balkan wolf ha scritto:
le donne come tutti hanno il diritto di fare quello che vogliono su se stesse senza per questo dover subire la riduzione a oggetto
è una filosofia pericolosa quella del provochi allora sei troia allora sei oggetto
balkan non si parla in generale, si parla di un ambito lavorativo.ambito all'interno del quale la regola del "su di me faccio quello che voglio" non vale e non deve valere.
chiedi all'impiegato di banca se è libero di venire al lavoro con jeans attillati maglietta elasticizzata capelli ingellati o altro. non puó. perchè non è un abbigliamento consono ad un luogo di lavoro.allo stesso modo molte ditte impongono un tipo di abbigliamento femminile non eccessivamente vistoso proprio per non dare adito a occhiate battuttine o molestie
le leggi assurde fanno ridere ma il tentativo di educare all'anti maschilismo è molto ma molto sensato
mai pensato che loro mettono la mini se hanno belle gambe esattamente come noi mettiamo la maglietta attillata se siamo un pó tirati??? in primis per piacere personale
balkan continui a mischiare la situazione generale con l'ambito professionale.una donna, esattamente come un uomo, sono li per lavorare.non per affermare se stessi, non per lavorare sul proprio inconscio,non per piacersi. sono li per muovere il culo aumentare il fatturato e giustificare l'assegno che beccano a fine mese. una minigonna aiuta un'impiegata in questo compito? mi pare di no. anzi se è sufficientemente corta rallenta il lavoro degli uomini che come minimo tentano di vedere che mutande porta.
ergo una gonna leggermente più lunga non impedisce alla donna di lavorare e diminuisce l'arrapamento dei colleghi, quindi è più funzionale al fatturato.
allo stesso modo : un pantalone a vita bassa aderente e magari con perizoma a vista aiuta l'impiegato a lavorare meglio? non credo.
scatena una ridda di occhiate commenti e altro nelle colleghe? puó essere. ergo un pantalone normale è più funzionale al fatturato di uno a vita bassa.
l'autorizzare tutti a fare il cazzo che vogliono salvo poi preservarli dalle conseguenze è idealmente ammirevole, ma poco realizzabile, specie in una società , come quella occidentale , che lascia sempre meno alla persona e ne consacra sempre più al lavoro, e dove di conseguenza i colleghi e le colleghe sono le uniche persone che frequenti.
non a caso il sesso sul lavoro e le coppie formate sul lavoro sono tanto più numerose tanto più ci sono donne nei luoghi di lavoro. ( quindi più negli states ed in inghilterra che in italia. anche per pure ragioni statistiche).
metti uomini e donne nello stesso ambiente, lasciali interagire per un numero di giorni ragionevole, e l'intera procedura per la riproduzione entrerà in moto. sguardi, sguardi insistenti, chiacchere, scambi di cibo, per poi passare a contatto fisico ed appuntamenti ( o sesso in un angolo appartato).
ovvio che gli inadeguati ci sono in questa situazione come in discoteca ed a scuola in spiaggia e dappertutto.
quello che non approvo del provvedimento preso in quell'ufficio, è che è un provvedimento di difficile attuazione e troppo sbilanciato verso una parte.dubito che le pugliesi verranno riprese per un commento pesante sul culo di un collega o per il racconto della loro gita sul cazzo di un'animatore conosciuto a sharm fatto davanti alla macchina del caffè. avrei visto meglio l'introduzione anche di di un dress code per ambo i sessi , cosa che non farebbe male manco in altri ambiti come la scuola.
o si decide l'ambiente di lavoro deve essere desessualizzato ( cosa non del tutto sbagliata, se fatta per tutti ) o si lascia libere le persone di fare quello che vogliono e si punisce severamente chi fa cazzate.