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[size=18:892858011f]RIPORTO TUTTO IN QUESTO TOPIC[/size:892858011f]
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Dopo duemila anni, un nuovo miracolo! Al tempo, la moltiplicazione di pani e dei pesci. Oggi, due santi scudetti tolti alla Juve, ed uno assegnato dal "bambinello" Guido Rossi all'Inter di cui è stato consigliere per ben quattro anni.
Il patron Moratti ha affermato che questo è uno scudetto che premia l'onestà del suo club, ed allora analizziamo a quale verginità intellettuale e sportiva fa riferimento.
La Juve costruita dalla "Triade" era ormai una macchina sportiva perfetta. Ne è dimostrazione la finale di Coppa del Mondo che ha visto protagonisti ben otto giocatori della Juventus.
Come fermare questa corazzata imbattibile? Semplice, nel 2002 la Inter-Pirelli-Telecom, stanca di non riuscire a vincere nulla a dispetto dei molteplici sforzi economici, affida alla società Polis d'Istinto del Sig. Cipriani il mandato di effettuare intercettazioni illegali (oltre a quelle di cui si stava già occupando che riguardavano le più alte sfere della politica, del giornalismo e della finanza) anche nel mondo del calcio con particolare riferimento all'arbitro Massimo De Santis, al direttore sportivo di Messina e Genoa Mariano Fagiani ed al direttore sportivo del Catanzaro Luigi Pavarese. Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti con la sentenza costruita ad hoc dall'ultras interista Guido Rossi. Tale sentenza è viziata da una macchinazione messa in atto per scippare il legittimo scudetto Juve, attraverso il posizionamento di cariche di primo piano in FIGC di uomini legati alla famiglia Moratti. Uomini come il subcommissario della Figc, Paolo Nicoletti, «figlio dell'avvocato Francesco Nicoletti, originario di Dipignano, in provincia di Cosenza, trasferitosi negli Anni Sessanta a Milano per divenire stretto collaboratore e legale di fiducia di Angelo Moratti». Nicoletti, dunque, è «legato da rapporti professionali con la Saras della famiglia Moratti».
Ma come? Gente limpida ed onesta come i Moratti/Tronchetti che effettua intercettazioni illegali grazie alla posizione dominante nel mondo delle telecomunicazioni?
Come poi non ricordare la denuncia di Ferruccio Mazzola, giocatore dell'Inter degli anni 60, o di quella più recente del calciatore Georgatos, che hanno ammesso l'uso di doping da sempre all'interno dello spogliatoio Inter.
Ancor più scandaloso è il dover ripensare all'assoluta mancanza di sanzioni sportive per lo scandalo passaporti falsi di Recoba ed Oriali, condannati dalla giustizia ordinaria a sei mesi di reclusione.
Infine, per dare giusto merito ad ogni componente del club nerazzurro, bisognerà rievocare le false fideiussioni sottoscritte da Facchetti in favore della Reggina o le cene che lo stesso faceva con il designatore Sig. Bergamo proprio mentre la sua squadra era in lotta per un posto in Champions. Argomento di tali incontri? A detta del Sig. Bergamo, c'erano anche le griglie arbitrali.
Al fine di comprendere quanto l'Inter fosse coinvolta nella preparazione di questo pseudo scandalo del calcio, basterà far menzione delle recenti dichiarazione del Sig. Luciano Moggi: "Mancini 7-8 mesi fa accennava ai miei guai giudiziari. Come faceva a saperlo?"
Appare evidente che le dichiarazioni di Moggi sulla "difesa del fortino Juve" in un mondo in cui esistevano club figli del Presidente del Consiglio, del Presidente di Lega e proprietari della più grande televisione privata nonché il più grande gruppo mediatico, o club figli del più grande gestore di telecomunicazioni, proprietario di una televisione che detiene diritti Tv nel mondo del calcio, od ancora club che regalavano Rolex agli arbitri e stipulavano polizze assicurative con l'agenzia di assicurazioni di proprietà di uno dei designatori arbitrali, non siano dichiarazioni prive di una logica. Sono assolute conferme, alcune dichiarazioni di componenti del Consiglio Federale, su presunte pressioni politiche per salvare il club del ex Presidente del Consiglio.
Ed allora, bisognerà fare i complimenti al Sig. Moratti che, non riuscendo a vincere sul campo, ha trovato il modo giusto di investire il suo denaro per costruire questo "processo farsa".
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Il primo colloquio tra Gigi Pairetto e Giacinto Facchetti è del 15 settembre 2004. Sono le 12,59. Al centro della telefonata ci sono le valutazioni sugl arbitri di Champions League ( l'Inter era in un girone con il Valencia, il Werder Brema e l'Anderlecht) e alcune tessere dell'Inter destinate a Pairetto.
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] e li han già deciso poi per le prossime partite ?
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] si sulla seconda c'è Meier eh poi ok.
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] sulla seconda quella con ...
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] qual è non non
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] non con il Valencia
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] non quella... l'ult... qual è la terza di di
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] la terza
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] quella più importante che avete
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] la terza è con l'Anderlecht, eh la terza è l'Anderlecht
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] non aspetta te lo... ce l'ho di la infatti avevo detto, ho fatto mettere Meier, no allora è la seconda perché era la partita quella importante
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] eh si perché dovrebbe essere
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] allora dovrebbe essere quella adesso te... lo vado a prendere e te lo dico
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] me lo dici
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PAIRETTO:[/b:892858011f] te lo verifico si si si e te lo dico
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] grazie
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] e te lo dico subito perché avevo fatto mettere Meier appunto perché è un arbitro molto...
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] si perché li a Valencia
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] affidabile, no no li a Valencia è un ambientino... bello tosto, anche se ieri è stato un bel risultato , lui è stato bravo
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] si si buono abbiamo sofferto fino all'ultimo perché un gol solo non si sa mai
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] si si infatti, poi loro in dieci quindi era un po'
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] eh però sai si sbagliano
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] eh si nel calcio basta un... sbagliare un calcio di rigore
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] eh eh
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] anche psicologicamente no è, non è il massimo quindi
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FACCHETTI:[/b:892858011f] eh si ma
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] va bene
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] va bene fammi sapere
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] allora ti chiamo e ti faccio sapere
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] fammi sapere grazie
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] per le tessere invece le hai già ...
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] si le tessere sono, guarda abbiamo... pensa che ieri hanno consegnato
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] si
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] le tessere ai consiglieri sono...
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] solo fate adesso proprio
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] sono arrivate talmente in ritardo voi preferivate mandarle a ritirare magari ?
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] io posso magari anche chiedere se va a ritirarle
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] fammi sapere se...
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PAIRETTO:[/b:892858011f] magari dico alla persona che può andare a ritirarle in sede ?
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] aspetta aspetta che sento la signora
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] si cosi eventualmente...
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] Monica, sono al telefono con Pairetto mi chiedeva le loro due te...sono li ? Gli dico di mandare a ritirare almeno cosi eh ? Eh si si, allora mi faccio dire il nome di chi viene a ritirale grazie. Erano li pronte
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] perfetto allora io adesso
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] mi sai dire il nome di chi viene a ritirare ?
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] te lo faccio sapere di chi viene a ritirarle il nome cosi
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] si perché non si sa mai
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] no no se non passa un altro se le prende è chiaro
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] va bene
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] va bene allora cosi ti dico anche l'al... tutte e due le cose anche l'altra
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] grazie
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] ok grazie
[b:892858011f]FACCHETTI:[/b:892858011f] ciao
[b:892858011f]PAIRETTO:[/b:892858011f] buon appetito ciao[b:892858011f][/b:892858011f]
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Che fine ha fatto in Federcalcio il fascicolo intestato a Bergamo e Franco Sensi presidente della Roma? L'avvocato Mario Stagliano, fino alle scorse settimane vicecapo Ufficio Indagini dice che alla Federcalcio non è mai arrivato il fascicolo, ma Stagliano non pare affatto attendibile, anzi si sospetta che proprio lui potrebbe aver insabbiato il presunto illecito presso l'Ufficio Indagini della Federcalcio. Invece le procure di Roma e Livorno affermano di aver trasmesso una nota alla giustizia sportiva. La vicenda finisce sui giornali (ne scrivono Espresso e Il Tirreno) nell'autunno scorso, ma risale al novembre 2003. Si tratta di un inchiesta della Guardia di Finanza sull'imprenditore livornese Mario Saporito. Nel suo ufficio vengono piazzate le microspie perché si cerca di indagare su un giro di appalti. Le cimici registrano alcuni colloqui tra Saporito e Paolo Bergamo, l'ex designatore arbitrale che a Livorno è contitolare dell'agenzia Ina-Assitalia. Bergamo racconta all'amico di un incontro con Sensi avvenuto a Roma a villa Pacelli. I due parlano di alcuni quadri che dovrebbero andare in dono al Papa e degli orologi che la Roma aveva regalato agli arbitri. Poi il discorso cade su un affare da due miliardi di lire. La compagnia petrolifera di Sensi la Italpetroli, è proprietaria a Civitavecchia di una piattaforma per lo stoccaggio di combustibili. E assicurare quegli impianti vale un premio consistente. Però visto il ruolo di Bergamo nel mondo del calcio quell'affare non può essere roba sua. Tuttavia, nelle registrazioni Bergamo spiega a Saporito quanto accaduto dopo l'incontro con Sensi. Bergamo dice: "Dopo un mesetto e mezzò mi chiamò Assitalia...c'è un mio amico, dirigente massimo del settore civile...se questo mi imbocca 600 milioni io non posso dire niente". Non solo. Bergamo sempre parlando con Saporito racconta che il presidente della Roma, allora in polemica contro arbitraggi giudicati dannosi per la sua squadra, avrebbe indicato una rosa di cinque nomi di suo gradimento tra i direttori di gara. A quanto si è saputo la polizza è stata stipulata (Ina-Assitalia era anche sponsor della Roma) e l'agente firmatario non è stato Paolo Bergamo. Però due giorni dopo la pubblicazione di questa notizia sul Tirreno (il 4 luglio 2005) Bergamo si dimette dalla Federcalcio e si dichiara estraneo alla vicenda.
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[b:892858011f]La Stampa
SI ALLARGA IL QUADRO DELLA PROCURA DI NAPOLI. SECONDO I MAGISTRATI CAMPANI, DI FIANCO AL SISTEMA MOGGI NE SAREBBE ESISTITO UN ALTRO GESTITO DAI ROSSONERI. C'è il Milan nel mirino[/b:892858011f]
Dopo un anno di intercettazioni, analisi e ricostruzioni, i magistrati di Napoli una cosa credono di averla capita. Di fianco al sistema Moggi esisteva - sostengono - un sistema Milan. Diverso, forse meno ramificato, sicuramente non meno efficace. I tasselli che compongono questa parte del puzzle destinato a venire presto alla luce, sono numerosi, ma ce n'è uno, in particolare, che emerge in queste ore e che avrà un primo riflesso la prossima settimana con la convocazione in Procura, come persona informata dei fatti, di Luciano Spalletti, oggi tecnico della Roma e nel 2004-2005 allenatore dell'Udinese. Fu un anno straordinario per i friulani, quello.
Campionato spettacolare, 62 punti, quarto posto (dietro Juve, Milan, Inter) e prima Champions League della storia. Entusiasmante e faticoso, perché per raggiungere il traguardo fu necessario aspettare l'ultima giornata, quando al Friuli, il 29 maggio, arrivò la squadra di Carlo Ancelotti. Finì 1-1, segnarono Di Michele e Serginho e il giorno successivo Marek Jankulovski diventò un giocatore rossonero. E allora?
I magistrati ritengono che il rapporto tra i due club fosse troppo stretto, per non dire malato, e che il passaggio di proprietà del ceko si inserisca bene nello strano presepe allestito da Udinese e Milan. Assieme ai soldi, i friulani avrebbero portato a casa anche un accordo per l'ultima giornata di campionato. A dimostrare le innaturali affinità societarie sarebbe una serie di telefonate intercorse prima e dopo la partita tra Leonardo Meani, adetto agli arbitri del Milan, e Lorenzo Toffolini, team manager dei bianconeri. Dialoghi fitti, amichevoli, decisamente discutibili. Vediamo.
E' il 28 maggio, vigilia della sfida e il contesto aiuta a capire. Per il Milan la partita è senza significato, la Juve è troppo avanti, l'Inter troppo indietro. Va in campo perché deve, tutto qui. L'Udinese no. Ha bisogno di punti, perché la Sampdoria, che gioca a Bologna, è vicinissima. I bianconeri sono tesi, l'intera città è in fibrillazione, il risultato sportivo a portata di mano. Il quarto posto vuole dire soldi e prestigio. Restare calmi è impossibile perché il Milan, anche se poco motivato, è potenzialmente devastante.
Così mentre la città attende, la diplomazia lavora. Nel primo pomeriggio, alle 15.13, Meani chiama Toffolini e fornisce una serie di informazioni che generalmente è sconveniente dare agli avversari. Con un eccesso di generosità , infatti, racconta che Ancelotti non porterà a Udine Maldini e Shevchenko e ricorda all'amico che Rui Costa è squalificato. Per non avere dubbi sulla qualità della comunicazione legge a Toffolini l'intera rosa dei convocati. Bel servizio.
Il dirigente bianconero però non è soddisfatto, vuole di più. Freme, è insicuro, perciò domanda diretto: «Ah, ma non giocherete mica con le tre punte?». Paura vera. Meani ne approfitta per tenerlo sulla corda e mette in scena una gag da amiconi, rispondendo allegramente che il Milan giocherà una grande gara perché la squadra è furiosa per la sconfitta bestiale rimediata nella finale di Champions con il Liverpool e aggiunge che un traguardo come l'Europa dei grandi ce lo si deve guadagnare. Testualmente: «oh, veniamo giù incazzati neri... e vi facciamo il culo... cazzo, te la devi guadagnare la Champions League». Brillante.
Toffolini non è tanto in vena di scherzi, capisce lo spirito del collega ma ha bisogno di rassicurazioni concrete. Le chiede a modo suo. «Ma va a cagare, se ci fai il culo ti spacco le gambe, bastardo». E poi allude all'accordo invernale per il passaggio di Jankulovski al Milan, lasciando immaginare ai magistrati la presenza di un patto scellerato. «Ma va a cagare - insiste monotono - è già tutto a posto vi do un altro giocatore dai». Meani chiude con un secco «sì» che secondo la Procura confermerebbe la combine. Un salto logico eccessivo?
I carabinieri, oltre a raccogliere le intercettazioni, vanno a riguardare la partita in videocassetta e si convincono che il gol del pari milanista è del tutto casuale - un cross che si trasforma in tiro imprendibile - come dimostrerebbe a loro avviso anche il comportamento dei giocatori in campo. Ma queste sono solo sensazioni.
Meno ambiguo il dialogo telefonico tra Meani e Toffolini dopo la partita. Il team manager friulano è ovviamente euforico, la Samp ha pareggiato a Bologna e con il punto ottenuto col Milan anche lui, Toffolini, si è preso un piccolo pezzo di storia. Meani lo coccola paterno: «eh... sei contento?», Toffolini si lascia andare riconoscente. «eh... ci avete aiutato un casino... dai sennò l'avevamo nel culo... hai visto loro là ... hai visto quante palle gol hanno sbagliato». Ride, parla della Samp, che a Bologna ha sbagliato l'impossibile. Ha il quarto posto in tasca, la vita gli pare meravigliosa. E' convinto di avere dato il suo contributo e in fondo anche i magistrati la pensano come lui.
Se Moggi era un drago, anche il Milan, aveva il suo controspionaggio: decine di contatti, telefonate con arbitri e guardalinee. Pressioni. La foto, insomma, di un'azione permanente, ben lontana dall'istintiva sfuriata che può seguire a un'arbitraggio storto. In questo campionato parallelo, emerge la figura del rossonero Leonardo Meani, «responsabile dei rapporti fra la società e la classa arbitrale nazionale e internazionale»: il suo telefono trilla decine di volte con le reclute da catturare, guardalinee, arbitri, designatori. Il referente di tutta questa attività , almeno dalle telefonate, pare essere l'ad e vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, cui è dedicato pure un paragrafo dell'informativa dei militari.
I risultati arrivano: «Il Milan, consapevole delle potenzialità di intercessione da parte di Moggi, in grado sicuramente di una maggiore capacità di dominio e controllo in relazione alle sue potenzialità all'interno degli uffici che contano, non rimane fermo a guardare gli aggiustamenti, e attraverso Meani cerca di tenere testa, con ottimi risultati, soprattutto grazie alla voce del presidente Galliani» La vera partita, allora, non si gioca solo dentro gli stadi, «ma anche e soprattutto sui tavoli degli uffici e degli scacchieri, dove determinate e studiate manovre consentono lo spostamento delle pedine, in questo caso degli assistenti, da parte di talune società calcistiche per conseguire in ogni singola partita quei piccoli vantaggi che, alla fine, consentono quell'allungo decisivo per il successo finale».
[b:892858011f]IL SISTEMA MILAN[/b:892858011f]
Solo quando c'è da governare il Palazzo, Milan e Juve vanno d'accordo: Meani - riassumono gli investigatori - dichiara disinvoltamente all'assistente che «comunque la mettano, il gioco lo comandano sempre Galliani e Giraudo». Quando invece bisogna decidere arbitri e guardalinee, torna la tempesta. E pure il Milan, ha le sue vittorie, come in occasione della partita casalinga contro il Chievo del 20 aprile 2005, che i rossoneri vinceranno 1-0. Lì, dopo quasi due anni, tornerà il «fidato» Puglisi. E' lo stesso assistente, in una telefonata fatta due giorni prima della partita, a confermare come il sistema, ormai, veda decisioni pilotate da Juventus e Milan. «Puglisi gli fa presente che gli assistenti vengono inviati agli altri, Juventus, così come vengono inviati a loro, Milan. Li mandano a te e li mandano a loro».
L'infaticabile Meani si dà da fare pure in vista del big match con la Juventus, l'8 maggio 2005, che deciderà lo scudetto. Vinceranno i bianconeri 1-0, ma i carabinieri dedicano un paragrafo alle «pressioni» milaniste in vista della sfida, con l'ex designatore Paolo Bergamo impegnato «a mantenere il piede su due staffe», fra una cena con Moggi e Giraudo e le telefonate con il Milan. Che diedero frutti, apparentemente, almeno secondo una telefonata di Meani al dirigente del Milan Rino Roccato: «Meani riferisce di aver selezionato e deciso lui stesso la terna arbitrale per la decisiva partita Milan-Juventus». Nel dubbio, il 6 maggio, due giorni prima dell'incrocio di San Siro, il dirigente chiama Farneti, uno dei due guardalinee designati: e quando l'assistente «ringrazia per l'ennesima volta il dirigente milanista per la possibilità che gli hanno concesso, Meani gli riferisce che sono stati preparati gli orologi per tutta la squadra arbitrale».
Il dirigente rossonero, prima, aveva pilotato pure gli assistenti della partita contro la Fiorentina, parlando con Bergamo, uno dei due disegnatori: Meani, «decisamente prevaricatore, alla fine sceglie, praticamente, egli stesso gli assistenti». Il miracolo di Meani, però, resta il gran ritorno di Puglisi, «l'ultras del Milan». Per ottenerlo, il dirigente attacca di brutto Gennaro Mazzei, responsabile assistenti della Commissione Can, «sempre portando avanti la voce di Galliani». E Mazzei, «alquanto intimorito» replica: «Si, no, no, no te lo mando, non è che...ci mancherebbe altro». Pure i carabinieri faticano a credere al dialogo: «Mazzei - scrivono - a queste assurde disposizioni non trova altro da ribattere che una risposta abulica ed inquietante: ‘va bene!‘». Su tutto, poi, c'era la benedizione di Bergamo: «Mazzei confida a Meani che Paolo (Bergamo, ndr) ha dato disposizione di inviare (al Milan) uomini di fiducia». Mazzei spiega: «Ha detto di mandargli gli uomini, gli uomini di fiducia».
Bisogna pur campare, a certi livelli. In ogni caso, sempre pronto ad andare in battaglia, sprezzante del pericolo: «Ma io sono in trincea da solo», esclama l'allora designatore. Cosi', «diviene addirittura esagerato quello che è riuscito ad ottenere il Milan per la gara interna contro il Chievo: un en plein assoluto e sconvolgente. I due assistenti saranno nientemeno che i due fedelissimi Puglisi e Babini». Per capire com'è andata, bastano i commenti fatti a Meani dall'assistente Contini e dall'arbitro Messina. «Ma li hai designati te i guardalinee o loro? - esclama il fischietto - Se li sceglievi te avresti scelto quei due lì». Il riferimento è al gol annullato all'attaccante del Chievo Pellissier: «Oh - attacca Contini - era buonissimo!...Non buono, buonissimo». Risposta di Meani: «Però i giornali non ne parlano».
Una telefonata a Meani la fa pure Collina, il 18 aprile, due giorni prima della partita: «Beh vedo che hai una certa potenza, volevo farti i complimenti...ma va a cagare te e tutti quanti...ho aperto il computer ho visto la coppia, dico: non ci posso credere...da morire dal ridere veramente...da morire dal ridere».
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Il 21 marzo 2005, Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan, chiama l'arbitro Domenico Messina: il giorno prima ha diretto Juventus - Reggina (1-0, Del Piero). Si parla della Triade.
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] loro, come sempre, non sono venuti a salutarti
[b:892858011f]MESSINA: [/b:892858011f]si, stavolta si. Hanno vinto e, con grande classe sono venuti. Quando perdono non vengono
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] la Triade al completo ?
[b:892858011f]MESSINA:[/b:892858011f] no solo due... Solo due. Bottega no
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Eh lo so, loro due, i due cagnoni
[b:892858011f]MESSINA:[/b:892858011f] Eh si si
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Eh, son bestiali eh
[b:892858011f]MESSINA:[/b:892858011f] sono proprio dei cagnoni comunque
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Eh, sono tremendi
[b:892858011f]MESSINA:[/b:892858011f] Eh, sono antipatici perché sai voglio dire anche Galliani ha potere però non è così antipatico
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] No, non è così antipatico perché...
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MESSINA:[/b:892858011f] E' più intelligente, è più intelligente
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Esatto, questi invece sono arroganti ai massimi livelli, e poi loro...
[b:892858011f]MESSINA:[/b:892858011f] Sono veri mafiosi
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La disciplinare respinge il reclamo della Juventus contro la squalifica di Zlatan Ibrahimovic per due turni: decisiva la prova tv per il colpo inflitto a Ivan Cordoba in Juventus-Inter. Lo svedese è costretto a saltare la sfida con il Milan, decisiva per lo scudetto. Si ipotizzano eventuali pressioni sulla Caf, cui la società bianconera vorrebbe ricorrere d'urgenza. Il designatore Paolo Bergamo chiama Meani, cercando di stabilire un contatto urgente con Adriano Galliani.
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Pronto!
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Leonardo...
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Ciao Paolo, come stai?
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Ascoltami, ho bisogno urgente di parlare con il grande capo. Mi puoi richiamare, mi dai un numero dove posso chiamarlo?
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Subito subito?
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] No! Quando tu mi dici: guarda, richiamalo alla tal ora a questo numero. A me mi va bene anche alle dieci, le undici. L'importante è che una telefonata urgente volevo fargliela
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MEANI:[/b:892858011f] Ascolta, io provo a sentire subito in sede, se lui è ancora in sede, sennò... perché sennò... tu non hai il suo cellulare?
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] No, io non ce l'ho il suo numero, se me lo dai ci provo
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Sennò, sennò io lo chiamo sul cellulare e gli dico così che, cha hai bisogno urgente di parlargli
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Si
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Tu stai con il cellulare acceso che ti richiamo
I due si risentono dopo una manciata di minuti
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Leo!
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Allora 335...
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Perfetto
[b:892858011f]MEANI: [/b:892858011f]Gli ho parlato, perché, mi fa. Ma cos'ha, che cos'ha? Gli faccio: è agitato è molto nervoso tutti quelli gli rompono il c..., ma lui siccome già lo sa. Paolo!
[b:892858011f]BERGAMO: [/b:892858011f]Si
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Due cose
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Dimmi
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Io lo so che tu sei molto arrabbiato di qua e di là , però tu sappi che noi, io voglio bene a Cristiano Copelli. Non ammazzarlo, per cortesia
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] No, no, no,no
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Perché è un bravo ragazzo e poi...
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Lo sto recuperando...
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Un'altra cosa, se puoi dare un'occhiata ad Andrea Stefani quel ragazzo di Milano...
[b:892858011f]BERGAMO: [/b:892858011f]Si, ma quello esce normalmente lui
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Si, però magari se puoi dargli un'occhiatina cosi...
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Si, si
Il 28 aprile 2005 Meani chiama Bergamo per sapere chi arbitrerà a Firenze
Meani chiama Bergamo per sapere chi arbitrerà a Firenze
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Ma mi diceva Galliani che ti stanno rompendo i coglioni, per che cosa?
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Eh... dai non sei troppo intelligente per non capire
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Certo... chi è che ci manda a Firenze
[b:892858011f]
BERGAMO:[/b:892858011f] Come griglia? L'abbiamo fatta a tre perché noi abbiamo... mi fai dire una cosa che con Gigi ti dico cosa ho in mente. Ho in mente di metterne tre, due... la partita vostra, quella della Juventus e una gara di B... perché non voglio assolutamente che ci siano preclusioni e gli arbitri sono Messina, sono Farina e sono Rodomonti per me, poi tu immaginerai un po' Gigi... perché poi tu immaginerai quello che i tre che vogliono mettere per la quet'altra domenica
[b:892858011f]
MEANI:[/b:892858011f] Tu vuoi mettere... io ho capito tu vuoi mettere Paparesta, Collina e Trefoloni
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Sissignore... e mi ci gioco la testa
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Ecco però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Stai tranquillo, stai tranquillo
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Perché sennò gli tagliamo la testa noi...
Nella stessa giornata Meani richiama Bergamo per parlare ancora di Firenze (il Milan vincerà 2 a 1) e, soprattutto, degli assistenti della terna
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Invece a me a Firenze?
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Non l'ho ancora studiata a dire la verità , perché mi ci metterò dopo cena
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Ah
[b:892858011f]BERGAMO: [/b:892858011f]Stavo guardando è ho quell'elenco di quelli che sono in uscita... Voi con Sagnoli come vi siete trovati ultimamente?
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Bene
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Beh lui potrebbe essere uno
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Per noi bene, anche con... anche se vuoi mettere uno che ha fatto poche partite con noi, che noi ci troviamo bene è anche Ambrosino!
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Eh... potrebbe...
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] E' venuto da noi due domenica fa in casa, però ha fatto solo la partita, sarebbe la seconda può anche andar bene eh! Non so se ce l'hai in griglia o come la pensi però è uno...
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Non è uno che stà andando bene, è un ragazzo
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] E' un ragazzo sveglio... a me Stagnoli e Ambrosino vanno anche bene eh...
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Mentre invece Ayroldi no eh!
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] No Ayroldi si, Ayroldi si
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Quant'è che non viene Ayroldi?
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] E' un po' che conviene... è un po' che non viene... Ayroldi può andare bene, anche
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Non sarebbe male eh!
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] No! Stagnoli e Ayroldi
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Uh...
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] O Stagnoli-Ayroldi o Stagnoli-Ambrosini può mandare
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Sei sicuro che Ayroldi è perlomeno un mese che non viene?
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Si, si, si
[b:892858011f]BERGAMO:[/b:892858011f] Eh allora mi danno una certa garanzia Stagnoli e Ayroldi!
Al franchi saranno Ayroldi e Stagnoli
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http://www.giulemanidallajuve.com/image ... lliani.jpg[/img:892858011f]
Il 31 maggio 2005 Galliani chiama Meani per parlare di alcune promozioni da sponsorizzare all'interno della Can
[b:892858011f]GALLIANI:[/b:892858011f] Pronto
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Buongiorno dottore!
[b:892858011f]GALLIANI:[/b:892858011f] Meani buon dì!
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Allora... eh ho saputo che lei ha parlato con Puglisi...
[b:892858011f]
GALLIANI:[/b:892858011f] Si!
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Stamattina, si... perché m'ha chiamato e m'ha detto...
[b:892858011f]GALLIANI:[/b:892858011f] Va bene, va bene, va bene... parliamo
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Ecco! E poi volevo dirle è possibile se io posso spingere per due persone con Lanese da mettere nelle commissioni dilettanti e di C
[b:892858011f]GALLIANI: [/b:892858011f]Spinga...
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Perché abbiamo un po' di controllo anche nelle categorie inferiori è meglio!
[b:892858011f]GALLIANI:[/b:892858011f] Va bene, va bene, spinga, spinga va bene...
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Va bene!
[b:892858011f]GALLIANI:[/b:892858011f] Son gente di fiducia!
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] Son gente di su... guardi uno è Marano, tra l'altro è siciliano e quindi non destiamo neanche nessun sospetto è quello ha fatto il guardalinee in serie A per tanti anni
[b:892858011f]
GALLIANI:[/b:892858011f] Va bene, va bene
[b:892858011f]MEANI:[/b:892858011f] E Puglisi però bisogna far tutto per metterlo in A e B eh.
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http://www.giulemanidallajuve.com/images/meanistory.jpg[/img:892858011f]
[b:892858011f]La Stampa
SCANDALO CALCIO
LE INTERCETTAZIONI
«Quando siamo in area non alzare la bandierina»[/b:892858011f]
Il Milan ha appena perso a Siena (2-1), compromettendo la volata scudetto con la Juventus. Come noto, a Shevchenko viene annullato un gol per fuorigico su segnalazione del guardalinee Baglioni. Le vibranti proteste di Meani al designatore degli assistenti, Mazzei («Galliani è furibondo»), sortiscono effetto. Nella partita successiva, Milan-Chievo, i guardalinee sono Puglisi e Babini. Entrambi graditi. La designazione è tanto sospetta da suscitare le perplessità dello stesso Babini, in una telefonata con Meani.
[b:892858011f]Babini:[/b:892858011f] «Bisognerebbe rifiutarla quella partita lì...» Meani chiede il motivo di questa reazione.
[b:892858011f]Babini:[/b:892858011f] «Perché sì! Ma scusami, c'è bisogno di dire perché Leo?...Cioè io ho fatto Atalanta-Chievo l'ultima volta, Puglisi è una vita che non fa il Milan che non glielo danno perché dicono che è un ultras del Milan... tiene lo juventino Baglioni, ti annulla un gol, che ci può anche stare, per carità di Dio! Cioè loro confermano, con questa designazione confermano che è tutta una porcheria!» Meani: «eh, ma mica ti ho chiesto io, eh?»
[b:892858011f]Babini:[/b:892858011f] «... sì vabbè! Questa è la dimostrazione che non c'entra niente nessuno capito?»
[b:892858011f]Meani:[/b:892858011f] «... non sei contento di venire a fare il Milan, pirla? Vieni da me a trovarmi?...» Successivamente, secondo la ricostruzione dell'informativa dei carabinieri, Meani chiama Puglisi e quest'ultimo ne approfitta per informarlo che lo ha chiamato Babini, mostrandosi preoccupato della designazione. Meani informa Puglisi di aver suggerito a Babini l'atteggiamento che dovrà assumere.
[b:892858011f]Meani:[/b:892858011f] «gli'ho detto, se ti mandano lì ti mandano perché sanno che sei abbastanza gradito all'ambiente oltretutto vai con le (inc) di non fare cacate, no? deficiente... no ridendo io gli ho detto tu basta che do.. mercoledì da intelligente come vogliono quelli lì... nel dubbio da una parte vai su e dall'altra vai giù! Eh! Come fanno con gli altri! con gli altri cosa fanno? nel dubbio...se...se la Juventus stanno giù! Se...se è un'altra squadra vanno su».
[i:892858011f][b:892858011f]Lo sfogo[/b:892858011f][/i:892858011f]
E' il 19 aprile del 2005, ore 9,52. L'assistente Copelli ha un rapporto molto stretto con Meani. Attaccato da Foschi, ds del Palermo, dopo la partita tra la Sampdoria e i rosanero, si sfoga con il tesserato del Milan. Il quale lo rincuora.
[b:892858011f]Meani:[/b:892858011f] «...tu stai tranquillo! adesso ci penso io,... io appena passa la partita questa qui con il Chievo mercoledì, io parlo con Galliani, lui lo sa Galliani, gli dico: senta questo qui è un nostro uomo gli dico io, qui quel pirla del Palermo...». Lo stesso giorno Meani chiama Galliani, il quale ne approfitta per chiedergli se ha parlato con i designatori (in vista della partita con il Chievo). Meani lo tranquillizza, riferendo del fermo richiamo rivolto a Bergamo e Mazzei. Quindi avvisa Galliani che lo sta cercando Collina.
[i:892858011f][b:892858011f]Il caso Ibra[/b:892858011f][/i:892858011f]
La lunga vigilia dello scontro diretto tra Milan e Juve è agitata dalla squalifica di Ibrahimovic (tre turni per effetto della prova televisiva dopo Juve-Inter). Lo svedese a San Siro non ci sarà , la Juve ricorre inutilmente alla Disciplinare e quindi alla Caf. La revisione del provvedimento dipende dall'assistente Griselli, che secondo i bianconeri aveva visto l'azione incriminata. Griselli, al quale le indagini dei carabinieri attribuiscono un connotato di partigianeria juventina, non corregge il referto dell'arbitro De Santis. E' 28 aprile 2005, ore 19,45. Meani chiama il designatore Bergamo, facendo trasparire il recente contatto tra il designatore e Galliani.
[b:892858011f]Meani:[/b:892858011f] «Hai capito? E' incazzato anche lui adesso». Lui, cioè Galliani. «Questo è il momento che non sono accettabili, forse andavano bene qualche anno fa, un po' di anni fa». Alludendo ai sistemi di Moggi.
[b:892858011f]Bergamo:[/b:892858011f] «Con me credimi trovano una porta non chiusa, chiusa ma chiusa a chiave, perché io avevo già capito dai giornali che stavano preparando tutta una cosa perché la disciplinare rivedesse il suo giudizio e questo poteva dipendere solo da Griselli»
[b:892858011f]Meani:[/b:892858011f] «Eh capito? Griselli è di Livorno». Come Bergamo, sul quale il tesserato rossonero sospetta pressioni della Juve.
[b:892858011f]QN
'Galliani sceglie gli arbitri'
"Pressioni" e "minacce" della dirigenza del Milan per ottenere designazioni favorevoli dopo aver scoperto le manovre della Juventus".[/b:892858011f]
E' quanto si legge nell'ultima informativa consegnata dai carabinieri del reparto operativo di Roma ai magistrati napoletani, e riportata oggi dal Corriere della Sera. Il telefono intercettato è quello del dirigente rossonero Leonardo Meani, "ma - si legge - il presidente Adriano Galliani interviene più volte sulla scelta di 'fischietti' e assistenti". Nell'aprile 2005, riferisce il quotidiano di via Solferino, subito dopo l'incontro Siena- Milan, Meani chiama Collina "lamentandosi per la designazione di De Santis per l'incontro Juventus-Inter e proseguendo gli riferisce quanto raccontatogli da Carlo Ancelotti in merito alle designazioni arbitrali nel periodo in cui allenava i bianconeri ed era alle dipendenze di Luciano Moggi".
Così è annotata la conversazione. "..."Ma tu sai che ieri in macchina, quando mi diceva Carletto che il giovedì, il giovedì quel famoso, l'altra persona famosa gli... gli diceva, domani abbiamo questo arbitro e veniva, e c'era quell'arbitro... e c'era il sorteggio e fa e noi non... io non riusci..., non mi spiegavo, lui il giovedì sapeva già l'arbitro che aveva alla domenica. Tu pensa, questo prima, quando riuscivano a manovrarlo in un certo modo no!".
Sempre Meani proseguendo nella conversazione, aggiunge, per meglio far comprendere al suo interlocutore il potere di Moggi sul sistema calcio, che addirittura lo stesso riesce anche ad influenzare la stesura del calendario "Era tutto, era tutto be..., mi diceva ieri in macchina che addirittura quando gli diceva ti piace... in fase di preparazione del calendario, gli diceva come dici che sia meglio, vogliamo cominciare con queste partite o con quell'altre partite o... con... che squadre vogliano trovare all'inizio"".
L'avvertimento il 19 aprile 2005 Meani telefona ad Adriano Galliani, "il quale ne approfitta per chiedergli se ha parlato con i designatori, ricevendo non solo risposta positiva dal Meani ma anche l'energico richiamo fatto sia a Bergamo che a Mazzei (designatore degli assistenti, ndr), tant'è che per il prossimo incontro con il Chievo è stato designato l'assistente Puglisi".
Galliani sapeva dunque quale fosse la procedura per ottenere designazioni favorevoli. Del resto, quale fosse il tenore delle "pressioni" esercitate dai rossoneri, emerge proprio dalla trascrizione della conversazione tra lo stesso Meani e Mazzei dopo Siena-Milan del 17 aprile 2005 finita 2-1, nel corso della quale il dirigente milanista si lamenta del guardalinee Baglioni che aveva annullato un gol.
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Da "Il Foglio" articolo di Christian Rocca
Al Bar dello Sport sotto casa non avrebbero saputo fare di meglio. La Juventus è stata condannata per non aver commesso il fatto, cioè per non aver comprato o aggiustato o taroccato nessuna partita, nemmeno una (pagina 76). La Caf guidata da Cesare Ruperto ha spiegato che nel calcio italiano non c'era nessuna cupola (pag. 74), che il sistema Moggi è un'invenzione della Gazzetta dello sport (pag. 74), che i sorteggi non erano truccati (pag. 83), che la balla delle ammonizioni mirate per favorire preventivamente la Juventus era, appunto, una balla grande così (pag. 103). Cinque, praticamente sei, arbitri su otto sono stati assolti e i due condannati non sono stati puniti per le partite della Juventus. Ma se è così, ed è così, come mai la Juventus e le altre (tranne il Milan) sono state condannate a uno, due o forse quattro anni di B? La tesi colpevolista è questa: i rapporti stretti tra i dirigenti della Juventus e i designatori arbitrali, anzi uno solo: Paolo Bergamo, hanno creato "un'atmosfera inquinata, una insana temperie avvolgente il campionato di serie A" per cui è stata lesa la terzietà , l'autonomia e l'indipendenza del settore arbitrale. Come e dove e con quali arbitri, per i giudici non è importante, perché si tratta di una specie di concorso esterno in campionato di calcio, per cui è sufficiente provare il rapporto di contiguità tra Moggi e un designatore per essere certi che gli arbitri fossero comunque condizionati, anche se non ce n'è prova di alcun tipo. Il problema è che questo reato nel codice sportivo non esiste. Tra l'altro questa contiguità di rapporti tra Moggi e i designatori, più che dalle innocue telefonate intercettate si evince da quelle che non conosciamo, cioè dal fatto che Moggi avesse consegnato a Paolo Bergamo una scheda sim svizzera non intercettabile e che i due si vedessero regolarmente a cena. Un reato che non c'è, basato su telefonate e cene di cui nessuno conosce il contenuto, accertato in un processo che ha saltato a pie' pari il dibattimento e che è cominciato direttamente con la formulazione delle richieste da parte del procuratore come in Urss. Per il resto la sentenza della Caf ha smontato le principali accuse avanzate dalla procura federale e dalle varie gazzette - che a sua volta aveva rigettato lo schema Borrelli della Cupola Juve contrapposta a quella Milan. Ne ha accettato però lo schema accusatorio, che è questo: gli atti commessi dai dirigenti della Juve "di per sé" costituiscono comportamenti contrari a principi di lealtà (art. 1). Una violazione del codice sportivo innegabile sulla base di quelle telefonate, ma che non comporta l'automatica retrocessione a una serie inferiore delle squadre, proprio perché sono atti che, "di per sé", non configurano alcun illecito sportivo ex articolo 6, cioè non costituiscono il tentativo di alterare lo svolgimento o il risultato di una gara. L'accusa principe quindi è caduta, non c'è, non esiste, è pura Curva Sud, come sa chiunque capisca un pizzico di calcio e abbia seguito il campionato sotto inchiesta senza la sciarpa dell'Inter o della Roma intorno al collo. Eppure la corte ha condannato ugualmente la Juventus, trasformando le tre violazioni dell'articolo 1 in illecito sportivo ex art. 6 (quello che comporta la retrocessione). Più che un principio giuridico, sembra abbiano applicato la regola in vigore nei campi dell'oratorio, dove ogni tre corner viene assegnato un calcio di rigore. Three strikes and you're out, come se tre reati di diffamazione - per il semplice fatto di essere tre - possano trasformarsi in un bell'omicidio. Leggete con attenzione che cosa dice la sentenza: "La Procura federale, con riferimento all'addebito contestato alle persone indicate nel capo di incolpazione in esame, ha individuato talune condotte, costituenti di per sé comportamenti contrari ai principi di lealtà , correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva (art.1), ed ha ritenuto che l'insieme di tali condotte sia stato idoneo a realizzare il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale a vantaggio della Juventus, e quindi sia stato violato l'art. 6, integrando la pluralità delle condotte l'attività diretta a procurare alla Juventus un vantaggio in classifica". Quindi, comportamenti di per sé non configuranti l'illecito sportivo diventano arbitrariamente (è il caso di dire) un illecito sportivo perché ripetuti nel tempo. La Caf sostiene che questi comportamenti sleali abbiano procurato un vantaggio in classifica alla Juventus. Ora, come è noto, in natura esistono soltanto due modi per ottenere vantaggi in classifica: chiedere e ricevere aiuti arbitrali nelle proprie partite, colpire i diretti avversari nelle loro gare. La sentenza dice che non c'è stata interferenza su nessun match della Juventus, né in quelli delle dirette avversarie. L'articolo 6 è molto chiaro e dice che costituisce illecito sportivo "il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara ovveroad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica". Non c'è traccia del principio secondo cui più violazioni dell'articolo 1 costituiscano una violazione dell'articolo 6. La corte nega che la Juve abbia compiuto atti diretti ad "alterare lo svolgimento di una gara" e nega anche che la squadra campione d'Italia abbia compiuto atti diretti ad "alterare il risultato di una gara". Condanna la Juve, invece, per aver compiuto atti volti a ottenere "vantaggi di classifica". Resta da capire quale possa essere il vantaggio in classifica scaturito da altro che l'aver truccato le partite. La Corte non sa spiegarlo. Si limita a dire che "è concettualmente ammissibile l'assicurazione di un vantaggio in classifica che prescinda dall'alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara". Concettualmente. "Infatti, se di certo, la posizione in classifica di ciascuna squadra è la risultante aritmetica della somma dei punti conseguiti sul campo, è anche vero che la classifica nel suo complesso può essere influenzata da condizionamenti, che, a prescindere dal risultato delle singole gare, tuttavia finiscono per determinare il prevalere di una squadra rispetto alle altre". Punto. Sono colpevoli, anche se sono innocenti, per il semplice fatto che sono colpevoli. Il capolavoro, più da Paolo Liguori che da Cesare Ruperto, si trova a pagina 79: "Nella valutazione del materiale probatorio la Commissione (la Caf, ndr) si limiterà ad indicare quegli elementi di sicura valenza, che non si prestano ad interpretazioni equivoche, perché già solo dall'analisi di taluni fatti incontrovertibili emerge a chiare lettere ciò che era nella opinione di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio, e cioè il condizionamento del settore arbitrale da parte della dirigenza della Juventus". Avete letto bene: "L'opinione di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio". Chissà , magari gravitavano al Bar dello Sport. Manca solo "arbitro cornuto", ma c'è ancora l'Appello.
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Ricorso presentato in data 18/07/2006 dall'Avv. Zaccone
Ecc.ma Corte Federale Roma La società per azioni Juventus, corrente in Torino, Corso Galileo Ferraris 32, in persona del suo presidente e legale rappresentante dott. Giovanni Cobolli Gigli, assistita dal difensore che sottoscrive con lui il presente atto e che viene delegato a rappresentare la società avanti la Ecc.ma Corte, dichiara di impugnare la decisione relativa al Com. uff. n. 1/C (riunioni del 29 giugno e 3, 4, 5, 6, 7 luglio 2006) della Commissione di appello federale, comunicata il 14 luglio 2006, per i motivi infra precisati e formula le seguenti richieste: - ritenere che anche i fatti ascritti al capo 1 della incolpazione all'amministratore delegato Antonio Giraudo e al direttore generale Luciano Moggi non costituiscono illecito sportivo, ma devono essere definiti come violazione dell'art. 1 CGS; - ritenere, di conseguenza, che la società Juventus risponde esclusivamente ai sensi dell'art. 2 comma 4 CGS, e, in particolare, a titolo di responsabilità oggettiva e non diretta per i fatti che sono stati ritenuti sussistenti a carico di Luciano Moggi; - determinare la sanzione in misura coerente con le risultanze del procedimento di primo grado, e quindi in misura di gran lunga minore a quella inflitta, come infra precisato al motivo 4, escludendo la aggravante contestata.
I motivi che sorreggono le richieste sopra formulate sono i seguenti:
1 - Erronea applicazione della norma di cui all'art. 6 comma 1 CGS. Contraddittorietà interna della decisione nella parte in cui afferma che la contestazione sub 1 costituisce illecito sportivo (per il quale la società è chiamata a rispondere al capo 2).
Chiamata (pag. 79) ad accertare se "la pluralità di condotte poste in essere da Moggi e Giraudo, anche se singolarmente costituenti soltanto violazione dei principi dei cui all'art. 1 CGS, abbiano determinato quella situazione di condizionamento del settore arbitrale che costituisce l'atto diretto al conseguimento del vantaggio in classifica" (e quindi realizzino la violazione dell'art. 6 c. 1), la CAF risponde affermativamente, precisando che "le condotte accertate (di Moggi e Giraudo) erano soggettivamente ed oggettivamente idonee a interferire sulla terzietà della funzione arbitrale al fine di ottenere un trattamento preferenziale rispetto alle altre squadre e, quindi, in definitiva, ad assicurarsi un vantaggio in classifica; e che, inoltre, avevano una capacità causale per il conseguimento del risultato sperato".
A noi pare che si tratti di una affermazione che trova smentita poche pagine appresso, nella parte in cui si scrive (pag. 91) che, per "Mazzini, Pairetto, Lanese e De Santis, la Commissione non ritiene che sia stata raggiunta la prova della responsabilità degli incolpati in ordine alla violazione dell'art. 6, c. 1 CGS." Questa mancanza o insufficienza della prova esclude in radice la idoneità della condotta di Moggi e Giraudo e, ancor più, nega qualsivoglia "capacità causale" a quelle condotte al fine di realizzare un vantaggio in classifica. E' del tutto ovvio che il vantaggio in classifica si ottiene attraverso gli arbitri (in questo senso la decisione è concorde quando scrive che "il vantaggio in classifica è l'effetto del condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale (pag. 77); ma, se questo condizionamento non vi è stato o non è dimostrato, la condotta non è né idonea, né casualmente adeguata a realizzare il vantaggio sperato.
Altrettanto criticabile è la seconda affermazione, secondo la quale l'insieme delle "condotte costituenti di per sé comportamenti contrari ai principi di lealtà correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva (art. 1 c.1)" è stato idoneo a realizzare un condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale a vantaggio della Juventus e quindi sia stato violato l'art. 6, integrando la pluralità delle condotte l'attività diretta a procurare alla Juventus un vantaggio in classifica". La critica, peraltro del tutto ovvia, consiste nell'osservare che non è il numero delle condotte che ne cambia la sostanza; e, se ogni singola condotta non realizza l'illecito sportivo, questo non può ritenersi realizzato anche se quelle stesse condotte vengono unitariamente considerate (pag. 89). Pertanto i comportamenti descritti nel capo 1 vanno qualificati come violazione dell'art. 1 CGS.
Le successive contestazioni mosse a Moggi e Giraudo al capo 3 ed al solo Moggi al capo 7 (fatti per i quali la società Juventus è chiamata a rispondere per i capi 4 e 10) sono state già ridimensionate dalla decisione qui impugnata, che ha escluso l'illecito sportivo nell'episodio relativo alla gara Juventus Lazio, ravvisando la minore violazione dell'art. 1; a questa stessa violazione erano ricondotte le gare di Reggina-Juventus e Juventus-Udinese. Per la gara Bologna-Juventus (contestata come illecito sportivo) vi è stato proscioglimento di Moggi e De Santis dall'addebito di illecito sportivo e la condotta di Moggi è stata ricondotta alla violazione dell'art. 1. Dunque, quando si è ricercata la prova di condotte idonee e causalmente adeguate a realizzare un illecito sportivo nello svolgimento delle gare o nel conseguimento di un vantaggio in classifica, non la si è ritrovata.
2 - Sul titolo per il quale la società Juventus deve rispondere per i fatti attribuiti al Moggi. La CAF non ha motivato sul punto, anche se il tema era stato espressamente dedotto con qualche non inutile citazione. La decisione impugnata si è limitata a richiamare le risultanze del censimento dell'anno in questione, l'art. 2 comma 4 CGS e l'art. 3 comma 4 del regolamento L. N. P. che, peraltro, avevamo espressamente citato nella nostra memoria e dei quali, quindi, avevamo tenuto conto. Il problema era ed è quello di comprendere che cosa significhi la "rappresentanza ai sensi delle norme federali" e di valutare se questa possa discendere dallo stampato di un "censimento" o debba fare riferimento agli atti sociali per verificare se, nel caso di specie, si possa ricollegare qualsivoglia atto del Moggi alla società , così come avviene per gli atti compiuti da Giraudo. Noi riteniamo che, ai fini della rappresentanza sociale, si debba fare esclusivo riferimento allo statuto sociale o alle delibere del consiglio di amministrazione, atteso che essa rappresenta un essenziale profilo dell'attività di amministrazione della società e deve essere accompagnata da forme di pubblicità ; pertanto abbiamo sostenuto che, per i fatti ascritti al Moggi, non si può ritenere una responsabilità diretta della Juventus. Su questo punto ne verbum quidem, anche se il tema appare di particolare rilievo, ai fini della sanzione da irrogare alla società .
3 - Mancanza e contraddittorietà di motivazione sulle sanzioni irrogate. Illegittimità delle sanzioni di cui all'art. 13 comma 1, lettere b), f), i).
Le sanzioni inflitte alla società Juventus sono state molte e particolarmente gravi: noi affermiamo che questo cumulo di sanzioni particolarmente afflittivo non è compatibile con la riconosciuta (e da noi contestata) presenza di un solo caso di illecito sportivo e con le considerazioni svolte in premessa: "la Juventus ha tenuto un comportamento processuale apprezzabile perché improntato a lealtà e correttezza (che sono le qualità che sono state assenti nel passato, secondo la decisione impugnata); ha dimostrato, inoltre, con l'opera di rinnovamento già attuata, di riconoscere gli errori commessi nel passato per il tramite dei suoi dirigenti e di avere iniziato un processo di rigenerazione". Questo rinnovamento è stato provato con la produzione dei verbali del consiglio di amministrazione della società che, fin dal giorno 11 maggio 2006, aveva ridotto i poteri a Giraudo e Moggi e aveva revocato questi poteri fin dal 19 maggio, sostituendo integralmente il consiglio, subito dimissionario, e dotandosi di un codice etico e di nuove regole per il controllo interno: e ciò assai prima dell'inizio del procedimento disciplinare.
Non vi è stato certo - come sostenuto dall'ufficio indagini - un Moggi gestore del calcio italiano, perché la decisione riconosce che "non un unico reticolo abbracciante tutti i rapporti denunciati dalla procura federale esisteva, bensì tanti reticoli quante erano le squadre del campionato attualmente deferite, le quali si attivavano, ciascuna nel proprio interesse, al fine appunto di alterare i principi di terzietà , imparzialità ed indipendenza del settore arbitrale". Non vi sono state partite alterate nel loro svolgimento e non vi è stata alcuna dimostrazione del conseguimento di un vantaggio in classifica.
Perché allora la sanzione (che non ha giustificazione alcuna e che non è motivata) della non assegnazione dello scudetto per il campionato 2005/2006, rispetto al quale non esiste alcuna prova di irregolarità ? Perché aggiungere alla sanzione molto affittiva della revoca dello scudetto 2004/2005 (che è la sanzione più grave, in quanto, secondo precedenti decisioni (Com. uff. n. 10 del 2005, caso Genoa), la indicazione delle sanzioni contenuta nell'art. 13 CGS è "incrementale", nel senso che elenca le sanzioni in ordine di gravità ) la retrocessione in serie B ed una penalizzazione che equivale, in sostanza, ad una retrocessione in serie C? Non sfuggirà all'attenzione della Corte Federale che 30 punti di penalità possono significare una retrocessione dalla B alla C se non si raggiungeranno, nella prossima stagione, almeno quei punti (circa 70) che consentiranno di non retrocedere. Anche se non menzionata nel dispositivo, un'altra - e ancora più grave sanzione - colpisce la società : quella prevista dalla lettera l) dell'art. 13 CGS "non ammissione o esclusione dalla partecipazione a determinate manifestazioni". Nel caso di specie, alle sanzioni irrogate consegue inevitabilmente la non ammissione alla competizione internazionale della Champions League. A queste gravissime sanzioni un'altra, anch'essa, come la precedente, non considerata dalla decisione impugnata, ma non meno grave, se ne aggiunge: l'esodo dei migliori giocatori, pronti a sostenere la società per un anno in B, ma non disponibili (e comprensibilmente, trattandosi di talenti di rilievo internazionale) a rischiare una retrocessione in C o, nella migliore delle ipotesi, una permanenza in B per almeno due anni.
Di qui la conclusione. La decisione impugnata ha di molto ridimensionato le costruzioni accusatorie dell'ufficio indagini e della Procura federale; ha riconosciuto che, al massimo, un solo caso di illecito sportivo è sussistente (varrebbe la pena di verificare quanti illeciti sportivi sono attribuiti a quelle squadre che hanno ricevuto trattamenti sanzionatori molto più miti) e che la società ha fatto quanto possibile per voltare pagina. Ma, sorprendentemente e in totale contrasto con le sue premesse, la decisione impugnata ha inflitto un cumulo di sanzioni gravissime: la condanna della società a due anni almeno di serie B, la revoca dello scudetto 2004/2005, la ammenda e la non assegnazione dello scudetto 2005/2006 guadagnato sul campo. Con le ulteriori, conseguenti sanzioni, di cui abbiamo già detto.
Si osserva, infine, che l'art. 6 comma 3 CGS prevede che, in caso di responsabilità diretta, possa essere inflitta alternativamente la sanzione di cui all'art. 13 comma 1 lettere g) o h). Solo in caso di pratica inefficacia di una di tali sanzioni, può aggiungersi altra diversa sanzione. Noi contestiamo che, nel caso di specie, la sanzione della retrocessione all'ultimo posto in classifica (lettera g) possa essere ritenuta "praticamente inefficace". E ciò in quanto la inefficacia della sanzione (di cui alla norma) non può essere confusa con la sua insufficienza. Riteniamo, pertanto, che alla sanzione di cui alla lettera g) non potessero essere aggiunte quelle di cui alle lettere b) ammenda, h) penalizzazione di punti e i) revoca o non assegnazione del titolo.
Un'ultima osservazione discende dall'esame dei precedenti: la richiesta del Procuratore Federale è stata quella della esclusione dal campionato di competenza con assegnazione, da parte del Consiglio Federale, ad uno dei campionati inferiori alla B. Quale è il "campionato di competenza"? Tutte le sentenze pronunciate dai giudici sportivi (Commissione Disciplinare e CAF) hanno ritenuto che campionato di competenza sia quello in cui si è verificato l'illecito: "va precisato che con riferimento alla sanzione prevista dall'art. 13 co. lett. g) per campionato di competenza deve intendersi quello di appartenenza al momento della realizzazione dell'illecito" (cfr C.U. Commissione Disciplinare n. 10 del 27/7/2005 caso Genoa). Orbene, il campionato in cui si sarebbe verificato l'illecito è quello del 2004 - 2005. Il campionato 2005 - 2006 è privo di qualunque irregolarità in quanto non vi è nessuna contestazione in proposito. Se non è più possibile applicare la sanzione al campionato 2004 - 2005, come si dovrebbe nel caso di specie (si è già svolto e concluso il campionato 2005 - 2006), dovrebbe farsi ricorso all'art. 6 co. III CGS che prevede la sanzione maggiore della non assegnazione o della revoca dell'assegnazione del titolo di campione d'Italia. Pena gravissima applicata nella storia del calcio italiano una sola volta.
La circostanza aggravante di cui all'art. 6 comma va esclusa, così come ha ritenuto la CAF per quanto riguarda la società Lazio (pag. 120) trattandosi, comunque, di un solo illecito sportivo.
Si confida nell'accoglimento
Torino-Roma 17 luglio 2006.
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Sen. Francesco Cossiga - ex Presidente della Repubblica[/b:892858011f]
Ho ammirato molto Lippi e tutti gli azzurri: per essere onesti non è che il commissario Rossi e l'ineffabile Borrelli avessero sostenuto nè la squadra nè il suo commissario tecnico. Dico questo specie dopo il tentato suicidio del bravo Pessotto: è nella tradizione di mani pulite, ora diventata piedi puliti, seminare non di giustizia ma di morti, sangue e suicidi la sua attività . Nessun dubbio che il gesto di Pessotto sia da collegare all'inchiesta. Dopo le famiglie distrutte da mani pulite senza nessun contributo alla moralizzazione del Paese, ora con gli stessi attori non avremo grazie a calciopoli nessuna moralizzazione: o se la danno i club o non sarà certamente Borrelli a darla loro. E corriamo il rischio di avere un'altra sequela di suicidi, tentati suicidi e famiglie distrutte. I ragazzi della Nazionale stanno reggendo a questa persecuzione psicologica ed hanno retto anche al dolore per la vicenda di Pessotto. Per questo dico loro bravi. Il processo? L'altro giorno mi sono vergognato per quella parodia della giustizia che è la Commissione d'Appello Federale: mi ha molto meravigliato che un serio giurista (Cesare Ruperto, ndr) sia sceso così in basso da andare a presiederla. Il che vuol dire che lo pagano bene perchè altra giustificazione non l'avrebbe.
[b:892858011f]Dott. De Biase - ex capo ufficio indagini FIGC[/b:892858011f]
Abbiamo visto e letto di tutto, ma manca un elemento. La dimostrazione dell'illecito sportivo io ancora non l'ho vista.
[b:892858011f]Dott. Giuseppe Benedetto - ex giudice sportivo[/b:892858011f]
Come si fa a portare avanti un processo senza alcun criterio oggettivo? C'è una cupola che ha condizionato il campionato senza condizionare le singole partite.
E poi Guido Rossi ha avuto la non proprio eccellente idea di nominare tutti i nuovi giudici praticamente alla vigilia del processo. Ma non sono stati sostituiti solo i magistrati. è stata direttamente rivoluzionata tutta la Caf. Sono stati cambiati anche gli avvocati. Se io dovessi essere processato da un giudice nominato dal mio accusatore e che durante la camera di consiglio pensa pure di andarsene in Parlamento a spiegare cosa è l'etica e cosa è un sistema pulito e sano, io sinceramente non starei tanto tranquillo.
Quindi, o il processo è una farsa oppure qui ognuno fa un pò come crede sia giusto fare. Non sono state rispettate neanche le regole e sono state utilizzate modalità piuttosto anomale nella strutturazione del processo.
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[color=#0000ff:892858011f][b:892858011f][size=18:892858011f]LA BANDA DEGLI ONESTI[/size:892858011f][/b:892858011f][/color:892858011f]
"E' lo scudetto della correttezza -ha detto il patron nerazzurro- era giusto premiare chi si è sempre comportato onestamente". Davanti a cotanta spudoratezza anche il più morigerato tra i tifosi bianconeri è trasalito: "Ma che ca**o sta dicendo?". Moratti dipinge l'Inter come la verginella del calcio italiano, dimenticandosi forse di tutte le porcate fatte in tempi più o meno recenti dalla sua società . Forse è il caso che qualcuno gli rinfreschi un po' la memoria: la grande Inter vinceva col doping, Georgatos: "doping anche all'Inter", passaporti: Oriali e Recoba patteggiano, false fideiussioni per la Reggina, Facchetti e le cene con Bergamo, Guido Rossi ultrà nerazzurro, Nicoletti socio di Moratti.
[b:892858011f]LE CONFESSIONI DI FERRUCCIO MAZZOLA: "LA GRANDE INTER VINCEVA COL DOPING".[/b:892858011f]
Ferruccio Mazzola, ex Inter negli anni Sessanta, racconta di doping e della Grande Inter. Pillole nel caffè che Helenio Herrera avrebbe dato ai giocatori, molti dei quali sono scomparsi. Fratello minore di Sandro, chiama a testimoniare in un'aula del tribunale di Roma i campioni che hanno fatto la storia del calcio ricorda tutto, lo scrive e lo dice: «All'Inter ci dopavano come bestie».
[b:892858011f]LA DENUNCIA DI GEORGATOS: "DOPING ANCHE ALL'INTER".[/b:892858011f]
"In squadra c'era chi pre
Abbasso il grande orecchio, facciamo fuori la Telecom e la TIM, passiamo tutti a Skype
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