lordpinceton ha scritto:
Coraggio allora e soprattutto "fare e tacere"...così se si fa flop nessuno lo sa, ma se si fa il colpaccio...e si diviene famosi...poi si ha la coda di persone che dicono..." Io la conoscevo!"
Caro Lord Pinceton,
ho notato ora una frase che prima mi era sfuggita, del tuo intervento precedente, cui intendo rispondere.
Mi hai scritto: "Vedi Sil il problema non è pubblicare per la Mursia, ma confrontarsi con calibri come "la venere in pelliccia" o "Historie d'O" o i racconti di "Anais Nin"...anch'io potrei scrivere colonne sonore a raffica per i film porno...e gasarmi per questo..."
I miei amici, se fossero qui, potrebbero testimoniartelo: non sono gasata e neanche Ferrarelle. Sono spaventata.
Dico sul serio. Ho paura che tutto possa svanire come una bolla di sapone, e hai voglia a ripeterti che i contratti non sono carta straccia...
Ma non è solo questo.
Il mio, da come tu lo vedi, parrebbe quasi un punto d'arrivo.
Col cavolo! Questo è solo l'inizio. Dunque gasarmi per qualcosa che è solo all'inizio non avrebbe senso. Okay, uno splendido inizio, perchè una c. ed. così è una c.ed così, ma è pur sempre soltanto un inizio.
Detto ció, parliamo delle brutte figure.
Tu scrivi: "Coraggio allora e soprattutto "fare e tacere"...così se si fa flop nessuno lo sa, ma se si fa il colpaccio..."
Il raggiungimento di quello che si vuole ottenere raramente richiede un solo step. Ed io l'ultimo, per questo libro, l'ho già fatto.
Nel mio caso specifico è consistito di parecchi passi diversi: scrivere il libro. Convincere nomi noti della scena SM italiana a scrivere prefazione, postfazione e introduzioni alle sezioni. Cercare i possibili editori. Contattarli. Aspettare (forse la cosa più difficile...) le risposte che non arrivavano mai. Morire di speranza quando una piccola ma snob c. ed. mi contattó dicendo di volere ulteriore materiale (mica avevo spedito il manoscritto intero) e di delusione poi quando la stessa disse che non facevo al caso loro. Rinascere quando una c. editrice importante mi fece la stessa richiesta, e languire nell'attesa. Infine, voilà , arriva la Mursia: primi, timidi, contatti per telefono. Poi mandano le specifiche su come il libro va corretto. E nel frattempo arriva il contratto: l'idea di dovermi impegnare per otto anni della mia vita, e sono terrorizzata ancora adesso, mi spaventa tanto che praticamente mi decido a firmare il contratto negli ultimi giorni utili (c'era una scadenza: se non facevo riavere il contratto firmato e il manoscritto corretto entro la data XY il contratto era da ritenersi nullo).
Dopo la firma sul contratto, tutto è mutato. Abbiamo iniziato a lavorare con il redattore (che bella esperienza, mi sono trovata così bene) e, terminato il tutto, credo di poter dire che sia nata una stima reciproca.
Nel frattempo l'altra c. ed. importante era tornata all'attacco, invitandomi a mandare (ancora!) altro materiale, ma a loro ancora devo scrivere...
Fra pochi giorni il mio libro sarà in libreria.
Ma già questo non è più un passo mio, io il mio lavoro l'ho fatto.
Se ritengo di poter fallire? Si.
Perdere la faccia? No.
Io ho fatto del mio meglio, e se il libro restasse invenduto non me ne vergognerei, mi dispiacerebbe e basta.
lordpinceton ha scritto:poi si ha la coda di persone che dicono..." Io la conoscevo!
Una sera di qualche settimana fa, in chat.
C'era un tizio che parlava, in pubblica, e che diceva cose interessanti. Allora io cerco di fare conoscenza, e questo è freddo come la mano di un cadavere. Insisto un pó, nel senso che cerco di interloquire nei suoi discorsi, e lui non mi considera per nulla.
Va ben.
Arriva un mio amico nella stessa room, e mi chiede com'è andata con la Mursia.
Repentinamente, il tizio che m'ignorava mi degna d'attenzione, informandosi, e la babbea qui presente, che ancora non aveva capito, risponde cortesemente parlandogli del libro. Allora lui salta fuori e dice che lui fa teatro, che si è esibito qui, là , altrove... Fino a che non è uscito dalla chat si è comportato come se fossimo amici da una vita, mi ha chiesto il contatto su msn e ha detto di non volermi perdere.
Ci ho pensato tanto, a questo episodio. Alla mia dabbenaggine. A quella strana avidità che avevo sentito in lui, ma non compreso, perlomeno in quel momento.
Io non gli interessavo come persona. Di me non gliene fregava niente, non voleva la mia amicizia e nemmeno il mio corpo. Riteneva - peraltro sbagliando - che io potessi essergli utile in qualche modo.
Ecco cos'era.
Non so, ma...
Questo non ha niente a che vedere con i miei sogni, e questo non è ció che voglio nella mia vita.
SIL