv, botteghino, merchandising.
Le squadre, pur indebitate, sono al centro degli appetiti di gruppi internazionali, ultimo l'Arsenal conteso dall'americano Stan Kroenke e dall'anglo-uzbeko Alisher Usmanov. Che cosa non funziona, allora? Una sola cosa, ma grande come una montagna: i costi impazziti con gli acquisti folli dei calciatori e il pagamento d'ingaggi multimilionari.
Negli ultimi dieci anni la Premier League è diventata la Mecca degli ingaggi, cui sono destinati il 65% dei 2,2 miliardi d'introiti delle società . Ma qualcosa, forse, sta cambiando: sei mesi fa il Manchester City offriva al Milan 110 milioni di euro per Kakà e oltre 100 (lordi) al calciatore per un ingaggio di cinque anni; oggi il Manchester United valuta se riscattare l'argentino Tevez per 22 milioni di euro, un prezzo giudicato esoso.
Anche i ricchi cominciano a guardare il bilancio, come auspica la stessa commissione d'indagine parlamentare: «La licenza per partecipare ai campionati, come in Germania, dovrebbe essere concessa solo ai club che chiudono il bilancio in pareggio».
In Spagna, invece, nonostante la situazione disastrosa dei conti, si continua a parlare di acquisti e ingaggi. Dei debiti, i club sembrano preoccuparsi meno. Dovrebbero, perchè i dati dei bilanci societari appena diffusi dipingono una situazione della Liga prefallimentare. L'anno scorso il debito complessivo dei club spagnoli ammontava a 3,5 miliardi di euro. In testa il Real Madrid (562 milioni) seguita da Atletico Madrid e Valencia. Poi il Barcellona, in testa alla classifica del campionato e in finale di Champions, con un debito di 439 milioni.
A Madrid e dintorni, di austerity non si parla: il club, governato da un azionariato diffuso, dopo uno scandalo che ha azzerato i precedenti vertici, ha convocato un'assemblea straordinaria dei soci che riporterà alla presidenza il costruttore Florentino Perez, artefice del Real Madrid dei "Galacticos" (le grandi star come Zidane, Figo, Ronaldo, Beckham) e dell'esplosione della spesa.
Per vincere le elezioni Perez promette ancora grandi colpi: Kaka? Ibrahimovic? Cristiano Ronaldo? Ribery? Certo non a prezzi da saldo. Anche perchè il debito non è in cima alle sue preoccupazioni. Ma se non contiene i costi, alla lunga anche al Real non basterà essere diventata la società più ricca del mondo (366 milioni di fatturato nel 2008). Se le merengues scialano, tutta la Liga è costretta a seguirla, con i costi che lievitano e le società che arrivano sull'orlo del fallimento.
Soprattutto se, in un periodo di recessione, gli stadi non sono più così pieni, gli sponsor valutano con attenzione prima di mettere il loro nome sulla maglia di una squadra e sui cartelloni a bordo campo.
La litania dei conti in rosso delle società sponsor e fornitrici del calcio è lunghissima. Sarebbe superfluo farla: da Aig, main sponsor del Manchester United (17,7 milioni di euro l'anno per i diritti di maglia), all'Adidas, che ha annunciato nel primo trimestre del 2009 l'azzeramento dei profitti con una contrazione del 2% del fatturato.
L'Adidas, occorre ricordarlo, è sponsor e fornitrice di Chelsea, Liverpool, Bayern Monaco, Milan, Ajax, Real Madrid. Impensabile credere che non ci siano ripercussioni. Secondo le stime degli analisti, nel 2008-2009, in Europa le sponsorizzazioni dovrebbero perdere solo il 2%, anche se le previsioni per il futuro non sono rosee.
«Tutto sommato- dice Michele Uva, direttore generale di Sport Markt- le sponsorizzazioni tengono. Certamente le aziende diventeranno più selettive. I budget non sono illimitati, tutt'altro. Peró lo sport rimane in assoluto la vetrina più attrattiva. Molto più degli altri media. Il problema del calcio non sono gli introiti da sponsor, ma la riorganizzazione del sistema. I diritti televisivi sono vicini al top. Per raggiungere l'equilibrio bisogna battere altre strade per aumentare le entrate e, soprattutto, tagliare i costi».
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Mentre gli introiti da stadio e merchandising sono i più bassi in Europa. «àˆ lì - dice Uva - che si dovrebbe agire. Ma servirebbe una seria politica per costruire gli stadi di proprietà e azioni di marketing mirato per vendere la Serie A all'estero».Ma solo la Juventus sta costruendo il suo stadio, mentre il resto della Serie A gioca in strutture scomode ai limiti della fatiscenza.
E poi ci sarebbe la leva dei costi. Tagliare gli ingaggi dei calciatori che ammontano al 62% dei ricavi. Il modello è la Germania: le società distribuiscono ai calciatori il 45% dei ricavi (1,3 miliardi) che derivano per circa il 60% da botteghino e merchandising. Certo, di questi tempi è difficile pensare di tirare fuori i 3,5 miliardi che i tedeschi hanno investito per costruire gli stadi dei Mondiali ma rimettere in marcia la commissione stadi del Coni finanziandola sarebbe un buon inizio.
Stadi e taglio degli ingaggi: le squadre italiane non vincerebbero la Champions, ma anche sperperando non è che le cose siano andate molto meglio.
un articolo delirante con cifre sparate a caso
Minchia... stai dando del falso ad un giornalista del Sole24ore... avessi detto del Metro o del Leggo...
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Sonny il tuo filo-britannismo è diventato iperbolico, fatti curare. 

Ultima modifica di Antonchik il 11/05/2009, 19:03, modificato 1 volta in totale.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
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Lonewolf ha scritto:ieri sera a Controcampo è stato toccato l'argomento debiti dei club inglesi. Franco Ordine è stato subito smentito da Arrigo,che ha,parola più parola meno,detto quello che scrive qui Sonny. Non è per caso che dietro il nick Sonny si celi il buon Arrigo da Fusignano?
Domanda: Arrigo (non parlo di Sonny che per me puó essere pure un presidente di squadra inglese per quanto ne so) sa qualcosa di bilancio?
Se sì (visto che è stato direttore sportivo del Parma) sa qualcosa di bilanci di società inglesi?
Mo non credo che un giornalista di un giornale ECONOMICO (e aggiungo serio) scriva coglionate giusto per bullarsi...
sarebbe straordinerioLonewolf ha scritto:ieri sera a Controcampo è stato toccato l'argomento debiti dei club inglesi. Franco Ordine è stato subito smentito da Arrigo,che ha,parola più parola meno,detto quello che scrive qui Sonny. Non è per caso che dietro il nick Sonny si celi il buon Arrigo da Fusignano?

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Beh ti diró caro Presidente,che il buon Sacchi rivestì l'incarico di DS pure al Real Madrid (mica al Pizzighettone).Credo comunque ne sappia di bilanci più di Ordine sicuramente e forse pure più di Sonny (a meno che non siano la stessa persona come sospettoUrbano Cairo ha scritto:Lonewolf ha scritto:ieri sera a Controcampo è stato toccato l'argomento debiti dei club inglesi. Franco Ordine è stato subito smentito da Arrigo,che ha,parola più parola meno,detto quello che scrive qui Sonny. Non è per caso che dietro il nick Sonny si celi il buon Arrigo da Fusignano?
Domanda: Arrigo (non parlo di Sonny che per me puó essere pure un presidente di squadra inglese per quanto ne so) sa qualcosa di bilancio?
Se sì (visto che è stato direttore sportivo del Parma) sa qualcosa di bilanci di società inglesi?
Mo non credo che un giornalista di un giornale ECONOMICO (e aggiungo serio) scriva coglionate giusto per bullarsi...

Riguardo al giornalista del pezzo in questione,dubito si sia inventato,ma forse potrebbe aver ignorato certi altri dati. Non lo so eh...provo ad ipotizzare.
Nel mio piccolo,ho sempre diffidato di quei campionati dove ad un certo punto cominciano a fioccare ingaggi multimilionari e si acquistano giocatori per cifre da capogiro (specie in periodi di crisi universale). Facile che si possa andare incontro ad un collasso,ma se questo è dietro all'angolo o meno non lo so...
si è tutto falso, oltre alle cifre riportate
1) viene lasciato intendere che siano situazioni debitorie fuori controllo, falso, almeno parlando di united e arsenal chiudono in attivo pagando le rate che devono pagare.
lo united un leverage buy out, passività legata all'acquisto criminale fatto dai galzer, mica generate da una cattiva gestione.
l'arsenal ha costruito uno stadio, è una squadra senza nessun problema.
le situazioni di reale passività , sono quelle di liverpool, chelsea e city
2) si basa su congetture L'Adidas, occorre ricordarlo, è sponsor e fornitrice di Chelsea, Liverpool, Bayern Monaco, Milan, Ajax, Real Madrid. Impensabile credere che non ci siano ripercussioni ridicolo...in un tribunale scatterebbe subito "obiezione, esprime opinioni..."
3) poi scrive Le squadre, pur indebitate, sono al centro degli appetiti di gruppi internazionali, ultimo l'Arsenal conteso dall'americano Stan Kroenke e dall'anglo-uzbeko Alisher Usmanov
ovvio sono debiti dovuti ad un evento specifico, mica per una cattiva gestione, la squadra produce redditività ed è appetita...
di cosa si meraviglia questo buffone ??
4) falso, il city non ha mai offerto 110 mln, ma erano 65. tevez costa 40 mln e non 22
ecc ecc
ogni frase di quell'articolo è una affermazione, sono congetture che non vale nemmenp ripetere, in quanto false instrisicamente
che cosa vogliate che ne sappia il sole 24 ore di finanza, di soldi, di calcio...ma perfavore
1) viene lasciato intendere che siano situazioni debitorie fuori controllo, falso, almeno parlando di united e arsenal chiudono in attivo pagando le rate che devono pagare.
lo united un leverage buy out, passività legata all'acquisto criminale fatto dai galzer, mica generate da una cattiva gestione.
l'arsenal ha costruito uno stadio, è una squadra senza nessun problema.
le situazioni di reale passività , sono quelle di liverpool, chelsea e city
2) si basa su congetture L'Adidas, occorre ricordarlo, è sponsor e fornitrice di Chelsea, Liverpool, Bayern Monaco, Milan, Ajax, Real Madrid. Impensabile credere che non ci siano ripercussioni ridicolo...in un tribunale scatterebbe subito "obiezione, esprime opinioni..."
3) poi scrive Le squadre, pur indebitate, sono al centro degli appetiti di gruppi internazionali, ultimo l'Arsenal conteso dall'americano Stan Kroenke e dall'anglo-uzbeko Alisher Usmanov
ovvio sono debiti dovuti ad un evento specifico, mica per una cattiva gestione, la squadra produce redditività ed è appetita...
di cosa si meraviglia questo buffone ??
4) falso, il city non ha mai offerto 110 mln, ma erano 65. tevez costa 40 mln e non 22
ecc ecc
ogni frase di quell'articolo è una affermazione, sono congetture che non vale nemmenp ripetere, in quanto false instrisicamente
che cosa vogliate che ne sappia il sole 24 ore di finanza, di soldi, di calcio...ma perfavore
sacchi è l'unico in italia che conosce le coseUrbano Cairo ha scritto:Lonewolf ha scritto:ieri sera a Controcampo è stato toccato l'argomento debiti dei club inglesi. Franco Ordine è stato subito smentito da Arrigo,che ha,parola più parola meno,detto quello che scrive qui Sonny. Non è per caso che dietro il nick Sonny si celi il buon Arrigo da Fusignano?
Domanda: Arrigo (non parlo di Sonny che per me puó essere pure un presidente di squadra inglese per quanto ne so) sa qualcosa di bilancio?
Se sì (visto che è stato direttore sportivo del Parma) sa qualcosa di bilanci di società inglesi?
Mo non credo che un giornalista di un giornale ECONOMICO (e aggiungo serio) scriva coglionate giusto per bullarsi...
poi il sole 24 è una barzelletta, è un giornale di economia politica, di diritto tributario mica di finanza, non sanno niente, vale topolino
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Bianchi l'ho visto solo quest'anno e preso atto dello stato della squadra c'è poco da dire su di lui.norrin2007 ha scritto:ma ho visto tante volte giocare sia stellone che bianchi...Johnny Ryall ha scritto:Mi sa che, per tua fortuna, di partite del Toro ne hai viste poche ultimamente.norrin2007 ha scritto: poi, tenere in campo bianchi e sostituire stellone è un oltraggio al gioco del calcio...
El Mutua Stellone lo 'ammiro' da 4/5 anni e (a parte l'anno in B con Milito) penso che per lui parlino molto i numeri.
Bel giocatore ma segna troppo poco. Ultimamente ne spizza anche poche ti testa
