[O.T.] Outing,coming OUT,ecchime,ciao mamma!
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HB ha scritto:(ciambellano fa una giusta distinzione tra outing e coming out)

Cmq imho hb è ineccepibile (tranne per quel particolare da me evidenziato

Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
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- superflowerpunkdiscopop
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Una sera siamo andati a una festa fuori Milano. Arrivati sul posto, vediamo scendere da una Seat Arosa giallo limone tre o quattro tizie ridanciane, che conosciamo di vista. E una di loro dice tra una risata e l'altra: "...La macchina della pazzia....", come per concludere un discorso, quasi millantando una bohème da TG4.
Sono quattro ragazzine ultraborghesi, normali da far schifo, iscritte alle più ovvie facoltà universitarie, la cui più grossa trasgressione è fare le corna al fidanzato di turno o sbagliare la strada per arrivare da Via Vincenzo Monti alla festa a Imbersago. Tuttavia dicono di se stesse: "Siamo delle pazze".
Per giorni mi sono vergognato di quello che ho sentito. Ho provato vergogna nel riferire ad amici quelle 4 parole: "La macchina della pazzia". Solo ora sono riuscito a scriverne.
Su internet, nei profili delle chat di tutta Italia, la cosa che leggiamo più spesso nei brevi profili personali è: "Sono un po' pazza/o".
Il povero dice di sè e degli altri: "Sono un pazzo", oppure "E' troppo un pazzo", con un tono tra il bonario e l'ammirato. Spesso dice di qualcuno "E' un pazzo" per comunicare che fa cose assolutamente normali, come farsi qualche canna, ubriacarsi, parlare ad alta voce, guidare un po' più veloce del solito, urlare dal tram, bestemmiare. Si cerca di dare insomma a chiunque, la possibilità di non essere etichettato come "banale", nonostante il soggetto in questione lo sia (ovviamente) oltre ogni possibile aspettativa.
La regolare scenetta vuole che quando si parla di qualcuno che si conosce, si dica di lui "è troppo un pazzo", per presentarsi innanzitutto come qualcuno che non frequenta gente ordinaria, cercando in tutti i modi di far apparire come "inusuale" qualsiasi ovvietà da scuola media (vedi sopra).
Si racconta poi l'episodio a caso (che tratta dell'ubriachezza a Mikonos, della canna di troppo o del viaggetto in Svizzera), cercando di convincere l'interlocutore, che a sua volta, per continuare la conversazione, dovrà raccontare qualcosa di ancora più "pazzo", (l'ubriachezza in Marocco, le due canne di troppo, il viaggetto in Olanda). Il tutto cercando di ridere il più possibile, vantandosi della supposta pazzia dell'amichetto, che per estensione e spirito di gruppo, è anche la loro.
Quanto più la normalità è dietro l'angolo, tanto più bisogna presentarla come follia, prima che si scopra che non c'è più spazio per l'eventuale trasgressione.
Non si è pazzi perchè ci si fuma una canna di troppo o ci si ubriaca in vacanza, si è pazzi perchè non ci si accorge che siamo tutti condannati a una normalità statalizzata che fa spavento. E questo il povero non lo capirà mai.
Insomma, il povero non si accorge di essere davvero pazzo, non per quelle quattro bambinate che crede di combinare a sua detta "ai limiti della legalità ", ma davvero, per tutte quelle cose che fa e che farà all'interno della legalità . Anche solo il pensare di essere "sopra le righe" è da imbecille. Il gongolarsi della propria scapigliatezza, con la mentalità da "impiegato" del vizio, da travet del "degenero", è un auto-regalarsi banane come premio.
tratto dal deboscio.
Idoliiiiiii!!
Sono quattro ragazzine ultraborghesi, normali da far schifo, iscritte alle più ovvie facoltà universitarie, la cui più grossa trasgressione è fare le corna al fidanzato di turno o sbagliare la strada per arrivare da Via Vincenzo Monti alla festa a Imbersago. Tuttavia dicono di se stesse: "Siamo delle pazze".
Per giorni mi sono vergognato di quello che ho sentito. Ho provato vergogna nel riferire ad amici quelle 4 parole: "La macchina della pazzia". Solo ora sono riuscito a scriverne.
Su internet, nei profili delle chat di tutta Italia, la cosa che leggiamo più spesso nei brevi profili personali è: "Sono un po' pazza/o".
Il povero dice di sè e degli altri: "Sono un pazzo", oppure "E' troppo un pazzo", con un tono tra il bonario e l'ammirato. Spesso dice di qualcuno "E' un pazzo" per comunicare che fa cose assolutamente normali, come farsi qualche canna, ubriacarsi, parlare ad alta voce, guidare un po' più veloce del solito, urlare dal tram, bestemmiare. Si cerca di dare insomma a chiunque, la possibilità di non essere etichettato come "banale", nonostante il soggetto in questione lo sia (ovviamente) oltre ogni possibile aspettativa.
La regolare scenetta vuole che quando si parla di qualcuno che si conosce, si dica di lui "è troppo un pazzo", per presentarsi innanzitutto come qualcuno che non frequenta gente ordinaria, cercando in tutti i modi di far apparire come "inusuale" qualsiasi ovvietà da scuola media (vedi sopra).
Si racconta poi l'episodio a caso (che tratta dell'ubriachezza a Mikonos, della canna di troppo o del viaggetto in Svizzera), cercando di convincere l'interlocutore, che a sua volta, per continuare la conversazione, dovrà raccontare qualcosa di ancora più "pazzo", (l'ubriachezza in Marocco, le due canne di troppo, il viaggetto in Olanda). Il tutto cercando di ridere il più possibile, vantandosi della supposta pazzia dell'amichetto, che per estensione e spirito di gruppo, è anche la loro.
Quanto più la normalità è dietro l'angolo, tanto più bisogna presentarla come follia, prima che si scopra che non c'è più spazio per l'eventuale trasgressione.
Non si è pazzi perchè ci si fuma una canna di troppo o ci si ubriaca in vacanza, si è pazzi perchè non ci si accorge che siamo tutti condannati a una normalità statalizzata che fa spavento. E questo il povero non lo capirà mai.
Insomma, il povero non si accorge di essere davvero pazzo, non per quelle quattro bambinate che crede di combinare a sua detta "ai limiti della legalità ", ma davvero, per tutte quelle cose che fa e che farà all'interno della legalità . Anche solo il pensare di essere "sopra le righe" è da imbecille. Il gongolarsi della propria scapigliatezza, con la mentalità da "impiegato" del vizio, da travet del "degenero", è un auto-regalarsi banane come premio.
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standing ovationsuperflowerpunkdiscopop ha scritto:Una sera siamo andati a una festa fuori Milano. Arrivati sul posto, vediamo scendere da una Seat Arosa giallo limone tre o quattro tizie ridanciane, che conosciamo di vista. E una di loro dice tra una risata e l'altra: "...La macchina della pazzia....", come per concludere un discorso, quasi millantando una bohème da TG4.
Sono quattro ragazzine ultraborghesi, normali da far schifo, iscritte alle più ovvie facoltà universitarie, la cui più grossa trasgressione è fare le corna al fidanzato di turno o sbagliare la strada per arrivare da Via Vincenzo Monti alla festa a Imbersago. Tuttavia dicono di se stesse: "Siamo delle pazze".
Per giorni mi sono vergognato di quello che ho sentito. Ho provato vergogna nel riferire ad amici quelle 4 parole: "La macchina della pazzia". Solo ora sono riuscito a scriverne.
Su internet, nei profili delle chat di tutta Italia, la cosa che leggiamo più spesso nei brevi profili personali è: "Sono un po' pazza/o".
Il povero dice di sè e degli altri: "Sono un pazzo", oppure "E' troppo un pazzo", con un tono tra il bonario e l'ammirato. Spesso dice di qualcuno "E' un pazzo" per comunicare che fa cose assolutamente normali, come farsi qualche canna, ubriacarsi, parlare ad alta voce, guidare un po' più veloce del solito, urlare dal tram, bestemmiare. Si cerca di dare insomma a chiunque, la possibilità di non essere etichettato come "banale", nonostante il soggetto in questione lo sia (ovviamente) oltre ogni possibile aspettativa.
La regolare scenetta vuole che quando si parla di qualcuno che si conosce, si dica di lui "è troppo un pazzo", per presentarsi innanzitutto come qualcuno che non frequenta gente ordinaria, cercando in tutti i modi di far apparire come "inusuale" qualsiasi ovvietà da scuola media (vedi sopra).
Si racconta poi l'episodio a caso (che tratta dell'ubriachezza a Mikonos, della canna di troppo o del viaggetto in Svizzera), cercando di convincere l'interlocutore, che a sua volta, per continuare la conversazione, dovrà raccontare qualcosa di ancora più "pazzo", (l'ubriachezza in Marocco, le due canne di troppo, il viaggetto in Olanda). Il tutto cercando di ridere il più possibile, vantandosi della supposta pazzia dell'amichetto, che per estensione e spirito di gruppo, è anche la loro.
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Insomma, il povero non si accorge di essere davvero pazzo, non per quelle quattro bambinate che crede di combinare a sua detta "ai limiti della legalità ", ma davvero, per tutte quelle cose che fa e che farà all'interno della legalità . Anche solo il pensare di essere "sopra le righe" è da imbecille. Il gongolarsi della propria scapigliatezza, con la mentalità da "impiegato" del vizio, da travet del "degenero", è un auto-regalarsi banane come premio.
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"Se è vero che l'arte commerciale rischia sempre di finire prostituta, non è meno vero che l'arte non commerciale rischia di finire zitella"
Erwin Panofsky
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allora, NON ho letto le precedenti 29 pagine (mi sono fermato a metà )
e forse qualcuno ha già fatto la richiesta:
superflow... PRESENTACI TUA CUGINA!!!
editato dall'amministratore
E poi ad Imbersago io ci sono una domenica al mese...

e forse qualcuno ha già fatto la richiesta:
superflow... PRESENTACI TUA CUGINA!!!
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Ultima modifica di cicciofeticcio il 22/07/2008, 22:24, modificato 3 volte in totale.
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non indovinerete mai di chi sono le mutandine nel mio avatar...
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non sono stato io...
mi sa che ora mi arriva un fulmine dai moderatori...

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Ultima modifica di cicciofeticcio il 22/07/2008, 20:01, modificato 2 volte in totale.
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ecco comunque,su myspace.
non c'entra niente con questo topic.
Li la puoi addare come amica,presentarti,parlarle di mutande sporche.
Fà come ti pare,io se le risulterai simpatico,non faró assolutamente nulla per evitare che tu possa odorare le sue mutande sporche.
Prometto.
non c'entra niente con questo topic.
Li la puoi addare come amica,presentarti,parlarle di mutande sporche.
Fà come ti pare,io se le risulterai simpatico,non faró assolutamente nulla per evitare che tu possa odorare le sue mutande sporche.
Prometto.
Siam del popolo gli arditi contadini ed operai non c'è sbirro non c'è fascio che ci possa piegar mai.
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