1960-70: il decennio d'oro con il secondo scudetto ed altri 4 titoli
Dopo la conquista del primo scudetto, la Fiorentina arriva per quattro campionati consecutivi al secondo posto, e nel campionato 1958/59 chiude la stagione segnando 95 gol, ancora oggi record nella storia del club e nei campionati di serie A su girone unico a 18 squadre. In Europa la Fiorentina si rende protagonista in coppa dei Campioni, centrando l'approdo alla finalissima dell'edizione 1956/57, nella quale, a Madrid, in data 30 maggio 1957, viene battuta 0-2 dal Real. Nella stagione 1960/61, ad un campionato con molte ombre e poche luci (settimo posto finale), fa da contrasto un cammino eccezionale in coppa Italia ed in coppa delle Coppe. Questa stagione passerà agli archivi come una delle due in cui la Fiorentina ha vinto 2 titoli (l'altra sarà il 1965/66). In coppa Italia l'affermazione definitiva arriva l'11 giugno 1961, battendo in finale la Lazio per 2-0 con i gol di Petris e Milan, dopo aver eliminato, nell'ordine, il Messina agli ottavi (2-0), la Roma ai quarti (6-4), la Juventus in semifinale (3-1).
In coppa delle Coppe la Fiorentina supera prima gli svizzeri del Lucerna, (3-0 in Svizzera, 6-2 in Italia), gli jugoslavi della Dinamo Zagabria (3-0 in Italia, sconfitta 1-2 in Jugoslavia); in finale spazza via gli scozzesi dei Glasgow Rangers vincendo l'andata in Scozia (2-0, 17 maggio 1961) e il ritorno a Firenze
per 2-1, dieci giorni dopo. Ma il decennio ‘60-70 è destinato a passare alla storia come il miglior periodo della società toscana: nel 1961/62 la Fiorentina è nuovamente finalista, stavolta in coppa delle Coppe, ma viene battuta 0-3 dall'Atletico Madrid nella ripetizione della finale (5 settembre 1962, a Stoccarda), la cui prima puntata si era conclusa sull' 1-1 (Glasgow, 10 maggio 1962). Nel 1963/64 Kurt Hamrin stabilisce un nuovo record per il campionato italiano di serie A su girone unico: nella gara Atalanta- Fiorentina 1-7 del 2 febbraio 1964 segna una cinquina che costituisce il primato di reti segnate da un singolo calciatore in un incontro esterno. Nel 1965/66 i viola si aggiudicano la terza coppa Italia battendo, nella finale di Roma del 19 maggio 1966, il Catanzaro con un sofferto 2-1, dopo i tempi supplementari: apre le marcature Hamrin, pareggia Marchioro, rete decisiva su rigore di Bertini. Sempre nel 1966 i viola si aggiudicano
la Mitropa Cup, battendo nella finale i cecoslovacchi dello Jednota Trencin: 1-0, con rete di Brugnera (19 giugno). Il decennio si chiude con la vittoria del secondo scudetto nella stagione 1968/69, sotto la guida tecnica di Bruno Pesaola e la presidenza di Nello Baglini. La certezza aritmetica arriva l'11 maggio 1969, con il successo per 2-0 sul campo della Juventus, grazie alle reti di Chiarugi e Maraschi. Anche in quel campionato, come in quello del primo scudetto, la Fiorentina perde una sola gara, il 3 novembre 1968, 1-3 dal Bologna, a Firenze. Capocannoniere dell'anno dello scudetto fu Maraschi, 14 gol. I sempre presenti Superchi, Ferrante, De Sisti e lo stesso Maraschi. La Fiorentina chiude il campionato senza alcuna sconfitta esterna, record nella serie A su sedici squadre che verrà poi emulato dal Perugia 1978/79 e dal Milan 1987/88.
Arriva Cecchi Gori, torna l'entusiasmo.
La caduta in B e la rinascita
L'arrivo di Mario Cecchi Gori in piazza Savonarola, sede della società gigliata, riporta l'entusiasmo a Firenze. L'inizio è in salita: la famiglia subentrata ai Pontello deve giocoforza accettare Lazaroni come tecnico, le dolorose partenze di Baggio e Di Chiara, oltre a dover provvedere a comporre una rosa competitiva in pochi giorni. Il primo campionato della loro gestione termina con un dodicesimo posto, così come il secondo, durante il quale Radice era subentrato a Lazaroni e dall'Argentina era arrivato Gabriel Batistuta, autore di 13 reti nel suo primo campionato italiano. La terza stagione è quella dei grandi acquisti. Arrivano Laudrup e Effenberg e giocatori di grande esperienza come Di Mauro. Alla presentazione della nuova squadra piazza Santa Croce è stracolma di gente. C'è grande euforia, il mercato ha fatto schizzare gli abbonamenti, ma a fine stagione la Fiorentina retrocede clamorosamente in serie B, dopo aver cambiato tre allenatori, da Radice ad Agroppi, fino al tandem Chiarugi-Antognoni.
Dopo il tonfo della retrocessione, la guida tecnica della squadra è affidata a Claudio Ranieri, che centra subito il ritorno in serie A, in una stagione in cui la gioia della promozione viene mitigata dalla scomparsa, il 5 novembre 1993, di Mario Cecchi Gori. Ai suoi funerali, celebrati in Santa Croce, partecipa tutta la città . Dal 1994/95, sotto la guida tecnica di Ranieri, e la presidenza affidata al figlio di Mario, Vittorio Cecchi Gori, la Fiorentina si piazza decima, con Batistuta che, segnando 13 gol nelle prime undici giornate, batte il record di marcature consecutive nella storia della serie A italiana, primato precedentemente detenuto da Pascutti del Bologna. I viola si rilanciano nel campionato 1995/96, che chiudono al terzo posto. L'era-Ranieri si chiude con una decima posizione finale nel campionato 1996/97. Il tecnico romano ha tuttavia il merito di riportare un titolo a Firenze dopo 21 anni: il 18 maggio 1996 la Fiorentina vince 2-0 a Bergamo contro l'Atalanta, bissando il successo per 1-0 nella finale di andata, e vince la sua quinta coppa Italia. La squadra viene accolta allo stadio, gremito da 40.000 persone, alle 4 del mattino. Tre mesi dopo i viola espugnano San Siro, 2-1, e vincono la Supercoppa di ega battendo il Milan con una doppietta di Batistuta. La Fiorentina è stata la prima squadra vincitrice della coppa Italia ad aggiudicarsi questo torneo. Nell'estate 1997 Ranieri non viene confermato e sulla panchina viola arriva l'esordiente Alberto Malesani, che al suo primo campionato in serie A porta la Fiorentina al quinto posto, conquistando nuovamente un posto nelle coppe europee e riaccendendo la tifoseria per il suo modulo di gioco, sbarazzino, ma efficace. Cecchi Gori va a caccia di nuovi successi e ingaggia Trapattoni – siamo nell'estate 1998 - che alla sua prima stagione sulla panchina della Fiorentina conquista il terzo posto in campionato, dopo essere stato a lungo in testa alla classifica, riportando comunque i viola in Champions League dopo trent'anni. L'infortunio a Batistuta, i capricci di Edmundo, i mancati investimenti nel mercato invernale minano la solidità del gruppo, facendo sfumare il sogno tricolore, mai stato così vicino. Nel 1999/00 il campionato va meno bene: i gigliati chiudono al settimo posto, centrando nuovamente una qualificazione Uefa dopo lungo inseguimento all'Udinese; le soddisfazioni arrivano comunque dalla Champions League, dove i viola superano ai preliminari i polacchi del Widzew Lodz, il girone di prima fase e si arrendono ad un passo dai quarti, dopo aver comunque sconfitto in casa squadre blasonate quali Valencia e Manchester United, ed aver espugnato il mitico stadio di Wembley, dove giocava occasionalmente l' Arsenal. E' l' ultima luce in casa viola: a maggio 2000 salutano Trapattoni e Batistuta, quest' ultimo diventato nel frattempo cannoniere viola di tutti i tempi in serie A, con 152 marcature.
Il tramonto di Vittorio ed il
fallimento della società
La Fiorentina 2000/01 riparte dall'istrionico tecnico turco Fatih Terim. Il gioco c'è, la presunzione non manca, i risultati un po' meno: in coppa Uefa è subito eliminazione, ad opera dei modesti austriaci del Tyrol Innsbruck, il campionato oscilla tra un 4-0 inflitto al Milan e il rocambolesco rovescio interno con il Perugia del carneade Vryzas. L'avventura di Terim termina a febbraio: se ne va anche Antognoni, dimissionario. La società , che nel frattempo ha in Mario Sconcerti un nuovo dirigente, fa fuoco e fiamme per far diventare allenatore Roberto Mancini: l'ex sampdoriano, ingaggiato tra mille deroghe e rivoli regolamentari, porta ad un tranquillo centroclassifica la squadra, che addirittura va a vincere la coppa Italia contro il Parma: è il 13 giugno 2001. Lo stesso giorno la Co.Vi.Soc. fa il suo ingresso in Fiorentina e certifica il crack finanziario della società di Cecchi Gori. La stagione 2001/02, affrontata senza Toldo e Rui Costa, nel frattempo partiti alla volta di Milano (sponda nerazzurra il primo, rossonera il secondo), è un calvario: si parla solo di tribunali e bilanci, il campo passa nel dimenticatoio; Enrico Chiesa, unico giocatore in grado di reggere la nave sulla giusta rotta, si infortuna dopo appena cinque giornate; alla fine del girone d'andata la squadra è praticamente retrocessa in serie B. A nulla vale il cambio tecnico, da Mancini a Chiarugi, poi ad Ottavio Bianchi, infine nuovamente a Chiarugi. La Fiorentina retrocede sul campo con largo anticipo e poi viene cancellata dal panorama calcistico nazionale alla fine del luglio 2002, con la squadra in ritiro in Trentino, agli ordini di Eugenio Fascetti, allenatore per poche settimane.
E io parlo ancora????????Ma vaff...
Che film ho visto dopo Villareal??
Ma..al cinema ci vado da Marzo in poi..Tu da settembre(playstation inside)
Sai,per uscire nelle coppe bisogna esserci..
Avete la storia calcistica pari al Casale,alla Novese,alla Pro Vercelli(vai a vederti le vittorie!!!!!
In Coppa Italia uscite al secondo turno(ed e'gia'festa),in campionato o finite in
B,o fallite o cercate di aggiustare le partite con gli arbitri graditi a Moggi,oppure arrivate 10..
E le coppe..........coppe?????????quali?????
Manco al trofeo Moretti vi invitano..cazzo
ROTFL
