Cose dell´altro mondo...
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Trento, muore in Chiesa il parroco continua la messa
di ANDREA SELVA
La salma nella chiesa di Trento
TRENTO - L'anziano fedele viene colto da infarto e muore sui banche della chiesa. Ma la Messa deve continuare. Accade a Trento, in una parrocchia di periferia dedicata alla Madonna Bianca, dove l'altra mattina un uomo di 86 anni, Pio Leita, si è accasciato sui banchi durante la Messa del mattino, vittima di un attacco di cuore fulminante che gli ha fatto perdere conoscenza, tra lo spavento dei presenti. Erano le 8 e 15 e subito è partita la chiamata al pronto soccorso, distante appena un paio di chilometri, ma il medico non ha potuto fare nulla per salvare la vita dell'anziano, da tempo sofferente di cuore: dopo quasi mezz'ora di tentativi disperati il rianimatore ha rimesso nella borsa gli attrezzi del mestiere e gli infermieri hanno fatto ritorno all'ambulanza, dopo aver coperto con un lenzuolo la salma dell'anziano che è rimasta ferma in mezzo alla navata.
Impossibile rimuovere il corpo senza l'autorizzazione del magistrato di turno, vietato spostare l'anziano fedele - un affezionato della Messa mattutina - prima dell'arrivo dei necrofori comunali. Che fare? Il parroco Mario Peron, un sacerdote benvoluto dagli abitanti della zona, ha invitato i fedeli a prendere posto e ha ripreso la celebrazione della Messa di fronte a un pubblico incredulo. Ma la foto del morto sotto il lenzuolo, pubblicata su L'Adige, con i fedeli che gli voltano le spalle per seguire la preghiera del sacerdote ha acceso le polemiche: sono molti, anche tra i cattolici, a scandalizzarsi per la Messa celebrata con un morto nella navata.
"Dovevano fermarsi" in segno di rispetto per quell'uomo. Ma lui, il parroco, si è giustificato: "Che dovevo fare? La Messa andava celebrata, non è giusto farne un caso. Solo chi non conosce il funzionamento della Messa non capisce le ragioni della mia scelta. Non potevamo fermarci, eravamo riuniti in chiesa e abbiamo pregato per lui".
I familiari dell'anziano non vogliono accendere polemiche mentre un figlio, missionario in servizio in America Latina, ha scritto che il padre avrebbe approvato il proseguimento della celebrazione: "Purtroppo non posso essere presente - ha scritto - ma mio padre sarebbe stato d'accordo con la prosecuzione della Messa". Questa mattina invece, ore 10, proprio in quella chiesa sarà celebrata un'altra Messa, quella funebre, durante la quale forse il parroco darà nuove spiegazioni. Chi è entrato nella chiesa l'altra mattina ha descritto una situazione irreale, con i fedeli che hanno seguito l'invito del parroco senza capire bene la situazione. Altri fedeli sono entrati nell'edificio religioso quando la messa era ormai quasi conclusa e non hanno capito che lì, sotto quel lenzuolo bianco, c'era il corpo senza vita di Pio Leita.
(24 gennaio 2008) da repubblica.it
di ANDREA SELVA
La salma nella chiesa di Trento
TRENTO - L'anziano fedele viene colto da infarto e muore sui banche della chiesa. Ma la Messa deve continuare. Accade a Trento, in una parrocchia di periferia dedicata alla Madonna Bianca, dove l'altra mattina un uomo di 86 anni, Pio Leita, si è accasciato sui banchi durante la Messa del mattino, vittima di un attacco di cuore fulminante che gli ha fatto perdere conoscenza, tra lo spavento dei presenti. Erano le 8 e 15 e subito è partita la chiamata al pronto soccorso, distante appena un paio di chilometri, ma il medico non ha potuto fare nulla per salvare la vita dell'anziano, da tempo sofferente di cuore: dopo quasi mezz'ora di tentativi disperati il rianimatore ha rimesso nella borsa gli attrezzi del mestiere e gli infermieri hanno fatto ritorno all'ambulanza, dopo aver coperto con un lenzuolo la salma dell'anziano che è rimasta ferma in mezzo alla navata.
Impossibile rimuovere il corpo senza l'autorizzazione del magistrato di turno, vietato spostare l'anziano fedele - un affezionato della Messa mattutina - prima dell'arrivo dei necrofori comunali. Che fare? Il parroco Mario Peron, un sacerdote benvoluto dagli abitanti della zona, ha invitato i fedeli a prendere posto e ha ripreso la celebrazione della Messa di fronte a un pubblico incredulo. Ma la foto del morto sotto il lenzuolo, pubblicata su L'Adige, con i fedeli che gli voltano le spalle per seguire la preghiera del sacerdote ha acceso le polemiche: sono molti, anche tra i cattolici, a scandalizzarsi per la Messa celebrata con un morto nella navata.
"Dovevano fermarsi" in segno di rispetto per quell'uomo. Ma lui, il parroco, si è giustificato: "Che dovevo fare? La Messa andava celebrata, non è giusto farne un caso. Solo chi non conosce il funzionamento della Messa non capisce le ragioni della mia scelta. Non potevamo fermarci, eravamo riuniti in chiesa e abbiamo pregato per lui".
I familiari dell'anziano non vogliono accendere polemiche mentre un figlio, missionario in servizio in America Latina, ha scritto che il padre avrebbe approvato il proseguimento della celebrazione: "Purtroppo non posso essere presente - ha scritto - ma mio padre sarebbe stato d'accordo con la prosecuzione della Messa". Questa mattina invece, ore 10, proprio in quella chiesa sarà celebrata un'altra Messa, quella funebre, durante la quale forse il parroco darà nuove spiegazioni. Chi è entrato nella chiesa l'altra mattina ha descritto una situazione irreale, con i fedeli che hanno seguito l'invito del parroco senza capire bene la situazione. Altri fedeli sono entrati nell'edificio religioso quando la messa era ormai quasi conclusa e non hanno capito che lì, sotto quel lenzuolo bianco, c'era il corpo senza vita di Pio Leita.
(24 gennaio 2008) da repubblica.it
"Questa è l'Italia del futuro: un paese di musichette...mentre fuori c'è la Morte!" - Boris 3 -
Gastronomia operaia, cannibalizzazione, coltello, forchetta, magnammoce o' padrone - Daniele Sepe -
Blog rhum e cocaina per battere il sistema - Manuel Agnelli -
Quanti troppi anni ri e riciclando il peggio, tutte queste bestie a raschiare il fondo - Mau Mau -
Abbasso le fiche depilate, viva i cespuglioni anni '80 - scritta sul muro -
Senza rabbia non essere felice - scritta sul muro -
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bò non so dove metterla,ma è giusto dargli uno spazio.
[size=18:b746ec1771][b:b746ec1771]
L'arte fatta con una sola biro[/b:b746ec1771][/size:b746ec1771]
Juan Francisco Casas, 31 anni, dipinge opere in grandi formati utilizzando la penna a sfera
MADRID - Lavora di Bic. Come chi inganna un'attesa al telefono o la noia di una lunga lezione disegnando scarabocchi sul foglio degli appunti. Ma lui, Juan Francisco Casas, lo fa su scala industriale: pannelli di due metri per due. E con una precisione tale che i suoi disegni sembrano fotografie virate al blu. Almeno finché non ci si avvicina abbastanza all'opera da poter distinguere i piccoli tratti di penna a sfera che li compongono e le differenze d'intensità che l'occhio scambia per luci, ombre, riflessi.
[img:b746ec1771]http://www.corriere.it/gallery/Cronache ... 1/3018.jpg[/img:b746ec1771]
[img:b746ec1771]http://www.corriere.it/gallery/Cronache ... 1/2747.jpg[/img:b746ec1771]
[img:b746ec1771]http://www.corriere.it/gallery/Cronache ... 1/2743.jpg[/img:b746ec1771]
[img:b746ec1771]http://www.corriere.it/gallery/Cronache ... 1/2950.jpg[/img:b746ec1771]
[img:b746ec1771]http://www.corriere.it/gallery/Cronache ... 1/2947.jpg[/img:b746ec1771]
[img:b746ec1771]http://www.corriere.it/gallery/Cronache ... 1/3013.jpg[/img:b746ec1771]
LA MOSTRA - La mostra, in corso a Madrid alla galleria Fernando Pradilla, sembra aver aperto inesplorate frontiere all'iperrealismo e ha conquistato la critica nazionale: 31 anni, studente dell'Accademia Reale Spagnola attualmente distaccato a Roma con una borsa di studio, il giovane artista andaluso usa già da quasi tre anni l'insolita tecnica della biro, ma il successo è arrivato con questa esposizione di quadri giganti, "Grandes Obras", come appunto è stata intitolata.
TRE O QUATTRO BIRO PER OGNI QUADRO - Ciascun quadro gli assorbe tre o quattro Bic e un paio di settimane di tempo. Prima di lui già il pittore e cantautore Luis Eduardo Aute, 64 anni, aveva scoperto le potenzialità artistiche della penna a sfera, ma Casas ha inaugurato il tutto blu, che caratterizza i suoi ritratti: in prevalenza ragazze e ragazzi in scene di vita quotidiana che immortala con la macchina fotografica e poi con l'inchiostro. A Roma, Casas sta lavorando a un quadro di formato ancora più grande: tre metri per tre. Il contrasto che lo attrae maggiormente, spiega, è quello fra le dimensioni dell'opera e la banalità divertita del soggetto che raffigura. Leggero e ordinario come lo strumento usato per disegnarlo.
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L'arte fatta con una sola biro[/b:b746ec1771][/size:b746ec1771]
Juan Francisco Casas, 31 anni, dipinge opere in grandi formati utilizzando la penna a sfera
MADRID - Lavora di Bic. Come chi inganna un'attesa al telefono o la noia di una lunga lezione disegnando scarabocchi sul foglio degli appunti. Ma lui, Juan Francisco Casas, lo fa su scala industriale: pannelli di due metri per due. E con una precisione tale che i suoi disegni sembrano fotografie virate al blu. Almeno finché non ci si avvicina abbastanza all'opera da poter distinguere i piccoli tratti di penna a sfera che li compongono e le differenze d'intensità che l'occhio scambia per luci, ombre, riflessi.
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[img:b746ec1771]http://www.corriere.it/gallery/Cronache ... 1/3013.jpg[/img:b746ec1771]
LA MOSTRA - La mostra, in corso a Madrid alla galleria Fernando Pradilla, sembra aver aperto inesplorate frontiere all'iperrealismo e ha conquistato la critica nazionale: 31 anni, studente dell'Accademia Reale Spagnola attualmente distaccato a Roma con una borsa di studio, il giovane artista andaluso usa già da quasi tre anni l'insolita tecnica della biro, ma il successo è arrivato con questa esposizione di quadri giganti, "Grandes Obras", come appunto è stata intitolata.
TRE O QUATTRO BIRO PER OGNI QUADRO - Ciascun quadro gli assorbe tre o quattro Bic e un paio di settimane di tempo. Prima di lui già il pittore e cantautore Luis Eduardo Aute, 64 anni, aveva scoperto le potenzialità artistiche della penna a sfera, ma Casas ha inaugurato il tutto blu, che caratterizza i suoi ritratti: in prevalenza ragazze e ragazzi in scene di vita quotidiana che immortala con la macchina fotografica e poi con l'inchiostro. A Roma, Casas sta lavorando a un quadro di formato ancora più grande: tre metri per tre. Il contrasto che lo attrae maggiormente, spiega, è quello fra le dimensioni dell'opera e la banalità divertita del soggetto che raffigura. Leggero e ordinario come lo strumento usato per disegnarlo.
Siam del popolo gli arditi contadini ed operai non c'è sbirro non c'è fascio che ci possa piegar mai.
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Pubblicità :vietato spot a marchio jeans con erezione
(ANSA) - BARI, 25 GEN - Quella pubblicita' non s'ha da fare:
e' lo stop che Istituto per l'Autodisciplina Pubblicitaria, che
ha sede a Milano, ha decretato nei confronti della linea di
abbigliamento 'Magilla' per il modo con il quale aveva
pubblicizzato qualche settimana fa sull'intera ultima pagina di
un quotidiano nazionale i propri jeans, indossati da una ragazzo
in evidente stato di erezione.
Quella immagine non era piaciuta a un cittadino barese,
Giuseppe Bruno, che per questo si era rivolto all'istituto
milanese. Nel giro di pochi giorni il responso da parte del
comitato di controllo dell'istituto: quel messaggio e'
'manifestamente contrario agli articoli 1 e 9 del Codice di
Autodisciplina Pubblicitaria'. Sotto accusa quel ''rigonfiamento
nei pantaloni all'altezza del pube'' che sta a significare ''uno
stato di eccitazione sessuale, sottolineato da una vistosa targa
che qualifica quella parte del corpo come 'CENSURED!'''.
Insomma un messaggio di ''evidente volgarita''' che ora non
puo' piu' essere riproposto. Soddisfatto dell'esito della
vicenda Giuseppe Bruno: ''Una vittoria collettiva contro la
volgarizzazione del messaggio mediale''.(ANSA).
(ANSA) - BARI, 25 GEN - Quella pubblicita' non s'ha da fare:
e' lo stop che Istituto per l'Autodisciplina Pubblicitaria, che
ha sede a Milano, ha decretato nei confronti della linea di
abbigliamento 'Magilla' per il modo con il quale aveva
pubblicizzato qualche settimana fa sull'intera ultima pagina di
un quotidiano nazionale i propri jeans, indossati da una ragazzo
in evidente stato di erezione.
Quella immagine non era piaciuta a un cittadino barese,
Giuseppe Bruno, che per questo si era rivolto all'istituto
milanese. Nel giro di pochi giorni il responso da parte del
comitato di controllo dell'istituto: quel messaggio e'
'manifestamente contrario agli articoli 1 e 9 del Codice di
Autodisciplina Pubblicitaria'. Sotto accusa quel ''rigonfiamento
nei pantaloni all'altezza del pube'' che sta a significare ''uno
stato di eccitazione sessuale, sottolineato da una vistosa targa
che qualifica quella parte del corpo come 'CENSURED!'''.
Insomma un messaggio di ''evidente volgarita''' che ora non
puo' piu' essere riproposto. Soddisfatto dell'esito della
vicenda Giuseppe Bruno: ''Una vittoria collettiva contro la
volgarizzazione del messaggio mediale''.(ANSA).
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- bigtitslover
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ecco uno che non sa farsi i cazzi suoi. quando il cazzo eretto verrà sdoganato sarà una gran bella vittoria di civiltà .superflowerpunkdiscopop ha scritto: Soddisfatto dell'esito della vicenda Giuseppe Bruno: ''Una vittoria collettiva contro la volgarizzazione del messaggio mediale''.(ANSA).
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Preghiera dell'Imprenditore e del Dirigente:

tratto da
http://www.ucid-lombardia.com/preghiera ... igente.htm

tratto da
http://www.ucid-lombardia.com/preghiera ... igente.htm
non ancora chiare le cause del decesso
Scozia: agorafobico esce di casa per la prima volta dopo 30 anni e muore
Duncan Gibb, un 49enne, era rimasto in casa da quando ne aveva 18, ammalatosi a seguito di un'aggressione
EDINBURGO (SCOZIA) - Non si sa perchè l'abbia fatto, ma la scelta gli è costata la vita. Dopo trent'anni in casa esce e muore. Duncan Gibb, 49enne di Montrose, paese nei pressi di Angus, Scozia, si era ammalato di depressione e agorafobia - il terrore degli spazi aperti - in seguito ad un'aggressione patita quando aveva 18 anni. Da allora non aveva più varcato l'uscio di casa. «Aveva giurato che non sarebbe più uscito, e ha mantenuto la parola per 30 anni», ha dichiarato la madre Christina Gibb al Daily Telegraph. «Si teneva occupato: aveva una grande televisione e ascoltava tanta musica. Non posso credere che sia uscito così, senza dire nulla». Gibb è morto in circostanze che non vengono ritenute «sospette» dalla polizia e nessuno è stato iscritto sul registro degli indagati.
Scozia: agorafobico esce di casa per la prima volta dopo 30 anni e muore
Duncan Gibb, un 49enne, era rimasto in casa da quando ne aveva 18, ammalatosi a seguito di un'aggressione
EDINBURGO (SCOZIA) - Non si sa perchè l'abbia fatto, ma la scelta gli è costata la vita. Dopo trent'anni in casa esce e muore. Duncan Gibb, 49enne di Montrose, paese nei pressi di Angus, Scozia, si era ammalato di depressione e agorafobia - il terrore degli spazi aperti - in seguito ad un'aggressione patita quando aveva 18 anni. Da allora non aveva più varcato l'uscio di casa. «Aveva giurato che non sarebbe più uscito, e ha mantenuto la parola per 30 anni», ha dichiarato la madre Christina Gibb al Daily Telegraph. «Si teneva occupato: aveva una grande televisione e ascoltava tanta musica. Non posso credere che sia uscito così, senza dire nulla». Gibb è morto in circostanze che non vengono ritenute «sospette» dalla polizia e nessuno è stato iscritto sul registro degli indagati.
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
terribile.nik978 ha scritto:non ancora chiare le cause del decesso
Scozia: agorafobico esce di casa per la prima volta dopo 30 anni e muore
Duncan Gibb, un 49enne, era rimasto in casa da quando ne aveva 18, ammalatosi a seguito di un'aggressione
EDINBURGO (SCOZIA) - Non si sa perchè l'abbia fatto, ma la scelta gli è costata la vita. Dopo trent'anni in casa esce e muore. Duncan Gibb, 49enne di Montrose, paese nei pressi di Angus, Scozia, si era ammalato di depressione e agorafobia - il terrore degli spazi aperti - in seguito ad un'aggressione patita quando aveva 18 anni. Da allora non aveva più varcato l'uscio di casa. «Aveva giurato che non sarebbe più uscito, e ha mantenuto la parola per 30 anni», ha dichiarato la madre Christina Gibb al Daily Telegraph. «Si teneva occupato: aveva una grande televisione e ascoltava tanta musica. Non posso credere che sia uscito così, senza dire nulla». Gibb è morto in circostanze che non vengono ritenute «sospette» dalla polizia e nessuno è stato iscritto sul registro degli indagati.
peró l'agorafobia si cura, che cazzo!
se non trovano altro è possibile che sia semplicemente morto di paura.
le emozioni forti possono uccidere, anche se hai un cuore sano.
sinopoli è morto d'emozione...
Sono un forumista-immagine.
- bigtitslover
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Londra: va nel giardino dei vicini che lo uccidono con una spada da samurai
David Martin era entrato per recuperare il pallone del figlio: finito a colpi di mazza da golf davanti ai familiari
LONDRA - Un omicidio che sembra uscito dalla tram adi un film di Quentin Tarantino. David Martin, padre di tre figli residente a Mitcham, Londra sud, è stato ucciso lunedì davanti agli occhi dei suoi familiari in seguito ad una lite scoppiata con un vicino di casa. David è stato prima attaccato con una spada da samurai, poi picchiato a sangue con mazze da golf e da cricket dopo essere crollato a terra. Polizia e ambulanza, allertate da altri vicini, sono subito accorse ma David è morto sul posto. E tutto per un pallone da calcio finito al di là della staccionata.
L'OMICIDIO - David, secondo le prime ricostruzioni, stava infatti cercando di avere indietro il pallone del figlio Jamie, 10 anni, finito per sbaglio nel giardino della casa accanto. «Aveva appena recuperato la palla», ha detto un testimone al tabloid britannico «The Sun», «quando dalla casa è uscito correndo un uomo che brandiva una spada da samurai e una mazza da golf. Ha trafitto David allo stomaco davanti a dei ragazzi, tra cui c'era anche suo figlio Jamie. Poi tutti hanno preso a gridare». Sulla scena era presente anche la moglie di David, Angela, che è stata in seguito ricoverata in ospedale sotto choc. «Un'altra persona - ha riferito ancora il testimone - si è gettata su David e lo ha picchiato sulla testa con la mazza da golf. Poi ne sono arrivati altri, con mazze da baseball, da cricket e sbarre di ferro: c'era sangue dappertutto. Erano come pazzi, David non ha avuto scampo. Poi sono corsi via. àˆ stato orribile». La polizia ha perquisito la casa dei vicini e ha fermato quattro donne - tra cui una 14enne. Più tardi, un uomo si è consegnato agli agenti. L'uomo, 37 anni, e una delle donne, 41, sono ancora in stato di arresto.
ANCHE IL PADRE ERA STATO UCCISO - La tragedia ha poi assunto dei tratti paradossali quando si è scoperto che anche il padre di David, Raymond, aveva trovato la morte, 23 anni fa, mentre cercava di difendere il figlio da una banda di teppisti - che lo uccisero a sprangate. «Non posso credere che questa famiglia ha dovuto vivere una tale tragedia due volte», ha detto un'anziana vicina che conosce bene i Martin.
David Martin era entrato per recuperare il pallone del figlio: finito a colpi di mazza da golf davanti ai familiari
LONDRA - Un omicidio che sembra uscito dalla tram adi un film di Quentin Tarantino. David Martin, padre di tre figli residente a Mitcham, Londra sud, è stato ucciso lunedì davanti agli occhi dei suoi familiari in seguito ad una lite scoppiata con un vicino di casa. David è stato prima attaccato con una spada da samurai, poi picchiato a sangue con mazze da golf e da cricket dopo essere crollato a terra. Polizia e ambulanza, allertate da altri vicini, sono subito accorse ma David è morto sul posto. E tutto per un pallone da calcio finito al di là della staccionata.
L'OMICIDIO - David, secondo le prime ricostruzioni, stava infatti cercando di avere indietro il pallone del figlio Jamie, 10 anni, finito per sbaglio nel giardino della casa accanto. «Aveva appena recuperato la palla», ha detto un testimone al tabloid britannico «The Sun», «quando dalla casa è uscito correndo un uomo che brandiva una spada da samurai e una mazza da golf. Ha trafitto David allo stomaco davanti a dei ragazzi, tra cui c'era anche suo figlio Jamie. Poi tutti hanno preso a gridare». Sulla scena era presente anche la moglie di David, Angela, che è stata in seguito ricoverata in ospedale sotto choc. «Un'altra persona - ha riferito ancora il testimone - si è gettata su David e lo ha picchiato sulla testa con la mazza da golf. Poi ne sono arrivati altri, con mazze da baseball, da cricket e sbarre di ferro: c'era sangue dappertutto. Erano come pazzi, David non ha avuto scampo. Poi sono corsi via. àˆ stato orribile». La polizia ha perquisito la casa dei vicini e ha fermato quattro donne - tra cui una 14enne. Più tardi, un uomo si è consegnato agli agenti. L'uomo, 37 anni, e una delle donne, 41, sono ancora in stato di arresto.
ANCHE IL PADRE ERA STATO UCCISO - La tragedia ha poi assunto dei tratti paradossali quando si è scoperto che anche il padre di David, Raymond, aveva trovato la morte, 23 anni fa, mentre cercava di difendere il figlio da una banda di teppisti - che lo uccisero a sprangate. «Non posso credere che questa famiglia ha dovuto vivere una tale tragedia due volte», ha detto un'anziana vicina che conosce bene i Martin.
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Abbasso le fiche depilate, viva i cespuglioni anni '80 - scritta sul muro -
Senza rabbia non essere felice - scritta sul muro -
Gastronomia operaia, cannibalizzazione, coltello, forchetta, magnammoce o' padrone - Daniele Sepe -
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Sconcerto e proteste delle associazioni ebraiche
Serbia, hotel dei dittatori con la suite Hitler
Prima di Natale ci dormiva una turista tedesca: «Vuoi mettere, andare a letto con il Fà¼hrer?»
Entri all'hotel «Mr.President », zona stazione di Belgrado, e le faccione dei presidenti sono già nella reception. Mica Washington o Lincoln: ci sono Castro e Stalin, Tito e Ceausescu. Un Mount Rushmore dell'orrore. Poi sali le scale, e ci tengono a mostrarti la più pubblicizzata delle suite, la 501. Una targhetta sulla porta, un grande ritratto sulla testiera del letto, aquile e simboli runici qua e là . àˆ la camera intitolata all'inventore delle camere a gas: Adolf Hitler. Richiestissima. Qualche giorno prima di Natale, ci dormiva una turista tedesca: «Non sono una fanatica nazista " spiegava la signora ai giornalisti del tabloid Blic ", ma appena ho saputo che c'era, l'ho voluta: vuoi mettere, andare a letto col Fà¼hrer?».
Gestore L'albergatore belgradese nella suite Hitler
La Hitler Room, l'albergo dei dittatori dove ogni stanza è una piccola Predappio, è un caso politico internazionale. Fotografata dalla stampa serba, ripresa da quella italiana, ne ha parlato anche il quotidiano israeliano Haaretz. Indignando Abraham Foxman, direttore della Lega antidiffamazione americana, che ha scritto lettere di protesta ai proprietari della catena alberghiera tedesca, la Design Hotel, e ne ha chiesto al governo di Belgrado la chiusura: «Usare questo tiranno per promuovere un hotel è una trovata di marketing discutibile e dimostra una profonda incomprensione dell'orrore dell'Olocausto. Hitler sterminó milioni di ebrei, tra cui decine di migliaia di ebrei serbi e rom. Offrire l'opportunità di dormire sotto il suo ritratto è un'offesa».
La rimozione non è una novità : in dicembre, solo dopo le proteste, il Centro Wiesenthal ottenne che nel vecchio lager belgradese di Sajmiste non si tenesse un concerto rock. Tutte cose che non scandalizzano Dusan Zabunovic, il gestore dell'albergo che ha avuto la bella trovata: «Nella maggior parte degli alberghi, se va bene, sulle pareti delle camere appendono le nature morte. Che noia. Ho pensato di scaldare un po' l'ambiente, mettendo in ciascuna delle mie 47 stanze un volto familiare». Zabunovic chiama a sua difesa la memoria del padre che «ha combattuto i nazisti», dice che «Hitler è parte della storia, ha segnato un epoca», cita uno scrittore serbo («il buono e il cattivo dipendono da chi li guarda»), insomma di togliere quella roba non vuole saperne e, anzi, rilancia: 140 euro a notte, lusso no limits per gli standard serbi, e fra poco al «Mr. President» si potrà dormire anche nella suite numero 7 dedicata a Slobodan Milosevic. «Una riverniciata, una pulita ed è pronta». Giusto: anche Slobo amava la pulizia, purchè etnica.
Francesco Battistini
se sfogliate le prenotazioni e conoscete il vero nome di Balkan mi sa che lo trovate..

Serbia, hotel dei dittatori con la suite Hitler
Prima di Natale ci dormiva una turista tedesca: «Vuoi mettere, andare a letto con il Fà¼hrer?»
Entri all'hotel «Mr.President », zona stazione di Belgrado, e le faccione dei presidenti sono già nella reception. Mica Washington o Lincoln: ci sono Castro e Stalin, Tito e Ceausescu. Un Mount Rushmore dell'orrore. Poi sali le scale, e ci tengono a mostrarti la più pubblicizzata delle suite, la 501. Una targhetta sulla porta, un grande ritratto sulla testiera del letto, aquile e simboli runici qua e là . àˆ la camera intitolata all'inventore delle camere a gas: Adolf Hitler. Richiestissima. Qualche giorno prima di Natale, ci dormiva una turista tedesca: «Non sono una fanatica nazista " spiegava la signora ai giornalisti del tabloid Blic ", ma appena ho saputo che c'era, l'ho voluta: vuoi mettere, andare a letto col Fà¼hrer?».
Gestore L'albergatore belgradese nella suite Hitler
La Hitler Room, l'albergo dei dittatori dove ogni stanza è una piccola Predappio, è un caso politico internazionale. Fotografata dalla stampa serba, ripresa da quella italiana, ne ha parlato anche il quotidiano israeliano Haaretz. Indignando Abraham Foxman, direttore della Lega antidiffamazione americana, che ha scritto lettere di protesta ai proprietari della catena alberghiera tedesca, la Design Hotel, e ne ha chiesto al governo di Belgrado la chiusura: «Usare questo tiranno per promuovere un hotel è una trovata di marketing discutibile e dimostra una profonda incomprensione dell'orrore dell'Olocausto. Hitler sterminó milioni di ebrei, tra cui decine di migliaia di ebrei serbi e rom. Offrire l'opportunità di dormire sotto il suo ritratto è un'offesa».
La rimozione non è una novità : in dicembre, solo dopo le proteste, il Centro Wiesenthal ottenne che nel vecchio lager belgradese di Sajmiste non si tenesse un concerto rock. Tutte cose che non scandalizzano Dusan Zabunovic, il gestore dell'albergo che ha avuto la bella trovata: «Nella maggior parte degli alberghi, se va bene, sulle pareti delle camere appendono le nature morte. Che noia. Ho pensato di scaldare un po' l'ambiente, mettendo in ciascuna delle mie 47 stanze un volto familiare». Zabunovic chiama a sua difesa la memoria del padre che «ha combattuto i nazisti», dice che «Hitler è parte della storia, ha segnato un epoca», cita uno scrittore serbo («il buono e il cattivo dipendono da chi li guarda»), insomma di togliere quella roba non vuole saperne e, anzi, rilancia: 140 euro a notte, lusso no limits per gli standard serbi, e fra poco al «Mr. President» si potrà dormire anche nella suite numero 7 dedicata a Slobodan Milosevic. «Una riverniciata, una pulita ed è pronta». Giusto: anche Slobo amava la pulizia, purchè etnica.
Francesco Battistini
se sfogliate le prenotazioni e conoscete il vero nome di Balkan mi sa che lo trovate..


E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.