Siete proprio sicuri che vi piace la fica?
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X gli amici gay
la rivoluzione passa per il buco del culo?
Posted by roberto on May 13, 2007 at 1:13am
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A questo punto, è il caso di accennare al rapporto esistente tra rifiuto dell'omosessualità e rimozione della componente anale dell'Eros. Fin dai Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), Freud evidenzia la temporanea concentrazione della libido infantile sulle zone erogene anali: la fase anale si pone come medium tra erotismo orale e fissazione in genere definitiva della libido alla zona genitale. La stabilizzazione della pulsione sessuale ai genitali
provoca quasi sempre una rimozione pressoché assoluta dei desideri anali (eccezion fatta " di solito " per i «casi» di omosessualità maschile manifesta e pochi altri).
Secondo Géza Rà³heim, «quando [...] le funzioni escretorie sono diventate "cose brutte", vuol dire che abbiamo raggiunto un livello culturale alquanto elevato. Si dice che queste cose siano incompatibili con uno stadio superiore di civiltà ».
Ma anche la regina Elisabetta va al gabinetto: l'attuale réfoulement del
godimento anale, della coprofilia e dell'urofilia è il risultato di una repressione storicamente determinatasi. Il desiderio anale di ogni bimbo rivela una piacevole potenzialità in tutti gli adulti latente, e riflette (nello sviluppo del singolo individuo) un'espressione erotica atavica della specie, progressivamente negata nel corso dei millenni e in particolare degli ultimi secoli capitalistici.
La rivendicazione del piacere anale costituisce uno degli elementi fondamentali della critica avanzata dal movimento gay nei confronti dell'ipostasi dello status quo genitale-eterosessuale da parte dell'ideologia dominante. Leggiamo nel Rapport contre la normalité:
«Bisogna domandare ai borghesi: - In che rapporto sei con il tuo buco del culo, a parte l'obbligo di cacare? Fa parte del tuo corpo, della tua parola, dei tuoi sensi allo stesso titolo della bocca o delle orecchie? E se hai deciso che l'ano non serve che a defecare, perché la tua bocca ha altri usi oltre a quello di
mangiare?»
Nel saggio intitolato Carattere ed erotismo anale (1908), Freud mette in luce il rapporto causale esistente tra fissazione inconscia all'erotismo anale rimosso e certune manifestazioni del carattere, quali l'ordine ossessivo pressoché maniacale, la parsimonia e l'ostinazione che sfiora la caparbietà . Quasi a conclusione della sua analisi, egli aggiunge: «Se alla base delle relazioni qui riferite tra erotismo anale e questa triade di attributi del carattere vi è qualcosa di reale, non dovremmo trovare elementi accentuati del "carattere anale" nei soggetti che hanno conservato anche nell'età adulta la proprietà erogena della zona anale, come ad esempio alcuni omosessuali. A meno che io non m'inganni assai, l'esperienza concorda notevolmente con questa conclusione». Per
quel che ne so, è davvero difficile imbattersi in omosessuali che lo prendano in culo e che siano nel contempo ordinatissimi, tirchi e ostinati. Ma non è questo il punto.
Il punto è che se ti fai inculare, se sai quale profondissimo godimento dal coito anale puoi trarre, diventi per forza diverso dalla gente «normale» col culo frigido.
Ti conosci più a fondo.
Oh, come aveva ragione de Sade scrivendo:
«Se voi sapeste come si gode deliziosamente quando un grosso cazzo ci riempie il didietro; quando, affondato fino ai coglioni, vi si dimena con ardore e ritirato fino al prepuzio vi si riaffonda fino al pelo! No, non c'è al mondo intero un godimento che valga questo: è quello dei filosofi, degli eroi, e sarebbe quello degli dei se le membra di questo divino godimento non fossero esse stesse i soli dei che dovremmo adorare sulla terra».
Si direbbe che, fra tutti gli aspetti dell'omosessualità , il più temuto dai maschi eterosessuali sia il coito anale.
Ciò è senz'altro determinato, oltre che dalla rimozione del desiderio anale, dall'angoscia di castrazione " in sostanza, dalla paura di decadere dal piedestallo virile nella «femminilità ».
L'angoscia di castrazione bilancia in ogni maschio la concezione fallofora della sessualità come erezione. Ogni eterosessuale di sesso maschile flippa all'idea di «non farcela».
Se non ce la facesse, la sua virilità andrebbe in fumo: egli teme sommamente questa evenienza, poiché la repressione lo ha identificato con il modello virile, rendendolo disgraziato tutore dell'ordine eterosessuale. L'uomo teme di perdere la virilità perché soprattutto teme di perdere la propria identità : ed egli sa bene che, dietro le ostentate apparenze, la sua identità virile è fragilissima, così come è decisamente instabile l'equilibrio in cui si tiene tra rigido fallismo e angoscia di castrazione.
Il maschio assoluto è, in quanto essere mutilato, esclusivamente «attivo»: e ogni eterosessuale, cui prema identificarsi assolutamente col maschio, considera disonorevole, abietto, «roba da femmine», il «ruolo passivo».
Per gente del genere, farsi scopare è «farsi fottere»: ma se togliamo al «farsi fottere» l'oscura coloritura pornolalico-negativa della fregatura, dell'«essere presi per il sedere», tanto prettamente e nevroticamente maschilista, allora farsi scopare si scopre per quel grande piacere che è, incontro-fusione dei corpi, gaio divertimento, delizia del culo e della mente. Di solito, più un maschio ha paura di farsi fottere più sa di fottere malamente, alla vigliacca, con scarsa considerazione dell'altra/o che è ridotta a buco, ricettacolo del cieco egoismo
fallico.
Chi ama farsi scopare, invece, può imparare a scopare con «arte». Sa come dare piacere (come riceverne) e sblocca la fissazione limitatissima dei ruoli stereotipati. Scopare diventa veramente un rapporto di reciprocità , un atto intersoggettivo.
La concezione psicoanalitica dell'«oggetto» sessuale deriva dalla sciagurata storpiatura eterosessuale (maschile) del coito. E se Rank individua nelle condizioni di vita del feto nel ventre materno l'origine della nevrosi, noi andremo più indietro, cogliendo nel coito eterosessuale stesso, dal quale procede la vita, nella maniera maschilista e nevrotica in cui di solito ha luogo, una delle cause originarie della nevrosi universale che affligge la specie.
Del coito anale, gli eterosessuali maschi temono anche l'aureola escrementizia.
«Ma l'Amore ha eretto la sua dimora nel luogo degli escrementi» (Yeats):
noi gay lo sappiamo bene e la nostra condizione è prossima alla gaia riscossa della merda (quando non lo è già ). Anche per quel che concerne la merda, al di là del ribrezzo repressivo sta un ricco godimento.
Parecchie espressioni scurrili, usate dagli etero per definire spregiatamente gli omosessuali, si riferiscono alla zona esogena anale (la parte per il tutto): in italiano abbiamo culo, culattone, culattino, oltre a vaffanculo, al fiorentino buco ecc. Nel suo saggio sull'uso di termini pornolalici da parte dei militanti della sinistra (ex) extraparlamentare, Mauro Bertocchi sottolinea come, generalmente, nell'utilizzazione del lessico porno, «vengano scelti termini particolarmente rivelatori di una forte inibizione, di un forte ostacolo, nei quali si osservano identificazioni sempre ricorrenti: gli organi sessuali, sia maschili che femminili, sono sinonimo di stupidaggine, di insufficienza intellettuale e politica (coglione, testa di cazzo, sfigato, cazzone = sciocco), di cattive azioni, di pratiche «scorrette" politicamente (cazzata), di ira, di stizza e malumore (incazzarsi = arrabbiarsi). L'impotenza e la condizione sessuale passiva (per esempio omosessualità passiva) sono invece sinonimi di sfortuna, inabilità o comunque della condizione di chi è ingannato, imbrogliato, «buggerato», danneggiato per sfortuna o per sua incapacità (le espressioni "che inculata!", "vai a culo!", "fatti fottere!" ecc.). L'omosessualità attiva è invece il simbolo di furba abilità ("fare il culo", "incannare"), così pure come l'attività eterosessuale (scopare, chiavare)».
L'omosessualità attiva, dunque, è vista nell'ottica del «maschio doppio». Tutte le espressioni riportate da Bertocchi derivano da atteggiamenti di aggressività e disistima nei confronti della donna e della checca. Ma, ben sappiamo che la violenza (verbale e non solo verbale) e il disprezzo rappresentano l'estroversione sotto segno negativo di un desiderio rimosso e pertanto inconscio (ma inconscio fino a che punto?) Freud rileva che, «per esprimere sfida o scherno tracotante, s'usa ancor oggi da noi come nei tempi antichi un invito avente per contenuto una carezza alla zona anale, propriamente indice di una tenerezza colpita da rimozione.
In altre parole, la presenza del desiderio anale e di quello scatologico si scopre mediante l'analisi dei termini della loro negazione: merda!
Per Bertocchi è importante stabilire il significato che assume l'uso delle espressioni pornolaliche all'interno del discorso politico complessivo elaborato dai gruppi sedicenti rivoluzionari. «Quali significati ha la frase: «Compagni, è una sfiga incazzarci con quei quattro finocchi di merda, perché finiamo col farci fottere»? Il significato è palesemente contraddittorio e mostra due livelli diversi: uno dominante e l'altro subordinato, uno strettamente politico, ideologico e l'altro pornolalico, che riferendosi alle parti erogene maschili e femminili le degrada come organi e orifizi, e che riferendosi alle funzioni fondamentali (eiaculazione,escrezione) fa loro assumere di volta in volta connotati di disgusto, soddisfazione, aggressione».
Ma, ciò che a me pare ancor più interessante, queste espressioni finiscono coi comunicare, sfigurato dall'atteggiamento maschilista e violento, un desiderio latente di tipo omosessuale, anale e scatologico. Chi soggiace alla repressione dell'omoerotismo, della femminilità , dell'analità e della coprofilia, perpetrata dalla sottocultura dominante, si vede costretto a esprimere, e quindi comunicare, i propri desideri inconsci e interdetti inerenti a quelle sfere dell'Eros mediante «significanti» che, apparentemente e secondo il significato loro attribuito dalla coscienza, ne sanciscono il rifiuto, la negazione e la condanna. In questo, come in molti altri casi, la psicoanalisi fornisce alla critica rivoluzionaria gli strumenti
necessari a colmare lo scarto esistente tra apparenza e realtà del fenomeno: e noi sappiamo che, dal punto di vista marxiano la «scienza» si riconosce proprio in questa capacità di discendere dall'apparenza dei fenomeni alla loro realtà intrinseca.
Nel nostro caso, si tratta di individuare il desiderio omosessuale, transessuale, anale e scatologico dietro la patina verbale altisonante delle espressioni pornolaliche antifemminili, antigay e anticoprofile. Una volta di più, la negazione si riduce a un'affermazione negata. Non a caso, nota Bertocchi, «busone, frocio, culattone sono fra gli insulti più comuni, più usati. Al contrario, la fissazione dell'erotismo ai genitali ed al primato del fallo concedono spesso ad espressioni del tipo di «che sborrata!» di significare successo politico, entusiasmo, affermazione di sé, secondo la concezione che eguaglia l'orgasmo genitale maschile al successo totale». In definitiva, Mauro Bertocchi sottolinea la stretta parentela esistente tra linguaggio porno in uso presso le sinistre e la pornolalia del tradizionale goliardismo fascista, antifemminile e antigay.
A questo punto sarebbe interessante allargare il discorso ed estendere l'indagine alla relazione esistente tra sublimazione capitalistica dell'analità nel denaro («pecunia olet», rileva Ferenczi) e repressione dell'omosessualità .
Norman Brown indica in Lutero l'emblema della connessione presente tra analità e ragione capitalistica, nella misura in cui la sua figura storica, il suo pensiero così ricco di espliciti riferimenti anali e la Riforma nel suo complesso riflettono l'ascesi della borghesia mercantile nell'Europa cinquecentesca.
Nel Museum of Erotic Art di San Francisco è conservata una caricatura di Martin Lutero eseguita al tempo della Controriforma, che lo raffigura con una minuscola coppia omosessuale, intenta al coito anale, nel bel mezzo della testa: inconsapevolmente, attraverso la meschina volgarità della «calunnia», la propaganda antiluterana cattolica sottolinea in certo qual modo la posizione centrale occupata dall'analità (e dall'omosessualità ?) nel pensiero del monaco riformatore.
Per Lutero, questa Terra è dominata dal Diavolo: l'ano di Satana troneggia in mezzo al mondo, e lo riempie di escrementi e di peti (di peccatori, di papi, di usurai, di gente ipocrita dedita alle opere di «bene» ecc.). Evidentemente Lutero fonda la propria concezione negativo-spregiativa del Demonio (che pure aveva avuto la chance di incontrare personalmente) sulla problematica rimozione del desiderio scatologico (e di quello omosessuale).
Eppure, come egli stesso ammise, l'assioma fondamentale della religione protestante (la dottrina della giustificazione per mezzo della fede) gli venne in mente mentre si trovava «nella latrina della torre». Norman Brown sottolinea con attenzione la noncasualità del luogo escrementizio: «la psicoanalisi [...] non può non trovare significativo il fatto che l'esperienza religiosa che inaugurò la teologia protestante abbia avuto luogo al gabinetto». Martin Lutero probabilmente non si rese conto che la trovata innovatrice religiosa destinata a immortalarlo gli veniva dal Demonio: fu Satana a suggerirgliela mentre sedeva sul suo trono.
Nel corso degli incontri col Diavolo, Lutero lo tratta aggressivamente (a peti in faccia) e gli ingiunge, accecato dall'odio, di « leccargli (o baciargli) il sedere» o di «cacarsi addosso e appendersi le mutande attorno al collo», minacciandolo anche di «cacargli in faccia»: egli inveisce contro il Demonio alla stregua dei maschi eterosessuali che insultano i gay, manifestando nell'insulto il loro desiderio represso. Né è difficile comprendere come in realtà le sue ingiunzioni, le sue minacce, le ingiurie, la coprolalia di cui fa sfoggio, esprimano una voglia omosessuale coprofila deformata dalla repressione e comunicata pertanto sotto il segno cieco e negativo dell'aggressività .
Chiaramente il Diavolo (o chi per lui) non poteva astenersi dal torturare Lutero giorno e notte: infatti Satana punzecchia e tormenta chi, trattandolo male, colpisce in realtà se stesso, inveisce contro il proprio desiderio profondo. Secondo Freud, «il diavolo non è altro che la personificazione della vita pulsionale rimossa».
A detta di Baudelaire, invece, «il più bel trucco del Diavolo sta nel convincerci che non esiste». Quindi, il parere di Freud è sotto sotto satanico.
In ogni caso, è proprio la rimozione della vita pulsionale, il rifiuto dell'(omo)sessualità e dell'analità , a fare di Lutero il nemico di Satana. Ciò, malgrado egli sapesse bene di essere carnalmente dominato dal Demonio, che è signore di questa vita terrena, di questo mondo perverso per il quale il riformatore reclamava pene più tremende di quelle che distrussero Sodoma e Gomorra. La contraddizione luterana («il Diavolo mi possiede ma io mi oppongo al suo dominio con tutte le mie forze») trova una via d'uscita nella speranza religiosa di una seconda venuta del Cristo redentore. Così, egli contrappone Dio al Diavolo, e quindi se la prende con coloro che " come noi " non sanno «se Dio è il Diavolo o il Diavolo Dio».
Soprattutto Lutero deve opporre Dio al Demonio per non cadere nella merda e nell'amplesso satanico, deve pure trovare un mezzo d'evasione puro, spirituale, fideistico che lo tenga sospeso per aria. La sua religione non poteva che diventare quella di coloro che, ben coscienti di essere strettamente vincolati dal denaro, dalla «roba», alla Terra (e incoscienti che il denaro li lega in realtà alla merda), dovevano escogitare un compromesso «spirituale», ideologico " un compromesso storico " che li elevasse, in apparenza, dal feticcio della merda in cui stavano trasformando la Terra. Il mondo capitalistico non è merda, non è il paradiso dei coprofili che invece reprime: esso è piuttosto il mostruoso feticcio della merda. E quando qualcuno dice: «questa merce è di merda, questo paté è merdoso», ignora che la merda non è disgustosa quanto certo scatolame, e che esiste una parte delle feci, un cuore gustoso e prelibato, paragonabile soltanto al più costoso paté de foie gras. Nel 1872, Rimbaud scriveva a Verlaine: «Le travail est plus loin de moi que mon ongle l'est de mon cul. Merde pour moi!
Merde pour moi! Merde pour moi! Merde pour moi? Merde pour moi! Merde pour moi! Merde pour moi! Merde pour moi! [...].
Quand vous me verrez manger positivement de la merde, alors seulement vous ne trouverez plus que je coute trop cher à nourrir...».
La concezione scatologico-distorta del Demonio induce dunque Lutero a fondare la religione specifica del capitalismo (il dominio reale del capitale assiste poi a un'Entente cordiale tra cattolici e protestanti), dell'universo di usurai e commercianti del denaro che egli vedeva quale emanazione propria del Diavolo. Per il nostro monaco, infatti, il mondo della borghesia mercantile è il regno di Satana: eppure, proprio questo mondo avrebbe aderito alla sua Riforma, l'avrebbe fatta propria. «Vedere nel Diavolo il signore di questo mondo significa vedere nel mondo un letamaio, vedere la sporcizia universale: "Scatet totus orbis" " dice Lutero. " L'avarizia di Lipsia è l'opera del Diavolo e quindi "sporcizia"» (N.Brown).
Anche Erich Fromm, «in uno dei suoi sostanziali contributi alla teoria psicoanalitica, " aggiunge Norman Brown, " ha dimostrato il nesso tra il carattere anale della teoria freudiana, con i suoi aspetti di ordine, parsimonia e ostinazione, e il tipo sociologico del capitalista delineato da Sombart e da Max Weber.
E Weber naturalmente, seguito da Troeltsch, Tawney e altri, ha postulato un profondo legame tra lo spirito capitalistico e l'etica del protestantesimo».
La psicoanalisi ha a più riprese ricondotto il denaro alla merda:
secondo Freud, «particolarmente ricche sono le relazioni tra i complessi, apparentemente diversi, dell'interesse per il denaro e della defecazione».
Il complesso di Lumpf determina scatologicamente l'attaccamento della gente ai soldi. «Ciò che il paradosso psicoanalitico asserisce è che le "cose" possedute e accumulate, la proprietà e l'universale precipitato di essa, il denaro, sono, per natura, essenzialmente escrementali» (Norman Brown). D'altra parte, parecchi culti e miti dell'antichità , numerose superstizioni pongono il denaro in relazione strettissima con gli escrementi. Ma l'origine filogenetica dei simboli si intuisce spesso e a volte si discerne alla luce della ricerca ontogenetica.
Ferenczi attribuisce alla psicoanalisi «il compito importante di esplorare separatamente la filogenesi e l'ontogenesi del simbolismo per stabilire in seguito le relazioni reciproche». La psicoanalisi ci ricorda che «all'origine il bambino volge senza alcuna inibizione il proprio interesse verso il processo della defecazione e che il trattenere le feci gli procura piacere. Le materie "fecali così trattenute sono realmente le prime economie" dell'essere in divenire e come tali restano in relazione inconscia permanente con ogni attività fisica o mentale che abbia qualcosa ache vedere con l'azione di ammucchiare, accumulare e risparmiare» (Ferenczi).
Ma la morale sessuale coercitiva reprime il piacere scatologico infantile e piega i bambini al modello prestabilito dalla società la cui struttura economica è sublimazione angosciata e coatta dell'Eros in generale e della coprofilia in particolare. L'educastrazione provoca in noi il disgusto per ciò che in tenera età suscitava grande piacere e interesse: il gusto del Lumpf si trasforma in complesso di Lumpf e la tendenza coprofila volge verso oggetti sostitutivi nella sfera del gioco e della sublimazione. Nella società dei lavori forzati, la grande gratificazione economica (il «potere») è data dai soldi: ma «il denaro è inerte materiale inorganico che è stato reso vivo ereditando il potere magico che il narcisismo infantile attribuisce al prodotto fecale» (N. Brown). Il trip magico («schizofrenico») rivela all'iniziato che i cani, decisamente copro-urofili, sono gli animali più ricchi (o che, comunque, sono molto più ricchi degli uomini) e lo induce alla coprofagia. L'ingestione della merda svela il significato simbolico di molte cose e permette di cogliere chiara la profondissima influenza esercitata su di noi dalla pubblicità : le comunicazioni subliminali solleticano le varie tendenze dell'Eros «normalmente» sublimate e persuadono a comprare. L'acquisto è allora illusione di riacquistare facoltà erotiche rimosse, che ci sono state sottratte dalla repressione sociale. Con giusta coscienza infantile, una mia nipotina, che è stata mandata all'asilo, ruba un assegno a mio fratello (suo padre) che le ha rubato il piacere.
Trattasi di furto per gioco o piuttosto della natura ladresca dello scambio?
L'equazione psicoanalitica di merda e denaro permette di asserire che, in questa società , l'equivalente generale delle merci ha carattere anale come il capitalista o come il funzionario burocrate del dominio reale. «L'interesse capitalistico, " scrive Ferenczi, " non è soltanto al servizio di obiettivi pratici ed egoistici, dunque del principio della realtà , ma il piacere procurato dal possesso dell'oro e del denaro rappresenta, sotto forma di condensazione riuscita, il sostituto simbolico e la formazione reattiva dell'erotismo anale e della coprofilia rimossi, in altri termini soddisfa anche il principio del piacere. La pulsione capitalistica contiene di conseguenza " secondo la nostra concezione " una componente egoistica e una componente erotica anale».
L'ideologia capitalistica rifiuta e condanna oppure ghettizza l'analità manifesta, poiché il dominio del capitale si fonda anche sulla rimozione dell'analità e sulla sua sublimazione (ma di questa sublimazione, dei suoi frutti sofisticati, fra tutti «godono» davvero ben pochi " Onassis stesso doveva mandare ogni giorno un aereo a Parigi per rifornirsi di pane fresco, di quello reale ). Funzione dell'ideologia è occultare la «natura» autentica del capitale, negare le fondamenta umane, corporee che lo sostengono: l'intera baracca è retta dal nostro lavoro alienato, dalla nostra libido repressa, dalla nostra energia estraniata. Rendersene conto comporta l'acquisizione di una coscienza rivoluzionaria, di una libido rivoluzionaria. Come scrive Luciano Parinetto, «la
rivoluzione proletaria passa anche attraverso il buco del culo».
La (ri)conquista dell'analità contribuisce a sovvertire il sistema dalle fondamenta.
Se dell'omosessualità ciò che inorridisce soprattutto l'homo normalis, poliziotto del sistema etero-capitalistico, è il prenderlo in culo, ciò dimostra che uno tra i nostri piaceri più deliziosi, il coito anale, ha in sé una notevole dirompenza rivoluzionaria. Ciò che di noi checche è maggiormente biasimato contiene gran parte della nostra gaia potenzialità sovversiva. Il mio tesoro lo conservo in
culo, ma il mio culo è aperto a tutti...
la rivoluzione passa per il buco del culo?
Posted by roberto on May 13, 2007 at 1:13am
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A questo punto, è il caso di accennare al rapporto esistente tra rifiuto dell'omosessualità e rimozione della componente anale dell'Eros. Fin dai Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), Freud evidenzia la temporanea concentrazione della libido infantile sulle zone erogene anali: la fase anale si pone come medium tra erotismo orale e fissazione in genere definitiva della libido alla zona genitale. La stabilizzazione della pulsione sessuale ai genitali
provoca quasi sempre una rimozione pressoché assoluta dei desideri anali (eccezion fatta " di solito " per i «casi» di omosessualità maschile manifesta e pochi altri).
Secondo Géza Rà³heim, «quando [...] le funzioni escretorie sono diventate "cose brutte", vuol dire che abbiamo raggiunto un livello culturale alquanto elevato. Si dice che queste cose siano incompatibili con uno stadio superiore di civiltà ».
Ma anche la regina Elisabetta va al gabinetto: l'attuale réfoulement del
godimento anale, della coprofilia e dell'urofilia è il risultato di una repressione storicamente determinatasi. Il desiderio anale di ogni bimbo rivela una piacevole potenzialità in tutti gli adulti latente, e riflette (nello sviluppo del singolo individuo) un'espressione erotica atavica della specie, progressivamente negata nel corso dei millenni e in particolare degli ultimi secoli capitalistici.
La rivendicazione del piacere anale costituisce uno degli elementi fondamentali della critica avanzata dal movimento gay nei confronti dell'ipostasi dello status quo genitale-eterosessuale da parte dell'ideologia dominante. Leggiamo nel Rapport contre la normalité:
«Bisogna domandare ai borghesi: - In che rapporto sei con il tuo buco del culo, a parte l'obbligo di cacare? Fa parte del tuo corpo, della tua parola, dei tuoi sensi allo stesso titolo della bocca o delle orecchie? E se hai deciso che l'ano non serve che a defecare, perché la tua bocca ha altri usi oltre a quello di
mangiare?»
Nel saggio intitolato Carattere ed erotismo anale (1908), Freud mette in luce il rapporto causale esistente tra fissazione inconscia all'erotismo anale rimosso e certune manifestazioni del carattere, quali l'ordine ossessivo pressoché maniacale, la parsimonia e l'ostinazione che sfiora la caparbietà . Quasi a conclusione della sua analisi, egli aggiunge: «Se alla base delle relazioni qui riferite tra erotismo anale e questa triade di attributi del carattere vi è qualcosa di reale, non dovremmo trovare elementi accentuati del "carattere anale" nei soggetti che hanno conservato anche nell'età adulta la proprietà erogena della zona anale, come ad esempio alcuni omosessuali. A meno che io non m'inganni assai, l'esperienza concorda notevolmente con questa conclusione». Per
quel che ne so, è davvero difficile imbattersi in omosessuali che lo prendano in culo e che siano nel contempo ordinatissimi, tirchi e ostinati. Ma non è questo il punto.
Il punto è che se ti fai inculare, se sai quale profondissimo godimento dal coito anale puoi trarre, diventi per forza diverso dalla gente «normale» col culo frigido.
Ti conosci più a fondo.
Oh, come aveva ragione de Sade scrivendo:
«Se voi sapeste come si gode deliziosamente quando un grosso cazzo ci riempie il didietro; quando, affondato fino ai coglioni, vi si dimena con ardore e ritirato fino al prepuzio vi si riaffonda fino al pelo! No, non c'è al mondo intero un godimento che valga questo: è quello dei filosofi, degli eroi, e sarebbe quello degli dei se le membra di questo divino godimento non fossero esse stesse i soli dei che dovremmo adorare sulla terra».
Si direbbe che, fra tutti gli aspetti dell'omosessualità , il più temuto dai maschi eterosessuali sia il coito anale.
Ciò è senz'altro determinato, oltre che dalla rimozione del desiderio anale, dall'angoscia di castrazione " in sostanza, dalla paura di decadere dal piedestallo virile nella «femminilità ».
L'angoscia di castrazione bilancia in ogni maschio la concezione fallofora della sessualità come erezione. Ogni eterosessuale di sesso maschile flippa all'idea di «non farcela».
Se non ce la facesse, la sua virilità andrebbe in fumo: egli teme sommamente questa evenienza, poiché la repressione lo ha identificato con il modello virile, rendendolo disgraziato tutore dell'ordine eterosessuale. L'uomo teme di perdere la virilità perché soprattutto teme di perdere la propria identità : ed egli sa bene che, dietro le ostentate apparenze, la sua identità virile è fragilissima, così come è decisamente instabile l'equilibrio in cui si tiene tra rigido fallismo e angoscia di castrazione.
Il maschio assoluto è, in quanto essere mutilato, esclusivamente «attivo»: e ogni eterosessuale, cui prema identificarsi assolutamente col maschio, considera disonorevole, abietto, «roba da femmine», il «ruolo passivo».
Per gente del genere, farsi scopare è «farsi fottere»: ma se togliamo al «farsi fottere» l'oscura coloritura pornolalico-negativa della fregatura, dell'«essere presi per il sedere», tanto prettamente e nevroticamente maschilista, allora farsi scopare si scopre per quel grande piacere che è, incontro-fusione dei corpi, gaio divertimento, delizia del culo e della mente. Di solito, più un maschio ha paura di farsi fottere più sa di fottere malamente, alla vigliacca, con scarsa considerazione dell'altra/o che è ridotta a buco, ricettacolo del cieco egoismo
fallico.
Chi ama farsi scopare, invece, può imparare a scopare con «arte». Sa come dare piacere (come riceverne) e sblocca la fissazione limitatissima dei ruoli stereotipati. Scopare diventa veramente un rapporto di reciprocità , un atto intersoggettivo.
La concezione psicoanalitica dell'«oggetto» sessuale deriva dalla sciagurata storpiatura eterosessuale (maschile) del coito. E se Rank individua nelle condizioni di vita del feto nel ventre materno l'origine della nevrosi, noi andremo più indietro, cogliendo nel coito eterosessuale stesso, dal quale procede la vita, nella maniera maschilista e nevrotica in cui di solito ha luogo, una delle cause originarie della nevrosi universale che affligge la specie.
Del coito anale, gli eterosessuali maschi temono anche l'aureola escrementizia.
«Ma l'Amore ha eretto la sua dimora nel luogo degli escrementi» (Yeats):
noi gay lo sappiamo bene e la nostra condizione è prossima alla gaia riscossa della merda (quando non lo è già ). Anche per quel che concerne la merda, al di là del ribrezzo repressivo sta un ricco godimento.
Parecchie espressioni scurrili, usate dagli etero per definire spregiatamente gli omosessuali, si riferiscono alla zona esogena anale (la parte per il tutto): in italiano abbiamo culo, culattone, culattino, oltre a vaffanculo, al fiorentino buco ecc. Nel suo saggio sull'uso di termini pornolalici da parte dei militanti della sinistra (ex) extraparlamentare, Mauro Bertocchi sottolinea come, generalmente, nell'utilizzazione del lessico porno, «vengano scelti termini particolarmente rivelatori di una forte inibizione, di un forte ostacolo, nei quali si osservano identificazioni sempre ricorrenti: gli organi sessuali, sia maschili che femminili, sono sinonimo di stupidaggine, di insufficienza intellettuale e politica (coglione, testa di cazzo, sfigato, cazzone = sciocco), di cattive azioni, di pratiche «scorrette" politicamente (cazzata), di ira, di stizza e malumore (incazzarsi = arrabbiarsi). L'impotenza e la condizione sessuale passiva (per esempio omosessualità passiva) sono invece sinonimi di sfortuna, inabilità o comunque della condizione di chi è ingannato, imbrogliato, «buggerato», danneggiato per sfortuna o per sua incapacità (le espressioni "che inculata!", "vai a culo!", "fatti fottere!" ecc.). L'omosessualità attiva è invece il simbolo di furba abilità ("fare il culo", "incannare"), così pure come l'attività eterosessuale (scopare, chiavare)».
L'omosessualità attiva, dunque, è vista nell'ottica del «maschio doppio». Tutte le espressioni riportate da Bertocchi derivano da atteggiamenti di aggressività e disistima nei confronti della donna e della checca. Ma, ben sappiamo che la violenza (verbale e non solo verbale) e il disprezzo rappresentano l'estroversione sotto segno negativo di un desiderio rimosso e pertanto inconscio (ma inconscio fino a che punto?) Freud rileva che, «per esprimere sfida o scherno tracotante, s'usa ancor oggi da noi come nei tempi antichi un invito avente per contenuto una carezza alla zona anale, propriamente indice di una tenerezza colpita da rimozione.
In altre parole, la presenza del desiderio anale e di quello scatologico si scopre mediante l'analisi dei termini della loro negazione: merda!
Per Bertocchi è importante stabilire il significato che assume l'uso delle espressioni pornolaliche all'interno del discorso politico complessivo elaborato dai gruppi sedicenti rivoluzionari. «Quali significati ha la frase: «Compagni, è una sfiga incazzarci con quei quattro finocchi di merda, perché finiamo col farci fottere»? Il significato è palesemente contraddittorio e mostra due livelli diversi: uno dominante e l'altro subordinato, uno strettamente politico, ideologico e l'altro pornolalico, che riferendosi alle parti erogene maschili e femminili le degrada come organi e orifizi, e che riferendosi alle funzioni fondamentali (eiaculazione,escrezione) fa loro assumere di volta in volta connotati di disgusto, soddisfazione, aggressione».
Ma, ciò che a me pare ancor più interessante, queste espressioni finiscono coi comunicare, sfigurato dall'atteggiamento maschilista e violento, un desiderio latente di tipo omosessuale, anale e scatologico. Chi soggiace alla repressione dell'omoerotismo, della femminilità , dell'analità e della coprofilia, perpetrata dalla sottocultura dominante, si vede costretto a esprimere, e quindi comunicare, i propri desideri inconsci e interdetti inerenti a quelle sfere dell'Eros mediante «significanti» che, apparentemente e secondo il significato loro attribuito dalla coscienza, ne sanciscono il rifiuto, la negazione e la condanna. In questo, come in molti altri casi, la psicoanalisi fornisce alla critica rivoluzionaria gli strumenti
necessari a colmare lo scarto esistente tra apparenza e realtà del fenomeno: e noi sappiamo che, dal punto di vista marxiano la «scienza» si riconosce proprio in questa capacità di discendere dall'apparenza dei fenomeni alla loro realtà intrinseca.
Nel nostro caso, si tratta di individuare il desiderio omosessuale, transessuale, anale e scatologico dietro la patina verbale altisonante delle espressioni pornolaliche antifemminili, antigay e anticoprofile. Una volta di più, la negazione si riduce a un'affermazione negata. Non a caso, nota Bertocchi, «busone, frocio, culattone sono fra gli insulti più comuni, più usati. Al contrario, la fissazione dell'erotismo ai genitali ed al primato del fallo concedono spesso ad espressioni del tipo di «che sborrata!» di significare successo politico, entusiasmo, affermazione di sé, secondo la concezione che eguaglia l'orgasmo genitale maschile al successo totale». In definitiva, Mauro Bertocchi sottolinea la stretta parentela esistente tra linguaggio porno in uso presso le sinistre e la pornolalia del tradizionale goliardismo fascista, antifemminile e antigay.
A questo punto sarebbe interessante allargare il discorso ed estendere l'indagine alla relazione esistente tra sublimazione capitalistica dell'analità nel denaro («pecunia olet», rileva Ferenczi) e repressione dell'omosessualità .
Norman Brown indica in Lutero l'emblema della connessione presente tra analità e ragione capitalistica, nella misura in cui la sua figura storica, il suo pensiero così ricco di espliciti riferimenti anali e la Riforma nel suo complesso riflettono l'ascesi della borghesia mercantile nell'Europa cinquecentesca.
Nel Museum of Erotic Art di San Francisco è conservata una caricatura di Martin Lutero eseguita al tempo della Controriforma, che lo raffigura con una minuscola coppia omosessuale, intenta al coito anale, nel bel mezzo della testa: inconsapevolmente, attraverso la meschina volgarità della «calunnia», la propaganda antiluterana cattolica sottolinea in certo qual modo la posizione centrale occupata dall'analità (e dall'omosessualità ?) nel pensiero del monaco riformatore.
Per Lutero, questa Terra è dominata dal Diavolo: l'ano di Satana troneggia in mezzo al mondo, e lo riempie di escrementi e di peti (di peccatori, di papi, di usurai, di gente ipocrita dedita alle opere di «bene» ecc.). Evidentemente Lutero fonda la propria concezione negativo-spregiativa del Demonio (che pure aveva avuto la chance di incontrare personalmente) sulla problematica rimozione del desiderio scatologico (e di quello omosessuale).
Eppure, come egli stesso ammise, l'assioma fondamentale della religione protestante (la dottrina della giustificazione per mezzo della fede) gli venne in mente mentre si trovava «nella latrina della torre». Norman Brown sottolinea con attenzione la noncasualità del luogo escrementizio: «la psicoanalisi [...] non può non trovare significativo il fatto che l'esperienza religiosa che inaugurò la teologia protestante abbia avuto luogo al gabinetto». Martin Lutero probabilmente non si rese conto che la trovata innovatrice religiosa destinata a immortalarlo gli veniva dal Demonio: fu Satana a suggerirgliela mentre sedeva sul suo trono.
Nel corso degli incontri col Diavolo, Lutero lo tratta aggressivamente (a peti in faccia) e gli ingiunge, accecato dall'odio, di « leccargli (o baciargli) il sedere» o di «cacarsi addosso e appendersi le mutande attorno al collo», minacciandolo anche di «cacargli in faccia»: egli inveisce contro il Demonio alla stregua dei maschi eterosessuali che insultano i gay, manifestando nell'insulto il loro desiderio represso. Né è difficile comprendere come in realtà le sue ingiunzioni, le sue minacce, le ingiurie, la coprolalia di cui fa sfoggio, esprimano una voglia omosessuale coprofila deformata dalla repressione e comunicata pertanto sotto il segno cieco e negativo dell'aggressività .
Chiaramente il Diavolo (o chi per lui) non poteva astenersi dal torturare Lutero giorno e notte: infatti Satana punzecchia e tormenta chi, trattandolo male, colpisce in realtà se stesso, inveisce contro il proprio desiderio profondo. Secondo Freud, «il diavolo non è altro che la personificazione della vita pulsionale rimossa».
A detta di Baudelaire, invece, «il più bel trucco del Diavolo sta nel convincerci che non esiste». Quindi, il parere di Freud è sotto sotto satanico.
In ogni caso, è proprio la rimozione della vita pulsionale, il rifiuto dell'(omo)sessualità e dell'analità , a fare di Lutero il nemico di Satana. Ciò, malgrado egli sapesse bene di essere carnalmente dominato dal Demonio, che è signore di questa vita terrena, di questo mondo perverso per il quale il riformatore reclamava pene più tremende di quelle che distrussero Sodoma e Gomorra. La contraddizione luterana («il Diavolo mi possiede ma io mi oppongo al suo dominio con tutte le mie forze») trova una via d'uscita nella speranza religiosa di una seconda venuta del Cristo redentore. Così, egli contrappone Dio al Diavolo, e quindi se la prende con coloro che " come noi " non sanno «se Dio è il Diavolo o il Diavolo Dio».
Soprattutto Lutero deve opporre Dio al Demonio per non cadere nella merda e nell'amplesso satanico, deve pure trovare un mezzo d'evasione puro, spirituale, fideistico che lo tenga sospeso per aria. La sua religione non poteva che diventare quella di coloro che, ben coscienti di essere strettamente vincolati dal denaro, dalla «roba», alla Terra (e incoscienti che il denaro li lega in realtà alla merda), dovevano escogitare un compromesso «spirituale», ideologico " un compromesso storico " che li elevasse, in apparenza, dal feticcio della merda in cui stavano trasformando la Terra. Il mondo capitalistico non è merda, non è il paradiso dei coprofili che invece reprime: esso è piuttosto il mostruoso feticcio della merda. E quando qualcuno dice: «questa merce è di merda, questo paté è merdoso», ignora che la merda non è disgustosa quanto certo scatolame, e che esiste una parte delle feci, un cuore gustoso e prelibato, paragonabile soltanto al più costoso paté de foie gras. Nel 1872, Rimbaud scriveva a Verlaine: «Le travail est plus loin de moi que mon ongle l'est de mon cul. Merde pour moi!
Merde pour moi! Merde pour moi! Merde pour moi? Merde pour moi! Merde pour moi! Merde pour moi! Merde pour moi! [...].
Quand vous me verrez manger positivement de la merde, alors seulement vous ne trouverez plus que je coute trop cher à nourrir...».
La concezione scatologico-distorta del Demonio induce dunque Lutero a fondare la religione specifica del capitalismo (il dominio reale del capitale assiste poi a un'Entente cordiale tra cattolici e protestanti), dell'universo di usurai e commercianti del denaro che egli vedeva quale emanazione propria del Diavolo. Per il nostro monaco, infatti, il mondo della borghesia mercantile è il regno di Satana: eppure, proprio questo mondo avrebbe aderito alla sua Riforma, l'avrebbe fatta propria. «Vedere nel Diavolo il signore di questo mondo significa vedere nel mondo un letamaio, vedere la sporcizia universale: "Scatet totus orbis" " dice Lutero. " L'avarizia di Lipsia è l'opera del Diavolo e quindi "sporcizia"» (N.Brown).
Anche Erich Fromm, «in uno dei suoi sostanziali contributi alla teoria psicoanalitica, " aggiunge Norman Brown, " ha dimostrato il nesso tra il carattere anale della teoria freudiana, con i suoi aspetti di ordine, parsimonia e ostinazione, e il tipo sociologico del capitalista delineato da Sombart e da Max Weber.
E Weber naturalmente, seguito da Troeltsch, Tawney e altri, ha postulato un profondo legame tra lo spirito capitalistico e l'etica del protestantesimo».
La psicoanalisi ha a più riprese ricondotto il denaro alla merda:
secondo Freud, «particolarmente ricche sono le relazioni tra i complessi, apparentemente diversi, dell'interesse per il denaro e della defecazione».
Il complesso di Lumpf determina scatologicamente l'attaccamento della gente ai soldi. «Ciò che il paradosso psicoanalitico asserisce è che le "cose" possedute e accumulate, la proprietà e l'universale precipitato di essa, il denaro, sono, per natura, essenzialmente escrementali» (Norman Brown). D'altra parte, parecchi culti e miti dell'antichità , numerose superstizioni pongono il denaro in relazione strettissima con gli escrementi. Ma l'origine filogenetica dei simboli si intuisce spesso e a volte si discerne alla luce della ricerca ontogenetica.
Ferenczi attribuisce alla psicoanalisi «il compito importante di esplorare separatamente la filogenesi e l'ontogenesi del simbolismo per stabilire in seguito le relazioni reciproche». La psicoanalisi ci ricorda che «all'origine il bambino volge senza alcuna inibizione il proprio interesse verso il processo della defecazione e che il trattenere le feci gli procura piacere. Le materie "fecali così trattenute sono realmente le prime economie" dell'essere in divenire e come tali restano in relazione inconscia permanente con ogni attività fisica o mentale che abbia qualcosa ache vedere con l'azione di ammucchiare, accumulare e risparmiare» (Ferenczi).
Ma la morale sessuale coercitiva reprime il piacere scatologico infantile e piega i bambini al modello prestabilito dalla società la cui struttura economica è sublimazione angosciata e coatta dell'Eros in generale e della coprofilia in particolare. L'educastrazione provoca in noi il disgusto per ciò che in tenera età suscitava grande piacere e interesse: il gusto del Lumpf si trasforma in complesso di Lumpf e la tendenza coprofila volge verso oggetti sostitutivi nella sfera del gioco e della sublimazione. Nella società dei lavori forzati, la grande gratificazione economica (il «potere») è data dai soldi: ma «il denaro è inerte materiale inorganico che è stato reso vivo ereditando il potere magico che il narcisismo infantile attribuisce al prodotto fecale» (N. Brown). Il trip magico («schizofrenico») rivela all'iniziato che i cani, decisamente copro-urofili, sono gli animali più ricchi (o che, comunque, sono molto più ricchi degli uomini) e lo induce alla coprofagia. L'ingestione della merda svela il significato simbolico di molte cose e permette di cogliere chiara la profondissima influenza esercitata su di noi dalla pubblicità : le comunicazioni subliminali solleticano le varie tendenze dell'Eros «normalmente» sublimate e persuadono a comprare. L'acquisto è allora illusione di riacquistare facoltà erotiche rimosse, che ci sono state sottratte dalla repressione sociale. Con giusta coscienza infantile, una mia nipotina, che è stata mandata all'asilo, ruba un assegno a mio fratello (suo padre) che le ha rubato il piacere.
Trattasi di furto per gioco o piuttosto della natura ladresca dello scambio?
L'equazione psicoanalitica di merda e denaro permette di asserire che, in questa società , l'equivalente generale delle merci ha carattere anale come il capitalista o come il funzionario burocrate del dominio reale. «L'interesse capitalistico, " scrive Ferenczi, " non è soltanto al servizio di obiettivi pratici ed egoistici, dunque del principio della realtà , ma il piacere procurato dal possesso dell'oro e del denaro rappresenta, sotto forma di condensazione riuscita, il sostituto simbolico e la formazione reattiva dell'erotismo anale e della coprofilia rimossi, in altri termini soddisfa anche il principio del piacere. La pulsione capitalistica contiene di conseguenza " secondo la nostra concezione " una componente egoistica e una componente erotica anale».
L'ideologia capitalistica rifiuta e condanna oppure ghettizza l'analità manifesta, poiché il dominio del capitale si fonda anche sulla rimozione dell'analità e sulla sua sublimazione (ma di questa sublimazione, dei suoi frutti sofisticati, fra tutti «godono» davvero ben pochi " Onassis stesso doveva mandare ogni giorno un aereo a Parigi per rifornirsi di pane fresco, di quello reale ). Funzione dell'ideologia è occultare la «natura» autentica del capitale, negare le fondamenta umane, corporee che lo sostengono: l'intera baracca è retta dal nostro lavoro alienato, dalla nostra libido repressa, dalla nostra energia estraniata. Rendersene conto comporta l'acquisizione di una coscienza rivoluzionaria, di una libido rivoluzionaria. Come scrive Luciano Parinetto, «la
rivoluzione proletaria passa anche attraverso il buco del culo».
La (ri)conquista dell'analità contribuisce a sovvertire il sistema dalle fondamenta.
Se dell'omosessualità ciò che inorridisce soprattutto l'homo normalis, poliziotto del sistema etero-capitalistico, è il prenderlo in culo, ciò dimostra che uno tra i nostri piaceri più deliziosi, il coito anale, ha in sé una notevole dirompenza rivoluzionaria. Ciò che di noi checche è maggiormente biasimato contiene gran parte della nostra gaia potenzialità sovversiva. Il mio tesoro lo conservo in
culo, ma il mio culo è aperto a tutti...
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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Non mi sembrava gentile verso l'autore editarlo cmq qui maggiori dettagliplib ha scritto:madonna dostum, quando posti tutta la treccani compresi gli aggiornamenti?![]()
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http://italybisex.ning.com/profiles/blo ... Post%3A681
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oh si scherza è...dostum ha scritto:Non mi sembrava gentile verso l'autore editarlo cmq qui maggiori dettagliplib ha scritto:madonna dostum, quando posti tutta la treccani compresi gli aggiornamenti?![]()
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jhonnybuccia ha scritto:appunto canga, dato che non è una cosa che mi fa impazzire la lascio alla sfera del "dovuto" (espressione che mi fa ribrezzo).cangaceiro ha scritto:Tengo a sottolineare che la questione è riferita ai "rapporti occasionali"
che cosa non ti fa impazzire...i rapporti occasionali o leccare la fica? o nessuna delle due?

pè me stà a parlà dej oroscopi,cangaceiro ha scritto:jhonnybuccia ha scritto:appunto canga, dato che non è una cosa che mi fa impazzire la lascio alla sfera del "dovuto" (espressione che mi fa ribrezzo).cangaceiro ha scritto:Tengo a sottolineare che la questione è riferita ai "rapporti occasionali"
che cosa non ti fa impazzire...i rapporti occasionali o leccare la fica? o nessuna delle due?
ma siccome c'ha la fidanzata cartomante...deve guardalli..
e deve pure fa finta di esse davvero interessato!
Non vorrei andare fuori topic dando un significato a questo 3d.
lustriniesevizie
Il tempo vola come una freccia, la frutta vola come una banana (G.Marx)
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