Axel Braun ha scritto:Scorpio ha scritto:
Già i produttori, come Axel, non cagano noi.. figuriamoci se si preoccupano dei clienti
Ti sbagli, il produttore si preoccupa moltissimo dei clienti. Ogni mese so esattamente quanto, come e dove i miei film vendono. Il mio reparto marketing si impegna costantemente in analisi e ricerche di mercato, e i grossi distributori con i quali sono in costante contatto mi aiutano a valutare la situazione generale dei trends di vendita nell'industria.
In due pagine di thread qui ci sono 3 persone a cui non piacciono le sberle sulle tette, mentre nei miei sales reports ce ne possono essere 3000 a cui fanno impazzire.
Adesso, faro' i film per compiacere 3 persone o 3000?
Ricordo un'intervista alla band "Metallica" anni fa, nella quale venivano accusati di avere tradito i fans "vendendosi" con una serie di dischi commerciali....la loro risposta? Siamo in tour da due anni, e abbiamo riempito ogni stadio, in ogni citta', in ogni parte del mondo...si vede che a qualcuno la nostra musica "commerciale" piace.
Fare film porno e' il mio mestiere, e lo faccio da anni con un oltremodo imbarazzante successo economico...se girassi solo quello che piace a me sarei un idealista squattrinato.
sarà che siamo itaGliani, ma qui da noi non vedo e non ho mai visto stó gran lavoro di marketting!
Constato invece un pressapochismo, una superficialità proprio da parte di chi dovrebbe essere addetto al settore, appunto gestori di cinema a luci rosse, sexy-shop, videoteche.
Se poi ci mettiamo la pirateria, i film tagliati alla rinfusa, le pellicole tagliate e montate in modo tale da far sì che con le stesse "pizze" si montassero film diversi da quelli che dovevano essere dando poi come risultato, dei "film" improbabili !
hai idea del pubblico, almeno quello itaGliano, che frequanta i cine porno? il film è l'ultima cosa di loro interesse..
peró ti faccio un'altro esempio, da opporre a quello del ragazzino che vende mele ed albicocche.
la scorsa settimana, a Roma, sin dalla mattina presto, c'era una folla impressionante per assistere ad una lezione di storia, come qualche settimana prima, lo stesso successo riscosse una lezione di matematica!
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... 6&sezione=
"Qualche consigliere d'amministrazione vuole inserire il canone Rai nella bolletta della luce: chi non lo paga, resti al buio. Va bene, a patto che fin quando la tv pubblica continuerà a provocare il black-out dei cervelli, ci si autorizzi a non pagare la luce. Chissà se quei consiglieri spiritosi vanno mai a teatro. Sabato ce n'era uno stracolmo per ascoltare la lezione di matematica del professor Odifreddi. Musica, danza, immagini, ma il nucleo dello spettacolo restava un insegnante che parlava in modo chiaro e attraente di numeri. Nessuno si è addormentato o ha avvertito la mancanza di risse e battute da caserma. Odifreddi ha letto l'abiura di Galileo davanti al Sant'Uffizio e l'emozione più forte erano le facce del pubblico: attente, curiose, affamate di conoscenza. Bastava guardarle per essere trasportati in un mondo disintossicato, non particolarmente colto ma soltanto normale. Dove la rissa e la battuta da caserma perdono la centralità allucinante che hanno assunto nei nostri tinelli quotidiani.
Da Baricco alla Hack, ogni volta che un divulgatore va in giro per teatri a sbriciolare sapere, ottiene un successo superiore alle aspettative degli impresari, contagiati dal pensiero unico imposto dai fabbricanti di televisione. I quali nutrono un sovrano disprezzo per le persone comuni e, a furia di considerarle imbecilli, le hanno rimbecillite davvero. Eppure scommetto che se in prima serata, al posto dei pacchi, andasse in onda una striscia quotidiana di sei minuti dedicata alla cultura di base (storia, arte, scienza, letteratura), confezionata in modo accattivante e affidata ad affabulatori del calibro di Odifreddi, il successo e l'impatto sarebbero tali che dopo qualche settimana niente in tv potrebbe più essere come prima. Certo, per realizzare un esperimento simile servirebbe una rete di servizio pubblico. Mi rivolgeró all'Enel. "
è un'articolo di M.Gramellini, La Stampa di Torino.
Non ti viene qualche dubbio che le indagini di mercato vengano fatte perlomeno alla cazzo?