Questa descrizione da "mondo dei quark" è solo l'atto finale che si consuma dentro una femmina di Homo Sapiens in età fertile dopo l'accoppiamento con un maschio della stessa specie. Questo è il modulo finale di un algoritmo. Ossia di un insieme di comportamenti maledettamente complessi originati miliardi di anni fa. A ogni scopata il ciclo si rinnova. Siamo qui per il sesso. E' questo è un fatto.
Sono anni che rifletto su questa cosa. Ogni volta penso di averne capito l'essenza. Ma ne ho solo aggiunto un pezzettino. E ogni volta sono sconvolto dalla complessità e dalle infinite diramazioni dell'algoritmo. Ma anche affascinato.
Lo vedo lavorare su di me. Sugli amici, sulle vicine di casa, sulle colleghe in ufficio. Su conoscenti e sconosciuti. Su uomini, donne, adolescenti, vecchi, bambine. Al cinema, in televisione, nei porno, nei film romantici, al telegiornale... ovunque sempre. A volte mi sembra di essere Neo nella scena di Matrix con la sequenza di caratteri verdini che scorrono verticalmente. La realtà è uno screen-saver.
Di volta in volta si puó chiamare seduzione, innamoramento, giochi di coppia, sesso, scopata. Io la chiamo guerra. Guerra dei sessi. In palio c'è la sopravvivenza della mia essenza. Il mio codice. Madre Natura ci ha messo miliardi di anni, un tempo semplicemente INIMMAGINABILE, per mettere a punto un meccanismo che ha un solo fine... propagare una struttura elicoidale fatta di acidi basici nel tempo. Il codice immortale. The Immortal Code.
Il punto di vista del gene è peró riduttivo. Non serve a capire un cazzo. Non si capisce un cazzo. Non aiuta a vivere. Non fa sentire migliori, nè peggiori. Non aiuta a trovare un partner al sex market. Non aiuta a tirare su figli. Conoscere l'algoritmo serve a scopare quanto conoscere la biomeccanica serve a un paraplegico per battere il record mondiale dei 100 metri piani.
Giro intorno all'algoritmo... ne conosco alcuni meccanismi... faccio finta di esserne superiore... ma sono in mezzo al guano ossia nella merda di chi ha già compiuto il suo ciclo con l'algoritmo ancora in stato "armed". Non vado avanti nè indietro. Non c'è nessun posto dove andare. Quello è gia il punto di arrivo, nonchè di partenza.
Quel punto spiega molte cose... il non-senso, l'angst, la sindrome da onnipotenza, il vuoto, l'euforia, la depressione e quello che ci sta in mezzo... i comportamenti assurdi... quelli autodistruttivi... le seghe, le scopate, ma anche il girovagare intorno al mondo all'interno e all'esterno di se stessi. Il viaggio fantastico e insieme drammatico.
Questi sono solo flashback recenti... il film di una vita dove fine e inizio si toccano agli estremi di una spirale.
Sono sdraiato sul divano... annoiato... ho accanto una ragazzina che non ha nemmeno tredici anni... guardiamo un film... è una specie di nipote... è bellissima... mi racconta l'effetto che le fa l'intrigo di un film... mi racconta barzellette sconce... pronuncia la parola cazzo con la lingua tra i denti... ride... si accarezza i lunghi capelli... si strofina... l'algoritmo lavora dentro di lei... e dentro di me.
C'è questa bellissima donna sulla quarantina. E' una donna in carriera affascinante. Mi fa sentire le sue pisciate al cellulare. Mi racconta le sue storie di sesso. Il sangue che ha bevuto da un rock man dopo avergli aperto i polsi... la vita che ha succhiato... la porto in macchina... mi fa vedere il suo intimo nero... i suoi seni... la sua fica depilata... non ha figli... il suo è un algoritmo sublimato di sconvolgente bellezza... sterile come un diamante.
Le troie del club. Parlano di prendere cazzi come del ripieno dei tortellini. Le osservo in azione... quando vedono un uomo che ha tratti genetici standard non capiscono più niente... se non: "devo farmelo devo prendere quel cazzo". Sono semplici ed elementari... vestono parlano muovono corpo e culo al club con un solo inconsapevole fine... risucchiare quell'unico gamete che renderà immortale parte del loro codice... a costo di fare scomparire dentro il loro canale il preservativo e il seme che contiene.
Mio figlio si alza dal suo lettino di notte. Sente dei rumori dal salone. Si affaccia... la porta è socchiusa. Vede la sua mamma che geme sotto i colpi di suo papà . Non dice nulla torna a letto... per lui ormai è un fatto normale... sono io a sentirmi turbato.
Questo lungo post, dopo un ancora più lungo periodo di letargo dal forum racconta semplicemente lo stallo di un sistema autoreferenziale (me) che studia se stesso e i suoi simili. Il loop è l'occhio di un uragano... non se ne puó uscire... lo si puó solo ammirare dall'interno... fonte di vita e di morte... il ciclo perpetuo. Noi non esistiamo. L'algoritmo sì.
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Post 1 di 3. Chi cazzo ha detto che voleva rileggere i miei deliri? Eccolo accontentato. Stay tuned
