Sempre del genere "nazi" ricordo il magnifico film dal titolo: LA BESTIA IN CALORE, capolavoro del genere trash anni '70
Trama e commenti:
Uno dei nazi-movie italiani più deliranti, oltraggiosi e smaccati mai concepiti. Celato tra le piaghe più profonde del nostro cinema, leggenda vuole che non sia mai stato distribuito nelle sale nonostante abbia ricevuto un visto di censura.
Una svastica rossa che si staglia su uno sfondo nero ed una stridula musichetta fanno da tappeto introduttivo ad una fiera di atrocità inenarrabili, talvolta ridicole ma sicuramente difficili da scordare. Sia donne che uomini della Resistenza Italiana, sono vittime delle torture di una stupenda quanto crudelissima dottoressa nazista, la quale, fra i numerosi strumenti di sevizie, si serve di un essere scimmiesco rinchiuso completamente nudo in una gabbia, all'interno della quale violenta e sbrana le donne dei partigiani, portatrici di preziosi segreti.
L'estetica del brutto qui è valorizzata e portata fino agli estremi. Le scenografie spoglie ed elementari, i dialoghi ridotti ad orpelli, messi in bocca ad improbabili partigiani che interpretano scene di guerriglia di discutibile livello (a parte delle immagini di repertorio). Ma non è questo ció che conta in questo film. Donne e uomini, nudi ed incatenati, privati di ogni dignità e consapevoli di divenire cavie dal destino segnato, pur di non tradire i compagni. Nemmeno bambini e neonati vengono risparmiati dal teschio splendente impresso sui cappelli dei carnefici.
Una pellicola voluta e creata apposta per sconvolgere il pubblico con scene di terribile durezza. Le distinzioni tra buoni e cattivi sono fin troppo evidenti, con le donne della Resistenza fiere e pronte al sacrificio, spesso vestite di rosa, contro le uniformi nere e i comportamenti lascivi delle kapó.
La regia è di Luigi Batzella, nascosto sotto lo pseudonimo di Ivan Kathansky, già autore di diversi horror e di un altro nazi molto meno violento, Kaput Lager: Gli ultimi Giorni delle SS. Malgrado si spinga oltre il limite del mostrabile, il film non ha avuto quel vasto eco che ci si poteva attendere. Forse per via della sciatteria registica o forse perchè deliberatamente oscurato, come se fosse un parente scomodo.
Tra gli interpreti principali Macha Magall, davvero in parte nel ruolo della lussuriosa dottoressa, e l'incredibile Salvatore Baccaro, caratterista anche in commedie comiche. Non accreditati: l'angelica Brigitte Skay (attrice per Corbucci e Bava), il regista Alfredo Rizzo e Brad Harris, protagonista di peplum nostrani. Le immagini simboliche più forti che definiscono l'atmosfera malata che si respira, sono racchiuse nella pistola puntata sulla vagina, la dottoressa nazista che eccita ed evira un prigioniero, e il monte di Venere strappato come l'ultimo triste petalo della femminilità violata.