CanellaBruneri ha scritto:
E come dimenticare le simpatiche SS Palestinesi, inquadrati in reggimento?
Evabbè...allora non la finiamo più: le SS fiamminghe, norvegesi, danesi, la Grenadier Division ucraina, le camice azzurre spagnole volontarie in Russia, le Croci Frecciate ungheresi, le Guardie di Ferro in Romania, le legioni baltiche, gli ustascia croati, i collaborazionisti francesi, russi, i fascisti inglesi di Oswald Mosley...
...diamo ragione a balkan che sostiene che i "fascismi" erano un movimento di massa presente in tutto il mondo...
I fascismi sono stati un fenomeno di massa, tralaltro, a mio modesto parere, riproducibile.
Citavo i Palestinesi per dire fra gli esotici.
Dalla parte dei buoni, a proposito di India, non dimentichiamo il battaglione Gurka, attivo in Italia
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
balkan wolf ha scritto:nokkolo ma anfatti io mica faccio la predica ai ciniesini...
bon cazzi loro il giochino "io fa il melda pelchè mondo a bisogno di cina" è plateale da anni
solo che non posso guardare alla pari un popolo che fa cose ( e soprattutto le percepisce è questa la cosa grave ) che in europa si facevano negli anni 30 ( e in modo molto più cool se me lo consentite )
bon ok cazzi loro ma uno che tollera i genocidi e la dittatura nel 2008 non puó pretendere di essere trattato alla pari echecazzo
tralaltro sto mito dell'inevitabilità è una bella scusa imho
india 1 milardo di persone una crescita economica della madonna eppure sono una democrazia e non fanno troppe porcate
com'è sto fatto?? so dei grandi gli indiani o so stronzi i cinesi?
as usual dove passa il marxismo le testine si restringono altro che cazzi e mazzi
Baalkaan Pakistan & Bangladesh erano colonie very BRITISH non pare
ne abbiano tratto granchè giovamento
vabbè dos ma il muslim è testa di merda inside si sa... diciamo che è fuoriconcorso
tralaltro gli unici al mondo che sono riusciti a tenerli una minima a bada sono proprio i soliti angli
certo nel processo di civilizzazione hanno fallito miseramente ma ripeto il muslim è irrecuperabile cristo
lawrence d'arabia vive e lotta insieme a noi!!!
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
Diritti umani - L'altro fronte
Il Tibet, una trappola per la Cina
di Bill Emmott
Chi voleva andare in Tibet questo mese è meglio che riveda i suoi piani. Le frontiere sono chiuse. Il divieto di accesso per i visitatori stranieri fa parte delle misure restrittive adottate per ragioni di sicurezza in quella che la Cina chiama «Regione Autonoma del Tibet» e in alcune zone delle quattro province vicine. La ragione è che questo mese ricorre un triste anniversario.
Sono passati cinquant'anni dal 1959, anno della fallita rivolta dei tibetani contro il governo del partito comunista cinese, a seguito della quale il loro leader spirituale, il Dalai Lama, andó in esilio in India con circa 100.000 seguaci. àˆ anche il primo anniversario della protesta che lo scorso anno, in questi giorni, ha creato tanti problemi ai governanti cinesi durante i preparativi per le Olimpiadi di Pechino. Come hanno dimostrato questi ultimi disordini, la Cina è abbastanza forte da poter tenere sotto controllo il Tibet finchè vorrà . Ciononostante, si è messa in trappola con le sue stesse mani.
La Cina vuole che il Tibet faccia parte della Repubblica Popolare e ne sia contento. Mao Zedong lo invase nel 1950 per ragioni strategiche: voleva che ai confini occidentali del suo paese vi fossero le invalicabili montagne dell'Himalaya anzichè l'aperto altopiano tibetano. Per lo stesso motivo i Quing, ultima dinastia imperiale cinese, avevano mantenuto il controllo (anche se non il governo diretto) del Tibet, dal Diciassettesimo secolo fino alla loro caduta nel 1911.
La trappola è data peró dal fatto che più la Cina cercherà di esercitare il suo controllo sul Tibet, più le future generazioni di tibetani si sentiranno oppresse e cercheranno, prima o poi, di ottenere l'autonomia. A oltre cinquant'anni dall'invasione di Mao, e anche in presenza di un costante miglioramento delle condizioni di vita negli ultimi decenni, in Tibet la spinta verso l'indipendenza rimane forte, come confermano le proteste dello scorso anno. Per il governo cinese quelle proteste sono state uno shock, ma è stato ancor più traumatico constatare che una delle principali caratteristiche della rivolta fosse la violenza contro gli abitanti cinesi nella capitale, Lhasa, e in altre città tibetane.
La Cina sembra sperare che lo sviluppo economico e l'eventuale morte del Dalai Lama inducano i tibetani ad accettare il loro destino di cittadini della Repubblica Popolare Cinese. Quest'anno il Dalai Lama compirà 74 anni. Da quando è andato in esilio, nel 1959, rimane il punto di riferimento del dissenso tibetano. Ma il suo successore potrà essere diverso? Lo stato cinese, ufficialmente ateo, dice di avere il diritto di scegliere il successore reincarnato dell'attuale Dalai Lama alla sua morte, e questo senza dubbio provocherà enormi dispute al momento della successione.
Molti altri paesi, quando si sono trovati ad affrontare un movimento separatista in una provincia caratterizzata da chiare differenze etniche e religiose rispetto alla popolazione dominante, si sono resi conto, alla fine, di non poter vincere: la lotta è infatti continuata finchè queste province sono riuscite a ottenere l'indipendenza o una forma di autonomia reale all'interno del paese. Questo è avvenuto per l'Irlanda, che ha fatto parte della Gran Bretagna per un periodo di tempo equivalente a quello che il Tibet ha trascorso sotto il controllo cinese; ed è stato così per i Paesi Baschi in Spagna. La Cina dovrà prima o poi concedere un'adeguata forma di autonomia al Tibet.
Se si considera la denominazione ufficiale, «Regione Autonoma del Tibet», si potrebbe erroneamente pensare che questo sia già avvenuto. All'interno della Cina, peró, il Tibet non ha di fatto alcuna autonomia. Nel 1951 Mao aveva promesso al Dalai Lama una sorta di governo autonomo, ma poi non aveva mantenuto la parola, e questo aveva dato avvio alla sollevazione del 1959 (nella quale è comunque probabile che anche la CIA abbia avuto un ruolo). Vi è poi un problema di tipo territoriale: per indebolire l'opposizione tibetana, Mao frammentó il paese, attribuendo ampie parti del Tibet storico alle quattro province confinanti: Yunnan, Gansu, Sichuan e Qinghai. Concedere l'autonomia al Tibet vorrebbe quindi dire per il governo cinese ridisegnare i confini delle sue province. Sarà molto difficile riuscire a venir fuori dalla trappola tibetana.
(Traduzione di Maria Sepa)
un articolo interessante..che non e; accecato dai soliti rpegiudizi (che ci sono sia da una aprte che dalla'ltra)
trascura solo il fatto che l'opinione pubblica cinese (etnia Han) e' tutta col governo per la questione tibet..dforse l'unica cosa su cui governo e popolazione sono cosi d'accordo...
e questo e' purtroopo solo un fattore peggiorativo..(il cinese e' motlo razzista...)
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
nik978 ha scritto:un articolo interessante..che non e; accecato dai soliti rpegiudizi (che ci sono sia da una aprte che dalla'ltra)
trascura solo il fatto che l'opinione pubblica cinese (etnia Han) e' tutta col governo per la questione tibet..dforse l'unica cosa su cui governo e popolazione sono cosi d'accordo...
e questo e' purtroopo solo un fattore peggiorativo..(il cinese e' motlo razzista...)
molto chiaro e preciso, grazie nik
solo una cosa: è vero che pregiudizi ci sono sempre da tutte le parti, peró su questa questione l'equidistanza non mi pare posizione saggia. mi pare che da una delle due parti ci siano più elementi di ragione rispetto all'altra. no?
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
nik978 ha scritto:un articolo interessante..che non e; accecato dai soliti rpegiudizi (che ci sono sia da una aprte che dalla'ltra)
trascura solo il fatto che l'opinione pubblica cinese (etnia Han) e' tutta col governo per la questione tibet..dforse l'unica cosa su cui governo e popolazione sono cosi d'accordo...
e questo e' purtroopo solo un fattore peggiorativo..(il cinese e' motlo razzista...)
molto chiaro e preciso, grazie nik
solo una cosa: è vero che pregiudizi ci sono sempre da tutte le parti, peró su questa questione l'equidistanza non mi pare posizione saggia. mi pare che da una delle due parti ci siano più elementi di ragione rispetto all'altra. no?
si..
e senza socmodare la politica e la geopolitica..parliamo solo della popolazione
anche se la presenza cinese e' molto antica in quella zona, e' chiaro che non siamo di fronte ad un "normale" flusso migratorio di etnie..
si e' voluta "confermare" una presenza politica/militare con un flusso etnico..(e' uno stile orientale..i giapponesi quando invadevano un territorio tendevano subito a imporre la loro cultura..)
di norma questa mossa o non cambia nulla o peggiora le cose.; perche' alla fine a rimetterci sono tutti. gli Han ammazzati a colpi di pietra, bruciati vivi o che hanno "solo" avuto le attivita' commerciali distrutte un anno fa dai tibetani incazzati, non sono andati li con spirito di conquista o nazionalismo (sbagliato comunque, ma almeno si sarebbero presi le responsabilita' delle loro scelte..). ma sono stati incentivati alla migrazione (molto cinese questo..si fa anche in africa..)
ci sono masse molto povere che qui, in perfetto stile col loro pragmatismo e il loro attaccmaneto al denaro e al fare profitto, non si fanno problemi a spostarsi di qua o di la se hanno delle agevolazioni economiche..
come sempre mosse decise nei gabinetti politici, hanno come pedine o "strumenti di pressione" la popolazione.
e questo non fa bene a questo paese che non puo vivere in eterno sull'accoppiata nazionalismo+miglioramento condizioni economiche..
aspettiamo 20/30 anni e una classe borghese come si deve avra' il suo momento
ma temo non sara' indolore..
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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Le cose stanno così IMHO.
La dirigenza tibetana intende approfittare dei problemi creati dalla crisi economica per far fare alla Repubblica Popolare la fine dell'URSS.
A questo scopo intende impiegare un tattica a metà tra quella di Rugova
(ricordiamoci che anche per il Kosovo dicevano di volere solamente l'autonomia anzi che si parlasse di indipendenza era una delle prove della
"follia"di Milosevich, i paesi occidentali affermavano di escluderla categoricamente) e quella di Walesa (finte rivendicazioni di "libertà religiosa" usate come copertura per l'attività di eversione politica).
Cmq l'articolo di Emmott mi ha ricordato una memorabile sentenza del Ricucci "Col culo degli altri son tutti froci"
non è che l'URSS fosse 'sto posto da favola, eh... soprattutto con le repubbliche 'satelliti' che teneva dentro con la forza
Stalin alfiere della Libertà
You are what you is (Frank Zappa)
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"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
l'articolo e' dle 2001
io ho vissuto il 2005 e sto vivendo il 2008/9..e vivero' se mi gira tutto bene minimo fino al 12/13..
Cina, la piu' grande migrazione della storia Le citta' aperte ai contadini
PECHINO ERA tutto luci, palazzi altissimi, enormi, come montagne, strade immense, piene di automobili di tutti i colori in corsa, strade piu' difficili da attraversare di un fiume in piena. Gente vestita come gli occidentali, donne che non sapevo se erano cinesi o straniere, ristoranti aperti a tutte le ore, con piatti di tutti i posti, supermarket piu' grandi del mio villaggio con dentro le cose piu' strane, la meta' delle quali non sapevo nemmeno a che servivano, e luci, luci, dappertutto, per tutta la notte». Chen Min si sposta indietro il casco giallo che porta con orgoglio in testa, simbolo del suo nuovo status di operaio, e non riesce a fermarsi. Racconta le sue prime impressioni di Pechino quando era appena arrivato dal suo paese nella provincia meridionale dell'Anhui dove era «solo» un contadino. Oggi fa il muratore, lavora con uno zio di suo cognato, che e' qui, a Pechino, da piu' di dieci anni e ha tre figli che vanno ad asili e scuole semiclandestine per emigranti. Semiclandestine perche' Chen, lo zio e quelli della loro squadra hanno permessi precari di soggiorno in citta', e alcuni non ne hanno proprio, cosi' non potrebbero portare in citta' le famiglie e possono essere ricacciati in paese in ogni momento. O meglio: potevano essere ricacciati: perche' dal 1" ottobre saranno autorizzati a chiedere il permesso per trasferire la loro residenza permanentemente in citta'. E' il via ufficiale a quello che nella realta' e' gia' in corso, la piu' grande ondata migratoria della storia dell'umanita'. Le autorita' si attendono che 600 milioni di contadini si trasferiscano dalle campagne alle citta' nei prossimi 25 anni, seguendo i circa 200 milioni che piu' o meno legalmente sono gia' emigrati negli ultimi 12 anni. Nel 2025, quando la popolazione cinese si aggirera' intorno al miliardo e mezzo di persone, grazie a questa migrazione i rapporti citta'-campagna dovrebbero essere rovesciati rispetto ad oggi, il 70 per cento circa della gente dovrebbe essere urbanizzata e il resto vivere ancora in aree rurali. Governare quell'onda enorme di uomini puo' essere la piu' grande sfida del governo. Un tale spostamento di energie vitali puo' fare o distruggere la Cina del futuro. Le intenzioni del governo centrali sono allora di cercare di dividere la fiumana di emigranti in mille rivoli che possano addensarsi in tante citta', anziche' concentrarsi in poche metropoli. Cosi' il permesso di trasferimento del 1" ottobre riguardera' principalmente citta' medie e piccole, cioe' quelle fino a circa quattro, cinque milioni di abitanti (piu' di Roma, per intendersi). Chi vorra' trasferirsi nelle ambite megalopoli intorno e oltre i dieci milioni di abitanti come Pechino (13 milioni) o Shanghai (16 milioni) o Chongqing (25 milioni) o Wuhan (10 milioni) dovra' soddisfare parametri piu' rigidi. Gia' oggi queste citta' «importano» laureati e personale tecnico qualificato, o coloro che fanno investimenti commerciali. Sara' invece favorita la migrazione in citta' come NINGBO, Dalian o Shenzhen - due, tre milioni di abitanti - che dovrebbero raddoppiare la loro popolazione nel giro di una generazione. La decisione di dare questa luce verde arriva dopo molti tentennamenti. Dopo anni di vani tentativi di far crescere la produttivita' e la domanda nelle campagne il governo ha infatti capito che l'unica strada era fare come tutti gli altri Paesi del mondo. Non si poteva portare l'industria in campagna, occorreva invece trasferire i contadini in citta' e trasformarli in cittadini con consumi in crescita e nuovi bisogni e quindi dare nuova energia alla crescita della nazione. Il conto economico torna certamente, meno certo e' il conto sociale. Il triplo salto mortale che questi contadini stanno compiendo non e' solo dalle campagne alle citta'. E' spesso dal feudalesimo a un'epoca quando tutto il mondo e' a portata di pochi clic di computer; da un tempo in cui la terra si ara con il mulo e la luce elettrica e' conquista recente, a un altro in cui la televisione ha piu' canali di quanti ne possiamo mai vedere; dal tempo scandito con le dinastie imperiali a quello in cui invece si contano le grandi riunioni politiche di Pechino e le elezioni americane. I rischi sono enormi. Di sicuro il via ufficiale dovrebbe tagliare l'erba sotto i piedi delle bande criminali che sempre piu' gestiscono l'emigrazione in citta', proteggendo i lavoratori dalle retate della polizia che rimandava gli emigrati a casa e imponendo taglieggiamenti sui nuovi venuti. Prima che tali misure comincino a funzionare, pero', ci vorranno anni. Nel frattempo potra' crescere un'altra conseguenza dell'emigrazione: lo scontro sociale fra cittadini vecchi e nuovi emigrati, accusati gia' oggi della crescente criminalita' metropolitana. Inoltre potrebbero crescere gli scontri sociali in citta', ora sotto controllo anche per il peso relativamente minore delle citta' rispetto alle campagne. In altre parole, tra vent'anni Chen Min potra' non accontentarsi di essere, come oggi, un cittadino di serie B. Oggi lui racconta di essere felice come una pasqua perche', dice, i cittadini non sanno il vero valore delle cose, e per un lavoro che a casa non valeva cento yuan qui ne chiede mille. Ma la felicita' di Chen Min nasce dal fatto che mantiene un tenore di vita da campagna in citta', se pero' con la sua vita in citta' i suoi bisogni cambieranno, e i suoi costi aumenteranno, riuscira' la sua retribuzione a stargli dietro? E poi, nonostante i controlli auspicati, certo anche le megalopoli cresceranno, e allora tra vent'anni quante saranno le citta' cinesi di oltre 20 milioni di abitanti? E come potra' il governo mantenere unito un Paese con decine di citta' grandi quanto e molto piu' di Roma? Chen Min oggi sospira, e' contento. Vuole che suo figlio nasca in citta', studi all'universita'. Cosi', promette, appena nato lo portera' in quello che per lui per tanto tempo e' stato il centro del mondo e solo un sogno lontano, piazza Tiananmen: il piccolo deve sapere subito di essere un cittadino e mai piu' un contadino.
in italia cose cosi non sono mai accadute...milioni di persone che si spostano..
impressionante...
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
LASHA DEVASTATA ( CON PEZZI PARAGONABILI AI NOSTRI MUSEI VATICANI )
e state a guardà er capello??
come se un nazista parlasse della superiore qualità della fanta rispetto alla cocacola in un dibattito sulla shoa puttana galera...
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
la cultura tibetatna è sofisticatissima e il fatto che non sia espansiva o propagandistica ( richard gere e company sono dei coglioni su questo concordo ) ne è l'ennesima prova
4 contadini assasini ritardati hanno osato profanare il popolo delle nuvole altro che cazzi
MERDA CINA!!! SEMPRE E COMUNQUE
altro che cia e problemi interni
una delle peggiori schifezze degli ultimi 50 anni coperta per motivi ideologici si sa il morto bello e quello fatto dallo zio sam il morto fatto dai rossi è necessario... o spesso da semplice e cruda ignoranza l'ccidentale mendio sapeva manco cosa fosse il tibet prima delle campagne recenti
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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balkan wolf ha scritto:ma feudale sto cazzo a festa pirla d'un dos!!!
la cultura tibetatna è sofisticatissima e il fatto che non sia espansiva o propagandistica ( richard gere e company sono dei coglioni su questo concordo ) ne è l'ennesima prova
4 contadini assasini ritardati hanno osato profanare il popolo delle nuvole altro che cazzi
MERDA CINA!!! SEMPRE E COMUNQUE
altro che cia e problemi interni
una delle peggiori schifezze degli ultimi 50 anni coperta per motivi ideologici si sa il morto bello e quello fatto dallo zio sam il morto fatto dai rossi è necessario... o spesso da semplice e cruda ignoranza l'ccidentale mendio sapeva manco cosa fosse il tibet prima delle campagne recenti
Baalkaan la minaccia della disgregazione e della guerra civile autorizza
un massiccio uso da parte dellla RPC della forza poliziesca e militare
(il popolo delle Nuvole va riportato coi piedi per Terra).
dostum ha scritto:Embè? Era doveroso liberare Tibet da tirannide feudale
diciamo che era utile annettersi quel pezzo di terra per avere le montagne come confine, nonchè le sue risorse
il colonialismo è una brutta bestia, la propaganda ideologica è persino più stucchevole
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"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
dostum ha scritto:Embè? Era doveroso liberare Tibet da tirannide feudale
diciamo che era utile annettersi quel pezzo di terra per avere le montagne come confine, nonchè le sue risorse
il colonialismo è una brutta bestia, la propaganda ideologica è persino più stucchevole
Guarda squirto....dubito che la Cina volesse il Tibet per le sue risorse.....il Tibet e' tipo una regione autonoma che piglia un sacco di trasferimenti dal governo centrale.....tipo il 90 percento della spesa pubblica in Tibet e' pagata da Pechino, e i Tibetani sono di solito esentati dal pagare le tasse....
E' forse una questione piu' di prestigio che economica....in realta' il Tibet non serve a nulla....
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"