
IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
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PAPA: TUTTI IN FILA PER FRANCOBOLLI, BASILICA E GROTTE
Si possono comprare agli uffici postali della Citta' del Vaticano. Non ci sono solo collezionisti ma anche curiosi.
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You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
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LA FEDE INSOLENTE DEI MEDIA
(Raffaele Garofalo e Aldo Antonelli - preti)
"Se vuoi sapere la verità su te stesso devi morire o partire per un lungo viaggio". Per un papa non vale questa massima, Ancor meno per Wojtyla. A lui è stato attribuito già tutto in vita, dall'esaltazione più incondizionata alle riserve più esplicite. Wojtyla è entrato nella storia e nel mito prima di morire. La morte di ogni essere umano porta via una parte di noi stessi, dice un poeta, ma esula da un sentire cristiano il culto idolatrico della persona. Il papa non è un faraone, è il "servo dei servi di Dio". Dice O. Wilde che il sopravvento della morte ci deve sottrarre all'uso ipocrita di dover dire tanto bene dei morti quanto male sappiamo dire dei vivi". Wojtyla è stato un papa re, nella realtà e nel mito. All'interno della Chiesa ha rafforzato una concezione dottrinaria e intransigente della fede. Mille anni prima avrebbe fatto anche le crociate, quelle vere. Il papa polacco ha fatto sua la massima di un celebre cardinale: "L'unico fanatismo ammesso è quello che ha per oggetto Dio". Nonostante i pronunciamenti ufficiali, Wojtyla continuava a concepire la Chiesa cattolica come "società perfetta", seguendo la teologia per conciliare. Essa è l'unico porto di salvezza per l'umanità e custode esclusiva della verità di Cristo. Chi si è discostato dalle direttive del papa ha meritato la condanna ufficiale della rimozione da ogni incarico di responsabilità nella Chiesa. Si pensi ai vescovi avvicendati e ai tanti teologi messi a tacere, che vivono e operano ai margini dell'istituzione: un'altra "Chiesa del silenzio".
Se sono stati apprezzabili i gesti di avvicinamento alle altre religioni da parte di questo papa, tuttavia un autentico spirito ecumenico non è riuscito a prevalere perchè dal Vaticano si guarda dall'alto in basso alle altre confessioni. La vera natura di Wojtyla si rivelava durante il Giubileo, quando il papa affermava che il terzo millennio doveva essere dedicato alla "conquista" del continente asiatico. Ma il Vangelo non mira al proselitismo, pone invece il cristiano sulla dimensione di chi deve convertire se stesso! Su questa scia si pose Giovanni XXIII quando annunció che il Concilio doveva "rendere accogliente la nostra casa ai fratelli separati". Wojtyla ha interrotto la linfa vitale del processo di crescita cui aveva dato inizio il Concilio; ha mortificato la coscienza comunitaria della Chiesa "popolo di Dio", riportando in auge la concezione piramidale di Essa.
«Nuovo "prigioniero del Vaticano", il papa è divenuto, egli stesso, vittima di una curia i cui maggiori esponenti, da lui stesso nominati, hanno portato la restaurazione a un punto tale da provocare reazioni crescenti persino negli ambienti moderati della Chiesa. La «nuova evangelizzazione» promossa da Wojtyla è caratterizzata da due principali orientamenti: da un lato quello dell'Opus Dei, volto a evangelizzare attraverso il potere, facendo della spiritualità un segno di eccellenza sociale; dall'altro, quello dei vari movimenti carismatici, esigenti in materia di comportamenti personali, con una tendenza a valorizzare aspetti di tipo affettivo, ma generalmente poco inclini a integrare una dimensione sociale». (F. Houtart).
Ha ravvivato un equivoco devozionismo mariano lontano dalla figura autentica di Maria.
Nelle allegorie del mondo pastorale semitico il "gregge" era un patrimonio prezioso per il pastore, l'altra parte di sè; nella Chiesa di Cristo il termine non puó significare moltitudine passiva, protagonista di sole parate trionfali. C'è maggior spazio per i laici e per le donne nella Chiesa, oggi, ma per rivestire unicamente ruoli gregari, lontani da responsabilità ministeriali. Wojtyla ha condannato la Teologia della Liberazione, che si propone di liberare i poveri "in nome del Vangelo". Questo papa ha ammonito Ernesto Cardenal, che ha dedicato la vita al riscatto religioso e sociale dei contadini del Centro America, ma ha stretto la mano di Pinochet, mostrandosi con lui sul balcone della sua residenza. Il papa polacco passerà alla storia come uno strenuo difensore dei diritti umani nella società civile, ma all'interno della sua Chiesa ha ridotto drasticamente gli spazi di libertà e di dialogo. Wojtyla ha vissuto il suo papato alla presenza ossessiva delle telecamere per cui sarà una dura impresa, per i successori, eguagliare la sua "mediaticità " estranea al "nascondimento" di Nazareth. I prossimi papi sapranno sottrarsi al trasporto emotivo delle folle, come fece Cristo che rifiutó di essere "proclamato re"? Questo papa non è morto nella "infamia" del venerdì santo, ma nel trionfo della domenica delle palme: è morto sulla ribalta, così come aveva scelto di vivere. Un'anomala imitazione del Maestro. Col soffio dello Spirito che rinnova, la Chiesa attende, ora, un papa meno "spettacolare", più vicino alla collegialità apostolica che all'impero dei cesari; un papa che, come Giovanni Battista, vedendo Cristo esclami: "è necessario che io diminuisca e Lui cresca"; un papa che "aprirà le porte a Cristo", ma non porrà la sua persona, di traverso, su quella soglia.
(Raffaele Garofalo e Aldo Antonelli - preti)
Sulmona/Avezzano, li 6 Aprile 2005
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"Se vuoi sapere la verità su te stesso devi morire o partire per un lungo viaggio". Per un papa non vale questa massima, Ancor meno per Wojtyla. A lui è stato attribuito già tutto in vita, dall'esaltazione più incondizionata alle riserve più esplicite. Wojtyla è entrato nella storia e nel mito prima di morire. La morte di ogni essere umano porta via una parte di noi stessi, dice un poeta, ma esula da un sentire cristiano il culto idolatrico della persona. Il papa non è un faraone, è il "servo dei servi di Dio". Dice O. Wilde che il sopravvento della morte ci deve sottrarre all'uso ipocrita di dover dire tanto bene dei morti quanto male sappiamo dire dei vivi". Wojtyla è stato un papa re, nella realtà e nel mito. All'interno della Chiesa ha rafforzato una concezione dottrinaria e intransigente della fede. Mille anni prima avrebbe fatto anche le crociate, quelle vere. Il papa polacco ha fatto sua la massima di un celebre cardinale: "L'unico fanatismo ammesso è quello che ha per oggetto Dio". Nonostante i pronunciamenti ufficiali, Wojtyla continuava a concepire la Chiesa cattolica come "società perfetta", seguendo la teologia per conciliare. Essa è l'unico porto di salvezza per l'umanità e custode esclusiva della verità di Cristo. Chi si è discostato dalle direttive del papa ha meritato la condanna ufficiale della rimozione da ogni incarico di responsabilità nella Chiesa. Si pensi ai vescovi avvicendati e ai tanti teologi messi a tacere, che vivono e operano ai margini dell'istituzione: un'altra "Chiesa del silenzio".
Se sono stati apprezzabili i gesti di avvicinamento alle altre religioni da parte di questo papa, tuttavia un autentico spirito ecumenico non è riuscito a prevalere perchè dal Vaticano si guarda dall'alto in basso alle altre confessioni. La vera natura di Wojtyla si rivelava durante il Giubileo, quando il papa affermava che il terzo millennio doveva essere dedicato alla "conquista" del continente asiatico. Ma il Vangelo non mira al proselitismo, pone invece il cristiano sulla dimensione di chi deve convertire se stesso! Su questa scia si pose Giovanni XXIII quando annunció che il Concilio doveva "rendere accogliente la nostra casa ai fratelli separati". Wojtyla ha interrotto la linfa vitale del processo di crescita cui aveva dato inizio il Concilio; ha mortificato la coscienza comunitaria della Chiesa "popolo di Dio", riportando in auge la concezione piramidale di Essa.
«Nuovo "prigioniero del Vaticano", il papa è divenuto, egli stesso, vittima di una curia i cui maggiori esponenti, da lui stesso nominati, hanno portato la restaurazione a un punto tale da provocare reazioni crescenti persino negli ambienti moderati della Chiesa. La «nuova evangelizzazione» promossa da Wojtyla è caratterizzata da due principali orientamenti: da un lato quello dell'Opus Dei, volto a evangelizzare attraverso il potere, facendo della spiritualità un segno di eccellenza sociale; dall'altro, quello dei vari movimenti carismatici, esigenti in materia di comportamenti personali, con una tendenza a valorizzare aspetti di tipo affettivo, ma generalmente poco inclini a integrare una dimensione sociale». (F. Houtart).
Ha ravvivato un equivoco devozionismo mariano lontano dalla figura autentica di Maria.
Nelle allegorie del mondo pastorale semitico il "gregge" era un patrimonio prezioso per il pastore, l'altra parte di sè; nella Chiesa di Cristo il termine non puó significare moltitudine passiva, protagonista di sole parate trionfali. C'è maggior spazio per i laici e per le donne nella Chiesa, oggi, ma per rivestire unicamente ruoli gregari, lontani da responsabilità ministeriali. Wojtyla ha condannato la Teologia della Liberazione, che si propone di liberare i poveri "in nome del Vangelo". Questo papa ha ammonito Ernesto Cardenal, che ha dedicato la vita al riscatto religioso e sociale dei contadini del Centro America, ma ha stretto la mano di Pinochet, mostrandosi con lui sul balcone della sua residenza. Il papa polacco passerà alla storia come uno strenuo difensore dei diritti umani nella società civile, ma all'interno della sua Chiesa ha ridotto drasticamente gli spazi di libertà e di dialogo. Wojtyla ha vissuto il suo papato alla presenza ossessiva delle telecamere per cui sarà una dura impresa, per i successori, eguagliare la sua "mediaticità " estranea al "nascondimento" di Nazareth. I prossimi papi sapranno sottrarsi al trasporto emotivo delle folle, come fece Cristo che rifiutó di essere "proclamato re"? Questo papa non è morto nella "infamia" del venerdì santo, ma nel trionfo della domenica delle palme: è morto sulla ribalta, così come aveva scelto di vivere. Un'anomala imitazione del Maestro. Col soffio dello Spirito che rinnova, la Chiesa attende, ora, un papa meno "spettacolare", più vicino alla collegialità apostolica che all'impero dei cesari; un papa che, come Giovanni Battista, vedendo Cristo esclami: "è necessario che io diminuisca e Lui cresca"; un papa che "aprirà le porte a Cristo", ma non porrà la sua persona, di traverso, su quella soglia.
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avete visto anche voi la ragazza andata a Colonia con su la maglietta con la A e i due puntini? 

[url=http://www.superzeta.it/viewtopic.php?p=176838#176838]Hai mai[/url]
"Lo sa? Mai nessun bipede al mondo ha mai avuto tanta urgenza di un pompino quanto lei".
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sul serio? la stessa A del mio avatar?K-Line ha scritto:avete visto anche voi la ragazza andata a Colonia con su la maglietta con la A e i due puntini?

"Vanity...is definitively my favourite sin" (J. Milton)
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skype: arme19
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si... era sulle spalle di un ragazzo ed aveva la maglietta tipo quella tuafacialmaster ha scritto:sul serio? la stessa A del mio avatar?K-Line ha scritto:avete visto anche voi la ragazza andata a Colonia con su la maglietta con la A e i due puntini?

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si... tipo la tua!facialmaster ha scritto:eheh non proprio come la mia...la mia è un po' diversa K don't remember?![]()

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ce n'era un altra - intervistata sempre su RAI1 - che diceva che lei non è tanto "buona" e che la cosa difficile è "portare a casa quello che si è appreso durante queste giornate"
beh si... un pó difficile fare gangbang e bukkake nel salotto!!!







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Anche perchè rischi di macchiare tutto il tappeto.....K-Line ha scritto:ce n'era un altra - intervistata sempre su RAI1 - che diceva che lei non è tanto "buona" e che la cosa difficile è "portare a casa quello che si è appreso durante queste giornate"![]()
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"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
ragazzi...mi state rovinando il topic sul papa... quante volgarità tutte insieme.... blasfemi...


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Quante ne volete Benedetto XVI difende pure il porno.....................
18/09/2008 11:23
INDONESIA
Chiesa indonesiana: la legge anti-pornografia minaccia l'unità nazionale
di Mathias Hariyadi
Le Commissioni di Giustizia e pace e dei laici si schierano contro l'approvazione della normativa, che favorisce "divisioni" e "conflitti etnici". Essa nasconde il tentativo di introdurre la Sharia, trasformando il Paese sul modello dell'Arabia Saudita. Un progetto osteggiato da classe media ed elite culturale.
Jakarta (AsiaNews) - La Chiesa cattolica indonesiana è contraria all'approvazione della legge sulla pornografia, la Undang-undang Pornografi, Uu App, al vaglio del Parlamento chiamato a deciderne l'approvazione il prossimo 23 settembre. Attraverso un comunicato congiunto diffuso dalla Commissione di Giustizia e pace e dalla Commissione per i laici della Conferenza episcopale (Kwi), i vescovi del Paese "condannano con fermezza ogni tentativo di far passare la legge in Parlamento".
La nuova legge sulla pornografia - come denunciato da ambienti culturali, religiosi e artistici - con il pretesto di introdurre una "moralizzazione dei costumi" e una "regolamentazione dei programmi e delle pubblicazioni" a sfondo sessuale, in realtà finirebbe per distruggere "l'unità nazionale", cancellare le "differenze culturali e religiose" e, soprattutto, introdurre la sharia - la legge islamica - nel Paese.
Il comunicato delle commissioni episcopali, firmato da p. John Edy Purwanto e p. Edy Sanasi Osc, rispettivamente segretario della Commissione per i laici e della Commissione di giustizia e pace, esprime "profonda preoccupazione" e sottolinea la "sfida"attraversata dalla nazione, chiamata a compiere un passo decisivo nel "cammino verso la democrazia". "La disgregazione sociale e la violenza settaria, favoriti dall'introduzione della legge anti-pornografia - sono entrambe in contraddizione con il concetto di democrazia". "La legge - continua il comunicato - è lontana dallo spirito con il quale è stata scritta la Costituzione, che invita alla pluralità e tutela ogni minoranza in ogni angolo del Paese". I firmatari concludono dicendo che "va bloccata ogni mossa che miri a fare approvare la normativa" e, al contempo, va avviato "un dibattito approfondito" per capirne i punti controversi partendo da "punti di vista diversi".
Critiche alla legge piovono anche dall'intellighenzia del Paese, che bocciano il tentativo di fare passare la legge durante il Ramadan "un atto di mera pornografia", puntando sulla scarsa attenzione del pubblico in un momento così particolare dell'anno. "Facciamo in modo - afferma il prof. Franz Magnis Suseno Sj, religioso e docente di etica e filosofia - che le persone discutano la questione in maniera aperta e che si arrivi alla soluzione migliore". Si tratta di una materia "complessa e delicata" che non va decisa mediante "dichiarazioni" che stabiliscono già tempi e modi di approvazione, soprattutto se questi vengono fatti passare "sotto silenzio e in gran segreto".
Il docente di etica e filosofia critica infine il commento di un esponente del Prosperous Justice Party (Pks), un partito di ispirazione islamica, secondo il quale "la legge sulla pornografia sarebbe un regalo per tutti gli indonesiani in occasione del Ramadan", bollandolo come "ipocrita" e definendolo "una potenziale minaccia per la stabilità ".
18/09/2008 11:23
INDONESIA
Chiesa indonesiana: la legge anti-pornografia minaccia l'unità nazionale
di Mathias Hariyadi
Le Commissioni di Giustizia e pace e dei laici si schierano contro l'approvazione della normativa, che favorisce "divisioni" e "conflitti etnici". Essa nasconde il tentativo di introdurre la Sharia, trasformando il Paese sul modello dell'Arabia Saudita. Un progetto osteggiato da classe media ed elite culturale.
Jakarta (AsiaNews) - La Chiesa cattolica indonesiana è contraria all'approvazione della legge sulla pornografia, la Undang-undang Pornografi, Uu App, al vaglio del Parlamento chiamato a deciderne l'approvazione il prossimo 23 settembre. Attraverso un comunicato congiunto diffuso dalla Commissione di Giustizia e pace e dalla Commissione per i laici della Conferenza episcopale (Kwi), i vescovi del Paese "condannano con fermezza ogni tentativo di far passare la legge in Parlamento".
La nuova legge sulla pornografia - come denunciato da ambienti culturali, religiosi e artistici - con il pretesto di introdurre una "moralizzazione dei costumi" e una "regolamentazione dei programmi e delle pubblicazioni" a sfondo sessuale, in realtà finirebbe per distruggere "l'unità nazionale", cancellare le "differenze culturali e religiose" e, soprattutto, introdurre la sharia - la legge islamica - nel Paese.
Il comunicato delle commissioni episcopali, firmato da p. John Edy Purwanto e p. Edy Sanasi Osc, rispettivamente segretario della Commissione per i laici e della Commissione di giustizia e pace, esprime "profonda preoccupazione" e sottolinea la "sfida"attraversata dalla nazione, chiamata a compiere un passo decisivo nel "cammino verso la democrazia". "La disgregazione sociale e la violenza settaria, favoriti dall'introduzione della legge anti-pornografia - sono entrambe in contraddizione con il concetto di democrazia". "La legge - continua il comunicato - è lontana dallo spirito con il quale è stata scritta la Costituzione, che invita alla pluralità e tutela ogni minoranza in ogni angolo del Paese". I firmatari concludono dicendo che "va bloccata ogni mossa che miri a fare approvare la normativa" e, al contempo, va avviato "un dibattito approfondito" per capirne i punti controversi partendo da "punti di vista diversi".
Critiche alla legge piovono anche dall'intellighenzia del Paese, che bocciano il tentativo di fare passare la legge durante il Ramadan "un atto di mera pornografia", puntando sulla scarsa attenzione del pubblico in un momento così particolare dell'anno. "Facciamo in modo - afferma il prof. Franz Magnis Suseno Sj, religioso e docente di etica e filosofia - che le persone discutano la questione in maniera aperta e che si arrivi alla soluzione migliore". Si tratta di una materia "complessa e delicata" che non va decisa mediante "dichiarazioni" che stabiliscono già tempi e modi di approvazione, soprattutto se questi vengono fatti passare "sotto silenzio e in gran segreto".
Il docente di etica e filosofia critica infine il commento di un esponente del Prosperous Justice Party (Pks), un partito di ispirazione islamica, secondo il quale "la legge sulla pornografia sarebbe un regalo per tutti gli indonesiani in occasione del Ramadan", bollandolo come "ipocrita" e definendolo "una potenziale minaccia per la stabilità ".
lo so che rompo le palle, ma io lo posto...
[i:3fcd5dfaca]Tra un Angelus e l'altro, per rifrancar lo spirito,Il papa Ratzinger si è fatta una passeggiata a Parigi dove ha parlato anche dei miracoli di Lourdes di cui tra gli ascoltatori, circa 200.000, nessuno, sono certo, ne conosceva la vera origine.
Bernadette Soubirous ovvero l'impostura di Lourdes
Sempre seguendo l'impegno che ho preso di smascherare le imposture della Chiesa, anche se attualmente sono impegnato a scrivere un libro sugli imbrogli e le falsificazioni di Fatima, voglio comunque accennare qualche cosa di molto interessante su Lourdes e i suoi miracoli di cui attualmente, ricorrendone il centocinquantesimo anniversario, tanto si parla.
Bernadette Soubirous aveva quindici anni quando ebbe quella che viene dichiarata come prima apparizione dell'Immacolata Concezione nella grotta di Massabielle.
Suo padre Francois Soubirous era un alcolizzato e sua madre Luisa era sempre ubriaca.
Bernadette, di costituzione gracile e con problemi ai polmoni, era nata e si era sviluppata in uno di quegli ambienti retrogradi e miserrimi nei quali i figli si svezzano col vino e all'alcol si affida la risoluzione di tutti i problemi, compresi quelli di mettere a tacere la fame e combattere le malattie.
Incoraggiata dalla madre, nella convinzione che il vino le desse forza, Bernadette a quindici anni ne faceva già un tale uso da essere considerata, da chi la frequentava, una ragazza che beveva, come ci viene confermato dalla moglie del commissario, la signora Jacomet, che così si espresse sulla famiglia Soubirous riferendosi al tempo delle apparizioni: <<Il padre di Bernadette, Franà§ois, era un alcolizzato e la madre Luisa era sempre ubriaca. Di Bernadette non ho sentito dire nulla contro di lei, all'infuori che essa beveva", e dai suoi stessi biografi cattolici che, non potendo nascondere una verità documentata, cercano di sottrarla dalle accuse di alcolismo scrivendo: <<Lontano dall'essere un'alcolizzata, se Bernadette beveva lo faceva per sopportare meglio le sue crisi d'asma>>.
Fattaci, così, un'idea di chi fosse realmente Bernadette, passiamo a raccontare di quella che fu la sua prima apparizione: "L'11 febbraio 1858, la madre Luisa disse ad una delle sue figlie di andare a cercare legna per il fuoco e Bernadette chiese di accompagnarla. Era una giornata invernale e piovigginosa e la madre, temendo che il freddo aggravasse la malattia di Bernadette, se acconsentì di accompagnare la sorella lo fece per le sue insistenze. I biografi dicono soltanto che Bernadette, prima di uscire, si copri bene e nulla dicono di quel bicchiere di vino rosso che tutto ci porta a pensare che lei abbia bevuto, magari dietro incoraggiamento della madre che, come abbiamo detto, usava l'alcol come rimedio per combattere il freddo e le malattie.
Con Bernardette e la sorella c'era anche una loro amica, Jeanne Abadie.
Per giungere sul posto, nel quale avrebbero trovato la legna, si doveva attraversare un piccolo corso d'acqua oltre il quale c'era una grotta.
Mentre la sorella di Bernadette e l'amica passarono dall'altra parte del ruscello senza difficoltà , Bernadette, per paura di bagnarsi i piedi, si fermò sulla sponda e si mise a gettare sassi nell'acqua con l'intenzione di costruirsi un passaggio a secco.
La sorella di Bernadette e l'amica, ritenendo assurdo quello che Bernadette stava facendo, dopo averla derisa, proseguirono lasciandola sola, nella sua follia, a tirare sassi nell'acqua.
Durante il ritorno, la sorella di Bernadette e l'amica Jeanne Abadie, rimarcando in Bernadette un comportamento bizzarro e trasognato, le chiesero cosa avesse e fu lì che, raccontando ciò che le era accaduto, Bernadette dette inizio a quella che sarà la prima puntata della telenovela di Lourdes.
Mentre era rimasta sola, disse di aver visto un chiarore biancastro dentro la grotta che le era davanti, una specie di riflesso che, non sapendo spiegare cosa fosse, lo definì "Aquero", che nel dialetto locale significa "qualche cosa".
Gli psicologi sono tutti d'accordo nel riconoscere che Bernardette Soubirous ebbe un'allucinazione da stress, se non addirittura da alcol
Che Bernadette fosse soggetta a crisi di delirio da ubriacatura ci viene confermato da ciò che fece durante una delle sue apparizioni, precisamente all'ottava: <<Il 25 febbraio, c'era folla davanti alla grotta. Bernadette, come sempre, cadde in ginocchio assumendo un'espressione di rapimento. Poi si alzò, sembrò cercare qualche cosa camminando indecisa secondo diverse direzioni. Alla fine si fermò e si mise a grattare il suolo in un angolo della grotta. Dopo qualche momento di riflessione, messasi in ginocchio e avvicinato il volto al buco che aveva scavato, si portò con la mano sulla bocca il fango che aveva impastato risputandolo subito disgustata. Fece questo per tre volte, alla quarta si lavò il viso. Poi, camminando a quattro zampe, si mise a mangiare l'erba che cresceva dentro la grotta. Quando si rialzò, aveva un'espressione inebetita ed era tutta sporca di fango (1). I presenti, convinti che fosse impazzita, se ne andarono rattristati.
Il parroco Peyremale, uomo integro ed equilibrato, che mai aveva creduto alle apparizioni, quando seppe di questo fatto, definì Bernadette: <<Una bugiarda che mangia l'erba come gli animali>>.
Praticamente, dopo questa brevissima esposizione di fatti, possiamo concludere che tutta l'impalcatura di Lourdes è stata costruita su un bagliore, su un "Aquero" che, per quanto la Chiesa possa averlo trasformato in "Immacolata Concezione", per la psicologia ed il buonsenso rimane sempre e comunque un'allucinazione da vino rosso.
"A votre santé, demoiselle Bernadette Soubirous!
Luigi Cascioli.[/i:3fcd5dfaca]
[i:3fcd5dfaca]Tra un Angelus e l'altro, per rifrancar lo spirito,Il papa Ratzinger si è fatta una passeggiata a Parigi dove ha parlato anche dei miracoli di Lourdes di cui tra gli ascoltatori, circa 200.000, nessuno, sono certo, ne conosceva la vera origine.
Bernadette Soubirous ovvero l'impostura di Lourdes
Sempre seguendo l'impegno che ho preso di smascherare le imposture della Chiesa, anche se attualmente sono impegnato a scrivere un libro sugli imbrogli e le falsificazioni di Fatima, voglio comunque accennare qualche cosa di molto interessante su Lourdes e i suoi miracoli di cui attualmente, ricorrendone il centocinquantesimo anniversario, tanto si parla.
Bernadette Soubirous aveva quindici anni quando ebbe quella che viene dichiarata come prima apparizione dell'Immacolata Concezione nella grotta di Massabielle.
Suo padre Francois Soubirous era un alcolizzato e sua madre Luisa era sempre ubriaca.
Bernadette, di costituzione gracile e con problemi ai polmoni, era nata e si era sviluppata in uno di quegli ambienti retrogradi e miserrimi nei quali i figli si svezzano col vino e all'alcol si affida la risoluzione di tutti i problemi, compresi quelli di mettere a tacere la fame e combattere le malattie.
Incoraggiata dalla madre, nella convinzione che il vino le desse forza, Bernadette a quindici anni ne faceva già un tale uso da essere considerata, da chi la frequentava, una ragazza che beveva, come ci viene confermato dalla moglie del commissario, la signora Jacomet, che così si espresse sulla famiglia Soubirous riferendosi al tempo delle apparizioni: <<Il padre di Bernadette, Franà§ois, era un alcolizzato e la madre Luisa era sempre ubriaca. Di Bernadette non ho sentito dire nulla contro di lei, all'infuori che essa beveva", e dai suoi stessi biografi cattolici che, non potendo nascondere una verità documentata, cercano di sottrarla dalle accuse di alcolismo scrivendo: <<Lontano dall'essere un'alcolizzata, se Bernadette beveva lo faceva per sopportare meglio le sue crisi d'asma>>.
Fattaci, così, un'idea di chi fosse realmente Bernadette, passiamo a raccontare di quella che fu la sua prima apparizione: "L'11 febbraio 1858, la madre Luisa disse ad una delle sue figlie di andare a cercare legna per il fuoco e Bernadette chiese di accompagnarla. Era una giornata invernale e piovigginosa e la madre, temendo che il freddo aggravasse la malattia di Bernadette, se acconsentì di accompagnare la sorella lo fece per le sue insistenze. I biografi dicono soltanto che Bernadette, prima di uscire, si copri bene e nulla dicono di quel bicchiere di vino rosso che tutto ci porta a pensare che lei abbia bevuto, magari dietro incoraggiamento della madre che, come abbiamo detto, usava l'alcol come rimedio per combattere il freddo e le malattie.
Con Bernardette e la sorella c'era anche una loro amica, Jeanne Abadie.
Per giungere sul posto, nel quale avrebbero trovato la legna, si doveva attraversare un piccolo corso d'acqua oltre il quale c'era una grotta.
Mentre la sorella di Bernadette e l'amica passarono dall'altra parte del ruscello senza difficoltà , Bernadette, per paura di bagnarsi i piedi, si fermò sulla sponda e si mise a gettare sassi nell'acqua con l'intenzione di costruirsi un passaggio a secco.
La sorella di Bernadette e l'amica, ritenendo assurdo quello che Bernadette stava facendo, dopo averla derisa, proseguirono lasciandola sola, nella sua follia, a tirare sassi nell'acqua.
Durante il ritorno, la sorella di Bernadette e l'amica Jeanne Abadie, rimarcando in Bernadette un comportamento bizzarro e trasognato, le chiesero cosa avesse e fu lì che, raccontando ciò che le era accaduto, Bernadette dette inizio a quella che sarà la prima puntata della telenovela di Lourdes.
Mentre era rimasta sola, disse di aver visto un chiarore biancastro dentro la grotta che le era davanti, una specie di riflesso che, non sapendo spiegare cosa fosse, lo definì "Aquero", che nel dialetto locale significa "qualche cosa".
Gli psicologi sono tutti d'accordo nel riconoscere che Bernardette Soubirous ebbe un'allucinazione da stress, se non addirittura da alcol
Che Bernadette fosse soggetta a crisi di delirio da ubriacatura ci viene confermato da ciò che fece durante una delle sue apparizioni, precisamente all'ottava: <<Il 25 febbraio, c'era folla davanti alla grotta. Bernadette, come sempre, cadde in ginocchio assumendo un'espressione di rapimento. Poi si alzò, sembrò cercare qualche cosa camminando indecisa secondo diverse direzioni. Alla fine si fermò e si mise a grattare il suolo in un angolo della grotta. Dopo qualche momento di riflessione, messasi in ginocchio e avvicinato il volto al buco che aveva scavato, si portò con la mano sulla bocca il fango che aveva impastato risputandolo subito disgustata. Fece questo per tre volte, alla quarta si lavò il viso. Poi, camminando a quattro zampe, si mise a mangiare l'erba che cresceva dentro la grotta. Quando si rialzò, aveva un'espressione inebetita ed era tutta sporca di fango (1). I presenti, convinti che fosse impazzita, se ne andarono rattristati.
Il parroco Peyremale, uomo integro ed equilibrato, che mai aveva creduto alle apparizioni, quando seppe di questo fatto, definì Bernadette: <<Una bugiarda che mangia l'erba come gli animali>>.
Praticamente, dopo questa brevissima esposizione di fatti, possiamo concludere che tutta l'impalcatura di Lourdes è stata costruita su un bagliore, su un "Aquero" che, per quanto la Chiesa possa averlo trasformato in "Immacolata Concezione", per la psicologia ed il buonsenso rimane sempre e comunque un'allucinazione da vino rosso.
"A votre santé, demoiselle Bernadette Soubirous!
Luigi Cascioli.[/i:3fcd5dfaca]
"Tra me e Fazio c'è una differenza fondamentale: io e la mia generazione siamo diventati di sinistra perchè avevamo i professori di destra. Lui è diventato di sinistra perchè aveva professori di sinistra" - Antonio Ricci
"La sola cosa che fa andare avanti il mondo è il denaro. I soldi sono la ragione di tutto. A volte mi accusano di essere cinico. Certo che lo sono. Il mondo è forse meno cinico con me o con chiunque altro?" - Frank Zappa
« Non si puó governare la Chiesa con le Ave Maria » Paul Marcinkus
"La sola cosa che fa andare avanti il mondo è il denaro. I soldi sono la ragione di tutto. A volte mi accusano di essere cinico. Certo che lo sono. Il mondo è forse meno cinico con me o con chiunque altro?" - Frank Zappa
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