[O.T.] EUTANASIA!!!
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- sperminator
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Favorevole: gli individui devono avere la libertà di disporre della propria vita, anche fino al punto di terminarla...specie nei casi di malattie terminali.
Chi si oppone lo fa appellandosi a credenze soprannaturali, poichè sostiene che la vita è un dono di Dio e non qualcosa di nostro, su cui possiamo disporre liberamente. Insomma stanno limitando la nostra libertà per motivi di fede...invece bisognerebbe lasciare al singolo la possibilità di riflettere sulla questione e decidere.
Chi si oppone lo fa appellandosi a credenze soprannaturali, poichè sostiene che la vita è un dono di Dio e non qualcosa di nostro, su cui possiamo disporre liberamente. Insomma stanno limitando la nostra libertà per motivi di fede...invece bisognerebbe lasciare al singolo la possibilità di riflettere sulla questione e decidere.
Il sesso è come il bridge: se non hai un buon partner, devi avere una buona mano. (Charles Pierce)
preoccupati degli elementi critici che ti fanno essere favorevole.sperminator ha scritto:Favorevole: gli individui devono avere la libertà di disporre della propria vita, anche fino al punto di terminarla...specie nei casi di malattie terminali.
Chi si oppone lo fa appellandosi a credenze soprannaturali, poichè sostiene che la vita è un dono di Dio e non qualcosa di nostro, su cui possiamo disporre liberamente. Insomma stanno limitando la nostra libertà per motivi di fede...invece bisognerebbe lasciare al singolo la possibilità di riflettere sulla questione e decidere.
agli altri elementi ci preoccupiamo noi.
altrimenti rischi solo di recitare degli slogan e alla fine di dire solo grandi cazzate.
Ma perchè dovrei curarmi dei posteri? Cosa hanno fatto i posteri per me?
Groucho Marx
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- sperminator
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Io non recito slogan, sono solo guidato da una convinzione, ovvero che la mia vita è mia, e solo mia, e su di essa devo decidere solamente io. Per cui le uniche leggi che mi paiono tollerabili sono quelle volte a impedire quegli atti che danneggiano gli altri: la mia azione su me stesso, puó al massimo danneggiare me, ma nessun altro..quindi mi pare intollerabile che sia impedita.
Per quanto riguarda le credenze religiose che muovono la maggior parte delle coscienze contrarie all'eutanasia, io rispetto quelle credenze, ma vorrei che le singole persone che le possiedono le applicassero solo a sè stesse, senza venire a limitare la mia libertà . Chi ritiene che la vita è un dono di Dio ha tutto il diritto di preservarla e continuarla senza ricorrere all'eutanasia, ma chi la pensa diversamente credo proprio dovrebbe essere lasciato libero di fare le proprie scelte, financo ricorrendo alla dolce morte.
Per quanto riguarda le credenze religiose che muovono la maggior parte delle coscienze contrarie all'eutanasia, io rispetto quelle credenze, ma vorrei che le singole persone che le possiedono le applicassero solo a sè stesse, senza venire a limitare la mia libertà . Chi ritiene che la vita è un dono di Dio ha tutto il diritto di preservarla e continuarla senza ricorrere all'eutanasia, ma chi la pensa diversamente credo proprio dovrebbe essere lasciato libero di fare le proprie scelte, financo ricorrendo alla dolce morte.
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quali elementi usi per dire che "danneggi solo te e non altri"?sperminator ha scritto:Io non recito slogan, sono solo guidato da una convinzione, ovvero che la mia vita è mia, e solo mia, e su di essa devo decidere solamente io. Per cui le uniche leggi che mi paiono tollerabili sono quelle volte a impedire quegli atti che danneggiano gli altri: la mia azione su me stesso, puó al massimo danneggiare me, ma nessun altro..quindi mi pare intollerabile che sia impedita.
Per quanto riguarda le credenze religiose che muovono la maggior parte delle coscienze contrarie all'eutanasia, io rispetto quelle credenze, ma vorrei che le singole persone che le possiedono le applicassero solo a sè stesse, senza venire a limitare la mia libertà . Chi ritiene che la vita è un dono di Dio ha tutto il diritto di preservarla e continuarla senza ricorrere all'eutanasia, ma chi la pensa diversamente credo proprio dovrebbe essere lasciato libero di fare le proprie scelte, financo ricorrendo alla dolce morte.
quale è il punto da cui parti per definire te stesso?
solo da qui possiamo poi capire come mai qualcuno dice si o no all'eutanasia. la fede non c'entra un bel nulla. fa solo comodo infilarcela. per rafforsare uno slogan politico appunto.
Ma perchè dovrei curarmi dei posteri? Cosa hanno fatto i posteri per me?
Groucho Marx
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- sperminator
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Mi pare autoevidente che io sono quel soggetto che qui e ora col suo pensiero ha consapevolezza della sua esistenza (una sorta di "esserci" heideggeriano). Un soggetto pensante dotato di un corpo. O vuoi negare questo dato empirico?ioz ha scritto: quali elementi usi per dire che "danneggi solo te e non altri"?
quale è il punto da cui parti per definire te stesso?
solo da qui possiamo poi capire come mai qualcuno dice si o no all'eutanasia. la fede non c'entra un bel nulla. fa solo comodo infilarcela. per rafforsare uno slogan politico appunto.
E definito il soggetto mi pare chiaro che la scelta consapevole di morire da parte di questo comporti come conseguenza unicamente la morte dello stesso, senza violenza o coercizione su altri soggetti (il medico che attua l'eutanasia naturalmente lo fa senza obbligo..solo se non va contro la sua coscienza).
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non volevo scomodare categorie filosofiche, anche se sarà inevitabile.
dico solo che un soggetto non è solo con sè stesso, ma sempre in rapporto con altri.
per questo ti chiedevo come fai a valutare l'effettivo danneggiamento solo di te stesso e non di altri.
cmq non ho voglia di svolgere temi così profondi e difficili.
non ho tempo e non ne sarei capace.
ciao!
dico solo che un soggetto non è solo con sè stesso, ma sempre in rapporto con altri.
per questo ti chiedevo come fai a valutare l'effettivo danneggiamento solo di te stesso e non di altri.
cmq non ho voglia di svolgere temi così profondi e difficili.
non ho tempo e non ne sarei capace.
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- sperminator
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Secondo me il soggetto non è sempre in rapporto con gli altri, nel senso che puó sempre scegliere di troncarli questi rapporti, di uscire dalla società , di chiamarsi fuori. Come? Andando a fare l'eremita, troncando i rapporti con familiari e conoscenti, chiudendosi in sè stesso, fuggendo. Tutte scelte legali. A questo punto, secondo me, bisognerebbe concedere legalmente anche l'ultima, estrema, scelta: interrompere la propria vita.
ciao!
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Contrario all'eutanasia, ma favorevole alle misure di interruzione dell'accanimento terapeutico proposte dal professor Veronesi:
Grazie all'intervento della Fondazione Veronesi, attraverso il Comitato scienza e diritto presieduto dall'Avv Maurizio de Tilla, ora è possibile per i cittadini italiani redigere il proprio testamento biologico (il modulo è scaricabile dal sito della Fondazione www.fondazioneveronesi.it) ovvero mettere per iscritto una semplice dichiarazione di rifiuto all'accanimento terapeutico in caso di malattia o lesione traumatica irreversibile e invalidante o che costringa alla dipendenza da macchine o sistemi artificiali. Le dichiarazioni non saranno vincolanti sotto il profilo giuridico per il medico, ma nel caso fossero disattese obbligheranno il curante a renderne conto al fiduciario ovvero alla persona indicata nel documento quale garante dell'attuazione delle volontà .
Grazie all'intervento della Fondazione Veronesi, attraverso il Comitato scienza e diritto presieduto dall'Avv Maurizio de Tilla, ora è possibile per i cittadini italiani redigere il proprio testamento biologico (il modulo è scaricabile dal sito della Fondazione www.fondazioneveronesi.it) ovvero mettere per iscritto una semplice dichiarazione di rifiuto all'accanimento terapeutico in caso di malattia o lesione traumatica irreversibile e invalidante o che costringa alla dipendenza da macchine o sistemi artificiali. Le dichiarazioni non saranno vincolanti sotto il profilo giuridico per il medico, ma nel caso fossero disattese obbligheranno il curante a renderne conto al fiduciario ovvero alla persona indicata nel documento quale garante dell'attuazione delle volontà .
- Inchiostro Simpatico
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Vi auguro a tutti di non rimanere per anni in un letto a vegetare sperando che la morte arrivi in fretta.
In un paese laico debbo poter scegliere se morire o no senza dovermi sorbire postulati religiosi sulla cultura della vita.
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Non sottovalutate la potenza di questo utente
[url=http://www.superzeta.it/viewtopic.php?t=5578&highlight=vademecum]Vademecum sul P2P[/url]
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- PhilippeMexes5
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qui siamo all'assurdo.
gli unici che tirano fuori categorie religiose sono quelli contro.
quelli a favore no.
nessuno qui ha scritto: siamo tutti figli di Dio e chi decide la vita e la morte è solo Dio.
cmq non io.
per questo dico che si usano solo slogan sul "religioso andante" per mascherare la scarsità di motivazioni che portano alla scelta positiva verso l'Eutanasia.
si mettono in gioco categorie che non c'entrano per niente.
il nostro ordinamento civile è assolutamente laico e rispecchia la società italiana.
e da laico io affermo che qualsiasi ordinamento civile rispetta la vita e la promuove in qualsiasi occasione.
ed è lo stesso rispetto della vita che fa sì che non si operi accanimento terapeutico nei confronti di chi non ha speranza di trarre beneficio da quella cura.
ora i medici queste cose le hanno ben presente e sanno individuare il momento in cui si supera quella linea e si sono dati codici di riferimento.
e non tiriamo fuori che i medici sono macellai o esperienze personali.
stiamo parlando in senso alto della possibilità che nel nostro ordinamento civile si introduca una cultura della morte con una legge sull'Eutanasia.
altra falsità che si dice è che ci sia un vuoto normativo. l'ha detto anche il nostro capo dello stato.
non c'è vuoto. semplicemnte non è prevista la possibilità .
altra falsità : che negli ospedali si pratichi una eutanasia nascosta, con cure alla morfina che portano il paziente alla morte.
qui si devia un significato. da sempre la finalità della ricerca medica è di curare il paziente e di lenire il dolore, ben sapendo che guarire un paziente non significa che esso non sia destinato ad affrontare il dolore, la sofferenza e la morte. le dosi crescenti di morfina semplicemente accompagnano il paziente verso una morte ormai inevitabile.
altro equivoco ascoltato ieri sera: in italia si spende il 30 % della spesa sanitaria per pazienti allo stato terminale.
bene. per me si potrebbe anche spendere il 90%.
la nostra società ormai è impazzita. si porta la pistola alla tempia credendo di difendere la libertà .
gli unici che tirano fuori categorie religiose sono quelli contro.
quelli a favore no.
nessuno qui ha scritto: siamo tutti figli di Dio e chi decide la vita e la morte è solo Dio.
cmq non io.
per questo dico che si usano solo slogan sul "religioso andante" per mascherare la scarsità di motivazioni che portano alla scelta positiva verso l'Eutanasia.
si mettono in gioco categorie che non c'entrano per niente.
il nostro ordinamento civile è assolutamente laico e rispecchia la società italiana.
e da laico io affermo che qualsiasi ordinamento civile rispetta la vita e la promuove in qualsiasi occasione.
ed è lo stesso rispetto della vita che fa sì che non si operi accanimento terapeutico nei confronti di chi non ha speranza di trarre beneficio da quella cura.
ora i medici queste cose le hanno ben presente e sanno individuare il momento in cui si supera quella linea e si sono dati codici di riferimento.
e non tiriamo fuori che i medici sono macellai o esperienze personali.
stiamo parlando in senso alto della possibilità che nel nostro ordinamento civile si introduca una cultura della morte con una legge sull'Eutanasia.
altra falsità che si dice è che ci sia un vuoto normativo. l'ha detto anche il nostro capo dello stato.
non c'è vuoto. semplicemnte non è prevista la possibilità .
altra falsità : che negli ospedali si pratichi una eutanasia nascosta, con cure alla morfina che portano il paziente alla morte.
qui si devia un significato. da sempre la finalità della ricerca medica è di curare il paziente e di lenire il dolore, ben sapendo che guarire un paziente non significa che esso non sia destinato ad affrontare il dolore, la sofferenza e la morte. le dosi crescenti di morfina semplicemente accompagnano il paziente verso una morte ormai inevitabile.
altro equivoco ascoltato ieri sera: in italia si spende il 30 % della spesa sanitaria per pazienti allo stato terminale.
bene. per me si potrebbe anche spendere il 90%.
la nostra società ormai è impazzita. si porta la pistola alla tempia credendo di difendere la libertà .
Ma perchè dovrei curarmi dei posteri? Cosa hanno fatto i posteri per me?
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Vi riporto questo articolo, che mi pare interessante:
Il diritto di morire - Massimo Fini (il Gazzettino 25/09/06)
La vicenda di Piergiorgio Welby, che ha scritto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo in pratica la "grazia" di poter morire in santa pace, è stata configurata come un caso di eutanasia. Ma in realtà ci troviamo su un terreno del tutto diverso che non coincide con la questione dell'eutanasia anche se ad essa si intreccia perchè molto spesso ne è all'origine e meglio è all'origine dell'emergere del problema eutanasia. Quello sollevato da Welby è infatti un classico caso di "accanimento terapeutico".
Piergiorgio Welby, sessantenne, malato di distrofia muscolare, una patologia degnerativa, ha passato metà della sua esistenza senza poter camminare, un terzo senza poter parlare e negli ultimi mesi non è più in grado di far assolutamente nulla ed è tenuto in vita da un respiratorie artificiale e da un'alimentazione forzata. Ma è perfettamente lucido ed in grado di comunicare la sua volontà .(Segue a pagina 11)
E la sua volontà è che sia staccata la spina di questi macchinari eccezionali, che la malattia faccia il suo corso e lo porti alla morte in modo naturale. Rifiutare quei macchinari è un suo diritto. àˆ fuori discussione infatti che nessuno possa essere sottoposto a cura contro la sua volontà . Un malato di tumore, per esempio, puó rifiutare la chemioterapia e anche ogni altro tipo di terapia. àˆ significativo che se lo fa e se la fila dall'ospedale dove i medici lo vorrebbero internare la direzione sanitaria gli faccia firmare un documento in cui dichiara di assumersi la responsabilità di questo suo rifiuto proprio per sollevare i medici dalla propria, di non aver cioè sottoposto il malato a tutte le cure che ritenevano opportune (il "diritto alla cura"). Vuol dire che la decisione ultima spetta al malato, non ai medici che devono sottostare alla sua volontà . Come esiste un "diritto alla cura" esiste anche un diritto, a rifiutarla. Diritto superiore al sommo, perchè la vita non è proprietà del medico ma del malato che si affida - o non si affida - alle sue cure. E anche se si ritenesse, come i cattolici, che la vita non appartiene nè all'uno nè all'altro ma a Dio, sarebbe il medico che vuole mantenere artificialmente in vita il malato, con macchinari eccezionali a violare le leggi naturali (il diritto a una morte naturale) e quindi divine in nome di un laicisssimo e modernissimo obbiettivo dell'allungamento della vita a tutti i costi.
Il caso di Welby è quindi semplice. Ed è del tutto arbitrario che i medici lo mantengano in vita contro la sua volontà , imponendogli cure che egli non vuole, o non vuole più, solo perchè Welby non è in grado fisicamente di ribellarsi loro. Come invece potrebbe fare senza che i medici possano opporsi colui cui è stato diagnosticato un cancro. E' un grave abuso quello dei medici perchè scippano Welby del diritto che nemmeno i cattolici possono contestare, di avere una morte secondo natura.
La questione vera si pone quando il malato, a differenza di Welby, non è in grado di manifestare la sua volontà . Fra un malato che non puó manifestare la propria volontà e quella dei medici è ovviamente questa a prevalere. Ecco perchè sarebbe quanto mai opportuna l'approvazione di quella proposta di legge presentata tempo fa dall'onorevole Luigi Manconi sul "testamento biologico".Nel testamento biologico, spiega Manconi "ciascuno di noi puó dare disposizioni relative a trattamenti sanitari futuri qualora non sia in grado di intendere e di volere e puó indicare un fiduciario che prenda decisioni in sua vece". E fin qui siamo sempre fuori dall'eutanasia ma nel campo dell'accanimento terapeutico, cioè del sacrosanto diritto dell'individuo a rifiutare le cure. L'eutanasia, o "diritto alla bella morte" (il termine fu coniato, pare, da Francesco Bacone) è un'altra cosa. àˆ la pretesa del malato che il medico, o chi per lui, accorci "artificialmente" la sua vita (con un'azione, per esempio un'iniezione letale, o con un'omissione, per esempio negandogli il cibo se è ancora in grado di alimentarsi naturalmente). Siamo qui in una posizione speculare a quella dell'accanimento terapeutico. Come nell'accanimento si allunga artificialmente la vita, sottraendo l'individuo alla sua morte naturale in nome di un altrettanto moderno ed edonistico rifiuto della sofferenza e del dolore.
E su questa possibilità oggi vietata dal codice penale perchè rientra nella fattispecie dell'«omicidio del consenziente» che dovrebbe aprirsi oggi il dibattito. Personalmente e per quanto vale la mia opinione, sono contrario. Oltretutto è evidente, come dice l'attuale presidente della Commissione Sanità del Sonato, Ignazio Martini, che se si impedisse l'accanimento terapeutico anche il problema dell'eutanasia avrebbe un minor rilievo: "Spesso si è costretti a interrogarsi sull'eutanasia perchè non si è fermato prima ció che si configura come accanimento terapeutico".
Del tutto inaccettabile mi pare invece un molto peloso «omicidio per pietà » senza il consenso del malato o dandolo per scontato in assenza di un "testamento biologico" e di un fiduciario autorizzato a decidere in sua vece. Perchè si aprirebbero le strade dell'abisso. Da qui infatti molto breve è il passo verso quella eutanasia "eugenetica" o economica, di hitleriana memoria, che prevede l'eliminazione degli handicappati allo scopo di migliorare la razza o la soppressione degli invalidi e dei vecchi per alleggerire la società da bocche inutili e costose.
Il diritto di morire - Massimo Fini (il Gazzettino 25/09/06)
La vicenda di Piergiorgio Welby, che ha scritto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo in pratica la "grazia" di poter morire in santa pace, è stata configurata come un caso di eutanasia. Ma in realtà ci troviamo su un terreno del tutto diverso che non coincide con la questione dell'eutanasia anche se ad essa si intreccia perchè molto spesso ne è all'origine e meglio è all'origine dell'emergere del problema eutanasia. Quello sollevato da Welby è infatti un classico caso di "accanimento terapeutico".
Piergiorgio Welby, sessantenne, malato di distrofia muscolare, una patologia degnerativa, ha passato metà della sua esistenza senza poter camminare, un terzo senza poter parlare e negli ultimi mesi non è più in grado di far assolutamente nulla ed è tenuto in vita da un respiratorie artificiale e da un'alimentazione forzata. Ma è perfettamente lucido ed in grado di comunicare la sua volontà .(Segue a pagina 11)
E la sua volontà è che sia staccata la spina di questi macchinari eccezionali, che la malattia faccia il suo corso e lo porti alla morte in modo naturale. Rifiutare quei macchinari è un suo diritto. àˆ fuori discussione infatti che nessuno possa essere sottoposto a cura contro la sua volontà . Un malato di tumore, per esempio, puó rifiutare la chemioterapia e anche ogni altro tipo di terapia. àˆ significativo che se lo fa e se la fila dall'ospedale dove i medici lo vorrebbero internare la direzione sanitaria gli faccia firmare un documento in cui dichiara di assumersi la responsabilità di questo suo rifiuto proprio per sollevare i medici dalla propria, di non aver cioè sottoposto il malato a tutte le cure che ritenevano opportune (il "diritto alla cura"). Vuol dire che la decisione ultima spetta al malato, non ai medici che devono sottostare alla sua volontà . Come esiste un "diritto alla cura" esiste anche un diritto, a rifiutarla. Diritto superiore al sommo, perchè la vita non è proprietà del medico ma del malato che si affida - o non si affida - alle sue cure. E anche se si ritenesse, come i cattolici, che la vita non appartiene nè all'uno nè all'altro ma a Dio, sarebbe il medico che vuole mantenere artificialmente in vita il malato, con macchinari eccezionali a violare le leggi naturali (il diritto a una morte naturale) e quindi divine in nome di un laicisssimo e modernissimo obbiettivo dell'allungamento della vita a tutti i costi.
Il caso di Welby è quindi semplice. Ed è del tutto arbitrario che i medici lo mantengano in vita contro la sua volontà , imponendogli cure che egli non vuole, o non vuole più, solo perchè Welby non è in grado fisicamente di ribellarsi loro. Come invece potrebbe fare senza che i medici possano opporsi colui cui è stato diagnosticato un cancro. E' un grave abuso quello dei medici perchè scippano Welby del diritto che nemmeno i cattolici possono contestare, di avere una morte secondo natura.
La questione vera si pone quando il malato, a differenza di Welby, non è in grado di manifestare la sua volontà . Fra un malato che non puó manifestare la propria volontà e quella dei medici è ovviamente questa a prevalere. Ecco perchè sarebbe quanto mai opportuna l'approvazione di quella proposta di legge presentata tempo fa dall'onorevole Luigi Manconi sul "testamento biologico".Nel testamento biologico, spiega Manconi "ciascuno di noi puó dare disposizioni relative a trattamenti sanitari futuri qualora non sia in grado di intendere e di volere e puó indicare un fiduciario che prenda decisioni in sua vece". E fin qui siamo sempre fuori dall'eutanasia ma nel campo dell'accanimento terapeutico, cioè del sacrosanto diritto dell'individuo a rifiutare le cure. L'eutanasia, o "diritto alla bella morte" (il termine fu coniato, pare, da Francesco Bacone) è un'altra cosa. àˆ la pretesa del malato che il medico, o chi per lui, accorci "artificialmente" la sua vita (con un'azione, per esempio un'iniezione letale, o con un'omissione, per esempio negandogli il cibo se è ancora in grado di alimentarsi naturalmente). Siamo qui in una posizione speculare a quella dell'accanimento terapeutico. Come nell'accanimento si allunga artificialmente la vita, sottraendo l'individuo alla sua morte naturale in nome di un altrettanto moderno ed edonistico rifiuto della sofferenza e del dolore.
E su questa possibilità oggi vietata dal codice penale perchè rientra nella fattispecie dell'«omicidio del consenziente» che dovrebbe aprirsi oggi il dibattito. Personalmente e per quanto vale la mia opinione, sono contrario. Oltretutto è evidente, come dice l'attuale presidente della Commissione Sanità del Sonato, Ignazio Martini, che se si impedisse l'accanimento terapeutico anche il problema dell'eutanasia avrebbe un minor rilievo: "Spesso si è costretti a interrogarsi sull'eutanasia perchè non si è fermato prima ció che si configura come accanimento terapeutico".
Del tutto inaccettabile mi pare invece un molto peloso «omicidio per pietà » senza il consenso del malato o dandolo per scontato in assenza di un "testamento biologico" e di un fiduciario autorizzato a decidere in sua vece. Perchè si aprirebbero le strade dell'abisso. Da qui infatti molto breve è il passo verso quella eutanasia "eugenetica" o economica, di hitleriana memoria, che prevede l'eliminazione degli handicappati allo scopo di migliorare la razza o la soppressione degli invalidi e dei vecchi per alleggerire la società da bocche inutili e costose.
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ovv. favorevolissimo ma rilancerei pure...
si parte sempre dal solito "ma se uno soffre non ha speranze ecc.. ecc..."
MA STI GRAN CAZZI
e se uno sta benissimo e si vuole ammazzare lo stesso ( gia lo fa tanto è impossibile impedire il suicidio ) saranno ben cazzi suoi o no?
massima libertà sempre e cmq. ... tutto il resto è merda per burattini che si cagano in mano e vogliono essere diretti
si parte sempre dal solito "ma se uno soffre non ha speranze ecc.. ecc..."
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e se uno sta benissimo e si vuole ammazzare lo stesso ( gia lo fa tanto è impossibile impedire il suicidio ) saranno ben cazzi suoi o no?
massima libertà sempre e cmq. ... tutto il resto è merda per burattini che si cagano in mano e vogliono essere diretti
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
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Caro zio,ioz ha scritto: la nostra società ormai è impazzita. si porta la pistola alla tempia credendo di difendere la libertà .
ognuno è padrone della propria vita e la gestisce come meglio crede.
E se qualcuno cerca di porre fine alle proprie sofferenze e a quelle di chi gli vuol bene,non lo fa certo per ergersi a paladino della libertà ...