Le ultime foto di Chiara e il nuovo giallo: un'immagine e una fotocamera sparite
Lo scatto è stato visto da Stasi sul pc, adesso non si trova più. E la La Nikon non è mai stata menzionata da Alberto
MILANO " L'immagine è la numero 0007. E non ce n'è traccia da nessuna parte. Nessuno l'ha mai vista a parte Alberto Stasi il 9 agosto del 2007, quattro giorni prima che la sua fidanzata, Chiara Poggi, fosse massacrata a colpi in testa nella villetta di lei, a Garlasco. Che cosa mostra quella fotografia? E perchè Alberto (da sempre unico indagato per quell'omicidio) ne ha cancellato il link senza mai copiarla sul suo pc? La risposta sarebbe semplice se fra i reperti sequestrati o consegnati agli inquirenti ci fosse anche la macchina fotografica Nikon L4 attraverso la quale è stata vista l'immagine. Si potrebbe ricostruirla. Ma anche la Nikon non è «disponibile per l'analisi», per dirla con le parole del consulente tecnico voluto dalla famiglia Poggi e dal loro avvocato, Gian Luigi Tizzoni, l'ingegner Paolo Reale (cugino di Chiara).
Semplicemente l'apparecchio (non si sa a chi appartenga) non è mai stato nè sequestrato nè spontaneamente consegnato e men che meno Alberto ne ha fatto menzione nei suoi interrogatori. Quel che resta è la traccia dell'installazione della Nikon L4 al suo computer (un'unica volta) e il nome dell'immagine «vista senza essere stata copiata», come scrive Reale nella sua relazione.
Fa impressione aprire fra le migliaia di foto conservate nel computer di Alberto anche quelle di Chiara. Sono gli ultimi scatti della sua vita. Sullo sfondo c'è Londra, dove Alberto era in vacanza con il suo amico del cuore e dove lei li ha raggiunti, pochi giorni prima della sua fine tragica, il 13 agosto. Chiara che sorride, che abbraccia il suo Alberto, che passeggia per le vie della City. Chiara felice. Ignara del fatto che il suo biondino scattava una fotografia a lei con la sua Sony DSC-W1 e un'altra, un attimo dopo, ai piedi di una sconosciuta con il suo telefono cellulare. C'è una cartella, nel pc di Stasi che si chiama «fotocell» e che raccoglie alcune immagini scattate «probabilmente all'insaputa », dice l'ingegner Reale, «dei soggetti ripresi»: sono scarpe femminili, o indumenti intimi visibili, indossate da ragazze di cui non è visibile il resto del corpo.
Materiale fetish che l'indagato di Garlasco custodiva in «cassetti» nascosti della memoria del suo pc, assieme a sottodirectory che hanno nomi tipo «amateur», «big», «orgy», «pregnant», «virgins», «mature», «forced», «facial». Il computer, da sempre uno dei punti chiave dell'inchiesta. Perchè per Alberto è l'alibi: dice di averlo usato per scrivere la tesi la mattina del delitto. Perchè l'accusa ne fa l'uso opposto: la pm Rosa Muscio è convinta di dimostrare che invece il ragazzo quella mattina non scrisse affatto la tesi. Perchè la difesa (il professor Angelo Giarda e i fratelli Giuseppe e Giulio Colli) vorrebbe escluderlo dall'inchiesta: dicono ne sia stato compromesso il contenuto quando i carabinieri lo aprirono.
E infine perchè mette a fuoco un Alberto sconosciuto: con i file pedopornografici inutilmente cancellati per i quali è in corso un procedimento penale a parte. Domani nuova seduta davanti al giudice dell'udienza preliminare Stefano Vitelli, a Vigevano. E si parlerà proprio del computer: se ammettere o no che il contenuto venga utilizzato per il giudizio.
allora
mi soffermo solo sul grassetto
scusate seocndo voi io cosa ho
ho pure scat..japan madness..piss..puke...
lui almeno si ferma a facial
a presicndere che sia colpevole o meno..tipico e classico esempio di VIOLENZA PRIVATA A MEZZO STAMPA....



