Insomma sarei una deficiente ad amare il Dialogo in sè stesso, oppure un'amante della guerra?WARDOG ha scritto: [...]
Il dialogo fine a se stesso non esiste, e' un modo per ottenere qualcosa.
Qualsiasi cosa possa avere un valore nella propria personale scala.
Non vi e' nulla di disdicevole in questo, ma la natura umana e' tale che e' invero raro che emetta uno sforzo aggratiss, ivi compreso il dialogo.
Detto questo, il dialogo è guerra.
E' un combattimento, talora cortese, leggiadro come una danza specchiata, talora brutale come fosse guerra reale.
Le parole, contano pochissimo, solo l'esternazione piu' superficiale e subdola dell'altro, la piu' mistificante, la meno importante. Le parole sono tutte menzogne, per loro medesima natura, di elementi vacui, volatili.
Il dialogo è altro, e' riuscire a scoprire dal tono, dal movimento, dal ritmo, dalle pause, dal respiro, dai gesti, da cio' che viene omesso, da cio' che viene nascosto..quale sia lo scopo dell'altro.
[...]
[O.T.] "Dialogo"
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Questo è monologare non dialogare.tao ha scritto:a me parlare apertamente dei miei feelings od ascoltare le parole altrui rappresenta un esercizio futile e fastidioso del quale farei volentieri a meno.........

E' vero, infatti, da tempo ho sempre più voglia di star zitta.tao ha scritto: ma la vicinanza, la contiguità spaziale, la promiscuità occasionale con un tuo stesso simile provoca nella mia persona un senso di angustia e disagio che trova il suo apogeo quando allo sguardo di prammatica si accompagna il silenzio.............
quel silenzio assordante, roboante e clamoroso che ti fa sospettare come l'altro possa insinuarsi sin nelle secrete del tuo spirito, accedendo ai recessi della tua mente, nel luogo dove tutte le innominabili vergogne vengono accumulate e celate alla conoscenza altrui.........
allora per ovviare all'imbarazzo spuntano le parole, a mo di difesa, di diversivo tattico capace di fuorviare la curiosità e l'attenzione dell'interlocutore di turno al fine di procrastinare ancora per un pó l'inviolabilità di ció di cui si è più morbosamente gelosi.............
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scusa, vuoi dire che il tuo lavoro consiste nell'essere banale?sgrofo ha scritto:saró banale, ma il mio mestiere me lo impone. Quando la conversazione si fa piacevole in genere si ha a che fare con una persona interessante, intelligente, quantomeno affine. Quindi, se essa è di genere opposto, mi pare chiaro che possa nascere una curiosità , una voglia di prolungare il piacere. E a me sembra che una persona interessante, intelligente e affine con cui si desidera stare a lungo sia il ritratto di una potenziale compagna, per un quarto d'ora, per una notte o magari per una vita. Se il genere è lo stesso.... sfiga
(seriamente

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Re: [O.T.] "Dialogo"
anche nella mia vita "parlare" è importantissimo.cytherea ha scritto:Quanta importanza date al "dialogo" nella vostra vita?
Io ne dó molta e spesso ne pago le conseguenze, perchè pare che dialogare con l'altro sesso, sia solo la porta di accesso verso una conoscenza più intima. Io credo che parlare -o' ascoltare altri che parlano- sia bellissimo, forse uno dei piaceri più grandi della vita assieme a poche altre cose.
Parlate Voi...
Ci sono giorni in cui "parlare" è tutto quello che faccio. A volte, mi pagano anche per farlo.
Ma dialogare è un'altra cosa. Su questo avete già detto molte cose interessanti, solo in apparenza contraddittorie.
Comunque è una cosa rara e importante. Moltissimi non sanno che vuol dire ascoltare, piuttosto aspettano il loro turno per parlare. Oppure invece di ascoltare cercando di capire quello che dici, lo interpretano. Come se leggessero uno spartito musicale o un testo in un'altra lingua, in cui non importa se alcuni passaggi vengono reinventati, pur di ricavare un senso generale.
Proprio siccome parlare è così importante per me, nella vita personale cerco di limitarmi alle esperienze più significative. Devo dire che l'80% delle persone che incontro non mi sembrano avere niente di interessante da dire. Il che non vuol dire che non siano interessanti: ma non sanno come comunicarlo, o forse non sanno neppure che è possibile.
Nel tempo sono diventato un po' insofferente.
Allora se incontro una persona nuova, la metto alla prova.
La gente ha completamente paura di chi dice quello che pensa. O di chi dice la cosa giusta al momento sbagliato. Io, se mi imbatto in una cazzata, la chiamo "cazzata", non "stupidatina".
Mi piace guardare le reazioni, gente che balbetta, chi cerca di dire una banalità per tornare su un terreno più facile, chi mi guarda come se fossi matto.
Ma in questo modo cerco di selezionare gli interlocutori veri. Con questi, il dialogo è il benvenuto. Per tutti gli altri c'è il cazzeggio, che magari ti fa guadagnare il titolo di "simpatico", ma è una maschera, e qualche volta è pesante da portare.
Leggendo tra le tue righe, Cytherea, mi sembra di capire che ti sei pentita di esserti esposta, a volte. A me succede più o meno lo stesso, con la differenza che mi ritrovo incompreso e frustrato, come se avessi parlato a una parete. Allora sconsolato mi chiedo, "chi me lo fa fare?"
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Dunque, qualunque mia interazione con gli altri esseri umani è così regolata:
1)Non credere a nessuno. Quei bastardi ti stanno alle calcagna.
2)Tieni la boca chiusa. Non ti buttare avanti.
3)Tieni le orecchie aperte. Quando fanno un palso fasso, buttatici sopra e sappi aspettare.
4)Tutti gli altri sono figli di cani e qualcosa tu faccia se ne sono già accorti.
5)Non prender mai niente di petto.
6)Non ti fidar mai di una donna per nessuna cosa.
7)Abbi fede solo nel denaro. E' quello che cercano tutti. Chiunque venderebbe l' anima per il denaro.
Ci sono altre regole, ma sono perfezionamenti. E' l' unico sistema, non conoscendone altri, non ho termini di confronto. Se la spunto sono in gamba, se fallisco un pirla.
Col gatto mi riesce tutto più facile. Lo fisso, lui mi fissa sonnecchiando, dopo poco mi addormento.
1)Non credere a nessuno. Quei bastardi ti stanno alle calcagna.
2)Tieni la boca chiusa. Non ti buttare avanti.
3)Tieni le orecchie aperte. Quando fanno un palso fasso, buttatici sopra e sappi aspettare.
4)Tutti gli altri sono figli di cani e qualcosa tu faccia se ne sono già accorti.
5)Non prender mai niente di petto.
6)Non ti fidar mai di una donna per nessuna cosa.
7)Abbi fede solo nel denaro. E' quello che cercano tutti. Chiunque venderebbe l' anima per il denaro.
Ci sono altre regole, ma sono perfezionamenti. E' l' unico sistema, non conoscendone altri, non ho termini di confronto. Se la spunto sono in gamba, se fallisco un pirla.
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“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Re: OT: "Dialogo"
Guarda, le volte in cui io mi sono pentita sono quelle in cui, dopo mi sono resa conto, il dialogo non era intimo, profondo, onesto, ma solo amichevole. Non so se puó essere anche il tuo caso.cytherea ha scritto:
Io, contrariamente a te, mi sono pentita molte volte di aver lasciato che il dialogo portasse ad una conoscenza più intima.
Re: OT: "Dialogo"
Esattamente.Nadir ha scritto: Uh, argomento pericoloso!
Il dialogo-senza-sconti e' preludio di qualcosa di molto intimo, secondo me. E' quando ti strappi un pezzo di te e lo butti fuori. Per vedere che effetto fa, per vedere se l'altro si ritrae o accetta e rilancia... per arrivare a questo punto bisogna avere gia' una fiducia... per quanto mi riguarda vuol dire che la persona mi interessa. In caso contrario uso le parole come una cortina di fumo.
Riflettendoci, credo che quel livello di confidenza mi sia capitato solo un paio di volte nella vita. Importanti. Entrambe.
--
Nadja Jacur
Quando è capitato a me è stato immediato, spontaneo, non ho avuto nemmeno il tempo di capire se mi sarebbe convenuto o meno, mi sono ritrovata a farlo e basta.
Non so nemmeno se sia giusto chiamarlo dialogo. Forse non era esattamente quello che intendeva Cytherea.
E sì, un paio di volte nella vita.
Azz... ma sei davvero così?Drogato_ di_porno ha scritto:Dunque, qualunque mia interazione con gli altri esseri umani è così regolata:
1)Non credere a nessuno. Quei bastardi ti stanno alle calcagna.
2)Tieni la boca chiusa. Non ti buttare avanti.
3)Tieni le orecchie aperte. Quando fanno un palso fasso, buttatici sopra e sappi aspettare.
4)Tutti gli altri sono figli di cani e qualcosa tu faccia se ne sono già accorti.
5)Non prender mai niente di petto.
6)Non ti fidar mai di una donna per nessuna cosa.
7)Abbi fede solo nel denaro. E' quello che cercano tutti. Chiunque venderebbe l' anima per il denaro.
Ci sono altre regole, ma sono perfezionamenti. E' l' unico sistema, non conoscendone altri, non ho termini di confronto. Se la spunto sono in gamba, se fallisco un pirla.
Col gatto mi riesce tutto più facile. Lo fisso, lui mi fissa sonnecchiando, dopo poco mi addormento.

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L'argomento mi fa pensare che proprio in questo periodo, in fase di detox da una relazione di tre annetti troncata bruscamente, cercavo proprio il dialogo, puro ,disinteressato senza fini scoperecci, con una persona di sesso femminile, solo perchè la trovavo interessante, o meglio , poteva essere interessante, ( vedi Albert Speer che riceveva in casa chiunque, nella speranza di una scintilla cerebrale) ....mi sono ritrovato con una tipa che voleva arrivare ad ogni costo alla copula, perfino quella virtuale in mancanza....inorridito, comincio a pensare che il dialogo uomo donna sganciato dal fine biblico, sia una chimera.
Ovviamente il giorno che cercheró di mascherare i miei istinti riproduttivi, con una conversazione appena appena tipo cortina fumogena, verró immediatamente rimbalzato...e lì ricorreró al cilicio per non aver buttato alle ortiche il candore, in quella occasione, e accontentato la controparte a dovere....
è sempre così che va nella vita e non occorre scomodare Wilde e la nota constatazione che ottenere ció che si desidera a volte è esattamente una tragedia, se non peggio, come il non ottenerla...
e cmq mi domando se uscire dal mimetismo, nella vita quotidiana , sia una gran pericolosa puttanata o meno.....
Ovviamente il giorno che cercheró di mascherare i miei istinti riproduttivi, con una conversazione appena appena tipo cortina fumogena, verró immediatamente rimbalzato...e lì ricorreró al cilicio per non aver buttato alle ortiche il candore, in quella occasione, e accontentato la controparte a dovere....

è sempre così che va nella vita e non occorre scomodare Wilde e la nota constatazione che ottenere ció che si desidera a volte è esattamente una tragedia, se non peggio, come il non ottenerla...
e cmq mi domando se uscire dal mimetismo, nella vita quotidiana , sia una gran pericolosa puttanata o meno.....
Abbiamo preso Rostov, ma è costata cara...intanto avanziamo verso il Volga.....
Mi sono occupato di dialoghi da un punto di vista letterario. Il tema era semplicemente: "Come rendere nel modo più naturale possibile una reale comunicazione umana senza che suoni falsa". Un esercizio di stile forse futile ma istruttivo. Ne ho anche parlato con alcuni amici che di mestiere lavorano con le parole. La (mia) conclusione è che l'esercizio non ha soluzione... nessuno parla come nei libri (tantomeno nei libretti cyth
).
Nessun dialogo reale è rappresentabile letterariamente. Questo per una serie di vincoli che definirei dimensionali. La pagina scritta ha una struttura bi-dimensionale fatta di frasi in sequenza. La comunicazione umana è multidimensionale multicanale multi-un-sacco-di-cose.
Il dialogo è un insieme di rumori che si accavallano, di gesti, di facce, di resipiri, di posture, di muscoli tirati o rilassati, di sorrisi, un digrignare di denti uno strizzare o strabuzzare di occhi e molte altre cose ancora.
Nemmeno l'esperimento di stile più spinto si avvicina lontanamente a una conversazione... si dovrebbero scrivere le frasi accavallate una sull'altra o in diagonale... riempirle di rumori, di faccine, di gesture, di immagini... di sa il diavolo.
Anche nel cinema non va molto meglio. Prendete il miglior script-writer e il miglior regista. Guardate il risultato. Il dialogo tintinna comunque sempre un po' falso. Cioè ogni tentativo di trasposizione non funziona.
Come mai?
Una spiegazione (su base evolutiva) è che il linguaggio non si è sviluppato per comunicare informazioni. Forse nemmeno emozioni. Men che meno è fatto per risolvere problemi. E' completamente inadeguato per la matematica ad esempio dove serve un formalismo più rigoroso: un segno = un significato. Ma risulta spesso inutile anche per chiedere semplicemente come si arriva in via XX Settembre.
Dawkins sostiene (mi pare vado a memoria) che il linguaggio si è sviluppato per il "gossip" e che serve per creare una forma di empatia sparlando di qualcun altro. Ma c'è anche una corrente di pensiero che da ragione a Wardog, cioè il dialogo è una estensione della guerra con altri mezzi.
Ma in fondo chissenefotte delle teorie?
Una conversazione umana puó essere intensa come una scopata (paragone a beneficio del forum) e portare al climax... a chi non è capitato di tirare l'alba facendo discorsi assurdi con gli amici e avere al mattino la sensazione di aver fatto un gigantesco passo avanti nella comprensione dei misteri dell'universo?
Bon, volevo aggiungere questa cosa è l'ho detta... naturalmente non mi sono soffermato troppo a leggervi (cioè ad ascoltarvi)... sarebbe stato comunque inutile... il fine del dialogo è far sapere agli altri di esserci

Nessun dialogo reale è rappresentabile letterariamente. Questo per una serie di vincoli che definirei dimensionali. La pagina scritta ha una struttura bi-dimensionale fatta di frasi in sequenza. La comunicazione umana è multidimensionale multicanale multi-un-sacco-di-cose.
Il dialogo è un insieme di rumori che si accavallano, di gesti, di facce, di resipiri, di posture, di muscoli tirati o rilassati, di sorrisi, un digrignare di denti uno strizzare o strabuzzare di occhi e molte altre cose ancora.
Nemmeno l'esperimento di stile più spinto si avvicina lontanamente a una conversazione... si dovrebbero scrivere le frasi accavallate una sull'altra o in diagonale... riempirle di rumori, di faccine, di gesture, di immagini... di sa il diavolo.
Anche nel cinema non va molto meglio. Prendete il miglior script-writer e il miglior regista. Guardate il risultato. Il dialogo tintinna comunque sempre un po' falso. Cioè ogni tentativo di trasposizione non funziona.
Come mai?
Una spiegazione (su base evolutiva) è che il linguaggio non si è sviluppato per comunicare informazioni. Forse nemmeno emozioni. Men che meno è fatto per risolvere problemi. E' completamente inadeguato per la matematica ad esempio dove serve un formalismo più rigoroso: un segno = un significato. Ma risulta spesso inutile anche per chiedere semplicemente come si arriva in via XX Settembre.
Dawkins sostiene (mi pare vado a memoria) che il linguaggio si è sviluppato per il "gossip" e che serve per creare una forma di empatia sparlando di qualcun altro. Ma c'è anche una corrente di pensiero che da ragione a Wardog, cioè il dialogo è una estensione della guerra con altri mezzi.
Ma in fondo chissenefotte delle teorie?
Una conversazione umana puó essere intensa come una scopata (paragone a beneficio del forum) e portare al climax... a chi non è capitato di tirare l'alba facendo discorsi assurdi con gli amici e avere al mattino la sensazione di aver fatto un gigantesco passo avanti nella comprensione dei misteri dell'universo?
Bon, volevo aggiungere questa cosa è l'ho detta... naturalmente non mi sono soffermato troppo a leggervi (cioè ad ascoltarvi)... sarebbe stato comunque inutile... il fine del dialogo è far sapere agli altri di esserci

e bravo zio berlino...(papa' no senno' poi lo faccio sentire' vecchio..)
sono d;accordo...
il fine del dialogo anche se forse a volte me la racconto che voglio ascoltare, mi sa che e' invece un mezzo per far sapere che ci sono
come il clochard (tossico?) a termini l'altra mattina e il suo socio dopo 15 minuti (ecchecavolo..
)
la signora che oggi mi e' cascata in braccio sul bus...
etc etc
sono d;accordo...
il fine del dialogo anche se forse a volte me la racconto che voglio ascoltare, mi sa che e' invece un mezzo per far sapere che ci sono
come il clochard (tossico?) a termini l'altra mattina e il suo socio dopo 15 minuti (ecchecavolo..

la signora che oggi mi e' cascata in braccio sul bus...
etc etc
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Berlino, memore dei nostri fantastici dialoghi, ti chiedo: ma... lo hai capito quello che hai scritto?Berlino ha scritto:Mi sono occupato di dialoghi da un punto di vista letterario. Il tema era semplicemente: "Come rendere nel modo più naturale possibile una reale comunicazione umana senza che suoni falsa". Un esercizio di stile forse futile ma istruttivo. Ne ho anche parlato con alcuni amici che di mestiere lavorano con le parole. La (mia) conclusione è che l'esercizio non ha soluzione... nessuno parla come nei libri (tantomeno nei libretti cyth).
Nessun dialogo reale è rappresentabile letterariamente. Questo per una serie di vincoli che definirei dimensionali. La pagina scritta ha una struttura bi-dimensionale fatta di frasi in sequenza. La comunicazione umana è multidimensionale multicanale multi-un-sacco-di-cose.
Il dialogo è un insieme di rumori che si accavallano, di gesti, di facce, di resipiri, di posture, di muscoli tirati o rilassati, di sorrisi, un digrignare di denti uno strizzare o strabuzzare di occhi e molte altre cose ancora.
Nemmeno l'esperimento di stile più spinto si avvicina lontanamente a una conversazione... si dovrebbero scrivere le frasi accavallate una sull'altra o in diagonale... riempirle di rumori, di faccine, di gesture, di immagini... di sa il diavolo.
Anche nel cinema non va molto meglio. Prendete il miglior script-writer e il miglior regista. Guardate il risultato. Il dialogo tintinna comunque sempre un po' falso. Cioè ogni tentativo di trasposizione non funziona.
Come mai?
Una spiegazione (su base evolutiva) è che il linguaggio non si è sviluppato per comunicare informazioni. Forse nemmeno emozioni. Men che meno è fatto per risolvere problemi. E' completamente inadeguato per la matematica ad esempio dove serve un formalismo più rigoroso: un segno = un significato. Ma risulta spesso inutile anche per chiedere semplicemente come si arriva in via XX Settembre.
Dawkins sostiene (mi pare vado a memoria) che il linguaggio si è sviluppato per il "gossip" e che serve per creare una forma di empatia sparlando di qualcun altro. Ma c'è anche una corrente di pensiero che da ragione a Wardog, cioè il dialogo è una estensione della guerra con altri mezzi.
Ma in fondo chissenefotte delle teorie?
Una conversazione umana puó essere intensa come una scopata (paragone a beneficio del forum) e portare al climax... a chi non è capitato di tirare l'alba facendo discorsi assurdi con gli amici e avere al mattino la sensazione di aver fatto un gigantesco passo avanti nella comprensione dei misteri dell'universo?
Bon, volevo aggiungere questa cosa è l'ho detta... naturalmente non mi sono soffermato troppo a leggervi (cioè ad ascoltarvi)... sarebbe stato comunque inutile... il fine del dialogo è far sapere agli altri di esserci

Parlava mentre cadeva?nik978 ha scritto:e bravo zio berlino...(papa' no senno' poi lo faccio sentire' vecchio..)
sono d;accordo...
il fine del dialogo anche se forse a volte me la racconto che voglio ascoltare, mi sa che e' invece un mezzo per far sapere che ci sono
come il clochard (tossico?) a termini l'altra mattina e il suo socio dopo 15 minuti (ecchecavolo..)
la signora che oggi mi e' cascata in braccio sul bus...
etc etc
